Ceramica sigillata: differenze tra le versioni
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La '''ceramica sigillata''' è
La sua caratteristica principale è una vernice rossa, più o meno chiara e la decorazione a rilievo, modellata, impressa o applicata. Alcuni esemplari portano impressi dei bolli ceramici o "sigilli", dai quali la tipologia deriva il suo nome, che riportano il nome del fabbricante.
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Dalla metà del [[I secolo a.C.]] le [[ceramica a vernice nera|ceramiche a vernice nera]] sparirono gradualmente nella produzione dei paesi mediterranei, sostituite da questa nuova classe di vasellame fine da mensa, la cosiddetta ''terra sigillata'', che ebbe origine nel Medio Oriente e si diffuse poi in Italia, dove il centro della migliore produzione fu [[Arezzo]] ("'''aretina'''").
La cosiddetta "vernice" si realizza attraverso la decantazione dell'argilla in acqua a cui viene aggiunto un elemento [[flocculazione|
[[File:Saalburgmuseum Bilderschuesseln.jpg|thumb
A partire dall'[[arte augustea|età augustea]] fu quindi largamente diffusa. La sfumatura rossa di questi pezzi varia da fabbrica a fabbrica e la produzione fu di serie, standardizzata su non troppe forme (soprattutto coppe, crateri e tazze), ispirata nella decorazione alla coeva produzione di vasi argentei, in maniera più o meno diretta.
I frammenti di ceramica sigillata, facilmente riconoscibili e databili, costituiscono utilissimi "fossili guida" per la datazione delle [[scavo (archeologia)#Scavo stratigrafico|stratigrafie]] negli [[Scavo archeologico|scavi archeologici]]. L'ampia diffusione di questa ceramica e la sua produzione per l'esportazione organizzata da veri e propri imprenditori, e la possibilità di conoscerne i nomi e la posizione sociale per mezzo dei bolli impressi sui vasi, hanno avuto grande importanza per la conoscenza dell'[[economia romana|economia]] antica.
Lo studio di firme stampigliate e scarichi di formace ha permesso di classificare con notevole precisione almeno una ventina di fabbricanti, ciascuno dei quali aveva vari servi o [[liberto|liberti]] addetti alla produzione.
Tra le scene figurate spiccano quelle di [[vendemmia]], di ''[[thiasos]]'' dionisiache, di scene erotiche, mitologiche e di allusioni a fatti contemporanei.
La massima fioritura della produzione aretina va dalla metà del I secolo a.C. alla metà del I secolo d.C. In seguito le fabbriche di Arezzo vennero soppiantate da quelle concorrenti e imitatrici della [[val Padana]] e della [[Gallia]] (terra sigillata '''tardo-italica''' e '''sud-gallica'''). Nel II secolo poi, a partire dall'[[età flavia]], esse vennero a loro volta superate dalle fabbriche nordafricane (terra sigillata chiare o '''africana'''), di colore rosso-arancio o rosso-bruno, prive delle decorazioni con stampi a matrice. La produzione africana durò fino al [[VII secolo]].
==Centri di produzione==
===Vicino e Medio Oriente===
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Una ceramica a vernice rossa, ricoperta di un'ingubbiatura era diffusa nel [[II secolo a.C.]] nel [[Vicino Oriente]] [[Ellenismo|ellenistico]] (''eastern sigillata A''), parallelamente alla decorazione in rilievo o "alla ''[[Barbottina|barbotine]]''".▼
[[File:Ceramica sigillata aretina con motivo fitomorfo 8.JPG|thumb|200px|Bicchiere in terra sigillata aretina con motivi vegetali, [[museo archeologico di Arezzo]]]]
▲[[File:Kom in terra sigillata met reliëfversiering, 50 tot 85 NC, vindplaats- Tongeren, Kielenstraat, 1992, houtlemen ambachtswijk, kuil, collectie Gallo-Romeins Museum Tongeren, TO92-017-921.jpg|thumb|right|200px|Ciotola di terra sigillata, con motivi vegetali, [[La Graufesenque]], 50-85 A.D., trovata a Tongres (Belgio) [[Museo gallo-romano|Museo gallo-romano Tongres]]]]Una ceramica a vernice rossa, ricoperta di un'ingubbiatura era diffusa nel [[II secolo a.C.]] nel [[Vicino Oriente]] [[Ellenismo|ellenistico]] (''eastern sigillata A''), parallelamente alla decorazione
===Produzione italica e sigillata aretina===
▲[[Immagine:Coppa di terra sigillata aretina, dal museo di arezzo, I secolo ac.-I secolo ad.jpg|thumb|250px|Coppa di terra sigillata aretina, dal [[museo archeologico di Arezzo]]]]
La moda fu in seguito introdotta in [[Italia]] dai numerosi commercianti italici e dai [[Legione romana|legionari]] che avevano vissuto nelle regioni orientali. La prima produzione di ceramica sigillata propriamente detta comparve in Italia nel [[I secolo a.C.]] e il maggiore centro di produzione fu ''Aretium'' (oggi [[Arezzo]]) in [[Regione VII Etruria|Etruria]], dal quale la produzione prende anche il nome di "ceramica aretina". Un altro importante centro di produzione si collocava presso il porto di ''Puteoli'' (oggi [[Pozzuoli]]).
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===Sigillata gallica===
A partire da circa il [[50]] d.C i centri di produzione si spostarono verso le
▲A partire da circa il [[50]] d.C i centri di produzione si spostarono verso le [[Provincia romana|province]]. Il sito di [[La Graufesenque]], presso [[Millau]] (nell'attuale [[Dipartimento francese|dipartimento]] dell'[[Aveyron]], in [[Francia]]), che costituiva il quartiere industriale della piccola città di ''Condatomagus'', esportò i suoi prodotti fino a [[Pompei]], prima dell'eruzione del [[Vesuvio]] nel [[79]], provando che i flussi commerciali avevano invertito la propria direzione. La crescita delle province era dovuta alla loro rapida [[romanizzazione (storia)|romanizzazione]], che aveva aperto nuovi mercati e indotto i produttori italici ad aprire delle filiali delle loro officine, dalle quali si erano quindi sviluppate nuove officine di produttori locali. Inizialmente le officine della "ceramica sudgallica" produssero imitazioni della ceramica aretina, per sviluppare in seguito un proprio repertorio di forme e di decorazioni.
Officine aretine avevano impiantato le proprie succursali a ''Lugdunum'' ([[Lione]]) già intorno al [[15 a.C.]], ma in seguito si svilupparono maggiormente altri centri di produzione.
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Le officine di La Graufensenque ebbero una eccezionale diffusione dei propri prodotti, che raggiunsero tutto l'occidente romano, la [[Germania]], la [[Grecia]], la [[Siria]], l'[[Egitto]] e le coste del [[Mar Nero]]. La produzione, iniziata intorno al [[20]] d.C., vide rapidamente la creazione di nuove forme vascolari e raggiunse la massima qualità intorno al [[40]], mentre intorno al [[60]]-[[80]] la quantità della ceramica fabbricata aumentò a scapito della qualità. Fu il sito di produzione più importante per tutto il [[I secolo]] e cessò la produzione intorno al [[120]].
Altri centri di produzione furono, a [[Montans]] ([[Tarn (dipartimento)|Tarn]]), a [[Banassac]] ([[Lozère]]), a [[Lezoux]] ([[Puy-de-Dôme]]) e nella Gallia orientale, che ebbero il loro apogeo in momenti diversi nel corso del [[II secolo]] e in alcuni casi continuarono la produzione fino al [[IV secolo]].
===Sigillata africana===
Le ceramiche sigillate italiche e galliche si erano diffuse nelle [[Africa (provincia romana)|province africane]] nel corso del [[I secolo]] e una produzione locale si sviluppò a partire dal [[50]] d.C. circa, inizialmente su imitazione dei modelli importati e in seguito, a partire dall'età [[Dinastia flavia|flavia]], con una propria autonomia sia stilistica che tecnica.
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Si distinguono durante il lungo periodo di produzione diverse tipologie: il tipo C, diffuso a partire dal [[230]] fu in particolare prodotto nella [[Bizacena]] ed esportato spesso parallelamente alle [[Anfora|anfore]] di produzione locali. Alla fine del [[III secolo]] anche [[Cartagine]] sviluppò una propria produzione, favorita dalla concentrazione delle officine presso il porto da cui partivano le esportazioni.
In [[Asia Minore]] la produzione inizialmente prosegue quella di epoca [[Ellenismo|ellenistica]] e si sviluppa nel corso del [[I secolo]] per rimpiazzare le importazioni italiche nel corso del [[II secolo|II]] e [[III secolo]], fino ad esportare a loro volta i propri prodotti fino in [[Italia]] e verso l'Oriente. I centri di produzione non sono sempre identificati con certezza ed ebbero diverse epoche di fioritura.
▲In [[Asia Minore]] la produzione inizialmente prosegue quella di epoca [[Ellenismo|ellenistica]] e si sviluppa nel corso del [[I secolo]] per rimpiazzare le importazioni italiche nel corso del [[II secolo|II]] e [[III secolo]], fino ad esportare a loro volta i propri prodotti fino in [[Italia]] e verso l'Oriente. I centri di produzione non sono sempre identificati con certezza ed ebbero diverse epoche di fioritura.
==Tecnica di produzione==
Le officine si impiantarono in località dove esistevano depositi di [[argilla]] e boschi da sfruttare per la [[legna]] usata come combustibile dei forni. La vicinanza con un importante itinerario commerciale spingeva ad aumentare la produzione per l'esportazione.
La decorazione dei vasi era ottenuta con diversi metodi. I motivi decorativi a rilievo erano realizzati "a matrice" (il vaso veniva modellato al tornio direttamente nella matrice, nella quale erano stati ricavati motivi decorativi incavati, che comparivano quindi a rilievo sulle pareti del vaso) o "alla ''barbotine''" (i motivi decorativi a forte rilievo erano applicati sul corpo liscio del vaso, realizzato al tornio, per mezzo di un'argilla molto liquida che fungeva da collante). Dopo una prima essiccatura veniva aggiunto il piede e quindi il vaso era inviato alla cottura. Altre decorazioni incise potevano essere aggiunte con rotelline o punzoni. Infine il bollo del fabbricante era stampigliato sul fondo del vaso, per lo più al suo interno.
==Bibliografia==
* [[Ranuccio Bianchi Bandinelli]] e Mario Torelli, ''L'arte dell'antichità classica, Etruria-Roma'', Utet, Torino 1976.
* [[Nino Caruso]], ''Ceramica Viva'', Ulrico Hoepli, Milano 2005.
* Elisabetta Maffioli, ''La terra sigillata italica di Bolsena. Scavi della Scuola Francese di Roma a Poggio Moscini (1962-1973)'', in ''Quaderni del Sistema museale del lago di Bolsena'' 12, Bolsena 2010.
== Altri progetti ==
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==Collegamenti esterni==
*
{{Economia e finanza nell'Antica Roma}}▼
{{Controllo di autorità}}
{{Portale|Antica Roma|Archeologia}}
▲{{Economia e finanza nell'Antica Roma}}
[[Categoria:Ceramica romana|Sigillata]]
[[Categoria:Economia dell'antica Roma]]
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