Alla Musa: differenze tra le versioni
Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Nessun oggetto della modifica |
m Annullata la modifica 142410458 di Ossistyl (discussione) Etichetta: Annulla |
||
(40 versioni intermedie di 32 utenti non mostrate) | |||
Riga 1:
{{F|componimenti poetici|gennaio 2014}}
{{torna a|Ugo Foscolo (opere)}}▼
{{libro
'''''Alla Musa''''' è un componimento poetico composto da [[Ugo Foscolo]] tra il 1802 e il 1803. La struttura tematica è incentrata sulla contrapposizione fra un passato, quello della gioventù del poeta, fecondo di poesie, e un presente nella maturità in cui l'ispirazione è quasi inaridita. Foscolo vi esprime il proprio dolore per una vita piegata dal tormento che neppure la poesia può mitigare.▼
|titolo = Alla Musa
|autore =
|annoorig = 1803
|periodo =
|editioprinceps =
|genere = poesia
|lingua = it
}}
[[File:Mosaïque murale Euterpe.jpg|thumb|right|Mosaico di [[Euterpe]], musa dedicataria del sonetto]]
▲'''''Alla Musa''''' è un componimento poetico
Si possono facilmente riconoscere varie analogie tra questo e gli altri sonetti di Foscolo. L'uso
== Testo ==
Pur tu copia versavi alma di canto▼
su le mie labbra un tempo, Aonia Diva,▼
quando de’ miei fiorenti anni fuggiva▼
4la stagion prima, e dietro erale intanto▼
▲Pur tu copia versavi alma di canto<br />
questa, che meco per la via del pianto▼
scende di Lete ver la muta riva:▼
non udito or t’invoco; ohimè! soltanto▼
8una favilla del tuo spirto è viva.▼
▲su le mie labbra un tempo, [[Aonia Diva]],<br />
E tu fuggisti in compagnia dell’ore,▼
o Dea! tu pur mi lasci alle pensose▼
11membranze, e del futuro al timor cieco.▼
Però mi accorgo, e mel ridice amore,▼
che mal ponno sfogar rade, operose▼
14rime il dolor che deve albergar meco.▼
▲questa, che meco per la via del pianto<br />
==Comprensione complessiva e analisi ==▼
Ugo Foscolo compose tra il 1802 e il 1803 quattro sonetti, in aggiunta ai precedenti, considerati i suoi migliori e forse i più belli della letteratura italiana. Tra questi vi è “Alla Musa”, in cui lo scrittore, che sempre e soltanto dalla poesia ha tratto conforto alle sue pene, avverte che la Musa lo abbandona, poiché sente che le poche rime faticosamente costruite non valgono a lenirgli il male che prova il suo cuore, deluso per l’amore contrastato e per la patria tradita.▼
▲scende di Lete ver la muta riva:<br />
▲o Dea! tu pur mi lasci alle pensose<br />
▲Però mi accorgo, e mel ridice amore,<br />
▲che mal ponno sfogar rade, operose<br />
▲== Comprensione complessiva e analisi ==
[[File:Ugo Foscolo.jpg|thumb|right|Ritratto di Ugo Foscolo]]
▲Ugo Foscolo compose tra il 1802 e il 1803 quattro sonetti, in aggiunta ai precedenti, considerati i suoi migliori e forse i più belli della letteratura italiana. Tra questi vi è “Alla Musa”, in cui lo scrittore, che sempre e soltanto dalla poesia ha tratto conforto alle sue pene, avverte che la Musa lo abbandona, poiché sente che le poche rime faticosamente costruite non valgono a lenirgli il male che prova il suo cuore, deluso per
Anche in questo sonetto appaiono evidenti gli elementi neoclassici e preromantici che caratterizzano le opere foscoliane.
Il neoclassicismo è un movimento letterario ispirato alla classicità, in particolar modo nella compostezza formale,
della sua situazione attuale,
Inoltre, per Foscolo, la poesia è il vertice
Il preromanticismo, invece, si pone come interprete della crisi del razionalismo e dell’ottimismo illuministico. Nel sonetto si possono facilmente ritrovare le caratteristiche generali di questa corrente, a partire dallo stato d’animo dell’autore, che appare triste, malinconico e frustrato in tutto il componimento; la presentazione di paesaggi desolati, come il fiume Lete (verso 6); l’esaltazione della poesia, presente in tutto il testo come motivo principale per il suo dolore; il senso di timore verso il futuro, che per noi è ignoto e talvolta pauroso ( verso 11).▼
Il sonetto risulta, quindi, come un lamento, una preghiera disperata rivolta alla Musa che lo lascia “alle pensose membrane, e del futuro al timor cieco” (ai pensosi ricordi e ad un cieco timore del futuro).▼
▲Il preromanticismo, invece, si pone come interprete della crisi del razionalismo e
Proprio quest’ultima frase riflette al meglio il tema centrale della poesia: il dolore e l’incognita del futuro, che affliggono e spaventano l’autore. Di rilevante importanza è l’utilizzo dell’interlocutore diretto, in quanto il sonetto non appare soltanto come componimento poetico, ma anche come una vera e propria preghiera alla Musa, alla quale si rivolge direttamente nelle due quartine e nella prima terzina. L’autore, in tal modo, cerca di coinvolgere maggiormente il lettore nella sua sofferenza.▼
▲Il sonetto risulta, quindi, come un lamento, una preghiera disperata rivolta alla Musa che lo lascia “alle pensose
Il sonetto è composto da due quartine, l’una incrociata (ABBA), l’altra alternata (ABAB), e da due terzine (CDE). I primi sei versi comprendono il primo periodo, che, data la sua lunghezza, sembra avere la funzione di introdurre il lettore nel dolore di Foscolo. Nei versi successivi, invece, i periodi sono decisamente più corti e, per ben due volte, punti esclamativi sottolineano maggiormente le invocazioni.▼
▲Proprio
Il ritmo presente è veloce, fatta eccezione per l’ultima terzina, che racchiude la riflessione dell’autore sulla propria sofferenza.▼
Nel primo periodo suoni e termini sono caratteristici del Dolce Stil Novo, mentre in seguito diventano progressivamente più aspri, in particolar modo con l’utilizzo di “r” spesso accompagnate da consonanti quali “t”, “m”, “c”.▼
▲Il sonetto è composto da due quartine,
▲Il ritmo presente è veloce, fatta eccezione per
▲Nel primo periodo suoni e termini sono caratteristici del Dolce Stil Novo, mentre in seguito diventano progressivamente più aspri, in particolar modo con
==Voci correlate==
*[[Opere di Ugo Foscolo]]
==Altri progetti==
{{interprogetto}}
{{Portale|letteratura}}
[[Categoria:
[[Categoria:
|