Storia della fotografia: differenze tra le versioni

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{{F|storia dell'arte|arg2=fotografia|febbraio 2017|Per una voce rilevante riguardante "la storia" della fotografia, si richiedono più fonti basate su pubblicazioni autorevoli }}
[[Immagine:View from the Window at Le Gras, Joseph Nicéphore Niépce.jpg|right|thumb|250px|[[Eliografia]] di [[Joseph Nicéphore Niépce|Joseph Niépce]], [[1826]].]]
[[File:View from the Window at Le Gras, Joseph Nicéphore Niépce.jpg|thumb|[[Eliografia]], ''"Veduta della finestra a Le Gras"'' di [[Joseph Nicéphore Niépce|Joseph Niépce]], [[1827]]]]
 
La fotografia è nata nel 1826 con la ''"Veduta della finestra a Le Gras"'' ad opera di [[Joseph Nicéphore Niépce]]<ref>{{Cita notizia|lingua=it|autore=Paola Assanti|url=https://www.storiadellafotografia.com/niepce/|titolo=JOSEPH NICÉPHORE NIÉPCE|pubblicazione=Storia della Fotografia|p=|accesso=9 giugno 2023|cid=|urlarchivio=|dataarchivio=|urlmorto=no|giorno=23|mese=ottobre|anno=2009}}</ref>. La '''storia della [[fotografia]]''' descrive le vicende che portarono alla realizzazione di uno strumento capace di registrare il mondo e fotogafaredi icatturare prostataun ilmomento mondo circostantepreciso grazie all'effetto della [[luce]]. Utilizzandoe ledella scopertemessa ein gliluce studidi iniziatiproblemi relativi al concetto di osservazione istantanea, utilizzando l'idea di realizzare il divenire di una forma in immagine iniziata già nell'[[Grecia antica|antica Grecia]] per lo più in ambito accademico aristotelico e platonico,<ref>[[Susan Sontag]], ''Sulla fotografia. Realtà e immagine nella nostra società'' (''On Photography'', 1977), trad. di Ettore Capriolo, Collana Nuovo Politecnico n.107, Einaudi, Torino, I ed. 1978.</ref>: è con la [[fotografia]] con i suoi primordi, camere ottiche, concetti geometrici, che si concretizzò agli<ref>{{Cita web|url=http://sensactional.weebly.com/photography/storia-della-fotografia-origini|titolo=Aristotele fotografia}}</ref> inizi dell'[[XIX secolo|'800]] e si sviluppò arrivando alla riproduzione del [[colore]] e all'utilizzo di supporti [[Digitale (informatica)|digitali]], imponendosi inoltre come mezzo artistico capace di supportare e affiancare le altre [[arti visuali]] che nel frattempo seppero dotarsi di generi e scuole.
 
La fotografia si è affermata nel tempo dapprima come procedimento di raffigurazione del [[fotografia paesaggistica|paesaggio]] e dell'[[architettura]], poi come strumento per ritrarre la nascente [[borghesia]] e il [[popolo]]. La diffusione sempre maggiore del mezzo fotografico portò ad uno sviluppo della sensibilità [[estetica]] e all'indagine artistica del nuovo strumento, consentendone l'accesso nelle mostre e nei [[museo|musei]]. Ebbe inoltre un ruolo fondamentale nello sviluppo del [[giornalismo]] e nel [[reportage]] e il miglioramento della tecnologia ne contribuì l'estensione anche nella [[fotografia astronomica|cattura di immagini dello spazio]] e deldella [[macrofotografia|micromondo]] micromondo.
 
== TecnologiaOrigini ==
=== FotocamereLe origini della fotocamera ===
Già il filosofo [[Aristotele]] osservò, che la luce, passando attraverso un piccolo foro, proiettava un'immagine circolare<ref>{{citazioneCita necessarianotizia|lingua=it|autore=Marco Rovere|url=https://www.nikonschool.it/corso-breve-storia-fotografia/preistoria-fotografia.php|titolo=Dalla preistoria della fotografia al 1839|pubblicazione=Nikon School|giorno=04|mese=11|anno=2008|p=|accesso=8 novembre 2019|cid=}}</ref>. Lo studioso arabo [[Alhazen|Alhazen Ibn Al-Haitham]] giunse, (prima del [[1039]]), alleriportando stesse conclusioniAristotele, definendodefinì la scatola nella quale le immagini si riproducevano con il termine "''camera obscuraoscura''"<ref name="fotochepassione.com">{{Cita web |url=http://www.fotochepassione.com/Storia/merstor1.htm |titolo=La meravigliosa storia della Fotografia<!-- Titolo generato automaticamente --> |accesso=31 luglio 2011 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20110821094910/http://www.fotochepassione.com/Storia/merstor1.htm |urlmorto=sì }}</ref>. Nel 1515 [[Leonardo da Vinci]], studiando la riflessione della luce sulle superfici sferiche, descrisse una [[camera oscura]] che chiamò "''Oculus Artificialis''" (occhio artificiale), la cosiddetta [[camera oscura leonardiana]], al cui modello applicò una lente. Un apparecchio del genere, usato per studiare l'eclissi solare del 24 gennaio 1544, fu illustrato dallo scìenziatoscienziato olandese Rainer Geinma Frisius<ref name="fotochepassione.com"/>.
A [[Gerolamo Cardano]] fu da attribuirsi, nel [[1550]], l'utilizzo pratico di una [[lentecappella]] convessa per aumentare la luminosità dell'immagine, mentre il [[venezia]]no [[Daniele Barbaro]], nel [[1568]], utilizzò una sorta di [[diaframma (ottica)|diaframma]] di [[diametro]] inferiore a quello della lente per ridurre le [[Aberrazione ottica|aberrazioni]].
 
=== Materiale sensibile ===
Catturare la luce richiese però la comprensione dei materiali [[fotosensibilità|fotosensibili]], che, anche se conosciuti fin dal [[Medioevo]], non furono studiati a fondo fino al [[1727]], quando lo scienziato tedesco [[Johann Heinrich Schulze]], durante alcuni esperimenti con [[carbonato di calcio]], [[acqua regia]], [[acido nitrico]] e [[argento]], scoprì che il composto risultante, fondamentalmente [[cloruronitrato d'argento]], reagiva alla luce. Si accorse che la sostanza non si modificava se esposta alla luce del [[fuoco (fisica)|fuoco]] ([[Ortocromatico|ortocromatismo]], contrapposto a [[Pancromatico|pancromatismo]] ), ma diveniva [[rosso]] scura se colpita dalla luce del [[sole]], esattamente come per la maggior parte delle pellicole e carte in bianco e nero diffuse fino alla prima metà del 1900Novecento e basate sugli alogenuri argentici non modificati. Ripeté l'esperimento riempiendo una bottiglia di vetro che, dopo l'esposizione alla luce, si scurì solo nel lato illuminato. Chiamò la sostanza ''[[scotoforo|scotophorus]]'', ''portatrice di tenebre''. Una volta pubblicati, gli studi di Schulze provocarono fermento nell'ambiente della ricerca scientifica<ref>{{Cita web|url=https://www.fotochepassione.com/Storia/merstor2.htm|titolo=La storia della Fotografia - Il primo fotografo fu il Sole|accesso=28 settembre 2022}}</ref><ref>{{Cita web|url=https://marbreriedelacotedazur.com/it/sai-chi-e-stato-johann-heinrich-schulze-nel-mondo-della-fotografia/|titolo=Sai chi era Johann Heinrich Schulze nel mondo della fotografia? - UNIFOTOGRAFIA {{!}} Marbrerie|autore=admin|lingua=it|accesso=28 settembre 2022}}</ref><ref>{{Cita web|url=https://www.robertopoetichimica.it/scrivere-con-la-luce-un-esperimento-storico-per-il-laboratorio-di-chimica/|titolo=Scrivere con la luce|autore=Roberto Poeti|sito=Roberto Poeti Chimica|data=29 gennaio 2022|lingua=it|accesso=28 settembre 2022}}</ref>.
Una volta pubblicati, gli studi di Schulze provocarono fermento nell'ambiente della ricerca scientifica.
 
===Studi su possibili protofotografie===
== L'invenzione della fotografia ==
Una corrente minoritaria di ricercatori e storici sostiene che vi fu un utilizzo al di fuori della semplice copia per pittura, realizzando fotografie prima del XIX secolo; [[Nicholas Allen]], studioso di [[storia dell'arte]], ha [[Ipotesi sulla formazione dell'immagine della Sindone#Fotografia rudimentale|sostenuto]] che la [[Sindone di Torino]] sia una protofotografia rudimentale medievale, risalente al [[XIII secolo]] (come da [[Esame del carbonio 14 sulla Sindone|datazione del carbonio 14]]) e ritraente un busto o un modello umano, realizzata su [[Lino (fibra)|lino]] con il [[cloruro d'argento]] che è fotosensibile. Secondo Allen la camera oscura sarebbe nota e usata fin dall'antichità dai pittori per ricalcare le immagini reali, e anche [[Platone]] vi farebbe allusione nel [[mito della caverna]].<ref>Nicholas P.L. Allen:<br /><br />*''The methods and [https://muwebxua.com/ techniques employed] in the manufacture of the Shroud of Turin'', Unpublished D.Phil. thesis, University of Durban-Westville (1993)<br /><br />*''Is the Shroud of Turin the first recorded photograph?'', The South African Journal of Art History, November 11, 23-32 (1993)<br /><br />*''Verification of the Nature and Causes of the Photo-negative Images on the Shroud of Lirey-Chambéry-Turin'' (1995)<br /><br />*''The Turin Shroud and the Crystal Lens. Testament to a lost technology'', Empowerment Technologies Pty. Ltd., Port Elizabeth, South Africa (1998)</ref> Il filosofo, teologo e [[alchimista]] del XIII secolo [[Alberto Magno]] per alcuni sarebbe già stato in grado di produrre un manufatto protofotografico, in quanto tra i primi a intuire le proprietà fotosensibili del nitrato d'argento.<ref>Szabadváry, Ferenc (1992). ''[https://hanabi88slotz.com/ History of analytical chemistry]''. Taylor & Francis. p. 17. ISBN 2-88124-569-2.</ref>
Verso la fine del [[XVIII secolo|1700]] l'inglese [[Thomas Wedgwood]], figlio di un famoso [[ceramica|ceramista]] di quel tempo, sperimentò l'utilizzo del [[nitrato d'argento]], prima rivestendone l'interno di recipienti ceramici, poi immergendovi dei fogli di carta esposti poi alla luce dopo avervi deposto degli oggetti. Si accorse che dove la luce colpiva il foglio, la sostanza si anneriva, mentre rimaneva chiara nelle zone coperte dagli oggetti. Queste immagini, però, non si stabilizzavano e perdevano rapidamente [[contrasto]] se mantenute alla luce naturale, mentre riposti all'oscuro potevano essere viste alla luce di una lampada (a olio) o di una candela. Utilizzò anche il [[cuoio]] come materiale e sistemò dei fogli sensibilizzati all'interno di una camera oscura senza però ottenere risultato alcuno. A causa della salute cagionevole non poté proseguire negli studi che nel [[1802]] l'amico Sir [[Humphry Davy]] descrisse sul ''"Journal of the Royal Institution of Great Britain"'', annotando però che non era stato compreso il meccanismo per interrompere il processo di sensibilizzazione.<ref>Humphry Davy, " An Account of a Method of Copying Paintings upon Glass, and of making Profiles by the Agency of Light upon Nitrate of Silver. Invented by T. Wedgwood, Esq. With Observations by H. Davy." Journ. R.I., 1802, p. 170.</ref> La corrispondenza con [[James Watt]], fa ritenere che nel [[1790]] - [[1791]] avvenne la prima impressione di un'immagine chimica su carta.
{{quote|Doveva tenersi il 7 aprile 2008 da [[Sotheby's]] ma l'asta è stata rinviata. Si tratta di un foglio di carta attribuito a [[Thomas Wedgwood]] con impressa una foglia d'albero. Finora si pensava che fosse un "disegno fotogenico" di Talbot ma una piccola W impressa in un angolo ha fatto ricredere lo storico della fotografia [[Larry Schaaf]]. Occorrerà anticipare la realizzazione della prima fotografia stabile a distanza di tempo di un ventennio.<ref>[http://www.nytimes.com/2008/04/17/arts/design/17phot.html ''An Image Is a Mystery for Photo Detectives''], Randy Kennedy. ''[[New York Times]]'', 17 Aprile , 2008.</ref>}}
 
== Storia e progresso della fotografia ==
[[Immagine:Cardinal Georges D'Amboise Heliograph Engraving Joseph Niepce.jpg|right|thumb|250px|''Cardinale Georges I d'Amboise''<br>A sinistra l'incisione originale del [[1650]], a destra la copia in eliografia del 1826 di Niépce]]
Nei primi anni dell'[[XIX secolo|Ottocento]] [[Thomas Wedgwood]], [[ceramica|ceramista]] inglese di quel tempo, sperimentò l'utilizzo del [[nitrato d'argento]], prima rivestendone l'interno di recipienti ceramici, poi immergendovi dei fogli di carta o di cuoio esposti poi alla luce dopo avervi deposto degli oggetti. Si accorse che dove la luce colpiva il foglio, la sostanza si anneriva, mentre rimaneva chiara nelle zone coperte dagli oggetti. Queste immagini, però, non si stabilizzavano e perdevano rapidamente [[contrasto]] se mantenute alla luce naturale, mentre riposti all'oscuro potevano essere viste alla luce di una lampada (a olio) o di una candela. Utilizzò anche il [[cuoio]] come materiale e sistemò dei fogli sensibilizzati all'interno di una camera oscura senza però ottenere alcun risultato. A causa della salute cagionevole non poté proseguire negli studi che nel [[1802]] l'amico Sir [[Humphry Davy]] descrisse sul ''"Journal of the Royal Institution of Great Britain"'', annotando però che non era stato compreso il meccanismo per interrompere il processo di sensibilizzazione.<ref>Humphry Davy, "An Account of a Method of Copying Paintings upon Glass, and of making Profiles by the Agency of Light upon Nitrate of Silver. Invented by T. Wedgwood, Esq. With Observations by H. Davy." Journ. R.I., 1802, p. 170.</ref> La corrispondenza con [[James Watt]], fa ritenere che nel [[1790]] - [[1791]] avvenne la prima impressione di un'immagine chimica su carta.
[[Joseph Nicéphore Niépce]] si interessò della recente scoperta della [[Litografia (arte)|litografia]] e approfondì gli studi alla ricerca di una sostanza che potesse impressionarsi alla luce in maniera esatta mantenendo il risultato nel tempo. Il [[5 maggio]] [[1816]], Joseph Niépce scrisse al fratello Claude del suo ultimo esperimento, un foglio bagnato di cloruro d'argento ed esposto all'interno di una piccola camera oscura. L'immagine risultante apparì invertita, con gli oggetti [[bianco|bianchi]] su fondo [[nero]]. Questo ''negativo'' non soddisfece Niépce, che proseguì la ricerca di un procedimento per ottenere direttamente il positivo. Scoprì che il [[bitume di Giudea]] era sensibile alla luce e lo utilizzò nel [[1822]] per produrre delle copie di una incisione del [[cardinale]] di [[Reims]], [[Georges I d'Amboise]]. Il bitume di Giudea è un tipo di asfalto normalmente [[solubilità|solubile]] all'[[olio vegetale|olio]] di [[lavandula|lavanda]], che una volta esposto alla luce indurisce. Niépce cosparse una [[lastra]] di [[peltro]] con questa sostanza e vi sovrappose l'[[incisione]] del cardinale. Dove la luce riuscì a raggiungere la lastra di peltro attraverso le zone chiare dell'incisione, sensibilizzò il bitume, che indurendosi non poté essere eliminato dal successivo lavaggio con olio di lavanda. La superficie rimasta scoperta venne scavata con dell'[[acquaforte]] e la lastra finale poté essere utilizzata per la [[stampa fotografica|stampa]].
{{Citazione|Doveva tenersi il 7 aprile 2008 da [[Sotheby's]] ma l'asta è stata rinviata. Si tratta di un foglio di carta attribuito a [[Thomas Wedgwood]] con impressa una foglia d'albero. Finora si pensava che fosse un "disegno fotogenico" di Talbot ma una piccola W impressa in un angolo ha fatto ricredere lo storico della fotografia [[Larry Schaaf]]. Occorrerà anticipare la realizzazione della prima fotografia stabile a distanza di tempo di un ventennio.<ref>[https://www.nytimes.com/2008/04/17/arts/design/17phot.html ''An Image Is a Mystery for Photo Detectives''], Randy Kennedy. ''[[The New York Times|New York Times]]'', 17 aprile , 2008.</ref>}}
[[File:Cardinal Georges D'Amboise Heliograph Engraving Joseph Niepce.jpg|thumb|''Cardinale Georges I d'Amboise''<br />A sinistra l'incisione originale del [[1650]], a destra la copia in eliografia del 1826 di Niépce]]
[[Joseph Nicéphore Niépce]] si interessò della recente scoperta della [[fotografia]] e approfondì gli studi alla ricerca di una sostanza che potesse impressionarsi alla luce in maniera esatta mantenendo il risultato nel tempo. Il 5 maggio [[1826]], Joseph Niépce scrisse al fratello Claude del suo ultimo esperimento, un foglio bagnato di cloruro d'argento ed esposto all'interno di una piccola camera oscura. L'immagine risultante apparì invertita, con gli oggetti [[bianco|bianchi]] su fondo [[nero]]. Questo ''negativo'' non soddisfece Niépce, che proseguì la ricerca di un procedimento per ottenere direttamente il positivo.
 
Scoprì che il [[bitume di Giudea]] era sensibile alla luce e lo utilizzò nel [[1822]] per produrre delle copie di una incisione del [[cardinale]] di [[Reims]], [[Georges I d'Amboise]]. Il bitume di Giudea è un tipo di asfalto normalmente [[solubilità|solubile]] all'[[olio vegetale|olio]] di [[lavandula|lavanda]], che una volta esposto alla luce indurisce. Niépce cosparse una [[lastra]] di [[peltro]] con questa sostanza e vi sovrappose l'[[incisione]] del cardinale. Dove la luce riuscì a raggiungere la lastra di peltro attraverso le zone chiare dell'incisione, sensibilizzò il bitume, che indurendosi non poté essere eliminato dal successivo lavaggio con olio di lavanda. La superficie rimasta scoperta venne scavata con la tecnica dell'[[acquaforte]] e la lastra finale poté essere utilizzata per la [[stampa fotografica|stampa]]<ref>{{Cita web|url=https://ilfotografo.it/news/lavventura-del-bianco-e-nero-joseph-nicephore-niepce-e-la-prima-fotografia/|titolo=L’avventura del bianco e nero: Joseph Nicéphore Niépce e la prima fotografia|autore=Vanessa|sito=IL FOTOGRAFO|data=22 dicembre 2018|lingua=it|accesso=28 settembre 2022}}</ref><ref>{{Cita web|url=https://www.areashoot.net/la-prima-fotografia-della-storia-joseph-nicephore-niepce/|titolo=La prima fotografia della storia: Joseph Nicéphore Niepce|autore=ASW|sito=AREA SHOOT WORLD|data=7 settembre 2017|lingua=en|accesso=28 settembre 2022}}</ref>.
Niépce chiamò questo procedimento [[eliografia]] e lo utilizzò anche in camera oscura per produrre dei positivi su lastre di [[stagno]]. Dopo l'esposizione alla luce e il successivo lavaggio per eliminare il bitume non sensibilizzato, utilizzò i [[vapore|vapori]] di [[iodio]] per annerire le zone lavate dal bitume. A causa della lunghissima [[esposizione (fotografia)|esposizione]] necessaria, fino a otto [[ora (unità di misura)|ore]], le riprese all'esterno furono penalizzate dalla luce solare che, cambiando orientamento, rese l'immagine irreale. Maggior successo ebbero le eliografie con luce controllata, ovvero in interni, e su lastre di vetro.
 
Niépce chiamò questo procedimento [[eliografia]] e lo utilizzò anche in camera oscura per produrre dei positivi su lastre di [[Stagno (elemento chimico)|stagno]]. Dopo l'esposizione alla luce e il successivo lavaggio per eliminare il bitume non sensibilizzato, utilizzò i [[vapore|vapori]] di [[iodio]] per annerire le zone lavate dal bitume. A causa della lunghissima [[esposizione (fotografia)|esposizione]] necessaria, fino a otto [[ora (unità di misura)|ore]], le riprese all'esterno furono penalizzate dalla luce solare che, cambiando orientamento, rese l'immagine irreale. Maggior successo ebbero le eliografie con luce controllata, ovvero in interni, e su lastre di vetro<ref>{{Cita web|url=https://fiaf.net/agoradicult/2012/11/06/eliografia-di-enrico-maddalena/|titolo=L'eliografia - di Enrico Maddalena - .:Agora di Cult|data=6 novembre 2012|lingua=it|accesso=28 settembre 2022}}</ref><ref>{{Cita web|url=https://chefotografia.wordpress.com/tag/eliografia/|titolo=eliografia|sito=che fotografia|lingua=it|accesso=28 settembre 2022}}</ref>.
Nel [[1827]], durante il viaggio verso [[Londra]] per trovare il fratello Claude, Niépce si fermò a [[Parigi]] e incontrò [[Louis Daguerre|Louis Jacques Mandé Daguerre]]: quest'ultimo era già stato informato del lavoro di Niépce dall'ottico [[Charles Chevalier]], fornitore per entrambi di lenti per la camera oscura. Daguerre era un pittore parigino di discreto successo, conosciuto principalmente per aver realizzato il [[diorama (arte)|diorama]], un teatro che presentava grandi quadri e giochi di luce, per cui Daguerre utilizzava la camera oscura per assicurarsi una prospettiva corretta.
 
Nel [[1827]], durante il viaggio verso [[Londra]] per trovare il fratello Claude, Niépce si fermò a [[Parigi]] e incontrò [[Louis Daguerre|Louis Jacques Mandé Daguerre]]: quest'ultimo era già stato informato del lavoro di Niépce dall'ottico [[Charles Chevalier]], fornitore per entrambi di lenti per la camera oscura. Daguerre era un pittore parigino di discreto successo, conosciuto principalmente per aver realizzato il [[diorama (arte)|diorama]], un teatro che presentava grandi quadri e giochi di luce, per cui Daguerre utilizzava la camera oscura per assicurarsi una prospettiva corretta<ref>{{Cita web|url=http://95.110.231.234/fisica/index.php/strumenti/ottica/64-Camera%20oscura%20per%20dagherrotipi|titolo=Camera oscura per dagherrotipi|sito=95.110.231.234|accesso=28 settembre 2022|urlmorto=sì}}</ref><ref>{{Cita web|url=https://fotografiaartistica.it/cose-il-dagherrotipo-e-il-procededimento-dagherrotipia/|titolo=▷ Cos’è il DAGHERROTIPO → procededimento della dagherrotipia|autore=Giuseppe Santagata|sito=Fotografia Artistica|data=19 novembre 2018|lingua=it|accesso=28 settembre 2022}}</ref>.
A Londra Niépce presentò l'eliografia alla [[Royal Society]], che non accettò la comunicazione perché Niépce non volle rivelare tutto il procedimento. Tornò a Parigi e si mise in contatto con Daguerre, con il quale concluse nel [[dicembre]] [[1829]] un [[contratto]] valido dieci anni per continuare le ricerche in comune. Dopo quattro anni, nel [[1833]], Niépce morì senza aver potuto pubblicare il suo procedimento. Il figlio Isidore prese il posto nell'associazione con Daguerre, ma non fornì alcun contributo, tanto che Daguerre modificò il contratto e impose il nome dell'invenzione in [[dagherrotipia]], anche se mantenne il contributo di Joseph Niépce. Isidore firmò la modifica pur ritenendola ingiusta. Il nuovo procedimento era molto diverso rispetto a quello originario preparato da Joseph Niépce, quindi si può ritenere in parte corretta la rivendicazione di Daguerre.
 
A Londra Niépce presentò l'eliografia alla [[Royal Society]]<ref>{{Cita web|url=https://royalsociety.org/science-events-and-lectures/2011/niepce-england/|titolo=Niépce In England {{!}} Royal Society|sito=royalsociety.org|accesso=28 settembre 2022}}</ref><ref>{{Cita pubblicazione|nome=David|cognome=Harel|data=31 dicembre 2016|titolo=Niépce–Bell or Turing: how to test odour reproduction|rivista=Journal of The Royal Society Interface|volume=13|numero=125|p=20160587|accesso=28 settembre 2022|doi=10.1098/rsif.2016.0587|url=https://royalsocietypublishing.org/doi/10.1098/rsif.2016.0587}}</ref>, che non accettò la comunicazione perché Niépce non volle rivelare tutto il procedimento. Tornò a Parigi e si mise in contatto con Daguerre, con il quale concluse nel dicembre [[1829]] un [[contratto]] valido dieci anni per continuare le ricerche in comune. Dopo quattro anni, nel [[1833]], Niépce morì senza aver potuto pubblicare il suo procedimento. Il figlio Isidore prese il posto nell'associazione con Daguerre, ma non fornì alcun contributo, tanto che Daguerre modificò il contratto e impose il nome dell'invenzione in [[dagherrotipia]], anche se mantenne il contributo di Joseph Niépce. Isidore firmò la modifica pur ritenendola ingiusta. Il nuovo procedimento era molto diverso rispetto a quello originario preparato da Joseph Niépce, quindi si può ritenere in parte corretta la rivendicazione di Daguerre.
[[Immagine:Daguerreotype Daguerre Atelier 1837.jpg|250px|thumb|right|''Natura morta'', [[dagherrotipo]] del [[1837]], ad opera di [[Louis Daguerre]]]]
Nel [[1837]] la tecnica raggiunta da Daguerre fu sufficientemente matura da produrre una natura morta di grande pregio. Daguerre utilizzò una lastra di [[rame]] con applicata una sottile foglia di argento lucidato, che posta sopra a vapori di iodio reagiva formando [[ioduro d'argento]]. Seguì l'esposizione alla camera oscura dove la luce rendeva lo ioduro d'argento nuovamente argento in un modo proporzionale alla luce ricevuta. L'immagine non risultava visibile fino all'esposizione ai vapori di [[Mercurio (elemento)|mercurio]]. Un bagno in una forte soluzione di [[cloruro di sodio|sale comune]] fissava, seppure non stabilmente, l'immagine.
 
[[File:Daguerreotype Daguerre Atelier 1837.jpg|thumb|''Natura morta'', [[dagherrotipo]] del [[1837]], ad opera di [[Louis Daguerre]]]]
In cerca di fondi, Daguerre fu contattato da [[François Arago]], che propose l'acquisto del procedimento da parte dello [[Stato]]. Il [[6 gennaio]] [[1839]] la scoperta di una tecnica per ''dipingere con la luce'' fu resa nota con toni entusiastici sul [[quotidiano]] ''Gazette de France'' e il [[19 gennaio]] nel ''Literary Gazette''.
[[File:Boulevard du Temple by Daguerre.jpg|thumb|[[Louis Daguerre]]: [[Boulevard du Temple]], 1838. Il tempo di esposizione di 10 minuti rende visibile solo un uomo che si fa [[lustrascarpe|lucidare le scarpe]]|verticale=1.3]]
Nel [[1837]] la tecnica raggiunta da Daguerre fu sufficientemente matura da produrre una natura morta di grande pregio. Daguerre utilizzò una lastra di [[rame]] con applicata una sottile foglia di argento lucidato, che posta sopra a vapori di iodio reagiva formando [[ioduro d'argento]]<ref>{{Cita web|url=http://rilievo.poliba.it/studenti/aa04/Mele/fotografia/storia/dagherrotipo.html|titolo=IL DAGHERROTIPO|sito=rilievo.poliba.it|accesso=28 settembre 2022}}</ref><ref>{{Cita web|url=https://immaginescomposta.wordpress.com/2016/12/08/la-scienza-del-dagherrotipo-2/|titolo=La scienza del Dagherrotipo -2-|sito=L'immagine scomposta|data=8 dicembre 2016|lingua=it|accesso=28 settembre 2022}}</ref>. Seguì l'esposizione alla camera oscura dove la luce rendeva lo ioduro d'argento nuovamente argento in un modo proporzionale alla luce ricevuta. L'immagine non risultava visibile fino all'esposizione ai vapori di [[Mercurio (elemento chimico)|mercurio]]. Un bagno in una forte soluzione di [[cloruro di sodio|sale comune]] fissava, seppure non stabilmente, l'immagine.
 
In cerca di fondi, Daguerre fu contattato da [[François Arago]]<ref>{{Cita web|url=https://www.paesesera.toscana.it/nasce-il-dagherrotipo/|titolo=Paese Sera - Nasce il dagherrotipo|autore=Leonardo Panerati|sito=Paese Sera|lingua=it|accesso=28 settembre 2022}}</ref>, che propose l'acquisto del procedimento da parte dello [[Stato]]. Il 6 gennaio [[1839]] la scoperta di una tecnica per ''dipingere con la luce'' fu resa nota con toni entusiastici sul [[quotidiano]] ''Gazette de France'' e il 19 gennaio nel ''Literary Gazette''<ref>{{Cita web|url=http://www.daguerreotypearchive.org/texts/P8390008_GAUCHERAUD_LIT_GAZETTE_1839-01-12.pdf|titolo=daguerreotypearchive.org|urlmorto=sì}}</ref>. Di recente, tuttavia, è stato accertato che le prime indiscrezioni erano apparse sui giornali francesi già alla fine del 1838<ref>{{Cita libro|autore=Guglielmo Manitta|titolo=Storia e origini della fotografia. Dalla camera oscura alle conseguenze dell'annuncio di Daguerre (1500-1839)|anno=2024|editore=Il Convivio Editore|pp=148-150}}</ref>.
Il procedimento venne reso pubblico il [[19 agosto]] 1839, quando, in una riunione dell'Accademia delle Scienze e dell'Accademia delle Belle arti, venne presentato nei particolari tecnici all'assemblea e alla folla radunatesi all'esterno. Arago descrisse la storia e la tecnica legata al dagherrotipo, inoltre presentò una relazione del pittore [[Paul Delaroche]], in cui furono esaltati i minuziosi dettagli dell'immagine e dove si affermò che gli artisti e gli incisori non erano minacciati dalla fotografia, anzi potevano utilizzare il nuovo mezzo per lo studio e l'analisi delle vedute. La relazione terminò con il seguente appunto di Delaroche:
 
Il procedimento venne reso pubblico il 19 agosto 1839, quando, in una riunione dell'Accademia delle Scienze e dell'Accademia delle Belle arti, venne presentato nei particolari tecnici all'assemblea e alla folla radunatesi all'esterno. Arago descrisse la storia e la tecnica legata al dagherrotipo, inoltre presentò una relazione del pittore [[Paul Delaroche]]<ref>{{Cita web|url=http://www.mpritchard.com/photohistory/history/delaroch.htm|titolo=A History of Photography, by Robert Leggat: DELAROCHE, Paul|accesso=28 settembre 2022|dataarchivio=5 agosto 2023|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20230805110259/http://www.mpritchard.com/photohistory/history/delaroch.htm|urlmorto=sì}}</ref>, in cui furono esaltati i minuziosi dettagli dell'immagine e dove si affermò che gli artisti e gli incisori non erano minacciati dalla fotografia, anzi potevano utilizzare il nuovo mezzo per lo studio e l'analisi delle vedute. La relazione terminò con il seguente appunto di Delaroche:
{{quote|Per concludere, la mirabile scoperta di monsieur Daguerre ha reso un servizio immenso alle arti.|Paul Delaroche}}
 
{{Citazione|Per concludere, la mirabile scoperta di monsieur Daguerre ha reso un servizio immenso alle arti.|Paul Delaroche}}
Daguerre pubblicò un manuale (''Historique et description des procédés du dagguerréotype et du diorama'') tradotto ed esportato in tutto il mondo, contenente la descrizione dell'eliografia di Niépce e i dettagli della dagherrotipia. Con il cognato [[Alphonse Giroux]], Daguerre si accordò per la fabbricazione delle camere oscure necessarie. Costruite in [[legno]], furono provviste delle lenti acromatiche progettate da Chevalier nel 1829. Questi [[Obiettivo fotografico|obiettivi]] avevano una [[lunghezza focale]] di 40,6 [[centimetro|cm]] e una [[luminosità]] di f/16, il costo si aggirava intorno ai 400 franchi. Anche se il procedimento fu reso pubblico in [[Francia]], Daguerre acquisì un [[brevetto]] in [[gran Bretagna|Inghilterra]], con il quale impose delle licenze per l'utilizzo della sua scoperta.
 
Daguerre pubblicò un manuale (''Historique et description des procédés du dagguerréotype et du diorama''<ref>{{Cita libro|nome=Louis-Jacques-Mandé (1787-1851) Auteur du texte|cognome=Daguerre|nome2=Susse (frères) Auteur du|cognome2=texte|nome3=Noël-Marie Paymal (1807-1873) Auteur du texte|cognome3=Lerebours|titolo=Historique et description des procédés du daguerréotype et du diorama / rédigés par Daguerre, ornés du portrait de l'auteur ; et augmentés de notes et d'observations par MM. Lerebours et Susse frères|url=https://gallica.bnf.fr/ark:/12148/bpt6k56753837|accesso=28 settembre 2022|data=1839|lingua=IT}}</ref>) tradotto ed esportato in tutto il mondo, contenente la descrizione dell'eliografia di Niépce e i dettagli della dagherrotipia. Con il cognato [[Alphonse Giroux]]<ref>{{Cita web|url=http://www.wetplatewagon.com/camera-daguerre-giroux/|titolo=Case study: The Daguerre-Giroux camera restored by Wetplatewagon|sito=Wetplatewagon|lingua=en|accesso=28 settembre 2022}}</ref>, Daguerre si accordò per la fabbricazione delle camere oscure necessarie. Costruite in [[legno]], furono provviste delle lenti acromatiche progettate da Chevalier nel 1829. Questi [[Obiettivo fotografico|obiettivi]] avevano una [[lunghezza focale]] di 40,6 [[centimetro|cm]] e una [[Intensità luminosa|luminosità]] di f/16, il costo si aggirava intorno ai 400 franchi. Anche se il procedimento fu reso pubblico in [[Francia]], Daguerre acquisì un [[brevetto]] in [[gran Bretagna|Inghilterra]], con il quale impose delle licenze per l'utilizzo della sua scoperta.
In [[Italia]] i primi esperimenti di fotografia sono condotti da [[Enrico Federico Jest]] e da [[Antonio Rasetti]] nell'ottobre del 1839 con un macchinario di loro costruzione basato sui progetti di Daguerre. Le prime fotografie italiane sono vedute del Templio della Gran Madre, di [[Piazza Castello (Torino)|Piazza Castello]], e di [[Palazzo Reale di Torino|Palazzo Reale]], tutte a [[Torino]].
 
Gran parte dei primi ritratti arrivati ai giorni nostri sono proprio dagherrotipi, come quello ad [[Hannah Stilley Gorby]]: la donna nata nell'anno più remoto ad esser stata immortalata.
 
In [[Italia (regione geografica)|Italia]] i primi esperimenti di fotografia sono condotti da [[Enrico Federico Jest]], insieme al figlio Alessandro e Antonio Rasetti,<ref>{{Cita web|url=https://mole24.it/2021/07/09/enrico-federico-jest-il-primo-fotografo-di-torino/|titolo=Enrico Federico Jest: il primo fotografo di Torino|sito=Mole24|lingua=it|accesso=28 settembre 2022}}</ref><ref>{{Cita web|url=https://www.guidatorino.com/la-storia-della-prima-foto-di-torino-e-del-suo-autore/|titolo=La storia della prima foto di Torino e del suo autore|sito=Guida Torino|data=19 agosto 2016|lingua=it|accesso=28 settembre 2022}}</ref> nell'ottobre del 1839 con un macchinario di loro costruzione basato sui progetti di Daguerre. Le prime fotografie italiane sono vedute della [[Chiesa della Gran Madre di Dio (Torino)|Gran Madre]]<ref>{{cita web|url=https://www.guidatorino.com/la-storia-della-prima-foto-di-torino-e-del-suo-autore/|titolo=La storia della prima foto di Torino e del suo autore}}</ref>, di [[Piazza Castello (Torino)|Piazza Castello]] e di [[Palazzo Reale di Torino|Palazzo Reale]], tutte a [[Torino]].
 
In [[Cina]], è bene sottolinearlo, più o meno contestualmente, l'élite culturale non rimane del tutto insensibile all'indagine fotografica. La testimonianza più eloquente è il cantonese Zou Boqi (1819-1869) che è stato, con ogni probabilità, un letterato, esponente della classe dirigente cinese, matematico particolarmente versato alla cartografia, con uno spiccato interesse verso la scienza tecnologica e soprattutto i nuovi sistemi riferibili alla visione. Egli in concomitanza alla pubblicazione delle scoperte compiute in Occidente, realizza quella che viene considerata la prima fotocamera cinese, così come testimoniano anche diverse fonti locali sulle teorie della fotografia, risalenti attorno al 1840.<ref>Marco Meccarelli-Antonella Flamminii, "Storia della fotografia in Cina. Le opere di artisti cinesi e occidentali", Novalogos, Aprilia, 2011, pp. 24-31; O.Moore “Zou Boqi on Vision and Photography in Nineteenth-Century China“ in Hammond K.-Stapleton K. (edits), The Human Tradition in Modern China, Latham, Rowman & Littlefield, 2008, pp. 33-54.</ref>
 
=== I procedimenti alternativi ===
La notizia apparsa sul ''Gazette de France'' e sul ''Literary Gazette'' destò l'interesse di alcuni ricercatori che stavano lavorando nella stessa direzione. Tra questi [[William Fox Talbot]]<ref>{{Cita web|url=http://www.daguerreotypearchive.org/texts/P8390017_NEW-ART_LIT-GAZETTE_1839-02-02.pdf|titolo=daguerreotypearchive.org}}</ref><ref>{{Cita web|url=http://foxtalbot.dmu.ac.uk/letters/transcriptDate.php?month=1&year=1839&pageNumber=8&pageTotal=11&referringPage=0|titolo=Talbot Correspondence Project: TALBOT William Henry Fox to JERDAN William|sito=foxtalbot.dmu.ac.uk|accesso=28 settembre 2022}}</ref>, che si affrettò a rendere pubbliche lale sue scoperte, documentando esperimenti risalenti al [[1835]]. Si trattava di un foglio di carta immerso in sale da cucina e nitrato d'argento, asciugato e coperto con piccoli oggetti come foglie, piume o pizzo, quindi esposto alla luce. Sul foglio di carta compariva il ''negativo'' dell'oggetto che il [[28 febbraio]] 1835 Talbot intuì come trasformare in ''positivo'' utilizzando un secondo foglio in trasparenza. Utilizzò una forte soluzione di sale o di ioduro di potassio che rendeva meno sensibili gli elementi d'argento per rallentare il processo di ''dissoluzione'' dell'immagine. Chiamò questo procedimento [[sciadografiacalotipia]] o [[talbotipia]], che utilizzò già nell'agosto del 1835 per produrre delle piccole immagini di 6,50&nbsp;cm² della sua tenuta di [[Lacock Abbey]] mediante camera oscura.
 
Il [[25 gennaio]] [[1839]] Talbot presentò le sue opere alla [[Royal Society]], seguite da una lettera ad Arago, Biot e Humboldt per rivendicare la priorità su Daguerre. Il [[20 febbraio]] fu letta una relazione che rese chiari alcuni aspetti tecnici, al punto da rendere replicabile la procedura<ref>{{Cita pubblicazione|nome=Theresa|cognome=Levitt|data=2003|titolo=Biot’s Paper and Arago’s Plates: Photographic Practice and the Transparency of Representation|rivista=Isis|volume=94|numero=3|pp=456-476|accesso=28 settembre 2022|doi=10.1086/380654|url=https://www.jstor.org/stable/10.1086/380654}}</ref><ref>{{Cita web|url=https://www.dhm.de/blog/2020/03/03/the-godfather-humboldt-and-the-invention-of-photography/|titolo=The Godfather – Humboldt and the Invention of Photography – Deutsches Historisches Museum: Blog|lingua=en|accesso=28 settembre 2022}}</ref>.
 
Insieme a Talbot, anche Sir [[John Herschel]], all'oscuro delle sperimentazioni dei colleghi, utilizzò i sali d'argento ma, grazie alle precedenti esperienze con l'[[iposolfito di sodio]] che si accorse sciogliere l'argento, ottenne un [[fissaggio]] migliore proprio utilizzando questa sostanza. Ne parlò a Talbot e insieme pubblicarono la scoperta che venne subito adottata anche da Daguerre. La sostanza cambiò in seguito nome in [[tiosolfato di sodio]], anche se rimase conosciuta come ''iposolfito''. Ad Herschel venne attribuita anche l'introduzione dei termini ''fotografia'', ''negativo'' e ''positivo''<ref>{{Cita web|url=https://iphf.org/inductees/sir-john-frederick-william-herschel/|titolo=Sir John Frederick William Herschel|sito=International Photography Hall of Fame|lingua=en|accesso=28 settembre 2022}}</ref><ref>{{Cita web|url=https://study.com/academy/lesson/sir-john-herschel-biography-photography.html|titolo= |sito=study.com|accesso=28 settembre 2022}}</ref>.
 
[[Hippolyte Bayard]] presentò il suo procedimento nel giugno del 1839 attraverso quella che sarebbe stata la prima mostra della storia. Convinto ad aspettare a divulgare il suo procedimento chiamato "positivo diretto", Arago, raggirando Bayard, favorì l'amico Daguerre che presentò il 19 agosto il suo dagherrotipo<ref>{{Cita web|url=https://www.getty.edu/art/collection/person/103KH7|titolo=Hippolyte Bayard (The J. Paul Getty Museum Collection)|sito=The J. Paul Getty Museum Collection|lingua=en|accesso=28 settembre 2022}}</ref>. Bayard, allora, resosi conto di essere stato raggirato, reagì con ironia realizzando un autoritratto fingendosi morto annegato con allegata una irriverente didascalia<ref>{{Cita notizia|lingua=it|autore=Vanessa|url=https://ilfotografo.it/news/hippolyte-bayard-inventore-della-fotografia-con-il-metodo-della-stampa-positiva-diretta/|titolo=Hippolyte Bayard: inventore della fotografia con il metodo della stampa positiva diretta|pubblicazione=Il Fotografo|giorno=14|mese=maggio|anno=2019|p=|accesso=9 giugno 2023|cid=}}</ref>.
[[Hippolyte Bayard]] presentò il suo procedimento solo nel luglio del 1839, senza ottenere il successo dei due metodi già esposti.
 
Tra i procedimenti e varianti minori ricordiamo inoltre quello dello scozzese [[Mungo Ponton]], che utilizzò il più economico [[bicromato di potassio]] come sostanza fotosensibile, e quelli di [[HerculesHércules Florence]] e [[Hans Thøger Winther]] che rivendicavano rispettivamente negli anni [[1833]] e [[1826]] degli esperimenti fotografici con esito positivo.
 
== La diffusione iniziale ==
[[ImmagineFile:Panoramic view of Constantinople-1876-6a23331r.jpg|800pxupright=3.6|thumb|center|''Vista panoramica di [[Costantinopoli]]'', stampa all'[[albumina]], [[1876]].]]
Le prime fotografie destarono subito l'interesse e la meraviglia dei curiosi che affollarono le sempre più frequenti dimostrazioni del procedimento. Rimasero sbalorditi dalla fedeltà dell'immagine e di come si potesse distinguere ogni minimo particolare, altri paventarono un abbandono della pittura o una drastica riduzione della sua pratica. Questo non avvenne, ma la nascita della fotografia favorì e influenzò la nascita di importanti movimenti pittorici, tra cui l'[[impressionismo]], il [[cubismo]] e il [[dadaismo]].
 
La fotografia si affiancò e in alcuni casi sostituì gli strumenti di molti specialisti. La possibilità di catturare un paesaggio in pochi minuti e con una elevata quantità di particolari fece della fotografia l'ideale strumento per i ricercatori e i viaggiatori. Particolarmente attivo fu l'editore Lerebours che ricevette grandi quantità di dagherrotipi dalla [[Grecia]], da [[Medio Oriente]], [[Europa]] e [[Americhe|America]] che furono trasformati in ''[[acquatinta|acquatinte]]'' per la pubblicazione nella serie ''Excursion daguerriennes''<ref>{{Cita web|url=https://www.metmuseum.org/art/collection/search/269123|titolo= |accesso=28 settembre 2022}}</ref>.
 
Nonostante questi successi incoraggianti, la fotografia incontrò inizialmente dei problemi nel ritrarre figure umane a causa delle lunghe esposizioni necessarie. Anche se illuminato da specchi che concentravano la luce del sole, ''immobilizzato'' con supporti di legno per impedire i movimenti, il soggetto doveva comunque sopportare una un'esposizione di almeno otto minuti per ricevere una fotografia in cui appariva con occhi chiusi e un atteggiamento innaturale.
 
Solo nel [[1840]] l'introduzione da parte di [[Joseph Petzval]] per conto della [[Voigtländer]]<ref>{{Cita web|url=https://monoskop.org/Joseph_Petzval|titolo=Joseph Petzval - Monoskop|sito=monoskop.org|accesso=28 settembre 2022}}</ref><ref>{{Cita web|url=https://www.nocsensei.com/camera/storia/massimilianoterzi/voigtlander-250-anni-da-raccontare-prima-parte/|titolo=Voigtländer 250 anni da raccontare – prima parte|sito=NOC SENSEI|data=14 aprile 2020|lingua=it|accesso=28 settembre 2022}}</ref> di un obiettivo di luminosità f/3.6 e dell'aumentata sensibilità della lastra dagherrotipa mediante l'utilizzo di vapori di [[bromo]] ([[John Frederick Goddard]]<ref>{{Cita web|url=http://www.luminous-lint.com/app/photographer/John_Frederick__Goddard/A/|titolo=Luminous-Lint - Photographer - John Frederick Goddard|accesso=28 settembre 2022}}</ref>) e [[cloro]] ([[Francois Antoine Claudet]]) permisero esposizioni di soli trenta secondi. La fragilità della lamina argentata fu rafforzata dall'utilizzo di [[acido cloroaurico|cloruro d'oro]] per opera di [[Hippolyte Fizeau]], che incrementò anche il contrasto generale<ref>{{Cita web|url=https://photogravure.com/key-figure/hippolyte-fizeau/|titolo=Hippolyte Fizeau|sito=The Art of the Photogravure|lingua=en|accesso=28 settembre 2022}}</ref>.
 
[[ImmagineFile:Talbot foto.jpg|right|thumb|250px|[[Calotipia]] di [[William Fox Talbot]] del [[1842]]]]
Il [[1841]] fu l'anno dell'evoluzione della sciadografia in [[calotipia]] ad opera di Talbot, che intuì la possibilità di terminare la trasformazione dei sali d'argento non solo mediante l'azione della luce, ma con l'utilizzo di un nuovo passaggio chiamato [[sviluppo fotografico]]. Mentre nella sciadografia l'esposizione continuava fino alla comparsa dell'immagine, nella calotipia l'esposizione venne ridotta a pochi secondi, ed era compito dello sviluppo far apparire l'immagine negativa finale. La carta veniva immersa in una soluzione di nitrato d'argento e [[acido gallico]], esposta e immersa nella stessa soluzione che agisce da ''rilevatore'' permettendo la comparsa dell'immagine finale. La stampa necessaria per ottenere il positivo utilizzava il solito cloruro d'argento. Per questo nuovo procedimento Talbot richiese e ottenne un brevetto in Inghilterra, per monetizzare la sua scoperta e seguire l'esempio di Daguerre. Tra il [[1844]] e il [[1846]] Talbot produsse in migliaia di copie quello che può essere definito il primo libro fotografico, il ''[[The Pencil of Nature]]'', contenente 24 calotipi<ref>{{Cita web|url=https://www.metmuseum.org/art/collection/search/267022|titolo= |accesso=28 settembre 2022}}</ref>.
 
Grazie a questi progressi tecnologici, nuovi laboratori aprirono in tutto il mondo. In America, che ottenne il primato della quantità di dagherrotipi prodotti, la fotografia fu importata da [[Samuel Morse]]<ref>{{Cita web|url=https://www.metmuseum.org/art/collection/search/283174|titolo= |accesso=28 settembre 2022}}</ref> e dal francese [[François Gourard]]<ref>{{Cita web|url=https://pioneeramericanphotographers.com/2018/04/15/francois-gouraud/|titolo=Francois Gouraud|autore=pioneeramericanphotographers|sito=Pioneer American Photographers, 1839 - 1860|data=15 aprile 2018|lingua=en|accesso=28 settembre 2022}}</ref>. Ottenne un grande successo e nel [[1850]] si contavano più di 80 laboratori nella sola [[New York]], vennero catturati paesaggi del [[Canada]] e della frontiera occidentale. Le lastre argentate furono qui prodotte utilizzando macchine a vapore e con il trattamento [[elettrolisi|elettrolitico]], che aumentava la quantità di argento sulla lastra. Questo procedimento fu poi importato in Francia e chiamato il ''metodo americano''.
 
[[ImmagineFile:Portrait of a soldier-ambrotype-4a40868r.jpg|250px|right|thumb|[[Ambrotipia]] di un soldato della [[Guerra di secessione americana]], [[1860]]/[[1865|'65]]]]
La moda dei ritratti si sviluppò rapidamente e ne usufruirono tutti i ceti sociali, grazie all'economicità del procedimento. Il dagherrotipo era di solito più apprezzato, perché produceva una sola copia, rendendola quindi più ''preziosa'', e perché di qualità superiore al calotipo, che subiva i difetti dell'utilizzo della carta come supporto per la stampa. I soggetti erano ripresi solitamente in studio, su di uno sfondo bianco, anche se numerosi furono i fotografi itineranti, che si muovevano con le fiere e nei piccoli villaggi. A causa della mortalità ancora elevata, specialmente quella infantile, vennero prodotte anche immagini che ritraevano neonati o bambini deceduti, immortalati su piccole fotografie racchiuse all'interno di ciondoli come ultimo ricordo.
 
Lo studio di nuovi metodi e la ricerca di materiali per migliorare il processo fotografico non si arrestò. Nel [[1851]] [[Frederick Scott Archer]]<ref>{{Cita web|url=https://iphf.org/inductees/frederick-scott-archer/|titolo=Frederick Scott Archer|sito=International Photography Hall of Fame|lingua=en|accesso=28 settembre 2022|dataarchivio=16 settembre 2016|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20160916065634/http://iphf.org/inductees/frederick-scott-archer/|urlmorto=sì}}</ref> introdusse un nuovo procedimento a base di [[collodio]] che affiancò e infine sostituì tutte le altre tecniche fotografiche. L'utilizzo del collodio e di lastre in vetro o metallo resero dei negativi di qualità eccezionale, stampati sulle recenti [[cartaStampa albuminataall'albume|carte albuminate]] o [[carta alCarta carbone|al carbone]]. Le lastre al collodio necessitavano di essere esposte ancora umide e sviluppate subito dopo; questa caratteristica, se da un lato permise la consegna immediata del lavoro al cliente, richiese il trasporto del materiale e dei chimici per la preparazione delle lastre nelle attività all'esterno. Il procedimento fu denominato a lastra umida o [[collodio umido]]. Dall'intuizione che da un negativo al collodio sottoesposto era possibile ottenere un immediato positivo grazie all'applicazione di una superficie scura sul retro nacquero due tecniche fotografiche, l'[[ambrotipia]] brevettata nel [[1854]] che utilizzò una lastra di vetro, e la [[ferrotipia]], su superficie di metallo., che dette origine al fenomeno del [[fotografo ambulante]].
 
Una particolare applicazione della lastra umida nacque per soddisfare l'enorme richiesta di ritratti. Brevettata nel 1854 da [[André-Adolphe-Eugène Disdéri]]<ref>{{Cita web|url=https://www.britannica.com/biography/Andre-Adolphe-Eugene-Disderi|titolo=André -Adolphe -Eugène Disderi]]Disdéri {{!}} French photographer {{!}} Britannica|lingua=en|accesso=28 settembre 2022}}</ref>, si componeva di una fotocamera a quattro obiettivi che impressionava una lastra con due esposizioni, per un totale di otto immagini da 10x6 cm, stampati a contatto su carta che, a causa delle piccole dimensioni, vennero chiamati [[carte de visite]].
 
In Italia i primi giornali illustrati da fotografie furono "''L'illustrazione italiana"''<ref>Fondata da ([[7Camillo novembreCima]], è da non confondere con l'omonima ''[[L'Illustrazione italiana]]'' dei Fratelli Treves (1875-1962).</ref> (7 novembre [[1863]]) e "''L'illustrazione universale"'' ([[3 gennaio]] [[1864]])<ref>{{Cita web|url=http://www.librinlinea.it/titolo/l-illustrazione-universale/RAV0272804|titolo=L' illustrazione universale - - Sonzogno - 1864 - ITALIANO - Librinlinea|accesso=28 settembre 2022}}</ref>.
 
== L'industria fotografica ==
[[ImmagineFile:Carte de visite.jpg|right|180pxupright=0.8|thumb|''[[Carte de visite]]'' del [[1864]]]]
La richiesta sempre pressante di materiali, strumenti e fotografie produsse un nuovo mercato di fabbriche e laboratori specializzati. La produzione di carta albuminata richiese l'impiego, nella sola fabbrica di [[Dresda]], di circa 60.000 [[Uovo (biologia)#Uccelli|uova]] al giorno. I laboratori fotografici divennero delle catene di montaggio dove ogni compito era demandato ad un singolo individuo. Una persona si occupava della preparazione delle lastre, che venivano portate al fotografo per l'esposizione e in seguito assegnate ad un altro collaboratore per lo sviluppo. Infine, le lastre erano pronte per il fissaggio conclusivo in un'altra stanza. Erano inoltre presenti delle assistenti per accogliere i clienti e indicar loro la posa più opportuna.
 
Il popolare formato a ''carte de visite'' fece nascere la moda dell'album fotografico, dove presero posto i ritratti di famiglia e spesso anche di famosi personaggi dell'epoca. In America si vendettero oltre mille fotografie dell'eroe di Fort Sumter, il maggiore [[Robert Anderson (militare guerra di secessione)|Robert Anderson]] e in Inghilterra vennero prodotte un gran numero di immagini raffiguranti i reali.
 
Anche la [[fotografia paesaggistica]] fornì elevate quantità di [[Cartolina postale|cartoline]] raffiguranti vedute, monumenti, quartieri o edifici storici da consegnare al turista in visita. Nel 1860 in [[Scozia]], il laboratorio di George Washington Wilson produsse più di tremila fotografie al giorno, utilizzando dei negativi di vetro posti a contatto su carta albuminata, trasportata su nastri all'aperto per l'esposizione alla luce solare.
 
La necessità di produrre lenti e apparecchiature fotografiche vide la nascita e lo sviluppo di importanti aziende fotografiche, che grazie al loro impegno e sviluppo portarono numerose innovazioni anche nel campo dell'[[ottica]] e della fisica. Già nella seconda metà del 1800 furono fondate aziende importanti come la [[Carl Zeiss (azienda)|Carl Zeiss]], la [[Agfa]], la [[Leica]], la [[Ilford]], la [[Kodak]] e la [[KodakVoigtländer]].
 
Alle soglie del 2011 la rivista fotografica italiana FotoCult prese atto che "l'era della fotografia analogica di massa" era chiusa<ref>Rivista FotoCult, dicembre 2010, n.71, pagina 3, editoriale</ref>.
 
== La fotografia come arte ==
=== La sensibilità artistica ===
[[ImmagineFile:Nadar selfportrait.jpg|thumb|right|250px|[[Nadar]] (autoritratto), stampa su [[carta salata]], 1855 circa]]
Le ''[[carte de visite'']] e tutte le immagini prodotte in tirature elevate risultavano di bassa qualità a causa della ''meccanizzazione'' dell'inquadratura e dello sviluppo. Alcuni laboratori imposero però uno stile estetico più ricercato, producendo ritratti più attenti al carattere del soggetto, utilizzando pose audaci, inquadrature più ravvicinate e illuminazioni studiate. A capo di questi laboratori troviamo solitamente dei pittori, [[scultura|scultori]] o artisti riconvertiti alla fotografia, che adottarono le tecniche delle ''arti maggiori'' anche nel nuovo procedimento. Si fecero portatori di questo nuovo corso gli studi di [[Nadar]], un parigino dalla forte personalità che si rese noto anche per la prima fotografia aerea della storia nel [[1858]] a bordo di un [[pallone aerostatico]] corredato da camera oscura, e il laboratorio di [[Étienne Carjat]]<ref>{{Cita web|url=https://www.nga.gov/collection/artist-info.25827.html|titolo=Artist Info|accesso=28 settembre 2022}}</ref><ref>{{Cita web|url=https://www.metmuseum.org/art/collection/search/270956|titolo= |accesso=28 settembre 2022}}</ref>. Davanti ai loro obiettivi si trovarono molti dei più importanti personaggi del periodo, come [[Charles Baudelaire]], [[Gustave Courbet]] e [[Victor Hugo]].
 
Ambientazioni particolari, drappeggi di velluto e luci soffuse esaltarono il soggetto, e dove non arrivava la scenografia si utilizzò il [[ritocco fotografico|ritocco]] della fotografia, ammorbidendo i segni dell'età o cancellando imperfezioni. La tecnica del ritocco è stata sempre un'attività discussa tra chi intende la fotograficafotografia come un ''documento'' della realtà e chi vuole uno strumento flessibile per migliorare o realizzare la visione artistica del fotografo.
 
L'approccio estetico alla fotografia richiese l'adozione di alcune tecniche per introdurre degli effetti pittorici e rendere l'immagine comparabile al dipinto, per questo furono utilizzate la [[doppiaEsposizione esposizione (fotografia)multipla|doppia esposizione]] e il [[fotomontaggio]]. L'artista svedese [[Oscar Rejlander]]<ref>{{Cita web|url=https://www.getty.edu/art/collection/person/103KER|titolo=Oscar Gustave Rejlander (The J. Paul Getty Museum Collection)|sito=The J. Paul Getty Museum Collection|lingua=en|accesso=28 settembre 2022}}</ref> utilizzò trenta negativi diversi nella famosa immagine ''Le due strade della vita'' del [[1857]], mentre il fotografo [[Gustave Le Gray]]<ref>{{Cita web|url=https://www.metmuseum.org/toah/hd/gray/hd_gray.htm|titolo= |accesso=28 settembre 2022}}</ref>, per eliminare l'effetto della [[Solarizzazione (fotografia)|solarizzazione]] a cui erano soggette le emulsioni di quel periodo, espose due negativi con tempi diversi, uno per il cielo e uno per il paesaggio, stampandoli poi insieme. Questa tecnica è tuttora utilizzata per estendere la [[latitudine di posa]].
 
[[ImmagineFile:Henry Peach Robinson, Fading Away, 1858.jpg|left|thumb|250px|''Fading Away'' di [[Henry Peach Robinson]], [[1858]]]]
Nel [[1858]] l'immagine ''Fading away'' di [[Henry Peach Robinson]]<ref>{{Cita web|url=http://www.nicolafocci.com/2013/03/dietro-le-quinte-fading-away/|titolo=Dietro le quinte: 'Fading Away' (Henry Peach Robinson)|sito=nicolafocci.com|data=29 marzo 2013|lingua=it|accesso=28 settembre 2022}}</ref><ref>{{Cita web|url=https://www.metmuseum.org/art/collection/search/302289|titolo= |accesso=28 settembre 2022}}</ref>, raffigurante una giovane ragazza sul letto di morte circondata dai suoi parenti, venne criticata a causa del soggetto drammatico, ritenuto non opportuno per un'immagine fotografica, considerata ancora solo uno strumento per ''documentare'' la realtà e non per interpretarla artisticamente. Se da un lato la fotografia si adoperò per imitare la pittura, quest'ultima utilizzò sempre più frequentemente il dettaglio prodotto dalle fotografie come studio per la realizzazione dei quadri. Ne fecero uso [[William Powell Frith]] per ''Derby day''<ref>{{Cita web|url=https://www.tate.org.uk/art/artworks/frith-the-derby-day-n00615|titolo=‘The Derby Day’, William Powell Frith, 1856–8|autore=Tate|sito=Tate|lingua=en|accesso=28 settembre 2022}}</ref> e anche [[Eugène Delacroix]] per la gestualità dei personaggi, nonché altri pittori del periodo.
 
Nel [[1866]] [[Peter Henry Emerson]]<ref>{{Cita web|url=https://www.britannica.com/biography/Peter-Henry-Emerson|titolo=Peter Henry Emerson {{!}} British photographer {{!}} Britannica|lingua=en|accesso=28 settembre 2022}}</ref> dichiarò la fotografia ''arte pittorica'', elogiando l'utilizzo della neonata tecnica di stampa al [[platinotipia|stampa al platino]], della [[fotoincisione]] e della ''sfocatura controllata'' per sfumare il soggetto, anche se in seguito ritrattò dichiarando che la fotografia era inferiore alla pittura. Nonostante questo, la fotografia pittorica o [[pittorialismo]] conquistò diversi circoli fotografici, come il ''Klub der Amateur-Photographen''<ref>{{Cita web|url=https://photoseed.com/collection/group/amateur-kunst-/|titolo=Amateur-Kunst: 1891 Vienna Exhibition {{!}} PhotoSeed|autore=David Spencer|sito=photoseed.com|lingua=en|accesso=28 settembre 2022}}</ref> che nel 1891 organizzò una mostra con immagini scelte secondo il gusto estetico di una giuria di scultori e pittori, a cui seguì una serie di esposizioni annuali intitolate ''The Photographic Salon'' organizzate dal circolo [[Linked Ring]]<ref>{{Cita web|url=https://photoseed.com/highlights/the-photographic-salons-of-the-british-linked-ring-brotherhood/|titolo=The Photographic Salons of the British Linked Ring Brotherhood {{!}} PhotoSeed|sito=photoseed.com|accesso=28 settembre 2022}}</ref><ref>{{Cita web|url=https://platinumprince.com/pictorialist-organisations/2019/4/8/the-linked-ring|titolo=The Linked Ring, British 1892 - 1909|autore=Platinum Prince/ Edward Draper|sito=New Old Photography|lingua=en|accesso=28 settembre 2022|dataarchivio=28 settembre 2022|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20220928185954/https://platinumprince.com/pictorialist-organisations/2019/4/8/the-linked-ring|urlmorto=sì}}</ref>.
 
[[ImmagineFile:Adams The Tetons and the Snake River.jpg|left|250px|thumb|''The Tetons and the Snake River'' di Ansel Adams, [[1942]]]]
Nel [[1894]] fecero la comparsa al Photographic Salon delle immagini prodotte da [[Robert Demachy]] con il procedimento alla [[gomma bicromatata]], che rendeva l'immagine molto simile ad un dipinto o ad un disegno. Protagonista delle mostre europee, direttore della rivista fotografica ''[[Camera Work]]'', [[Alfred Stieglitz]] fondò il [[17 febbraio]] [[1902]] il circolo fotografico [[Photo-Secession]] insieme a importanti fotografi affermati come [[EduardEdward Steichen]], [[Clarence H. White]], [[Edmund Stirling]], [[Gertrude Käsebier]]. [[Frank Eugene]]<ref>{{Cita web|url=https://www.thewalkman.it/la-photosecessionstieglitzestrand/|titolo=La Photo Secession di Alfred Stieglitz e Paul Strand|sito=The Walkman|data=16 aprile 2017|lingua=it|accesso=28 settembre 2022}}</ref>. Fotografo brillante e acuto innovatore, Stieglitz utilizzò diversi procedimenti fotografici e fu tra i primi a utilizzare un apparecchio portatile per foto artistiche, lasciando ai posteri splendide immagini in ogni genere fotografico.
 
L'inizio del nuovo secolo vide la negazione della fotografia come ''imitazione'' della pittura, a cui seguì quindi l'abbandono di tutte quelle tecniche che trasformavano l'immagine simulando i tratti del pennello. Il nuovo corso propendeva verso la fotografia ''pura'', ''diretta'', come strumento estetico fine a sé stesso. Nacque quindi nella prima metà del [[XX secolo|'900]] negli [[Stati Uniti d'America|Stati Uniti]] il movimento della ''[[Straight photography]]''<ref>{{Cita web|url=https://www.thewalkman.it/straightphotography/|titolo=La Straight photography, il gruppo f/64 di Ansel Adams, Walker Evans|sito=The Walkman|data=16 maggio 2017|lingua=it|accesso=28 settembre 2022}}</ref>, che invitò i fotografi a scendere nelle strade della gente comune e della classe operaia, ritraendo cantieri, metropoli, cieli drammatici, alla ricerca della forma pura o ripetuta, astratta, estetica comune al [[cubismo]] e ai nuovi movimenti artistici derivati. A questo nuovo movimento contribuirono autori come [[Paul Strand]], [[Charles Sheeler]], [[Edward Steichen]], [[Francis Bruguière]], [[Edward Weston]]. L'opera di quest'ultimo, alla ricerca della tecnica perfetta e della nitidezza assoluta, diede spirito ad una un'associazione di fotografi in cui figuravano [[Ansel Adams]], [[Imogen Cunningham]], [[John Paul Edwards]], [[Sonya Noskowiak]], [[Henry Swift (fotografo)|Henry Swift]], [[Willard Van Dyke]] e lo stesso Weston per la formazione del [[Gruppo f/64]], dal valore in cui il [[Diaframma (ottica)|diaframma]] fornisce la migliore resa ottica (col [[Formato fotografico|formato 24x36]] si potrebbe parlare idealmente di '''f/8''') ed una buona [[profondità di campo]] nitido. Infatti il Gruppo f/64 operava per lo più con attrezzature di grande formato a corpi mobili, proprio per ottenere maggiore risoluzione, ingrandimenti e qualità fotografiche, sfruttando anche le possibilità di controllo del banco sulle riprese.
 
La ricerca di nuove forme e di punti di vista eccentrici incontrarono i movimenti d'avanguardia del [[XX secolo]]. Vennero reinterpretate tecniche desuete come la [[stenoscopia]] e la sciadografia, reinventata da [[Christian Schad]]<ref>{{Cita web|url=https://www.treccani.it/enciclopedia/christian-schad|titolo=Schad, Christian nell'Enciclopedia Treccani|lingua=it|accesso=28 settembre 2022}}</ref> nella [[schadografia]]. L'indagine astratta portò alla messa a punto di nuovi procedimenti, quali la [[rayografiavortografia]], inventata nel 1917 da [[Alvin Langdon Coburn]], la [[vortografiarayografia]], il [[fotomontaggio]] o ''collage'', utilizzato dai dadaisti. Esponenti delle nuove forme artistiche furono più tardi [[Man Ray]], [[El Lissitzky]], [[Aleksandr Rodchenko]], [[Paul Citroen]].
 
=== Il Salon del 1859 ===
[[File:Nadar, "L'arte offre finalmente un posticino alla fotografia nel Salon des Beaux-Arts".jpg|thumb|“La peinture offrant à la photographie une toute petite place à l'exposition des Beaux-arts. Enfin!“, Nadar, “Journal Amusant“, 1859.]]
Nel 1859 il governo francese cedette finalmente alle pressioni concordi della [[Société française de photographie]] e dei suoi sostenitori. Autorizzato dal Ministro di Stato e dal Direttore Imperiale delle Belle Arti, un [[Salon (mostra)|Salon]] di fotografia entrò a far parte delle esposizioni annuali del Palais de l’Industrie.
 
La mostra segnò un vero successo, con recensioni più che favorevoli. Le fotografie vennero confrontate con le pitture e giudicate con lo stesso metro.
 
I critici furono quell'anno severissimi con i quadri condizionati dalla fotografia come Ernest Chesneau, che rimproverava ai pittori di non riconoscere il proprio debito verso la macchina fotografica, soprattutto quando i loro quadri denunciavano così chiaramente il fatto.
 
“Abbasso l'arte corrotta!”, decretò.
 
Tra tutte le critiche, la più dura fu quella con cui [[Charles Baudelaire]] recensì il Salon del 1859: «È sorta in questi deplorevoli giorni, una nuova industria che ha contribuito non poco a confermare nella sua fede la dappocaggine e a rovinare ciò che poteva restare di divino nello spirito francese. L'arte va di giorno in giorno perdendo il rispetto di stessa, si prosterna davanti alla realtà esteriore, e il pittore diventa sempre più incline a dipingere non già quello che sogna, ma quello che vede.»<ref>{{Cita libro|autore=Aaron Scharf|titolo=Arte e fotografia|editore=Einaudi, Torino, 1979|p=}}</ref>
 
La questione dei rapporti tra arte e fotografia era problematica: perché la fotografia fosse considerata arte era necessario dimostrare che al fotografo fosse possibile manipolare il suo strumento come il pittore faceva con i suoi. Fino a che punto poteva controllare la luce, organizzare la composizione, modificare l'apparenza reale?
 
[[Marie-Alexandre Alophe|Menut Alophe]], che dopo aver fatto litografie per “''Le Chiarivari''" aveva abbracciato la professione di fotografo, scrisse nel 1861 un breve saggio, “''Le passè, le prèsent et l'avenir de la photographie''<ref>{{Cita libro|nome=Adolphe|cognome=Menut|titolo=Le Passé, le présent et l'avenir de la photographie. Manuel pratique de photographie|url=https://books.google.it/books/about/Le_pass%C3%A9_le_pr%C3%A9sent_et_l_avenir_de_la.html?id=sl3Pk-oBMecC&redir_esc=y|accesso=28 settembre 2022|data=1861|editore=E. Dentu|lingua=fr}}</ref>''",'' in cui sostenne che la fotografia è un’arte, pur facendo un’accurata distinzione tra il fotografo artista e il fotografo meccanico. I sentimenti del fotografo, egli fece notare, si possono trasferire sulla riproduzione fotografica così com'egli vuole, alla stessa guisa che l’artista può trasferire i suoi sentimenti nei suoi quadri.
 
=== Il processo Mayer e Pierson ===
 
Il problema della possibile collocazione della fotografia all’ interno delle arti costituì il tema centrale di un processo importante celebrato davanti ai tribunali francesi nel 1861 e conclusosi nel 1862.
I fotografi Mayer e Pierson avevano accusato altri due fotografi di aver riprodotto alcune loro fotografie di [[Henry John Temple, III visconte Palmerston|Lord Palmerston]] e del conte di [[Camillo Benso, conte di Cavour|Cavour]].<ref name="mardeisargassi.it">{{Cita web|url=https://www.mardeisargassi.it/la-massificazione-della-fotografia-la-sentenza-nuova-arte/|titolo=La massificazione della fotografia e la sentenza su una nuova “arte”|autore=Francesca Testa|sito=Mar dei Sargassi|data=9 aprile 2017|lingua=it|accesso=28 settembre 2022}}</ref><ref>{{Cita web|url=http://www.osservatoriodigitale.it/maggio-giugno-2020/il-fantadiritto-della-fotografia|titolo=Diritto in controluce|accesso=28 settembre 2022}}</ref> Le immagini di personaggi famosi spesso garantivano lauti guadagni ai fotografi e i querelanti rivendicavano la protezione delle leggi francesi sui diritti d’autore del 1793 e del 1810. Poiché queste tuttavia si applicavano soltanto alle arti, bisognava che prima la fotografia fosse riconosciuta legalmente come arte.
 
Nella sentenza emessa il 4 luglio 1862, il procuratore generale dichiarò davanti alla corte che la fotografia è un’arte e che quindi sarebbe stata protetta dagli stessi statuti che governano le altre arti.
 
Il processo Mayer e Pierson tuttavia non era ancora chiuso; infatti quello stesso autunno fu presentata una petizione alla corte, per protestare contro la sua sentenza, recava le firme di un numero impressionante di artisti, capeggiati da [[Jean-Auguste-Dominique Ingres|Ingres]].
 
Il testo recitava: ''Considerato che in processi recenti la corte è stata costretta a occuparsi della questione se la fotografia debba essere ritenuta un’arte bella e ai suoi prodotti debba essere concessa la stessa protezione di cui godono le opere degli artisti; considerato che la fotografia consiste in una serie di operazioni esclusivamente manuali che esigono, senza dubbio, una certa abilità nelle necessarie manipolazioni, ma non si risolvono mai in opere che possa in qualsivoglia circostanza essere paragonate a quelle che sono frutto dell’intelligenza e dello studio dell’arte: per questi motivi, i sottoscritti artisti protestano contro qualsiasi paragone che possa essere fatto fra fotografia e l’arte''<ref name="mardeisargassi.it" />''.''
 
Molti artisti, tra cui [[Eugène Delacroix|Delacroix]], si rifiutarono di firmare.
 
Il 28 novembre 1862 la corte respinse la petizione e confermò la precedente sentenza, affermando che la fotografia può essere il prodotto del pensiero e dello spirito, del gusto e dell'intelligenza, e può recare l'impronta della personalità. La fotografia può essere arte.<ref>{{Cita web|url=http://www.mardeisargassi.it/la-massificazione-della-fotografia-la-sentenza-nuova-arte/|titolo=La massificazione della fotografia e la sentenza su una nuova arte}}</ref>
 
== La pittura e la fotografia ==
La bolla di inferiorità rispetto alla pittura fu attribuita alla fotografia fin dalla sua prima diffusione. Poteva uno strumento tecnico (chimico/ottico/meccanico) esprimere una sensazione artistica individuale?
La bolla di inferiorità rispetto alla pittura fu attribuita alla fotografia fin dalla sua prima diffusione. Poteva uno strumento tecnico (chimico/ottico/meccanico) esprimere una sensazione artistica individuale? <br> A parte le posizioni della chiesa <ref name="Freund">Gisèle Freund, Fotografia e Società</ref> ''<Voler fissare visioni fuggitive ... confina con il sacrilegio.>'' la resistenza alla diffusione della fotografia ebbe prevalentemente ragioni economiche e sociali. L'affermazione sociale della media borghesia, nei primi anni dell'800, aveva generato un forte aumento della richiesta di piccoli ritratti in forma di miniature, dipinti ad olio, ceramiche, incisioni; con l'introduzione della fotografia un gran numero di ritrattisti: pittori, incisori, miniaturisti, si trovarono ad un bivio: abbracciare la nuova tecnica o perdere clientela. La resistenza non poteva che farsi sentire. Furono probabilmente i pittori meno apprezzati, che poco avevano da perdere, a sposare la nuova tecnologia del ritratto fotografico.<br>Probabilmente a ragione [[Charles Baudelaire]] si scagliava <ref name="Freund"/><ref>Nadar, J.Prinet, A.Dilasser, L.Vitali</ref> contro ''<l'industria fotografica, ...., rifugio di tutti i pittori mancati, maldotati o troppo pigri per completare i loro studi...>''; ma tale veemenza non era probabilmente rivolta verso la fotografia come disciplina quanto ai suoi primi addetti. Baudelaire era infatti un conoscitore della nuova tecnica fotografica in quanto amico ed ammiratore di uno di questi ''pittori mancati'', [[Nadar]], di cui diceva ''<...sono geloso nel vederlo riuscire così bene in tutto ciò che non è astratto...>''.<br> E ancora il poeta Lamartine <ref name="Freund"/> che nel 1858 definiva la fotografia ''<un'invenzione del caso che non sarà mai un'arte ma un plagio della natura da parte dell'ottica>'' nel 1859 cambiò diametralmente opinione affermando: ''< ...[la fotografia] è più di un'arte, è il fenomeno solare dove l'artista collabora con il sole.>''<br>[[Image:Manet nadar baudelaire.gif|thumb|right|C.Baudelaire nel IV ritratto di Nadar e nella litografia di E.Manet]] La disputa alimentò se stessa, ma nella sostanza era chiaro che la fotografia avrebbe affiancato la pittura e con essa si sarebbe integrata come dimostrano le ''ispirazioni reciproche'' presenti fin dagli esordi.
 
Per rimanere nel contesto delle amicizie di Nadar, si veda ad esempio la litografia di [[Édouard Manet]] in cui il ritratto di Baudelaire appare liberamente ispirato al quarto ritratto che Nadar fece del poeta suo amico.<br> Fu però [[László Moholy-Nagy]] <ref>Moholy-Nagy, Pittura Fotografia Film</ref>, nelle sue lezioni al [[Bauhaus]], a formalizzare definitivamente il rapporto tra le due arti. ''<Nel procedimento meccanicamente esatto della fotografia e del cinema, noi possediamo un mezzo espressivo per la rappresentazione che funziona molto meglio del procedimento manuale di pittura figurativa sinora conosciuto. D'ora in poi la pittura si potrà occupare della pura organizzazione del colore>''. Anch'egli sostenitore delle ''ispirazioni reciproche'', relativamente all'immagine ''Parigi'', di [[Alfred Stieglitz]], del 1911 commentava: ''<La vittoria dell'Impressionismo, oppure la fotografia malintesa. Il fotografo si è fatto pittore, invece di usare il suo apparecchio fotograficamente.>'' <br>Già dalle lezioni al [[Bauhaus]], attorno al 1925, divenne quindi chiaro come tutte le forme di espressione collaborino nel costituire un linguaggio simbolico condiviso, sul quale si basa la comprensione del messaggio trasmesso dall'artista. Fondamentale, nella dimostrazione di questo concetto, fu però il lavoro di [[Ernst H. Gombrich]] che in molti dei suoi scritti ebbe a sottolineare l'importanza di un dizionario simbolico comune al fine della comunicazione del messaggio artistico. <br>Nel ''A cavallo di un manico di scopa'' (1963) <ref>Ernst H. Gombrich, A cavallo di un manico di scopa</ref> l'autore afferma: ''<Un'opera d'arte di assoluta originalità -ammesso che sia pensabile- comunicherebbe poco o nulla, e così pure un lavoro di cui si potesse prevedere di tutto punto il carattere.>'' <br><br>Il tempo delle dispute tra fotografia e pittura era ormai ampiamente alle spalle e la fotografia entrava a pieno titolo nelle collezioni dei musei d'arte moderna e nelle aste d'arte. <br><br>''Satiric Dancer'' di [[André Kertész]] è stata battuta per £228.500 il 15.05.2008 (''Sale 7584'') da Christie's, King Street, Londra.<ref>Zoom 215 Lug-Ago 2008</ref>
A parte le posizioni della chiesa<ref name="Freund">Gisèle Freund, Fotografia e Società</ref> «Voler fissare visioni fuggitive [...] confina con il sacrilegio.» la resistenza alla diffusione della fotografia ebbe prevalentemente ragioni economiche e sociali. L'affermazione sociale della media borghesia, nei primi anni dell'Ottocento, aveva generato un forte aumento della richiesta di piccoli ritratti in forma di miniature, dipinti ad olio, ceramiche, incisioni; con l'introduzione della fotografia un gran numero di ritrattisti: pittori, incisori, miniaturisti, si trovarono ad un bivio: abbracciare la nuova tecnica o perdere clientela. La resistenza non poteva che farsi sentire. Furono probabilmente i pittori meno apprezzati, che poco avevano da perdere, a sposare la nuova tecnologia del ritratto fotografico.
 
Probabilmente a ragione [[Charles Baudelaire]] si scagliava<ref name="Freund"/><ref>Nadar, J.Prinet, A.Dilasser, L.Vitali</ref> contro «l'industria fotografica [...] rifugio di tutti i pittori mancati, maldotati o troppo pigri per completare i loro studi...»; ma tale veemenza non era probabilmente rivolta verso la fotografia come disciplina quanto ai suoi primi addetti. Baudelaire era infatti un conoscitore della nuova tecnica fotografica in quanto amico ed ammiratore di uno di questi ''pittori mancati'', [[Nadar]], di cui diceva « [...] sono geloso nel vederlo riuscire così bene in tutto ciò che non è astratto...».
 
E ancora il poeta [[Alphonse de Lamartine]]<ref name="Freund"/>, che nel 1858 definiva la fotografia «un'invenzione del caso che non sarà mai un'arte ma un plagio della natura da parte dell'ottica», nel 1859 cambiò diametralmente opinione affermando: « [...] [la fotografia] è più di un'arte, è il fenomeno solare dove l'artista collabora con il sole.»
 
[[File:Manet nadar baudelaire.gif|thumb|[[Charles Baudelaire]] nel IV ritratto di [[Nadar]] e nella litografia di [[Édouard Manet]]]]
La disputa alimentò se stessa, ma nella sostanza era chiaro che la fotografia avrebbe affiancato la pittura e con essa si sarebbe integrata come dimostrano le ''ispirazioni reciproche'' presenti fin dagli esordi.
 
Per rimanere nel contesto delle amicizie di Nadar, si veda ad esempio la litografia di [[Édouard Manet]] in cui il ritratto di Baudelaire appare liberamente ispirato al quarto ritratto che Nadar fece del poeta suo amico.<br />Fu però [[László Moholy-Nagy]]<ref>Moholy-Nagy, Pittura Fotografia Film</ref>, nelle sue lezioni al [[Bauhaus]], a formalizzare definitivamente il rapporto tra le due arti. «Nel procedimento meccanicamente esatto della fotografia e del cinema, noi possediamo un mezzo espressivo per la rappresentazione che funziona molto meglio del procedimento manuale di pittura figurativa sinora conosciuto. D'ora in poi la pittura si potrà occupare della pura organizzazione del colore». Anch'egli sostenitore delle ''ispirazioni reciproche'', relativamente all'immagine ''Parigi'', di [[Alfred Stieglitz]], del 1911, commentava: «La vittoria dell'Impressionismo, oppure la fotografia malintesa. Il fotografo si è fatto pittore, invece di usare il suo apparecchio fotograficamente.»
 
Già dalle lezioni al [[Bauhaus]], attorno al 1925, divenne quindi chiaro come tutte le forme di espressione collaborino nel costituire un linguaggio simbolico condiviso, sul quale si basa la comprensione del messaggio trasmesso dall'artista. Fondamentale, nella dimostrazione di questo concetto, fu però il lavoro di [[Ernst H. Gombrich]] che in molti dei suoi scritti ebbe a sottolineare l'importanza di un dizionario simbolico comune al fine della comunicazione del messaggio artistico. Nel ''A cavallo di un manico di scopa'' (1963)<ref>Ernst H. Gombrich, A cavallo di un manico di scopa</ref> l'autore afferma: «Un'opera d'arte di assoluta originalità - ammesso che sia pensabile - comunicherebbe poco o nulla, e così pure un lavoro di cui si potesse prevedere di tutto punto il carattere.»
 
Il tempo delle dispute tra fotografia e pittura era ormai ampiamente alle spalle e la fotografia entrava a pieno titolo nelle collezioni dei musei d'arte moderna e nelle aste d'arte.
 
L'arte della fotografia si specializzò nel Novecento in varie branche, spaziando da quella dedicata all'[[architettura]] (di cui un esponente è l'italiano [[Paolo Monti]]) e alla vita sociale di tutta Europa (come [[Willem van de Poll]]) fino alle più stravaganti, come quella basata sui [[Negativo (fotografia)|negativi fotografici]] (di cui un esperto divenne il neozelandese [[Tudor Collins]]).
 
''Satiric Dancer'' di [[André Kertész]] è stata battuta per 228 500 sterline il 15-5-2008 (''Sale 7584'') da Christie's, King Street, Londra<ref>Zoom 215 Lug-Ago 2008</ref>.
 
== Il documento fotografico ==
[[ImageFile:Roger Fenton's waggon.jpg|thumb|left|Il carro di [[Roger Fenton]] in [[Crimea]], 1855]]
{{citazione|Mentre nei paesi non industrializzati molti si sentono in apprensione quando vengono fotografati, intuendo che si tratta di una forma di violazione, di un atto di irriverenza, di un saccheggio sublimato della personalità o della cultura, nei paesi industrializzati l’individuo cerca sempre di farsi fotografare, sentendo di essere immagine e di poter diventare reale grazie alle fotografie.| [[Susan Sontag]], 1973, pag.139}}
La fotografia divenne strumento inseparabile del viaggiatore e del giornalista, che la utilizzò per divulgare gli eventi e i luoghi meno accessibili. I primi fotografi di viaggio dovettero trasportare l'ingombrante attrezzatura necessaria alla produzione di immagini con i primitivi procedimenti al collodio umido. I primi reportage nacquero già nel [[1855]], quando [[Roger Fenton]] trasportò sui campi di battaglia della [[Crimea]] un carro trainato da [[cavallo|cavalli]] con tutto l'occorrente per la preparazione e lo sviluppo delle lastre di vetro. [[Felice Beato]] fotografò in [[India]] e in [[Cina]], dove documentò il drammatico esito della [[seconda guerra dell'oppio]]. Ma non solo la guerra impegnò i fotografi. Grazie al lavoro di [[William Henry Jackson]] il [[Congresso]] istituì il [[Parco Nazionale di Yellowstone]] e nel [[1888]] venne fondata la [[National Geographic Society]], che finanziò numerose spedizioni nel mondo.
La fotografia divenne strumento inseparabile del viaggiatore e del giornalista, che la utilizzò per divulgare gli eventi e i luoghi meno accessibili. I primi fotografi di viaggio dovettero trasportare l'ingombrante attrezzatura necessaria alla produzione di immagini con i primitivi procedimenti al collodio umido. I primi reportage nacquero già a metà ottocento. [[Stefano Lecchi]] documentò l'assedio di [[Roma]]<ref>{{Cita web|url=https://www.movio.beniculturali.it/bsmc/stefanolecchi/it/1/home|titolo=Home - Roma 1849: Stefano Lecchi|accesso=28 settembre 2022}}</ref> che portò alla [[Repubblica Romana (1849)|Repubblica Romana del 1849]]. Nel [[1855]], quando [[Roger Fenton]]<ref>{{Cita web|url=https://www.metmuseum.org/toah/hd/rfen/hd_rfen.htm|titolo= |accesso=28 settembre 2022}}</ref> trasportò sui campi di battaglia della [[Crimea]] un carro trainato da [[cavallo|cavalli]] con tutto l'occorrente per la preparazione e lo sviluppo delle lastre di vetro. [[Felice Beato]] fotografò in [[India]] e in [[Cina]], dove documentò il drammatico esito della [[seconda guerra dell'oppio]]. Ma non solo la guerra impegnò i fotografi. Grazie al lavoro di [[William Henry Jackson]] il [[Congresso]] istituì il [[Parco Nazionale di Yellowstone]] e nel [[1888]] venne fondata la [[National Geographic Society]]<ref>{{Cita web|url=https://www.nationalgeographic.org/society/|titolo=Home|sito=National Geographic Society|lingua=en|accesso=28 settembre 2022}}</ref>, che finanziò numerose spedizioni nel mondo.
 
Molti incarichi vennero affidati dalle istituzioni per la documentazione delle opere d'arte e delle città. Vennero prodotti dei reportage dei sobborghi di [[Glasgow]] e di altre [[città]] importanti, spesso accompagnate da studi [[sociologia|sociologici]] e di analisi della popolazione.
 
La popolazione apprezzò particolarmente le cartoline di città prodotte in quantità considerevoli e la [[stereografia]], procedimento che mediante l'utilizzo di due fotografie ravvicinate rendeva la sensazione della tridimensionalità. Questo procedimento, grazie all'utilizzo di obiettivi di lunghezza focale ridotta, permise la cattura di figure in movimento, stimolando la ricerca verso questo campo. [[Eadweard Muybridge]]<ref>{{Cita web|url=https://www.britannica.com/biography/Eadweard-Muybridge|titolo=Eadweard Muybridge {{!}} Biography, Photography, Inventions, Zoopraxiscope, & Facts {{!}} Britannica|lingua=en|accesso=28 settembre 2022}}</ref> per primo riuscì a catturare il trotto di un cavallo utilizzando una batteria di apparecchi fotografici, [[Ottomar Anschütz]] realizzò il primo otturatore sul [[piano focale]], ma l'utilizzo di tempi sempre più brevi richiese l'adozione di nuovi materiali sensibili, di preparazione più rapida<ref>{{Cita web|url=https://www.metmuseum.org/art/collection/search/266656|titolo= |accesso=28 settembre 2022}}</ref>.
 
=== Argento portatile ===
Nel [[1871]] [[Richard Leach Maddox]] mise a punto una nuova emulsione, preparata con [[bromuro di cadmio]]<ref>{{Cita web|url=https://www.mardeisargassi.it/negativo-la-diapositiva-lastra-alla-gelatina-bromuro-dargento/|titolo=Il negativo e la diapositiva su lastra alla gelatina bromuro d’argento|autore=Francesca Testa|sito=Mar dei Sargassi|data=14 marzo 2018|lingua=it|accesso=28 settembre 2022}}</ref>, nitrato d'argento e gelatina. Questo nuovo materiale venne adottato solo sette anni dopo, a seguito dei miglioramenti introdotti da [[Richard Kennet]] e [[Charles Harper Bennet]]<ref>{{Cita web|url=https://silverhalloffame.com/bios/bennett-charles-harper/|titolo=Bennett, Charles Harper|autore=Jeff Shields|sito=Silver Hall of Fame|lingua=en|accesso=28 settembre 2022}}</ref>. Le lastre così prodotte permisero un trasporto più agevole perché non necessitavano più della preparazione prima dell'esposizione. Questo supporto molto più pratico fu adottato da una nuova categoria di strumenti fotografici, gli apparecchi ''portatili''. Il 1888 vide la nascita della Kodak N.1, una fotocamera portatile con 100 pose già precaricate al prezzo di 25 [[dollaro statunitense|dollari]], introdotta da [[George Eastman (imprenditore)|George Eastman]] con lo slogan ''"«Voi premete il bottone, noi faremo il resto"'»<ref>{{Cita web|url=https://osvaldociurleo.wordpress.com/2016/05/13/voi-premete-il-pulsante-noi-facciamo-il-resto/|titolo=“Voi premete il pulsante, noi facciamo il resto”|sito=Osvaldo Ciurleo's Web Site|data=13 maggio 2016|lingua=it|accesso=28 settembre 2022}}</ref>. Inizialmente il materiale fotosensibile era cosparso su carta che, nel [[1891]], venne sostituita con una pellicola di [[celluloide]] avvolta in rulli, la moderna pellicola fotografica.
 
Inizialmente senza mirino, l'evoluzione della fotocamera portò all'introduzione di un secondo obiettivo per l'inquadratura e successivamente un sistema a pentaprisma e specchio nella [[Graflex]] del [[1903]], la prima [[single lens reflex]]<ref>{{Cita web|url=http://svcalt.mt.gov/Museum/virtual_exhibit/vex2/122A7FB5-5930-439A-B83D-074160723806.htm|titolo=Camera, Single Lens Reflex : 1991.07.01 a-b|sito=svcalt.mt.gov|accesso=28 settembre 2022}}</ref>.
 
=== L'istantanea ===
L'[[Ermanox]], una fotocamera con obiettivo da f/2, portato successivamente a f/1.5, permise l'ingresso dei fotografi come [[Erich Salomon]]<ref>{{Cita web|url=https://fotografiaartistica.it/erich-salomon-maestri-della-fotografia/|titolo=Erich Salomon: maestri della fotografia|autore=Giuseppe Santagata|sito=Fotografia Artistica|data=2 maggio 2017|lingua=it|accesso=28 settembre 2022}}</ref> nei salotti e nei palazzi, per ritrarre politici e personaggi famosi. Le fotografie divennero ''istantanee'' della vita quotidiana e i fotografi si mescolarono alla gente comune, tra di essi anche coloro, e furono in molti, che divennero i cosiddetti [[fotografo ambulante|fotografi ambulanti]]. All'Ermanox si affiancò nel [[1932]] la Leica, con obiettivo 50mm f/3.5, che introdusse il formato che divenne standard, il [[35 millimetri (pellicola fotografica)|35mm]]. Questa macchina fu adottata con profitto grazie alla sua maneggevolezza e discrezione da importanti fotografi di reportage come [[Henri Cartier-Bresson]] e [[Walker Evans]]<ref>{{Cita web|url=https://www.henricartierbresson.org/en/expositions/henri-cartier-bresson-walker-evans-2/|titolo=Henri Cartier-Bresson and Walker Evans|sito=Fondation Henri Cartier-Bresson|accesso=28 settembre 2022}}</ref>, oppure artisti come [[André Kertész]]<ref>{{Cita web|url=https://fotografiaartistica.it/andre-kertesz-fotografie-che-reinventano-la-realta/|titolo=André Kertész: fotografie che reinventano la realtà|autore=Giuseppe Santagata|sito=Fotografia Artistica|data=30 gennaio 2011|lingua=it|accesso=28 settembre 2022}}</ref>. Il [[Flash fotografico|flash]] si trasformò da un incontrollato lampo di [[magnesio]] del 1888 in un sistema efficiente e regolabile con il ''Vacu-Blitz'' nel [[1929]], che rese possibile al fotografo lavorare in qualsiasi condizione di luce.
[[Immagine:Kodak_Instant_di_Augusto_De_Luca.jpg|thumb|right|Kodak Instant (1980) - [[Augusto De Luca]]]]
L'[[Ermanox]], una fotocamera con obiettivo da f/2, portato successivamente a f/1.5, permise l'ingresso dei fotografi come [[Erich Salomon]] nei salotti e nei palazzi, per ritrarre politici e personaggi famosi. Le fotografie divennero ''istantanee'' della vita quotidiana e i fotografi si mescolarono alla gente comune. All'Ermanox si affiancò nel [[1932]] la Leica, con obiettivo 50mm f/3.5, che introdusse il formato che divenne standard, il [[35mm]]. Questa macchina fu adottata con profitto grazie alla sua maneggevolezza e discrezione da importanti fotografi di reportage come [[Henri Cartier-Bresson]] e [[Walker Evans]], oppure artisti come [[André Kertész]]. Il [[Flash fotografico|flash]] si trasformò da un incontrollato lampo di [[magnesio]] del 1888 in un sistema efficiente e regolabile con il ''Vacu-Blitz'' nel [[1929]], che rese possibile al fotografo lavorare in qualsiasi condizione di luce.
 
[[Edwin Land]] con il mod. 95<ref>{{Cita web|url=https://www.fotolibera.com/wordpress/2020/05/15/edwin-land-il-genio-della-polaroid/|titolo=Edwin Land - Il genio della Polaroid - Pagina 3 di 12|autore=Luciano|sito=Fotolibera|data=15 maggio 2020|lingua=it|accesso=28 settembre 2022|dataarchivio=28 settembre 2022|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20220928223032/https://www.fotolibera.com/wordpress/2020/05/15/edwin-land-il-genio-della-polaroid/|urlmorto=sì}}</ref> mise in commercio la prima fotocamera con una pellicola a sviluppo istantaneo, che permise alla [[Polaroid Corporation|Polaroid]] di vendere milioni di apparecchi per fotografie autosviluppanti. Negli anni settanta inizia anche la produzione della Kodak Instant. Le pellicole di questa fotocamera, anch'esse autosviluppanti, a differenza delle Polaroid, erano rettangolari e l'immagine sulla superficie misurava 9 x 6,8&nbsp;cm. Dopo aver perso una battaglia di brevetti con la Polaroid Corporation, [[Kodak]] ha lasciato il business Instant Camera il 9 gennaio 1986.
[[Edwin Land]] brevettò nel 1929 una pellicola per lo sviluppo istantaneo, che permise alla [[Polaroid]] di vendere milioni di apparecchi per fotografie autosviluppanti.
Negli anni 70' inizia anche la produzione della Kodak Instant. Le pellicole di questa fotocamera, anch' esse autosviluppanti, a differenza delle Polaroid, erano rettangolari e l'immagine sulla superficie misurava 9 x 6,8&nbsp;cm. Dopo aver perso una battaglia di brevetti con la Polaroid Corporation, [[Kodak]] ha lasciato il business Instant Camera il 9 gennaio 1986. Uno dei pochi fotografi che ha realizzato con questo materiale alcune ricerche fotografiche, è l'italiano [[Augusto De Luca]] <ref>[http://www.youtube.com/watch?v=lBCbqrehgvc ''Kodak Instant''] L'istantanea</ref>.
 
== Il colore ==
Nella fotografia in bianco e nero i diversi colori sono resi con semplici sfumature di grigio e questa rappresentazione è spesso insufficiente a riprodurre alcuni toni di colore, che finiscono per confondersi. A sottolineare questo effetto, le prime lastre fotografiche, che avevano una sensibilità diversa ai colori, riproducevano il bianco e il blu con la stessa luminosità, ma anche il giallo e il rosso. Nell'800Ottocento furono prodotte le prime lastre ''ortocromatiche'', che reagivano correttamente alle tonalità del blu ma non al rosso e all'arancione. Solo agli inizi del xxXX secolo le lastre ''pancromatiche'' permisero una corretta distinzione dello spettro luminoso nella fotografia in bianco e nero<ref>{{Cita web|url=http://www.albesteiner.net/scuola/radio/fototesti/pancro.htm|titolo=Lastre pancromatiche|accesso=28 settembre 2022}}</ref>.
 
La necessità di rendere le immagini sempre più simili al vero richiese l'intervento manuale del fotografo dopo lo sviluppo della lastra. Per sopperire alla mancanza di colore molti fotografi agirono direttamente sulle immagini, utilizzando i pigmenti dell'[[anilina]] per sfumare e rafforzare molti ritratti. Nonostante la richiesta sempre pressante da parte dei clienti di immagini a colori, si dovettero attendere gli studi del fisico inglese [[James Clerk Maxwell]] che nel [[1859]] dimostrò con un procedimento definito ''[[Mescolanzamescolanza additiva]]''<ref>{{Cita web|url=http://www.summagallicana.it/Volume2/B.XXV.01.5.htm#:~:text=La%20sintesi%20additiva%20dei%20colori,luce%20di%20un%20solo%20colore.|titolo=sintesi dei colori|accesso=28 settembre 2022}}</ref>, la possibilità di ricreare il colore sovrapponendo la luce rossa, verde e blu, chiamati [[Colore primario|colori primari additivi]].
 
Dieci anni più tardi [[Louis Ducos du Hauron]]<ref>{{Cita web|url=https://www.imagemag.it/magazine/caffe-letterario/341-louis-ducos-du-hauron-e-la-fotografia-a-colori.html|titolo=[LOUIS DUCOS DU HAURON, E LA FOTOGRAFIA A COLORI]|autore=Mosè Franchi, Mosè Franchi|lingua=it|accesso=28 settembre 2022}}</ref> mise a punto il procedimento che aprì la strada alle emulsioni a colori. Denominato ''[[Mescolanza sottrattiva|sottrattivo]]'', utilizza i colori complementari o primari sottrattivi.
 
Applicazione del metodo additivo è la lastra [[Autocromia|Autochrome]] dei [[Auguste e Louis Lumière|fratelli Lumière]], prodotta nel 1903 (di cui un illustre esempio ne è l'archivio fotografico ''[[Les archives de la planète]]''). La [[pellicola fotografica]] di tipo [[materiale invertibile|invertibile]] è figlia del [[Kodachrome]] ([[1935]]) e dell'[[Ektachrome]] ([[1942]]), che utilizzarono il metodo sottrattivo con tre differenti strati sensibili, mediante filtri colorati, alle tre frequenze di luci corrispondenti all'azzurro, al rosso e al verde<ref>{{Cita web|url=https://www.recencinema.it/cinefocus/kodachrome-liconica-pellicola-dei-grandi-fotografi/|titolo=Kodachrome, l'iconica pellicola dei grandi fotografi > Recencinema|sito=Recencinema|data=29 marzo 2021|lingua=it|accesso=28 settembre 2022}}</ref>.
 
La [[pellicola per negativi]] a colori ebbe origine dalla [[Kodacolor]] del [[1941]], dove è presente l'inversione delle luci e dei colori. La [[Ektacolor]] della [[Kodak]], messa in commercio nel [[1947]], permise lo sviluppo casalingo della pellicola negativa a colori<ref>{{Cita web|url=http://www.stagniweb.it/foto6.asp?File=okodak&InizioI=1&RigheI=50&Col=3|titolo=La fotografia a colori con pellicole Kodachrome, Ektachrome, Kodacolor - Stagniweb|accesso=28 settembre 2022}}</ref>.
 
== Il digitale ==
Il progresso dell'[[elettronica]] permise di adottare alcune delle ultime scoperte anche nell'acquisizione delle immagini. Nel [[19571958]] [[Russell Kirsch]] trasformò una fotografia del figlio in un [[file]] attraverso un prototipo di [[Scansionatore d'immagine|scanner d'immagine]]. Nel [[1972]] la [[Texas Instruments]] brevettò un progetto di macchina fotografica senza pellicola, utilizzando però alcuni componenti analogici. La prima vera fotografia ottenuta attraverso un processo esclusivamente elettronico fu realizzata nel dicembre [[1975]] nei laboratori [[Kodak]] dal prototipo di [[fotocamera digitale]] di [[Steven Sasson]]<ref>{{Cita web|url=https://www.vanillamagazine.it/steve-sasson-invento-per-kodak-la-prima-fotocamera-digitale-ma-gli-fu-imposto-di-tenerla-segreta/|titolo=Steve Sasson inventò per Kodak la prima Fotocamera Digitale ma gli fu imposto di tenerla Segreta|autore=Matteo Rubboli|sito=Vanilla Magazine|data=26 luglio 2016|lingua=it|accesso=28 settembre 2022}}</ref><ref>{{Cita web|url=https://privatebanking.bnpparibas.it/content/bnlpb/it/it/youmanist/magazine/fotografia/la-prima-fotocamera-digitale.html|titolo=La prima fotocamera digitale fu inventata nel 1975 da Steven Sasson ma nessun colosso della fotografia la prese in considerazione|sito=privatebanking.bnpparibas.it|lingua=it|accesso=28 settembre 2022}}</ref>. L'immagine in bianco e nero del viso di unaun assistente di laboratorio fu memorizzata su un nastro digitale alla [[risoluzione (grafica)|risoluzione]] di 0.,01 Megapixel (1000010&nbsp;000 [[pixel]]), utilizzando il [[Charge Coupled Device|CCD]] della [[Fairchild Imaging]]<ref>{{Cita web|url=http://www.fairchildimaging.com/our-history|titolo=fairchildimaging.com|accesso=28 settembre 2022|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20170703005308/http://www.fairchildimaging.com/our-history|urlmorto=sì}}</ref>.
 
Le altre ricerche sulla fotografia digitale per uso di massa furono rallentate dai continui miglioramenti delle fotocamere a pellicola, che proposero modelli sempre più semplici e comodi da usare, come la [[Konica C35-AF]] del [[1977]]<ref>{{Cita web|url=https://www.lomography.it/magazine/247523-lomopedia-konica-c35-af|titolo=Lomography - Lomopedia: Konica C35 AF|lingua=it|accesso=28 settembre 2022}}</ref>, il primo modello di fotocamera totalmente automatica. Solo quando le emulsioni fotografiche non permisero ulteriori miglioramenti e la tecnologia digitale raggiunse un livello qualitativo equiparabile, allora l'interesse dei consumatori si trasferì sul nuovo procedimento. Il settore in cui un sensore digitale è stato visto e seguito ben prima che nella classica fotografia reflex amatoriale o professionale, è stata la [[Astrofotografia|fotografia astronomica]]<ref>{{Cita web|url=https://www.primalucelab.it/blog/astrofotografia-introduzione-astrophotography-introduction/|titolo=Astrofotografia: introduzione alla fotografia astronomica|sito=PrimaLuceLab|data=11 novembre 2020|lingua=it|accesso=28 settembre 2022}}</ref><ref>{{Cita web|url=https://www.fotografidigitali.it/news/modalita-notturna-google-spiega-il-funzionamento-per-l-astrofotografia_85786.html|titolo=Modalità Notturna: Google spiega il funzionamento per l'astrofotografia|sito=Fotografi Digitali|accesso=28 settembre 2022}}</ref>.
 
Il [[Fotografia digitale|digitale]] sostituì la pellicola nei settori dove la visione istantanea del risultato era un fattore determinante, come nel [[giornalismo]], che usufruì anche della facilità di trasmissione delle immagini via [[internet]]. Inoltre la produzione di un gran numero di compatte digitali totalmente automatiche invase il mercato riscontrando il favore del fotografo occasionale, che poté conservare e rivedere le immagini direttamente nella fotocamera<ref>{{Cita web|url=https://www.ifolor.ch/it/ispirazioni/glossario-della-fotografia-digitale|titolo=Tutto ciò che c’è da sapere sulla fotografia digitale {{!}} ifolor|accesso=28 settembre 2022}}</ref>.
 
Anche se ilIl digitale è acclamato come una rivoluzione della fotografia, lema regolesi perpossono ottenere idei miglioribuoni risultati risalgonocon aile regole dei pionieri del [[XIX secolo]], dove era importante una buona [[Esposizione (fotografia)|esposizione]] e una un'attenta [[Composizione (fotografia)|composizione]] dell'immagine; tuttavia nuove tecniche che tengono conto delle successive elaborazioni fin da prima dello scatto, hanno dato un nuovo afflato a tecniche ben consolidate, rinvigorendo l'interesse dei fotoamatori evoluti e dando potentissimi strumenti a tutti quei professionisti (ed artisti) che svolgono la propria attività gravitando tra la "fotografia pura" e la grafica pittorica<ref>{{Cita web|url=https://laba.biz/storia-della-fotografia-digitale/|titolo=Storia della fotografia digitale|autore=labafirenze|sito=Libera Accademia di Belle Arti Firenze|data=24 maggio 2018|lingua=it|accesso=28 settembre 2022}}</ref>.
 
== Note ==
<references/>
 
== Bibliografia ==
*{{cita libro|BeaumontGuglielmo |Newhall|Manitta, ''Storia e origini della fotografia. |Dalla |camera [[Giuliooscura Einaudialle Editore|Einaudi]]conseguenze |dell'annuncio Torino}}di Daguerre (1500-1839)'', Il Convivio Editore, 2024, ISBN 88978-0688-571333274-87287.
* {{cita libro|Jean-A. Italo|KeimZannier|BreveStoria storiae tecnica della fotografia | | [[GiulioHoepli Einaudi(casa Editoreeditrice)|EinaudiHoepli]] | Torino}} ISBN Milano|isbn=978-88-063706-12617321-24}}
* {{cita libro|André|Gunthert|Storia della fotografia - Dalle origini ai nostri giorni| |Mondadori Electa | Milano|isbn=978-88-3706-321-4}}
*{{cita libro|Gisèle |Freund|Fotografia e società | 1973 | Nuovo Politecnico 81 [[Giulio Einaudi Editore|Einaudi]] | Torino}}
* {{cita libro|AngelaBeaumont |MadesaniNewhall|Storia della fotografia | | [[BrunoGiulio MondadoriEinaudi Editore|Einaudi]] |}} ISBN 978-Torino|isbn=88-615906-15857133-58}}
* {{cita libro|AaronJean-A. |ScharfKeim|ArteBreve estoria della fotografia | | [[Giulio Einaudi Editore|Einaudi]] | Torino|isbn=88-06-12617-2}}
* {{cita libro|Gisèle |Freund|Fotografia e società | 1973 | Nuovo Politecnico 81 [[Giulio Einaudi Editore|Einaudi]] | Torino}}
*{{cita libro||Therese Mulligan,David Wooters |{{en}} A history of photography | | [[Taschen]] | }}ISBN 3-8228-4777-1
* {{cita libro|A.Angela |FeiningerMadesani|Il libroStoria della fotografia | 1961 | Garzanti Editore[[Bruno Mondadori]]| |isbn=978-88-6159-158-5}}
* {{cita libro|Aaron |Scharf|Nadar,Arte J.Prinet,e A.Dilasser,fotografia L.Vitali| |Nadar|1973| [[Giulio Einaudi Editore|Einaudi]] | Torino}} ISBN 88-06-37705-1
* {{cita libro||Therese Mulligan, David Wooters |{{en}} A history of photography | | [[Taschen]] | |isbn=3-8228-4777-1}}
*{{cita libro|Lazlo|Moholy-Nagy|Pittura Fotografia Film|1987|[[Giulio Einaudi Editore|Einaudi]]|Torino}} ISBN 88-06-59347-1
* {{cita libro|Ernst HA. |GombrichFeininger|AIl cavallolibro didella unfotografia manico| di1961 scopa|1971|[[Giulio EinaudiGarzanti Editore |Einaudi]]|Torino }} ISBN 88-06-11716-5
* {{cita libro||Nadar, J.Prinet, A.Dilasser, L.Vitali |Nadar|1973|[[Giulio Einaudi Editore|Einaudi]]|Torino|isbn=88-06-37705-1}}
*Zoom 215 Lug-Ago 2008, Milano, Editrice Progresso ISSN 012/778
* {{cita libro|Lazlo|Moholy-Nagy|Pittura Fotografia Film|1987|[[Giulio Einaudi Editore|Einaudi]]|Torino|isbn=88-06-59347-1}}
 
* {{cita libro|Ernst H.|Gombrich|A cavallo di un manico di scopa|1971|[[Giulio Einaudi Editore|Einaudi]]|Torino|isbn=88-06-11716-5}}
== Collegamenti esterni ==
* {{cita libro|Rosalind|Krauss|Teoria e storia della fotografia |1996|[[Bruno Mondadori]]|Milano}}
*[http://www.storiadellafotografia.it Storiadellafotografia.it]
*Giovanni Fanelli, Storia della fotografia di architettura, Bari-Roma, Laterza, 2009, SBN 978-8842089155
*[http://www.reflex.it/storia_00.htm Cronologia della fotografia] - Reflex online
* {{cita libro|titolo = [[Francesco Malacarne]]. Pioniere della fotografia |nome= Anna |cognome= Bedon |nome2=Italo | cognome2 = Zannier|editore= Editrice Quinlan | anno = 2019|isbn=978-88-99390-24-2}}
* [[Piero Becchetti]], ''Fotografi e fotografia in Italia'', Quasar ed. 1978
* [[Roberta Valtorta]], ''Il pensiero dei fotografi. Un percorso nella storia della fotografia dalle origini a oggi'', Milano, Bruno Mondadori, 2008, ISBN 978-88-6159-248-3
* [[Susan Sontag]], ''Sulla fotografia. Realtà e immagine nella nostra società'' (''On Photography'', 1973), trad. di Ettore Capriolo, Collana Nuovo Politecnico n.107, Einaudi, Torino, I ed. 1978.
 
== Voci correlate ==
* [[Fotografia]]
* [[Obiettivo fotografico]]
* [[Fotocamera]]
* [[Fotografia in Cina]]
* [[The Pencil of Nature]]
* [[Storia delle donne fotografe]]
* [[Conservatore di fotografie]]
 
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== Collegamenti esterni ==
* {{cita web|url=https://www.nikonschool.it/corso-breve-storia-fotografia/|titolo=Viaggio nella storia della fotografia}}
* {{cita web|url=http://www.storiadellafotografia.com/|titolo=Storiadellafotografia.com|accesso=29 ottobre 2009|dataarchivio=|urlarchivio=|urlmorto=no}}
 
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