Cazzo: differenze tra le versioni
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{{citazione|''Non mi dir più che m'abbia cura, perché son guarito e sano come un pesce in grazia dell'aver fatto a modo mio, cioè non aver usato un '''cazzo''' di medicamenti''.|[[Giacomo Leopardi]], da ''Lettere al fratello Carlo'', Roma - 5 febbraio 1823}}
[[File:Francesco urbini, coppa con testa composita (ogni homo me guarda come fosse una testa de cazi), 1536 (oxford, ashmolean) 05.jpg|thumb|upright=1.5|[[Francesco Urbini]], dettaglio da ''Testa de cazi'', su [[maiolica]] (1536)]]
'''Cazzo''' è una parola della [[lingua italiana]] di [[Registro (linguistica)|registro]] colloquiale [[volgarità|basso]] che indica, in senso proprio, il [[pene]]. Non è un semplice sinonimo del termine [[anatomia|anatomico]], bensì rappresenta una forma dell'espressività letteraria e popolare. Talvolta nella [[lingua parlata]] può essere utilizzato per il compiacimento nell'uso di un termine [[tabù|proibito]] o di registro eccessivo, il che non può essere reso dal semplice uso di «pene!».<ref>{{cita|Galli de' Paratesi 1964|p. 7}}. «si usano le parole proibite in una sorta di iperuso (es. esclamazioni come ''cazzo!''...».</ref> Il termine è usato piuttosto spesso nella lingua parlata anche senza correlativo semantico, con la funzione linguistica di "rafforzativo del pensiero", ovvero come un intercalare con funzione emotiva per rendere un'espressione colorita o enfatica. L'uso come intercalare sembra essere più diffuso in Italia che nel [[Canton Ticino]].<ref>{{cita libro|autore=Sandro Bianconi|wkautore=Sandro Bianconi|titolo=Lingua matrigna: italiano e dialetto nella Svizzera italiana|città=Bologna|editore=Il mulino|anno=1980|p=174|sbn=SBL0296296}}</ref> Viene frequentemente usato anche come sinonimo o rafforzativo di "niente", "nessuno" o per indicare cosa di scarsa o nessuna importanza.<ref>{{Treccani||v=sì}}</ref>
Presumibilmente di origine [[Lingua lombarda|lombarda]] ma in uso già nella [[letteratura]] in italiano in periodo [[Rinascimento|rinascimentale]],<ref>{{cita|Borneman 1988|p. 128}}. L'autore cita Machiavelli, ''Lettere''.</ref> ha il suo omologo femminile in ''[[fica]]'' (o ''figa''), frutto della stessa selezione fra le definizioni locali regionali.
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== Etimologia ==
L'[[etimologia]] della parola è stata dibattuta da molti.<ref>{{cita|Galli de' Paratesi 1964|p. 92}}. «L'etimo di questa parola costituisce una questione molto controversa». Sono citate quasi tutte le ipotesi presentate nella voce.</ref> L'ipotesi più documentata e meno "fantasiosa" è quella, formulata da [[Angelico Prati]]<ref>{{cita|Prati 1937-1939}}.</ref><ref>{{cita|Prati 1951}}.</ref> e ribadita, con puntuali riscontri filologici, da [[Glauco Sanga]],<ref>{{cita|Sanga 1986}}.</ref> entrambi [[linguistica|linguisti]] esperti di [[gergo]]. Si tratterebbe di semplice estensione [[metafora|metaforica]] dell'uso del termine lombardo ''cazz'' significante [[mestolo]], derivato dal [[lingua latina|latino]] ''cattia'' "mestolo". Indicativo, in questo senso, un verso di un [[sonetto]] di [[Luigi Pulci]], "''cazz e cuccé'' - quel primo in cul ti stia!" contenente un'espressione lombarda dal senso di "mestoli e cucchiai", dove il primo termine rimanda con evidenza anche al significato osceno.<ref name="cita-Sanga-1986-p32">{{cita|Sanga 1986|p. 32}}.</ref> Il termine, originariamente in forma femminile, ''cazza'' è ancora attestato in un sonetto di [[Rustico Filippi]]: "Fastel, messer fastidio della cazza" (ciò che oggi corrisponderebbe all'epiteto volgare "rompicazzo").<ref name="cita-Sanga-1986-p32"/> Tale ipotesi è ribadita anche da Alberto Nocentini che ipotizza una derivazione diretta dal latino ''cattia''(''m''), senza intermediari altoitaliani, che deriverebbe {{lang-grc|κυάθιον|kyáthion|mestolino|da=si|parentesi=si|nopunti=si}}, diminutivo di {{lang|grc|κύαθος}}, ''kýathos''.<ref>{{cita|Nocentini 2010|p. 206}}.</ref>
Un'ipotesi ripresa da [[Antonio Lupis]]<ref>{{cita|Lupis 2002}}.</ref> è che ''cazzo'' sia connesso col verbo latino ''capitiare'' da cui anche ''cacciare'', con valore di "infilare, mettere dentro con forza". Si tratterebbe di un nome deverbale analogo a ''lancio'' da ''lanciare''.
Una proposta etimologica che ha avuto una certa fortuna è quella che fa derivare ''cazzo'' con [[aferesi (linguistica)|aferesi]] da ''(o) cazzo'', a sua volta derivato da ''oco'', voce dialettale per indicare il maschio dell'oca.<ref>{{cita pubblicazione|autore=Franco Crevatin|titolo=Breviora etymologica|rivista=Paideia|volume=32|anno=1977|pp=73-75}}</ref> Tale ipotesi è stata accolta da diversi autori<ref>{{cita|Cortelazzo & Zolli 1988}}.</ref> ma è attualmente rigettata da altri linguisti.<ref>{{cita|Sanga 1986|p. 31}}. «degna del ''Diario minimo'' di [[Umberto Eco]]».</ref><ref>{{cita|Lupis 2002|p. 54}}. L'autore sottolinea la tardività cronologica e limitatezza geografica di attestazioni di ''ocazzo'' rispetto a quelle di ''cazzo''.</ref>
Ugualmente rigettata dai linguisti odierni l'etimologia {{lang-grc|ἀκάτιον|akátion|[[albero maestro]]|parentesi=si|nopunti=si|da=si}} (greco tardo), termine [[nautica|nautico]] che starebbe a indicare che la voce sarebbe "nata nel linguaggio dei marinai sempre eccitati per la mancanza di donne".<ref>{{cita|Battisti & Alessio 1950-1957|vol. II, p. 833}}.</ref><ref>{{cita|Sanga 1986|p. 31}}. L'autore la definisce «goliardica».</ref><ref>{{cita|Lupis 2002|p. 54}}. «del tutto improbabile sia foneticamente, geograficamente e storicamente, sia soprattutto per l'ingenuità della motivazione».</ref>
Altre etimologie, perlopiù improvvisate da non specialisti, sono:
<!-- Il Pianigiani è una fonte datata e non attendibile; se altri studiosi hanno fatto quest'ipotesi si può rimettere * potrebbe essere una contrazione di ''capezzo'' (da [[capezzolo]])<ref>Vedi O. Pianigiani, ''Dizionario etimologico'', Genova, I Dioscuri, 1988</ref> derivato a sua volta dal lemma di [[lingua latina]] ''capítium'' (sul calco di ''càput'', ''capo''); quindi potrebbe significare ''piccolo capo'', ad indicare inizialmente il [[glande]] e quindi, per [[sineddoche]] (la parte per il tutto), l'intero organo;<ref>[http://www.etimo.it/?term=cazzo Dizionario Etimologico online]</ref>-->
* {{Senza fonte|altri ipotizzano}} che "cazzo" derivi da ''cazza'' che è la "gazza ladra", uccello chiamato anche ''pica'', termine che è una delle tante denominazioni dialettali che indicano il membro virile.
* Un'altra ipotesi {{Senza fonte|formulata dagli etimologi}} è che derivi da ''capito'' nome latino del [[Anguilla anguilla|capitone]] per affinità di forma (il capitone è un'anguilla con grossa testa).<ref>{{cita libro|autore=Giuseppe Gioachino Belli|wkautore=Giuseppe Gioachino Belli|titolo=[[Sonetti romaneschi]]|volume=VI|posizione=''Er padre de li Santi'', 1-8|anno=1887|citazione=Er cazzo se po' dì ... inguilla}}</ref>
Le varie ipotesi sono riassunte, in tono più scherzoso che scientifico, in Ercole Scerbo.<ref>{{cita|Scerbo 1991|pp. 71-73}}.</ref>
== Uso del termine ==
=== Esempi d'uso in letteratura ===
Come riportato nella citazione in testa alla voce, [[Giacomo Leopardi]] utilizzò il sostantivo, in una lettera indirizzata al fratello, per esprimere colloquialmente il concetto di perentoria negazione.
Il termine è ampiamente utilizzato all'interno dei ''[[Sonetti lussuriosi]]'' di [[Pietro Aretino]].<ref>{{cita libro|curatore=Lynne Lawner|titolo=I modi nell'opera di Giulio Romano, Marcantonio Raimondi, Pietro Aretino e Jean-Frederic-Maximilien de Waldeck|traduttore=Nicola Crocetti|città=Milano|editore=Longanesi|anno=1984|sbn=SBL0614788}}</ref>
In letteratura uno dei testi più noti correlati con questo termine è il [[sonetto]] ''[[:s:Er padre de li santi|Er padre de li santi]]'', che [[Giuseppe Gioachino Belli|Gioachino Belli]] scrisse il 6 dicembre 1832 insieme con l'analogo ''[[:s:Sonetti romaneschi/La madre de le Sante|La madre de le sante]]'' (relativo [[fica|all'omologo termine femminile]]). Il sonetto riporta in [[dialetto romanesco|romanesco]] una lunga serie di [[Sinonimia|sinonimi]] e perifrasi del termine.
Sempre in letteratura, l'organo genitale maschile assurge al ruolo di protagonista nel [[romanzo]] di [[Alberto Moravia]] ''[[Io e lui (romanzo)|Io e lui]]'', dove il protagonista si trova a ''colloquiare'' – in un curioso confronto tra istinto e ragione – con il proprio pene.
La parola fu detta in diretta in una trasmissione della [[Radio Rai]] nel 1976 da [[Cesare Zavattini]].<ref>{{cita news|autore=Aldo Grasso|url=http://archiviostorico.corriere.it/1997/luglio/30/Quel_pazzo_Zavattini_era_tutta_co_0_9707306927.shtml|titolo=Quel pazzo di Zavattini era tutta un'altra cosa|opera=Corriere della Sera|data=30 luglio 1997|p=31|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20140808064357/http://archiviostorico.corriere.it/1997/luglio/30/Quel_pazzo_Zavattini_era_tutta_co_0_9707306927.shtml|dataarchivio=8 agosto 2014|pubblicazione=|accesso=30 luglio 2014|urlmorto=no}}</ref>
=== Esempi d'uso in ambito cinematografico ===
Il termine ''cazzo'', virtualmente prima persona singolare del verbo di uso [[vela (nautica)|velico]] ''cazzare'', è anche all'origine di un facile ''[[calembour]]'' sfruttato a fini di ''[[Battuta (spettacolo)|gag]]'' – sia pure di ''grana grossa'' – in diversi [[film]], fra i quali uno della serie di [[Ugo Fantozzi|Fantozzi]]. Di analogo tenore è la celebre ''[[supercazzola]]'', [[tormentone]] e ''[[leitmotiv]]'' del conte [[Lello Mascetti]] (interpretato da [[Ugo Tognazzi]]) nel film di [[Mario Monicelli]], ''[[Amici miei]]''.
Dal romanzo di Moravia precedentemente citato sono stati ricavati due film: uno italiano e omonimo nel titolo rispetto al romanzo, ''[[Io e lui]]'', del 1973, diretto da [[Luciano Salce]], e uno di coproduzione [[Stati Uniti d'America|Stati Uniti]]/[[Germania]], del 1988, ''[[Lei, io e lui]]'', diretto da [[Doris Dörrie]].
=== Detti ===
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Il termine è utilizzato in numerosi modi di dire prettamente regionali, che non hanno una diffusione – e quindi una comprensione – più ampia sul territorio nazionale. Potrebbero essere assimilati ai proverbi dai quali invece si distinguono nettamente, sia per la loro brevità, sia perché mancano della profondità ed arguzia tipica dei proverbi. Il carattere principale di questi detti infatti è soprattutto quello di essere improntati sull'immediatezza e sul divertimento. È probabile infatti che molti di essi siano nati semplicemente come battute.
* ''Chiḍḍu si senti nu cazzu e menzu'' ([[Lingua siciliana|siciliano]]): detto di una persona che si dà delle arie, che si sopravvaluta, mentre vale poco o niente;
* ''Col cazzo e col pensiero'': (estensione della locuzione "col cazzo che...") si intende "non se ne farà nulla";
* ''E mò màgnete 'sta capa 'e cazzo'' ([[Lingua napoletana|napoletano]]): e ora subisci le conseguenze non vantaggiose o spiacevoli per te;
* ''Faciteve 'e cazze vuoste ''(napoletano): occupatevi degli affari vostri, non dei miei;
* ''Grazia, Graziella e grazie al cazzo'': espressione di risposta ad un'affermazione considerata ovvia ed assolutamente inutile;
* ''Il cazzo non vuol pensieri'': espressione (spesso usata in maniera dialettale) per indicare la condizione di agio e serenità (e quindi per evidenziare l'importanza della componente mentale e sentimentale) necessaria per lo svolgimento di un'appagante e non conflittuale vita sessuale;
* ''Il cazzo non vuol sapere ragioni'' (napoletano): espressione usata per indicare la supremazia del rapporto fisico e dell'istinto sessuale sul sentimento e sul raziocinio;
* ''Quando il cazzo fa l'unghia'': espressione cutrese per dire "non succederà mai";
* ''Un cazzo pieno d'acqua'' ([[Lingua siciliana|palermitano]], [[Lingua napoletana|napoletano]]): espressione che sta ad indicare {{chiarimento|una persona buona a nulla, che invece crede di essere chissà chi.|{{diff|124508410|dubbio}}}}{{sf}} In siciliano è molto più diffusa la variante “''Na minchia china 'i acqua''”, ''una minchia piena di acqua''.
=== Proverbi ===
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Il termine ricorre in numerosi proverbi diffusi nelle diverse regioni d'Italia. In essi la salacità, una buona dose di humour ed un'attenta osservazione della quotidianità, si mescolano in un tutt'uno con la saggezza popolare. <br />
Si riportano alcuni di questi proverbi:
* ([[Lingua napoletana|napoletano]]) ''A 'o cazzo, 'o culo e 'a fessa fanne felice 'o stesso'' (per il soddisfacimento sessuale va bene sia il davanti che il di dietro. Detto quando non importa la scelta che si deve fare)
* ([[Dialetti campani|campano]]) ''Cazze, cavalle e donne fanno chello che vonne'' (tre categorie di indisciplinati che non si possono tenere a freno)
* (napoletano) ''Chiù leggera è 'a fatica quanno se fa pe' cazzi propri'' (quando si lavora per sé stessi non si accusa la fatica)
* (napoletano) ''Ha pigliato 'o cazzo p'a lanterna do muolo'' (ha preso i fischi per i fiaschi; oppure ha sopravvalutato la situazione)
* (napoletano) ''Ha pigliato 'o cazzo p'o buttigliell'e 'll'uoglie'' (ha preso fischi per fiaschi; variante del proverbio precedente)
* (napoletano) ''Ha pigliato 'o cazzo p'a banc e'll'acqua'' (ha preso fischi per fiaschi; variante del proverbio precedente)
* (napoletano) ''Senza sapè n'è comm, e n'è comm cazz' '' (senza sapere né il come né il perché di un accadimento)
* (napoletano) ''L'ommo troppo sapute addeventa scassacazze e fesso'' (chi fa troppo il saccente diventa fastidioso e fa pure brutte figure)
* (napoletano) ''Nu bello cazzo arrecrea 'a figliola'' (una bella sorpresa fa sempre piacere)
* (napoletano) '' O cazze nun vò sapè raggione'' (detto per giustificare l'eccessiva irruenza o passionalità di una persona molto intraprendente)
* (napoletano) '' O cazzo nun vò penziere'' (un diniego sessuale esplicito quando si è consapevoli di non essere in perfetta forma sia fisica che mentale per un amplesso)
* (napoletano) ''O cazze s'addrizze cu nu pare 'e zizze'' (tante volte un epilogo o una conseguenza positiva vengono da sé)
* (napoletano) ''O sole ammoscia 'e fiche e tu m'ammusce 'o cazze!'' (il sole fa appassire i fichi e tu mi fai ammosciare: detto a chi è veramente noioso)
* (napoletano) ''Pe' dispiette d'a mugliera s'è tagliato 'o cazze'' (per chi, avendo preso una decisione riguardo ad una persona, infine ha danneggiato prima di tutto sé stesso)
* (napoletano) ''Pure 'o cazzo è piccerillo e po' se fa gruosse'' (avere pazienza; lasciare che le cose si sviluppino da sé, col tempo)
* (napoletano) ''Quann'o cazze è muscio, 'a femmena nun t'o perdona'' (quando l'hai fatta grossa, non credere che non vi siano conseguenze per te)
* (napoletano) ''Si stu culo tujo fosse nu Monte 'e Pietà, me 'mpegnarria 'o cazzo e stracciasse 'a cartella'' (grande complimento per un bel sedere: se il tuo culo fosse il banco dei pegni, mi impegnerei il cazzo e strapperei la cartella)
* (napoletano) ''Stanne cumme a cazzo e culo'' (stanno affiatati, stanno molto bene insieme)
* ([[Lingua veneta|veneto]]) ''El buso xé buso e el casso no ghà oci'' (detto a chi fa il difficile e si perde in inutili distinguo, letteralmente "il buco è buco ed il cazzo non ha occhi")
* ([[dialetto genovese|genovese]]) ''Dove l'é passòu carne e osse, no ghe ciù belin ch'o no posse'', (''Dove sono passate carne e ossa, non c'è più cazzo che non possa'', cioè dopo il parto la donna non ha più problemi di misura del membro)
* ([[dialetto genovese|genovese]]) ''O belin o l'è comme o speziä, o l'à bezeugno do mortä'', (''Il cazzo è come il farmacista, ha bisogno del mortaio'', cioè deve sfogare le sue esigenze sessuali).
=== Locuzioni comuni ===
Questo termine si collega, nella [[lingua italiana]] moderna, ad una numerosa serie di derivati, molti dei quali hanno un tono di volgarità minore, tanto da essere usati, o quantomeno tollerati, da molte persone, seppur solo in conversazioni informali.
La maggior parte delle locuzioni di uso comune che utilizzano questo termine ha una valenza negativa,<ref>{{cita|Galli de' Paratesi 1964|p. 45}}. «''Cazzo'' è una parola fortemente interdetta, ma tuttavia ben viva».</ref> tanto se si tratta di persone quanto di situazioni; ben poche sono le locuzioni dove invece il termine acquista un senso positivo.
Uno dei concetti, che più frequentemente ricorre nelle parole derivate e nelle locuzioni che usano il termine, richiama ''l'irrazionalità'' oppure ''atteggiamenti collerici ed aggressivi'', oppure ancora è usato per aggiungere significanze dispregiative per alcune attività umane, quasi che l'organo menzionato fosse, per [[antonomasia]], l'[[antitesi]] della parte razionale ed intellettiva (il [[cervello]]).
Si riportano qui di seguito le locuzioni più diffuse:
* Accezioni ed espressioni negative (persone):
** ''che faccia di cazzo!'':<ref>{{cita libro|autore=Pietro Aretino|wkautore=Pietro Aretino|titolo=[[Sonetti lussuriosi]]|anno=1526|posizione=XXVI, 4|citazione=visi de cazzi}}</ref> a seconda del tono in cui viene detto, può avere diversi significati: una persona sgradita, soprattutto perché antipatica di primo acchito; oppure una persona dai lineamenti somatici non particolarmente belli; o anche una persona sfacciata (quindi una variante di "faccia di bronzo").
** ''testa di cazzo'' (ma anche ''cazzone''): persona stupida,<ref>{{cita|Galli de' Paratesi 1964|p. 48}}.</ref> ignorante o stolta, priva di raziocinio, totalmente refrattaria a qualsiasi tentativo di migliorarla o farla ragionare (può essere riferito anche ad una donna); è talvolta [[enfasi|enfatizzato]] con un aggettivo rafforzativo, p.es. ''è un'emerita testa di cazzo''.
** ''capa di cazzo'' o ''cap'e cazze'': corrisponde in [[Lingua napoletana|napoletano]] a "testa di cazzo".
** ''cazzone'': persona stupida,<ref>{{cita|Galli de' Paratesi 1964|p. 47}}.</ref> non intelligente o incompetente (nonostante si arroghi, invece, autorevolezza).
** ''un cazzo all'erta'': in napoletano "nu cazz'allerta" corrisponde a "cazzone".
** ''cazzaro, cazzarone, cazzataro'': persona che dice ''cazzate'' (vedi più sotto) anche detto ''sparacazzate'' (spesso usato in tono familiare o ironico, soprattutto nel senso di "persona divertente, che ama fare chiasso" e corrispondente al romano "caciarone" – foneticamente correlato a "cazzarone" – dal sostantivo ''caciara'' = "chiasso").
** ''cazzatello'' e ''cazzetto'': omiciattolo, cosa piccola<ref name="ReferenceA">{{cita|Galli de' Paratesi 1964|p. 92}}.</ref>
** ''fancazzista'': colui che ''non fa un cazzo'', ossia un lavativo o un perdigiorno, chi è solito perdere tempo o fare poco o nulla (e si dedica quindi al ''fancazzismo'').
** ''cazzonaro'': come fancazzista (vedi sopra), ossia persona particolarmente svogliata e demotivata.
** ''cacacazzo'' o ''cagacazzo'' o ''cacacazzi'': vien detto di persona che dà fastidio o crea problemi (dall'espressione "cacare il cazzo", vedi più sotto).
** ''rompicazzo'': sinonimo di "cacacazzo" (vedi più sotto "rompere il cazzo").<ref name="Zingarelli">{{cita libro|autore=Nicola Zingarelli|wkautore=Nicola Zingarelli|titolo=Il nuovo Zingarelli. Vocabolario della lingua italiana|editore=Zanichelli|anno=2011|edizione=12|isbn=978-88-08-10611-7}}</ref>
** ''sei un cazzo di stronzo'' o ''sei uno stronzo del cazzo'': rafforzativo che sta per "proprio" (sei proprio uno stronzo!)
* Accezioni ed espressioni negative (situazioni):
** ''cazzo!'': espressione di insoddisfazione o di ira come in "Cazzo! Ma vi volete muovere?" oppure, con rabbia violenta, "Io ora ti distruggo, cazzo!"
** ''eccheccazzo!'': esclamazione di una persona in collera e spazientita;
** ''incazzarsi'': arrabbiarsi,<ref>{{cita|Galli de' Paratesi 1964|pp. 47-48}}.</ref> perdere il controllo di sé (usato indifferentemente da uomini e donne), da cui ''incazzato'' ed il sostantivo ''incazzatura''.
** ''scazziarsi'': in napoletano significa "litigare verbalmente" o "venire alle mani".
** ''cazziare'': in napoletano e siciliano significa sgridare, rimproverare (da cui il sostantivo ''cazziata''<ref name="Zingarelli"/> o ''cazziatone'',<ref name="Zingarelli"/> che indica una furiosa sgridata o un pesante rimprovero);
** ''cazzimma'': termine napoletano, non traducibile in italiano, che si attribuisce ad una persona egoista ed arrivista, spesso priva di scrupoli, caratterizzato da furbizia opportunistica e cinica, che prova quasi piacere nell'arrecare volutamente un danno, un'arrabbiatura o un dispiacere ad altri ("Quello tiene una cazzimma...!" opp. "E che cazzimma!"). Spesso, per estensione, viene anche usato per indicare una cattiveria "spicciola", gratuita o immotivata, fatta giusto per il piacere di arrecare un danno agli altri. Talvolta il termine viene usato anche in accezione positiva, per indicare un atteggiamento risoluto, segno di forte personalità, pur incurante dei danni che può arrecare agli altri.<ref>{{treccani|cazzimma_(Neologismi)|Cazzimma|v=1}} Neologismi, 2014.</ref><ref>{{cita web|curatore=Antonio Vinciguerra|url=http://www.accademiadellacrusca.it/it/lingua-italiana/consulenza-linguistica/domande-risposte/cos-cazzimma|titolo=Che cos'è la ''cazzimma''|sito=Accademia della Crusca|data=17 dicembre 2012}}</ref>
** ''rompere il cazzo'': sinonimo più volgare di "rompere le scatole" (''Mi hai rotto il cazzo'' = mi hai veramente scocciato); in senso passivo significa invece "mi sono stufato, seccato, annoiato".
** ''cacare / cagare il cazzo'' (sinonimo di "rompere il cazzo"): dare fastidio in maniera insopportabile a qualcuno (vedi più sopra "cacacazzo").
** ''stare sul cazzo'' opp. ''darmi sul cazzo'': essere di fastidio a qualcuno, rompere le "scatole", essere una persona insopportabile e decisamente non gradita.
** ''levarsi dal cazzo'': detto a chi "sta sul cazzo", a chi dà fastidio; invito a farsi da parte, a scomparire, a togliersi dai piedi.
** ''scazzarsi'' (riflessivo) o ''scazzare'' (intransitivo): indicano una situazione di tedio,<ref name="Zingarelli"/> fastidio, indisponenza, poca voglia di affrontare un problema o continuare un lavoro (da cui ''sentirsi scazzato'' ed il relativo stato d'animo, lo ''scazzo'').
** ''non saperne un cazzo, non capirci un cazzo, non valer un cazzo, non vedere un cazzo, non me ne frega un cazzo'': in tali locuzioni (e molte altre simili, costruite sempre con l'avverbio di negazione + un verbo) il termine viene utilizzato come sinonimo di "nulla", "niente".
** ''cazzata'':<ref>{{cita|Galli de' Paratesi 1964|p. 7, 47}}.</ref> un'affermazione oppure un'azione qualsiasi che sia stupida, sciocca, o priva di senso ("dice / spara / fa cazzate": vedi più sopra ''cazzaro''); oppure un'azione decisamente sconsiderata, pericolosa, dannosa ("Ha fatto veramente una grande cazzata!"). Nelle versioni edulcorate il termine viene talora reso con ''cassata''.
** ''cazzi amari, cazzi acidi, cazzi da cagare, cazzi per il culo'': queste espressioni – sinonimiche fra loro – indicano gravi problemi previsti in futuro, o conseguenze nefaste. In [[dialetto romanesco]] l'espressione ''e mo so' cazzi'' indica appunto l'arrivo di problemi, di situazioni o di conseguenze spiacevoli e corrisponde all'italiano ''adesso sono guai''.
** ''del cazzo'': di nessun valore, importanza o interesse: "questo è proprio un romanzo del cazzo" "siamo giunti in un paese del cazzo"; opp. da niente, stupido, assurdo: "ha un atteggiamento del cazzo", "è un divertimento del cazzo"; opp. spiacevole, pessimo, bruttissimo: "è una situazione del cazzo" "è stata una giornata del cazzo"; in locuzioni esclamative esprime forte disappunto o irritazione: "spegni quella radio del cazzo!"
** ''alla / a cazzo di cane'': si dice di azione o attività eseguita malamente, a casaccio, con imperizia, maldestramente, in modo sconclusionato, senza criterio.
** ''alla cazzo / alla cazzo e culo'': stesso significato di "alla cazzo di cane".
** ''col cazzo che…'': espressione di risoluto diniego, con valore rafforzativo in sostituzione di una negazione ("col cazzo che vengo al cinema!"), col senso di "neanche per idea; non se ne parla proprio; non pensarlo neppure; figùrati se".
* Accezioni ed espressioni neutre:
** ''cazzo!'': espressione di meraviglia e di sorpresa, sia riguardo avvenimenti positivi che negativi<ref>Nel caso negativo suonerebbe, più o meno, come il più raffinato ma desueto "ohibò".</ref>. Esiste anche la variante ''oh, cazzo!'', con analogo significato seppur rafforzato dall'[[interiezione]]. Ad esempio: "Oh cazzo: che bel regalo!" o "Ma che fame avete, cazzo!".
** ''alla faccia del cazzo!'': esclamazione di stupore, di sorpresa, sinonimo di "càspita", "perbacco", "non l'avrei mai detto", o semplicemente di "alla faccia!"
** ''capo de cazzo'' opp. ''capo de cazzottella'': espressione (romanesca?) di sorpresa e meraviglia simile all'espressione "alla faccia del cazzo".
** ''cazzarola'': termine che oggi viene comunemente collegato alla parola "cazzo" ma che in realtà deriverebbe da "casseruola"<ref name="Zingarelli"/>: non ha un significato specifico, e viene usato come un intercalare che all'interno di una frase serve da rafforzativo del concetto da esprimere; oppure è un intercalare che indica stupore, meraviglia.
** ''grazie al cazzo'': espressione di risposta ad un'affermazione ovvia e di nessuna utilità, lapalissiana. ("La [[Ferrari]] è un'auto bellissima...", "Eh!, grazie al cazzo!"). Ingentilito talora con il detto "Grazia, Graziella e grazie al cazzo".
** ''essere cazzo di..'': espressione dialettale campana con significato di "essere capace di...", "riuscire nel..." ("Nun sì cazz' 'e fa' niente!": "Non sai fare niente!")
** ''salcazzo'': da "sa il cazzo", viene usato nel senso di "chissà" ("Stasera verranno Maria, Marco, Giovanni e salcazzo chi altro ancora").
** ''che cazzo dici / fai / vuoi?'' ''non voglio un cazzo'': locuzioni dalle quali si evince l'utilizzo sinonimico estensivo che viene fatto del termine nel parlare comune (nella domanda sostituisce il termine "cosa" – cosa vuoi? – mentre nella risposta il termine significa "nulla / niente" – non voglio niente).
** ''sono cazzi miei / tuoi; fatti i cazzi tuoi'': in tale locuzione il termine è sinonimo di "fatti", "affari", "problemi".
** ''<nowiki>'</nowiki>sto cazzo!?'': espressione romanesca con accezione esclamativa di ammirazione; ovvero di scetticismo e negazione.
** ''<nowiki>'</nowiki>sti cazzi'': espressione romanesca che si è andata diffondendo nel resto d'Italia col significato di "non me ne importa nulla / non mi riguarda", riferita a cosa e/o affermazione di scarsa importanza. Viene anche spesso usata per mostrare stupore o ammirazione (simile a "perbacco"), similarmente al romano ''<nowiki>'</nowiki>sto cazzo''. È sempre più in uso anche nel senso di "col cazzo che...": ''<nowiki>'</nowiki>Sti cazzi se lo aiuto!'' ("Figurati se lo aiuto!", "Non se ne parla proprio che lo aiuto!").
* Accezioni ed espressioni positive:
** ''[[Cazzeggio|cazzeggiare]]'': è un termine che sta per "passare il tempo trastullandosi nell'ozio, lavorando il meno possibile o facendo innocue ''cazzate''", il cui fine è la semplice occupazione del proprio tempo libero.<ref name="Zingarelli"/>
** ''cazzuto'':''<ref name="Zingarelli" />'' persona abile e capace, coraggiosa o impavida; detto anche di persona robusta, virile, forte; oppure giovane particolarmente dotato.
** ''cazzomatto'': espressione con cui si suole intendere una persona buontempona, un mattacchione. Talvolta, però, vuol dire anche ''sciocco''.<ref name="ReferenceA"/>
** ''a cazzo dritto'': espressione che sostituisce la parola "sicuramente", ad esempio: verrò all'appuntamento a "cazzo dritto" (verrò all'appuntamento sicuramente).
La [[parola]], idealmente seguita da un punto esclamativo, viene spesso usata come [[interiezione]] o reazione di sorpresa / opposizione rispetto ad un evento del tutto inaspettato e/o sgradito. Questo uso, tuttavia, viene considerato piuttosto volgare e disdicevole (non a caso nel [[doppiaggio]] in italiano dei [[film]] in [[lingua inglese]] sostituisce spesso l'esclamazione ''"[[fuck|fuck!]]"'' (letteralmente ''fòttiti''). Provocò invero una certa sensazione negli [[anni 1970|anni settanta]] l'esclamazione di questa parola da parte di [[Cesare Zavattini]] in un programma [[Radio (mass media)|radiofonico]], in epoche in cui alla [[RAI]] la lista delle parole vietate comprendeva anche il "piede".
=== Altre denominazioni ===
{{F|voci comuni|ottobre 2010|Oltre a non capirsi l'utilità, la maggior parte delle denominazioni dialettali è senza fonti, e si presta a reiterati inserimenti goliardici di nuovi sinonimi iper localistici|}}
Numerose altre denominazioni dialettali, colloquiali, familiari o volgari vengono poi usate per indicare l'organo genitale maschile.
==== Dialettali ====
;Altri
Mella ([[Dialetto ticinese|ticinese]]); Tulino;
;Abruzzo
Cella ([[Dialetti d'Abruzzo|abruzzese]] e [[Dialetti marchigiani|marchigiano]]); Ciufello ([[Dialetti d'Abruzzo|abruzzese]]);
Picco (dialetti marsicani, Abruzzo);
;Calabria
Battagliùn ([[Dialetto calabrese|calabrese]]); Ciolla e varianti ([[Dialetto calabrese|Reggio Calabria]] e Ragusa); Cioncia ([[Dialetto calabrese|crotonese]]); Cagnolu ([[Dialetto calabrese|catanzarese]]); Frat'ma Giorg' ("mio fratello Giorgio", [[Dialetto calabrese|calabrese]]); Marra ([[Dialetto calabrese|calabrese]]); Micciu ([[Dialetto calabrese|calabrese]]); Pizza ([[Dialetto calabrese|Reggio Calabria]]);
;Campania, Napoli
Asso di bastoni ([[Napoli]]); Capitone senz'e recchie ([[Lingua napoletana|napoletano]]); Cicella, Ciciniello (in napoletano è il pesciolino appena nato, quindi indica un pene piccolo, dei bambini); Cumpàgne mije ([[Dialetti campani|campano]], "il mio amico"); Fravaglio ([[Lingua napoletana|napoletano]]); 29, o pate d'e criature (vedi [[La smorfia]]); Fraone, Fravone (napoletano, intende principalmente il "[[glande]]"); Mazzarello ([[Lingua napoletana|napoletano]]); Pepe ([[dialetto irpino|avellinese]]); Pesce ([[Lingua napoletana|napoletano]]); Battaglio ([[Provincia di Napoli]]); Fravolo (Napoli e provincia);
;Emilia-Romagna
Blig/Blëg ([[Lingua romagnola|romagnolo]]) e forma italianizzata Bligo; Birèl ([[Lingua romagnola|romagnolo]]) e la forma italianizzata Birello;
;Lazio, Roma
Cupolone ([[Dialetto romanesco|romanesco]]);
;Liguria, Genova
Anghilla ([[dialetto genovese|genovese]]); Banana, Bananna ([[dialetto genovese|genovese]]); Belino ([[Lingua ligure|ligure]]); Belàn; [[Belìn]]; Canäio ([[dialetto genovese|genovese]]); Cannello ([[dialetto genovese|genovese]]); Cannetta ([[dialetto genovese|genovese]]); Carottua ([[dialetto genovese|genovese]]); Casso ([[dialetto genovese|genovese]]); Cicciollo ([[dialetto genovese|genovese]]); Ciolla ([[Dialetto savonese|savonese]]); Manego ([[dialetto genovese|genovese]]); Manubrio, Manûbrio ([[dialetto genovese|genovese]]); Mostaciollo ([[dialetto genovese|genovese]]); Pigneu ([[dialetto genovese|genovese]]); Pistolla ([[dialetto genovese|genovese]]); Pinfao ([[dialetto genovese|genovese]]);
;Lombardia, Milano
Biscotto;<ref>[[Lingua lombarda|Lombardo]], come nel detto ''ciapel sot che l'è un biscot''.</ref> Bigol, Bigolo ([[Lingua lombarda|lombardo]] e [[Lingua friulana|friulano]]); Bora ([[Dialetto milanese|milanese]]); Liben ([[Dialetto milanese|milanese]]); Manübri ([[Dialetto milanese|milanese]]); [[Pirla]] (impropriamente [[Dialetto lombardo occidentale|lombardo occidentale]]); Mestér ([[Dialetto bergamasco|bergamasco]]); Osèl ([[Dialetto bergamasco|bergamasco]], [[Dialetto bresciano|bresciano]]); Pistola, pistolino e varianti ([[Dialetto milanese|milanese]]<ref>''Pistola'' di solito usato come sinonimo, non particolarmente volgare per altro, di ''scemo''.</ref>);
;Piemonte
Ciula ([[Lingua piemontese|piemontese]]); [[Picio]] ([[Lingua piemontese|piemontese]]); Puvrun ([[Lingua piemontese|piemontese]]); Bidulu ([[Dialetto vercellese|vercellese]]);
;Puglia
Ciòla ([[Bari|barese]] e [[Dialetto tarantino|tarantino]]); Ciddone ([[Dialetto foggiano|foggiano]] e [[Dialetti della Puglia|andriese]]); Fràtema ([[Dialetto salentino|salentino]]); Smargiale ([[Dialetto salentino|salentino]]); Pica ([[Dialetto salentino|salentino]]); Pinga ([[Trani|tranese]] e [[Dialetto foggiano|foggiano]]); Pingone ([[Dialetto foggiano|foggiano]]); Pizza ([[Provincia di Taranto|tarantino]]);
;Sardegna
Chiccadroxia o Chichillitta ([[Lingua sarda|cagliaritano]], indica il pene dei bambini); Gazzu ([[Lingua sarda|sardo]]); Borrodda, Maccarrona, Brincula ([[Orosei]]); Minca ([[sardo campidanese]]); Mincia ([[Lingua sassarese|sassarese]], [[Modica]]); Mincra ([[Lingua sarda|sardo nuorese]]); Pilloni e varianti ([[Lingua sarda|cagliaritano]]); Paldal ([[dialetto algherese|algherese]]);
;Sicilia
Bagara ([[Trapani]]); Ciocca o Ciolla ([[Provincia di Trapani]]); Ciota ([[Savona]], e [[Sicilia]]); Cedda ([[Catania]]); Ciaramedda o Ciaramita ([[Messina]]); Cicia ([[Ragusa]]); Cidduzza, Acidduzza o Acidduzzo (usato per indicare il membro dei bambini, parlando con i bambini, o in tono di sfottò un uomo con un pene piccolo) sarebbe l'equivalente italiano di "''uccelluccia''" cioè di "piccolo uccello" (la desinenza è in ''-a'' perché l'organo genitale in Sicilia è femminile); Marruggio (in [[Dialetto palermitano|palermitano]] ed a [[Messina]]) vuol dire "bastone" con riferimento alla forma e durezza del membro; [[Minchia]] ([[Lingua siciliana|siciliano]] e calabrese) o anche mènchia; Piciòlla o piciòllo ([[Modica]]);
;Toscana
Bischero ([[Dialetto toscano|toscano]]); Creapopoli ([[Empoli]]); Fava ([[Dialetto toscano|Toscano]]); Dami ([[Dialetto toscano|toscano]]); Lilli, Lillo ([[Dialetto toscano|fiorentino]]); Manfano ([[Dialetto livornese|livornese]]); Billo ([[lucchesia]]);
;Umbria e Marche
Cello ([[dialetto umbro|umbro]]-[[Dialetti marchigiani|marchigiano]]) Pistello ([[Dialetto anconitano|Anconitano]]<ref>{{cita libro|autore=Mario Panzini|titolo=Dizionario del vernacolo anconitano|città=Castelferretti, Falconara Marittima-Loreto|editore=Sagraf-Controvento|annooriginale=|anno=1996-2008|sbn=UMC1011968}}</ref>);
;Veneto
Baolina o Begolina, vezzeggiativo per i bambini (veneto); Bicio ([[Lingua veneta|veneto]]); ([[Bigolo]]) (veneto); (Biri) (vezegiativo); Bimbin ([[Dialetto triestino|triestino]]); Bega (veneto); Brocia (ladino/ladino bellunese);<ref name="istitutoladino.it">{{cita web|titolo=Dizionario Italiano - Ladino Selvano|url=http://www.istitutoladino.it/index.php?option=com_content&view=article&id=41|sito=Istituto Ladin de la Dolomites|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20140502033245/http://www.istitutoladino.it/index.php?option=com_content&view=article&id=41 |dataarchivio=2 maggio 2014 }}{{collegamento interrotto}}</ref> Ciccio ([[Lingua veneta|veneto]]); Coà (veneto); Coda ([[Lingua veneta|bellunese]]); Codeghin (veneto); Mànego ([[Lingua veneta|veneto]]); Merlo (veneto); Mugoloto (tutolo del mais in Veneto); Renga (veronese); Pampano o pimpanoto (veronese); Pindol, usato per indicare il membro dei bambini (ladino/ladino bellunese);<ref name="istitutoladino.it"/> Salado (veneto); Sardela (veneto); Zizon (anatra maschio in veneto); Versor (vomere dell'aratro in Veneto).
==== Letterarie ====
====A====
Affare ([[Paolo Volponi|Volponi]], [[Tommaso Landolfi|Landolfi]]); Ammennicolo; Antenna ([[Pietro Aretino|Aretino]]); Archetto ([[Pietro Aretino|Aretino]]); Argomento ([[Pietro Aretino|Aretino]]); Arma ([[Giuseppe Gioachino Belli|Belli]]); Arnese ([[Francesco Redi|Redi]]); Arpione ([[Pietro Aretino|Aretino]]); Articolo per signora; Asperge ([[Giuseppe Gioachino Belli|Belli]]); Asta ([[Giuseppe Gioachino Belli|Belli]]); Attrezzo ([[Giuseppe Gioachino Belli|Belli]]); Augello;
==== B ====
Bacchetta magica ([[Aldo Busi|Busi]]), Bacchettone ([[Aretino]]); Baciocco ([[Aldo Busi|Busi]]); Balestra ([[Aretino]]), Balestro ([[Aretino]]); Bastone ([[Pier Paolo Pasolini|Pasolini]], [[Dacia Maraini|Maraini]]); Batacchio ([[Vitaliano Brancati|Brancati]]); Batocco ([[Giuseppe Gioachino Belli|Belli]]); Battaglio ([[Aretino]]); Battitoio ([[Aretino]]); Battocchio ([[Beppe Fenoglio|Fenoglio]]); Bompresso ([[D'Annunzio]]); Bordone ([[Poliziano]]);
==== C ====
;Ca
C... ([[Giuseppe Parini|Parini]], [[Beppe Fenoglio|Fenoglio]]); Ca' ([[Aretino]]); Cacchio;<ref>{{cita|Nocentini 2010|p. 163}}. «Cacchio s.m. [sec. XVII] ~ getto di una pianta coltivata [...] Comunemente usato come sostituto eufemistico di ''cazzo'' [...]».</ref> Canaletto ([[Giuseppe Gioachino Belli|Belli]]); Cannella ([[Giuseppe Gioachino Belli|Belli]]); Cannocchiale ([[Giuseppe Gioachino Belli|Belli]]); Cannone ([[Dacia Maraini|Maraini]]); Cantabrûnn-a ([[dialetto genovese|genovese]]); Caparra ([[Giovanni Sercambi]]); Capitano; Catenaccio ([[Aretino]], [[Giuseppe Gioachino Belli|Belli]]); Cardoncello ([[Prison School]]); Cavicchio ([[Giuseppe Gioachino Belli|Belli]]); Caviglia ([[Boccaccio]], [[Aretino]]); Cavola ([[Giuseppe Gioachino Belli|Belli]]);
;Ce Cz
Cetriolo; Chiave ([[Poliziano]], [[Aretino]]); Chiavistello ([[Aretino]], [[Giuseppe Gioachino Belli|Belli]]); Chiodo ([[Aretino]], [[Luigi Settembrini]]); Cippa;<ref>Da ''ceppo'', anche ''ceppa''.</ref> Clarinetto ([[Arbore]]); Clava ([[Aldo Busi|Busi]]); Coltello ([[Aretino]]); Coltrone; Comarello ("[[cetriolo]]"); Corda, Cordone ([[Aretino]]); Cosa ([[Boccaccio]], [[Aretino]]); Coso ([[Giuseppe Gioachino Belli|Belli]]), Cosetta, Cosone ([[Aldo Busi|Busi]]); Cotale ([[Aretino]], [[Vincenzo Monti|Monti]]); Cric ([[Aldo Busi|Busi]]); Cristeo ([[Aretino]]);
==== D ====
Daga ([[Aldo Busi|Busi]]); Dardo ([[D'Annunzio]], [[Guido Gozzano|Gozzano]]);
==== E ====
Erpice ([[Aretino]]);
==== F ====
Faccenda ([[Ludovico Ariosto|Ariosto]], [[Aretino]]); Fagotto ([[Carlo Emilio Gadda|Gadda]]); Falce ([[Giovan Battista Marino|Marino]]); Fallo; Ferri (Aretino); Filtro da sigaretta ([[Aldo Busi|Busi]]); Finferlo ([[Lingua veneta|veneto]]); Flagello (Aretino); Flauto ([[Gabriele D'Annunzio|D'Annunzio]]); Flauto del mulattiere ([[Aretino]]); Fornimento (Aretino); Freccia (Aretino); Frugatoio (Aretino); Frusto ([[Poliziano]]); Fucile ([[Dacia Maraini|Maraini]]); Fuscina ([[Francesco Berni]]); Fuso (Aretino, ([[Giuseppe Gioachino Belli|Belli]]);
==== G ====
Ghiera ([[Francesco Berni]]); Giannettone (Aretino); Grattapugia ([[Lorenzo de' Medici]]);
==== H ====
{{...|linguistica}}
====I====
Infundibolo ([[Alberto Arbasino]]);
==
K (Aretino, [[Beppe Fenoglio|Fenoglio]]);
==== L ====
Lancia (Aretino), Lanciotto ([[Aretino]]); Legnetto ([[Boccaccio]]), Lo ([[Aretino]], [[Pier Paolo Pasolini|Pasolini]]); Lima (Aretino); Linea ([[Matteo Bandello]]);
===
Macchina a stantuffo ([[Aldo Busi|Busi]]), Manegh ([[Ruzante]]), Manganello ([[Giuseppe Gioachino Belli|Belli]]); Manico ([[Aretino]]); Masserizia ([[Franco Sacchetti|Sacchetti]], [[Poliziano]], [[Matteo Bandello]]); Membro (termine proprio della [[lingua italiana]]); Menhir ([[Aldo Busi|Busi]]); Mentula ([[Lingua latina|latino]]); Mescolo ([[Matteo Bandello]]); [[Minchia]], Mio ([[Giuseppe Gioachino Belli|Belli]]); Misura ([[D'Annunzio]]); Moccolo ([[Giuseppe Gioachino Belli|Belli]]);
===
Natta ([[Dialetto toscano|toscano]]); Nave ([[Boccaccio]]); Navicella ([[Dacia Maraini|Maraini]]); Nerbiu ([[Sardo campidanese]]), Nerbu ([[Dialetto calabrese|calabrese]]); Nerchia ([[Giuseppe Gioachino Belli|Belli]], [[Aldo Busi|Busi]]); Nostro ([[Lorenzo de' Medici]]); Novella ([[Aretino]]);
===
Omaggio ([[Aldo Busi|Busi]]); Ordigno ([[Giuseppe Gioachino Belli|Belli]]); Organo genitale maschile (termine proprio della [[lingua italiana]]); Orinale ([[Aretino]]); Oseo ("uccello" in [[lingua veneta|veneto]]);
===
Padùlo;<ref>Come nel detto «l'uccello padulo vola sempre all'altezza del culo» per estensione ''pene''.</ref> Pala ([[Aretino]]); Palo ([[Pier Paolo Pasolini|Pasolini]]), Paletto ([[Pier Paolo Pasolini|Pasolini]]); Panni lini (Aretino); Pastorale ([[Aretino]]); Patta (Busi); Pedona ([[Franco Sacchetti|Sacchetti]]); Pendolo (Busi), Pendolone ([[Matteo Bandello]]); Pene (termine proprio della [[lingua italiana]]); Penna (Gozzi); Pennarolo ([[Giuseppe Gioachino Belli|Belli]]); Pennello (Aretino); Pentolino ([[Alberto Moravia|Moravia]]); Pertica (Aretino), Pestaglio, Pestello ([[Boccaccio]]); Peston, Pestone ([[Carlo Porta|Porta]]); Piede di trespolo (Aretino); Piffero (Aretino); Piolo (Aretino); Pipino; Pipo; Pipolo o Pipoloto (Veneto);[[Pirla]]; Pirolo ([[Giuseppe Gioachino Belli|Belli]]); Pisello; Pistello (Aretino); Pistone (Aretino); Pivo (Aretino); Pugnale (Aretino); Puntello (Aretino); Pupazzo (Belli);
===
Qualcosa, Qualcosellina ([[Giosuè Carducci|Carducci]]); Quello ([[Aretino]]);
===
Radiccia ([[dialetto genovese|genovese]]); Ramaiolo ([[Lorenzo de' Medici]]); Ramata; Randello ([[Lorenzo de' Medici]]); Razzo ([[Alberto Arbasino|Arbasino]]); Reliquia ([[Aretino]]); Rilla ([[Aretino]]); Roba ([[Poliziano]]); Roncone ([[Aretino]]);
===
Salsiccia (così nella traduzione in alcuni dialetti d'Italia); Sapone ([[Lorenzo de' Medici]]); Scettro ([[Dacia Maraini|Maraini]]); Schivo ([[Aretino]]); Sega (''Canti carnascialeschi''); Sgonfiatoio ([[Aretino]]); Sira ([[Lingua sarda|cagliaritano]]); Spada ([[Giuseppe Gioachino Belli|Belli]]); Spàrgolo ([[Aretino]]); Spazzatoio ([[Aretino]]); Spiedo ([[Carlo Emilio Gadda|Gadda]]); Spuntone ([[Aretino]]); Staiùl ([[Lingua pugliese|grumese]]); Stendardo ([[Aretino]]); Stennarello ([[Giuseppe Gioachino Belli|Belli]], [[Pier Paolo Pasolini|Pasolini]]); Stocco ([[Aretino]]); Stoppino ([[Aretino]]); Strumento ([[Paolo Volponi]]); Succhiello; Sûcchin ([[dialetto genovese|genovese]]); Suggello ([[Aretino]]); Sventrapapere ([[Roberto Benigni|Benigni]]);
===
Tasta ([[Aretino]]); Tempella ([[Aretino]]); Tirso ([[Guido Gozzano|Gozzano]], [[Carlo Emilio Gadda|Gadda]]); Torciorecchio ([[Giuseppe Gioachino Belli|Belli]]); Torcitoio ([[Aretino]]); Tortóre ([[Giuseppe Gioachino Belli|Belli]]); Tregghia ([[Dialetto tarantino|tarantino]]); Tubo ([[Alberto Moravia|Moravia]]); Turacciolo ([[Giuseppe Gioachino Belli|Belli]]);
===
Uccello, Usel;<ref>Si chiama così, nella traduzione, in molti dialetti del Nord.</ref> Uncino ([[Boccaccio]]);
===
Vanga ([[Dacia Maraini|Maraini]]); Vasello ([[Paolo Volponi]]); Verga ([[Aretino]], [[Giuseppe Gioachino Belli|Belli]]); Vermiceddu (Siciliano); Vomere ([[Ludovico Ariosto|Ariosto]]); Varra ([[Molise]]); Vicilla ([[Dialetto foggiano|foggiano]])
===
Walter ([[Luciana Littizzetto]])
===
Zeppa ([[Giuseppe Gioachino Belli|Belli]]); Zubbo ([[dialetto genovese|genovese]]); Zufolo ([[Aretino]]);
== Metafore della parola in altre lingue ==
=== Inglese ===
Di seguito alcune [[metafora|metafore]] in area linguistica anglosassone, nella forma originale (in ''corsivo'') e nella loro traduzione:<ref>{{cita|Scerbo 1991|pp. 35-36}}.</ref> ''staff'', bastone, palo; ''pile-driver'', palo, bastone guidatore; ''pilgrim's staff'', bastone, palo del pellegrino (XVIII secolo); ''staff of love'', bastone, palo dell'amore; ''pike-staff'', asta della picca; ''hand-staff'', bastone, palo che si può maneggiare; ''rod'', bacchetta; ''ramrod'' bacchetta da conficcare; ''rammer'', ariete; ''fishing rod'', canna da pesca; ''perch'', pertica; ''post'', palo, pertica (XIX secolo); ''club'', bastone; ''bludgeon'', bastone; ''crook'', bastone; ''pointer'', bacchetta, asta; ''tackle'', paranco; ''wand'', bacchetta, asta; ''magic wand'', bacchetta magica. Sempre in amo inglese, ma [[Lingua inglese|americano]] anche ''stick'' e ''stick of love'' (rispettivamente bastone, stecca e palo dell'amore), come usato da [[Lady Gaga]] nella canzone ''[[LoveGame]]''.
===
Di seguito alcune metafore in [[lingua francese]] nella forma originale (in ''corsivo'') e nella loro traduzione: ''chandelle'', candela; ''bougie'', candela; ''bougeoir'', piccolo candeliere; ''boute-feu'', buttafuoco; ''allumette'', fiammifero; ''brandon'', torcia; ''cigarette'', sigaretta.
== Varianti parafoniche ==
Di seguito alcune varianti parafoniche della parola:<ref name="ReferenceA"/><ref>{{cita|Scerbo 1991|p. 71}}.</ref> càcchio, càkkio, kàkkio; cànchero; càpperi; càppita; càspita, caspiterìna; catinàzzu (reggino); càvolo; càzega (veneto); catanazzo (campano); càzzica; kàiser; cazzaròla. Vengono usate al posto dell'originale per evitarne l'utilizzo.
==
<references/>
==
* {{cita libro|autore1=Valter Boggione|autore2=Giovanni Casalegno|titolo=Dizionario storico del lessico erotico italiano: metafore, eufemismi, oscenità, doppi sensi, parole dotte e parole basse in otto secoli di letteratura italiana|città=Milano|editore=Longanesi|anno=1996|isbn=88-304-1394-1}}
* {{cita libro|autore=Ernest Borneman|titolo=Dizionario dell'erotismo: la fisiologia, la psicologia, le pratiche, l'immaginario, la patologia, la storia dell'amore e del sesso|città=Milano|editore=Rizzoli BUR|anno=1988|isbn=88-17-14513-0|cid=Borneman 1988}}
* {{cita libro|autore1=Carlo Battisti|wkautore1=Carlo Battisti|autore2=Giovanni Alessio|wkautore2=Giovanni Alessio|titolo=Dizionario etimologico italiano|città=Firenze|editore=Barbera|anno=1950-1957|sbn=LIA0963830|cid=Battisti & Alessio 1950-1957}}
* {{cita libro|autore1=Manlio Cortelazzo|wkautore1=Manlio Cortelazzo|autore2=Paolo Zolli|titolo=Dizionario etimologico della lingua italiana|città=Bologna|editore=Zanichelli|anno=1988|sbn=CFI0012913|cid=Cortelazzo & Zolli 1988}}
* {{cita libro|autore=Michelangelo Dolcino|titolo=E parolle do gatto: dizionario genovese-italiano di termini, insulti, locuzioni e proverbi assolutamente sconvenienti|edizione=3|città=Genova|editore=Erga|anno=1976|sbn=LIG0050639}}
* {{cita libro|autore1=Helen Frost|autore2=Henry Goodwin|titolo=Il nuovo codice incivile: diritti e doveri degli incazzati|città=Milano|editore=Eco|anno=2006|isbn=88-8113-341-5}}
* {{cita libro|autore=Nora Galli de' Paratesi|titolo=Semantica dell'eufemismo|città=Torino|editore=Giappichelli|anno=1964|sbn=IEI0072502|cid=Galli de' Paratesi 1964}}
* {{cita libro|autore=Vittorio Gleijeses|titolo=A Napoli si diceva così: (detti e proverbi)|città=Napoli|editore=Società editrice napoletana|anno=1976|sbn=SBL0016642}}
* {{cita libro|autore-capitolo=Antonio Lupis|capitolo=La lingua dei lanzi fiorentini con una nuova ipotesi su it. ''cazzo''|curatore=Johannes Kramer|titolo=Italienische Sprache und Literatur an der Jahrtausendwende: Beiträge zum Kolloquium zu Ehren von Ignazio Toscani, Trier, 19. und 20. Januar 2001|città=Hamburg|editore=Helmut Buske|anno=2002|isbn=3-87548-315-4|pp=39-58|cid=Lupis 2002}}
* {{cita libro|autore=Alberto Nocentini|titolo=L'etimologico|altri=con la collaborazione di Alessandro Parenti|città=Milano|editore=Le Monnier-Mondadori Education|anno=2010|isbn=978-88-00-20781-2|cid=Nocentini 2010}}
* {{cita pubblicazione|autore=Angelico Prati|wkautore=Angelico Prati|titolo=Vicende di parole|rivista=L'Italia dialettale|volume=13, 1937, pp. 77-125; 15, 1939, pp. 187-204|cid=Prati 1937-1939}}
* {{cita libro|autore=Angelico Prati|wkautore=Angelico Prati|titolo=Vocabolario etimologico italiano|città=Milano|editore=Garzanti|anno=1951|sbn=TO00341360|cid=Prati 1951}}
* {{cita pubblicazione|autore=Glauco Sanga|titolo=Postille gergali al ''DELI''|url=https://www.academia.edu/14914612/Sanga_Postille_gergali_al_DELI_in_Atti_del_Sodalizio_Glottologico_Milanese_XXVII_1986_pp_30_39|accesso=8 agosto 2021|rivista=Atti del Sodalizio Glottologico Milanese|volume=27|anno=1986|pp=30-39|cid=Sanga 1986}}
* {{cita libro|autore=Ercole Scerbo|titolo=Il nome della cosa: nomi e nomignoli degli organi sessuali|città=Milano|editore=Oscar Mondadori|anno=1991|isbn=88-04-34777-5|cid=Scerbo 1991}}
== Voci correlate ==
* [[Pene]]
* [[Belìn]]
* [[Minchia]]
* [[Fuck]]
== Altri progetti ==
{{interprogetto|etichetta=cazzo|wikt=cazzo}}
{{portale|linguistica}}
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