Papa Pio XII: differenze tra le versioni

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{{Nota disambigua||Pacelli (disambigua)|Pacelli}}
{{Quote|Nulla è perduto con la pace, tutto può essere perduto con la guerra.|Dal discorso radiofonico del papa del [[24 agosto]] del [[1939]]}}
{{Nota disambigua||Pio XII (disambigua)|Pio XII}}
{{Papa della chiesa cattolica|
{{Papa della Chiesa cattolica
|titolo=[[venerabile]]
|nome=Papa Pio XII
|immagine=Pius XII with tabard, by Michael Pitcairn, 1951.png
|immagine=Immagine:Papa_Pio_XII_Eugenio_Pacelli.jpg
|didascalia=Michael Pitcairn, ritratto fotografico di Pio XII (1951 ca.)
|larghezza=180px
|stemma=C o a Pius XII.svg
|nato=[[Roma]], [[2 marzo]] [[1876]]
|titolo=260º papa della Chiesa cattolica
|alsecolo=Maria Giuseppe Giovanni Eugenio Pacelli
|inizioelezione=[[2 marzo]] [[1939]]
|consacrazioneincoronazione =[[12 marzo]] [[1939]]
|fine pontificato=[[9 ottobre]] [[1958]]<br /><small>({{Età e giorni|1939|3|2|1958|10|9}})</small>
|motto=''Opus iustitiae pax''
|cardinali=vedi [[Concistori di papa Pio XII]]
|predecessore=[[papa Pio XI]]
|successore=[[papa Giovanni XXIII]]
|nome nascita=Eugenio Maria Giuseppe Giovanni Pacelli
|stemma=Immagine:Stemma_Pio_XII.jpg
|data di nascita=2 marzo 1876
|motto=Opus iustitiae pax
|luogo di nascita=[[Roma]]
|ordinato=2 aprile 1899 dal [[Patriarca (cristianesimo)|patriarca]] [[Francesco di Paola Cassetta]] (poi [[cardinale]])
|nomarcivescovo=23 aprile 1917 da [[papa Benedetto XV]]
|arcconsacrato=13 maggio 1917 da [[papa Benedetto XV]]
|creato=16 dicembre 1929 da [[papa Pio XI]]
|data di morte={{Calcola età3|1958|10|9|1876|3|2}}
|luogo di morte=[[Castel Gandolfo]]
|sepoltura=[[Grotte Vaticane]]
}}
{{Bio
'''Pio XII''' è stato il 260° papa della [[Chiesa cattolica]].
|Titolo = '''Papa'''
|Nome = Pio XII
|Cognome =
|ForzaOrdinamento = Pio 12
|PreData = {{latino|Pius PP. XII}}, nato '''Eugenio Maria Giuseppe Giovanni Pacelli'''<ref>{{Cita|BeWeb}}.</ref>
|Sesso = M
|LuogoNascita = Roma
|GiornoMeseNascita = 2 marzo
|AnnoNascita = 1876
|LuogoMorte = Castel Gandolfo
|GiornoMeseMorte = 9 ottobre
|AnnoMorte = 1958
|Epoca = 1900
|Attività = papa
|Attività2 = arcivescovo cattolico
|Attività3 = cardinale
|Nazionalità = italiano
|FineIncipit = è stato il 260º [[papa]] della [[Chiesa cattolica]] e [[Diocesi di Roma|vescovo di Roma]], 2º [[monarchia|sovrano]] dello [[Stato della Città del Vaticano]], dal 2 marzo 1939 fino alla morte
}}
Nel 1990, a conclusione della prima fase di [[beatificazione]], ha ricevuto il titolo di [[servo di Dio]]. Nel 2009, a conclusione della seconda fase, ha ricevuto il titolo di [[venerabile]], che ne attesta l'eroicità delle virtù per la Chiesa. La causa di canonizzazione è affidata alla [[Compagnia di Gesù]].
 
== Biografia ==
=== Nascita e studi ===
{{dx|[[File:Eugenio Maria Giuseppe Giovanni Pacelli (Pius XII), 1882.jpg|thumb|left|upright=0.5|Eugenio Pacelli a 6 anni, nel 1882]]}}
Eugenio Maria Giuseppe Giovanni Pacelli dei Principi di Acquapendente nacque a [[Roma]] il 2 marzo 1876 da nobile famiglia, terzogenito dell'avvocato della [[Tribunale della Rota Romana|Sacra Rota]] [[Filippo Pacelli]] e di Virginia Graziosi (1844-1920).
 
La famiglia Pacelli si era guadagnata un posto di rilievo negli ambienti curiali nel periodo della [[Repubblica Romana (Risorgimento)|seconda Repubblica Romana]] (1848-1849), durante la quale il nonno di Eugenio, [[Marcantonio Pacelli]], avvocato rotale originario di [[Onano]] e cugino del futuro cardinale [[Prospero Caterini]], aveva seguito [[papa Pio IX]] nel suo esilio a [[Gaeta]], allora parte del [[Regno delle Due Sicilie]], guadagnandosi la fiducia del pontefice che, tornato in possesso del regno, lo aveva nominato vice ministro agli Interni. Marcantonio, insignito della nobiltà di [[Acquapendente]] e di [[Sant'Angelo in Vado]] nel 1853 e 1858, era rimasto in carica dal 1851 al 1870, fino alla [[Presa di Roma]], ed era stato nel 1861 tra i fondatori dell{{'}}''[[L'Osservatore Romano|Osservatore Romano]]''. Dal figlio di Marcantonio, Filippo, anch'esso avvocato rotale e poi decano degli avvocati, erano nati due maschi, [[Francesco Pacelli|Francesco]] ed Eugenio. La carriera legale del primogenito l'avrebbe portato nel 1929, per il suo ruolo fondamentale nella stipula dei [[Patti Lateranensi]], ad essere creato da [[Papa Pio XI|Pio XI]] Marchese e Nobile Romano; i Pacelli, con l'ascesa al papato di Eugenio, avrebbero infine ricevuto il titolo principesco da [[Vittorio Emanuele III di Savoia|Vittorio Emanuele III]] nel 1941<ref>{{Cita libro|titolo=Libro d'Oro della Nobiltà Italiana|edizione=XXIV|data=2010-2014|editore=Collegio Araldico|città=Roma|pp=250-251|volume=XXX}}</ref>.
 
Eugenio sentì sin da piccolo la vocazione sacerdotale: pare che nei momenti liberi amasse far finta di celebrare la [[messa]]. Determinante per la sua formazione fu l'influenza che ebbe, a partire dall'età di 8 anni, il reverendo [[Giuseppe Lais]], scienziato astronomo, discendente da una storica famiglia romana di origine sassone e in futuro insignito della medaglia d'oro pontificia da [[Papa Benedetto XV|Benedetto XV]].
 
Dopo le elementari, frequentate in una scuola privata cattolica, e la frequenza al [[Liceo classico Ennio Quirino Visconti|liceo di Stato "Ennio Quirino Visconti"]], Eugenio Pacelli entrò nel [[Almo collegio Capranica|Collegio Capranica]]. Dal 1894 al 1899 studiò [[teologia]] alla [[Pontificia Università Gregoriana|Gregoriana]]. Il 2 aprile 1899 (domenica di [[Pasqua]]) fu ordinato sacerdote per l'imposizione delle mani del vescovo [[Francesco di Paola Cassetta]]. Si addottorò in teologia nel 1901. Nel 1902 si laureò in [[giurisprudenza]] ''[[in utroque iure]]'', cioè sia in [[diritto civile]], sia in quello [[diritto canonico|canonico]]. Non ebbe mai modo di praticare l'avvocatura, al contrario del fratello maggiore Francesco, giurista per la Santa Sede e uno dei principali negoziatori dei Patti Lateranensi del 1929.
 
=== Carriera ecclesiastica ===
[[File:Pacelliordenado.jpg|thumb|left|Eugenio Pacelli giovane sacerdote]]
[[File:MarrydelValpacelli.jpg|thumb|La stipula del concordato tra il [[Regno di Serbia]] e la [[Santa Sede]] il 24 giugno 1914, di cui monsignor Pacelli (primo da sinistra) fu artefice]]
Il cardinale [[Vincenzo Vannutelli]], che più tardi sarebbe diventato decano del [[Sacro collegio|Sacro Collegio]], indusse Pacelli a entrare come "apprendista" nella segreteria di Stato. In tale ufficio conobbe subito importanti prelati quali i cardinali [[Mariano Rampolla del Tindaro|Mariano Rampolla]], [[Rafael Merry del Val]] e Giacomo della Chiesa, futuro [[papa Benedetto XV]]. Dopo tre anni fu nominato minutante<ref>[[Nazareno Padellaro]], ''Pio XII'', Torino, SAIE, 1956, pp. 49-52</ref> e, dopo la specializzazione accademica in [[rapporto Stato-Chiesa|relazioni fra Stato e Chiesa]], monsignore-ciambellano di [[papa Pio X]] (1904).
 
Preoccupato per le influenze libertarie che stavano contagiando il clero italiano, Pacelli vide con favore l'introduzione del [[giuramento antimodernista]] da parte di Pio X. Si applicò con zelo alla stesura di un nuovo [[codice di diritto canonico]] e, a partire dal 1911, alla carica di consultore presso il [[Sant'Uffizio]]. Nello stesso anno divenne sottosegretario della congregazione per gli affari ecclesiastici straordinari e rappresentò la [[Santa Sede]] all'incoronazione di [[Giorgio V del Regno Unito]]. Nel 1914 fu nominato segretario del cardinale [[Pietro Gasparri]], all'epoca sottosegretario della Congregazione per gli Affari Ecclesiastici straordinari e futuro segretario di Stato. In questa veste collaborò alla stesura del concordato tra il [[Regno di Serbia]] e la [[Santa Sede]] stipulato il 24 giugno 1914, pochissimi giorni prima dell'inizio della [[prima guerra mondiale]]. Tale accordo garantiva finanziamenti statali all'episcopato cattolico in Serbia e non ci sono fondate prove storiche che sia stato una delle cause delle tensioni con il confinante e cattolico [[Impero austro-ungarico]], culminanti poi nello scoppio del conflitto.
 
Il 13 ottobre 1914 [[papa Benedetto XV]] nominò Gasparri [[Segretario di Stato (Santa Sede)|segretario di Stato]]. Pacelli ne fu il collaboratore principale sino alla sua [[Vescovo|ordinazione vescovile]], il 13 maggio 1917, lo stesso giorno della prima apparizione della [[Madonna di Fátima|Madonna a Fátima]]. Benedetto XV lo elevò in pari data alla dignità arcivescovile con il titolo di [[arcivescovo titolare|arcivescovo]] di [[Arcidiocesi di Sardi|Sardi]] ''in partibus'' nominandolo [[nunzio apostolico]] in [[Baviera]].
[[File:Bundesarchiv Bild 102-00535, Bamberg, 900 Jahr-Feier der Stadt.jpg|miniatura|Nel luglio 1924, in occasione del 900º anniversario della città di [[Bamberga]] in [[Baviera]], si svolse una grande processione alla presenza dell'ex principe ereditario [[Rupprecht di Baviera]], dell'ex re [[Ferdinando I di Bulgaria|Ferdinando di Bulgaria]], del [[Nunziatura apostolica in Germania|nunzio per l'intera Germania]] Pacelli, di tutti gli arcivescovi di Germania e di alti prelati e dignitari. Nella foto Pacelli prega per strada]]
Durante i dodici anni in Germania (1917-1929) l'arcivescovo Pacelli si avvicinò molto al mondo tedesco e conobbe bene la realtà politica della [[Repubblica di Weimar]]. Il 19 aprile 1919, nel corso della [[rivolta spartachista]], di ispirazione comunista, la nunziatura di [[Monaco di Baviera]] fu accerchiata da un gruppo di rivoluzionari, che intendevano farvi irruzione. Il leader del gruppo, Siedl, estrasse una pistola e la puntò al petto di Pacelli, il quale si era personalmente posto a difesa dell'entrata della nunziatura. Sebbene scosso, il nunzio non intendeva cedere, difeso dalla coraggiosa [[suora]] [[Germania|tedesca]] [[Pascalina Lehnert]], che si interpose tra i rivoluzionari e il medesimo. Siedl non se la sentì di andare avanti e ordinò agli spartachisti di ritirarsi<ref name="ReferenceC">''La Grande Storia''; puntata del 29 dicembre 2006 ''Pio XII Il Principe di Dio''.</ref>. Pacelli scriverà al riguardo: «Sono dei veri e propri russi bolscevichi».<ref name="ReferenceC"/>
 
Nel 1920 fu il primo a essere nominato [[Nunziatura apostolica in Germania|nunzio per l'intera Germania]] e si trasferì a [[Berlino]]. Nel 1925 fu nominato anche nunzio apostolico in [[Prussia]]. In tale doppia veste egli concluse i concordati con i Länder della [[Baviera]] (1924) e con la [[Prussia]] (1929). Dopo la ratifica parlamentare di tale atto lasciò la Germania richiamato a Roma dal Papa, per essere creato cardinale.<ref>Nazareno Padellaro, ''cit.'', p. 100</ref>
 
Nel frattempo, l'11 febbraio 1929, [[Benito Mussolini]] e il cardinale Gasparri avevano firmato i [[Patti Lateranensi]], frutto della mediazione di [[Domenico Barone]] e di [[Francesco Pacelli]], fratello maggiore dell'allora nunzio a Berlino.
 
=== Cardinale e segretario di Stato ===
{{vedi anche|Discorso scomparso}}
[[File:Coat of arms of Eugenio Maria Pacelli.svg|thumb|left|Stemma cardinalizio di Eugenio Pacelli]]
[[File:Cardinale Pacelli in visita al Governatore di Roma 15 giugno 1932.jpg|upright=1.4|thumb|Il cardinale Pacelli in visita al Governatore di Roma (15 giugno 1932)]]
Pacelli fu creato cardinale da [[Papa Pio XI|Pio XI]] nel concistoro del 16 dicembre 1929 e il 7 febbraio 1930 succedette a Pietro Gasparri nella carica di [[Segretario di Stato (Santa Sede)|segretario di Stato]]. Proseguì nella linea del suo predecessore, negoziando e stipulando altri [[concordato|concordati]] al fine di regolare le relazioni tra la [[Santa Sede]] e le autorità statali. Nel 1932 stipulò quello con il Land tedesco del [[Repubblica di Baden|Baden]] e nel 1933 quello con l'[[Prima Repubblica austriaca|Austria]].
 
Pacelli aveva ricercato con costanza un concordato con l'intera Germania già nel periodo della sua nunziatura, negli [[Anni 1920|anni venti]]. [[Heinrich Brüning]], leader della ''[[Deutsche Zentrumspartei]]'', partito cattolico di centro, dichiarò nelle sue memorie che Pacelli, in occasione di un incontro del 1931 (quando Brüning era [[cancelliere]]), avrebbe insistentemente premuto per la dissoluzione dell'accordo di coalizione con il partito socialdemocratico, ponendola quasi come una condizione per la stipula del concordato. Il cancelliere in carica avrebbe respinto la sollecitazione considerando che il prelato fosse in grave errore di valutazione sulla situazione politica tedesca e, in particolare, sul peso del nascente partito nazista<ref>{{Cita web|url=http://www.testimonianzecristiane.it/teologia/vocabolario/bruning.htm|titolo=Heinrich Bruning - vocabolario teologico|autore=Massimiliano Salerno|sito=Testimonianze Cristiane|lingua=it|accesso=7 febbraio 2022}}</ref>.
==Vita==
Nacque a Roma il [[2 marzo]] [[1876]] dalla Nobildonna Virginia Graziosi e dall'Avvocato Filippo Pacelli ([[1837]]-[[1916]]), Nobile di Acquapendente e Nobile di Sant’Angelo, decano del collegio degli avvocati vaticani. Il futuro Papa fu battezzato con il nome di '''Maria Giuseppe Giovanni Eugenio Pacelli'''. Era nipote di Marcantonio Pacelli, fondatore dell’''[[L'Osservatore Romano|Osservatore Romano]].
 
[[File:Bundesarchiv Bild 183-R24391, Konkordatsunterzeichnung in Rom.jpg|thumb|Foto della firma del [[Reichskonkordat]]. Da sinistra a destra: Monsignor [[Ludwig Kaas]], il Vice-cancelliere tedesco [[Franz von Papen]], il Sottosegretario ecclesiastico [[Giuseppe Pizzardo]], il Cardinal Segretario di Stato Eugenio Pacelli, [[Alfredo Ottaviani]] e il Segretario del Ministero degli Interni tedesco [[Rudolf Buttmann]]]]
Pacelli studiò presso il [[Almo collegio Capranica|Collegio Capranica]] teologia a partire dal [[1894]] materia nella quale ottenne il dottorato nel [[1901]] nel [[1902]] divenne dottore pure in diritto ''[[in utroque iure]]''. Egli non aveva tuttavia seguito la tradizione famigliare dell'avvocatura, in effetti, nell'aprile del [[1899]] era stato consacrato [[sacerdote]]. Il fratello [[Francesco Pacelli|Francesco]] proseguì invece la carriera legale e fu giurista per la Santa sede e uno dei principali negoziatori dei [[Patti Lateranensi]].
 
Il 20 luglio 1933, a pochi mesi dall'ascesa di [[Adolf Hitler]] al potere (30 gennaio), Pacelli firmò a [[Roma]] il ''[[Reichskonkordat]]'' con la [[Germania]]. Questo concordato garantiva i diritti dei cattolici tedeschi e ripristinava le garanzie per la Chiesa e i fedeli, soppresse nell'Ottocento per il [[Kulturkampf]]. Fu il concordato più discusso, perché accordava il riconoscimento della Chiesa al [[Nazismo|regime nazista]] che segnò la fine di ogni vita democratica in Germania e la proibizione di tutti i partiti politici, compreso quello cattolico del centro (''Zentrumspartei''). Successivamente, nel 1935, Pacelli sottoscrisse anche un concordato con il [[Regno di Jugoslavia]].
A ventitre anni Pacelli entrò in curia nella Congregazione per gli Affari Ecclesiastici straordinari. In seguito ricoprì varie funzioni all’interno della [[Segreteria di Stato]].Dal [[1904]] al [[1916]] Eugenio Pacelli fu assistente del Cardinale Gasparri. Egli fu inoltre attivo sia come professore di [[diritto canonico]] all’Istituto Pontificio Sant’Apollinare e dal [[1909]] al [[1914]] di[[ diplomazia]] ecclesiastica all’Accademia Diplomatica Pontificia.
All’epoca risalgono i suoi primi incarichi diplomatici nel [[1916]] Pacelli fu inviato speciale di [[Papa Benedetto XV]] per mediare tra le parti coinvolte nella Prima Guerra Mondiale.
 
Come segretario di Stato, Pacelli fu spesso in viaggio sia con una serie di importanti missioni diplomatiche, come negli [[Stati Uniti d'America|Stati Uniti]] nel 1936, sia con la partecipazione a una serie di congressi eucaristici in [[Ungheria]] e [[Argentina]], o a manifestazioni religiose, come a [[Lourdes]] o a [[Lisieux]]. Tali viaggi gli permisero, tra l'altro, di farsi conoscere dalle gerarchie cattoliche esterne alla [[Curia romana]].
Nel [[1917]], dopo avere consacrato Pacelli arcivescovo con il titolo ''[[in partibus infidelium]]'' di [[Sardi]], [[Papa Benedetto XV]] lo nominò [[Nunzio Apostolico]] in [[Baviera]] e dal [[1925]] Pacelli fu anche nunzio in [[Prussia]]. In tale veste egli concluse i concordati con i due Länder: in Baviera nel [[1924]], in Prussia nel [[1929]]. Contemporaneamente Pacelli era, inoltre, dal [[1920]] primo nunzio per l’intera Germania con sede nella nuova nunziatura di [[Berlino]]. Durante questi tredici anni Pacelli si avvicinò molto al mondo tedesco e conobbe bene la realtà politica della [[Repubblica di Weimar]].
 
In ogni caso il [[Reichskonkordat]] fu sistematicamente violato dai nazisti. La Chiesa cattolica nella [[Germania nazista]] lamentava di dover agire in condizioni difficili. La Santa Sede, dal 25 settembre 1933 al 26 giugno 1936, inviò per la violazione da parte del Reich 34 note di protesta, cinque pro-memoria, tre ''aide-memoire'', sei scritti contenenti proposte e progetti e sei appunti vari<ref>Nazareno Padellaro, ''cit.'', p. 131</ref>. Il concordato fu, quindi, il primo tentativo fallito di venire a patti con il nazismo. Eugenio Pacelli, tuttavia, fu sempre propenso a seguire una via diplomatica di mediazione con il regime nazista mentre le posizioni di papa Ratti sembrano propendere per la rottura.<ref name="emma"/>
== Pacelli Segretario di Stato ==
 
Tali posizioni condussero Pio XI, nel 1937, a stilare un'ammonitoria enciclica verso il nazismo dal titolo ''[[Mit brennender Sorge]]'' (''Con viva preoccupazione''). Per tale motivo, tra il 1937 e il 1939 si esplicitò pienamente una differenza tra Pio XI e il suo segretario di Stato.
[[Papa Pio XI]] lo nominò [[Cardinale (cattolicesimo)|cardinale]] il [[16 dicembre]] [[1929]] per diventare Segretario di Stato il [[7 febbraio]] [[1930]].
 
[[Papa Pio XI|Pio XI]] morì il 10 febbraio 1939. La morte, sopravvenuta per un attacco cardiaco dopo una lunga malattia, gli impedì di pronunciare un importante [[Discorso scomparso|discorso]] in occasione del I decennale della "conciliazione" con lo Stato Italiano. Il discorso, preparato da mesi, sarebbe stato il suo testamento spirituale e, probabilmente, avrebbe denunciato la violazione dei [[Patti Lateranensi]] da parte del governo fascista e le persecuzioni razziali in Germania. Tuttavia non ne è rimasta traccia.
Al fine di regolare le relazioni tra la [[Santa Sede]] e gli altri stati e difendere le attività di scuole ed ospedali cattolici, negoziò diversi concordati con <!--la [[Lettonia]] nel [[1922]], la [[Baviera]] nel [[1924]], la [[Polonia]] nel [[1925]], la [[Romania]] nel [[1927]], la [[Lituania]] nel [[1927]], l'[[Italia]] nel [[1929]], la [[Prussia]] nel [[1929]],--> il [[Baden (stato)|Baden]] nel [[1932]], l'[[Austria]] nel [[1933]], la [[Regno di Jugoslavia|Iugoslavia]] nel [[1935]].
 
Una lettera emersa dall'[[Archivio apostolico vaticano|Archivio vaticano]] dimostra che il cardinale Pacelli dette disposizione per distruggere il discorso già in tipografia. Autore della lettera, datata 15 febbraio 1939, è [[Domenico Tardini]], al tempo collaboratore della segreteria di Stato vaticana. Un estratto del testo è il seguente<ref>La foto della lettera appare sull'inserto ''Domenica'' de ''Il Sole 24 Ore'', n. 144 del 27 maggio 2007. L'articolo contiene anche una valutazione storica del reperto e l'annuncio di un saggio di Emma Fattorini (''Pio XI, Hitler e Mussolini. La solitudine di un papa'', Einaudi) che riporta il testo completo del manoscritto del discorso.</ref>: «''Mi telefona [[Papa Paolo VI|S.E. Mons. Montini]]. Gli ha telefonato il cardinal Pacelli per dare i seguenti ordini: 1) che [[Carlo Confalonieri|Mons. Confalonieri]] consegni tutto quel materiale che ha circa il discorso che S.S. Pio XI aveva preparato per l'adunanza dei vescovi dell'11 febbraio; 2) che la tipografia distrugga tutto il materiale che ha (bozze, piombi)'' [...]»<ref name=emma>Emma Fattorini, ''Pio XI, Hitler e Mussolini'', Torino, Einaudi, 2007</ref>.
Il più discusso tuttavia fu quello firmato a [[Roma]] il [[20 luglio]] [[1933]] con la[[Germania]] del [[cancelliere]] [[Adolf Hitler]], che fu particolarmente discusso in quanto dava - pochi mesi dopo l'ascesa di Hitler al potere ([[30 gennaio]] [[1933]]), la fine di ogni vita democratica in Germania e la proibizione di tutti i partiti politici compreso quello cattolico della ''[[Zentrumspartei]]'' - riconoscimento internazionale al [[Nazismo|regime nazista]].
 
Pio XI avrebbe dovuto inoltre annunciare un'[[enciclica]] contro il razzismo e l'antisemitismo, intitolata ''[[Humani generis unitas]]''. Neanche essa ebbe corso. Una copia microfilmata dell'enciclica e dei documenti annessi fu però scoperta nel 1967 dal gesuita Thomas Breslin, mentre procedeva alla catalogazione degli archivi di John LaFarge<ref>{{cita web|url=https://www.washingtonpost.com/wp-srv/style/longterm/books/chap1/hiddenencyclicalofpiusxi.htm|titolo=The Hidden Encyclical of Pius XI|autore=Georges Passelecq e Bernard Suchecky|lingua=en|sito=Washington Post|editore=Harcourt Brace & Company|anno=1997|accesso=26 luglio 2015}}</ref>. In un lungo articolo di fondo, Gordon Zahn, uno specialista delle encicliche sociali, ha sostenuto che l'enciclica ritrovata «è forse la più forte dichiarazione cattolica su quel male morale» che è l'antisemitismo. Ciò può collocarsi «in un nuovo contesto, poiché ora non si tratta più solamente della mancata protesta di Pio XII di fronte alla sistematica eliminazione degli ebrei, ma piuttosto del suo esplicito rifiuto di raccogliere la volontà del suo riverito predecessore e protettore»<ref>G. Passelecq e B. Suchecky. ''L'enciclica nascosta di Pio XI. Un'occasione mancata dalla chiesa cattolica nei confronti dell'antisemitismo'', Milano, 1997</ref>. Una volta eletto al soglio pontificio, Pacelli riprenderà alcuni concetti dell'"enciclica nascosta" e la inserirà nella parte antirazzista della sua prima enciclica, contenente il programma del suo appena iniziato pontificato, la ''[[Summi Pontificatus]]''<ref>Andrea Tornielli, ''Pio XII - il papa degli ebrei'', Casale Monferrato, 2001</ref>.
In ogni caso il concordato, malgrado le apparenti garanzie per la Chiesa e i fedeli tedeschi fu sistematicamente violato dai nazisti e non assicurò quindi affatto vita facile alla Chiesa cattolica nella [[Germania nazista]]. In effetti i rapporti tra nazismo e chiesa, peggiorarono rapidamente, tanto che [[Papa Pio XI]], nel [[1937]], condannò pubblicamente l'ideologia neopagana dei nazisti con l'[[enciclica]] [[Mit Brennender Sorge]].
 
[[File:Pacellis_unglückliche_Liebe_(aus_"Männer_um_den_Papst",_S._11).png|thumb|Nell'opuscolo del partito nazista ''Männer um den Papst'' pubblicato nel 1938 Pacelli, ancora cardinale seppur influente, venne accusato di nostalgia per la passata Repubblica di Weimar, nonché di avere effettuato negli anni precedenti diversi viaggi all'estero -inclusi Nord e Sudamerica, Sri Lanka e Francia- in funzione antinazista, nonché di essere ancora il principale oppositore dell'Asse Roma-Berlino]]
Pacelli si dimostrò diplomatico capace e fedele alla linea di [[Pio XI]] e alla sua crescente opposizizione alla Germania nazista. Egli fu spesso in viaggio sia con una serie di importanti missioni diplomatiche come il viaggio negli Stati Uniti nel [[1936]] sia con la partecipazione a una serie di congressi eucaristici in [[Ungheria]] e [[Argentina]] o a manifestazioni religiose a [[Lourdes]] o [[Lisieux]].
 
=== Il conclave del 1939 e l'elezione a pontefice ===
{{start box}}
{{vedi anche|Conclave del 1939}}
{{box successione|left|
{{Approfondimento
before=[[Pietro Gasparri|Pietro Gasparri]]<br>([[1914]]-[[1930]] )|
|allineamento = destra
after= [[Luigi Maglione|Luigi Maglione]]<br>([[1939]]-[[1944]])|
|larghezza = 250px
title=[[immagine:Flag of the Vatican City.svg|40 px]]<br>[[Cardinal Segretario di Stato]]|
|titolo = Blasonatura dello stemma
years=[[1930]]-[[1939]]|
|dim-testo = 100%
|contenuto = [[File:C o a Pius XII.svg|200px|center]]<br />
''Di azzurro, alla colomba con la testa rivolta d'argento, imbeccante un ramoscello d'ulivo di verde e posata su un monte di tre cime d'argento, movente da una fascia di verde posta su un mare ondato al naturale.''
}}
[[File:Correio da Manhã AN 432.jpg|sinistra|miniatura|Papa Pio XII si affaccia dalla loggia delle benedizioni dopo la sua elezione il 2 marzo 1939.]]
{{end box}}
In qualità di [[Camerlengo (Chiesa cattolica)|camerlengo]], fu Pacelli che diresse il [[conclave]] che seguì alla morte di papa Ratti. Il 2 marzo 1939, giorno del suo 63º compleanno, dopo solo tre scrutini e un giorno di votazioni, la scelta ricadde su di lui. Pacelli scelse il nome di Pio XII, a voler significare una sostanziale continuità con l'operato del precedente capo della Chiesa. Fatto insolito per un conclave, fu eletto colui che, alla vigilia, aveva le migliori possibilità di diventare papa. In effetti Pacelli rappresentava un'ottima scelta politica in quanto era il più esperto in diplomazia tra i cardinali del [[Collegio cardinalizio|Collegio]]. Pacelli fu il primo segretario di Stato dal 1667 ([[papa Clemente IX|Clemente IX]]) e il terzo camerlengo (dopo [[papa Innocenzo VII|Innocenzo VII]] e [[papa Leone XIII|Leone XIII]]) a venir eletto papa.
 
Il giorno stesso dell'elezione del nuovo pontefice, il conte [[Galeazzo Ciano|Ciano]], ministro italiano degli affari esteri, annotava nel suo diario che alla vigilia Pignatti di Custoza, ambasciatore d'Italia presso la Santa Sede, gli aveva detto essere Pacelli il cardinale favorito dai tedeschi<ref>[[Saul Friedländer]], ''Pio XII e il Terzo Reich'', Milano, Feltrinelli, 1965. Secondo Friedländer, è possibile che tali reazioni contrastanti siano dovute a una divergenza di opinioni tra Goebbels e Ribbentrop in merito all'atteggiamento che il segretario di Stato di Pio XI avrebbe assunto verso il Reich, nel caso fosse stato eletto papa.</ref>: «2 marzo – Viaggio di ritorno. A Tarvisio ricevo la notizia dell'elezione alla tiara del cardinale Pacelli. Non mi sorprende: ricordo il colloquio ch'ebbi con lui il 10 febbraio. Fu molto conciliante. E pare che nel frattempo abbia anche notevolmente migliorate le relazioni con la Germania, al punto che Pignatti ha ieri riferito essere il Pacelli il cardinale favorito dai tedeschi. A tavola avevo detto a Edda e ai miei collaboratori: "Il Papa sarà eletto entro oggi. È Pacelli, che assumerà il nome di Pio XII". La realizzazione della mia previsione ha interessato tutti»<ref>Galeazzo Ciano, [[Renzo De Felice]] (a cura di), ''Diario 1937-1943'', Milano, Rizzoli, 1980, p. 259.</ref>.
==Pontificato==
Alla morte di Pio XI, come [[Camerlengo]], diresse il [[Conclave]], ed il [[2 marzo]] [[1939]] venne eletto [[Papa]] col nome di '''Pio XII'''. Nella sua prima [[enciclica]] [[Summi pontificatus]] dello stesso anno attaccò genericamente qualsiasi forma di [[totalitarismo]], però nella [[seconda guerra mondiale]] tenne una posizione di neutralità, analogamente a quanto fatto nella [[prima guerra mondiale]] da [[Papa Benedetto XV]], anche per salvaguardare l'operato della Chiesa nei vari stati.
 
Dopo la cerimonia dell'incoronazione, il 12 marzo, Ciano annotò, sempre nel suo diario: [[Benito Mussolini|Mussolini]] «è contento dell'elezione di Pacelli. Si ripromette di fargli pervenire alcuni consigli circa quanto potrà fare per governare utilmente la Chiesa».<ref>[[Andrea Riccardi]], ''Roma città sacra? Dalla Conciliazione all'operazione Sturzo'', Milano, Vita e pensiero, 1979, p. 181.</ref>
Nel dopoguerra combatté l'affermarsi dell'ideologia [[comunismo|comunista]] e in [[Italia]] sostenne apertamente sia l'[[Azione Cattolica]] sia il partito della [[Democrazia Cristiana]], anche se non sempre condivise le scelte di [[Alcide De Gasperi]], in specie per quanto riguarda il rifiuto dello statista democristiano a qualsiasi rapporto con i partiti di destra. Nel [[1949]] scomunicò i cattolici che intendessero iscriversi al [[Partito Comunista Italiano]] e, a seguito delle persecuzioni nei confronti della Chiesa nei paesi dell'[[Europa]] dell'Est, Pio XII scomunicò i capi dei governi di [[Repubblica Socialista Federale di Jugoslavia|Iugoslavia]], [[Ungheria]], [[Cecoslovacchia]], [[Romania]] e [[Polonia]].
 
L'elezione e l'incoronazione di Pacelli ebbero un'accoglienza mista in Germania. Da parte della maggioranza della stampa tedesca, quella più vicina al partito nazista, giunsero commenti alquanto ostili: il ''[[Berliner Morgenpost]]'' scrisse che «l'elezione di Pacelli non è accolta favorevolmente in Germania poiché egli è sempre stato ostile al nazionalsocialismo»; la ''Frankfurter Zeitung'' scrisse che «molti dei suoi discorsi hanno dimostrato che non comprende del tutto le ragioni politiche e ideologiche che hanno iniziato la loro marcia vittoriosa in Germania».<ref>John Cornwell, ''Il Papa di Hitler'', Milano, Garzanti, 2000.</ref><ref>{{cita libro|autore=Pier Luigi Guiducci|titolo=Il Terzo Reich contro Pio XII - Papa Pacelli nei documenti nazisti (Attualità e storia)|editore=San Paolo|data= 2013|p= 88}}</ref> Lo ''Schwarze Korps'' (giornale ufficiale delle [[Schutzstaffel|SS]]) scrisse: «Il Nunzio e Cardinale Pacelli ci ha dimostrato scarsa comprensione, ed è per questa ragione che noi gli accordiamo poca fiducia. Pacelli ora Pio XII non seguirà sicuramente una strada diversa»<ref>''Das Schwarze Korps'', 9 marzo 1939.</ref>. Il Ministero degli Esteri del Reich incaricò l'ambasciatore presso la Santa Sede di portare al neoeletto Papa le congratulazioni di Hitler, ma solo oralmente. In una nota riservata si precisò: "In considerazione del noto comportamento del già Cardinale Pacelli nei confronti del movimento nazionalsocialista, i complimenti non devono essere formulati in maniera particolarmente calda".<ref name="raiplay.it">{{Cita web|url=https://www.raiplay.it/video/2013/08/La-Grande-Storia---Eugenio-Pacelli-Il-principe-di-Dio-b39e8ec4-f0a6-41f9-a8a2-1b23cfdb3b4e.html|titolo=Eugenio Pacelli, il Principe di Dio - S2013 - Video|sito=RaiPlay|lingua=it|accesso=26 gennaio 2021}}</ref>
Nel [[1950]], la [[Bolla Papale]] [[Munificentissimus Deus]] definì il dogma dell'[[assunzione della Vergine Maria]].
 
[[Joseph Goebbels|Goebbels]] riporta nel suo Diario che Hitler aveva pensato all'abrogazione del concordato se Pacelli fosse stato eletto papa.<ref>{{cita libro|curatore=Fred Taylor|titolo=Diari di Goebbels (1939-1941)|editore=Sperling & Kupfer|p= 20}}</ref> L'[[Reichssicherheitshauptamt|Ufficio centrale per la sicurezza del Reich]] (RSHA) descrisse l'elezione di Pacelli al soglio pontificio con accenti molto negativi: il nuovo papa veniva considerato un amico delle democrazie, che esultavano per la sua elezione. Nel rapporto dell'RSHA veniva riferito il commento favorevole sul nuovo pontefice de ''[[L'Humanité]]'', l'organo ufficiale del [[Partito Comunista Francese]]. Si ricordava inoltre che Pacelli, da segretario di Stato, si fosse fatto notare per i suoi attacchi al nazionalsocialismo<ref>''SD Lage-Bericht, I trimestre 1939, dossier 58/717'', Coblenza, Archivi della Germania Federale, pp. 22-23.</ref>.
Nel [[1957]] con l'[[enciclica]] ''[[Fidei donum]]'' invitò la chiesa intera a riprendere lo slancio missionario soprattutto condividendo i sacerdoti con le giovani chiese.
 
Al contrario, l'elezione fu accolta favorevolmente negli ambienti della diplomazia tedesca. Il capo del Dipartimento degli Affari vaticani presso il Ministero degli affari esteri del Reich, il consigliere Du Moulin, redasse un memorandum<ref>Pier Luigi Guiducci, ''cit.'', p. 89.</ref> sulle tendenze politiche e sulla personalità del nuovo pontefice, descrivendo il neoeletto come «molto amico della Germania». A Berlino ci si ricordò che Pacelli era stato il promotore del [[Reichskonkordat|Concordato fra la Santa Sede e il Terzo Reich]] e che, quando le relazioni fra Chiesa e regime nazionalsocialista si erano fatte tese, l'atteggiamento del segretario di Stato era stato sempre - secondo i dispacci dell'ambasciatore Bergen - molto più conciliante di quello di Pio XI.
Morì il [[9 ottobre]] [[1958]] e gli succedette [[Papa Giovanni XXIII]]. Negli anni novanta è stato nominato [[venerabile]], come primo passo nel processo di beatificazione proposto da [[Papa Giovanni Paolo II]].
 
=== Primi atti del pontificato ===
==Critiche ed aspetti controversi==
[[File:Paus Pius XII geeft zijn zegen op het balkon van het Vaticaan, SFA022825379.jpg|destra|miniatura|Pio XII si affaccia alla loggia per benedire il popolo dopo l'[[incoronazione papale]] il 12 marzo 1939.]]
Il novello papa nominò alle cariche da lui ricoperte in precedenza il cardinale [[Luigi Maglione]] segretario di Stato e [[Lorenzo Lauri]] cardinale camerlengo. Eletto in un periodo di grandi tensioni internazionali, il 15 marzo 1939 - tre giorni dopo la sua incoronazione - il regime nazista [[Occupazione tedesca della Cecoslovacchia|invase la Cecoslovacchia]].
 
Uno dei suoi primi atti fu, nell'aprile del 1939, quello di togliere dall{{'}}''[[Index librorum prohibitorum|Indice]]'' i libri di [[Charles Maurras]], animatore del gruppo politico [[antisemitismo|antisemita]] e [[anticomunismo|anticomunista]] di estrema destra ''[[Action française]]'', che aveva molti simpatizzanti e seguaci cattolici. Agli aderenti revocò, tra l'altro, l'interdizione dai [[sacramenti]] irrogata da Pio XI. Secondo la sociologa e storica francese Jeannine Verdès-Leroux, furono i discorsi antisemiti dell{{'}}''[[Action française]]'' che contribuirono «a rendere "possibile", "accettabile", l'introduzione, nell'ottobre 1940, dello [[Storia degli ebrei in Francia#Misure antisemitiche tedesche e di Vichy|statuto degli ebrei]] da parte del governo di collaborazionista francese di Vichy<ref>Fin dall'indomani della sua costituzione, infatti, il governo di Vichy emanò alcuni decreti che facevano chiaramente presagire le sue intenzioni riguardo agli ebrei. Tra il luglio e l'agosto del 1940 fu disposta la revisione delle naturalizzazioni accordate dopo il 1927 e venne abrogato il decreto Marchandeau che puniva l'ingiuria "verso un gruppo di persone che, per la loro origine, appartengono a una determinata razza o religione". Nell'ottobre del 1940 con l'adozione dello Statuto degli ebrei e la legge sugli stranieri di razza giudaica, il governo di Vichy avviò una politica antiebraica. Gli ebrei furono allontanati dalla scuola, dalla pubblica amministrazione e dalle professioni liberali. I loro beni furono "arianizzati", cioè espropriati. Gli israeliti stranieri vennero internati nei campi di concentramento. In seguito, previo accordo con i tedeschi, il governo di Vichy permise la deportazione degli ebrei, stranieri e francesi, nei campi di sterminio, ove ne saranno massacrati 75.000. Roberto Finzi, ''L'antisemitismo: dal pregiudizio contro gli ebrei ai campi di sterminio'', Giunti, Firenze, 1997; {{Cita|Miccoli|p. }}.</ref>. L'assuefazione ai discorsi di Maurras e dei suoi accoliti che si erano diffusi e avevano oltrepassato la cerchia degli adepti, mise in secondo piano il carattere mostruoso di quelle misure».<ref>Jeannine Verdès-Leroux, ''Refus et violences: politique et littérature à l'extrême droite des années trente aux retombées de la Libération'', Paris, Gallimard, 1996, p. 55; {{Cita|Miccoli|p. 297}}.</ref> Alcuni storici, invece, tendono a leggere questo episodio non tanto in chiave antisemita quanto pragmaticamente anticomunista, stante la necessità di favorire gruppi e aggregazioni che sapessero competere, quanto a organizzazione e rapidità di azione politica, con quelli di ispirazione marxista, la cui capacità di mobilitazione nelle [[Brigate Internazionali]] nella recente [[guerra civile spagnola]] era chiaramente emersa. Altri storici, comunque, sono del parere che il provvedimento fosse in linea con una minore riprovazione nei confronti del pregiudizio antisemita, in un periodo storico in cui anche l'Italia incominciava a dar concreta applicazione alle cosiddette [[Leggi razziali fasciste|leggi per la difesa della razza]].<ref>Michael Phayer, ''La chiesa cattolica e l'olocausto'', Roma, Newton & Compton, 2001, pp. 35-36.</ref>
A partire dagli anni '50 comincia a svilupparsi in ambienti politico-culturali una critica al pontefice in netta controtendenza rispetto ai numerosi attestati di stima ricevuti precedentemente dagli ambienti ebraici, in seguito a questa critica anche alcuni esponenti autorevoli della comunità [[ebraismo|ebraica]], hanno successivamente criticato Papa Pacelli per non aver denunciato pubblicamente il [[nazismo]] e le [[olocausto|persecuzioni anti-ebraiche]] di cui risulta fosse a conoscenza, anche se durante il conflitto la Chiesa protesse le vittime delle persecuzioni razziali, in particolare ebrei, salvandoli dalla deportazione e facilitando la fuga dei rifugiati.
 
Sempre nel 1939, Pio XII proclamò [[Francesco d'Assisi|san Francesco d'Assisi]] e [[santa Caterina da Siena]] [[Santo patrono|patroni]] d'[[Italia]].
Nel [[2005]] il [[Corriere della Sera]] ha pubblicato un documento datato [[20 novembre]] [[1946]], che ordinava che i bambini ebrei in [[Francia]], che erano stati battezzati, dovessero essere tenuti in custodia dalla Chiesa; Il documento dichiarava che la decisione "era stata approvata dal Santo Padre". [[Angelo Roncalli]] (che sarebbe diventato [[Papa Giovanni XXIII]]) ignorò questa direttiva. Due studiosi italiani, Matteo Luigi Napolitano e Andrea Tornielli, hanno confermato l'autenticità del documento, sebbene l'articolo del quotifdiano fosse erroneo, perché il documento proveniva dagli archivi della chiesa cattolica francese, e non da quelli vaticani. [[Abe Foxman]], il direttore nazionale della [[Lega anti-diffamazione]] (ADL), ha chiesto a seguito di questa scoperta l'immediata interruzione del processo di beatificazione fino a quando gli archivi segreti del [[Vaticano]] e i registri battesimali non verranno aperti allo studio libero. Foxman, un sopravvissuto all'Olocausto che era stato surrettizziamente battezzato dalla sua bambinaia cattolica polacca durante la guerra, ha dovuto subire dopo la guerra una battaglia per l'affidamento analoga a quelle a cui fa pensare il documento.
 
Il 7 maggio 1940, il segretario di Stato Maglione firmò il concordato con il Portogallo di [[António de Oliveira Salazar]]. In giugno, il Papa citò le [[Madonna di Fátima|apparizioni di Fátima]] nella sua enciclica ''[[Saeculo Exeunte Octavo]]'', scritta per invitare la Chiesa portoghese a incrementare la sua attività missionaria in terra straniera. Nel 1941 trasformò la Commissione delle Opere Pie, nata nel 1887, nell'[[Istituto per le Opere di Religione]] (IOR). Nell'ottobre del 1942, in risposta a un messaggio inviatogli da suor [[Lucia dos Santos|Lúcia dos Santos]] nel 1940, Pio XII consacrò il mondo al [[Cuore Immacolato di Maria]] (Radiomessaggio al [[Estado Novo (Portogallo)|Portogallo]] del 31 ottobre 1942)<ref name="fat">La richiesta riguardava la consacrazione della sola Russia, da parte del Papa in unione con tutti i vescovi del mondo. Pertanto le consacrazioni effettuate da Pio XII nel 1942 e nel 1952 non furono ritenute sufficienti dalla veggente di Fatima [http://www.fatima.it/essentials/opposed/chronofcover.asp]</ref>.
Secondo altri storici invece (Marco Aurelio Rivelli,"''Dio è con noi!».La Chiesa di Pio XII complice del fascismo''", Kaos Edizioni):
{{quote|l’atteggiamento di Pio XII verso il nazifascismo – affondava le radici nell’indole e nella formazione di Pio XII. Un papa più capo di Stato che pastore, radicalmente ostile al liberalismo, alla democrazia, alla “modernità”, e intenzionato a preservare il potere temporale della Chiesa su società e istituzioni statuali. Un papa dalle forti propensioni antigiudaiche, fiero avversatore del “démone comunista” e ossessionato dallo spettro di una minaccia ebraico-bolscevica capace di distruggere la cristianità. Un papa pronto a subordinare gli imperativi morali e spirituali della religione al pragmatismo e ai tatticismi della politica, pur di salvaguardare gli interessi della Chiesa. Un capo di Stato-sovrano pontefice risoluto a sostenere tutti i possibili baluardi contro il comunismo, nazifascismo compreso.}}
 
=== La seconda guerra mondiale ===
L'antisemitismo della chiesa cattolica, in realtà non puntava alle persecuzioni e allo sterminio (su basi genetiche-materialistiche) ma ad una attenta discriminazione fondata su questioni di carattere prettamente religioso. Infatti se {{quote|per Difesa della razza s'intendesse «totale risanamento della nazione dai germi che tentano corromperla» (anno I, fasc. 6, pag. 48), la dottrina e la religione cattolica non avrebbero nulla da opporre"| ACTES ET DOCUMENTS DU SAINT SIÈGE RELATIFS À LA SECONDE GUERRE MONDIALE, vol. 6, Le Saint Siège et les victimes de la guerre, mars 1939 - décembre 1940, Città del Vaticano, Libreria Editrice Vaticana, 1972, pp. 52-56}}
{{vedi anche|Radiomessaggio rivolto ai governanti ed ai popoli nell'imminente pericolo della guerra|Alla vigilia del Santo Natale del 1942}}
{{Citazione|Nulla è perduto con la pace. Tutto può esserlo con la guerra.|Dal {{cita testo|url=http://www.vatican.va/holy_father/pius_xii/speeches/1939/documents/hf_p-xii_spe_19390824_ora-grave_it.html|titolo=discorso radiofonico}} del papa del 24 agosto 1939}}
[[File:The Infallible (Pope Pius XII) – Sept. 1945.jpg|thumb|left|Pio XII sul trono pontificio nel settembre 1945.]]
Agli inizi di agosto del 1939, l'Europa era a un passo dalla guerra. Ad accrescere le preoccupazioni del Papa, il nunzio apostolico a Berlino, il vescovo [[Cesare Orsenigo]], scriveva: ''"I tedeschi sono tutti pronti alla guerra con una freddezza terrificante. Incontro alla guerra, marcia, quasi esultante un popolo di 80 milioni di tedeschi armati fino ai denti"''.<ref name="raiplay.it"/> Pacelli fece un ultimo tentativo inviando un messaggio personale a Hitler, ricordandogli gli anni passati con piacere in Germania ed esortandolo a occuparsi del vero benessere spirituale del popolo tedesco.<ref name="raiplay.it"/>
 
Per tutta risposta, il 23 agosto 1939 la Germania nazista e l'Unione Sovietica sottoscrissero il [[patto Molotov-Ribbentrop]]. Un protocollo segreto dell'accordo prevedeva la divisione dell'Europa orientale in due sfere d'influenza, dando modo a Hitler di lanciare l'offensiva sulla confinante Polonia mentre l'URSS avrebbe avuto mano libera sulle repubbliche baltiche, la [[Finlandia]] e la Polonia orientale.
===Bibliografia sui rapporti con il nazismo e la questione ebraica===
 
Il Papa, a conoscenza delle clausole del protocollo segreto, sapeva anche che, in caso di sua attuazione, [[terza Repubblica francese|Francia]] e [[Regno Unito]], alleati della Polonia, avrebbero dichiarato guerra alla Germania, dando inizio alla seconda guerra mondiale. Tentò quindi di scongiurare il rischio di una nuova guerra pronunciando alla [[radio (mass media)|radio]], il 24 agosto 1939, un [[Radiomessaggio rivolto ai governanti ed ai popoli nell'imminente pericolo della guerra|messaggio rivolto ai governanti ed ai popoli nell'imminente pericolo della guerra]]. In tale discorso pronunciò la frase simbolo del suo pontificato: «Nulla è perduto con la pace; tutto può essere perduto con la guerra». Pio XII propose anche a Germania e Polonia di soprassedere per quindici giorni alle misure militari per riunire una conferenza internazionale di pace<ref>Nazareno Padellaro, ''cit.'', p. 209.</ref>. Tuttavia anche tale iniziativa fu inutile.
* Andrea Tornielli, ''Pio XII. Il Papa degli ebrei'', Piemme, 2001;
* Pierre Blet sj, ''Pio XII e la seconda guerra mondiale negli archivi vaticani'', San Paolo, 1999;
* Matteo Napolitano - Andrea Tornielli, ''Il Papa che salvò gli ebrei'', Piemme, 2004;
* [[Giovanni Miccoli]], ''I dilemmi e i silenzi di Pio XII'', Rizzoli, Milano 2000;
* Nel suo recente libro "[[Vincitori e vinti]]" [[Bruno Vespa]] sostiene che le critiche mosse a Pio XII da certi ambienti della [[sinistra_(politica)|sinistra]] non sarebbero dovute al fatto che il Pontefice non ha denunciato pubblicamente la barbarie nazista, ma alla durezza con cui papa Pacelli ha condannato il [[comunismo]] dopo la fine della guerra.
* Marco Aurelio Rivelli. ''«Dio è con noi!». La Chiesa di Pio XII complice del nazifascismo'', Kaos Edizioni 2002, ISBN 88-7953-104-2
* Peter Goldmann, ''Der Vatikan und Hitler. Die geheimen Archive'', Droemer, Ulm 2004
* Gerhard Besier, ''Der heilige Stuhl und Hitler-Duetschland. Die Faszination des Totalitären'', DVA, München 2004;
 
Il 1º settembre, la [[germania nazista|Germania]] invase la [[seconda Repubblica di Polonia|Polonia]] e il 3 [[terza Repubblica francese|Francia]] e [[Regno Unito]] risposero all'attacco: fu l'inizio della [[seconda guerra mondiale]].
*[[John Cornwell (writer)|Cornwell, John]]. (1999). ''[[Hitler's Pope]]: The Secret History of Pius XII''. Viking. ISBN 0670876208. Also see [http://www.amazon.com/gp/sitbv3/reader/ref=sib_dp_pt/102-5122868-5916107?%5Fencoding=UTF8&asin=0140296271#reader-link Amazon Online Reader].
*[[David G. Dalin|Dalin, Rabbi David G]]. (2005). ''[[The Myth of Hitler's Pope]]: How Pope Pius XII Rescued Jews from the Nazis''. Regnery. ISBN 0895260344.
*[[Peter Kent|Kent, Peter]]. (2002). ''The Lonely Cold War of Pope Pius XII : The Roman Catholic Church and the Division of Europe, 1943-1950.'' Ithaca : McGill-Queen's University Press. ISBN 077352326X
*Marchione, Sr. Margherita. (2000). ''Pope Pius XII: Architect for Peace''. Paulist Press. ISBN 080913912X
*Phayer, Michael. (2000). ''The Catholic Church and the Holocaust, 1930-1965''. Indianapolis: Indiana University Press. ISBN 0-253-33725-9. Also see [Amazon Online Reader].
*Ritner, Carol and Roth, John K., eds. (2002). ''Pope Pius XII and the Holocaust''. New York: Leicester University Press. ISBN 0-7185-0275-2
*Rychlak, Ronald J. (2000). ''Hitler, the War, and the Pope''. Our Sunday Visitor. ISBN 0879732172. Also see [http://www.amazon.com/gp/sitbv3/reader/ref=sib_dp_pt/102-5122868-5916107?%5Fencoding=UTF8&asin=0879732172#reader-link Amazon Online Reader]
*Scholder, Klaus. (1987). ''The Churches and the Third Reich''. London.
*[[Israel Zolli|Zolli, Israel]]. (1997). ''Before the Dawn''. Roman Catholic Books (Reprint edition). ISBN 0912141468. Also see [http://www.amazon.com/gp/sitbv3/reader/ref=sib_dp_pt/102-5122868-5916107?%5Fencoding=UTF8&asin=0912141468#reader-link Amazon Online Reader]
*Zuccotti, Susan. (2000). ''Under his very Windows, The Vatican and the Holocaust in Italy''. New Haven and London: Yale University Press. ISBN 0300084870
 
Il dissenso del papa fu espresso dopo alcune settimane nella sua prima [[enciclica]], la ''[[Summi Pontificatus]],'' pubblicata il 20 ottobre 1939. Pio XII, senza nominare espressamente i regimi totalitari, lamentò le conseguenze dell'attuale crisi spirituale e la diffusione delle «ideologie anticristiane». Il Papa individuava gli errori della società moderna nel suo rifiuto di Dio, con la conseguente diffusione di un «paganesimo corrotto e corruttore». Tra le righe Pio XII condannava ogni discriminazione razziale, affermando la «comune origine in Dio» di tutto il genere umano; introdusse il concetto di [[convivenza pacifica]] e, soprattutto, elevò il suo straziante lamento per la [[Polonia]], nazione fedele alla Chiesa, in attesa di «una risurrezione corrispondente ai princìpi della giustizia e della vera pace»<ref>Testo della "Summi pontificatus"[http://w2.vatican.va/content/pius-xii/it/encyclicals/documents/hf_p-xii_enc_20101939_summi-pontificatus.html].</ref>.
 
La protesta del Papa per l'invasione della cattolica Polonia fu quindi espressa con un documento religioso e in base alla dottrina cristiana. Il 30 novembre 1939, l'invasione sovietica della [[Finlandia]] fu invece condannata ufficialmente e con molto vigore. Il pontefice inviò dei telegrammi di solidarietà ai sovrani di [[Belgio]], Olanda e Lussemburgo per la violazione della loro neutralità a causa dell' occupazione tedesca nel maggio 1940. Per tutta la durata del conflitto, papa Pacelli organizzò aiuti alle popolazioni colpite e creò l'ufficio informazioni sui prigionieri e sui dispersi.
=== Alcune testimonianze dal mondo ebraico===
{{P|In questo paragrafo sono riportate attestazioni estremamente datate e riconoscimenti di carattere diplomatico. Esse piuttosto che far luce sul personaggio storico tendono a darne un'immagine apologetica del tutto non neutrale|religione|settembre 2007|[--[[Utente:Calgaco|Calgaco]] 09:25, 14 set 2006 (CEST)|sezione=
 
[[File:Pius XII with Roman people, in Piazza San Giovanni, 1943.jpg|thumb|«....''e in mezzo a San Lorenzo spalancò le ali''»: questa foto di Pio XII, tradizionalmente riferita alla visita al [[San Lorenzo (Roma)|quartiere San Lorenzo]] il 20 luglio 1943, in realtà fu scattata in [[Piazza San Giovanni in Laterano]] il 13 agosto successivo]]
Il [[20 gennaio]] [[1943]], il rappresentante dell'Agenzia ebraica per la Palestina, Chaim Barlas, dichiarava a monsignor Gustavo Testa, delegato apostolico in [[Egitto]] e [[Palestina]]: {{Quote|''L'atteggiamento altamente umanitario di Sua Santità che ha espresso la sua indignazione contro le persecuzioni, fu una sorgente di conforto notevole per i fratelli''}}{{citazione necessaria}}.
 
Nella prima fase della guerra, è dimostrato che il pontefice prese parte a un tentativo di alcuni generali tedeschi avente l'obiettivo di spodestare Hitler<ref>{{en}} Kenneth C. Campbell, ''Pope Pius XII: Superb Intelligence Leader'', American Intelligence Journal, vol. 33, no. 2, 2016, pp. 148–150.</ref> e svolse il ruolo di intermediario nei contatti che intercorsi tra i cospiratori e la Gran Bretagna<ref>{{Cita libro|titolo=David Alvarez, ''Spie in Vaticano'', Milano 2003 pp. 200-204}}</ref>. Nell'aprile del 1940 ebbe più di venti incontri segreti con i congiurati tedeschi, il cui capo era il generale [[Ludwig Beck]] e il rappresentante del governo inglese [[Francis D'Arcy Osborne]]. Il possibile accordo di pace, nel caso che i congiurati fossero riusciti a sbarazzarsi di Hitler, fu scritto su carta ufficiale della Santa Sede<ref>Andrea Riccardi, ''Le politiche della Chiesa'', San Paolo, 1997.</ref>. Cercò, inoltre, di distogliere il [[fascismo]] dall'idea di far entrare in guerra l'[[Italia]]. Tale fu, con tutta probabilità, lo scopo della visita assolutamente irrituale che il Santo Padre fece al [[Palazzo del Quirinale|Quirinale]], a re [[Vittorio Emanuele III]], il 28 dicembre 1939<ref name=rimini>{{Cita web |url=http://www.meetingrimini.org/detail.asp?c=1&p=6&id=2040&key=3&pfix= |titolo=Copia archiviata. Interventi di David Dalin e Giulio Andreotti al meeting di Rimini |accesso=6 giugno 2014 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20150416112410/http://www.meetingrimini.org/detail.asp?c=1&p=6&id=2040&key=3&pfix= |urlmorto=sì }}</ref>. Nonostante ciò, il 10 giugno 1940, anche l'Italia entrò nel conflitto.
Il [[24 settembre]] [[1943]] [[Alex Easterman]], rappresentante britannico del Congresso mondiale ebraico, informa il delegato apostolico a Londra, monsignor [[William Godfrey]], che 4.000 ebrei croati erano stati portati in salvo su un'isola del mare [[Adriatico]]: {{Quote|''Sono certo che gli sforzi di Sua Grazia e del Santo Padre hanno permesso di raggiungere questo stupendo risultato''}}.
 
Durante la guerra, vari e ripetuti furono gli appelli del Papa in favore della pace. Va ricordato in particolare il [[Alla vigilia del Santo Natale del 1942|radiomessaggio natalizio del 1942]], in cui Pacelli delineò un nuovo ordine mondiale basato sul rispetto reciproco fra le Nazioni e i popoli. In tale messaggio il Papa denunciò anche lo sterminio delle persone sulla base della razza. [[Benito Mussolini|Mussolini]] commentò il radiomessaggio del 1942 con sarcasmo: «Il Vicario di Dio — cioè il rappresentante in terra del regolatore dell'universo — non dovrebbe mai parlare: dovrebbe restare tra le nuvole. Questo è un discorso di luoghi comuni che potrebbe agevolmente essere fatto anche dal parroco di Predappio». I nazisti accolsero con irritazione il messaggio natalizio: l'ufficio di Berlino responsabile della deportazione degli ebrei (l'ufficio principale per la sicurezza del Reich) annotò:
Il [[18 febbraio]] [[1944]] [[Amleto Giovanni Cicognani]], delegato apostolico a [[Washington]], riceveva una lettera da parte del rabbino Maurice Perlzweig, direttore politico del Congresso mondiale ebraico. Vi si può leggere: {{Quote|''I ripetuti interventi del Santo Padre in favore delle comunità ebraiche in Europa evocano un profondo sentimento di apprezzamento e gratitudine da parte degli Ebrei di tutto il mondo''}}.
 
{{Citazione|In una maniera mai conosciuta prima, il papa ha ripudiato il nuovo ordine europeo del nazionalsocialismo… qui egli sta virtualmente accusando il popolo tedesco di ingiustizia verso gli ebrei e si rende portavoce dei criminali di guerra ebraici.|{{Cita libro|autore=Martin Gilbert|titolo=I giusti. Gli eroi sconosciuti dell'Olocausto|p=345}}}}
Il [[28 febbraio]] [[1944]], il Gran Rabbino di Gerusalemme Isaac Herzog - lo stesso che avrebbe in seguito trasmesso a Pio XII ''una speciale benedizione per suoi sforzi tesi a salvare vite mane fra gli Ebrei durante l'occupazione nazista in Italia'' inviava una lettera al delegato apostolico [[Angelo Roncalli]] nella quale scriveva: {{Quote|''Il popolo d'Israele non dimenticherà mai i soccorsi apportati ai suoi sfortunati fratelli e sorelle da parte di Sua Santità ed i Suoi Eminenti Delegati, in uno dei momenti più tristi della nostra storia''| ACTES ET DOCUMENTS DU SAINT SIÈGE RELATIFS À LA SECONDE GUERRE MONDIALE, vol. X, Città del Vaticano, Libreria Editrice Vaticana, 1972, p. 161}}.
 
Durante il conflitto, il Pontefice si mostrò preoccupato sia per un'eventuale vittoria della guerra da parte dell'Unione Sovietica, sia per un trionfo della Germania Nazista arrivando al punto da dichiarare, in un colloquio con il Ministro degli Esteri spagnolo nel 1942, che "la vittoria del nazionalsocialismo rappresenterebbe il più grande pericolo di persecuzione per i cristiani".<ref>{{Cita|Miccoli|p. 437, nota 326}}.</ref>
Il [[7 aprile]] [[1944]] il Gran Rabbino di Romani, Alezandru Safran aveva spedito al nunzio apostolico Andrea Cassulo la seguente lettera: {{Quote|''Eccellenza, in questi tempi duri i nostri pensieri si volgono più che mai con rispettosa gratitudine a quanto è stato compito dal Sovrano Pontefice in favore degli Ebrei di Romania e della Transnistria. Nelle ore più difficili che noi, Ebrei di Romania, abbiamo passato, l'appoggio generoso della S. Sede, mediante la vostra alta personalità è stato decisivo e salutare. Non ci è facile trovare le giuste parole per esprimere la tenerezza e la consolazione che ci ha causato l'augusto gesto del Sommo Pontefice, che ha voluto offrire un largo sussidio per sollevare le sofferenze degli ebrei deportati che gli erano stati segnalati da Voi dopo la visita in Transnistria. Gli ebrei di Romania non dimenticheranno mai questi fatti di importanza storica. É per questo che ci permettiamo di mettere le nostre speranze in Vostra Eccellenza, che a molte riprese avete saputo trovare nel vostro amore di Dio e del prossimo, le vie più giuste per risparmiare sofferenze immeritate a una Comunità leale e ad esseri innocenti.''| Civiltà Cattolica, 1961, III, p. 462}}.
 
Il 19 luglio 1943, dopo il violento [[Bombardamento di Roma|bombardamento di San Lorenzo]] a [[Roma]], si recò nei quartieri colpiti. Fu un'uscita eccezionale del pontefice dal Vaticano, soprattutto all'epoca (in seguito sarebbe uscito dal suo Stato solo in casi estremamente rari). Durante tale visita spalancò le braccia alla folla recitando il [[salmi|salmo]] ''[[Salmo 130|De profundis]]'', in un gesto che rimase immortalato in una famosa foto. Papa Pacelli uscì nuovamente dal Vaticano il 13 agosto successivo, dopo il bombardamento nel quartiere di San Giovanni.
Il [[4 giugno]] [[1944]], giorno della liberazione della capitale, il cappellano ebraico della quinta armata americana parlava così agli Ebrei: {{Quote|''Se non fosse stato per il soccorso veramente concreto e sostanziale e l'aiuto dato agli Ebrei dal Vaticano e dalle autorità ecclesiastiche di Roma, centinaia di rifugiati e migliaia di ricercati ebrei sarebbero indubbiamente periti molto prima che Roma fosse liberata''}}{{citazione necessaria}}.
 
=== L'occupazione tedesca di Roma ===
Il [[7 luglio]] [[1944]] il Jewish News scrive: {{Quote|''Risulta sempre più chiaro che gli Ebrei sono stati salvati dentro le mura del Vaticano durante l'occupazione tedesca di Roma''}}.
{{vedi anche|Rastrellamento del ghetto di Roma|Operazione Rabat|Pio XII e l'eccidio delle Fosse Ardeatine}}
Dopo l'[[Armistizio di Cassibile|armistizio]] dell'8 settembre e [[Fuga di Vittorio Emanuele III|la fuga dei Savoia]] dalla capitale, Pio XII rimase a Roma, all'interno della [[Città del Vaticano]]. Non elevò alcuna protesta per la cruenta occupazione nazista della città, effettuata in armi e causando la morte di alcune centinaia di difensori, tra militari e civili. Inviò però il Segretario di Stato Maglione, ai primi di ottobre del 1943, dall'ambasciatore tedesco [[Ernst von Weizsäcker]] per rappresentargli che i tedeschi, in qualità di protettori di Roma e del [[Città del Vaticano|Vaticano]], avevano la responsabilità di schierare forze di polizia sufficienti a prevenire o reprimere un [[Resistenza romana|moto insurrezionale partigiano]]<ref>{{Cita|Katz|p. 100}}.</ref>.
 
Nei giorni successivi, quando i tedeschi imposero agli ebrei romani di versare oro in cambio di un'effimera e temporanea salvezza, il Vaticano contribuì fornendo 20 dei 50 chili d'oro richiesti<ref>{{Cita web|url=http://www.ucei.it/uceinforma/rassegnastampa/2007/ottobre/il_piccolo/151007.asp|pubblicazione=Il Piccolo di Trieste|data=15 ottobre 2007|titolo=Gli ebrei e l'olocausto a Trieste|autore=Fabio Amodeo|autore2=Mario J. Cereghino|altri=citato in: ''Rassegna Stampa dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane''|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20070806172250/http://ucei.it/uceinforma/rassegnastampa/2007/ottobre/il_piccolo/151007.asp|accesso=22 maggio 2014}}</ref>, secondo la testimonianza di Ugo Foà, rabbino capo della comunità romana, il Vaticano fece sapere ufficiosamente che se non fosse stato raccolto abbastanza oro avrebbe prestato la differenza per raggiungere i 50&nbsp;kg, ma non ce ne fu bisogno<ref>{{Cita|Zuccotti|p. 177}}.</ref>.
Il [[29 luglio]] [[1945]], il segretario generale del Congresso mondiale ebraico, Leon Kubowitzky, mentre si trovava a Roma, ha voluto ringraziare personalmente il Papa dei suoi interventi offrendo un regalo simbolico (rappresentato da 20.000 dollari che Pio XII stabilisce di devolvere esclusivamente a persone bisognose di stirpe ebraica) al Vaticano in {{Quote|''riconoscimento dell'opera svolta dalla Santa Sede per la salvezza degli Ebrei dalle persecuzioni fasciste e naziste''|Lorenzo Cremonesi, Tempi, 28 luglio 1999}}[http://www.tempi.it/archivio_dett.aspx?idarchivio=959].
 
Il Papa fu messo a conoscenza dell'avvenuto [[rastrellamento del ghetto di Roma]] dalla principessa Enza Pignatelli, sua ex-allieva, che aveva assistito in parte alla razzia e subito si era recata in [[Città del Vaticano|Vaticano]], chiedendo udienza al Pontefice, che la ricevette immediatamente. Secondo lo storico della Chiesa [[Alberto Melloni]], i tedeschi avrebbero invece organizzato il ratto degli ebrei romani proprio per fare un affronto a papa Pacelli<ref name="ReferenceA"/>. Pio XII si mise senza indugio in comunicazione telefonica con il [[cardinale Segretario di Stato]] [[Luigi Maglione]] perché prendesse informazioni e si interessasse della questione<ref>{{Cita|Katz|pp. 132-134}}.</ref>.
Il [[2 marzo]] [[1946]], il presidente delle Comunità israelitiche italiane [[Raffaele Cantoni]], intervistato dal quotidiano L'indipendente, dichiarava: {{Quote|''La gratitudine imperitura degli Ebrei per quanti si sono adoperati in favore della comunità israelitica italiana è stata solennemente dichiarata dal Congresso. In primo luogo nei riguardi di Pio XII per le prove di umana fratellanza fornite dalla Chiesa cattolica durante gli anni delle persecuzioni e poi in ricordo dei sacerdoti che patirono il carcere e i campi di concentramento e immolarono la loro vita per assistere, in ogni modo, gli Ebrei''}}.
 
Seguì un colloquio tra il cardinale Maglione e l'ambasciatore tedesco presso il Vaticano, [[Ernst von Weizsäcker]], al quale il segretario di Stato chiese di «intervenire in favore di quei poveretti», lamentandosi per il fatto che «proprio a Roma, sotto gli occhi del Padre comune [il Papa], fossero fatte soffrire tante persone unicamente perché appartenenti a una stirpe determinata»<ref name="Katz135">{{Cita|Katz|p. 135}}.</ref>. Alle richieste di Weizsäcker sul possibile comportamento della Santa Sede, nel caso fossero continuati i rastrellamenti di ebrei, Maglione rispondeva che: «La Santa Sede non vorrebbe essere messa nella necessità di dire la sua parola di disapprovazione»<ref name="Katz135"/>.
il [[6 maggio]] [[1949]] moriva Abramo Giacobbe Isaia Levi che era stato senatore del Regno d'Italia fino alla promulgazione delle leggi razziali. Nel testamento c'era scritto: {{Quote|''Lascio al Pontefice regnante, Pio XII, villa Levi.[...] In segno di riconoscenza, per essere stato preservato dai pericoli della iniqua persecuzione razziale sovvertitrice di ogni rapporto della vita umana e grato della protezione concessagli in quel turbinoso periodo dalle Suore di Maria Bambina''}}.[http://www.30giorni.it/it/articolo.asp?id=2295]
 
Weizsäcker propose allora e ottenne che la protesta vaticana fosse affidata a una lettera del rettore della Chiesa tedesca a Roma [[Alois Hudal]], indirizzata al generale comandante militare di Roma [[Reiner Stahel]], in cui il prelato chiedeva la sospensione immediata degli arresti, per evitare un intervento pubblico del Papa contro di questi<ref>{{Cita|Katz|pp. 137-138}}.</ref>. Per il resto, Pio XII mantenne un riservato silenzio che ancor oggi reca imbarazzo alla [[Santa Sede]].
Nel giugno [[1955]] l'Orchestra Filarmonica d'Israele, in'' tournée'' nelle principali città europee, chiede di poter eseguire un concerto alla presenza di Pio XII {{Quote|''in segno di riconoscimento e di gratitudine per l'immensa opera di assistenza umana prodigata da Sua Santità per salvare un gran numero di ebrei durante la seconda guerra mondiale''}}. {{citazione necessaria}}
 
Durante il corso della guerra, nonostante le numerose informazioni ricevute Pio XII non condannò mai ufficialmente né si impegnò pubblicamente per fermare le deportazioni degli ebrei nei [[Campi di concentramento nazisti|campi di concentramento]]. Offrì però rifugio presso la [[Santa Sede]] a molti ebrei e a esponenti politici antifascisti, tra cui [[Alcide De Gasperi]] e [[Pietro Nenni]], appellandosi al fatto che la [[Città del Vaticano]] era uno Stato sovrano. Non sempre però i tedeschi rispettarono l'extra-territorialità di alcune altre aree a Roma di pertinenza della Santa Sede: nell'inverno del 1943 fecero irruzione nella basilica di [[San Paolo fuori le mura]] e vi presero alcuni prigionieri.
Il [[10 ottobre]] [[1958]], in seguito alla morte del Papa, [[Golda Meir]], ministro degli esteri dello stato d'[[Israele]], afferma: {{Quote|''Durante il decennio del terrore nazista, il nostro popolo ha subito un martirio terribile. La voce del Papa si è alzata per condannare i persecutori e per invocare pietà per le vittime''}}.
[[Elio Toaff]], nella stessa occasione, ricorda {{Quote|''Più che in ogni altra occasione, abbiamo avuto l'opportunità di sperimentare la grande compassione e la grande generosità di questo papa durante gli anni della persecuzione e del terrore, quando sembrava non ci fosse per noi più alcuna speranza''}}. [http://www.jewishvirtuallibrary.org/jsource/anti-semitism/piusdef2.html]
 
È stato scoperto di recente un piano segreto di [[Adolf Hitler|Hitler]] che prevedeva l'occupazione del [[Vaticano]] e l'arresto di Pio XII, il quale secondo il dittatore nazista ostacolava i piani della [[germania nazista|Germania]]<ref name="ReferenceA">''La Grande Storia. Pio XII - Il Principe di Dio'', puntata del 29 dicembre 2006.</ref>. A questo proposito, per evitare che Hitler e il regime nazista potessero tenere prigioniero il papa, Pio XII preparò una lettera di dimissioni da utilizzare in caso di propria cattura, dando istruzioni di tenere un successivo [[conclave]] a [[Lisbona]]. Inoltre, in questo periodo, il Pontefice si convinse che il ''Führer'' fosse posseduto dal demonio, tanto che più volte tentò di esorcizzarlo a distanza.<ref>{{Cita web|autore=Andrea Tornielli|url=https://30giorni.it/articoli_id_392_l1.htm|titolo=Hitler satanista e l’esorcismo del Papa|sito=30giorni.it|accesso=17 dicembre 2024}}</ref>
Il [[18 ottobre]] [[1961]] Gideon Hausner, procuratore Generale israeliano nel processo contro Eichmann, dichiara: {{Quote|''Il clero italiano aiutò numerosi israeliti e li nascose nei monasteri e il Papa intervenne personalmente a favore di quelli arrestati dai nazisti''}}.{{citazione necessaria}}
 
Alcuni autori hanno espresso forti critiche verso il comportamento tenuto dalla Santa Sede dopo l'[[Attentato di via Rasella|attentato di Via Rasella]] e l'[[eccidio delle Fosse Ardeatine]] (23-24 marzo 1944). Si è speculato che, almeno cinque ore prima dall'uccisione della prima vittima della rappresaglia tedesca, la segreteria di Stato vaticana fosse in possesso di un'autorevole informazione circa l'attentato e l'intenzione dei tedeschi di sopprimere dieci italiani per ogni tedesco ucciso<ref>{{Cita|Katz|p. 284}}.</ref>. [[Robert Katz]], autore dell'accusa, è stato condannato per diffamazione dalla magistratura italiana<ref>Cass., 29 settembre 1983, Katz, Cass. pen. 1984, 1404.</ref> la quale ha ritenuto tali affermazioni solamente un'intuizione storica e non fatti dimostrati.
Il [[28 febbraio]] [[2001]] il Rabbino David C. Dalin scrive sulle colonne di ''The Weekly Standard'': {{Quote|''Fare di Pio XII un bersaglio dei nostri attacchi morali contro i nazisti e presentare il cattolicesimo nelle istituzioni come delegittimato dall'orrore dell'Olocausto, rivela un errore di comprensione storica [...] Pio XII non fu il Papa di Hitler, ma fu il più vicino agli Ebrei nel momento in cui questa vicinanza era importante. [...] Nessun altro Papa è stato così ampiamente lodato dagli Ebrei, e coloro che lo hanno lodato non si erano sbagliati. La loro gratitudine, come quella dell'intera generazione dei sopravvissuti dell'Olocausto, testimonia che Pio XII era, genuinamente e profondamete, un "giusto" delle nazioni''}}.
[[File:Entry of Allied Troops Into Rome, 5 June 1944 TR1846.jpg|miniatura|Folla assiepata in [[Piazza San Pietro]] per ascoltare Pio XII dopo la [[liberazione di Roma]], 5 giugno 1944.]]
 
Il 26 marzo, ''[[L'Osservatore Romano]]'' pubblicò il comunicato tedesco che dava notizia dell'attentato e annunciava l'avvenuta rappresaglia, facendolo seguire dal seguente commento non firmato:{{citazione|Di fronte a simili fatti ogni animo onesto rimane profondamente addolorato in nome dell'umanità, e dei sentimenti cristiani. Trentadue vittime da una parte: trecentoventi persone sacrificate per i colpevoli sfuggiti all'arresto, dall'altra. Ieri rivolgemmo un accorato appello alla serenità e alla calma; oggi ripetiamo lo stesso invito con più ardente affetto, con più commossa insistenza. Al di fuori, al di sopra delle contese, mossi soltanto da carità cristiana, da amor di patria, da equità verso tutti i "fatti a sembianza d'uomo" e "figli d'un solo riscatto"; dall'odio ovunque nutrito, dalla vendetta ovunque perpetrata, aborrendo dal sangue dovunque sparso, consci dello stato d'animo della cittadinanza, persuasi del fatto che non si può, non si deve spingere alla disperazione ch'è la più tremenda consigliera ma ancora la più tremenda delle forze, invochiamo dagli irresponsabili il rispetto per la vita umana che non hanno il diritto di sacrificare mai; il rispetto dell'innocenza che ne resta fatalmente vittima; dai responsabili la coscienza di questa loro responsabilità verso se stessi, verso le vite che vogliono salvaguardare, verso la storia e la civiltà<ref>Giorgio Bocca, ''Storia dell'Italia partigiana'', Milano, Mondadori, 1996, pp. 293-4.</ref>.}}
Attestato delle Comunità israelitiche italiane che si trova al Museo della Liberazione in Via Tasso a Roma:{{Quote| ''Il Congresso dei delegati delle comunità israelitiche italiane, tenutosi a Roma per la prima volta dopo la liberazione, sente imperioso il dovere di rivolgere reverente omaggio alla Santità Vostra, ed esprimere il più profondo senso di gratitudine che anima gli ebrei tutti, per le prove di umana fratellanza loro fornite dalla Chiesa durante gli anni delle persecuzioni e quando la loro vita fu posta in pericolo dalla barbarie nazifascista''}}.{{citazione necessaria}}}}
 
Osserva [[Giorgio Bocca]]: «L'appello, per quanto non firmato da Pio XII, ne rispecchia il pensiero reazionario. Il foglio ufficiale della Santa Sede esprime la sua condanna della violenza separando – nella Roma dell'occupazione nazista! – le "vittime" (i tedeschi) dai "colpevoli" (i partigiani), gli "irresponsabili" (i capi della Resistenza) dai "responsabili" (i comandi tedeschi e fascisti); e fa sua, volendolo o meno, la tesi fascista e attesista della "[[strage degli innocenti]]": dimenticando che la legalità dei "responsabili" a cui si appella è la medesima che sta sterminando sei milioni di ebrei innocenti, fatto di cui il Santo padre, nel marzo 1944, è perfettamente al corrente. Senza dire che via Tasso e i suoi orrori sono a due passi dai sacri palazzi»<ref>Giorgio Bocca, ''cit.'', p. 294.</ref>.
{{P|Come "opinione degli storici" viene riportato un solo studio, tra l'altro controverso, tra i molteplici esistenti e partendo da questo si costruisce un paragrafo interamente non neutrale|religione|settembre 2007|[[utente:Akela|Akela]] | [[Discussioni utente:Akela|(scrivimi)]]|sezione=
 
Secondo [[Aurelio Lepre]] ''L'Osservatore Romano'', col formulare l'accusa agli attentatori di «non essersi presentati al comando tedesco per evitare la fucilazione degli ostaggi», compì una «scelta di campo»; tuttavia, commenta Lepre, tale accusa «era del tutto inconsistente [...], perché, se anche avessero voluto consegnarsi ai tedeschi, gli attentatori non ne avrebbero avuto il tempo»<ref>Aurelio Lepre, ''Via Rasella. Leggenda e realtà della resistenza a Roma'', Bari, Laterza, 1996, pp. 46-7.</ref>.
==L'opinione degli storici==
Secondo i moderni studi storici<ref>
Annie Lacroix-Riz, professore di storia contemporanea all’università Paris VII, atrice del libro Il Vaticano, l’Europa e il Reich dalla Prima guerra mondiale alla guerre fredda (1914-1955), Paris, Armand Colin, 1996, 540 p.</ref> si è a lungo contrabbandata l'idea che Pio XII avesse vissuto un "dramma interiore di grande intensità" "condannandosi" ad un volontario silenzio riguardo le vittime dello steminio nazista.<br>
Invece la consultazione degli archivi degli anni trenta e quaranta rivela la virulenza dell'antisemitismo clericale. Quindi la domanda cui bisogna trovare risposta riguarda il motivo della participazione al massacro, del rifiuto di soccorso alle vittime così come dell'eventuale sacco dei beni degli ebrei. Inoltre bisogna prestare attenzione al salvataggio-riciclaggio dei boia nazisti, operazione in massa sulla quale si è incominciato a far luce dopo il 1969.}}
 
[[Alessandro Portelli]] ritiene che l'editoriale costituisca un «testo esemplare e fondante» di un'interpretazione dell'attentato di via Rasella destinata ad avere grande fortuna nel dopoguerra. Scrive infatti Portelli: «Di chi sia la colpa che rende necessario il sacrificio non c'è dubbio: i "colpevoli sfuggiti all'arresto". ''L'Osservatore Romano'' dunque lascia intendere che i nazisti cercarono i "colpevoli" prima di decidersi al massacro; né sono a conoscenza di rettifiche, precisazioni o smentite successive. Nasce qui lo spostamento della colpa sui vili partigiani che sono andati a nascondersi lasciando ("irresponsabili") al loro destino le vittime della rappresaglia. Oltre alla destra politica, saranno proprio organi e fonti vicini alla Chiesa e al mondo cattolico, a partire dai [[Comitati civici]], a rilanciare nel corso degli anni questa versione, fino a farla penetrare nelle vene dell'immaginazione comune, contribuendo così ad avvelenare la memoria dell'evento, e con essa quella della resistenza, dell'identità e delle origini della repubblica. Che è poi il vero successo a lungo termine della rappresaglia nazista»<ref>Alessandro Portelli, ''L'ordine è già stato eseguito'', Milano, Feltrinelli, 2012, p. 11.</ref>. L'articolo dell'Osservatore Romano venne criticato però anche dai tedeschi perché parlava di "innocenti" uccisi nella rappresaglia nazista.<ref>{{Cita libro|autore=Andrea Riccardi|titolo=L'inverno più lungo. 1943-44|editore=Laterza|anno=2008|p=327}}</ref>
==[[Enciclica|Encicliche]] di Pio XII ==
*''[[Summi Pontificatus]]'' ([[20 ottobre]] [[1939]])[http://www.vatican.va/holy_father/pius_xii/encyclicals/documents/hf_p-xii_enc_20101939_summi-pontificatus_it.html]: programma del Pontificato
*''[[Sertum Laetitiae]]'' ([[1 novembre]] [[1939]])[http://www.vatican.va/holy_father/pius_xii/encyclicals/documents/hf_p-xii_enc_01111939_sertum-laetitiae_it.html]: 150° anniversario della gerarchia ecclesiastica negli Stati Uniti d'America
*''[[Saeculo Exeunte Octavo]]'' ([[13 giugno]] [[1940]])[http://www.vatican.va/holy_father/pius_xii/encyclicals/documents/hf_p-xii_enc_13061940_saeculo-exeunte-octavo_it.html]: sull'attività missionaria portoghese
*''[[Mystici Corporis Christi]]'' ([[29 giugno]] [[1943]])[http://www.vatican.va/holy_father/pius_xii/encyclicals/documents/hf_p-xii_enc_29061943_mystici-corporis-christi_it.html]: sul Corpo mistico di Gesù Cristo
 
Negli ultimi giorni di maggio del 1944, i tedeschi si preparavano alla fuga e avevano minato i ponti sul [[Tevere]] per impedire alle forze angloamericane di procedere nell'avanzata verso nord. C'era il pericolo che intendessero resistere a oltranza, con tutte le conseguenze per l'incolumità della "città eterna". Pacelli diede istruzioni ai due pro-segretari di Stato [[Papa Paolo VI|Montini]] e [[Domenico Tardini|Tardini]] di consigliare agli alleati di non attaccare e ai tedeschi di non difendersi.<ref>{{Cita|Katz|p. 144 e ss.<!--da verificare-->}}.</ref> Il giorno 2 giugno il Papa ammonì gli eserciti combattenti: «Chiunque osi levare la mano contro Roma si macchierà di matricidio».<ref name="ReferenceA" /> Lo stesso giorno la giunta militare del [[Comitato di Liberazione Nazionale|CLN]] si accordò con gli [[Alleati (seconda guerra mondiale)|alleati]] che non ci sarebbe stata l'insurrezione partigiana di Roma.<ref>{{Cita|Katz|p. 146<!--da verificare-->}}.</ref> Alle ore 22:30 del 3 giugno, Montini e Tardini acquisirono dall'ambasciatore von Weizsäcker la proposta tedesca di riconoscere il centro di Roma "città aperta". Pur ritenendola insufficiente, il Vaticano provvide a trasmettere tale proposta agli alleati. Non vi fu bisogno che questi l'accettassero: alle prime ore dell'alba del 4 giugno i tedeschi lasciarono Roma, sostanzialmente senza colpo ferire.<ref>{{Cita|Katz|p. 147 e ss.<!--da verificare-->}}.</ref> Per intercessione di papa Pio XII, al momento della loro partenza da Roma, le [[Schutzstaffel|SS]] rilasciarono dal carcere di [[via Tasso]], dove era stato sottoposto a pesanti [[tortura|torture]], il comandante partigiano delle [[Brigate Matteotti]] [[Giuliano Vassalli]], futuro presidente della [[Corte costituzionale (Italia)|Corte costituzionale]]<ref>Dichiarazioni di Giuliano Vassalli al Processo Priebke, in: Corriere della Sera, 11 giugno 1997 [http://archiviostorico.corriere.it/1997/giugno/11/Giuliano_Vassalli_cosi_Karl_Hass_co_0_97061115901.shtml]</ref>.
*''[[Divino Afflante Spiritu]]'' ([[30 settembre]] [[1943]])[http://www.vatican.va/holy_father/pius_xii/encyclicals/documents/hf_p-xii_enc_30091943_divino-afflante-spiritu_it.html]: sul modo più opportuno di promuovere gli studi biblici
 
Il 5 giugno 1944, dopo la Liberazione, Pio XII ricevette in [[Vaticano]] i soldati alleati. La [[domenica]] successiva i romani si recarono in massa a [[Piazza San Pietro]] a salutare e a festeggiare il Papa, che, di fatto, era stata l'unica autorità, non solo religiosa, a essere rimasta nella capitale nei mesi bui dell'occupazione nazista<ref>Enzo Biagi, ''Racconto di un secolo'', [[Rai|Rai-Eri]], 1999</ref>. Per questo Pio XII fu anche soprannominato ''Defensor civitatis''<ref>''Defensor civitatis'' (o ''defensor urbis'') fu chiamato, durante la Seconda guerra mondiale, papa Pio XII in quanto si adoperò per evitare a Roma i massimi orrori bellici [http://www.treccani.it/enciclopedia/defensor-civitatis/].</ref>.
*''[[Orientalis Ecclesiae]]'' ([[9 aprile]] [[1944]])[http://www.vatican.va/holy_father/pius_xii/encyclicals/documents/hf_p-xii_enc_09041944_orientalis-ecclesiae_it.html]: su san Cirillo d'Alessandria nel XV centenario della morte
*''[[Communium Interpretes Dolorum]]'' ([[15 aprile]] [[1945]])[http://www.vatican.va/holy_father/pius_xii/encyclicals/documents/hf_p-xii_enc_15041945_communium-interpretes-dolorum_it.html]: pubbliche preghiere per la pace fra i popoli
*''[[Orientales Omnes Ecclesias]]'' ([[23 dicembre]] [[1945]])[http://www.vatican.va/holy_father/pius_xii/encyclicals/documents/hf_p-xii_enc_23121945_orientales-omnes-ecclesias_it.html]: 350° anniversario dell'unione della chiesa rutena alla sede apostolica di Roma
*''[[Quemadmodum]]'' ([[6 gennaio]] [[1946]])[http://www.vatican.va/holy_father/pius_xii/encyclicals/documents/hf_p-xii_enc_06011946_quemadmodum_it.html]: sull'assistenza ai fanciulli indigenti
*''[[Deiparae Virginis Mariae]]'' ([[1 maggio]] [[1946]])[http://www.vatican.va/holy_father/pius_xii/encyclicals/documents/hf_p-xii_enc_01051946_deiparae-virginis-mariae_it.html]: proposta di definizione del dogma dell'Assunzione della Beata Vergine Maria
*''[[Fulgens Radiatur]]'' ([[21 marzo]] [[1947]])[http://www.vatican.va/holy_father/pius_xii/encyclicals/documents/hf_p-xii_enc_21031947_fulgens-radiatur_it.html]: per il XIV centenario della morte di san Benedetto
 
Tra gli altri interventi, documenti recentemente venuti alla luce testimoniano il cordoglio del Papa nei confronti delle donne della [[Ciociaria]] e del basso [[Lazio]] che avevano subito violenze da parte dei soldati marocchini arruolati nell'esercito francese.<ref>Intervista a Pier Luigi Guiducci [http://www.papapioxii.it/pio-xii-defensor-civitatis-intervista-al-prof-guiducci/].</ref>
*''[[Mediator Dei]]'' ([[20 novembre]] [[1947]])[http://www.vatican.va/holy_father/pius_xii/encyclicals/documents/hf_p-xii_enc_20111947_mediator-dei_it.html]: sulla Sacra Liturgia
*''[[Optatissima Pax]]'' ([[18 dicembre]] [[1947]])[http://www.vatican.va/holy_father/pius_xii/encyclicals/documents/hf_p-xii_enc_18121947_optatissima-pax_it.html]: pubbliche preghiere sulla pacificazione dei popoli
*''[[Auspicia Quaedam]]'' ([[1 maggio]] [[1948]])[http://www.vatican.va/holy_father/pius_xii/encyclicals/documents/hf_p-xii_enc_01051948_auspicia-quaedam_it.html]: preghiere nel mese di maggio per la concordia delle nazioni
 
=== Il dopoguerra ===
*''[[In Multiplicibus Curis]]'' ([[24 ottobre]] [[1948]])[http://www.vatican.va/holy_father/pius_xii/encyclicals/documents/hf_p-xii_enc_24101948_in-multiplicibus-curis_it.html]: nuove pubbliche preghiere per la pacificazione della Palestina
====La scomunica ai comunisti====
{{vedi anche|Scomunica ai comunisti}}
*''[[Redemptoris Nostri Cruciatus]]'' ([[15 aprile]] [[1949]])[http://www.vatican.va/holy_father/pius_xii/encyclicals/documents/hf_p-xii_enc_15041949_redemptoris-nostri-cruciatus_it.html]: sui luoghi santi della Palestina
[[File:Pius PP XII.jpg|thumb|Papa Pio XII, fotografia di [[Yousuf Karsh]] (1949)]]
Dopo la morte del cardinale [[Luigi Maglione]] (1944) e di [[Lorenzo Lauri]] (1941), Pio XII non aveva nominato nessun nuovo segretario di Stato né un cardinale camerlengo. Si avvalse per anni unicamente del supporto dei due pro-segretari di Stato [[Papa Paolo VI|Giovanni Battista Montini]] e [[Domenico Tardini]]. A quest'ultimo rivolse una perentoria affermazione: «Non voglio collaboratori ma esecutori!»<ref>Antonio Spinosa, ''Pio XII, l'ultimo Papa'', Milano, Mondadori, 1992</ref>.
*''[[Anni Sacri]]'' ([[12 marzo]] [[1950]])[http://www.vatican.va/holy_father/pius_xii/encyclicals/documents/hf_p-xii_enc_12031950_anni-sacri_it.html]: preghiere per il rinnovamento cristiano e la concordia dei popoli
*''[[Summi Maeroris]]'' ([[19 luglio]] [[1950]])[http://www.vatican.va/holy_father/pius_xii/encyclicals/documents/hf_p-xii_enc_19071950_summi-maeroris_it.html]: nuove preghiere per la pace e la concordia dei popoli
 
A guerra finita si schierò con determinazione a favore della [[Democrazia Cristiana]]. Tale fu il contenuto di due articoli de ''L'Osservatore Romano'', in data 2 gennaio e 6 maggio 1945, nei quali si affermava che solo la DC aveva titolo per rappresentare i cattolici nella politica italiana; in essi, infatti, si sconfessava il partito della [[Sinistra Cristiana]], dove erano confluiti i cosiddetti "cattolici comunisti", tanto che dopo pochi mesi (7 dicembre 1945) tale partito si sciolse<ref>Adriano Ossicini, ''Un'isola sul Tevere'', Roma, Editori Riuniti, 1999, pp. 265-306</ref>.
*''[[Humani Generis]]'' ([[12 agosto]] [[1950]])[http://www.vatican.va/holy_father/pius_xii/encyclicals/documents/hf_p-xii_enc_12081950_humani-generis_it.html]: circa alcune false opinioni che minacciano di sovvertire i fondamenti della dottrina cattolica
*''[[Mirabile Illud]]'' ([[6 dicembre]] [[1950]])[http://www.vatican.va/holy_father/pius_xii/encyclicals/documents/hf_p-xii_enc_06121950_mirabile-illud_it.html]: nuove pubbliche preghiere per la pace nel mondo
*''[[Evangelii Praecones]]'' ([[2 giugno]] [[1951]])[http://www.vatican.va/holy_father/pius_xii/encyclicals/documents/hf_p-xii_enc_02061951_evangelii-praecones_it.html]: per un rinnovato impulso delle missioni
*''[[Sempiternus Rex Christus]]'' ([[8 settembre]] [[1951]])[http://www.vatican.va/holy_father/pius_xii/encyclicals/documents/hf_p-xii_enc_08091951_sempiternus-rex-christus_it.html]: nel XV centenario del concilio ecumenico di Calcedonia
 
Il 18 febbraio 1946 tenne il suo primo concistoro per la creazione di nuovi cardinali: per la prima volta dopo secoli, il numero di cardinali [[italiani]] risultò inferiore a quello dei cardinali non italiani. Tra essi, il primo cardinale cinese, [[Thomas Tien Ken-sin]]. Con la bolla ''Quotidie Nos'' dell'11 aprile 1946 definì la [[gerarchia ecclesiastica]] della [[Chiesa cattolica in Cina]], la quale era oggetto della persecuzione da parte del regime comunista nato dalla [[guerra civile cinese#Lo scontro finale (1946 - 1950)|rivoluzione cinese]]<ref>Andrea Riccardi, ''Il secolo del martirio'', Milano, Mondadori, 2009, pp. 250-252.</ref>.
*''[[Ingruentium Malorum]]'' ([[15 settembre]] [[1951]])[http://www.vatican.va/holy_father/pius_xii/encyclicals/documents/hf_p-xii_enc_15091951_ingruentium-malorum_it.html]: la recita del rosario mariano specialmente nel mese di ottobre
 
Nell'ambito del [[Nascita della Repubblica Italiana|dibattito istituzionale]] tra monarchia e repubblica, la Chiesa fu ufficialmente neutrale. Per tale motivo, Pacelli si era opposto, nell'ottobre 1945, al ritorno in Italia di [[Luigi Sturzo|don Luigi Sturzo]], notoriamente repubblicano<ref>Pietro Scoppola, ''La proposta politica di De Gasperi'', Bologna, Il Mulino, 1977, pp. 215-216</ref>. Se Sturzo si fosse pubblicamente espresso per la repubblica, ciò avrebbe avuto come possibile conseguenza la spaccatura della [[Democrazia Cristiana]] in due partiti: uno repubblicano e uno monarchico. La stessa posizione della [[Democrazia Cristiana|DC]] fu ambivalente. Infatti il suo leader [[Alcide De Gasperi]], benché il I congresso del partito (24-28 aprile 1946) si fosse espresso a maggioranza per la scelta repubblicana<ref>{{cita web|url=http://www.storiadc.it/doc/1946_01congr_piccioni.html|titolo=Relazione di Attilio Piccioni al I Congresso della Democrazia Cristiana|accesso=23 ottobre 2019|dataarchivio=23 ottobre 2019|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20191023144949/http://www.storiadc.it/doc/1946_01congr_piccioni.html|urlmorto=sì}}</ref>, lasciò agli elettori democristiani libertà di coscienza. Nei fatti, almeno due terzi degli oltre dieci milioni di elettori democristiani del 1946 votarono per la monarchia<ref>[[Enzo Santarelli]], ''Dalla monarchia alla Repubblica'', Roma, Editori Riuniti, 1974, pp. 209-217</ref>.
*''[[Orientales Ecclesias]]'' ([[15 dicembre]] [[1952]])[http://www.vatican.va/holy_father/pius_xii/encyclicals/documents/hf_p-xii_enc_15121952_orientales_po.html]: sulla condizione delle Chiese orientali
 
Nel dopoguerra dovette fronteggiare la nascita della [[guerra fredda]] e della divisione del mondo in due blocchi contrapposti. Il Papa si schierò decisamente contro il [[comunismo]], di cui fu un fermo oppositore. Nelle [[elezioni politiche in Italia del 1948]] appoggiò con slancio la [[Democrazia Cristiana]], favorendone la schiacciante vittoria.
*''[[Doctor Mellifluus]]'' ([[24 maggio]] [[1953]])[http://www.vatican.va/holy_father/pius_xii/encyclicals/documents/hf_p-xii_enc_24051953_doctor-mellifluus_it.html]: nell'VIII centenario della morte di san Bernardo
 
In occasione della vigilia di Natale del 1948, Pio XII pronunciò un discorso rivolto alle componenti [[neutralismo (relazioni internazionali)|neutraliste]] di questo [[partito]], onde evitare una loro paradossale convergenza con [[Fronte Democratico Popolare|partiti social-comunisti]] relativamente al coinvolgimento dell'Italia nell'[[North Atlantic Treaty Organization|Alleanza Atlantica]]<ref>Livio Zeno, ''Ritratto di Carlo Sforza'', Firenze, Le Monnier, 1975, pp. 287-289</ref>: «Un popolo minacciato o già vittima di una ingiusta aggressione, se vuole pensare ed agire cristianamente, non può rimanere in una indifferenza passiva; tanto più la solidarietà della famiglia dei popoli interdice agli altri di comportarsi come semplici spettatori in un atteggiamento d'impassibile neutralità»<ref>''Radiomessaggio di S.S. Pio XII al mondo intero, in occasione del Natale'', Venerdì 24 dicembre 1948.</ref>.
*''[[Fulgens Corona]]'' ([[8 settembre]] [[1953]])[http://www.vatican.va/holy_father/pius_xii/encyclicals/documents/hf_p-xii_enc_08091953_fulgens-corona_it.html]: indizione dell'anno mariano
 
Nel 1949, con un atto clamoroso a livello mondiale, [[Scomunica ai comunisti|scomunicò i cristiani che si dichiaravano comunisti]] e, in seguito alle persecuzioni dei cristiani nell'[[Europa Orientale|Europa dell'Est]], i capi di governo a essi riferiti. Cercò di attivare contatti e di salvare i cattolici dalle deportazioni nei [[gulag]] sovietici, pur senza riuscirci.
*''[[Sacra Virginitas]]'' ([[25 marzo]] [[1954]])[http://www.vatican.va/holy_father/pius_xii/encyclicals/documents/hf_p-xii_enc_25031954_sacra-virginitas_it.html]: sulla consacrata verginità
 
Nello stesso anno, dimostrò un certo interesse alle opere di carità - ricevette in visita il sacerdote [[Giulio Facibeni]], noto per aver fondato l'[[Opera della Divina Provvidenza Madonnina del Grappa]] - e concesse "pro gratia" la laicizzazione a don [[Zeno Saltini]], fondatore della [[Nomadelfia|comunità di Nomadelfia]].
*''[[Ecclesiae Fastos]]'' ([[5 giugno]] [[1954]])[http://www.vatican.va/holy_father/pius_xii/encyclicals/documents/hf_p-xii_enc_05061954_ecclesiae-fastos_it.html]: nel XII centenario della morte di san Bonifacio
 
==== Ruolo della donna: diritti e doveri ====
*''[[Ad Sinarum Gentem]]'' ([[7 ottobre]] [[1954]])[http://www.vatican.va/holy_father/pius_xii/encyclicals/documents/hf_p-xii_enc_07101954_ad-sinarum-gentem_it.html]: paterne esortazioni alla Chiesa Cattolica in Cina
Nel 1945 il papa pronunciò un articolato discorso alle associazioni cattoliche in cui ribadì il ruolo della donna di tutela del focolare domestico, insieme al dovere di partecipare alla vita pubblica in funzione di questo obiettivo, supportando sotto questa condizione il [[Suffragio femminile in Italia|suffragio femminile]]: {{Citazione|Ogni donna, dunque, senza eccezione, ha, intendete bene, il dovere, lo stretto dovere di coscienza, di non rimanere assente, di entrare in azione [..] per contenere le correnti che minacciano il focolare, per combattere le dottrine che ne scalzano le fondamenta, per preparare, organizzare e compiere la sua restaurazione"<ref name="ref_A">I doveri della donna nella vita politica e sociale di: S.S. Pio XII. Discorso di S. S. Pio XII nell'udienza del 21 ottobre 1945 alle rappresentanze delle Associazioni femminili cattoliche, Democrazia Cristiana, EAN: 2560643422754</ref>}}
Viene anche ribadito che tra queste "forze ostili" al focolare vi sono, oltre al comunismo, quelle del capitalismo:
{{Citazione|D'altra parte, può forse la donna sperare il suo vero benessere da un regime di predominante capitalismo? Noi non abbiamo bisogno di descrivervi ora le conseguenze economiche sociali che da questo derivano.<ref name="ref_A" />}}
 
=== L'Anno Santo del 1950 ===
*''[[Ad Caeli Reginam]]'' ([[11 ottobre]] [[1954]])[http://www.vatican.va/holy_father/pius_xii/encyclicals/documents/hf_p-xii_enc_11101954_ad-caeli-reginam_it.html]: sulla dignità regale della Santa Vergine Maria
{{vedi anche|Evoluzione e chiesa cattolica#Pio XII e l'enciclica Humani Generis}}
[[File:Assumption's dogmatic proclamation.jpg|miniatura|upright=1.4|Pio XII proclama la definizione dogmatica dell'[[Assunzione di Maria]] il 1º novembre 1950.]]
*''[[Musicae Sacrae]]'' ([[25 dicembre]] [[1955]])[http://www.vatican.va/holy_father/pius_xii/encyclicals/documents/hf_p-xii_enc_25121955_musicae-sacrae_it.html]: sulla musica sacra
Negli anni successivi, anche per il suo carattere schivo e introverso, Pio XII ridusse all'osso l'organizzazione della [[Curia romana]]. Tuttavia fu un papa particolarmente amato dalla gente: grazie alla conoscenza di numerose lingue, infatti, fu uno dei primi a rivolgersi in lingua straniera ai pellegrini che venivano a Roma. In un mondo ancora segnato dalle ferite della guerra, intuì che, più che un papa politico, la gente aveva bisogno di una guida verso la pace.
*''[[Haurietis Aquas]]'' ([[15 maggio]] [[1956]])[http://www.vatican.va/holy_father/pius_xii/encyclicals/documents/hf_p-xii_enc_15051956_haurietis-aquas_en.html]: sulla devozione al Sacro Cuore
 
Su iniziativa del cardinale [[Ernesto Ruffini]] e di monsignor [[Alfredo Ottaviani]], prese inizialmente in considerazione l'ipotesi di convocare un concilio ecumenico<ref>Roberto De Mattei, ''Il concilio Vaticano II, una storia mai scritta'', Torino, Lindau, 2010, p. 123</ref>. Nominò un'apposita commissione che si riunì in tutta segretezza senza giungere ad alcuna conclusione sulle prerogative da attribuire al sacro consesso<ref>Alberto Melloni, ''Il concilio e la grazia, saggi di storia sul Vaticano II'', Milano, Jacabook, 2016, pp. 122-123</ref>.
*''[[Luctuosissimi Eventus]]'' ([[28 ottobre]] [[1956]])[http://www.vatican.va/holy_father/pius_xii/encyclicals/documents/hf_p-xii_enc_28101956_luctuosissimi-eventus_it.html]: pubbliche preghiere per il popolo ungherese
 
Con questi intenti di pace, Pio XII proclamò il [[Giubileo]] del 1950, cui molti si dichiararono contrari: in tanti sostenevano che l'[[Italia]], ancora distrutta dalla [[guerra]], non fosse in grado di reggere una manifestazione di respiro mondiale. Invece il Giubileo, con il suo messaggio di riconciliazione e di speranza, fu un vero trionfo, con oltre un milione e mezzo di pellegrini e, tra l'altro, contribuì a far conoscere le bellezze italiane all'estero, favorendo i primi boom turistici. Durante il Giubileo, con la [[costituzione apostolica]] ''[[Munificentissimus Deus]]'', proclamò il [[dogma]] dell'[[Assunzione di Maria]], il 1º novembre, ricorrendo per l'unica volta in tutto il Novecento all'[[infallibilità papale]]. Il papa poi scrisse che il giorno precedente la proclamazione del dogma e per altre tre volte, mentre passeggiava nei [[Giardini Vaticani]] avrebbe assistito stupefatto a un fenomeno simile a quello del "[[miracolo del sole]]", narrato dai presenti alle apparizioni della [[Madonna di Fátima]], nel 1917.<ref>La Stampa, ''Pio XII e Fatima, l’appunto segreto sul “miracolo del sole”'', 12 maggio 2017.</ref>. Inoltre, venendo incontro alle numerose richieste dei fedeli, [[Canonizzazione|canonizzò]] la beata [[Maria Goretti]], sebbene fossero passati solo due anni dalla sua [[beatificazione]]<ref>All'epoca il diritto canonico prevedeva che passassero almeno vent'anni.</ref>.
*''[[Laetamur Admodum]]'' ([[1 novembre]] [[1956]])[http://www.vatican.va/holy_father/pius_xii/encyclicals/documents/hf_p-xii_enc_01111956_laetamur-admodum_it.html]: pubbliche preghiere per la pace fra i popoli
*''[[Datis Nuperrime]]'' ([[5 novembre]] [[1956]])[http://www.vatican.va/holy_father/pius_xii/encyclicals/documents/hf_p-xii_enc_05111956_datis-nuperrime_it.html]: condanna dei luttuosi avvenimenti in Ungheria
 
Nel 1950, nell'enciclica ''[[Humani Generis]]'', Pio XII affermò la compatibilità tra fede cattolica ed [[evoluzione|evoluzionismo]], nondimeno considerando l'evoluzione una teoria scientifica e non una realtà già dimostrata, e la necessità di doverose ulteriori chiarificazioni concettuali. Fu il primo papa ad ammettere ricerche sull'[[evoluzione|evoluzionismo]] applicato al [[corpo umano]], invocando comunque prudenza nel trattare tale questione: {{Citazione|Per queste ragioni il Magistero della Chiesa non proibisce che in conformità dell'attuale stato delle scienze e della teologia, sia oggetto di ricerche e di discussioni, da parte dei competenti in tutti e due i campi, la dottrina dell'evoluzionismo, in quanto cioè essa fa ricerche sull'origine del corpo umano, che proverrebbe da materia organica preesistente (la fede cattolica ci obbliga a ritenere che le anime sono state create immediatamente da Dio). Però questo deve essere fatto in tale modo che le ragioni delle due opinioni, cioè di quella favorevole e di quella contraria all'evoluzionismo, siano ponderate e giudicate con la necessaria serietà, moderazione e misura e purché tutti siano pronti a sottostare al giudizio della Chiesa, alla quale Cristo ha affidato l'ufficio di interpretare autenticamente la Sacra Scrittura e di difendere i dogmi della fede.|Enciclica ''Humani generis''<ref>[http://www.vatican.va/holy_father/pius_xii/encyclicals/documents/hf_p-xii_enc_12081950_humani-generis_it.html]</ref>}}
*''[[Fidei Donum]]'' ([[21 aprile]] [[1957]])[http://www.vatican.va/holy_father/pius_xii/encyclicals/documents/hf_p-xii_enc_21041957_fidei-donun_po.html]: sulla situazione delle missioni cattoliche, soprattutto in Africa
 
=== Gli anni cinquanta ===
*''[[Invicti Athletae Christi]]'' ([[16 maggio]] [[1957]])[http://www.vatican.va/holy_father/pius_xii/encyclicals/documents/hf_p-xii_enc_16051957_invicti-athletae_it.html]: nel III centenario del martirio di sant'Andrea Bobola
[[File:KSA-Romebedevaart-1950-Castelgandolfo.jpg|miniatura|Papa Pio XII riceve in udienza diverse centinaia di ragazzi dell'Azione cattolica fiamminga (KSA) nella residenza estiva di Castelgandolfo nel 1950.]]
Nel 1951, in un discorso alle [[ostetrica|ostetriche]], offrì delle considerazioni contro i tentativi di procurare la sterilità nell'atto coniugale, ma ammise la liceità dei [[rapporto sessuale|rapporti sessuali]] non finalizzati alla procreazione scegliendo per essi il periodo di [[sterilità]] naturale della [[donna]].<ref>Discorso di S.S. Pio XII alle partecipanti al congresso della Unione Cattolica Italiana delle Ostetriche, Lunedì 29 ottobre 1951.[https://w2.vatican.va/content/pius-xii/it/speeches/1951/documents/hf_p-xii_spe_19511029_ostetriche.html]</ref> Inoltre, in molti discorsi ai giovani [[matrimonio|sposi]], rilanciò il ruolo della [[famiglia]] e del [[matrimonio]] e indicò la [[Sacra Famiglia]] come modello di [[santità]] per le famiglie.
*''[[Le Pèlerinage de Lourdes]]'' ([[2 luglio]] [[1957]])[http://www.vatican.va/holy_father/pius_xii/encyclicals/documents/hf_p-xii_enc_02071957_le-pelerinage-de-lourdes_it.html]: nel centenario delle apparizioni della Vergine Maria a Lourdes
 
Venendo incontro alle richieste del mondo moderno autorizzò diversi provvedimenti, preludio delle riforme del [[Concilio Vaticano II]]. Permise la celebrazione della [[messa]] nelle ore serali, apportò modifiche alla traduzione dei [[salmi]] nel [[Breviario romano|breviario]] dei [[sacerdote|sacerdoti]], riorganizzò la pratica del [[digiuno eucaristico]] riducendolo a tre ore per i cibi solidi, a un'ora per le bevande non alcoliche ed eliminandolo del tutto per l'acqua e i medicinali.
*''[[Miranda Prorsus]]'' ([[8 settembre]] [[1957]])[http://www.vatican.va/holy_father/pius_xii/encyclicals/documents/hf_p-xii_enc_08091957_miranda-prorsus_it.html]: su cinema, radio e televisione
[[File:Papa Pio XII nel 1953.jpg|miniatura|Pio XII nel 1953.]]
 
Consapevole dei benefici apportati dal progresso, ma anche dei pericoli insiti in esso, aggravati dall'instabilità della situazione internazionale dovuta alla [[guerra fredda]], Pio XII era convinto che la vera pace avrebbe potuto scaturire solo da un nuovo ordine cristiano del mondo. Un tale ordine gli sembrava minacciato dalla perdita del senso di responsabilità individuale, schiacciato dalla [[massificazione]] sociale, in cui ognuno era come diventato una semplice ruota di organismi privi di [[consapevolezza]], e in cui la [[libertà]] risultava dunque svuotata:
*''[[Ad Apostolorum Principis]]'' ([[29 giugno]] [[1958]])[http://www.vatican.va/holy_father/pius_xii/encyclicals/documents/hf_p-xii_enc_29061958_ad-apostolorum-principis_it.html]: esortazioni e norme per la Chiesa Cattolica In Cina
{{Citazione|È però un fatto doloroso che oggi non si stima e non si possiede più la vera libertà. [...] Questa è la condizione dolorosa, la quale inceppa anche la Chiesa nei suoi sforzi di pacificazione, nei suoi richiami alla consapevolezza della vera libertà umana [...] Invano essa moltiplicherebbe i suoi inviti a uomini privi di quella consapevolezza, ed anche più inutilmente li rivolgerebbe ad una società ridotta a puro automatismo. Tale è la purtroppo diffusa debolezza di un mondo che ama di chiamarsi con enfasi "il mondo libero". Esso si illude e non conosce se stesso.|[[Radio (elettronica)|Radiomessaggio]] di Pio XII, Natale 1951<ref>{{Cita web |url=http://www.30giorni.it/it/articolo_stampa.asp?id=418 |titolo=Il testo del radiomessaggio |accesso=12 ottobre 2007 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20030721031635/http://www.30giorni.it/it/articolo_stampa.asp?id=418 |urlmorto=sì }}</ref>}}
 
Nel 1952, per il timore che la "Città Eterna" potesse essere amministrata da un sindaco comunista, il [[Città del Vaticano|Vaticano]] avallò per le elezioni amministrative del comune di Roma un'iniziativa di candidare don [[Luigi Sturzo]] a sindaco con un'alleanza elettorale tra la Democrazia Cristiana, il [[Movimento Sociale Italiano - Destra Nazionale|Movimento Sociale Italiano]] e il [[Partito Nazionale Monarchico]].<ref>[[Angelo del Boca]] e [[Mario Giovana]], ''I figli del sole'', Milano, Feltrinelli editore, 1965, p. 186</ref><ref name="a">[[Massimo Teodori]], ''Contro i clericali. Dal divorzio al testamento biologico la grande sfida dei laici'', Longanesi, [[Milano]], 2009.</ref> Tale proposta venne avanzata dall'area curiale del cosiddetto [[partito romano]], guidato da monsignor [[Roberto Ronca]], arcivescovo di Lepanto e rettore del santuario di Pompei<ref>{{Cita libro|autore=Andrea Riccardi|titolo=Il "partito romano". Politica italiana, Chiesa cattolica e Curia romana da Pio XII a Paolo VI|anno=2007|editore=Morcelliana|città=Brescia}}</ref>. [[Alcide De Gasperi|De Gasperi]] si oppose nettamente a questa ipotesi per motivi morali e per il suo passato antifascista, e anche per sostenere la sua visione laica dello Stato.
*''[[Meminisse Iuvat]]'' ([[14 luglio]] [[1958]])[http://www.vatican.va/holy_father/pius_xii/encyclicals/documents/hf_p-xii_enc_14071958_meminisse-iuvat_it.html]: pubbliche preghiere nella novena dell'Assunta
Il presidente del Consiglio seppe resistere sulle sue posizioni sino a quando papa Pio XII – che aveva persino mandato da lui il famoso predicatore [[Riccardo Lombardi (gesuita)|Riccardo Lombardi]], nell'intento di persuaderlo<ref>''Correva l'anno: Padre Riccardo Lombardi'', Rai Tre, 24 agosto 2010.</ref> – si arrese di fronte all'impraticabilità della proposta. Di lì a poco, tuttavia, Pio XII non ricevette in Vaticano De Gasperi in occasione del trentennale delle sue nozze con Francesca Romani.<ref name="a" /> De Gasperi ne fu molto amareggiato e rispose ufficialmente all'ambasciatore Mameli che gli aveva comunicato il rifiuto:
{{citazione|Come cristiano accetto l'umiliazione, benché non sappia come giustificarla. Come Presidente del Consiglio italiano e Ministro degli Esteri, l'autorità e la dignità che rappresento e dalla quale non posso spogliarmi neanche nei rapporti privati, m'impongono di esprimere lo stupore per un gesto così eccezionale.<ref name=Montanelli>[[Indro Montanelli]], ''I protagonisti'', Milano, Rizzoli, 1976, pp. 136-139.</ref>}}
 
Nello stesso anno procedette alla consacrazione della Russia al [[Cuore Immacolato di Maria]], a seguito delle ulteriori richieste di suor [[Lucia dos Santos|Lúcia dos Santos]]<ref name=fat />.
==Successione apostolica==
[[File:Correio da Manhã AN 445.jpg|miniatura|Pio XII con un [[cardellino]] sulla mano]]
 
Il 12 gennaio 1953 tenne il suo secondo e ultimo concistoro per la creazione di nuovi cardinali. Non ve ne furono altri per gli oltre cinque anni che lo separarono della sua scomparsa. Impose la porpora a due prelati "tradizionalisti" quali [[Giuseppe Siri]] e [[Alfredo Ottaviani]] ma non ai due pro-segretari di Stato, [[Domenico Tardini]] e [[Papa Paolo VI|Giovanni Battista Montini]], che risultarono di fatto esclusi da una possibile successione. Inoltre, nel 1954, Montini fu nominato [[Arcidiocesi di Milano|arcivescovo di Milano]] e, di conseguenza, estromesso dalla Segreteria di Stato e allontanato dalla Curia romana. La straordinaria personalità del Papa volle così evitare il formarsi di una linea alternativa alla sua visione monolitica della Chiesa. Tutto ciò non bastò perché non gli succedesse un pontificato oggettivamente differente, quello del futuro [[Papa Giovanni XXIII|Giovanni XXIII]], che Pio XII stesso creò cardinale proprio nell'ultimo concistoro.
*[[Cardinale]] [[Scipione Rebiba]]
*Cardinale [[Giulio Antonio Sartorio]]
*Cardinale [[Girolamo Bernerio]], O.P.
*[[Arcivescovo]] [[Galeazzo Sanvitale]]
*Cardinale [[Ludovico Ludovisi]]
*Cardinale [[Luigi Caetani]]
*Cardinale [[Ulderico Carpegna]]
*Cardinale [[Paluzzo Paluzzi Altieri degli Albertoni]]
*[[Papa Benedetto XIII]]
*Cardinale [[Papa Benedetto XIV|Prospero Lorenzo Lambertini]]
*[[Papa Clemente XIII]]
*Cardinale [[Marcantonio Colonna]]
*Cardinale [[Hyacinthe-Sigismond Gerdil]]
*Cardinale [[Giulio Maria della Somaglia]]
*Cardinale [[Carlo Odescalchi]], S.J.
*Cardinale [[Costantino Patrizi Naro]]
*Cardinale [[Lucido Maria Parocchi]]
*[[Papa Pio X|San Pio X]]
*[[Papa Benedetto XV]]
*'''Papa Pio XII'''
==Riferimenti==
<references/>
== Altri progetti ==
{{interprogetto|q}}
== Collegamenti esterni ==
 
Il 27 agosto 1953 fu sottoscritto dal pro-segretario monsignor Tardini il concordato con la Spagna di [[Francisco Franco]]. Con l'enciclica ''[[Ad Sinarum Gentem]]''<ref>{{cita testo|url=http://www.vatican.va/holy_father/pius_xii/encyclicals/documents/hf_p-xii_enc_07101954_ad-sinarum-gentem_it.html|titolo=Testo dell'enciclica ''Ad Sinarum Gentem''}}</ref>, il 7 ottobre 1954, Pio XII si rivolse ai cattolici cinesi esortandoli a sopportare ogni persecuzione per rimanere fedeli alla legge divina.
* [http://www.vatican.va/holy_father/pius_xii/index_it.htm Pio XII nel sito del Vaticano]
* [http://www.db.avvenire.it/avvenire/moduli/approfondimento/index1.jsp?idNotizia=17766 Dossier di Avvenire sul ''caso francese'']
* [http://www.corriere.it/speciali/2005/Cronache/PioXII/ Dossier del Corriere della Sera]
* [http://www.gesuiti.it/moscati/Ital4/Pio12.html Gli aspetti controversi dal sito dei gesuiti]
* [http://pioxii.splinder.com/ Pio XII: il papa amico degli ebrei]
* [http://www.uaar.it/ateismo/opere/55.html Recensione al libro ''«Dio è con noi!». La Chiesa di Pio XII complice del nazifascismo'']
 
Già all'inizio del 1954 una [[malattia]] l'aveva portato in fin di vita, ma sopravvisse. Secondo alcune testimonianze, il 2 dicembre di quell'anno, alle prime ore del mattino, avrebbe avuto un'[[Teofania|apparizione]] di [[Cristo]], accanto al suo letto, che lo avrebbe miracolosamente guarito<ref>{{fr}} Jean Chélini, ''L'Eglise sous Pie XII'', Fayard, 1989, Vol. II, pp. 513-514.</ref>; credendo che il redentore fosse venuto per accoglierlo in [[Paradiso]], gli disse: "''Jube me venire ad Te!'' (Fa' che io venga a Te!)", ma l'apparizione scomparve subito dopo senza aver detto alcunché. ''[[L'Osservatore Romano]]'' scrisse poi che il papa, «... il giorno prima, aveva sentito una voce chiarissima annunziare distintamente: "Verrà una visione"; e in quel mattino, mentre ripeteva l'invocazione della preghiera ''[[Anima Christi]]'': ''In hora mortis meae voca me'' (Nell'ora della mia morte chiamami), il Signore era venuto ed aveva sostato presso di lui»<ref>[[Silvio Bertoldi]], ''Dopoguerra'', Milano, Rizzoli, 1993, pp. 188-189.</ref>.
[[Categoria:Biografie|Pio 12]]
Da questo giorno, Pio XII migliorò in salute ed allora pensò che Cristo fosse venuto solo per guarirlo.
[[Categoria:Papi|Pio 12]]
[[Categoria:Personalità della Seconda guerra mondiale|Pio 12]]
 
In seguito rivolse la sua attenzione anche alle vicende dei [[Chiesa cattolica in Ungheria|cattolici ungheresi]], colpiti dalla repressione militare successiva alla [[Rivoluzione ungherese del 1956|rivoluzione del 1956]]. Ai fatti dell'Ungheria dedicò, infatti, tre encicliche: la ''[[Luctuosissimi Eventus]]'', la ''[[Laetamur Admodum]]'' e la ''[[Datis Nuperrime]]''. Inoltre, nella primavera del 1957, su richiesta dell'interessato, accordò a [[padre Pio da Pietrelcina]] la dispensa dal voto di povertà, affinché si occupasse dell'appena inaugurata [[Casa Sollievo della Sofferenza]] anche sotto il profilo gestionale<ref>Renzo Allegri, ''Padre Pio. L'uomo della speranza'', Milano, Mondadori, 1984, p. 171.</ref>.
 
La salute di Pio XII si aggravò durante la fine del decennio: fu afflitto per molto tempo da un [[singhiozzo]] continuo, dovuto forse a una [[gastrite]]. Tra i suoi ultimi atti ufficiali, l'[[enciclica]] ''[[Fidei donum (enciclica)|Fidei donum]]'' (1957) con la quale invitò la Chiesa intera a riprendere lo slancio missionario soprattutto condividendo i sacerdoti con le giovani chiese. Il 3 maggio dello stesso anno emanò un significativo [[breve apostolico]], con il quale nominò il martire [[san Sebastiano]] patrono dei [[vigili urbani]]: «Che in Italia sono preposti al mantenimento dell'ordine pubblico».
 
=== La morte ===
{{Link AdQ|en}}
[[File:Correio da Manhã AN 439 (2).jpg|thumb|La salma di Pio XII appena composta]]
Nell'autunno del 1958 la salute di Pio XII iniziò a declinare: il pontefice si trasferì quindi al [[Palazzo Pontificio]] di [[Castel Gandolfo]] per osservare un periodo di riposo<ref name=scenario />.
 
La mattina del 5 ottobre, dopo aver celebrato come di consueto la [[messa]] alla presenza di collaboratori e familiari, diede udienza ad un folto stuolo di [[notaio|notai]]; concluso l'impegno, pur sentendosi già affaticato e respirando con difficoltà per via di un acuto [[singhiozzo]], officiò comunque l'[[Angelus|orazione mariana]] di mezzogiorno. Sul calare della sera non rinunciò ad affacciarsi alla finestra del cortile interno del palazzo per impartire la [[benedizione apostolica]] ai fedeli che vi si trovavano. A tarda notte fu colto da un'[[ischemia]] che lo fece sprofondare in stato [[coma]]toso, sicché gli venne amministrata l'[[estrema unzione]]: la notizia circolò rapidamente e già prima del mattino seguente una grande folla si assiepò a [[Castel Gandolfo]]<ref name="scenario">{{Cita news|autore =|url = https://www.lastampa.it/2016/10/20/vaticaninsider/castel-gandolfo-lo-scenario-del-dramma-finale-di-tre-pontificati-f2yMLpQ4lYQV1bkii7TedP/pagina.html|titolo = Castel Gandolfo, lo scenario del dramma finale di tre pontificati|pubblicazione = [[La Stampa]] Vaticaninsider|data = 20 ott 2016|accesso = 9 marzo 2019|cid =}}</ref>.
 
In questo frangente l'[[archiatra]] [[Riccardo Galeazzi Lisi]] scattò segretamente al papa (semincosciente e [[intubazione|intubato]]) una ventina di fotografie, vendendole poi al rotocalco ''[[Paris Match]]''.
 
Tra il pomeriggio del 6 ottobre e la mattina del 7 il pontefice riprese conoscenza e lucidità: si levò dal letto e trascorse la giornata in preghiera e ascoltando musica. Fu però solo una parentesi: già il mattino dell'8 sopraggiunse una crisi cardio-circolatoria più acuta e alle ore 11:11 un dispaccio d'[[agenzia di stampa|agenzia]] annunciò la morte del papa. La notizia venne prontamente divulgata da alcuni giornali in edizione straordinaria, ma a stretto giro la Santa Sede provvide a smentirla: l'equivoco si era originato perché alcuni giornalisti si erano messi d'accordo col dottor Galeazzi Lisi, il quale aveva promesso loro di annunciare il decesso del papa "in anteprima" agitando un fazzoletto da dietro una finestra del palazzo pontificio. Una suora della famiglia pontificia, all'oscuro di tale patto, aveva però tratto in inganno gli astanti aprendo anzitempo l'anta della finestra prescelta<ref name=scenario />.
 
L'agonia di Pio XII in realtà durò ancora per circa 16 ore ulteriori, terminando alle ore 3:52 del 9 ottobre<ref name=scenario />.
 
Al mattino fu ancora Galeazzi Lisi a praticare sulla salma (preventivamente lavata e poi rivestita - secondo le indicazioni lasciate da Pacelli - dalle suore che lo accudivano) l'imbalsamazione secondo un metodo da lui stesso brevettato, consistente nell'avvolgimento del corpo entro alcuni strati di [[cellophane]] insieme con una miscela di erbe aromatiche, spezie e prodotti naturali, a suo dire analoghi a quelli usati sui resti di [[Gesù Cristo]] prima della [[Deposizione di Gesù|deposizione nel Santo Sepolcro]]. Tale metodo si rivelò però fallimentare, poiché non solo non riuscì a preservare la salma ma anzi ne accelerò la [[Decomposizione (biologia)|decomposizione]]: nel giro di poche ore incominciò a tumefarsi e sprigionare miasmi tali da provocare lo svenimento di alcune guardie del picchetto d'onore incaricate di vegliarlo in attesa del trasferimento a Roma<ref>Antonio Spinosa, ''Pio XII'', Milano, Mondadori, 2004, pp. 371-372.</ref>.
 
La salma venne traslata in Vaticano su un comune carro funebre motorizzato fornito dal comune di Roma, addobbato con una sorta di baldacchino (quattro [[putto|putti]] agli angoli del cassone che reggevano drappi bianchi legati a un [[triregno]] posto centralmente): il mezzo era stato messo a disposizione dal municipio in sostituzione della carrozza funebre con cavalli bianchi richiesta dalla Santa Sede, che era risultata irreperibile<ref>{{cita web |url=http://www.cesnur.org/2009/tesi_papi_foto.htm|titolo=La morte del Papa - Riti, cerimonie e tradizioni dal medioevo all'età contemporanea|accesso=24 luglio 2012}}</ref><ref>{{cita testo|url=http://i39.tinypic.com/16ryg3.jpg|titolo=Foto del corteo funebre|accesso=10 luglio 2022|dataarchivio=23 febbraio 2017|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20170223220711/http://i39.tinypic.com/16ryg3.jpg|urlmorto=sì}} da Castel Gandolfo a Roma.</ref>. L'automezzo venne accompagnato in corteo dalle [[Forze dell'ordine]] italiane in alta uniforme: lungo il percorso, che attraversò tutte le principali vie di Roma, si assiepò un folto pubblico.
[[File:Pioxii tomba.jpg|left|thumb|Sepolcro di Pio XII nelle [[Grotte Vaticane]]]]
 
Condotte nella [[Basilica di San Pietro]], le spoglie vennero [[Esposizione pubblica della salma|offerte]] per nove giorni su un alto palco (per la prima volta non eretto nella cappella del Santissimo Sacramento ma nella navata centrale, davanti all'altare maggiore, inaugurando una prassi che sarà seguita per tutti i pontefici successivi) all'omaggio dei fedeli. Già la notte successiva alla traslazione, preso atto dei veloci fenomeni cadaverici che stavano interessando la salma, la Santa Sede convocò un gruppo di medici legali esperti nel campo dell'imbalsamazione, incaricati di eseguire un nuovo trattamento conservativo con ovatta e [[formalina]] che perlomeno rallentasse il decadimento organico. Il nuovo intervento non poté tuttavia risolvere una situazione ormai compromessa, sicché si optò per posare sul volto del papa, già sfigurato, una maschera di cera miscelata a composti alcalini, che venne successivamente fusa in argento dalla [[Fonderia Artistica Ferdinando Marinelli]].
 
Conclusa l'ostensione e celebrate le esequie, la salma di Pio XII venne deposta in un sarcofago lapideo nelle [[Grotte Vaticane]], vicino alla [[tomba di Pietro]] (il cui sito esatto era stato individuato proprio sotto il suo pontificato). Pio XII fu l'ultimo papa a essere onorato con l'erezione, durante i [[novendiali]], del cosiddetto "tumulo" (un catafalco di forma piramidale coperto di drappi neri e adornato da molti ceri votivi) dinnanzi all'altare maggiore di San Pietro: i successori Giovanni XXIII (che nelle sue memorie criticò aspramente le modalità di ostensione della salma) e Paolo VI infatti disposero per iscritto di non servirsi di tale simulacro, che cadde quindi in disuso.
 
===Il presunto silenzio sull'Olocausto===
{{Vedi anche|Pio XII e l'Olocausto}}
[[File:Papst Pius XII., Krönung 1939JS.jpg|miniatura|Papa Pio XII sulla [[sedia gestatoria]], nel 1949.]]
Nel 1963 la rappresentazione a Berlino della ''pièce'' teatrale ''[[Il Vicario]]''<ref>Titolo originale: ''Die Stellvertreter''</ref> ha segnato il culmine della polemica nei confronti di Pio XII, accusato di non essersi adeguatamente adoperato nella difesa degli ebrei durante la seconda guerra mondiale, fino al punto di essere definito "Il papa di [[Hitler]]".<ref>John Cornwell, ''Il papa di Hitler. La storia segreta di Pio XII'', New York, 1999.</ref>
 
L'accusa sarebbe quella per cui avrebbe mantenuto il silenzio circa lo sterminio degli ebrei, fatto di cui era a conoscenza, essendone stato informato più volte e da più fonti<ref name="Miccoli">{{Cita|Miccoli|p.}}</ref><ref name="Phayer">Michael Phayer, ''La Chiesa cattolica e l'Olocausto'', Roma, Newton & Compton, 2001.</ref><ref>[[Renato Moro]], ''La Chiesa e lo sterminio degli ebrei'', Il Mulino, Bologna, 2002.</ref>. Afferma lo storico [[Giovanni Miccoli]]: «Non vi è dubbio che il Vaticano fu ben presto consapevole del salto di qualità che la persecuzione antiebraica aveva compiuto con lo scoppio della guerra»<ref>{{Cita|Miccoli|p. 5}}.</ref>. Per quanto riguarda la “[[soluzione finale della questione ebraica]]”, numerose sono le attestazioni che la Santa Sede ne fu via via largamente informata con sufficiente precisione. Ad esempio il 12 maggio 1942 don [[Pirro Scavizzi]] scriveva a Pio XII che: «La lotta antiebraica è implacabile e va sempre più aggravandosi, con deportazioni ed esecuzioni anche in massa. La strage degli ebrei in [[Ucraina]] è ormai al completo. In [[Polonia]] e in [[Germania]] la si vuole portare ugualmente al completo, col sistema delle uccisioni di massa»<ref>Citato in {{Cita|Miccoli|p. 6}}.</ref>. Il 29 agosto 1942 monsignor [[Andrej Szeptycki]] confermava la gravità delle notizie: «Non passa giorno senza che si commettano i crimini più orrendi. [...] Gli ebrei ne sono le prime vittime. Il numero degli ebrei uccisi nel nostro piccolo paese ha certamente superato i 200.000. Man mano che l'esercito avanza verso est, il numero delle vittime cresceva. A [[Kiev]], in pochi giorni, vi è stata l'esecuzione di circa 130.000 uomini, donne e bambini. Tutte le piccole città dell'Ucraina sono state testimoni di analoghi massacri, e tutto ciò dura da un anno»<ref name="Miccoli"/>.
 
Il 18 settembre 1942, monsignor [[Papa Paolo VI|Giovanni Battista Montini]], all'epoca impegnato nell'Ufficio informazioni del Vaticano, scriveva: «I massacri degli ebrei hanno raggiunto proporzioni e forme esecrande e spaventose. Incredibili eccidi sono operati ogni giorno; pare che per la metà di ottobre si vogliono vuotare interi ghetti di centinaia di migliaia di infelici languenti»<ref name="Miccoli"/>. Il 3 ottobre 1942 l'ambasciatore polacco presso la Santa Sede riferì che in tutta la Polonia gli ebrei venivano deportati in campi di concentramento per poi essere uccisi<ref name="Phayer" />; nel dicembre 1942 il ministro britannico presso la Santa Sede, [[D'Arcy Osborne, XII duca di Leeds|Francis D'Arcy Osborne]], ebbe un'udienza con Pio XII in cui consegnò al pontefice un rapporto redatto da inglesi, statunitensi e sovietici sull'estrema povertà degli ebrei e sul loro sterminio sistematico<ref name="Phayer" />; e così via. Infine, Pio XII non sottoscrisse la dichiarazione degli [[Alleati (seconda guerra mondiale)|Alleati]] del 17 dicembre 1942 in cui si condannava il massacro degli ebrei. Si fa notare che, a tale data, tra gli Alleati c'era anche l'[[Unione Sovietica]].
 
Nei confronti del nazismo, Pacelli ritenne perseguibile seguire la via della negoziazione diplomatica convinto che una denuncia ufficiale dell'olocausto non avrebbe giovato agli stessi ebrei e avrebbe solo esteso la persecuzione nazista a un numero ancora maggiore di cattolici.<ref name="Eamon Duffy p.407"/> Secondo lo storico [[Rodney Stark]], però, Pacelli dette prova di essere contro il razzismo non solo durante ma anche prima del suo pontificato. Ne sono esempi una lettera inviata all'[[Arcidiocesi di Colonia|arcivescovo di Colonia]] nel 1935, un'omelia nel 1937 e un articolo del titolo del [[The New York Times|New York Times]] del 20 ottobre 1939, titolato: "Il papa condanna dittatori, violatori di trattati e razzismo".<ref>Rodney Stark, ''False testimonianze. Come smascherare alcuni secoli di storia anticattolica'', 2016</ref>
 
Per quanto riguarda, nello specifico, il [[rastrellamento del ghetto di Roma]], lo storico e ricercatore [[Michael Hesemann]], rappresentante per la Germania della ''Pave the Way Foundation'', ha rinvenuto alcuni documenti negli archivi della chiesa di [[Santa Maria dell'Anima]], la chiesa nazionale della Germania a Roma.<ref name="autogenerato1">Michael Hesemann, ''Pio XII. Il papa che si oppose a Hitler'', Paoline Editoriale Libri, 2009.</ref> Secondo Gary Krupp, presidente della fondazione ''Pave the Way'', tali documenti attesterebbero le azioni intraprese dietro le quinte da Pio XII a partire dalle 14:00 del giorno del rastrellamento degli ebrei romani, già iniziato alle prime ore dell'alba<ref name="ReferenceB">Gary L. Krupp, ''Pope Pius XII and World War II: The Documented Truth : a Compilation of International Evidence Revealing the Wartime Acts of the Vatican'', Pave the Way Foundation, 2010.</ref>.
 
Secondo Krupp: «La mattina del 16 ottobre 1943, quando il Papa seppe dell'arresto degli ebrei, ordinò immediatamente una protesta ufficiale vaticana all'ambasciatore tedesco, che sapeva avrebbe avuto senz'altro esito». In realtà il pontefice inviò suo nipote, Carlo Pacelli, dal vescovo austriaco [[Alois Hudal]], rettore del [[Collegio teutonico di Santa Maria dell'Anima]], che era secondo alcuni cordiale con i nazisti e aveva buone relazioni con loro. «Il principe Pacelli disse a Hudal che era stato inviato dal Papa, e che Hudal doveva scrivere una lettera al governatore tedesco di Roma, il generale Stahel, per chiedere di fermare gli arresti», racconta Krupp<ref name="ReferenceB" />. Formalmente, peraltro, la lettera di un esponente della chiesa tedesca e non proveniente dai massimi gradi della gerarchia vaticana (il Papa, il Segretario di Stato o, al limite, il nunzio apostolico in Germania), non rappresenta una "protesta ufficiale".
 
Nella lettera del vescovo Hudal al generale Stahel si leggeva: «Proprio ora, un'alta fonte vaticana [...] mi ha riferito che questa mattina è iniziato l'arresto degli ebrei di nazionalità italiana. Nell'interesse di un dialogo pacifico tra il Vaticano e il comando militare tedesco, le chiedo urgentemente di dare ordine di fermare immediatamente questi arresti a Roma e nella zona circostante. La reputazione della Germania nei Paesi stranieri richiede una misura di questo tipo, e anche il pericolo che il Papa protesti apertamente». Hudal, quindi, chiedeva la "non reiterazione" di altri arresti senza entrare nel merito della sorte dei rastrellati nel ghetto e già arrestati. Solo in caso di nuovi arresti ci sarebbe stata la protesta del Papa. La mattina dopo, il generale disse di aver girato la questione alla [[Gestapo]] locale e a [[Heinrich Himmler|Himmler]] personalmente. «Himmler - avrebbe detto al telefono - ha ordinato che, considerato lo status speciale di Roma, gli arresti siano fermati immediatamente». Di conseguenza, non vi fu nessuna protesta ufficiale del Papa per le deportazioni già avviate.
 
Diverse furono invece le testimonianze di rifugiati nei conventi romani, cui Pio XII chiese di interrompere in maniera straordinaria anche la clausura, pur di nascondere ebrei e perseguitati politici<ref name=":4">Renato Astrologo, ''Testimonianza'', in: ''Papapioxii.it'' [http://www.papapioxii.it/wp-content/uploads/2014/06/astrologo.pdf].</ref>. Il Papa stesso offrì rifugio a numerosi [[ebreo|ebrei]] nei palazzi del [[Vaticano]] e nelle chiese e scuole cattoliche romane<ref name="ReferenceA" /><ref>{{Cita web|url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2008/10/07/cosi-la-portinaia-autorina-salvo-noi-ebrei.html|titolo=Così la portinaia Autorina salvò noi ebrei dallo sterminio|giornale=Repubblica|data=7 ottobre 2008|autore=Carlo Alberto Bucci}}</ref><ref>{{Cita web|url= http://roma.corriere.it/roma/notizie/cronaca/12_novembre_10/napolitano-libro-walters-roma-occupazione-tedesca-2112646334181.shtml|titolo=Dennis Walters, interprete dei partigiani romani durante l'occupazione tedesca|giornale=Corriere della Sera|data=10 novembre 2012|autore=Maurizio Caprara}}</ref>.
 
Lo storico [[Irlanda|irlandese]] Eamon Duffy, docente di [[Storia del cristianesimo|Storia del Cristianesimo]] presso l'[[Università di Cambridge]], ha scritto: «Mentre le pressioni sulla comunità ebraica aumentavano, (Pio XII) ordinò l'apertura degli istituti religiosi di Roma come luoghi di rifugio: 5.000 ebrei furono ospitati in essi e nel Vaticano stesso. Dopo la guerra, il rabbino capo di Roma ([[Eugenio Zolli]]) diventò cattolico, facendosi battezzare col nome di Eugenio».
 
Secondo uno studio del ricercatore Dominiek Oversteyns fondato sulle fonti primarie, ossia sulle sole testimonianze degli ebrei romani e dei loro salvatori, prima dell'inizio del rastrellamento, alle ore 04:59 del 16 ottobre 1943 a Roma erano presenti 8.207 ebrei (8.000 ebrei romani e 207 ebrei stranieri)<ref name=":90">Dominiek Oversteyns, {{cita testo|url=http://www.papapioxii.it/wp-content/uploads/2019/09/Fig-3.1Tabella-collaiuto-di-Pio-XII-agli-ebrei-romano-prima-del-16-ottobre-1943-1.pdf|titolo=''Fig. 3.1. Tabella con l’aiuto di Pio XII agli ebrei romano prima del 16 ottobre 1943''}}</ref>.
Il 16 ottobre 1943 furono arrestati 1.030 di questi ebrei (1.029 ebrei romani ed un ebreo straniero) e poi deportati ad Auschwitz il 18 ottobre 1943 con partenza alle ore 14:00 dalla stazione Tiburtina di Roma<ref name=":91">Dominiek Oversteyns, {{cita testo|url=http://www.papapioxii.it/wp-content/uploads/2019/09/Fig-3.3.1-Taballe-dei-aresti-e-liberazione-a-Roma-dal-16-ottobre-1943-fino-al-22-ottobre-1943.pdf|titolo=''Fig. 3.3.1. Tabella degli arresti, liberazioni e deportazioni degli ebrei romani e stranieri a Roma dal 16.10.1943 fino al 22.10.1943 e degli interventi fatti da Pio XII per la loro liberazione e/o per aiutarli''}}</ref>.
Il 4 giugno 1944 alle ore 23:59 avrebbero dovuto essere presenti a Roma 9.975 ebrei (8.000 ebrei romani e 1.975 ebrei stranieri). Di questi, 6.381 (4.590 ebrei romani e 1.791 ebrei stranieri), il 64% di tutti gli ebrei presenti a Roma<ref name=":92">Dominiek Oversteyns, {{cita testo|url=http://www.papapioxii.it/wp-content/uploads/2019/09/Fig-3.2-Tabella-collaiuto-di-Pio-XII-agli-ebrei-romani-fino-al-4-guigno-1944.pdf|titolo=''Fig. 3.2. Tabella con gli aiuti di Pio XII agli ebrei romani dal 16 ottobre 1943 fino al 4 giugno 1944''}}</ref>, erano stati aiutati e salvati da papa Pio XII durante gli otto mesi di dura persecuzione nazista. In breve si può dire che di questi 9.975 ebrei durante gli otto mesi di persecuzione, 1.697 ebrei furono uccisi, 4.205 ebrei sopravvissero in 235 conventi romani, 1.680 ebrei sopravvissero sotto la protezione di DELASEM in collaborazione con il Vaticano, 160 ebrei sopravvissero in Vaticano e nelle sue 26 sedi extraterritoriali, 1.324 ebrei sopravvissero in case private di amici e 495 ebrei sopravvissero nei villaggi intorno a Roma<ref name=":93">Dominiek Oversteyns, {{cita testo|url=http://www.papapioxii.it/wp-content/uploads/2019/09/Fig-3.5-Bilancio-di-che-cosa-%C3%A8-successo-con-gli-ebrei-di-Roma-durante-le-9-mesi-di-nazi-persecuzione.pdf|titolo=''Fig. 3.5. Bilancio di che cosa è successo agli ebrei di Roma durante i nove mesi di persecuzione nazista''}}</ref>.
 
Per quanto riguarda il resto d'Europa, stime indipendenti e documentate da numerose testimonianze attestano che molti esponenti della [[Chiesa cattolica]] (sacerdoti, frati, suore, laici) si attivarono per contrastare il genocidio ebraico, affrontando notevoli rischi e spesso pagando anche con il sangue. Una stima imprecisa valuterebbe che circa seicentomila ebrei siano stati salvati dall'Olocausto, un numero superiore a quello ottenuto da tutte le organizzazioni umanitarie e altre chiese cristiane messe insieme<ref name=":0">[[Teresio Bosco]], ''Terra pianeta che sanguina'', SEI, 1975.</ref><ref>{{Cita web|autore=Marco Ansaldo|titolo=Pio XII e quei rapporti segreti delle SS. Il Vaticano aiuta gli ebrei a scappare|pubblicazione=La Repubblica|data= 15 gennaio 2010|url=http://www.repubblica.it/esteri/2010/01/15/news/pio_xii_documento-1953994/ }}</ref><ref name=":2">Interventi del Papa in [[Ungheria]], [[Romania]] e [[Bulgaria]] e in Italia, attraverso l'[[arcidiocesi di Genova|arcivescovo di Genova]] cardinal [[Pietro Boetto|Boetto]], in: Luigi Villa, ''Pio XII'', Brescia, 1964, pp. 136-138.</ref>. Del resto, anche i futuri papi [[Giovanni XXIII|Roncalli]], [[Giovanni Paolo I|Luciani]] e [[Giovanni Paolo II|Wojtyła]] salvarono e nascosero ai tedeschi gruppi e famiglie ebree.
 
====Evoluzione della questione====
Col passare dei decenni i rapporti tra Israele e la figura storica di Pio XII si sono rasserenati, grazie a varie recenti analisi storiche<ref name="Eamon Duffy p.407">Eamon Duffy, ''La Grande Storia dei Papi'', Milano, Mondadori, 2001 ISBN 88-04-49052-7 p. 407.</ref><ref>[[Battista Mondin]], ''Nuovo Dizionario Enciclopedico dei Papi'', Città Nuova, Roma 2006 ISBN 88-311-9230-2 pp. 518-540.</ref><ref>[[Andrea Tornielli]], ''Pio XII. Eugenio Pacelli. Un uomo sul trono di Pietro'', Milano, Mondadori, 2008 ISBN 88-04-58206-5 pp. 309-448.</ref>. Non è un caso che quest'opera imponente di carità sia riconosciuta dagli ebrei stessi. Ma già il 10 ottobre 1958, in seguito alla morte del Papa, [[Golda Meir]], ministro degli Esteri dello [[Stato d'Israele]], affermò: «Durante il decennio del terrore nazista, il nostro popolo ha subito un martirio terribile. La voce del Papa si è alzata per condannare i persecutori e per invocare pietà per le vittime». Tra le altre, si ricorda il riconoscimento del rabbino capo di Roma [[Elio Toaff]], subito dopo la morte di Pio XII: «Più che in ogni altra occasione, abbiamo avuto l'opportunità di sperimentare la grande compassione e la grande generosità di questo papa durante gli anni della persecuzione e del terrore, quando sembrava non ci fosse per noi più alcuna speranza».
 
Lo studioso ebraico [[Pinchas Lapide]] ha ricordato delle stime per cui tra il 70 e il 90% dei {{formatnum:950000}} ebrei europei sopravvissuti all'[[olocausto]] lo devono a iniziative cattoliche, incoraggiate e sostenute dallo stesso Pio XII. Numerose furono le attestazioni di riconoscenza e gratitudine subito dopo la guerra<ref>{{cita testo|url=https://www.jewishvirtuallibrary.org/jsource/anti-semitism/piusdef2.html|titolo=A Question of Judgment - Pius XII & the Jews | Jewish Virtual Library<!-- Titolo generato automaticamente -->}}</ref><ref>L'autore dell'anonimo articolo ''Un rifugiato'' (''A Papal Audience in Wartime'') pubblicato sul ''Palestine Post'' del 28 aprile 1944 che racconta del suo incontro con papa Pacelli è Howard Heinz Wisla, un ebreo tedesco nato nel 1920, arrestato dalla Gestapo nel 1940, internato nel campo di Sachsenhausen, fuggito. E poi protagonista di un episodio poco conosciuto ma altrettanto avventuroso, dell'ultimo conflitto mondiale: la fuga (lungo il Danubio), di un gruppo di ebrei dalla Slovacchia verso la Palestina a bordo della nave ''Pentcho''. Naufragata nel mar Egeo, l'imbarcazione fu soccorsa da militari italiani. A Wisla venne concesso un visto di espatrio per Roma... Partecipò ad un'udienza con Pio XII. Salutato dal Pontefice, che mostrò di conoscere bene le sue peripezie, udì da questi le seguenti parole poi registrate nel sopradetto articolo: «Tu sei ebreo. So cosa significa questo nel tempo che viviamo. Spero tu possa essere sempre fiero di essere ebreo». (''Avvenire'' 17 gennaio 2012 – Agorà)</ref>.
 
Il rabbino di [[New York]], [[David Gil Dalin]], nel corso del [[Meeting per l'amicizia fra i popoli]] del 2001, ha dichiarato: «Pio XII lanciò un grido d'allarme pubblicamente e privatamente contro i pericoli del nazismo e, nel corso dell'intera seconda guerra mondiale, si espresse sempre a favore degli ebrei. Quando il Papa apprese delle atrocità commesse dai nazisti in Polonia esortò i vescovi d'Europa a fare tutto quanto in loro potere per salvare gli ebrei, vittime della persecuzione nazista. Nel gennaio del 1940, su istruzione dello stesso Papa, Radio Vaticana e ''L'Osservatore Romano'' rivelarono al mondo le terribili atrocità commesse dalla disumana tirannia nazista verso gli ebrei e i cattolici polacchi e affermavano, secondo le parole del Papa, che queste atrocità avevano offeso la coscienza morale dell'uomo»<ref name=rimini />.
 
Alcuni di questi giudizi storici positivi sono derivati da [[Israele]]<ref name="ReferenceB" />: lo storico [[Israele|israeliano]] Gary Krupp sostiene infatti che [[Pio XII]], durante e dopo la [[seconda guerra mondiale]], fece «tutto quello che era in suo potere per proteggere e difendere gli ebrei, spingendosi ad affermare che abbia «salvato più ebrei di tutti i leader del mondo messi assieme. E soprattutto, adoperandosi da una città in stato di assedio». A conferma delle sue tesi Krupp ha raccolto circa 76.000 pagine di materiali originali, oltre alle testimonianze oculari e ai contributi di studiosi internazionali di rilievo, che fanno cadere a una a una tutte le leggende nere sul conto di Pacelli. Inoltre, sempre secondo Krupp, «il papa operò in favore dei perseguitati»<ref name="ReferenceB"/>.
 
== Il processo di beatificazione e canonizzazione ==
[[File:Pio XII - Luis Fernández-Laguna 1958.jpg|thumb|''Ritratto di Pio XII'', dipinto di Luis Fernández-Laguna (1958)]]
Il 18 ottobre 1967, nove anni dopo la sua morte, [[papa Paolo VI]] ne aprì il relativo processo diocesano per la causa di [[beatificazione]] e [[canonizzazione]]. La causa per la beatificazione ha sollevato dubbi soprattutto all'interno della comunità ebraica, a motivo del silenzio sullo sterminio degli ebrei, ma anche all'interno della stessa Chiesa cattolica.<ref>{{cita news|pubblicazione=chiesa.espressonline.com|titolo=Un figlio della Chiesa di Pio XII rompe il silenzio sulla sua santità|data=27 gennaio 2005|url=http://chiesa.espresso.repubblica.it/articolo/22038}}</ref>
 
Nel 1990, con decreto firmato da [[papa Giovanni Paolo II]], è stato proclamato [[Servo di Dio]]<ref>{{cita testo|url=http://www.unavox.it/ArtDiversi/DIV795_Celatus_Canonizzazione_superveloce.html|titolo=La canonizzazione superveloce: una deplorevole mancanza di prudenza - di Padre Celatus<!-- Titolo generato automaticamente -->}}.</ref>.
Il 19 dicembre 2009, con un decreto firmato da [[papa Benedetto XVI]] che ne attesta le virtù eroiche, è stato proclamato [[venerabile]].<ref>{{cita news|pubblicazione=Bollettino della Sala Stampa della Santa Sede|data=19 dicembre 2009|url=http://212.77.1.245/news_services/bulletin/news/24860.php?index=24860&lang=it|titolo=Promulgazione di decreti della Congregazione delle Cause dei Santi|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20091224163258/http://212.77.1.245/news_services/bulletin/news/24860.php?index=24860&lang=it}}</ref><ref>{{cita news|pubblicazione=Corriere della Sera|url=http://www.corriere.it/cronache/09_dicembre_19/causa-beatificazione-papi-wojtyla-pacelli-giovanni-paolo-pio_3a47eb9c-ec97-11de-a048-00144f02aabc.shtml?fr=box_primopiano|titolo=Giovanni Paolo II e Pio XII: i due papi insieme verso gli altari|data=19 dicembre 2009}}</ref>
Critiche in merito sono venute dalle comunità ebraiche. Diversi rabbini hanno parlato di scelta che addolora e riscrive la storia.<ref>{{cita news|pubblicazione=Repubblica.it|url=http://www.repubblica.it/2009/10/sezioni/esteri/benedetto-xvi-37/beatificazioni/beatificazioni.html|titolo=Il Papa: "Wojtyla e Pio XII beati" Critiche dalle comunità ebraiche|data=19 dicembre 2009}}</ref><ref>{{cita news|pubblicazione= Repubblica.it|url=http://www.repubblica.it/2009/10/sezioni/esteri/benedetto-xvi-37/intervista-zevi/intervista-zevi.html|titolo=Tullia Zevi: "Era meglio il silenzio fino all'apertura di tutti gli archivi"|data=20 dicembre 2009}}</ref>
 
Nel viaggio di ritorno dalla Terra Santa, il 26 maggio 2014, [[papa Francesco]] ha dichiarato in merito: «La causa di Pio XII è aperta. Io mi sono informato: ancora non c'è nessun miracolo, e se non ci sono miracoli non può andare avanti. È ferma lì. Dobbiamo aspettare la realtà, come va la realtà di quella causa, e poi pensare di prendere delle decisioni. Ma la verità è questa: non c'è nessun miracolo ed è necessario almeno uno per la beatificazione. Questo è come oggi è la causa di Pio XII. E io non posso pensare: “Lo farò beato o no?”, perché il processo è lento. Grazie».<ref>{{cita testo|url=http://www.papapioxii.it/papa-francesco-serve-un-miracolo/|titolo=Papa Francesco: «Serve un miracolo» - Papa Pio XII<!-- Titolo generato automaticamente -->}}</ref>
 
Il lavoro per il processo di canonizzazione è affidato, per decisione di Benedetto XVI, alla [[Compagnia di Gesù]].
 
== Apertura degli archivi vaticani ==
Lo [[Yad Vashem]], il museo dell'[[Olocausto]] di [[Gerusalemme]], ospita dal 2005 una fotografia di Pio XII, la cui didascalia in calce ne definiva "ambiguo" il comportamento di fronte allo sterminio degli ebrei. A seguito di formale richiesta di modifica di tale didascalia, nel 2006 i responsabili del museo si mostrarono disposti a riesaminare la condotta di Pio XII a condizione che ai propri ricercatori venisse concesso di poter accedere agli archivi storici del Vaticano.
 
Più recentemente, il nunzio apostolico monsignor [[Antonio Franco (arcivescovo)|Antonio Franco]] dapprima declinò, poi decise di accettare, l'invito a partecipare alla commemorazione della Shoah tenutasi al museo il 15 aprile 2007. Nell'occasione il direttore del museo stesso, Avner Shalev, promise che avrebbe riconsiderato la maniera in cui Pio XII era descritto nella didascalia<ref>{{Cita news|url=http://www.corriere.it/Primo_Piano/Cronache/2007/04_Aprile/15/vaticano_israele_shoah.shtml|titolo=Nunzio apostolico, sì a cerimonia su Shoah|giorno=16|mese=4|anno=2007|pubblicazione=''[[Corriere della Sera]]''|accesso=16 luglio 2008}}</ref>. Successivamente il museo israeliano dell'Olocausto si è corretto dando spazio nella didascalia ai difensori di Pio XII<ref>{{cita testo|url=http://www.corriere.it/cultura/12_luglio_02/frattini-museo-israeliano-olocausto-corregge-pio-xii_e74e08a2-c431-11e1-8a5a-a551a87e60ad.shtml|titolo=Il museo israeliano dell'Olocausto «si corregge» su Pio XII}}</ref>. L'effettiva riscrittura della didascalia è stata realizzata nel 2012<ref>[[Andrea Tornielli]], {{cita testo|url=http://vaticaninsider.lastampa.it/homepage/nel-mondo/dettaglio-articolo/articolo/pio-xii-pius-xii-pio-xii-16471/|titolo=''Pio XII, lo Yad Vashem cambia la didascalia controversa''|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20120706001404/http://vaticaninsider.lastampa.it/homepage/nel-mondo/dettaglio-articolo/articolo/pio-xii-pius-xii-pio-xii-16471 }}, Vatican Insider, 1º luglio 2012</ref>. Di fatto, ciò appare una riabilitazione della figura del papa presso il popolo ebraico.<ref>M. Contu, M. Cingolani e C, Tasca, ''I martiri ardeatini, Carte inedite 1944-1945'', Editrice Am&D, 2012. In occasione dei cinquant'anni dalla morte di Ascarelli, l'israelita medico legale salvato da Pio XII, gli autori fanno riemergere una vicenda la cui memoria è conservata presso archivio dello Yad Vashem.</ref>
 
In occasione dell'ottantesimo anniversario dell'elezione di Pio XII a Sommo Pontefice, il 4 marzo 2019, [[papa Francesco]] ha annunciato la decisione di aprire agli studiosi gli archivi vaticani su Pio XII:
{{Citazione|Questo costante e non lieve impegno, vostro e dei vostri colleghi, mi permette oggi, in ricordo di quella significativa ricorrenza, di annunciare la mia decisione di aprire alla consultazione dei ricercatori la documentazione archivistica attinente al pontificato di Pio XII, sino alla sua morte, avvenuta a Castel Gandolfo il 9 ottobre 1958.<br />
Ho deciso che l'apertura degli Archivi Vaticani per il Pontificato di Pio XII avverrà il 2 marzo 2020, a un anno esatto di distanza dall'ottantesimo anniversario dell'elezione al Soglio di Pietro di Eugenio Pacelli.|Papa Francesco, ''Discorso agli Officiali dell'Archivio Segreto Vaticano'', Città del Vaticano, 4 marzo 2019<ref>{{cita web | url = http://w2.vatican.va/content/francesco/it/speeches/2019/march/documents/papa-francesco_20190304_archivio-segretovaticano.html | titolo = Discorso agli Officiali dell'Archivio Segreto Vaticano | sito = Santa Sede | data = 4 marzo 2019 | città = [[Sala Clementina]] | lingua = en,es,fr,it,pt | editore = [[Libreria Editrice Vaticana]] | urlarchivio = https://web.archive.org/web/20190315112238/http://w2.vatican.va/content/francesco/it/speeches/2019/march/documents/papa-francesco_20190304_archivio-segretovaticano.html | urlmorto = no | accesso = 15 marzo 2019 }}, con ''[[multimedia]]''</ref>}}
A seguito di un lavoro di catalogazione iniziato per volere di [[Papa Benedetto XVI#Magistero e altri interventi|Benedetto XVI]], i documenti del Papa, della Curia e delle rappresentanze pontificie dal 1939 al 1958 sono stati resi disponibili per la consultazione «gratuita e aperta a studiosi qualificati»<ref>{{cita news | autore = Sergio Centofanti | url = https://www.vaticannews.va/it/papa/news/2019-03/papa-francesco-apertura-archivio-pio-xii-prefetto-sergio-pagano.html | titolo = Mons. Pagano: apertura archivi mostrerà a tutti la grandezza di Pio XII | data = 4 marzo 2019 | città = Città del Vaticano | lingua = it | urlarchivio = https://web.archive.org/web/20190305125048/https://www.vaticannews.va/it/papa/news/2019-03/papa-francesco-apertura-archivio-pio-xii-prefetto-sergio-pagano.html | urlmorto = no | pubblicazione = | accesso = 15 marzo 2019 }}</ref> a partire dal 2 marzo 2020<ref>{{cita testo|url=https://www.bbc.com/news/world-europe-51703464|titolo=''Vatican opens archives of Holocaust-era Pope Pius XII'', BBC news, 2 marzo 2020}}.</ref>.
 
Johan Ickx, direttore dell'archivio storico della sezione “Rapporti con gli Stati” della Segreteria di Stato, ha contato 2800 richieste di aiuto, relative a quasi 5.000 persone. Si tratta della cosiddetta “lista Pacelli” più verificata possibile, con dati che – lo ammette lo stesso Ickx – potrebbero anche essere rivisti un giorno al rialzo, ma che rappresentano ad oggi la cifra più attendibile, sebbene meno suggestiva. Ma lo storico tedesco Hubert Wolf ha sottolineato che le richieste sarebbero ancora di più: circa 15.000. Ammettendo che davvero papa Pacelli abbia aiutato gli ebrei quando possibile, e in questo modo riposizionandosi nel dibattito tra gli storici, prendendo una posizione più morbida nei confronti del Papa, infatti precedentemente aveva teorizzato, sulla base di alcuni documenti tra cui una nota di monsignor [[Angelo Dell'Acqua|Dall'Acqua]], che Pio XII avesse saputo dell'Olocausto in corso ma avrebbe voluto volutamente ignorare le fonti, anche per via di un “pregiudizio antisemita” che colpiva prima di tutto i suoi collaboratori.
 
Wolf dimostra quindi di aver cambiato opinione e lo ha fatto con una intervista ad Herder Korrespondenz del 30 aprile 2021, in cui parla di circa “15 mila petizioni di Ebrei di tutta Europa che, a causa della persecuzione da parte dei nazisti, si sono rivolti a Pio XII per chiedere aiuto”. Si tratta di – prosegue Wolf – “documenti in prima persona impressionanti, testimonianze sconvolgenti della persecuzione, del disagio e dell'orrore durante il regime nazionalsocialista". E aggiunge che la Santa Sede ha risposto quando possibile alle richieste di aiuto, con “soldi, cibo o un riparo”, e che Pio XII aveva letto personalmente numerose petizioni, anche facendo concedere visti<ref>ACI Stampa, 17.05.2021, Pio XII, quanti sono gli Ebrei che ha davvero soccorso? di Andrea Gagliarducci, https://www.acistampa.com/story/pio-xii-quanti-sono-gli-ebrei-che-ha-davvero-soccorso-17095</ref>.
 
Johan Ickx ha scritto recentemente il libro “Pio XII e gli Ebrei”, che è il frutto di una prima lettura dei pezzi di archivio ora aperti al pubblico. Un libro narrativo, ma basato su documenti storici. In particolare, Ickx ha ripercorso le storie delle 2800 richieste di aiuto che si trovano nella serie “Ebrei” trovato nell'archivio della Seconda Sezione della Segreteria di Stato, in cui si delinea anche la storia del bureau messo su per salvare gli ebrei. Ickx afferma che: “la segreteria di Stato del Vaticano era l'unico ministero degli Esteri al mondo con un ufficio apposito e una completa rete internazionale destinata al soccorso delle persone perseguitate durante la Seconda guerra mondiale. Oggi, la serie Ebrei ne è la dimostrazione”. Ickx nel libro fornisce cifre dettagliate: 4205 ebrei vennero ospitati e nascosti nei monasteri cattolici, 1324 in case private, 160 ebrei furono rifugiati in Vaticano e nelle sue aree extraterritoriali<ref>ACI Stampa, 07.01.2021, Pio XII, e il suo “bureau” che si impegnava a salvare vite durante la guerra, di Andrea Gagliarducci; https://www.acistampa.com/story/pio-xii-e-il-suo-bureau-che-si-impegnava-a-salvare-vite-durante-la-guerra-15950</ref>.
 
== Pio XII nella cultura di massa ==
{{Organizzare|[[WP:CULTURA]], [[WP:CURIOSITÀ]]|biografie|aprile 2025}}
* Pio XII è stato identificato con il ''Pastor Angelicus'' della [[Profezia di Malachia]].
* Secondo alcuni gruppi di [[cattolici tradizionalisti]] sostenitori in particolare del [[sedevacantismo]] o del [[Tesi di Cassiciacum|sedeprivazionismo]], dopo la morte di papa Pacelli la sede pontificia sarebbe [[Sede vacante|vacante]] o formalmente vacante.<ref>{{cita libro|titolo=All'estrema destra del padre: tradizionalismo cattolico e destra radicale|anno=2004|editore=Ed. La Fiaccola|autore=Emanuele Dal Medico|p=88}}:«Il sedevacantismo è la posizione teologica dei cattolici tradizionali che credono nel papato, nell'infallibilità e nel primato del pontefice, e tuttavia non riconoscono l'attuale vicario di Cristo come vero papa. Il termine "sedevacantismo" è composto da due parole di origine latina che significano "la Sede (apostolica) è vacante" e si riferisce al periodo della cosiddetta [[Sede vacante]] del Vaticano alla morte di un pontefice; i sostenitori di tale tesi disconoscono gli ultimi quattro papi del secolo scorso che non risulterebbero validi: [[Giovanni XXIII]], [[Paolo VI]], [[Giovanni Paolo I]] e [[Giovanni Paolo II]]. I sedevacantisti riconoscono soltanto come ultimo Sommo Pontefice regolarmente eletto Pio XII Pacelli; quelli che dal 1958 seguirono sul trono di Pietro, altro non sarebbero che abusivi».</ref>
* Pacelli fu tra i primi prelati a usare l'[[aereo]] per i suoi spostamenti e per questo un [[giornale]] americano lo soprannominò il "cardinale volante"<ref>Camilla Tenaglia, ''Da cardinale volante a papa internazionale: Pacelli al soglio di Pietro'', in: Giovanni Bernardini, Christoph Cornelissen (a cura di), ''La medialità della storia. Nuovi studi sulla rappresentazione della politica e della società'', 2019</ref>.
* Nel 1942, Pio XII fu il primo pontefice a essere il protagonista vivente di una pellicola cinematografica<ref>{{cita web | url = http://www.osservatoreromano.va/en/news/a-media-pope | titolo = Pio XII, protagonista dell'International Catholic Film | festival | lingua = en | data = 18 maggio 2011 | giornale = L'Osservatore Romano}}</ref>. Commissionò il film documentario dal titolo ''Pastor angelicus''<ref>{{cita web | url = http://www.papapioxii.it/pastor-angelicus-il-film-su-pio-xii/ | titolo = «Pastor Angelicus». Il film su Pio XII. | data = 26 gennaio 2014 | sito = papapioxii.it}}</ref><ref>{{cita news | autore = Claudia Di Giovanni | url = http://www.vatican.va/news_services/or/or_quo/cultura/265q04c1.html | titolo = Un'udienza aperta a tutto il mondo | giornale = [[L'Osservatore Romano]] | data = 15 novembre 2009 }}</ref>, allo scopo di rivolgere a tutto il mondo un invito all'[[Comandamento dell'amore|amore cristiano]]. Il titolo scelto da Pacelli coincideva con l'espressione adottata secoli prima da [[Gioacchino da Fiore#Le intuizioni di Gioacchino da Fiore|Gioacchino da Fiore]] (1130-1202) per la profezia di un'Età dello Spirito e della distruzione di una Chiesa mondana, carnale e corrotta.<ref>{{cita web | autore = Alfredo Incollingo | url = http://www.instoria.it/home/celestino_v_pastor_angelicus.htm | titolo = Celestino V e il "Pastor angelicus": le origini di un mito | sito = instoria.it | numero = 127 | data = luglio 2018}}</ref>.
* L'episodio della visita di Pio XII alle vittime del bombardamento del quartiere romano di San Lorenzo è ricordato da [[Francesco De Gregori]] nel [[San Lorenzo (brano musicale)|brano musicale San Lorenzo]].<ref>{{cita testo|url=https://www.youtube.com/watch?v=e7d6EPZG5Mc|titolo=Francesco De Gregori-San Lorenzo}}</ref>
[[File:PioXII Coppi Bartali.jpg|thumb|Pio XII riceve in udienza i ciclisti partecipanti al Giro del Giubileo 1950, tra cui [[Fausto Coppi]] e [[Gino Bartali]]]]
* Papa Pacelli era un appassionato di ciclismo: il 26 giugno 1946 fu il primo pontefice a ricevere in udienza i partecipanti al [[Giro d'Italia 1946|Giro d'Italia]], tra cui la maglia rosa [[Gino Bartali]] e il rivale [[Fausto Coppi]]. Bartali, fervente cattolico, fu addirittura citato dal Papa il 17 settembre 1947, in un discorso agli iscritti dell'[[Azione Cattolica]] in [[Piazza San Pietro]]: «Guardate il vostro Gino Bartali, membro dell'Azione Cattolica: egli ha più volte guadagnato l'ambita maglia. Correte anche voi in questo campionato ideale». Pio XII ricevette Coppi e Bartali il 19 aprile 1950, prima della partenza del Giro d'Italia dell'anno del Giubileo. Al termine della corsa, il 14 giugno, papa Pacelli ricevette nuovamente i ciclisti. Coppi era assente, essendo ricoverato in ospedale per una dolorosa caduta. Bartali fu accompagnato dal vincitore di quell'anno, il calvinista [[Hugo Koblet]], che si prostrò anch'egli in ginocchio di fronte al Papa.<ref>{{cita testo|url=https://www.gazzetta.it/Giroditalia/2014/it/30-04-2013/papa-benedice-giro-maglia-rosa-vaticano-20312864647_print.shtml|titolo=Il Papa benedice il Giro. La maglia rosa in Vaticano}}</ref><ref>[https://it.eurosport.com/ciclismo/tour-de-france/2015/fausto-coppi-e-quel-tour-de-france-indimenticabile-merito-anche-di-bartali_sto4824149/story.shtml]</ref>
* Il 15 agosto 1954, da Castel Gandolfo, recitò il primo [[Angelus]] radiofonico di un Papa e, in autunno, istituì l'Angelus [[domenica]]le dalla finestra di [[Piazza San Pietro]]<ref>[http://www.papapioxii.it/999/]</ref>.
* Pio XII fu il primo papa le cui immagini vennero trasmesse in [[televisione]], sul cui uso emise l'enciclica ''[[Miranda prorsus]]'' (1957).
* Diversi documentari hanno trattato la figura di Papa Pacelli. La [[Rai]], nell'ambito del ciclo ''[[La grande storia]]'', ha realizzato nel 2013 un documentario dal titolo ''Eugenio Pacelli, il Principe di Dio'', di Luigi Bizarri, che ripercorre la vita del papa dalla nascita alla morte. Nel 2022 viene realizzata la docu-fiction ''Il papa e il Diavolo''<ref>«Il Papa e il diavolo», la docu-serie sui silenzi di Pio XII[https://www.corriere.it/spettacoli/cinema-serie-tv/24_luglio_10/il-papa-e-il-diavolo-la-docu-serie-sui-silenzi-di-pio-xii-79f1e4c7-2620-4480-9927-4af62a764xlk.shtml]</ref>, per la regia di Max Serio, in 4 puntate, dove si analizza l'atteggiamento di Pio XII rispetto il regime nazista e quello comunista. Nel documentario intervengono vari studiosi che hanno avuto accesso ai documenti desecretati da papa Francesco nel 2020, tra cui [[Barbara Frale]], Johan Ickx e Matteo Luigi Napolitano. Nel 2023 è ancora la Rai a occuparsi della materia con ''Pio XII uomo della pace e Papa della guerra'', di Antonia Pillosio, per la serie ''[[Italiani (serie televisiva)|Italiani]]'', programma di Rai Cultura a cura di [[Paolo Mieli]].
* La figura di Pio XII sembra aver ispirato quella del Pontefice che appare nel film [[L'uomo venuto dal Kremlino]], interpretato da [[John Gielgud]], sebbene nella trama venga formalmente identificato come ''Pio XIII''. Pio XII viene interpretato da [[Angelo Maggi]] nella fiction [[Paolo VI - Il papa nella tempesta]] del 2008, dedicata a [[Paolo VI|Papa Montini]]. Nel 2011 nella fiction tedesca [[Suor Pascalina - Nel cuore della fede]], Pio XII è interpretato da [[Remo Girone]]. L'azione di Papa Pacelli nel periodo dell'occupazione tedesca di Roma è stata narrata in ''[[Sotto il cielo di Roma]]'', [[miniserie televisiva]] in due puntate co-prodotta da [[Italia]] e [[Germania]]. È stata trasmessa da [[Rai 1]] dal 31 ottobre al 1º novembre 2010. Il pontefice è interpretato dall'attore statunitense [[James Cromwell]]. Nel 2015 il medesimo argomento è stato affrontato nel film tv ''Shades of Truth''<ref>Lambert e Giannini in 'Shades of Truth', film-inchiesta di Liana Marabini su Pio XII[https://www.agi.it/cultura/news/2014-07-19/lambert_e_giannini_in_shades_of_truth_film-inchiesta_di_liana_marabini_su_pio_xii-11195/]</ref>, diretto da ''Liana Marabini'' con [[Roberto Zibetti]] nei panni di Pio XII.
* Nella raccolta ''[[La religione del mio tempo]]'' (1961), [[Pier Paolo Pasolini]] pubblicò una poesia molto critica nei confronti di Pio XII, scritta in occasione della sua morte. La poesia termina con l'accusa al Papa di essere stato il più grande dei peccatori, per non aver fatto del bene pur avendone avuto tutta l'opportunità.<ref>Pier Paolo Pasolini, ''A un Papa''. Il poeta faceva riferimento alle condizioni dei baraccati nei pressi del Vaticano [http://oubliettemagazine.com/2013/02/11/a-un-papa-poesia-di-pier-paolo-pasolini/]</ref>
* Molte polemiche furono suscitate per la grande influenza sul papa esercitata dalla sua assistente, suor [[Pascalina Lehnert]], che ne gestiva l'agenda<ref>[[Indro Montanelli]], [[Mario Cervi]], ''L'Italia dell'asse'', Milano, Rizzoli, 1980, p. 272.</ref>. Suor Pascalina arrivava a interrompere gli incontri ufficiali di Pio XII per fargli rispettare l'orario dei pasti; un giorno, fece anche attendere per ore il cardinale Roncalli per permettere a [[Clark Gable]] di incontrare il papa e fece allontanare dalle guardie svizzere monsignor Tardini che voleva interrompere il colloquio di Pio XII con [[Gary Cooper]]. Il suo scarso riguardo per gli ospiti politici e i prelati della Curia le procurò il soprannome di "caporale tedesco".
 
== Concistori per la creazione di nuovi cardinali ==
{{vedi anche|Concistori di papa Pio XII}}
 
Durante il suo pontificato papa Pio XII creò 56 cardinali nel corso di due soli distinti [[Concistoro|concistori]].
 
== Beatificazioni e canonizzazioni del pontificato ==
{{Vedi anche|Beatificazioni per pontificato#Pontificato di Pio XII (1939-1958)|Canonizzazioni per pontificato#Pontificato di Pio XII}}
 
Durante il suo pontificato papa Pio XII beatificò 169 servi di Dio e canonizzò 33 beati.
[[File:Statue of Pope Pius XII - Fatima.jpg|miniatura|Statua di Pio XII a [[Fátima (Portogallo)|Fátima]]]]
[[File:Roma, quartiere Tiburtino - monumento Pio XII.JPG|miniatura|Monumento a Pio XII a piazzale del Verano, Roma]]
 
== Encicliche del pontificato ==
{{Vedi anche|Lista di encicliche#Pio XII (1939-1958)|Teologia di papa Pio XII}}
* ''[[Summi Pontificatus]]'' (20 ottobre 1939) {{cita testo|url=http://www.vatican.va/holy_father/pius_xii/encyclicals/documents/hf_p-xii_enc_20101939_summi-pontificatus_it.html|titolo=Summi pontificatus, Lettera Enciclica sul programma del pontificato, 20 ottobre 1939, Pio XII}}
* ''[[Sertum Laetitiae]]'' (1º novembre 1939) {{cita testo|url=http://www.vatican.va/holy_father/pius_xii/encyclicals/documents/hf_p-xii_enc_01111939_sertum-laetitiae_it.html|titolo=Sertum laetitiae - Lettera Enciclica, Pio XII}}, 150º anniversario della gerarchia ecclesiastica negli [[Stati Uniti d'America]].
* ''[[Saeculo Exeunte Octavo]]'' (13 giugno 1940) {{cita testo|url=http://www.vatican.va/holy_father/pius_xii/encyclicals/documents/hf_p-xii_enc_13061940_saeculo-exeunte-octavo_it.html|titolo=Saeculo exeunte octavo, Epistola Enciclica sull'attività missionaria portoghese, 13 giugno 1940, Pio XII}}, sull'attività missionaria portoghese.
* ''[[Mystici Corporis Christi]]'' (29 giugno 1943) {{cita testo|url=http://www.vatican.va/holy_father/pius_xii/encyclicals/documents/hf_p-xii_enc_29061943_mystici-corporis-christi_it.html|titolo=Mystici Corporis Christi, Lettera Enciclica di Pio XII sul Corpo mistico di Gesù Cristo e sulla nostra unione in esso con Cristo, 29 giugno 1943}}, sul corpo mistico di [[Gesù Cristo]].
* ''[[Divino Afflante Spiritu]]'' (30 settembre 1943) {{cita testo|url=http://www.vatican.va/holy_father/pius_xii/encyclicals/documents/hf_p-xii_enc_30091943_divino-afflante-spiritu_it.html|titolo=Divino Afflante Spiritu, Lettera Enciclica di Pio XII sul modo più opportuno di promuovere gli studi biblici, 30 settembre 1943}}, sul modo più opportuno di promuovere gli [[studi biblici]].
* ''[[Orientalis Ecclesiae]]'' (9 aprile 1944) {{cita testo|url=http://www.vatican.va/holy_father/pius_xii/encyclicals/documents/hf_p-xii_enc_09041944_orientalis-ecclesiae_it.html|titolo=Enciclica di Pio XII Orientalis Ecclesiae}}, su [[san Cirillo di Alessandria]] nel XV centenario della morte.
* ''[[Communium Interpretes Dolorum]]'' (15 aprile 1945) {{cita testo|url=http://www.vatican.va/holy_father/pius_xii/encyclicals/documents/hf_p-xii_enc_15041945_communium-interpretes-dolorum_it.html|titolo=Communium Interpretes Dolorum - Pubbliche preghiere per la pace fra i popoli}}
* ''[[Orientales Omnes Ecclesias]]'' (23 dicembre 1945) {{cita testo|url=http://www.vatican.va/holy_father/pius_xii/encyclicals/documents/hf_p-xii_enc_23121945_orientales-omnes-ecclesias_it.html|titolo=Enciclica di Pio XII Orientales omnes Ecclesias}}, 350º anniversario dell'unione della chiesa rutena alla sede apostolica di Roma.
* ''[[Quemadmodum]]'' (6 gennaio 1946) {{cita testo|url=http://www.vatican.va/holy_father/pius_xii/encyclicals/documents/hf_p-xii_enc_06011946_quemadmodum_it.html|titolo=Enciclica di Pio XII Quemadmodum}}: sull'assistenza ai fanciulli indigenti.
* ''[[Deiparae Virginis Mariae]]'' (1º maggio 1946) {{cita testo|url=http://www.vatican.va/holy_father/pius_xii/encyclicals/documents/hf_p-xii_enc_01051946_deiparae-virginis-mariae_it.html|titolo=Deiparae Virginis Mariae - Lettera enciclica, Pio XII}}, proposta di definizione del dogma dell'Assunzione della [[Maria (madre di Gesù)|Beata Vergine Maria]].
* ''[[Fulgens Radiatur]]'' (21 marzo 1947) {{cita testo|url=http://www.vatican.va/holy_father/pius_xii/encyclicals/documents/hf_p-xii_enc_21031947_fulgens-radiatur_it.html|titolo=Enciclica di Pio XII Fulgens Radiatur - XIV centenario della morte di san Benedetto}}
* [[Mediator Dei]] (20 novembre 1947) {{cita testo|url=http://www.vatican.va/holy_father/pius_xii/encyclicals/documents/hf_p-xii_enc_20111947_mediator-dei_it.html|titolo=Mediator Dei - Pio XII&nbsp;}}, sulla sacra liturgia.
* ''[[Optatissima Pax]]'' (18 dicembre 1947) {{cita testo|url=http://www.vatican.va/holy_father/pius_xii/encyclicals/documents/hf_p-xii_enc_18121947_optatissima-pax_it.html|titolo=Optatissima pax, Pubbliche preghiere per la pacificazione dei popoli, 18 dicembre 1947 - Pio XII, Epistola Enciclica}}
* ''[[Auspicia Quaedam]]'' (1º maggio 1948) {{cita testo|url=http://www.vatican.va/holy_father/pius_xii/encyclicals/documents/hf_p-xii_enc_01051948_auspicia-quaedam_it.html|titolo=preghiere nel mese di maggio per la concordia delle nazioni}}
* ''[[In Multiplicibus Curis]]'' (24 ottobre 1948) {{cita testo|url=http://www.vatican.va/holy_father/pius_xii/encyclicals/documents/hf_p-xii_enc_24101948_in-multiplicibus-curis_it.html|titolo= nuove pubbliche preghiere per la pacificazione della Palestina}}.
* ''[[Redemptoris Nostri Cruciatus]]'' (15 aprile 1949) {{cita testo|url=http://www.vatican.va/holy_father/pius_xii/encyclicals/documents/hf_p-xii_enc_15041949_redemptoris-nostri-cruciatus_it.html|titolo= sui luoghi santi della Palestina}}
* ''[[Anni Sacri]]'' (12 marzo 1950) {{cita testo|url=http://www.vatican.va/holy_father/pius_xii/encyclicals/documents/hf_p-xii_enc_12031950_anni-sacri_it.html|titolo= preghiere per il rinnovamento cristiano e la concordia dei popoli}}
* ''[[Summi Maeroris]]'' (19 luglio 1950) {{cita testo|url=http://www.vatican.va/holy_father/pius_xii/encyclicals/documents/hf_p-xii_enc_19071950_summi-maeroris_it.html|titolo= nuove preghiere per la pace e la concordia dei popoli}}
* ''[[Humani Generis]]'' (22 agosto 1950) {{cita testo|url=http://www.vatican.va/holy_father/pius_xii/encyclicals/documents/hf_p-xii_enc_12081950_humani-generis_it.html|titolo= circa alcune false opinioni che minacciano di sovvertire i fondamenti della dottrina Cattolica}}
* ''[[Mirabile Illud]]'' (6 dicembre 1950) {{cita testo|url=http://www.vatican.va/holy_father/pius_xii/encyclicals/documents/hf_p-xii_enc_06121950_mirabile-illud_it.html|titolo= nuove pubbliche preghiere per la pace nel mondo}}
* ''[[Evangelii Praecones]]'' (2 giugno 1951) {{cita testo|url=http://www.vatican.va/holy_father/pius_xii/encyclicals/documents/hf_p-xii_enc_02061951_evangelii-praecones_it.html|titolo= per un rinnovato impulso delle missioni}}
* ''[[Sempiternus Rex Christus]]'' (8 settembre 1951) {{cita testo|url=http://www.vatican.va/holy_father/pius_xii/encyclicals/documents/hf_p-xii_enc_08091951_sempiternus-rex-christus_it.html|titolo= nel XV centenario del concilio ecumenico di Calcedonia}}
* ''[[Ingruentium Malorum]]'' (15 settembre 1951) {{cita testo|url=http://www.vatican.va/holy_father/pius_xii/encyclicals/documents/hf_p-xii_enc_15091951_ingruentium-malorum_it.html|titolo= la recita del rosario mariano specialmente nel mese di ottobre}}
* ''[[Orientales Ecclesias]]'' (15 dicembre 1952) {{cita testo|url=http://www.vatican.va/holy_father/pius_xii/encyclicals/documents/hf_p-xii_enc_15121952_orientales_po.html|titolo= sulla condizione delle Chiese orientali}}
* ''[[Doctor Mellifluus]]'' (24 maggio 1953) {{cita testo|url=http://www.vatican.va/holy_father/pius_xii/encyclicals/documents/hf_p-xii_enc_24051953_doctor-mellifluus_it.html|titolo= nell'VIII centenario della morte di San Bernardo}}
* ''[[Fulgens Corona]]'' (8 settembre 1953) {{cita testo|url=http://www.vatican.va/holy_father/pius_xii/encyclicals/documents/hf_p-xii_enc_08091953_fulgens-corona_it.html|titolo= indizione dell'anno mariano}}
* ''[[Sacra Virginitas]]'' (25 marzo 1954) {{cita testo|url=http://www.vatican.va/holy_father/pius_xii/encyclicals/documents/hf_p-xii_enc_25031954_sacra-virginitas_it.html|titolo= sulla consacrata verginità}}
* ''[[Ecclesiae Fastos]]'' (5 giugno 1954) {{cita testo|url=http://www.vatican.va/holy_father/pius_xii/encyclicals/documents/hf_p-xii_enc_05061954_ecclesiae-fastos_it.html|titolo= nel XII centenario della morte di San Bonifacio}}
* ''[[Ad Sinarum Gentem]]'' (7 ottobre 1954) {{cita testo|url=http://www.vatican.va/holy_father/pius_xii/encyclicals/documents/hf_p-xii_enc_07101954_ad-sinarum-gentem_it.html|titolo= paterne esortazioni alla Chiesa cattolica in Cina}}
* ''[[Ad Caeli Reginam]]'' (11 ottobre 1954) {{cita testo|url=http://www.vatican.va/holy_father/pius_xii/encyclicals/documents/hf_p-xii_enc_11101954_ad-caeli-reginam_it.html|titolo= sulla dignità regale della Vergine Maria}}
* ''[[Musicae Sacrae]]'' (25 dicembre 1955) {{cita testo|url=http://www.vatican.va/holy_father/pius_xii/encyclicals/documents/hf_p-xii_enc_25121955_musicae-sacrae_it.html|titolo= sulla musica sacra}}
* ''[[Haurietis Aquas]]'' (15 maggio 1956) {{cita testo|url=http://www.vatican.va/holy_father/pius_xii/encyclicals/documents/hf_p-xii_enc_15051956_haurietis-aquas_en.html|titolo= sulla devozione al Sacro Cuore}}
* ''[[Luctuosissimi Eventus]]'' (28 ottobre 1956) {{cita testo|url=http://www.vatican.va/holy_father/pius_xii/encyclicals/documents/hf_p-xii_enc_28101956_luctuosissimi-eventus_it.html|titolo= pubbliche preghiere per il popolo ungherese}}
* ''[[Laetamur Admodum]]'' (1º novembre 1956) {{cita testo|url=http://www.vatican.va/holy_father/pius_xii/encyclicals/documents/hf_p-xii_enc_01111956_laetamur-admodum_it.html|titolo= pubbliche preghiere per la pace fra i popoli}}
* ''[[Datis Nuperrime]]'' (5 novembre 1956) {{cita testo|url=http://www.vatican.va/holy_father/pius_xii/encyclicals/documents/hf_p-xii_enc_05111956_datis-nuperrime_it.html|titolo= condanna dei luttuosi avvenimenti in Ungheria}}
* ''[[Fidei Donum (enciclica)|Fidei Donum]]'' (21 aprile 1957){{cita testo|url=http://www.vatican.va/holy_father/pius_xii/encyclicals/documents/hf_p-xii_enc_21041957_fidei-donun_po.html|titolo=sulla situazione delle missioni cattoliche, soprattutto in Africa}}
* ''[[Invicti Athletae Christi]]'' (16 maggio 1957) {{cita testo|url=http://www.vatican.va/holy_father/pius_xii/encyclicals/documents/hf_p-xii_enc_16051957_invicti-athletae_it.html|titolo= nel III centenario del martirio di Sant'Andrea Bobola}}
* ''[[Le Pèlerinage de Lourdes]]'' (2 luglio 1957) {{cita testo|url=http://www.vatican.va/holy_father/pius_xii/encyclicals/documents/hf_p-xii_enc_02071957_le-pelerinage-de-lourdes_it.html|titolo= nel centenario delle apparizioni della Vergine Maria a Lourdes}}
* ''[[Miranda prorsus]]'' (8 settembre 1957) {{cita testo|url=http://www.vatican.va/holy_father/pius_xii/encyclicals/documents/hf_p-xii_enc_08091957_miranda-prorsus_it.html|titolo= su cinema, radio e televisione}}
* ''[[Ad Apostolorum Principis]]'' (29 giugno 1958){{cita testo|url=http://www.vatican.va/holy_father/pius_xii/encyclicals/documents/hf_p-xii_enc_29061958_ad-apostolorum-principis_it.html|titolo=esortazioni e norme per la Chiesa cattolica in Cina}}
* ''[[Meminisse Iuvat]]'' (14 luglio 1958) {{cita testo|url=http://www.vatican.va/holy_father/pius_xii/encyclicals/documents/hf_p-xii_enc_14071958_meminisse-iuvat_it.html|titolo= pubbliche preghiere nella novena dell'Assunta}}
 
== Genealogia episcopale e successione apostolica ==
La [[genealogia episcopale]] è:
 
* Cardinale [[Scipione Rebiba]]
* Cardinale [[Giulio Antonio Santori]]
* Cardinale [[Girolamo Bernerio]], O.P.
* Arcivescovo [[Galeazzo Sanvitale (arcivescovo)|Galeazzo Sanvitale]]
* Cardinale [[Ludovico Ludovisi]]
* Cardinale [[Luigi Caetani]]
* Cardinale [[Ulderico Carpegna]]
* Cardinale [[Paluzzo Paluzzi Altieri degli Albertoni]]
* [[Papa Benedetto XIII]]
* [[Papa Benedetto XIV]]
* [[Papa Clemente XIII]]
* Cardinale [[Marcantonio Colonna (cardinale XVIII secolo)|Marcantonio Colonna]]
* Cardinale [[Giacinto Sigismondo Gerdil]], B.
* Cardinale [[Giulio Maria della Somaglia]]
* Cardinale [[Carlo Odescalchi]], S.I.
* Cardinale [[Costantino Patrizi Naro]]
* Cardinale [[Lucido Maria Parocchi]]
* [[Papa Pio X]]
* [[Papa Benedetto XV]]
* Papa Pio XII
 
La [[successione apostolica]] è:
 
* Arcivescovo [[Johann Evangelist Erich Müller]] (1923)
* Vescovo [[Michel-Joseph Bourguignon d'Herbigny]], S.I. (1926)
* Cardinale [[Giuseppe Pizzardo]] (1930)
* Vescovo [[Alois Scheiwiler]] (1930)
* Arcivescovo [[Luigi Centoz]] (1932)
* Cardinale [[Francis Joseph Spellman]] (1932)
* Vescovo [[Alois Hudal]] (1933)
* Arcivescovo [[Albert Levame]] (1934)
* Arcivescovo [[Carlo Serena]] (1935)
* Arcivescovo [[Antonino Arata]] (1935)
* Arcivescovo [[Saverio Ritter]] (1935)
* Arcivescovo [[Alcide Giuseppe Marina]], C.M. (1936)
* Arcivescovo [[Maurilio Silvani]] (1936)
* Cardinale [[Eugène-Gabriel-Gervais-Laurent Tisserant]] (1937)
* Cardinale [[Efrem Forni]] (1938)
* Arcivescovo [[Aldo Laghi]] (1938)
* Vescovo [[Joseph Meile]] (1938)
* Vescovo [[Thomas Roch Agniswami]], S.I. (1939)
* Vescovo [[Louis La Ravoire Morrow]], S.D.B. (1939)
* Vescovo [[Ignace Ramarosandratana]] (1939)
* Arcivescovo [[Joseph Nakabaale Kiwánuka]], M.Afr. (1939)
* Vescovo [[James Colbert]] (1939)
* Vescovo [[Jean Larregain]], M.E.P. (1939)
* Vescovo [[Blasius Sigibald Kurz]], O.F.M. (1939)
* Vescovo [[Henri Martin Mekkelholt]], S.C.I. (1939)
* Cardinale [[Thomas Tien Ken-sin]], S.V.D. (1939)
* Vescovo [[William Francis O'Shea]], M.M. (1939)
* Vescovo [[Urbain Etienne Morlion]], M.Afr. (1939)
* Vescovo [[Francesco Benedetto Cialeo]], O.P. (1939)
* Cardinale [[Carlo Confalonieri]] (1941)
 
== Ascendenza ==
<div align="center">
{{Ascendenza
| 1 = Papa Pio XII (1876-1958)
| 2 = [[Filippo Pacelli]] (1837-1916)
| 4 = [[Marcantonio Pacelli]] (1804-1902)
| 8 = Gaetano Pacelli (1759-deceduto)
|16 = Marco Antonio Pacelli (1731-1803)
|17 = Maria Felice Mancini
| 9 = Maria Antonia Caterini
|18 =
|19 =
| 5 = Giuseppa Veccia Scavalli
|10 =
|20 =
|21 =
|11 =
|22 =
|23 =
| 3 = Virginia Graziosi (1844-1920)
| 6 = Luigi Graziosi (1820-deceduto)
|12 =
|24 =
|25 =
|13 =
|26 =
|27 =
| 7 = Antonia Martini (1811-1883)
|14 = Luigi Martini
|28 =
|29 =
|15 = Margherita
|30 =
|31 =
}}
</div>
 
== Onorificenze ==
=== Onorificenze della Santa Sede ===
Il [[papa]] è sovrano degli ordini pontifici della Santa Sede mentre il Gran magistero delle singole onorificenze può essere mantenuto direttamente dal pontefice o concesso a una persona di fiducia, solitamente un [[cardinale]].
{{Onorificenze
|immagine = Ordine Supremo del Cristo Rib.png
|nome_onorificenza = Sovrano dell'Ordine Supremo del Cristo
|collegamento_onorificenza = Ordine Supremo del Cristo
|motivazione =
|data = 1939-1958
}}
{{Onorificenze
|immagine = D-HES-Order Iron Helmet.png
|nome_onorificenza = Sovrano dell'Ordine dello Speron d'Oro
|collegamento_onorificenza = Ordine dello Speron d'Oro
|motivazione =
|data = 1939-1958
}}
{{Onorificenze
|immagine = VA Ordine Piano BAR.svg
|nome_onorificenza = Sovrano dell'Ordine Piano
|collegamento_onorificenza = Ordine Piano
|motivazione =
|data = 1939-1958
}}
{{Onorificenze
|immagine = Order of St. Gregory the Great.png
|nome_onorificenza = Sovrano dell'Ordine di San Gregorio Magno
|collegamento_onorificenza = Ordine di San Gregorio Magno
|motivazione =
|data = 1939-1958
}}
{{Onorificenze
|immagine = Order of Pope Sylvester BAR.svg
|nome_onorificenza = Sovrano dell'Ordine di San Silvestro Papa
|collegamento_onorificenza = Ordine di San Silvestro Papa
|motivazione =
|data = 1939-1958
}}
{{Onorificenze
|immagine = OESSG Cavaliere di Collare BAR.jpg
|nome_onorificenza = Sovrano dell'Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme
|collegamento_onorificenza = Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme
|motivazione =
|data = 1939-1958
}}
 
=== Onorificenze italiane ===
{{Onorificenze
|immagine = Order of the Most Holy Annunciation BAR.svg
|nome_onorificenza = Cavaliere dell'Ordine Supremo della Santissima Annunziata
|collegamento_onorificenza = Ordine Supremo della Santissima Annunziata
|motivazione =
|data = 1932-1939
}}
{{Onorificenze
|immagine = Cavaliere di gran Croce Regno SSML BAR.svg
|nome_onorificenza = Cavaliere di Gran Croce dell'Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro
|collegamento_onorificenza = Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro
|motivazione =
|data = 1932-1939
}}
{{Onorificenze
|immagine = Cavaliere di Gran Croce OCI Kingdom BAR.svg
|nome_onorificenza = Cavaliere di Gran Croce dell'Ordine della Corona d'Italia
|collegamento_onorificenza = Ordine della Corona d'Italia
|motivazione =
|data = 1932-1939
}}
 
=== Onorificenze straniere ===
{{Onorificenze
|immagine = SMOM-gcs.svg
|nome_onorificenza = Balì Gran Croce di Onore e Devozione per i Sig.ri Cardinali di Santa Romana Chiesa (Sovrano Militare Ordine di Malta)
|collegamento_onorificenza = Sovrano Militare Ordine di Malta
|data = 20 marzo 1930-2 marzo 1939
}}
{{Onorificenze
|nome_onorificenza = Cavaliere di Gran Croce dell'Ordine equestre per il merito civile e militare (Repubblica di San Marino)
|immagine = SMR_Order_of_Saint_Marinus_-_Grand_Cross_BAR.png
|collegamento_onorificenza = Ordine equestre per il merito civile e militare
|data = 19 maggio 1932<ref>[https://www.consolatosanmarino.uk/en/the-equestrian-order-of-san-marino/]</ref>
}}
 
==Altri riconoscimenti==
{{Organizzare|[[WP:CURIOSITÀ]]|biografie|aprile 2025}}
* Il comune di [[Pio XII (Maranhão)|Pio XII]], nello stato del [[Maranhão]], in [[Brasile]], è a lui dedicato.
 
== Note ==
<references />
 
== Bibliografia ==
{{Vedi anche|Bibliografia su Pio XII}}
* {{Cita libro|autore=Johan Ickx|titolo=Pio XII e gli ebrei|url=https://books.google.it/books?id=z9YPEAAAQBAJ&printsec=frontcover#v=onepage&q&f=false|traduttore=Rosa Prencipe, Caterina Chiappa e Monica Pezzella|città=Milano|editore=Rizzoli|anno=2021|annooriginale=2020|ISBN=978-88-17-14952-5}}
* {{Cita libro|autore=[[Robert Katz]]|titolo=Roma città aperta. Settembre 1943-giugno 1944|url=https://books.google.co.uk/books?id=B6dU6tTXzfsC&printsec=frontcover#v=onepage&q&f=false|traduttore=Daniele Ballarini e Maria Cristina Reinhart|città=Milano|editore=Il Saggiatore|anno=2003|annooriginale=2003|ISBN=88-428-1122-X|cid=Katz}}
* {{Cita libro|autore=[[Giovanni Miccoli]]|titolo=I dilemmi e i silenzi di Pio XII|città=Milano|editore=Rizzoli|anno=2000|ISBN=88-17-86364-5|cid=Miccoli}}
* {{Cita libro|autore=[[Susan Zuccotti]]|titolo=Il Vaticano e l'Olocausto in Italia|url=https://books.google.it/books?id=2LsLp9qzZMIC&printsec=frontcover#v=onepage&q&f=false|traduttore=Vittoria Lo Faro|città=Milano|editore=Bruno Mondadori|anno=2001|annooriginale=2000|ISBN=88-424-9810-6|cid=Zuccotti}}
 
== Voci correlate ==
* [[Caritas internationalis]]
* [[Conclave del 1939]]
* [[Conclave del 1958]]
* ''[[La leggenda nera del Papa di Hitler]]'' (saggio del 2005)
* [[Operazione Rabat]]
* [[Pacelli (famiglia)]]
* ''[[Pio XII e Alcide De Gasperi. Una storia segreta]]'' (saggio del 2003)
* [[Pio XII e l'eccidio delle Fosse Ardeatine]]
* [[Pio XII e l'Olocausto]]
* [[Reichskonkordat]]
* [[Riccardo Galeazzi Lisi]]
* [[Scomunica ai comunisti]]
* ''[[Sotto il cielo di Roma]]'', miniserie televisiva su Pio XII
* ''[[Suor Pascalina - Nel cuore della fede]]'', film Tv (2012)
* [[Teologia di papa Pio XII]]
 
== Altri progetti ==
{{interprogetto}}
 
== Collegamenti esterni ==
* {{Collegamenti esterni}}
* {{cita web|url=http://www.papapioxii.it/|titolo=Sito ufficiale della Causa di Canonizzazione}}
* {{cita web|url=http://www.vatican.va/holy_father/pius_xii/index_it.htm|titolo=Pio XII nel sito del Vaticano}}
* {{cita testo|url=http://www.treccani.it/enciclopedia/pio-xii_%28Enciclopedia_dei_Papi%29/|titolo=Biografia di Pio XII}}, sull'Enciclopedia Treccani Online
* {{cita testo|url=http://chiesa.espresso.repubblica.it/articolo/207151|titolo=La storia renderà giustizia a Pio XII}} Intervista dell'[[Osservatore Romano]] a [[Paolo Mieli]], pubblicata sul sito di [[Sandro Magister]]
* {{cita web|url=http://www.db.avvenire.it/avvenire/moduli/approfondimento/index1.jsp?idNotizia=17766|titolo=Dossier di Avvenire sul ''caso francese''|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20060628015509/http://www.db.avvenire.it/avvenire/moduli/approfondimento/index1.jsp?idNotizia=17766}}
* {{cita web|url=http://www.corriere.it/speciali/2005/Cronache/PioXII/|titolo=Dossier del Corriere della Sera}}
* {{cita web|url=http://www.pacelli-edition.de/|titolo=Edizione critica online dei rapporti della nunziatura di Eugenio Pacelli (1917–1929)}}
* {{cita web | url = http://www.gesuiti.it/moscati/Ital4/Pio12.html | titolo = Gli aspetti controversi dal sito dei gesuiti | accesso = 17 marzo 2006 | urlarchivio = https://web.archive.org/web/20060205001824/http://www.gesuiti.it/moscati/Ital4/Pio12.html | urlmorto = sì }}
* {{cita web|url=http://www.uaar.it/ateismo/opere/55.html|titolo=Recensione al libro ''«Dio è con noi!». La Chiesa di Pio XII complice del nazifascismo''}}
* {{cita testo|url=http://www.kattoliko.it/leggendanera/modules.php?name=News&file=print&sid=495|titolo=''Pio XII e gli ebrei: nascita di una leggenda''|accesso=15 giugno 2019|dataarchivio=27 settembre 2007|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20070927222616/http://www.kattoliko.it/leggendanera/modules.php?name=News&file=print&sid=495|urlmorto=sì}} di [[Oscar Sanguinetti]]
* {{cita testo|url=http://www.floscarmeli.org/modules.php?name=News&file=print&sid=314|titolo=''Pio XII amico e benefattore degli Ebrei - indice e testimonianze''|accesso=31 marzo 2018|dataarchivio=9 maggio 2006|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20060509104824/http://www.floscarmeli.org/modules.php?name=News&file=print&sid=314|urlmorto=sì}} da FlosCarmeli.org
* {{cita testo|url=http://www.alleanzacattolica.org/indici/articoli/dalind_304.htm|titolo=''Pio XII e gli ebrei. Una difesa''}} di [[David Gil Dalin]] su Cristianità n. 304 (2001)
* {{cita testo|url=http://www.chiesa.espressonline.it/dettaglio.jsp?id=34104|titolo=''La leggenda nera di Pio XII l'ha inventata un cattolico: Mounier''|accesso=31 marzo 2018|dataarchivio=10 ottobre 2006|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20061010051750/http://www.chiesa.espressonline.it/dettaglio.jsp?id=34104|urlmorto=sì}} di [[Sandro Magister]] su Chiesa.Espressonline.it
* {{cita testo|url=http://www.santiebeati.it/dettaglio/90029|titolo=''Scheda biografica sul Servo di Dio Pio XII''}} su SantieBeati.it
* {{cita web|url=http://www.documentacatholicaomnia.eu/01_01_1939-1958-_Pius_XII,_Venerabiis.html|titolo=Opera Omnia in diverse lingue}}
* {{cita testo|url=http://pioxii.150m.com/|titolo=Pio XII e la Difesa di Roma|accesso=31 marzo 2018|dataarchivio=22 aprile 2016|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20160422025855/http://pioxii.150m.com/|urlmorto=sì}} a cura di Guido Mariani
*{{YouTube
|autore =
|id = 3mOQQubN3GA
|titolo = Coronation Of The Pope (1939)
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|produttore = British Pathé
|lingua = eng
|data = 13 aprile 2014
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|accesso = 6 luglio 2019
}}
 
{{Box successione
|tipologia=regnante
|carica=[[Papa]] della [[Chiesa cattolica]]
|periodo=2 marzo 1939 - 9 ottobre 1958
|precedente=[[Papa Pio XI]]
|successivo=[[Papa Giovanni XXIII]]
|immagine=Emblem of the Papacy SE.svg
}}
{{Box successione
|tipologia=incarico governativo
|carica=[[Congregazione per gli affari ecclesiastici straordinari|Pro-segretario della Congregazione per gli Affari Ecclesiastici Straordinari]]
|periodo=20 giugno 1912 - 1º febbraio 1914
|precedente=[[Pietro Gasparri]]<br /><small>(segretario)</small>
|successivo=se stesso come segretario
|immagine=Emblem Holy See.svg
}}
{{Box successione
|tipologia=incarico governativo
|carica=[[Congregazione per gli affari ecclesiastici straordinari|Segretario della Congregazione per gli Affari Ecclesiastici Straordinari]]
|periodo=1º febbraio 1914 - 20 aprile 1917
|precedente=se stesso come pro-segretario
|successivo=[[Bonaventura Cerretti]]
|immagine=Emblem Holy See.svg
}}
{{Box successione
|tipologia=incarico diplomatico
|carica=[[Nunzio apostolico]] in [[Nunziatura apostolica in Baviera|Baviera]]
|periodo=20 aprile 1917 - 8 giugno 1925
|precedente=[[Giuseppe Aversa]]
|successivo=[[Alberto Vassallo-Torregrossa]]
|immagine=Emblem Holy See.svg
}}
{{Box successione
|tipologia=episcopale
|carica=[[Arcidiocesi di Sardi|Arcivescovo titolare di Sardi]]
|periodo=23 aprile 1917 - 16 dicembre 1929
|precedente=[[Giuseppe Aversa]]
|successivo=[[Arthur Hinsley]]
|immagine=ArcbishopCoA PioM.svg
}}
{{Box successione
|tipologia=incarico diplomatico
|carica=[[Nunzio apostolico]] nella [[Nunziatura apostolica in Germania|Repubblica di Weimar]]
|periodo=22 giugno 1920 - 16 dicembre 1929
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|successivo=[[Cesare Orsenigo]]
|immagine=Emblem Holy See.svg
}}
{{Box successione
|tipologia=incarico diplomatico
|carica=[[Nunzio apostolico]] in [[Nunziatura apostolica in Prussia|Prussia]]
|periodo=22 giugno 1926 - 19 agosto 1929
|precedente=-
|successivo=[[Cesare Orsenigo]]
|immagine=Emblem Holy See.svg
}}
{{Box successione
|tipologia=cardinale
|carica=[[Santi Giovanni e Paolo (titolo cardinalizio)|Cardinale presbitero dei Santi Giovanni e Paolo]]
|periodo=19 dicembre 1929 - 2 marzo 1939
|precedente=[[Giuseppe Francica-Nava de Bondifè]]
|successivo=[[Francis Joseph Spellman]]
|immagine=CardinalCoA PioM.svg
}}
{{Box successione
|tipologia=incarico governativo
|carica=[[Segretario di Stato (Santa Sede)|Cardinale Segretario di Stato]] di [[Sua Santità]]
|periodo=9 febbraio 1930 - 10 febbraio 1939
|precedente=[[Pietro Gasparri]]
|successivo=[[Luigi Maglione]]
|immagine=Emblem Holy See.svg
}}
{{Box successione
|tipologia=incarico governativo
|carica=[[Congregazione per gli affari ecclesiastici straordinari|Prefetto della Congregazione per gli Affari Ecclesiastici Straordinari]]
|periodo=9 febbraio 1930 - 2 marzo 1939
|precedente=[[Pietro Gasparri]]
|successivo=[[Luigi Maglione]]
|immagine=Emblem Holy See.svg
}}
{{Box successione
|tipologia=incarico governativo
|carica=[[Amministrazione del patrimonio della Sede Apostolica|Presidente della Pontificia Commissione per l'Amministrazione dei Beni della Santa Sede]]
|periodo=9 febbraio 1930 - 2 marzo 1939
|precedente=[[Pietro Gasparri]]
|successivo=[[Luigi Maglione]]
|immagine=Emblem Holy See.svg
}}
{{Box successione
|tipologia=incarico governativo
|carica=[[Arcipreti della Basilica Vaticana|Arciprete della Basilica di San Pietro in Vaticano]]
|periodo=25 marzo 1930 - 2 marzo 1939
|precedente=[[Rafael Merry del Val]]
|successivo=[[Federico Tedeschini]]
|immagine=StPetersDomePD.jpg
}}
{{Box successione
|tipologia=incarico governativo
|carica=[[Fabbrica di San Pietro|Presidente della Fabbrica di San Pietro]]
|periodo=25 marzo 1930 - 2 marzo 1939
|precedente=[[Rafael Merry del Val]]
|successivo=[[Federico Tedeschini]]
|immagine=StPetersDomePD.jpg
}}
{{Box successione
|tipologia=cardinale
|carica=[[Camerlengo (Chiesa cattolica)|Camerlengo di Santa Romana Chiesa]]
|periodo=1º aprile 1935 - 2 marzo 1939
|precedente=[[Pietro Gasparri]]
|successivo=[[Lorenzo Lauri]]
|immagine=Sede vacante.svg
}}
{{Box successione
|tipologia=incarico accademico
|carica=[[Pontificia Accademia Ecclesiastica|Cardinale protettore della Pontificia Accademia Ecclesiastica]]
|periodo=13 dicembre 1937 - 2 marzo 1939
|precedente=[[Gaetano Bisleti]]
|successivo=[[Luigi Maglione]]
|immagine=Emblem Holy See.svg
}}
{{Box successione
|tipologia=incarico governativo
|carica=[[Camerlenghi del Collegio Cardinalizio|Camerlengo del Collegio Cardinalizio]]
|periodo=13 dicembre 1937 - 2 marzo 1939
|precedente=[[Lorenzo Lauri]]
|successivo=[[Raffaele Carlo Rossi]], O.C.D.
|immagine=Emblem Holy See.svg
}}
{{Box successione
|tipologia=incarico governativo
|carica=[[Congregazione per la dottrina della fede|Prefetto della Congregazione del Sant'Uffizio]]
|periodo=2 marzo 1939 - 9 ottobre 1958
|precedente=[[Papa Pio XI]]
|successivo=[[Papa Giovanni XXIII]]
|immagine=Emblem Holy See.svg
}}
{{Box successione
|tipologia=incarico governativo
|carica=[[Congregazione per i Vescovi|Prefetto della Congregazione Concistoriale]]
|periodo=2 marzo 1939 - 9 ottobre 1958
|precedente=[[Papa Pio XI]]
|successivo=[[Papa Giovanni XXIII]]
|immagine=Emblem Holy See.svg
}}
{{Box successione
|tipologia=incarico governativo
|carica=[[Congregazione per le Chiese Orientali|Prefetto della Congregazione per le Chiese Orientali]]
|periodo=2 marzo 1939 - 9 ottobre 1958
|precedente=[[Papa Pio XI]]
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{{Box successione
|tipologia=titolo onorifico
|carica=[[Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme|Gran Maestro dell'Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme]]
|periodo=2 marzo 1939 - 16 luglio 1940
|precedente=[[Papa Pio XI]]
|successivo=[[Nicola Canali]]
|immagine=Croix de l Ordre du Saint-Sepulcre.svg
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{{Papa Pio XII}}
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