Il pendolo di Foucault: differenze tra le versioni

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|titolo = Il pendolo di Foucault
|titoloalfa = Pendolo di Foucault, Il
|autore = [[Umberto Eco]]
|annoorig = 1988
|genere = [[romanzo]]
|sottogenere = [[Romanzo storico|storico]], [[Romanzo di avventura|avventura]]
|lingua= it
|protagonista = Casaubon, Jacopo Belbo, Diotallevi
|altri_personaggi = Garamond, Lorenza Pellegrini, Agliè, Lia, Amparo
* Casaubon
|antagonista =
* Jacopo Belbo
* Diotallevi
|altri_personaggi =
* Garamond
* Agliè
* Lia
* Amparo
|antagonista = Trés
}}
{{quoteCitazione|Quando uno tira in ballo i [[Templari]] è quasi sempre un matto|Umberto Eco}}
'''''Il pendolo di Foucault''''' è il secondo [[romanzo]] dello scrittore italiano [[Umberto Eco]]. Pubblicato nel [[1988]] dalla casa editrice [[Bompiani]] (con cui Eco aveva già un pluridecennale rapporto), è ambientato negli anni della vita dello scrittore, fino ai primi anni ottanta. ''Il pendolo di Foucault'' è suddiviso in dieci segmenti che rappresentano le dieci [[Sephirot]]. Il romanzo è ricco di citazioni [[esoterismo|esoteriche,]] dalla [[Cabala (esoterismo)|Cabala]] all'[[alchimia]] e alla [[teoria del complotto]], così tante che il critico letterario e romanziere [[Anthony Burgess]] ha suggerito che sarebbe stato utile un indice.<ref>{{Cita news |lingua=en |autore=Anthony Burgess |wkautore=Anthony Burgess |url=https://www.nytimes.com/1989/10/15/books/a-conspiracy-to-rule-the-world.html |titolo=A Conspiracy to Rule the World |pubblicazione=New York Times Book Review |data=15 ottobre 1989 |accesso=3 ottobre 2024 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20091203033512/https://www.nytimes.com/1989/10/15/books/a-conspiracy-to-rule-the-world.html}}</ref>
|Umberto Eco}}
 
'''''Il pendolo di Foucault''''' è il secondo romanzo dello scrittore italiano [[Umberto Eco]]. Pubblicato nel [[1988]] dalla casa editrice [[Bompiani]] (con cui Eco aveva già un pluridecennale rapporto), è ambientato negli anni della vita dello scrittore di [[Alessandria]], arrivando ai primi [[anni 1980|anni ottanta]]. Il pendolo di Foucault è suddiviso in dieci segmenti che rappresentano i dieci [[Sephirot]]. Il romanzo è pieno di citazioni [[esoterismo|esoteriche]] alla [[Cabala]], all’[[alchimia]] e alla [[teoria del complotto]], così tante che il critico letterario e romanziere [[Anthony Burgess]] ha suggerito che sarebbe stato utile un indice.<ref>Burgess, [http://www.nytimes.com/1989/10/15/books/a-conspiracy-to-rule-the-world.html ''A Conspiracy to Rule the World''], ''New York Times Book Review'', October 15, 1989</ref> Il titolo del libro si riferisce all’[[Pendolo di Foucault|effettivo pendolo]] ideato dal fisico francese Léon Foucault per dimostrare la rotazione della Terra, il quale ha un significato simbolico all’interno del romanzo. Sebbene alcuni credano che esso si riferisca al filosofo [[Michel Foucault]]<ref>Il romanzo termina il giorno dopo la morte di Michel Foucault (25 Giugno 1984).</ref> notando l’amicizia di Eco con il filosofo francese,<ref>D. Defert, "Chronologie", in M. Foucault, ''Dits et écrits'', Gallimard, Paris 1994 (2001), p. 41.</ref> l’autore “respinge in modo particolare qualsiasi allusione intenzionale a Michel Foucault”<ref>"Umberto Eco & The Open Text" by Peter E. Bondanella p. 133</ref> – e questo viene considerato come uno dei suoi sottili giochi letterari.<ref>[http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2009/01/23/eco-scherzo-autore-dedicato-james-joyce.html LaRepubblica newspaper: Eco, scherzo d'autore...]</ref>
== Storia editoriale ==
Il titolo del libro si riferisce all'[[Pendolo di Foucault|effettivo pendolo]] ideato dal fisico francese [[Jean Bernard Léon Foucault|Léon Foucault]] come prova [[esperimento|sperimentale]] della [[rotazione della Terra]], il quale ha un significato simbolico all'interno del romanzo. Sebbene alcuni credano che esso si riferisca al filosofo [[Michel Foucault]]<ref group="N">Il romanzo termina il giorno dopo la morte di Michel Foucault (25 giugno 1984).</ref> notando l'amicizia di Eco con il filosofo francese,<ref>{{Cita libro |autore=Michel Foucault |wkautore=Michel Foucault |curatore2=François Ewald |altri=con la collaborazione di Jacques Lagrange |titolo=Dits et écrits |anno=1994 |editore=Gallimard |città=Paris |lingua=fr |p=41 |capitolo=Chronologie |curatore1=Daniel Defert}}</ref> l'autore "respinge in modo particolare qualsiasi allusione intenzionale a Michel Foucault"<ref>{{Google books|U2vAv7e9ZQMC|autore=Peter E. Bondanella|titolo=Umberto Eco & The Open Text|lingua=en|città=Cambridge-New York-Melbourne|editore=Cambridge University Press|annooriginale=1997|anno=2004|p=133|isbn=0-521-44200-1}}</ref> – e questo viene considerato come uno dei suoi sottili giochi letterari.<ref>{{Cita news |autore=Nello Ajello |url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2009/01/23/eco-scherzo-autore-dedicato-james-joyce.html |titolo=Eco, scherzo d'autore dedicato a James Joyce |pubblicazione=La Repubblica |data=23 gennaio 2009}}</ref> La spiegazione del fenomeno fu fornita a Eco da [[Mario Salvadori]].<ref>{{Cita news |autore=Piergiorgio Odifreddi |url=https://www.cinquantamila.it/storyTellerArticolo.php?storyId=0000000153296 |titolo=I numeri di Eco "Sono un umanista scientifico" |pubblicazione=La Repubblica |data=13 marzo 2008 |accesso=3 ottobre 2024 |via=Cinquantamila.it}}</ref>
 
== Trama ==
<blockquote>Fu allora che vidi il Pendolo.<ref group="N">Incipit del romanzo.</ref> <small>(Casaubon)</small></blockquote>
Casaubon, l'io narrante, è dapprima studente e poi giovane professionista dell'editoria a Milano. Attraverso una collaborazione con la casa editrice Garamond, insieme ai colleghi Belbo e Diotallevi, entra in contatto con una serie di personaggi interessati ad [[esoterismo]] ed [[Ermetismo (filosofia)|ermetismo]]. Avendo discusso una tesi di laurea riguardante i [[Cavalieri templari|templari]] riesce, inizialmente con leggerezza e quasi per gioco, a trovare tutta una serie di collegamenti storici nei manoscritti proposti alla casa editrice.
 
I tre vengono in possesso di un documento medievale criptato che sembrerebbe descrivere cinque appuntamenti fra sei gruppi di sei iniziati ciascuno, di differenti nazionalità, appuntamenti distanziati di 120 anni in luoghi segreti che solo chi possedesse la "chiave" per decrittare il messaggio potrebbe conoscere. Nel corso di pochi anni i tre inventano per gioco un "Piano" che riguarderebbe il segreto del controllo di un'enorme energia che permetterebbe il dominio del mondo. Utilizzando una chiave di decrittazione di [[Tritemio]], ottengono una ricostruzione plausibile e ipotizzano i cinque luoghi. Ogni iniziato di ogni gruppo avrebbe tenuto la sua parte per vent'anni, dopodiché l'avrebbe passata a un suo apprendista; quindi il sesto del primo gruppo avrebbe incontrato, nel primo dei cinque appuntamenti (che avvengono il 24 giugno), il sesto del secondo gruppo e gli avrebbe passato la sua parte del messaggio; dopo altri 120 anni il dodicesimo del secondo gruppo avrebbe passato le prime due parti del messaggio, ossia la propria e quella ricevuta dal primo gruppo, al dodicesimo del terzo gruppo; e così via, fino a quando, dopo seicento anni, avverrebbe un non specificato scopo finale (nel XX secolo), che – ipotizzano appunto i tre – sarebbe il controllo delle [[corrente tellurica|correnti telluriche]] attraverso il cosiddetto "ombelico tellurico" (l{{'}}''umbilicus telluris'' [[alchimia|alchemico]]), ossia il "centro" di siffatte correnti.
Casaubon, l'io narrante, è dapprima studente e poi giovane professionista dell'[[editoria]] a [[Milano]]. Attraverso una serie di eventi, trova nel mito dei [[Cavalieri templari]] la sua vera ''raison d'être'' (ragion d'essere) culturale e professionale. Da tale mito tuttavia si diramano una serie di filoni che corrispondono alla parte più occulta o a quella più reietta della cosiddetta civiltà occidentale. Attraverso la scoperta di questi filoni facciamo la conoscenza degli altri personaggi del romanzo, alcuni buoni, altri meno, ma tutti interessati a qualcosa. L'avidità di ottenere ciò che i vari protagonisti cercano manda in malora i buoni e i cattivi più deboli, per così dire. Casaubon, Belbo e Diotallevi, infatti, da un puro gioco traggono il Piano-Complotto la cui "sgangheratezza" (v. ciò che pensa Umberto Eco del film ' [[Casablanca (film)|Casablanca]]'') contribuisce a renderlo verosimile all'avido Agliè, in cerca di uno scopo verso cui indirizzare la società segreta paramassonica che capeggia.
 
Durante le [[Crociate]] i templari non si limitarono a combattere, ma si misero alla ricerca degli oggetti sacri della cristianità ([[santo Graal]], [[arca dell'Alleanza]], pezzi della croce della [[crocifissione di Gesù]], [[reliquia|reliquie]] etc); vennero così a conoscenza degli oscuri segreti posseduti dagli iniziati [[ebraismo|giudei]] e [[Islam|musulmani]], a cui li tramandarono gli antichi sacerdoti [[Egizi]] che a loro volta vennero iniziati dai sopravvissuti [[atlantide]]i. Il pianeta è notoriamente un enorme magnete attraversato da correnti elettromagnetiche; gli antichi Egizi, i [[Celti]], gli [[aborigeni australiani|aborigeni]], i [[Sardegna prenuragica|sardi prenuragici]] e altre civiltà ne erano a conoscenza e cercavano di amplificarle costruendo [[dolmen]], [[menhir]], obelischi; lo stesso [[Eiffel]], come parecchi altri scienziati, sarebbe stato un iniziato e la sua celeberrima [[Torre Eiffel|torre]] sarebbe uno di questi "condensatori" di energia tellurica. I templari scoprirono l'ubicazione dell{{'}}''umbilicus'' ma non divulgarono il segreto. I sopravvissuti alla [[Leggende sui Templari#Venerdì tredici|grande retata]] del 13 ottobre 1307 prepararono così la loro vendetta istituendo un Piano per la conquista del mondo; ipotizzarono che seicento anni nel futuro ci sarebbe stata la tecnologia adatta al controllo dell'energia planetaria e organizzarono così una "staffetta" criptata. Per ottenere questo controllo sarebbe occorso far trovare ai discendenti il punto specifico della Terra, individuabile attraverso una mappa e con un pendolo montato nel [[Coro (architettura)|coro]] della chiesa dell'ex [[Priorato di Saint-Martin-des-Champs|convento di Saint-Martin-des-Champs]] (ove oggi vi è la sede del [[Conservatoire national des arts et métiers]]) il 24 giugno. A causa della [[calendario gregoriano|riforma gregoriana]] il secondo appuntamento (nel 1584) saltò ed è per questo – fantasticano i tre – che i templari discendenti non hanno ancora preso possesso del potere: non sanno qual è la mappa da mettere sotto al pendolo.
Milano, tratteggiata con evidente nostalgia, e la campagna attorno ad Alessandria, in cui la nostalgia è un po' più artefatta, sono i luoghi italiani in cui si snoda il vissuto del libro e sono uno dei punti in comune tra ''Il Pendolo di Foucault'' e ''[[La misteriosa fiamma della regina Loana]]''. [[Parigi]] è insieme inizio e finale del narrato, il cui epilogo è però consumato da Casaubon nella rassegnata attesa dei suoi nemici in una stanza del vecchio casolare di Belbo.
 
Nel corso del lavoro alla casa editrice entrano in contatto con Agliè, esperto di ermetismo che velatamente si fa apparire come il [[Conte di Saint-Germain|conte di San Germano]]; anch'egli è a conoscenza di questo segreto e fa parte di una società segreta che si rifà ai templari e ai [[Rosacroce]]. Nel frattempo Diotallevi si ammala gravemente e Belbo, alle prese con una deludente situazione personale, si ossessiona al Piano e comincia a crederci per davvero; un giorno ne parla con Agliè, rivelandogli di essere a conoscenza di quale sia la mappa da utilizzare, cosa non vera. Poco dopo viene persuaso con un ricatto a recarsi a Parigi; rendendosi conto con terrore che il Piano è meno fantasioso di quel che avevano ipotizzato (o meglio, che altri erano giunti alle loro stesse congetture), telefona a Casaubon e lo mette in allarme giusto in tempo prima di essere rapito. La notte del 23 giugno viene condotto all'interno del [[Musée des arts et métiers|Conservatoire]], ove si riunisce la società segreta. Durante la cerimonia gli viene chiesto di rivelare quale sia la mappa, egli si rifiuta senza dire che realmente non sapeva quale fosse. Casaubon, infiltratosi la sera prima al Conservatoire, assiste da un nascondiglio a tutta la sconvolgente scena e al suo tragico epilogo, prima di fuggire, sapendo di essere braccato anch'egli dalla spietata setta.
Il romanzo trae il titolo dal [[pendolo di Foucault]], un pendolo che, oscillando liberamente per molte ore, dimostra la rotazione terrestre. La spiegazione del fenomeno fu fornita a Eco da [[Mario Salvadori]]<ref> [http://areeweb.polito.it/didattica/polymath/htmlS/Interventi/Odifreddi/Eco/Eco.htm Intervista di Odifreddi a Eco]</ref>. Un esempio di pendolo di Foucault è al [[Conservatoire des Arts et Métiers]] di Parigi, dove prende inizio il romanzo; alcune scene finali, inoltre, vedono protagonista una macabra rielaborazione del pendolo stesso.
 
=== RecensioniStruttura ===
La vicenda principale viene narrata in prima persona da "Pim" Casaubon che ricorda, con un metodo di narrazione "a scatole cinesi", ciò che accadde dagli anni '70 (quand'era giovane studente di storia) alla notte fra il 23 e il 24 giugno 1984. La narrazione principale avviene nella casa del paesino natale di Jacopo Belbo, nel Piemonte orientale, il 25 giugno 1984; da qui Casaubon ricorda cos'è accaduto due giorni prima, quando vagava fra i corridoi e le stanze del Conservatoire per cercare un nascondiglio, fino alla visione del Pendolo (incipit del romanzo); una volta trovato il nascondiglio rammenta gli ultimi giorni, quando torna da una vacanza e riceve la telefonata di un agitatissimo Belbo da Parigi che, frettolosamente, gli chiede di recarsi al suo appartamento a leggere tutti i file che aveva scritto sul ''word processor''; da qui Pim, leggendo i testi, ricostruisce il passato in comune con l'amico/collega, da quando cioè, nei primi anni '70, studente prossimo alla laurea con una tesi sui Templari, conobbe Jacopo in una bettola frequentata da intellettuali e rivoluzionari; ricostruisce inoltre gli anni dell'infanzia di Belbo, trascorsa sul finire della Seconda guerra mondiale nell'imprecisato paesino fra le Langhe e il Monferrato.
La critica non ha apprezzato ''Il pendolo di Foucault'' tanto quanto ''Il nome della rosa'', ma comunque parecchie sono state le recensioni positive<ref>[http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1988/10/04/il-trattato-dell-impostura.html ''Il trattato dell'impostura'',"La Repubblica" 04 ottobre 1988]</ref>.
{{quote|... questo romanzo magico sulla magia, questo romanzo misterioso sul segreto e sulla creatività della finzione, questo romanzo tumultuoso, questo romanzo luminoso su un mondo sotterraneo...|[[Jacques Le Goff]], ''[[L'Espresso]]''}}
 
Il romanzo è diviso in 120 capitoli, racchiusi in dieci parti: ognuna di esse ha il nome di una [[Sĕfirōt|sephirah]], e si segue l'ordine dell'[[Sĕfirōt#L'albero sefirotico e la simbologia delle sĕfirōt|albero sefirotico]], una cui rappresentazione appare prima dell'inizio della prima parte. All'inizio di ciascun capitolo, in apice, è presente una citazione riguardante l'argomento del capitolo stesso.
{{quote|Il messaggio del suo libro, se letto - come bisogna fare - come un libro sui misteri della fine del XX secolo, potrebbe anche voler dire che la storia da lui raccontata non è ancora finita...|[[Alberto Asor Rosa]], ''[[La Repubblica]]''}}
 
== Critica ==
{{quote|… come in un ricchissimo Alice nel paese delle meraviglie per adulti che hanno conservato le angosce dell’infanzia…|[[Furio Colombo]], ''[[La Stampa]]''}}
=== Temi principali ===
{{C|Sembra una [[Wikipedia:Niente ricerche originali|RO]]|opere letterarie|luglio 2023}}
{{F|romanzi di avventura|luglio 2023|Sezione con una sola fonte.}}
[[File:Pendule de Foucault au musee des arts et metiers.jpg|miniatura|Pendolo installato al [[Musée des arts et métiers]] di [[Parigi]]|250px]]
La maggior parte dei libri scritti su questo argomento sembra concentrarsi sul mistero e puntare a una formulazione di una personale versione sulla teoria del complotto. Eco evita questa insidia senza soffermarsi sul mistero storico che ha circondato i Cavalieri templari. Infatti, il romanzo potrebbe essere visto come una critica, una parodia, una [[Decostruzionismo|decostruzione]] delle grandi cospirazioni globali che spesso si trovano nella [[letteratura postmoderna]]. Sebbene la trama principale fornisca i dettagli di un “Piano” cospirativo, il libro si concentra sullo sviluppo dei personaggi, e il loro lento passaggio da redattori scettici che si beffano dei manoscritti della casa editrice a pagamento Manuzio (dello stesso editore Garamond) a ingenui “Diabolici” essi stessi. In questo senso la teoria del complotto fornita diviene un artificio della trama, piuttosto che una proposta seria.
 
Gli scritti di Belbo sono un tema ricorrente in tutto il libro. L'intero romanzo è narrato in prima persona da Casaubon, con brevi intervalli dei documenti sul [[word processor]] di Belbo, “Abulafia” (citazione dell'[[Abramo Abulafia|omonimo mistico spagnolo]]). Questi passaggi sono spesso scritti eccentricamente, e trattano in buona parte l'infanzia di Belbo, il suo costante senso di fallimento, e la sua ossessione per Lorenza. Gli interludi della sua infanzia servono come forte contrasto con il mondo mistico di culti e cospirazioni. Belbo è estremamente attento a non provare a creare letteratura, perché si considera indegno, nonostante divenga piuttosto evidente che la scrittura sia la sua passione. Questo atteggiamento di inconscia e costante auto-umiliazione è in sintonia con la generale ironia che si trova nel libro, considerando che Belbo viene alla fine divorato dalla (ri)creazione del Piano.
{{quote|Da quando ho cominciato a leggere Il Pendolo di Foucault non sono più uscito di casa: ho, per così dire, sospeso la vita.|[[Ferdinando Camon]], ''[[Il Giorno]]''}}
 
Casaubon è uno studioso. Mentre Belbo è alla ricerca di una pace interiore, Casaubon è alla ricerca della conoscenza. L'incertezza del sapere scientifico e dell'esperienza umana vengono esplorate nel suo personaggio, dato che è partecipe di diversi eventi soprannaturali. Le sue narrazioni abbandonano lo stretto realismo e diventano sempre più inclini al soprannaturale, mano a mano che il romanzo procede.
{{quote|Sono convinto che un giudizio serio su quest'opera (che è comunque straordinaria, anche a prima lettura) può essere dato solo se si tien conto della continuità di una linea critico-teorica che ha continuato a maturare nell'arco di trent'anni.|[[Antonio Porta (scrittore)|Antonio Porta]], ''[[Corriere della Sera]]''}}
 
Garamond, il cui principale mestiere è vendere sogni (attraverso la sua [[editoria a pagamento|casa editrice a pagamento]]), arriva a credere al mondo fantastico che i suoi autori tessono. È tuttavia possibile che egli sia sempre stato un “Diabolico” e che abbia intrapreso la sua attività editoriale allo scopo di pescare informazioni.
== Paragoni con altri romanzi ==
 
Molti critici<ref>[http://archiviostorico.corriere.it/2004/dicembre/12/Padri_padrini_Dan_Brown_co_9_041212105.shtml Ranieri Polese ,''Padri (e padrini) di Dan Brown'' Corriere della Sera del 12 dicembre 2004.]</ref> hanno visto nel bestseller ''[[Il codice da Vinci (romanzo)|Il codice da Vinci]]'' di [[Dan Brown]] la versione popolare del suo romanzo. A questo riguardo in un'intervista Eco dice:
:;Società nel romanzo
{{quote|Sono stato costretto a leggerlo, perché tutti mi facevano domande in proposito. Le rispondo che Dan Brown è uno dei personaggi del mio romanzo ''Il pendolo di Foucault'', in cui si parla di gente che incomincia a credere nel ciarpame occultista.
Quelli che seguono sono alcuni dei [[Società segreta|gruppi]], segreti e no, che appaiono nel romanzo:
* [[Cavalieri templari|I Cavalieri templari]] (i protagonisti)
* [[Rosacroce]]
* [[Gnosticismo|Gnostici]]
* [[Massoneria|Massoni]]
* [[Illuminati]]
* [[Protocolli dei Savi di Sion|Anziani di Sion]]
* [[Nizariti|Assassini]] di [[Alamūt]]
* [[Cabala (esoterismo)|Cabalisti]]
* [[Bogomilismo|Bogomili]]
* [[Catarismo|Catari]]
* [[Compagnia di Gesù|Gesuiti]]
* [[Paulicianesimo|Pauliciani]]
* Un unico e oscuro riferimento all'immaginario culto di [[Cthulhu]] attraverso una citazione dai Rituali Satanici – "I'a Cthulhu! I'a S'ha-t'n!". Le parole concludono un rituale composto da Michael Aquino. Originariamente soltanto "I'a Cthulhu!", [[Anton LaVey]] vi aggiunse "I'a S'ha-t'n!" per dargli un "tocco Satanico".<ref>{{Cita testo |lingua=en |titolo=Settembre 1993 |url=http://bbs.bapho.net/bbs/l-drive/topicx/files/set/text/1993/set93252.txt |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20110719064619/http://bbs.bapho.net/bbs/l-drive/topicx/files/set/text/1993/set93252.txt}}</ref>
 
I gruppi che seguono di fatto non sono coinvolti nel Piano:
* Panta Rei
* I fedeli [[Candomblé]] e [[Umbanda]]
* [[Opus Dei]] (menzionati di passaggio)
* [[Ordo Templi Orientis]]
* [[Chiesa di Gesù Cristo dei santi degli ultimi giorni|Mormoni]]. Garamond li include nella sua lista di organizzazioni "occulte" da contattare a proposito di idee sul libro, spiegando: "Ho letto di loro anche in [[Uno studio in rosso|una storia investigativa]], ma potrebbero non esistere più".
 
=== Recensioni ===
{{P|sono riportate solo le recensioni positive|opere letterarie|ottobre 2021}}
La critica non ha apprezzato ''Il pendolo di Foucault'' tanto quanto ''[[Il nome della rosa]]'', ma parecchie sono state le recensioni positive.<ref>{{Cita news |autore=Alberto Asor Rosa |wkautore=Alberto Asor Rosa |url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1988/10/04/il-trattato-dell-impostura.html |titolo=Il trattato dell'impostura |pubblicazione=La Repubblica |data=4 ottobre 1988}}</ref>
{{Citazione|... questo romanzo magico sulla magia, questo romanzo misterioso sul segreto e sulla creatività della finzione, questo romanzo tumultuoso, questo romanzo luminoso su un mondo sotterraneo...|[[Jacques Le Goff]], ''[[L'Espresso]]''}}
 
{{Citazione|Il messaggio del suo libro, se letto - come bisogna fare - come un libro sui misteri della fine del XX secolo, potrebbe anche voler dire che la storia da lui raccontata non è ancora finita...|[[Alberto Asor Rosa]], ''[[La Repubblica (quotidiano)|La Repubblica]]''}}
 
{{Citazione|… come in un ricchissimo Alice nel paese delle meraviglie per adulti che hanno conservato le angosce dell'infanzia…|[[Furio Colombo]], ''[[La Stampa]]''}}
 
{{Citazione|Da quando ho cominciato a leggere Il Pendolo di Foucault non sono più uscito di casa: ho, per così dire, sospeso la vita.|[[Ferdinando Camon]], ''[[Il Giorno]]''}}
 
{{Citazione|Sono convinto che un giudizio serio su quest'opera (che è comunque straordinaria, anche a prima lettura) può essere dato solo se si tien conto della continuità di una linea critico-teorica che ha continuato a maturare nell'arco di trent'anni.|[[Antonio Porta (scrittore)|Antonio Porta]], ''[[Corriere della Sera]]''}}
 
Una delle più celebri stroncature arrivò dal Vaticano. ''[[L'Osservatore Romano]]'' arrivò a definire Eco un «flagello» che «deforma, parodia, dissacra, offende la storia umana».<ref>{{Cita web |url=https://www.wumingfoundation.com/giap/2018/10/il-pendolo-di-foucault-30ennale/ |titolo=“La superstizione porta sfortuna”. A trent’anni da ‘Il pendolo di Foucault’ |autore=[[Wu Ming]] |sito=WuMingfoundation |data=4 ottobre 2018 |accesso=11 luglio 2023}}</ref>
 
== Influenza culturale ==
Già a ridosso della sua pubblicazione, la critica si pose la domanda del suo rapporto con gli altri romanzi a sfondo storico dell'epoca.{{#tag:ref|Nel criticare lo "storicismo archivistico, privo della tensione necessaria a far lievitare la dialettica fra la Storia antica, moderna o contemporanea che sia e le storie", Enzo Golino<ref>{{Cita news |autore=Enzo Golino |url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1988/09/29/chi-parla-chi.html |titolo=C'è chi parla è c'è chi tace |pubblicazione=La Repubblica |data=29 settembre 1988}}</ref> sosteneva che "forse gli unici che sono riusciti a utilizzare la Storia non come un nobile pretesto o un mobile da arredo, ma come una componente autentica, necessaria, strutturale del proprio narrare sono stati Emilio Tadini (''La lunga notte'', Rizzoli), Sebastiano Vassalli (''L'oro del mondo'', Einaudi) e soprattutto Umberto Eco (''Il pendolo di Foucault'', Bompiani)".|group=N}}
 
Molti critici<ref>{{Cita news |autore=Ranieri Polese |url=http://archiviostorico.corriere.it/2004/dicembre/12/Padri_padrini_Dan_Brown_co_9_041212105.shtml |titolo=Padri (e padrini) di Dan Brown |pubblicazione=Corriere della Sera |data=12 dicembre 2004 |p=37 |accesso=3 ottobre 2024 |urlarchivio=https://archive.is/20120708180848/http://archiviostorico.corriere.it/2004/dicembre/12/Padri_padrini_Dan_Brown_co_9_041212105.shtml |urlmorto=sì}}</ref> hanno poi visto nel bestseller ''[[Il codice da Vinci (romanzo)|Il codice da Vinci]]'' di [[Dan Brown]] la versione popolare del suo romanzo. A questo riguardo in un'intervista Eco dice:
{{Citazione|Sono stato costretto a leggerlo, perché tutti mi facevano domande in proposito. Le rispondo che Dan Brown è uno dei personaggi del mio romanzo ''Il pendolo di Foucault'', in cui si parla di gente che incomincia a credere nel ciarpame occultista.
 
(intervistatore) ''Ma sembra che lei stesso sia interessato alla cabala, all'alchimia e ad altre pratiche occulte di cui parla nel suo libro.''
 
No, nel pendolo di Foucault ho rappresentato quel tipo di persone in maniera grottesca. Ecco perché Dan Brown è una delle mie creature.|''[[La Repubblica (quotidiano)|La Repubblica]]'', 25 novembre 2007<ref>{{Cita news |autore=Deborah Solomon |url=http://www.repubblica.it/2007/11/sezioni/politica/inte-eco/inte-eco/inte-eco.html |titolo=Populismo e controllo totale dei media rischio-Berlusconi anche in altri Paesi |pubblicazione=La Repubblica |data=25 novembre 2007}}</ref>}}{{box citazione|contenuto=Wu Ming 1 ricorre […] all’ala protettrice di un’eminenza grigia nazionale […] ripercorrendo analiticamente un altro titolo di Eco, ''Il pendolo di Foucault'' (1988), e riportandone in vita i personaggi di Belbo e Diotallevi all’interno della seconda sezione del libro, una lunga sequenza onirica […] che rintraccia i "filamenti di genoma transatlantico" di QAnon a partire dall’accusa del sangue antisemita circolante, ormai da millenni, in Europa.|legenda=''[[Pulp (rivista)|Pulp Libri]]'', 29 aprile 2021<ref>{{Cita web |url=https://www.pulplibri.it/qomplotto-wu-ming-1-e-il-vero-autore-di-true-detective-11/ |titolo=Qomplotto! Wu Ming 1 è il VERO autore di True Detective !!! |autore=Lorenzo Mari |sito=Pulp Magazine |data=29 aprile 2021 |accesso=3 ottobre 2024 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20210429082437/https://www.pulplibri.it/qomplotto-wu-ming-1-e-il-vero-autore-di-true-detective-11/}}</ref>|allineamento=destra}}Diversi personaggi e luoghi de ''Il Pendolo di Foucault'' sono ripresi da [[Wu Ming 1]] nel suo «oggetto narrativo non-identificato» ''[[La Q di Qomplotto]]'' (Alegre, 2021), dedicato a [[QAnon]] e al ruolo delle «fantasie di complotto» nella società contemporanea. Nella prima parte del libro, scritta in forma saggistica, il romanzo di Eco viene analizzato e citato a più riprese; la seconda parte, svolta in forma più letteraria, è di fatto costituita da un lungo sogno in cui l’autore si trova al bar Pilade, una delle principali ambientazioni del ''Pendolo di Foucault'', ed espone le proprie tesi sul cospirazionismo a Belbo e Diotallevi, in un dialogo filosofico lungo circa duecento pagine. Nei ringraziamenti in coda a ''La Q di Qomplotto'' si legge: «Grazie a Stefano Eco, che molto gentilmente mi ha autorizzato a prendere Belbo e Diotallevi, personaggi creati da suo padre, e farli agire nel mio sogno».
No, nel pendolo di Foucault ho rappresentato quel tipo di persone in maniera grottesca. Ecco perché Dan Brown è una delle mie creature.|intervista di Deborah Solomon, ''[[La Repubblica]]'', 25 novembre 2007<ref>[http://www.repubblica.it/2007/11/sezioni/politica/inte-eco/inte-eco/inte-eco.html "Populismo e controllo totale dei media rischio-Berlusconi anche in altri Paesi".]</ref>}}
 
Anche ''[[Ufo 78]]'', romanzo collettivo di Wu Ming pubblicato nel 2022, contiene un riferimento al romanzo di Eco: uno dei personaggi principali, l'antropologa Milena Cravero, pubblica un libro con la casa editrice Garamond.
 
== Edizioni ==
* {{Cita libro |autore=[[Umberto Eco]] |titolo=Il pendolo di Foucault |anno=1988 |editore=Bompiani |città=Milano |ISBN=88-452-0408-1}} [509 pagg.; 24 cm].
* {{Cita libro
* {{Cita libro |autore=Umberto Eco |titolo=Il pendolo di Foucault |edizione=20 |collana=Tascabili Bompiani |anno=2003 |editore=Bompiani |città=Milano |ISBN=88-452-4749-X}} [687 pagg.; 20 cm].
|autore= [[Umberto Eco]]
|altri=
|titolo= Il pendolo di Foucault
|anno= [[1988]]
|editore= [[Bompiani]]
|edizione=
|pagine= pp. 509
|id= ISBN 88-452-0408-1
}}
* {{Cita libro
|autore= [[Umberto Eco]]
|altri=
|titolo= Il pendolo di Foucault
|anno= [[2003]]
|editore= [[Bompiani]]
|edizione= collana Tascabili Bompiani
|pagine= pp. 687, cap. 120
|id= ISBN 88-452-4749-X
}}
 
== Note ==
;Annotazioni
<references group=N/>
;Fonti
<references/>
 
== Bibliografia ==
* {{Cita libro |autore2=Francesco Millocca |curatore=Luciano Turrini |titolo=Dizionario del pendolo di Foucault |anno=1989 |editore=Gabriele Corbo |città=Ferrara |ISBN=88-85668-36-4 |autore1=Luigi Bauco}}
 
== Voci correlate ==
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== Altri progetti ==
{{interprogetto|q=Umberto Eco#Il_pendolo_di_Foucault|q_preposizione=da|etichetta=''Il pendolo di Foucault''}}
 
== Collegamenti esterni ==
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* {{Collegamenti esterni}}
 
{{Umberto Eco}}
{{Controllo di autorità}}
 
"Certe cose le senti venire,non è che ti innamori perché ti innamori, ma perché in quel periodo avevi un disperato bisogno di innamorarti.Nei periodi in cui ti senti la voglia di innamorarti devi stare attento a dove metti piede:come aver bevuto un filtro di quelli che ti innamorerai del primo essere che incontri."
 
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