Quinto Ennio: differenze tra le versioni

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{{Bio
{{Nota disambigua|descrizione=informazioni sul [[nome proprio]]|titolo=[[Ennio (nome)]]}}
|Nome = Quinto Ennio
|Cognome =
|ForzaOrdinamento = Ennio ,Quinto
|PreData = {{latino|Quintus Ennius}}
|Sesso = M
|LuogoNascita = Rudiae
|GiornoMeseNascita =
|AnnoNascita = 239 a.C.
|LuogoMorte = Roma
|LuogoMorteLink = Roma (città antica)
|GiornoMeseMorte =
|AnnoMorte = 169 a.C.
|Epoca = -200
|Epoca2 = -100
|Attività = poeta
|Attività2 = drammaturgo
|Attività3 = scrittore
|Nazionalità = romano
|Immagine = Testa di ennio, tomba degli scipioni, oggi ai musei vaticani.jpg
|Didascalia = La cosiddetta ''[[Sepolcro degli Scipioni#La cosiddetta Testa di Ennio|testa di Ennio]]'', proveniente dal [[Sepolcro degli Scipioni]] sulla [[Via Appia]]
}}
Viene considerato, fin dall'antichità, il padre della [[letteratura latina]], poiché fu il primo poeta a usare il [[lingua latina|latino]] come lingua letteraria in competizione con il [[Lingua greca antica|greco]].
 
== Biografia ==
{{quote|Dictum factum (Detto fatto)|'''Quinto Ennio'''}}
Quinto Ennio nacque nel 239 a.C. a ''[[Rudiae]]'', nei pressi di [[Lecce]], città dell'antica ''Calabria'' (l'attuale [[Salento]]) in cui allora convivevano tre culture: quella [[antichi greci|greca]] che aveva come centro maggiore Taranto, quella [[oschi|osca]] dei centri minori indigeni [[italici]], e quella dell'occupante romano<ref>{{cita web|url=http://www.sapere.it/sapere/strumenti/studiafacile/letteratura-latina/arcaica/ennio/Ennio---La-vita.html|titolo=La vita: Ennio e i suoi continuatori|sito=sapere.it|accesso=28 dicembre 2020|urlmorto=no|editore=De Agostini Editore S.p.A|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20180905205400/http://www.sapere.it/sapere/strumenti/studiafacile/letteratura-latina/arcaica/ennio/Ennio---La-vita.html}}</ref>: [[Aulo Gellio]] testimonia infatti che Ennio, pur vantandosi di discendere da Messapo (eroe [[eponimo]] della Messapia e dei [[Messapi]])<ref>[http://books.google.it/books?id=1akwkIoPVSAC ''Quinto Ennio, Annali (Libri IX–XVIII). Commentari'', Volume IV, Napoli: Liguori Editore], pp. 316 ss.</ref>, era solito dire di possedere "tre cuori" (''tria corda''), poiché sapeva parlare in greco, in latino e in osco<ref>''Quintus Ennius tria corda habere sese dicebat, quod loqui Graece et Osce et Latine sciret'' ("Quinto Ennio diceva di avere tre anime in quanto parlava greco, osco e latino") - Aulo Gellio, ''Noctes Atticae'', XVII,17.</ref>.
{{quote|Nos sumus Romani qui fuimus ante Rudini (Io, nato a Rudiae, sono oggi cittadino romano)|'''Quinto Ennio'''}}
 
Durante la [[seconda guerra punica]] militò in [[Sardegna]] e nel [[204 a.C.]] vi conobbe [[Marco Porcio Catone|Catone il Censore]], che lo portò con sé a [[Roma (città antica)|Roma]]<ref>[[Cornelio Nepote]], ''Catone'', I 4.</ref>. Qui ottenne la protezione di illustri uomini politici quali [[Publio Cornelio Scipione|Scipione l'Africano]] e, poco tempo dopo, entrò in contatto con altri aristocratici del [[circolo degli Scipioni]], filoelleni, come [[Marco Fulvio Nobiliore]]. Queste amicizie lo posero in conflitto con Catone, diffidente nei confronti delle altre culture e di quella greca in particolare.
'''Quinto Ennio''', spesso citato semplicemente come '''Ennio''' ([[239 a.C.]] – [[169 a.C.]]) è stato un poeta considerato fra i padri della [[Letteratura latina]]. Scrisse opere teatrali, un poema epico (gli [[Annales (Ennio)|Annales]]) ed altre opere di vario genere. Come citato da [[Strabone]], nacque a Rudiae, una cittadina a pochi chilometri da Lupiae (oggi [[Lecce]]), nella regione chiamata dai Romani ''Calabria'' (ovvero nel [[Salento (regione)|Salento]]). L'area era storicamente occupata dalla civiltà dei [[Messapi]], forse di origine illirica ma di cultura greca. Ennio si vantava di possedere tre cuori, conoscendo il greco, il latino e l'osco.
 
Nel 189 a.C. Marco Fulvio Nobiliore, nella guerra contro la [[Lega etolica]], condusse con sé Ennio come poeta al seguito, con il compito cioè di celebrare le gesta del generale (come in effetti fece nella tragedia ''praetexta'' ''[[Ambracia (Ennio)|Ambracia]]''). Questo scandalizzò Catone in quanto comportamento contrario al costume degli avi, al ''[[mos maiorum]].'' Cinque anni dopo [[Quinto Fulvio Nobiliore]], figlio di Marco, gli assegnò dei terreni presso la colonia da lui dedotta a Pesaro e gli fece conferire la cittadinanza romana. Riconoscente, Ennio espresse orgogliosamente questa concessione:
==Voci correlate==
{{Citazione|Sono cittadino di Roma, io che un tempo fui cittadino di [[Rudiae]]|Quinto Ennio, ''Annales''<ref>V. 525 Skutsch.</ref>|lingua=la|Nos sumus Romani qui fuimus ante Rudini}}
*[[Personalità legate a Taranto]]
 
Ennio, messo a capo del ''collegium scribarum histrionumque'', trascorse gli anni della vecchiaia in relativa orgogliosa miseria, con una sola serva al suo servizio, attendendo alla composizione delle sue tragedie e del poema epico:
== Altri progetti ==
{{Citazione|A settant'anni - tanti, infatti, ne visse - Ennio sopportava la povertà e la vecchiaia, che si suole considerare come le cose più moleste, quasi sembrando che ne godesse|[[Cicerone]], ''[[Cato Maior de senectute]]'', 14 - trad. A. D'Andria|lingua=la|''Annos septuaginta natus - tot enim vixit Ennius - ita ferebat duo quae maxima putantur onera, paupertatem et senectutem, ut eis paene delectari videretur''}}
{{interprogetto|q}}
== Collegamenti esterni ==
 
Tra i suoi discepoli ricordiamo il nipote (figlio di sua sorella), il tragediografo e pittore [[Marco Pacuvio]], e il commediografo [[Cecilio Stazio]] (con cui condivise l'abitazione).
*[http://www.biblio-net.com/lett_cla/ennio.htm Testi di Ennio su biblio-net]
{{teatro}}
{{poeti}}
{{letteratura}}
 
Pur sofferente di [[gotta]], nell'anno stesso della morte fece rappresentare la sua ultima tragedia, il ''Tieste''.<ref>[[Cicerone]], ''[[Brutus (Cicerone)|Brutus]]'', XX, 78.</ref>
[[Categoria:Personalità legate a Taranto|Ennio, Quinto]]
 
[[categoria:biografie|Ennio, Quinto]]
Ennio morì a Roma nel 169 a.C. Secondo la tradizione, in virtù dei suoi meriti poetici, oltre che per l'amicizia personale, fu sepolto nel [[sepolcro degli Scipioni]], sull'antica [[Via Appia]], dove fu raffigurato da un busto su cui era inciso un epitaffio in distici elegiaci che [[Cicerone]]<ref>Cicerone, ''[[Tusculanae disputationes]]'', I, 15, 34.</ref> credeva composto dallo stesso Ennio:
[[categoria:poeti latini|Ennio, Quinto]]
{{Citazione|Ecco, o cittadini, i tratti dell'effigie del vecchio Ennio:<br />
[[Categoria:Storici latini|Ennio, Quinto]]
costui le massime gesta cantò dei vostri padri.<br />
[[Categoria:Drammaturghi latini|Ennio, Quinto]]
Nessuno di lacrime mi onori, né la mia morte<br />
pianga. Perché? Volo vivo tra le bocche degli uomini|Quinto Ennio|lingua=la|Aspicite, o cives, senis Enni imaginis formam:<br />
hic vestrum panxit maxima facta patrum.<br />
Nemo me lacrumis decoret, nec funera fletu<br />
faxit. Cur? Volito vivus per ora virum}}
 
== Opere ==
{{Vedi anche|Storia della letteratura latina (240 - 78 a.C.)}}
[[File:Raffael, Parnass, Ennius.jpg|thumb|Ennio intento ad ascoltare [[Omero]]. Dettaglio dal ''[[Parnaso (Raffaello)|Parnaso]]'', affresco di [[Raffaello]] nelle [[Stanze Vaticane]]]]
Ennio sperimentò numerosi generi letterari, molti dei quali a Roma erano poco conosciuti o del tutto sconosciuti, tanto che è stato definito il vero padre della letteratura latina.<ref>Si pensi all'elogio che ne fa Lucrezio nel suo ''De rerum natura'', I ,117-126.</ref>
 
Della maggior parte di queste sue opere rimangono solo pochi frammenti e titoli.
 
=== Gli ''Annales'' ===
Gli ''[[Annales (Ennio)|Annales]]'' furono il poema nazionale del popolo romano prima che fosse composta l{{'}}''[[Eneide]]'' ([[29 a.C.|29]]-[[19 a.C.]]). Ennio narrava la storia di Roma anno per anno, come spiega lo stesso titolo, dalle origini sino al 171, sino a poco prima della morte del poeta, dunque, avvenuta nel 169 a.C., e si ispira al modello greco, come farà poi Virgilio. L'opera era strutturata in 18 libri, suddivisi in tre esadi, cioè in tre gruppi di sei libri, ma rimangono solo 600 versi dei circa {{formatnum:30000}} originali.
 
Nel [[proemio]] dell'opera Ennio racconta che Omero stesso gli era apparso in sogno per rivelargli di essersi reincarnato in lui dopo avergli esposto la dottrina [[Pitagora|pitagorica]] della [[metempsicosi]], ovvero della transmigrazione delle anime. Mentre nei primi libri sono raccontati gli eventi che vanno dalle origini all'invasione di [[Pirro]] (280-272), nei successivi il racconto arriva fino al 171 a.C., due anni prima della morte del poeta. Nel [[proemio]] della seconda esade, poi, Ennio polemizza con coloro che lo criticavano per aver introdotto l'esametro, polemizzando contro gli autori che scrivevano in saturni - con chiaro riferimento a [[Nevio]], che comunque omaggiava, non ripetendo la narrazione della [[prima guerra punica]] - e racconta gli eventi dalle guerre puniche sino alla [[seconda guerra macedonica]], mentre la terza esade è quasi del tutto andata perduta.
 
=== Opere teatrali ===
Per quanto riguarda le composizioni drammatiche, per concorde affermazione degli antichi, Ennio eccelleva nella tragedia. Compose infatti le ''[[Cothurnata|cothurnatae]]'' ''[[Achille (Ennio)|Achilles]]'', ''[[Aiace (Ennio)|Aiax]]'', ''[[Alexander (Ennio)|Alexander]]'', ''[[Andromaca prigioniera|Andromaca aechmalotis]]'', ''[[Hectoris lytra]]'', ''[[Ecuba (Ennio)|Hecuba]]'', ''[[Ifigenia (Ennio)|Ifigenia]]'', ''[[Medea (Ennio)|Medea]]'', ''[[Tieste (Ennio)|Thyestes]]'', ''Telamon'', ''Telephus''. A parte, come ''[[Praetexta|praetextae]]'', ''[[Sabinae]]'' e ''[[Ambracia (Ennio)|Ambracia]]'', quest'ultima sulle gesta di [[Marco Fulvio Nobiliore]] in una spedizione contro gli [[Etoli]] nel 189 a.C., culminata nella presa della città di [[Ambracia]]. A noi restano venti titoli di tragedie enniane e 430 fra versi e frammenti di versi.
 
Ennio compose anche commedie, ma che non fosse altrettanto valente come poeta comico sarebbe testimoniato dal fatto che di esse restano solo pochissimi versi e due titoli: la ''Caupuncula'' e il ''Pancratiastes.''
 
=== Altre opere ===
L{{'}}''[[Epicharmus]]'' era un poema in [[Settenario trocaico|settenari trocaici]], in cui si esponevano le teorie filosofiche di [[Epicarmo]].
 
L{{'}}''[[Euhemerus]]'' era invece un'opera in prosa in cui Ennio esponeva l'originale teoria teologica di [[Evemero]] (detta appunto [[evemerismo]]). Pare che di Ennio si tramandasse anche un'altra opera in prosa, indicata come ''Praecepta'' o ''Protrepticus'', quasi del tutto ignota (anche se il secondo titolo rimanderebbe al [[Protrettico|genere omonimo]]).
 
Di aspetto alessandrino erano gli ''[[Hedyphagetica]]'',<ref>Catalogo di prelibatezze, redatto con vena salottiera e decisamente superficiale, come evidente dall'unico frammento pervenutoci, di 11 versi, in [[Apuleio]], ''De magia'', 11.</ref> [[poema didascalico]] in esametri in cui si elencavano le prelibatezze (soprattutto ittiche) del [[Mediterraneo]]. Alessandrineggiante era forse anche il ''Sota'' (abbreviazione del nome del poeta greco [[Sotade]], vissuto al tempo di [[Tolomeo II]]), componimento in cui erano probabilmente raccolti argomenti osceni, a imitazione proprio della poesia di Sotade, nel caratteristico metro chiamato appunto "[[sotadeo]]".
 
In metri vari - ancora sotadei, oltre al [[senario giambico]] - erano poi le ''[[Saturae (Ennio)|Saturae]]'', forse il primo esempio della successiva [[satira latina]]. La grande varietà delle ''Saturae'' sarebbe dimostrata dal fatto che forse vi rientrava addirittura lo ''[[Scipio (poema)|Scipio]]'', poemetto epico-encomiastico del quale restano solo 14 versi, dedicato a [[Publio Cornelio Scipione]], nel quale il condottiero viene descritto come perfetto ''exemplum'' di ''vir romanus''. Di analogo tono celebrativo, infine, sono anche i resti degli [[Epigrammi (Ennio)|epigrammi]] tramandati.
 
== Il mondo poetico e concettuale di Ennio ==
Ennio fu il primo poeta latino a scrivere un poema in esametri, il metro di [[Omero]], che fu poi utilizzato da tutti i poeti epici successivi: il suo capolavoro, gli ''[[Annales (Ennio)|Annales]]'', fu il primo poema epico a narrare la storia di Roma dalle origini facendo di Ennio il "vate" di Roma e tra i principali modelli stilistici del ''[[De rerum natura]]'' di [[Tito Lucrezio Caro|Lucrezio]] e dell'''[[Eneide]]'' di [[Publio Virgilio Marone|Virgilio]]. Scrisse numerose commedie e tragedie, di cui restano pochi frammenti, e da altri frammenti si ritiene che abbia scritto anche alcune satire, anticipando addirittura [[Lucilio]], considerato il padre del genere.
{{Citazione|''O Tito Tazio, tiranno, tu ti attirasti disgrazie tanto grandi!''|Quinto Ennio|lingua=la|''[[O Tite tute Tati tibi tanta tyranne tulisti]]!''}}
 
Poiché i frammenti a noi pervenuti sono pochi e giunti per tradizione indiretta, non siamo capaci di valutare la struttura compositiva del poema maggiore e le tecniche della narrazione, ma emergono con sufficiente chiarezza le caratteristiche della lingua e lo stile elevato e solenne, che appaiono frutto di un geniale contemperamento di tratti tipicamente latini e audaci innovazioni grecizzanti. Ricorre spesso ad arcaismi internazionali, tratti distintivi di derivazione omerica (tanto che si presenta nel proemio come Omero redivivo, e [[Quinto Orazio Flacco|Orazio]] stesso lo definisce ''alter Homerus'', "secondo Omero"). Infatti fu ritenuto uno dei principali fautori dell'ellenizzazione; nonostante [[Marco Porcio Catone|Catone]] fosse uno degli scrittori più attaccati alla cultura romana, riconobbe e apprezzò in Ennio le doti intellettuali. Pare che fu Ennio ad introdurre l'[[esametro]] nella letteratura latina, formando i suoi versi anche solo con degli [[spondeo|spondei]] (infatti sono detti ''versi olospondaici'').
In Ennio abbondano le [[metafora|metafore]], sempre molto presenti nei poemi epici, le [[allitterazione|allitterazioni]] e l'uso della [[retorica]].
 
== Note ==
<references/>
 
== Bibliografia ==
* ''[http://archive.org/details/iframmentidegli00valmgoog I frammenti degli annali editi e illustrati da Luigi Valmaggi]'', Torino, Casa Editrice Ermanno Loescher, 1900.
* {{lingue|en|la}} ''Remains of old latin. Vol. 1: Aennius and Caecilius'', E. H. Warmington (a cura di), Cambridge-London, 1935, [https://archive.org/details/remainsofoldlati01warmuoft pagg. 1-465].
* ''Ennianae Poesis Reliquiae'', [[Johannes Vahlen]] (a cura di), Lipsiae, in aedibus B. G. Teubneri, [https://archive.org/details/poesisreliquiae00enniuoft 1854] e [https://archive.org/details/ennianaepoesisre00enniuoft 1903²].
* ''The Annals of Quintus Ennius'', ed. by Otto Skutsch, Oxford, University Press, 1985.
 
== Voci correlate ==
* [[Rudiae]]
* [[Sepolcro degli Scipioni]]
 
== Altri progetti ==
{{interprogetto}}
 
== Collegamenti esterni ==
* {{Collegamenti esterni}}
 
{{Ennio}}
[[bg:Ений]]
{{Poeti epici antichi}}
[[cs:Quintus Ennius]]
{{CircoloScipioni}}
[[de:Quintus Ennius]]
{{Tragedie latine}}
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