Musica minimalista: differenze tra le versioni

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{{Genere musicale
|nome = Musica minimalista
|origini_s = [[Musica sperimentale]]<br />[[Dodecafonia]]<br />[[Serialismo]]
|origini_c = [[New York]], [[anni 1960|anni sessanta]]
|strumenti =
|popolarità = bassa
|sottogeneri =
|generi_d = [[drone music]] - [[musica d'ambiente]]
|generi_c =
|scene =
 
|nomicat = di musica minimalista
}}
LaCon il termine '''musica minimalista''' (detta anche '''minimalismo''', '''musica minimale''' o, '''musica ripetitiva''' oppure detto in inglese '''minimal music'''), èqualche unvolta [[generenominato musicale]]anche ''new music'' e ''spaced out music''<ref name=RizzoliLarousse>{{cita libro|titolo=Enciclopedia della musica, Pas-Z - terzo volume|autore=|editore=Rizzoli Larousse|anno=1990|pagine=1818}}</ref> ci si riferisce ad un ramo didella [[musica colta]], sorto negli [[Stati Uniti d'America|Stati Uniti]] neglidurante gli [[anni sessanta]].<ref name=RizzoliLarousse/><ref name=Cano>{{cita libro|titolo=Michael Nyman: ascoltare il cinema|autore=Cristina Cano, chePaolo siPotì|editore=Franco caratterizzaAngeli perEditore|anno=2004|pagine=11-14, un19, tessuto22, scarno26, fatto29, di31, pochissimi51-52, elementi.74}}</ref>
 
Alternativa al [[serialismo]] della musica colta europea di [[Anton Webern]], il minimalismo nacque dall'esigenza dei compositori minimalisti di rendere più accessibile la musica d'avanguardia astratta dei primi [[anni 1960|anni sessanta]], da loro considerata "impossibile da ascoltare".<ref name=Arciuli>{{cita libro|titolo=Musica per pianoforte negli Stati Uniti. Autori, opere, storia|autore=Emanuele Arciuli|editore=EDT|anno=2010|pp=197, 199, 247}}</ref> Generalmente basato sulla ripetizione costante di schemi semplici eseguiti da piccole orchestre, e spesso eterogeneo a causa delle scelte stilistiche dei suoi autori, ebbe fra i suoi inventori [[La Monte Young]], [[Terry Riley]], [[Steve Reich]], [[Rhys Chatham]] e [[Philip Glass]].<ref name=Cano/>
== Storia ==
 
== Storia ==
Le ricerche in ambito [[minimalismo|minimalista]] si sviluppano a partire dagli [[anni 1960|anni sessanta]], con autori quali Steve Reich e La Monte Young. Tuttavia, esse acquistano il loro consenso maggiore e, di conseguenza, la loro massima appetibilità commerciale, negli [[anni 1990|anni novanta]] in quanto riescono a sintetizzare mondi musicali distanti senza che essi siano particolarmente contrastanti; la minimal techno unisce i principi minimali già ampiamente sperimentati all'uso di apparecchiature elettroniche quali sintetizzatori e computer.
===Anticipazioni e genesi del minimalismo===
Questa nuova corrente artistica, partita dalla Germania, si diffonderà capillarmente in tutta l'Europa e ad oggi risentiamo ancora della sua influenza.
Anticipato da [[Erik Satie]], la cui composizione ''Vexations'' ebbe importanti ripercussioni sui compositori "ripetitivi",<ref name=Cano/><ref name=Gemmo/> e dalle opere di [[Earle Brown]] realizzate durante gli anni cinquanta,<ref name=Basso/> il minimalismo ebbe modo di affermarsi soprattutto grazie a compositori quali [[John Cage]] e [[Morton Feldman]] che, ispirati alla pittura d'avanguardia di New York, tentarono di proporre una musica di matrice statunitense.<ref name=RizzoliLarousse/><ref name=Arciuli/> Sempre grazie a Cage, emerse la necessità, propria dei minimalisti, di rendere la musica contemporanea più "ironica", meno sperimentale, e totalmente discostata dagli schemi compositivi del passato.<ref name=Cano/>
 
===La Monte Young===
== Caratteristiche ==
{{torna a|La Monte Young}}
 
Il "padre" del minimalismo fu [[La Monte Young]]<ref name=RizzoliLarousse/><ref name=Cano/><ref name=Basso/> che, ispirato alle idee concettuali del movimento artistico [[Fluxus]],<ref name=Arciuli/><ref name=Cooper/> compose brani che erano incentrati su elementi musicali monostrutturali: un fattore che si rivelò determinante per gli sviluppi del minimalismo, ed analizzò la musica al fine di approfondire le proprietà e gli effetti del suono.<ref name=RizzoliLarousse/><ref name=Cooper/> Nonostante la sua musica fosse ancorata alle teorie della musica seriale,<ref name=Cooper/> Young proponeva una musica costituita da lunghi suoni (che definisce "sustained notes") la cui continuità rientrava, sotto molti punti di vista, nel concetto di "ripetizione" dei minimalisti.<ref name=Cano/> Fra le sue composizioni minimaliste più significative vi è il ''Trio per archi'' del 1958.<ref name=Cano/>
La musica minimalista consiste nella riduzione di uno o più parametri del suono (altezza, lunghezza, timbro, volume, densità) fino al suo minimo punto di rarefazione.
Esistono quindi, brani minimalisti dal volume molto basso, dal ritmo essenziale e ripetuto, dalla velocità estremamente bassa e dalla presenza di un solo timbro.
Ciò rende questo genere privo di qualsiasi tipo di melodia.
 
===Terry Riley e In C===
Evolvendosi, la musica minimalista ha iniziato ad includere formule musicali tipiche della [[musica etnica]] proveniente da aree sociali nelle quali il ritmo e il suono percussivo e ricorsivo erano caratteristiche strutturali, come nella musica della zona centrafricana. Ma lo spunto è soltanto una cellula intellettuale dalla quale generare forme che permettono chiavi espressive interessanti e diversificate.
{{torna a|Terry Riley}}
 
Terry Riley fu l’autore di ''[[In C]]'', un brano per [[metallofono|metallofoni]] e strumenti a fiato composto nel 1964 da [[Terry Riley]] che, grazie alla presenza di brevi frasi melodiche e ritmiche ripetute ciclicamente, segnò un passaggio dalla musica minimalista "estatica" di Young a quella basata su ostinati melodici che circolano attorno ad una nota di riferimento.<ref name=Cano/><ref name=Vinay/> Lo stesso Riley sarà autore di altre composizioni basate sull'improvvisazione<ref name=Cano/> e molto vicine in spirito alla musica pop, quali ''A Rainbow in Curved Air'' e ''Dorian Winds''.
== Artisti ==
 
===Steve Reich===
{{vedi anche|:Categoria:Musicisti di musica minimalista}}
{{torna a|Steve Reich}}
 
Probabilmente uno dei minimalisti più schematici e colti, Reich fu colui che, più di tutti, contribuì a definire il minimalismo in quanto "musica come processo graduale".<ref name=Cooper/> La sua musica è basata sul fruitore, il cui obiettivo primario è quello di percepire il processo musicale delle sue composizioni.<ref name=Cano/><ref name=Arciuli/> {{senza fonte|Reich utilizza la modalità minimale con grande fedeltà, per comporre però opere contaminate dall'interazione con diverse forme espressive, e con un sensibile intento di ricerca ed innovazione.}} È inoltre l'autore di un breve saggio dal titolo "Music as a gradual process" che ben sintetizza la prassi compositiva minimalista. Compositore ampiamente riconosciuto dal mondo accademico, è stato definito come uno dei pochi compositori che "ha cambiato la direzione della storia della musica"; Il New York Times lo colloca “...tra i più grandi compositori del secolo”; The New Yorker parla di lui come «...il pensatore musicale più originale del nostro tempo»; e, The Village Voice, lo definisce semplicemente "...il più grande compositore americano vivente".<ref>«There’s just a handful of living composers who can legitimately claim to have altered the direction of musical history and Steve Reich is one of them». (''The Guardian''); «...among the great composers of the century.» (''The New York Times''); «...the most original musical thinker of our time.» (''The New Yorker''; «...America's greatest living composer.» (''The Village Voice''). Esempi tratti dalla pagina personale di Steve Reich presso Boosey & Hawkes, disponibile su: [http:/ /www .boosey.com/pages/cr/composer/composer_main.asp?composerid=2781&ttype=BIOGRAPHY&ttitle=Biografia].</ref>
=== Iniziatori ===
 
===Philip Glass===
I fondatori del genere sono stati [[Philip Glass]], considerato l'autore di riferimento del minimalismo musicale, [[La Monte Young]], [[Terry Riley]], il cui brano ''[[In C]]'' del [[1964]] è da alcuni considerato la pietra miliare del movimento espressivo, e [[Steve Reich]].
{{torna a|Philip Glass}}
 
Ispirato alla musica di Riley e Reich, Glass si concentrò maggiormente sull'esecuzione come "performance", situazione che il compositore considerava ideale per mettere in pratica il processo musicale.<ref name=Basso2>{{cita libro|titolo=Dizionario della musica e dei musicisti - Fra-Ja - terzo volume|autore=Alberto Basso|editore=UTET|anno=|pagine=223}}</ref>{{senza fonte|Glass interpreta il minimalismo nel modo più puro, e le sue opere sono paradigmatiche nella ricerca espressiva della corrente.}} Tuttavia, già a partire dagli anni settanta, Glass rinuncerà al minimalismo tradizionale ispirandosi all'opera lirica e adoperando le armonie tipiche della musica classica tradizionale.<ref name=Cooper/><ref name=Basso2/>
Glass interpreta il minimalismo nel modo più puro, e le sue opere sono paradigmatiche nella ricerca espressiva della corrente. Reich utilizza la modalità minimale con grande fedeltà, per comporre però opere contaminate dall'interazione con diverse forme espressive, con l'influsso di spunti filosofici nel gesto creativo, e con un sensibile intento di ricerca ed innovazione; è inoltre l'autore di un breve saggio dal titolo "music as a gradual process" che ben sintetizza la prassi compositiva minimalista
 
===Gli Altrialtri minimalisti===
I compositori minimalisti emersi dopo Young, Riley, Reich, e Glass includono [[John Adams (compositore)|John Adams]], che compose opere spesso accompagnate da una o più voci e connesse con la realtà sociale e politica a lui contemporanea;<ref>Ottó Károlyi, ''La musica moderna'', Mondadori, 1995, pp. 254-255</ref> [[Michael Nyman]]<ref name=Gemmo/> che, realizzando composizioni più fruibili rispetto agli altri minimalisti, ricevette una considerevole attenzione da parte di un vasto pubblico; [[David Rosenboom]], [[Mauricio Kagel]],<ref name=Basso/> [[Charlemagne Palestine]], [[Wim Mertens]], [[Folke Rabe]],<ref>{{cita web|url=https://pitchfork.com/features/lists-and-guides/9948-the-50-best-ambient-albums-of-all-time/?page=3|titolo=The 50 Best Ambient Albums of All Time|accesso=19 agosto 2018|lingua=en}}</ref> il polacco [[Henryk Górecki]]; l'estone [[Arvo Pärt]], che mostra in molte sue opere un'affinità con il minimalismo più nell'intento creativo che nel rigoroso rispetto dell'architettura musicale; l'olandese [[Louis Andriessen]] che, facendo proprio il concetto di "ripetizione" tipico della musica minimalista, lo ha installato su un tessuto musicale personale e molto cromatico (a differenza degli autori americani, prettamente diatonici); mentre fra gli italiani vanno citati [[Stefano Ianne]] nel quale infinite variazioni e microvariazioni rinnovano i temi musicali, Gianmartino Durighello, che creò un connubio tra filosofia minimalista e monodia gregoriana, [[Ludovico Einaudi]], che ha composto prevalentemente melodie pianistiche minimali contaminate da cenni elettronici, e [[Ezio Bosso]], direttore d'orchestra e compositore di colonne sonore.
 
==Panoramica ed influenze==
[[John Adams (compositore)|John Adams]] utilizza la modalità comune della corrente per comporre opere, spesso con il contributo vocale, il cui intento espressivo è spesso connesso a maglie strette con la realtà sociale e politica in cui è immersa la società a lui contemporanea.
Accomunato in genere alla sola idea di ripetizione, il minimalismo si basa sull'estrema riduzione del materiale musicale tradizionale, e su modelli stilistici che variano da compositore a compositore. Timbricamente uniformi, spesso tonali, e prive di una struttura musicale definita dall'armonia, le composizioni minimaliste cambiano progressivamente, ma in modo quasi impercettibile ed apparentemente statico, attraverso ripetizioni e sovrapposizioni ritmiche di cellule melodiche che possono generare, a volte, tessuti sonori particolarmente complessi.<ref name=Cano/><ref name=Gemmo>{{cita libro|titolo=Segno e suono nel tempo. Nove progetti di didattica pianistica ispirati alla minimal music|autore=Francesca Gemmo|editore=Tangram Edizioni Scientifiche|anno=2011|pagine=11-12, 16}}</ref><ref name=Basso>{{cita libro|titolo=Dizionario della musica e dei musicisti - il lessico II - Liz-Pra|autore=Alberto Basso|editore=UTET|anno=1984|pagine=145}}</ref><ref name=Cooper>{{cita libro|titolo=Storia della musica - la musica moderna e contemporanea - 1890-1990 - decimo volume|autore=Martin Cooper|editore=Feltrinelli-Garzanti|anno=1992|pagine=748-749, 762}}</ref><ref name=Vinay>{{cita libro|titolo=Storia della musica - il Novecento 2 - parte prima|autore=Gianfranco Vinay|editore=EDT|anno=1987|pagine=138-139}}</ref><ref name=Baricco>{{cita libro|titolo=Barnum: cronache dal Grande Show, Volume 1|autore=Alessandro Baricco|editore=Feltrinelli|anno=1997|pagine=[http://books.google.it/books?id=1fqjPyA62g4C&pg=PT80&dq=musica+minimalista&hl=it&sa=X&ei=zmVBUrKuE8nx4QStnoGACA&ved=0CFYQ6AEwBQ#v=onepage&q=musica%20minimalista&f=false]}}</ref>
 
Dalla musica e dalle filosofie orientali, i compositori minimalisti ripresero l'idea di una musica ipnotica e contemplativa che, attraverso le sue proprietà "magiche", assoggetta il compositore in uno stato di estasi che lo porta a concepire riflessioni esistenziali durante la loro esecuzione.<ref name=RizzoliLarousse/><ref name=Cano/><ref name=Basso/><ref name=Baricco/>
Nelle creazioni dell'inglese [[Michael Nyman]] invece la modalità del minimalismo è stata abilmente utilizzata per la costruzione di forme di più semplice fruibilità. La sua musica ha riscontrato un maggiore impatto su un vasto pubblico, con una frequente interazione con il mondo del cinema per la realizzazione di colonne sonore.
Concettualmente ispirata alle arti visive d'avanguardia (danza, pittura e teatro) degli anni sessanta ed alla [[pop art]],<ref name=Cano/><ref name=Arciuli/> la musica minimalista include formule musicali appartenenti al [[jazz]]<ref name=RizzoliLarousse/> e soprattutto alla [[musica etnica]] poliritmica, quali quella centrafricana, indonesiana e indiana.<ref name=Arciuli/><ref>Philip Ball, ''L'istinto musicale. Come e perché abbiamo la musica dentro'', Edizioni Dedalo, 2010, p. 268</ref> Il carattere modale della musica minimalista ha spinto molti a considerarla affine alla [[musica leggera]].<ref name=RizzoliLarousse/><ref name=Vinay/><ref name=Baricco/> {{senza fonte|Lo stile è basato sulla riduzione graduale dei parametri del suono (altezza, lunghezza, timbro, volume, densità) che vengono fatti decadere fino al loro annullamento.}}
 
==L'influenza musicale==
Nell'ambito della musica europea della seconda metà del ‘900 e dei giorni nostri il minimalismo ha più o meno indirettamente influito sulla creazione di alcuni autori, prevalentemente di area slava o balcanica, e tendenzialmente orientati ad una creatività mistica. La musica del polacco [[Henryk Górecki]] è quella che maggiormente mostra i segni dell'influenza minimalista, ed alcune delle sue creazioni rispettano abbastanza fedelmente le modalità strutturali della corrente. L'estone [[Arvo Pärt]] mostra in molte sue opere un'affinità con il minimalismo, più nell'intento creativo che ne rigoroso rispetto dell'architettura musicale. L'olandese [[Louis Andriessen]] fa proprio il concetto di "ripetizione" tipico della musica minimalista, installandolo però su un tessuto musicale affatto personale, spesso molto cromatico (a differenza degli autori americani, prettamente diatonici).
Sebbene non fosse stata inizialmente bene accolta dalla critica che la giudicò limitativa, la corrente segnò un ritorno alla tonalità dopo il periodo seriale,<ref name=RizzoliLarousse/> ed influì su molti compositori d'avanguardia non necessariamente minimalisti, quali [[Harold Budd]],<ref name=Arciuli/> [[Alva Noto]], [[Ryūichi Sakamoto]] e [[John Cale]]. Oltre ad essere stata ripresa in una certa misura dalle formazioni [[krautrock]] degli anni settanta,<ref name=Gemmo/> e da gruppi rock quali [[Pink Floyd]], [[Soft Machine]] e [[Curved Air]],<ref name=Basso/> la musica ripetitiva è stata adottata in numerose colonne sonore includenti quella dei film ''[[Koyaanisqatsi]]'' (1983) e ''[[Il dolce domani]]'' (1997), realizzate rispettivamente da Philip Glass e [[Michael Danna]].<ref name=Cano/> Tuttavia, il compositore minimalista che più di tutti si specializzò nella realizzazione di colonne sonore fu Michael Nyman, autore di moltissime musiche per pellicole quali ''[[Giochi nell'acqua]]'' (1988) e ''[[Lezioni di piano]]'' (1993). Dal minimalismo emerse la [[drone music]]: variante basata sui suoni lenti riprodotti dai bordoni e che ebbe fra i suoi pionieri [[Phill Niblock]].
 
==Note==
In Italia negli [[Anni 1990|anni novanta]] è stato significativo il connubio tra filosofia minimalista e monodia gregoriana attuato da [[Gianmartino Durighello]] in opere prevalentemente vocali, alla ricerca di una profonda suggestione mistico-religiosa.
<references/>
 
Attualmente in Italia il minimalismo si esprime soprattutto con [[Ludovico Einaudi]], [[Stefano Ianne]] e [[Raul Lovisoni]]. Il primo compone prevalentemente melodie pianistiche minimali contaminate da cenni elettronici (per esempio nell'album [[Divenire (album)|Divenire]]) pertanto affine alla scuola di stile europeo; il secondo è decisamente sinfonico (vedi l' album [[Variabili armoniche]]) nel quale infinite variazioni e microvariazioni rinnovano i temi musicali. Il terzo è tutto proteso verso una concezione wagneriana di arte totale dove musica, letteratura ed immagine fanno corpo unico.(vedi il romanzo-melologo di sette ore [[ Res Solaris - Il ritorno dei Benandanti]]).
 
Altri rappresentanti di musica minimalista sono infine [[Yann Tiersen]], [[Alva Noto]], [[Ryuichi Sakamoto]], [[John Cale]], [[Charlemagne Palestine]], e [[Phill Niblock]].
 
== Voci correlate ==
* [[Musica del XX secolo]]
* [[Musica elettronica]]
* [[Musica sperimentale]]
* [[Onde sinusoidali]]
 
== Altri progetti ==
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== Collegamenti esterni ==
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[[de:Minimal Music]]
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