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{{Genere musicale
|nome = Musica minimalista
|origini_s = [[Musica sperimentale]]<br />[[Dodecafonia]]<br />[[Serialismo]]
|origini_c = [[New York]], [[anni 1960|anni sessanta]]
|strumenti =
|popolarità = bassa
|sottogeneri =
|generi_d = [[drone music]] - [[musica d'ambiente]]
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}}
Alternativa al [[serialismo]] della musica colta europea di [[Anton Webern]], il minimalismo nacque dall'esigenza dei compositori minimalisti di rendere più accessibile la musica d'avanguardia astratta dei primi [[anni 1960|anni sessanta]], da loro considerata "impossibile da ascoltare".<ref name=Arciuli>{{cita libro|titolo=Musica per pianoforte negli Stati Uniti. Autori, opere, storia|autore=Emanuele Arciuli|editore=EDT|anno=2010|pp=197, 199, 247}}</ref> Generalmente basato sulla ripetizione costante di schemi semplici eseguiti da piccole orchestre, e spesso eterogeneo a causa delle scelte stilistiche dei suoi autori, ebbe fra i suoi inventori [[La Monte Young]], [[Terry Riley]], [[Steve Reich]], [[Rhys Chatham]] e [[Philip Glass]].<ref name=Cano/>
== Storia ==▼
===Anticipazioni e genesi del minimalismo===
Anticipato da [[Erik Satie]], la cui composizione ''Vexations'' ebbe importanti ripercussioni sui compositori "ripetitivi",<ref name=Cano/><ref name=Gemmo/> e dalle opere di [[Earle Brown]] realizzate durante gli anni cinquanta,<ref name=Basso/> il minimalismo ebbe modo di affermarsi soprattutto grazie a compositori quali [[John Cage]] e [[Morton Feldman]] che, ispirati alla pittura d'avanguardia di New York, tentarono di proporre una musica di matrice statunitense.<ref name=RizzoliLarousse/><ref name=Arciuli/> Sempre grazie a Cage, emerse la necessità, propria dei minimalisti, di rendere la musica contemporanea più "ironica", meno sperimentale, e totalmente discostata dagli schemi compositivi del passato.<ref name=Cano/>
===La Monte Young===
{{torna a|La Monte Young}}
Il "padre" del minimalismo fu [[La Monte Young]]<ref name=RizzoliLarousse/><ref name=Cano/><ref name=Basso/> che, ispirato alle idee concettuali del movimento artistico [[Fluxus]],<ref name=Arciuli/><ref name=Cooper/> compose brani che erano incentrati su elementi musicali monostrutturali: un fattore che si rivelò determinante per gli sviluppi del minimalismo, ed analizzò la musica al fine di approfondire le proprietà e gli effetti del suono.<ref name=RizzoliLarousse/><ref name=Cooper/> Nonostante la sua musica fosse ancorata alle teorie della musica seriale,<ref name=Cooper/> Young proponeva una musica costituita da lunghi suoni (che definisce "sustained notes") la cui continuità rientrava, sotto molti punti di vista, nel concetto di "ripetizione" dei minimalisti.<ref name=Cano/> Fra le sue composizioni minimaliste più significative vi è il ''Trio per archi'' del 1958.<ref name=Cano/>
===Terry Riley e In C===
{{torna a|Terry Riley}}
Terry Riley fu l’autore di ''[[In C]]'', un brano per [[metallofono|metallofoni]] e strumenti a fiato composto nel 1964 da [[Terry Riley]] che, grazie alla presenza di brevi frasi melodiche e ritmiche ripetute ciclicamente, segnò un passaggio dalla musica minimalista "estatica" di Young a quella basata su ostinati melodici che circolano attorno ad una nota di riferimento.<ref name=Cano/><ref name=Vinay/> Lo stesso Riley sarà autore di altre composizioni basate sull'improvvisazione<ref name=Cano/> e molto vicine in spirito alla musica pop, quali ''A Rainbow in Curved Air'' e ''Dorian Winds''.
===Steve Reich===
{{torna a|Steve Reich}}
Probabilmente uno dei minimalisti più schematici e colti, Reich fu colui che, più di tutti, contribuì a definire il minimalismo in quanto "musica come processo graduale".<ref name=Cooper/> La sua musica è basata sul fruitore, il cui obiettivo primario è quello di percepire il processo musicale delle sue composizioni.<ref name=Cano/><ref name=Arciuli/> {{senza fonte|Reich utilizza la modalità minimale con grande fedeltà, per comporre però opere contaminate dall'interazione con diverse forme espressive, e con un sensibile intento di ricerca ed innovazione.}} È inoltre l'autore di un breve saggio dal titolo "Music as a gradual process" che ben sintetizza la prassi compositiva minimalista. Compositore ampiamente riconosciuto dal mondo accademico, è stato definito come uno dei pochi compositori che "ha cambiato la direzione della storia della musica"; Il New York Times lo colloca “...tra i più grandi compositori del secolo”; The New Yorker parla di lui come «...il pensatore musicale più originale del nostro tempo»; e, The Village Voice, lo definisce semplicemente "...il più grande compositore americano vivente".<ref>«There’s just a handful of living composers who can legitimately claim to have altered the direction of musical history and Steve Reich is one of them». (''The Guardian''); «...among the great composers of the century.» (''The New York Times''); «...the most original musical thinker of our time.» (''The New Yorker''; «...America's greatest living composer.» (''The Village Voice''). Esempi tratti dalla pagina personale di Steve Reich presso Boosey & Hawkes, disponibile su: [http:/ /www .boosey.com/pages/cr/composer/composer_main.asp?composerid=2781&ttype=BIOGRAPHY&ttitle=Biografia].</ref>
===Philip Glass===
{{torna a|Philip Glass}}
Ispirato alla musica di Riley e Reich, Glass si concentrò maggiormente sull'esecuzione come "performance", situazione che il compositore considerava ideale per mettere in pratica il processo musicale.<ref name=Basso2>{{cita libro|titolo=Dizionario della musica e dei musicisti - Fra-Ja - terzo volume|autore=Alberto Basso|editore=UTET|anno=|pagine=223}}</ref>{{senza fonte|Glass interpreta il minimalismo nel modo più puro, e le sue opere sono paradigmatiche nella ricerca espressiva della corrente.}} Tuttavia, già a partire dagli anni settanta, Glass rinuncerà al minimalismo tradizionale ispirandosi all'opera lirica e adoperando le armonie tipiche della musica classica tradizionale.<ref name=Cooper/><ref name=Basso2/>
===Gli
I compositori minimalisti emersi dopo Young, Riley, Reich, e Glass includono [[John Adams (compositore)|John Adams]], che compose opere spesso accompagnate da una o più voci e connesse con la realtà sociale e politica a lui contemporanea;<ref>Ottó Károlyi, ''La musica moderna'', Mondadori, 1995, pp. 254-255</ref> [[Michael Nyman]]<ref name=Gemmo/> che, realizzando composizioni più fruibili rispetto agli altri minimalisti, ricevette una considerevole attenzione da parte di un vasto pubblico; [[David Rosenboom]], [[Mauricio Kagel]],<ref name=Basso/> [[Charlemagne Palestine]], [[Wim Mertens]], [[Folke Rabe]],<ref>{{cita web|url=https://pitchfork.com/features/lists-and-guides/9948-the-50-best-ambient-albums-of-all-time/?page=3|titolo=The 50 Best Ambient Albums of All Time|accesso=19 agosto 2018|lingua=en}}</ref> il polacco [[Henryk Górecki]]; l'estone [[Arvo Pärt]], che mostra in molte sue opere un'affinità con il minimalismo più nell'intento creativo che nel rigoroso rispetto dell'architettura musicale; l'olandese [[Louis Andriessen]] che, facendo proprio il concetto di "ripetizione" tipico della musica minimalista, lo ha installato su un tessuto musicale personale e molto cromatico (a differenza degli autori americani, prettamente diatonici); mentre fra gli italiani vanno citati [[Stefano Ianne]] nel quale infinite variazioni e microvariazioni rinnovano i temi musicali, Gianmartino Durighello, che creò un connubio tra filosofia minimalista e monodia gregoriana, [[Ludovico Einaudi]], che ha composto prevalentemente melodie pianistiche minimali contaminate da cenni elettronici, e [[Ezio Bosso]], direttore d'orchestra e compositore di colonne sonore.
==Panoramica ed influenze==
Accomunato in genere alla sola idea di ripetizione, il minimalismo si basa sull'estrema riduzione del materiale musicale tradizionale, e su modelli stilistici che variano da compositore a compositore. Timbricamente uniformi, spesso tonali, e prive di una struttura musicale definita dall'armonia, le composizioni minimaliste cambiano progressivamente, ma in modo quasi impercettibile ed apparentemente statico, attraverso ripetizioni e sovrapposizioni ritmiche di cellule melodiche che possono generare, a volte, tessuti sonori particolarmente complessi.<ref name=Cano/><ref name=Gemmo>{{cita libro|titolo=Segno e suono nel tempo. Nove progetti di didattica pianistica ispirati alla minimal music|autore=Francesca Gemmo|editore=Tangram Edizioni Scientifiche|anno=2011|pagine=11-12, 16}}</ref><ref name=Basso>{{cita libro|titolo=Dizionario della musica e dei musicisti - il lessico II - Liz-Pra|autore=Alberto Basso|editore=UTET|anno=1984|pagine=145}}</ref><ref name=Cooper>{{cita libro|titolo=Storia della musica - la musica moderna e contemporanea - 1890-1990 - decimo volume|autore=Martin Cooper|editore=Feltrinelli-Garzanti|anno=1992|pagine=748-749, 762}}</ref><ref name=Vinay>{{cita libro|titolo=Storia della musica - il Novecento 2 - parte prima|autore=Gianfranco Vinay|editore=EDT|anno=1987|pagine=138-139}}</ref><ref name=Baricco>{{cita libro|titolo=Barnum: cronache dal Grande Show, Volume 1|autore=Alessandro Baricco|editore=Feltrinelli|anno=1997|pagine=[http://books.google.it/books?id=1fqjPyA62g4C&pg=PT80&dq=musica+minimalista&hl=it&sa=X&ei=zmVBUrKuE8nx4QStnoGACA&ved=0CFYQ6AEwBQ#v=onepage&q=musica%20minimalista&f=false]}}</ref>
Dalla musica e dalle filosofie orientali, i compositori minimalisti ripresero l'idea di una musica ipnotica e contemplativa che, attraverso le sue proprietà "magiche", assoggetta il compositore in uno stato di estasi che lo porta a concepire riflessioni esistenziali durante la loro esecuzione.<ref name=RizzoliLarousse/><ref name=Cano/><ref name=Basso/><ref name=Baricco/>
Concettualmente ispirata alle arti visive d'avanguardia (danza, pittura e teatro) degli anni sessanta ed alla [[pop art]],<ref name=Cano/><ref name=Arciuli/> la musica minimalista include formule musicali appartenenti al [[jazz]]<ref name=RizzoliLarousse/> e soprattutto alla [[musica etnica]] poliritmica, quali quella centrafricana, indonesiana e indiana.<ref name=Arciuli/><ref>Philip Ball, ''L'istinto musicale. Come e perché abbiamo la musica dentro'', Edizioni Dedalo, 2010, p. 268</ref> Il carattere modale della musica minimalista ha spinto molti a considerarla affine alla [[musica leggera]].<ref name=RizzoliLarousse/><ref name=Vinay/><ref name=Baricco/> {{senza fonte|Lo stile è basato sulla riduzione graduale dei parametri del suono (altezza, lunghezza, timbro, volume, densità) che vengono fatti decadere fino al loro annullamento.}}
==L'influenza musicale==
Sebbene non fosse stata inizialmente bene accolta dalla critica che la giudicò limitativa, la corrente segnò un ritorno alla tonalità dopo il periodo seriale,<ref name=RizzoliLarousse/> ed influì su molti compositori d'avanguardia non necessariamente minimalisti, quali [[Harold Budd]],<ref name=Arciuli/> [[Alva Noto]], [[Ryūichi Sakamoto]] e [[John Cale]]. Oltre ad essere stata ripresa in una certa misura dalle formazioni [[krautrock]] degli anni settanta,<ref name=Gemmo/> e da gruppi rock quali [[Pink Floyd]], [[Soft Machine]] e [[Curved Air]],<ref name=Basso/> la musica ripetitiva è stata adottata in numerose colonne sonore includenti quella dei film ''[[Koyaanisqatsi]]'' (1983) e ''[[Il dolce domani]]'' (1997), realizzate rispettivamente da Philip Glass e [[Michael Danna]].<ref name=Cano/> Tuttavia, il compositore minimalista che più di tutti si specializzò nella realizzazione di colonne sonore fu Michael Nyman, autore di moltissime musiche per pellicole quali ''[[Giochi nell'acqua]]'' (1988) e ''[[Lezioni di piano]]'' (1993). Dal minimalismo emerse la [[drone music]]: variante basata sui suoni lenti riprodotti dai bordoni e che ebbe fra i suoi pionieri [[Phill Niblock]].
==Note==
<references/>
== Voci correlate ==
* [[Musica del XX secolo]]
* [[Musica elettronica]]
* [[Musica sperimentale]]
* [[Onde sinusoidali]]
== Altri progetti ==
{{interprogetto}}
== Collegamenti esterni ==
* {{Collegamenti esterni}}
{{Controllo di autorità}}
{{Portale|musica}}
[[Categoria:Musica minimalista| ]]
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