Affresco: differenze tra le versioni
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[[File:Michelangelo Buonarroti - Il Giudizio Universale.jpg|thumb|''Il [[Giudizio universale (Michelangelo)|Giudizio universale]]'', affresco di [[Michelangelo]] nella [[Cappella Sistina]]]]
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[[File:Castiglione_olona,_battistero_02,0.jpg|miniatura|Affreschi di [[Masolino da Panicale]] nel [[Battistero di Castiglione Olona]] (Varese)]]
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== Descrizione ==
L’affresco si compone di tre elementi: [[supporto]], [[intonaco]], [[colore]].▼
L'affresco è un'antichissima tecnica pittorica che si realizza dipingendo con [[Pigmento|pigmenti]] generalmente di origine minerale stemperati in acqua su intonaco fresco: in questo modo, una volta che nell'intonaco si sia completato il processo di [[carbonatazione]], il colore ne sarà completamente inglobato, acquistando così particolare resistenza all'acqua e al tempo.
L’intonaco (o “tonachino”) è l’elemento portante dell’intero affresco. E’ composto di un impasto fatto con [[sabbia]] fine, polvere di [[marmo]], [[calce]], [[acqua]], e viene applicato umido.▼
*Il supporto, di [[Roccia|pietra]] o di [[Mattone|mattoni]], deve essere secco e senza dislivelli. Prima della stesura dell'intonaco, viene preparato con l'[[arriccio]], una malta composta da [[Calce|calce spenta o grassello]], [[Sabbia|sabbia grossolana]] di fiume<ref>La sabbia di mare contiene tracce di sale che impediscono una corretta carbonatazione e che per la loro igroscopicità possono gonfiarsi e rompere l'intonaco (Guido Botticelli, ''Metodologia e Restauro delle Pitture Murali'')</ref> o, in qualche caso, [[pozzolana]] e, se necessario, [[acqua]], steso in uno spessore di 1 cm circa, al fine di rendere il muro più uniforme.
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*Il colore, che deve essere necessariamente steso sull'intonaco ancora umido (da qui il nome, "a fresco"), deve appartenere alla categoria degli [[Ossido|ossidi]], poiché non deve interagire con la reazione di [[carbonatazione]] della calce.
La principale difficoltà di questa tecnica è il fatto che non permette ripensamenti: una volta lasciato un segno di colore, questo verrà immediatamente assorbito dall'intonaco; inoltre la carbonatazione, che avviene entro tre ore dalla stesura di esso, ridurrà il tempo disponibile per realizzare l’opera. Per ovviare a questo problema, l'artista realizzerà piccole porzioni dell'affresco (giornate). Eventuali correzioni sono comunque possibili a secco, ovvero mediante tempere applicate sull'intonaco asciutto: sono però più facilmente degradabili.
Un'altra difficoltà consiste nel capire quale sarà la tonalità effettiva del colore: l'intonaco bagnato, infatti, rende le tinte più scure, mentre la calce tende a sbiancare i colori. Per risolvere il problema, è possibile eseguire delle prove su una [[Pomice|pietra pomice]] o su un foglio di carta fatto asciugare con aria o vento di scirocco ossia aria calda.
In [[epoca paleo-cristiana]] e [[medioevale]] la preparazione del muro avveniva in modo rapido; la figurazione avveniva direttamente sulla preparazione: prima i contorni, in ocra, poi il riempimento, fino alle ombre. L’esecuzione delle varie parti era determinata dallo sviluppo dei ponteggi del cantiere; le diverse fasi di esecuzione dell’affresco (dette “pontate”) sono determinabili dalle giunture pittoriche determinatesi allo spostamento del ponteggio.▼
==Storia==
In [[epoca romanica]] il lavoro delle maestranze di frescatori veniva svolto sempre per “pontate”, ma la tecnica inizia a raffinarsi; viene introdotto l’uso di [[paglia]], cocci, [[stoffa]] all’interno dell’impasto dell’arriccio e dell’intonaco, per mantenerne l’umidità e permettere un tempo di stesura pittorica maggiore. Le figure sono ancora stese con contorno ad ocra rossa, ma si comincia a riscontrare l’uso di collanti per i colori ([[albume]], [[cera]] fusa, [[colla animale]]). Inoltre in alcuni casi è possibile rilevare la presenza di linee guida per la figurazione, tracciate sull’intonaco fresco.▼
[[File:0020MAN-Akrotiri frescoes.jpg|thumb|Affreschi minoici, [[Museo archeologico nazionale di Atene]] (XVI secolo a.C.)]]
[[File:Roman fresco Villa dei Misteri Pompeii 007.jpg|thumb|Affresco di epoca romana, [[villa dei Misteri]] di [[Scavi archeologici di Pompei|Pompei]] (I secolo d.C.)]]
[[File:Dark Church (Karanlık Kilise) in Cappadocia, Göreme.jpg|thumb|Affreschi bizantini nella Karanlık Kilise (Chiesa Buia) di [[Göreme]], [[Turchia]] ]]
I primi esempi di affresco si verificano già nell'epoca della [[arte minoica|civiltà minoica]]. Ci sono pervenuti affreschi [[arte greca|greci]] (molto rari), [[arte etrusca|etruschi]] e [[pittura romana|romani]]. Straordinari sono gli affreschi parietali ritrovati negli [[Scavi archeologici di Pompei|scavi di Pompei]] e in altri siti archeologici dell'area vesuviana.
▲In [[Arte paleocristiana|epoca paleo-cristiana]] e [[Arte altomedievale|alto-medioevale]] la preparazione del muro avveniva in modo rapido; la figurazione avveniva direttamente sulla preparazione: prima i contorni, in ocra, poi il riempimento, fino alle ombre.
▲In [[Arte romanica|epoca romanica]] il lavoro delle maestranze di
La sinopia è un disegno preparatorio alla stesura vera e propria del colore. Era stesa a pennello con terra rossa di [[Sinope]] (da qui il nome) prima sull’arriccio e poi sull’intonaco, e riproduceva in modo preciso le figure dell’affresco. La scoperta dell’esistenza delle sinopie è avvenuta nel [[secondo dopoguerra]], quando, coi i distacchi di affreschi operati per [[restauro]], i disegni soggiacenti al colore sono stati rinvenuti.▼
▲Nel [[XIV secolo]] la tecnica dell'affresco conosce in area centro e sud europea una grande diffusione. Due importanti innovazioni sono introdotte dalle maestranze dell'epoca: l'uso del disegno preparatorio (la [[sinopia]]) e lo svolgimento del lavoro non più a pontate, ma a ''giornate''. La sinopia è un disegno preparatorio alla stesura vera e propria del colore. Era stesa a pennello con terra rossa di [[Sinope]] (da qui il nome) prima
Lo svolgimento dell'affresco diventa il frutto di una pianificazione meticolosa delle maestranze che devono, prima di stendere l'intonachino, decidere quale parte eseguire e valutarne la fattibilità nella giornata (per garantire l'esecuzione 'in buon fresco'). Negli affreschi medievali si riesce, di conseguenza, a rilevare sia le giornate che le pontate. Vengono messe a punto raffinatissime tecniche per mascherare le giunte tra le giornate e tra le pontate. Il taglio e la tecnica usata per i ritocchi (che avvengono a secco) consentono spesso di individuare la scuola se non l'artista che ha eseguito l'affresco.
Con il [[Rinascimento]], l’affresco conosce il momento di maggior diffusione.▼
In area centro-italiana è abbandonato l’uso della sinopia (che in altre aree sarà invece usata fino alla fine del XVI secolo) e viene introdotto l’uso del [[cartone preparatorio]]. ▼
L’intero affresco veniva riportato a grandezza naturale sul cartone. Le linee che componevano le figure erano poi perforate. Una volta appoggiato il cartone sull’intonaco fresco, era spolverato con finissima polvere di carbone; in tal modo la polvere, passando attraverso i piccoli fori, lasciava la traccia da seguire per la stesura a pennello. Questa tecnica è chiamata “spolvero”.▼
▲In area centro-italiana è abbandonato
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Nel [[XVII secolo | XVII]] e nel [[XVIII secolo]], il cambiamento del [[mercato dell’arte]] e dei rapporti di potere tra artisti e [[committente|committenti]] si ripercuote anche sulle [[tecniche pittoriche]] quali l’affresco. ▼
Già all'inizio del [[Rinascimento]] si comincia ad impiegare, per le parti del dipinto più ampie e meno ricche di particolari, una nuova tecnica: l'incisione indiretta. In questo caso la carta impiegata per riportare il disegno era molto più spessa di quella usata per lo spolvero. Si procedeva facendo aderire il cartone all'intonaco ancora fresco, ripassando successivamente le linee del disegno con uno stilo ligneo o di metallo con la punta arrotondata. La pressione dello strumento rilasciava, attraverso la carta, una leggera incisione nella malta che serviva come linea guida o di contorno, per la stesura definitiva del colore.
La preparazione del supporto pittorico è sempre più raffinata (gli affreschi conservati risalenti a quest’epoca sono, infatti, in numero molto maggiore rispetto alle epoche precedenti), Lo sviluppo del cartone preparatorio era preceduto dal [[bozzetto]], cioè un disegno in scala, molto particolareggiato, dell’affresco; il bozzetto veniva sottoposto al giudizio del committente e, se approvato, si procedeva con l’esecuzione.▼
▲Nel [[XVII secolo
▲La preparazione del supporto pittorico è sempre più raffinata (gli affreschi conservati risalenti a
[[Categoria:Tecniche pittoriche]]▼
== Sviluppi contemporanei ==
[[File:Mural by Gio Bressana - Dubai Design District, 2025.jpg|thumb|upright=1.2|alt=Affresco contemporaneo con architetture e motivi vegetali nel Dubai Design District.|Affresco contemporaneo di Gio Bressana al [[Dubai Design District]] (realizzato nel 2022; foto 2025).]]
Nel XX e XXI secolo la tecnica dell’affresco continua a essere oggetto di pratica artistica e di ricerca scientifica, con approfondimenti sui materiali e sui processi (in particolare la carbonatazione dell’intonaco a base di calce) e con una rinnovata attenzione alla durabilità dei cicli pittorici.<ref>{{Cita pubblicazione |cognome=Jiménez-Desmond |nome=Daniel |coautori=J. S. Pozo-Antonio; A. Arizzi |anno=2024 |titolo=The fresco wall painting techniques in the Mediterranean area from Antiquity to the present: A review |rivista=Journal of Cultural Heritage |volume=66 |pagine=166–186 |doi=10.1016/j.culher.2023.11.018 |url=https://laseringph.webs.uvigo.es/wp-content/uploads/2024/01/The-fresco-wall-painting-techniques-in-the-Mediterranean-area.pdf |lingua=en}}</ref> Studi recenti hanno esaminato, tra l'altro, la cinetica di carbonatazione di malte dolomitiche impiegate nei dipinti murali «a fresco», con implicazioni per la conservazione preventiva e il restauro.<ref>{{Cita pubblicazione |cognome=Oriols |nome=Núria |coautori=N. Salvadó; T. Pradell; N. Jiménez; M. Cotte; V. Gonzalez; S. Butí |anno=2022 |titolo=Carbonation of fresco mural paintings with a dolomitic mortar |rivista=Cement and Concrete Research |volume=157 |pagine=106828 |doi=10.1016/j.cemconres.2022.106828 |url=https://upcommons.upc.edu/handle/2117/369058 |lingua=en}}</ref>
Nel corso del XXI secolo alcuni artisti hanno ripreso il «buon fresco» in contesti pubblici e privati, contribuendo a una parziale «rinascita» della tecnica.<ref>{{Cita web |url=https://www.countrylife.co.uk/luxury/art-and-antiques/in-focus-the-art-of-the-fresco-224693 |titolo=How 21st century artists are reviving the art of the fresco |sito=Country Life |data=1º aprile 2021 |lingua=en}}</ref> Tra i casi recenti si segnala un affresco monumentale di Gio Bressana realizzato nel [[Dubai Design District]] (d3) nel 2022, nell’ambito dell’iniziativa «Rethink Interiors»; l’opera è stata menzionata anche dalla stampa locale.<ref>{{Cita web |url=https://dubaidesigndistrict.com/media/press-releases/d3-rethink-interiors-launch-dubai-home-festival |titolo=d3 Rethink Interiors launches at Dubai Design District in partnership with Dubai Home Festival |sito=Dubai Design District |data=30 settembre 2022 |lingua=en}}</ref><ref>{{Cita web |url=https://www.milleworld.com/d3-dubai-design-district-10-facts/ |titolo=d3 Turns 10! Here’s 10 Things to Know About Dubai Design District |sito=Mille World |data=2 giugno 2025 |lingua=en}}</ref>
==Note==
<references/>
==Bibliografia==
*Gino Piva, ''Manuale pratico di tecnica pittorica'', Hoepli 1989.
*Guido Botticelli, ''Metodologia e Restauro delle Pitture Murali'', Edizioni Centro Di Firenze, 1992.
==Voci correlate==
*[[Strappo (affresco)]]
*[[Trompe-l'œil]]
*[[Carbonatazione]]
*[[Conservazione e restauro degli affreschi]]
==Altri progetti==
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==Collegamenti esterni==
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