Foro Romano: differenze tra le versioni

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{{nota disambigua|"foro romano" in senso generico|[[Foro (urbanistica)]]}}
{{Infobox sito archeologico
{{Sito archeologico
<!--template semplificato-->
|Nome = Foro Romano
|Immagine = Foro Romano Musei Capitolini Roma.jpg
|Soprannome = Forum Magnum
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<!--Geografia politica -->
|Ente = Parco Archeologico del Colosseo
|Tipologia = Culturali
|Responsabile = Alfonsina Russo
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|Visitabile = Sì
|Pericolo = Non in pericolo
|Anno = [[1980]]
|Numero = 91
<!--Amministrazione -->
|Ente = Soprintendenza speciale per i beni archeologici di Roma
|Responsabile = Anna Maria Moretti
|Sito_web = http://archeoroma.beniculturali.it/siti-archeologici/foro-romano-palatino
}}
Il '''Foro Romano''' (dal [[Lingua latina|latino]] '''''Forum Romanum''''', sebbene tra i [[Età Romana|Romani]] fosse meglio conosciuto come '''''Forum Magnum''''' o semplicemente '''''Forum''''') è un'[[area archeologica]] di [[Roma]] racchiusa tra il [[Palatino]], il [[Campidoglio]], [[Via dei Fori Imperiali]] ed il [[Colosseo]], costituita dalla stratificazione dei resti di quegli edifici e monumenti di epoche eterogenee che per gran parte della [[Roma (città antica)|storia antica di Roma]] rappresentarono il centro politico, giuridico, religioso ed economico della città di [[Roma]], oltre che il centro nevralgico dell'intera [[civiltà romana]].
 
Dall'[[Età regia di Roma|età regia]] fino all'avvento dell'[[Medioevo|età medievale]] la valle del Foro è stata teatro di eventi e sede di istituzioni di importanza tale da aver determinato a più riprese il corso storico della [[civiltà occidentale]]<ref name="Livio1,11" /><ref>{{Cita libro|titolo=Tito Livio, Ab Urbe condita, VI, 4,42.}}</ref><ref>{{Cita libro|titolo=Polibio, Storie, II, 21-35.}}</ref><ref>{{Cita libro|titolo=Polibio, Storie, III, 6,1-3.}}</ref><ref>{{Cita libro|titolo=T. Mommsen, Storia di Roma antica, vol. II, tomo I, p. 385.}}</ref><ref>{{Cita libro|titolo=Cassio Dione Cocceiano, Storia romana, XXXVII, 21.1.}}</ref><ref>{{Cita libro|titolo=Plutarco, Cesare, 68}}</ref><ref>{{Cita libro|titolo=Cassio Dione, LIII, 16, 8.}}</ref>, e da aver influenzato in modo preponderante le basi politiche, giuridiche, culturali e filosofiche del pensiero occidentale.
Il '''Foro Romano''' ('''''Forum Romanum''''', sebbene i Romani si riferissero ad esso più spesso come '''''Forum Magnum''''' o semplicemente '''''Forum''''') era situato nella valle compresa tra il [[Palatino]] ed il [[Campidoglio]] e costituì il centro commerciale, religioso e politico della città di [[Roma]].
 
Dopo una fase di declino iniziata nell'[[età tardoantica]] il Foro fu oggetto di frequenti [[Reimpiego|spoliazioni]] e cambi di destinazione d'uso fino a ritrovarsi, nel [[XVI secolo]], quasi completamente interrato e stabilmente utilizzato come pascolo per i [[Bos taurus|bovini]], da cui la denominazione di ''[[Campo Vaccino]]''<ref>{{Cita web|url=https://www.metmuseum.org/art/collection/search/366647|titolo=Giovanni Battista Piranesi {{!}} View of the Campo Vaccino [Roman Forum with the Temple of Castor and Pollux to right], from Vedute di Roma (Roman Views), part II {{!}} The Met|sito=The Metropolitan Museum of Art, i.e. The Met Museum|accesso=13 ottobre 2017}}</ref><ref>{{Cita web|url=https://it.wikisource.org/wiki/Sonetti_romaneschi/Campo_vaccino_I|titolo=Sonetti romaneschi/Campo vaccino I - Wikisource|sito=it.wikisource.org|lingua=it|accesso=13 ottobre 2017}}</ref>.
 
Su impulso del rinato e crescente interesse per gli studi storico-archeologici di fine Ottocento e anche a causa delle imponenti ristrutturazioni urbanistiche dell'[[Regno d'Italia (1861-1946)|Italia post-unitaria]] e [[Età fascista|fascista]], l'area del Foro è stata gradualmente riportata alla luce e studiata, diventando con il Colosseo e il Palatino uno dei siti archeologici più illustri e visitati al mondo<ref>{{Cita web|url=https://www.bbc.com/travel/story/20120716-the-worlds-most-visited-ancient-ruins|titolo=The world’s most-visited ancient ruins|autore=From Travel + Leisure|accesso=12 ottobre 2017}}</ref>.
 
== Descrizione storica ==
=== Origini ===
 
La valle del Foro, paludosa e inospitale, venne utilizzata tra [[X secolo a.C.|X]] e [[VII secolo a.C.]] come [[necropoli]] dei primi villaggi stanziati sulle colline circostanti. Secondo lo storico [[Tacito]] la piana del Foro, come pure il vicino colle del [[Campidoglio]], furono aggiunti alla [[Roma quadrata]] ([[Palatino]]) di [[Romolo]] da [[Tito Tazio]].<ref>[[Tacito]], ''[[Annales (Tacito)|Annales]]'', XII, 24.</ref>
 
[[Tito Livio]] ede altri autori antichi raccontano che, poco dopo la [[fondazione di Roma]], fu combattuta nell'area del futuro ''foro romano'' una grande battaglia tra Romani e [[Sabini]]: la [[Battaglia del lago Curzio]]. Causa dello scontro fu il tradimento della vergine [[vestale]], [[Tarpeia]], figlia del comandante della vicina rocca romana [[Tarpeia|Spurio Tarpeio]], la quale, corrotta con dell'oro da [[Tito Tazio]], fece entrare nella [[Campidoglio|cittadella fortificata]] sul [[Campidoglio]] un drappello di armati con l'inganno.<ref name="Livio1,11">[[Tito Livio]], ''[[Ab Urbe condita libri]]'', I.11; [[Dionigi di Alicarnasso]], VII, 35, 4; VIII, 78, 5; [[Floro]], ''Epitoma de Tito Livio bellorum omnium annorum DCC'', I, 1.12.</ref> L'occupazione dei Sabini della rocca, portò i due eserciti a schierarsi ai piedi dei due colli ([[Palatino]] e Campidoglio, proprio dove più tardi sarebbe sorto il ''foro romano''<ref>[[Plutarco]], ''Vita di Romolo'', 18, 4; [[Floro]], ''Epitoma de Tito Livio bellorum omnium annorum DCC'', I, 1.13.</ref>), mentre i capi di entrambi gli schieramenti incitavano i propri soldati alla lotta: [[Mevio Curzio|Mezio Curzio]] per i [[Sabini]] e [[Osto Ostilio|Ostio Ostilio]] per i Romani. Il campo di battaglia era circondato da molte colline, non offrendo alle due armate vie di fuga sufficienti o limitate zone per inseguire il nemico "in rotta".<ref>[[Plutarco]], ''Vita di Romolo'', 18, 3.</ref>
[[File:ForoRomano55.jpg|thumb|upright=1.3|Da sinistra la Curia, [[arco di Settimio Severo]], il [[tempio di Vesta]], [[colonna di Foca]], il [[Palatino]]]]
Si racconta che nel corso della battaglia, [[Romolo]], vedendo i suoi indietreggiare, invocò [[Giove (divinità)|Giove]] e gli promise in caso di vittoria un [[Tempio di Giove Statore (VIII secolo a.C.)|tempio a lui dedicato]] (nei pressi del foro romano);<ref name="FloroI,1.13">[[Floro]], ''Epitoma de Tito Livio bellorum omnium annorum DCC'', I, 1.13.</ref> quindi si lanciò nel mezzo della battaglia riuscendo a contrattaccare fino ai luoghi dove, pochi anni più tardi, sarebbero sorti la cosiddetta [[Regia (Roma)|Regia]] e il [[tempio di Vesta]].<ref name="Livio1,12">[[Tito Livio]], ''[[Ab Urbe condita libri]]'', I, 12.</ref><ref name="Plutarco18.7-9">[[Plutarco]], ''Vita di Romolo'', 18, 7-9.</ref>
 
Fu in questo momento che le donne sabine, che [[ratto delle sabine|erano state rapite in precedenza dai Romani]], si lanciarono sotto una pioggia di lance tra le opposte fazioni per dividere i contendenti e placarne la collera.<ref name="Livio1,13">[[Tito Livio]], ''[[Ab Urbe condita libri]]'', I, 13.</ref>
Si racconta che nel corso della battaglia, [[Romolo]], vedendo i suoi indietreggiare, invocò [[Giove (divinità)|Giove]] e gli promise in caso di vittoria un [[Tempio di Giove Statore (VIII sec a.C.)|tempio a lui dedicato]] (nei pressi del foro romano);<ref name="FloroI,1.13">[[Floro]], ''Epitoma de Tito Livio bellorum omnium annorum DCC'', I, 1.13.</ref> quindi si lanciò nel mezzo della battaglia riuscendo a contrattaccare fino ai luoghi dove, pochi anni più tardi, sarebbero sorti la cosiddetta [[Regia (Roma)|Regia]] ed il [[tempio di Vesta]].<ref name="Livio1,12">[[Tito Livio]], ''[[Ab Urbe condita libri]]'', I, 12.</ref><ref name="Plutarco18.7-9">[[Plutarco]], ''Vita di Romolo'', 18, 7-9.</ref>
{{Citazione|''Da una parte supplicavano i mariti'' (i [[Roma antica|Romani]]) ''e dall'altra i padri'' (i [[Sabini]]). ''Li pregavano di non commettere un crimine orribile, macchiandosi del sangue di un suocero o di un genero e di evitare di macchiarsi di parricidio verso i figli che avrebbero partorito, figli per gli uni e nipoti per altri.''|[[Tito Livio]], ''[[Ab Urbe condita libri]]'', I, 13.}}
 
Con questo gesto entrambi gli schieramenti si convinsero a stipulare un trattato di pace, varando l'unione tra i due popoli, associando i due regni e trasferendo il potere decisionale a [[Roma antica|Roma]],<ref>[[Floro]], ''Epitoma de Tito Livio bellorum omnium annorum DCC'', I, 1.14.</ref> mentre il vicino lago nei pressi dell'attuale foro romano, fu chiamato in ricordo di quella battaglia e del comandante sabino scampato alla morte ([[Mevio Curzio]]), ''[[Lacus Curtius]]''.<ref name="Livio1,13" />
Fu in questo momento che le donne sabine, che [[ratto delle sabine|erano state rapite in precedenza dai Romani]], si lanciarono sotto una pioggia di proiettili tra le opposte fazioni per dividere i contendenti e placarne la collera.<ref name="Livio1,13">[[Tito Livio]], ''[[Ab Urbe condita libri]]'', I, 13.</ref>
{{Quote|''Da una parte supplicavano i mariti'' (i [[Roma antica|Romani]]) ''e dall'altra i padri'' (i [[Sabini]]). ''Li pregavano di non commettere un crimine orribile, macchiandosi del sangue di un suocero o di un genero e di evitare di macchiarsi di parricidio verso i figli che avrebbero partorito, figli per gli uni e nipoti per altri.''|[[Tito Livio]], ''[[Ab Urbe condita libri]]'', I, 13.}}
 
[[File:Fori imperiali.jpg|upright=3.4|thumb|center|Il Foro Romano: da sinistra il [[Tempio di Vespasiano]], l'[[arco di Settimio Severo]] e il [[Tempio di Saturno]]. Più a destra lo spiazzo della [[Basilica Giulia]] davanti alle tre colonne del [[Tempio dei Dioscuri]] e il colle Palatino.]]
Con questo gesto entrambi gli schieramenti si convinsero a stipulare un trattato di pace, varando l'unione tra i due popoli, associando i due regni e trasferendo il potere decisionale a [[Roma antica|Roma]],<ref>[[Floro]], ''Epitoma de Tito Livio bellorum omnium annorum DCC'', I, 1.14.</ref> mentre il vicino lago nei pressi dell'attuale foro romano, fu chiamato in ricordo di quella battaglia e del comandante sabino scampato alla morte ([[Mevio Curzio|Mezio Curzio]]), ''[[Lacus Curtius]]''.<ref name="Livio1,13"/>
 
Solamente verso il 600 a.C., a opera del re etrusco [[Tarquinio Prisco]], la valle venne drenata con la costruzione della [[Cloaca Massima]] e ricevette una pavimentazione in tufo; la piazza di forma rettangolare nacque come luogo di mercato oltre che per lo svolgimento della vita politica e giudiziaria, in un punto centrale della città verso cui convergevano molte importanti strade, la più importante delle quali era la [[Via Sacra]], che correva dalle pendici del Campidoglio fino all'[[Arco di Tito]].
[[File:Fori imperiali.jpg|750px|thumb|center|Il Foro Romano: da sinistra il Tempio di Vespasiano, l'arco di Settimio Severo e il Tempio di Saturno. Più a destra lo spiazzo della Basilica Giulia davanti alle tre colonne del Tempio dei Dioscuri e il colle Palatino.]]
 
Solamente verso il 600 a.C., ad opera del re etrusco [[Tarquinio Prisco]], la valle venne drenata con la costruzione della [[Cloaca Massima]] e ricevette una pavimentazione in tufo; la piazza di forma rettangolare nacque come luogo di mercato oltre che per lo svolgimento della vita politica e giudiziaria, in un punto centrale della città verso cui convergevano molte importanti strade, la più importante delle quali era la [[Via Sacra]], che correva dalle pendici del Campidoglio fino all'[[Arco di Tito]].
 
=== Periodo regio ===
 
Alla seconda metà del [[VI secolo a.C.]] appartengono i monumenti arcaici del [[Comizio]], la più antica sede dell'attività politica di Roma. Il Comizio costituiva uno spazio ritualmente orientato secondo i punti cardinali. Nei pressi di questo complesso, un'area pavimentata in pietra scura, il ''[[Lapis niger]]'', era secondo la leggenda legata al luogo della morte di [[Romolo]]: qui è stata rinvenuta la più antica iscrizione latina conosciuta, ritenuta essenziale (importanti furono i saggi su di essa da parte del glottologo [[alatri|alatrense]] [[Luigi Ceci]]) per lo studio dell'evoluzione della lingua e della scrittura italiana. Sul lato a ovest del Comizio verso le pendici del Campidoglio, in prossimità del cosiddetto [[Umbilicus Urbis Romae|Umbilicus Urbis]], si trovava il [[Volcanale]], un antichissimo santuario dedicato al dio Vulcano, fondato secondo la leggenda da Tito Tazio.
[[File:Comitium Drawing.svg|thumb|200px|left|Pianta dell'area del Comizio in epoca arcaica.]]
 
Alla seconda metà del [[VI secolo a.C.]] appartengono i monumenti arcaici del [[Comizio]], la più antica sede dell'attività politica di Roma. Il Comizio costituiva uno spazio ritualmente orientato secondo i punti cardinali. Nei pressi di questo complesso, un'area pavimentata in pietra scura, il ''[[Lapis niger]]'', era secondo la leggenda legata al luogo della morte di [[Romolo]]: qui è stata rinvenuta la più antica iscrizione latina conosciuta. Sul lato a ovest del Comizio verso le pendici del Campidoglio, in prossimità del cosiddetto [[Umbilicus Urbis Romae|Umbilicus Urbis]], si trovava il [[Volcanale]], un antichissimo santuario dedicato al dio Vulcano, fondato secondo la leggenda da [[Tito Tazio]].
 
Sempre al VI secolo risalirebbero la [[Regia (Roma)|Regia]], il luogo in cui il Rex sacrorum e il pontefice massimo esercitavano la loro funzione sacrale, la [[Curia Hostilia|Curia detta ''Hostilia'']] (costruita secondo la tradizione dal re [[Tullo Ostilio]]), il [[tempio di Vesta]] a pianta circolare ede altri importanti santuari. I resti attualmente visibili di questi edifici, appartengono però tutti a delle ricostruzioni successive.
 
=== Periodo repubblicano ===
Agli inizi del [[V secolo a.C.]] sono da ricondurre l'inaugurazione del [[tempio di Saturno]], con l'annessa sede dell'erario (il tesoro di Roma), e il [[Tempio dei Dioscuri|tempio dei Càstori]] (484), dedicato ai [[Dioscuri]], Castore e Polluce.<ref>[[Tito Livio]], ''[[Ab Urbe condita libri]]'', II.42.</ref> Sempre nel V secolo (445) avvenne la consacrazione del [[Lacus Curtius]] a opera del Console [[Gaio Curzio Filone]].
 
Nel [[IV secolo a.C.]] fu costruito, sul lato verso il [[Campidoglio]], il [[Tempio della Concordia (Roma)|tempio della Concordia]], in occasione dell'accordo tra [[Patrizio (storia romana)|patriziato]] e [[Plebei|plebe]]. La tribuna del Comizio fu abbellita con i ''[[Rostra]]'', ossia i [[Rostro (arma)|rostri]] delle navi catturate alla flotta della città di ''[[Antium]]''.
[[File:Forum of Roma before Caesar (IT).svg|thumb|200px|left|Ricostruzione del Foro prima della sistemazione di Cesare]]
 
Nel [[210 a.C.]] [[Tito Livio]] racconta che nella notte precedente la festa dei [[Quinquatria|Quinquatri]] scoppiò un incendio intorno al Foro in più punti. Contemporaneamente vennero distrutte dal fuoco sette botteghe, in seguito sostituite da altre cinque e da nuove botteghe per gli [[Argentario (antica Roma)|argentari]]. Vennero poi aggrediti dal fuoco anche alcuni edifici privati, in quanto non vi erano in quell'area ancora le basiliche. Furono incendiate anche le carceri, il mercato del pesce e l'atrio della [[Regia (Roma)|Regia]]. Il [[tempio di Vesta]] venne a fatica salvato, grazie soprattutto a tredici schiavi, che furono subito dopo riscattati a spese pubbliche e liberati. L'incendio continuò notte e giorno e non vi fu alcun dubbio che non fosse stato doloso, considerando che il fuoco era stato appiccato contemporaneamente in più luoghi diversi.<ref>{{cita|Livio|XXVI, 27.1-4}}.</ref>
Agli inizi del [[V secolo a.C.]] sono da ricondurre l'inaugurazione del [[Tempio di Saturno|tempio]] di [[Saturno (divinità)|Saturno]], con l'annessa sede dell'erario (il tesoro di Roma), ed il [[Tempio dei Dioscuri|tempio dei Càstori]] (484), dedicato ai [[Dioscuri]], Castore e Polluce. Sempre nel V secolo (445) avvenne la consacrazione del [[Lacus Curtius]] ad opera del Console [[Gaio Curzio Filone]].
 
Una rinnovata spinta edilizia trasformò il Foro a partire dal [[II secolo a.C.]]: [[Lucio Cornelio Silla|Silla]] regolarizzò lo sfondo verso il [[Campidoglio]] costruendo sul colle il [[Tabularium]] e intorno alla piazza si ebbe la costruzione delle quattro [[Basilica (architettura civile)|basiliche]], destinate all'amministrazione della giustizia e allo svolgimento degli affari ([[basilica Porcia|Porcia]], [[basilica Emilia|Emilia]], [[basilica Sempronia|Sempronia]], [[Basilica Opimia|Opimia]]); delle quattro basiliche la [[Basilica Emilia]] è giunta fino a noi attraverso numerosi rifacimenti, mentre la Porcia e la Sempronia furono sostituite dalla [[Basilica Giulia]], costruita per ordine di [[Gaio Giulio Cesare|Cesare]] e terminata sotto [[Augusto]]. Inoltre sotto Cesare si ebbe un radicale spostamento della [[Curia (storia di Roma)|Curia Giulia]], che al posto dell'antico rituale orientamento secondo i punti cardinali, venne orientata secondo gli assi del contiguo [[Foro di Cesare]]. Contemporaneamente la tribuna dei [[Rostri|Rostra]] venne spostata verso il Campidoglio.
Nel [[IV secolo a.C.]] fu costruito, sul lato verso il [[Campidoglio]], il [[Tempio della Concordia (Roma)|tempio della Concordia]], in occasione dell'accordo tra [[Patrizio (storia romana)|patriziato]] e [[Plebei|plebe]], e la [[Rostra (Roma)|tribuna]] del Comizio fu abbellita con i Rostra, i rostri delle navi catturate alla flotta della città di [[Anzio]] ([[Anzio|Antium]]).
 
{{Foro romano}}
Una rinnovata spinta edilizia trasformò il Foro a partire dal [[II secolo a.C.]]: [[Lucio Cornelio Silla|Silla]] regolarizzò lo sfondo verso il [[Campidoglio]] costruendo sul colle il [[Tabularium]] e intorno alla piazza si ebbe la costruzione delle quattro [[basilica|basiliche]], destinate all'amministrazione della giustizia ed allo svolgimento degli affari ([[basilica Porcia|Porcia]], [[basilica Emilia|Emilia]], Sempronia, Opimia); delle quattro basiliche la [[Basilica Emilia]] è giunta fino a noi attraverso numerosi rifacimenti, mentre la Porcia e la Sempronia furono sostituite dalla [[Basilica Giulia]], costruita per ordine di [[Gaio Giulio Cesare|Cesare]] e terminata sotto [[Augusto]]. Inoltre sotto Cesare si ebbe un radicale spostamento della [[Curia (storia di Roma)|Curia Giulia]], che al posto dell'antico rituale orientamento secondo i punti cardinali, venne orientata secondo gli assi del contiguo [[Foro di Cesare]]. Contemporaneamente la tribuna dei [[Rostri|Rostra]] venne spostata verso il Campidoglio.
 
=== Periodo imperiale ===
[[File:RomaForoRomanoVedutaDaPalatino2.JPG|thumb|upright=1.4|Il Foro Romano visto dal [[Palatino]] con indicazione degli edifici intorno alla piazza]]
 
La sistemazione definitiva dei Fori, avviata da [[Gaio Giulio Cesare|Cesare]], venne completata sotto [[Augusto]]: la piazza assunse una maggiore regolarità con la costruzione delle due grandi basiliche ([[basilica Emilia|Emilia]] e [[basilica Giulia|Giulia]]) sui lati lunghi, i nuovi [[Rostri|Rostra]] sul lato della piazza in direzione del [[Campidoglio]] e il nuovo [[tempio del Divo Giulio]], dedicato nel [[29 a.C.]] da Augusto dopo la morte e la divinizzazione di Cesare. Il lato breve a sud-ovest del Foro si trovò ada essere sistemato col [[tempio del Divo Giulio]] incorniciato dall'[[Arco di Augusto (Foro Romano)|arco partico di Augusto]] e dal portichetto dell'[[Arco di Gaio e Lucio Cesari]], escludendo alla vista i venerandi monumenti della [[Regia (Roma)|Regia]] e del [[tempio di Vesta]]. Questa scelta va inquadrata nel periodo "cesariano" della politica di Augusto, prima della più prudente fase della restaurazione conservatrice.
 
[[File:RomaForoRomanoVedutaDaPalatino2.JPG|thumb|430px|Il Foro Romano visto dal Palatino con indicazione degli edifici intorno alla piazza]]
A questa nuova fase edilizia imperiale sono da ricondurre anche le ricostruzioni dei templi [[Tempio della Concordia (Roma)|della Concordia]], rifatto da [[Tiberio]] nel [[10 a.C.]] quasi a voler cancellare i segni della passata stagione delle guerre civili, e [[Tempio dei Dioscuri|dei CastoriCàstori]] ([[7 a.C.]]), di dimensioni grandiose e da mettere in relazioni coi fratelli Tiberio e Druso in parallelo coi mitici fratelli [[Dioscuri]]<ref>A tale riguardo ci resta un esplicito verso di [[Publio Ovidio Nasone|Ovidio]] in ''Fast''. I, 705 s.</ref>. Al [[2]] d.C. risale l'iscrizione dedicatoria per [[Lucio Cesare]], figlionipote ed erede designato di Augusto, posta ad unaa un'estremità della Basilica Emilia: i portici antistanti la basilica stessa erano infatti stati dedicati a Lucio e al fratello [[Gaio Cesare]].
 
Alla fine la piazza ricostruita traboccava di edifici legati, nel nome o nella simbologia o nel sovvenzionamento dei restauri, alla ''[[Gens Iulia]]''.
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Del [[II secolo]] sono le costruzioni del [[Tempio di Antonino e Faustina]], poi inglobato dalla [[chiesa di San Lorenzo in Miranda]]. Il [[Tempio di Venere e Roma]], costruito da [[Publio Elio Traiano Adriano|Adriano]], si affaccia verso la valle del Colosseo.
 
[[File:Column of Focas (seen from Tabularium) - Roman Forum - Rome 2016 (2).jpg|thumb|left|upright=0.8|[[Colonna di Foca]]]]
Agli inizi del [[III secolo]] fu eretto sul percorso della via Sacra l'[[arco di Settimio Severo]].
 
[[File:Foro romano.PNG|thumb|left|[[Colonna di Foca]]]]
 
Sotto [[Diocleziano]] ai numerosi monumenti che allora dovevano ingombrare l'area della piazza, si aggiunsero cinque colonne su alti basamenti in muratura, che dovevano celebrare la [[Tetrarchia]]. Nel [[IV secolo]] fu costruita la [[basilica di Massenzio]], terminata da [[Costantino I]]. Sotto Massenzio venne riadattato un ingresso rotondo per il [[Tempio della Pace]], che doveva già essere in via di abbandono, per farne il [[tempio del Divo Romolo]], dedicato al figlio, [[Valerio Romolo]], morto prematuramente. A seguito della sconfitta dell'usurpatore [[Magnenzio]] ([[352]]), il ''[[praefectus urbi]]'' [[Nerazio Cereale]] dedicò una statua all'imperatore [[Costanzo II]], la cui base è ancor oggi visibile a fianco dell'arco di Settimio Severo, in direzione della Curia.
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Di epoca flavia, ma restaurato nel [[367]], è il [[portico degli Dei Consenti]], a ridosso del Campidoglio, interessante testimonianza dell'ultimo paganesimo insieme all'ultima ricostruzione del tempio di Saturno.
 
=== Periodo medievale ===
Nel [[V secolo]] la facciata dei Rostra fu prolungata verso nord-est: la parte nuova venne costruita in mattoni assai rozzamente, ed anche questa ornata di ''rostra'', per fissare i quali furono praticati dei buchi ancora osservabili. Una epigrafe,<ref>{{CIL|6|32005}}</ref> su di una sola riga, riporta la costruzione da parte del ''[[praefectus urbi]]'', [[Giunio Valentino]], sotto gli imperatori [[Leone I di Bisanzio|Leone I]] ed [[Antemio]] (circa [[470]]), in occasione di una vittoria navale contro i [[Vandali]], da cui la struttura prende il nome di ''Rostri vandalici''.<ref>Lawrence Richardson, ''A New Topographical Dictionary of Ancient Rome'', JHU, 1992, ISBN 0-8018-4300-6, p. 336.</ref>
 
[[File:Peracvestigi157504.jpg|thumb|upright=1.4|Vestigia dell'Arco di Settimio Severo. Incisione del 1575 di [[Étienne Dupérac]] ]]
Al [[608]] risale l'ultimo monumento eretto nei Fori: si tratta della [[Colonna di Foca]], posta per ordine del [[Senato romano]] allo scopo di onorare l'imperatore [[Foca di Bisanzio|Foca]].
[[File:Jacobus Baptist — Foro Romano.jpg|thumb|upright=1.4|Vista del Foro Romano del 1729 di Jacobus Baptist.[[Rijksmuseum (Amsterdam)|Rijksmuseum]] di [[Amsterdam]] ]]
[[File:The British Library - Rome - Foro Romano.jpg|thumb|upright=1.4|Il [[Campo Vaccino]] in una pubblicazione del 1820]]
[[File:Forum romanum 1880.jpg|thumb|upright=1.4|Il Foro Romano nel [[1880]].]]
[[File:Forum-Romanum-Platner.jpg|thumb|upright=1.4|Pianta del Foro Romano del 1904]]
Nel [[V secolo]] la facciata dei ''Rostra'' fu prolungata verso nord-est: la parte nuova venne costruita in mattoni assai rozzamente, e anche questa ornata di ''rostra'', per fissare i quali furono praticati dei buchi ancora osservabili. Un'epigrafe,<ref>{{CIL|6|32005}}</ref> su una sola riga, riporta la costruzione da parte del ''[[praefectus urbi]]'', [[Giunio Valentino]], sotto gli imperatori [[Leone I il Trace|Leone I]] e [[Antemio]] (circa [[470]]), in occasione di una vittoria navale contro i [[Vandali]], da cui la struttura prende il nome di ''Rostri vandalici''.<ref>[[Lawrence Richardson, Jr.]], ''A New Topographical Dictionary of Ancient Rome'', JHU, 1992, ISBN 0-8018-4300-6, p. 336.</ref>
 
Il Foro seguì i destini della città, che aveva perso la sua antica importanza; molto di quanto è giunto ai giorni nostri lo si deve al riuso che i cristiani fecero degli antichi edifici pagani, come nel caso della [[Basilica dei Santi Cosma e Damiano]], la più antica chiesa del Foro.<ref>{{cita web|autore=Lucrezia Spera|titolo=La cristianizzazione di Roma. Forme e tempi|p=230|url=https://www.academia.edu/12571870/La_cristianizzazione_di_Roma._Forme_e_tempi|accesso=1º febbraio 2019}}; {{cita libro|autore-capitolo=Lucrezia Spera|capitolo=La cristianizzazione del Foro romano e del Palatino. Prima e dopo Giovanni VII|titolo=Santa Maria Antiqua tra Roma e Bisanzio|curatore1=M. Andaloro|curatore2=Giulia Bordi|curatore3=Giuseppe Morganti|anno=2016|città=Milano|editore=Electa|p=100|url_capitolo=https://www.academia.edu/23546814/La_cristianizzazione_del_Foro_romano_e_del_Palatino._Prima_e_dopo_Giovanni_VII_in_Santa_Maria_Antiqua_tra_Roma_e_Bisanzio_a_cura_di_M._Andaloro_G._Bordi_G._Morganti_Milano_2016_pp._96-109|accesso=2 febbraio 2019|isbn=9788891807762}}</ref>
=== Periodo medievale e moderno ===
 
Al [[608]] risale l'ultimo monumento eretto nei Fori: si tratta della [[Colonna di Foca]], posta per ordine del [[Senato romano]] allo scopo di onorare l'imperatore [[Foca (imperatore)|Foca]], e al 630 la costruzione della [[Chiesa di Sant'Adriano al Foro Romano]] fatta sull'edificio della [[Curia Iulia]].
[[File:RomaForoRomanoAnno1880.jpg|thumbnail|300 px|right|Il Foro Romano nel [[1880]].]]
[[File:Forum-Romanum-Platner.jpg|thumbnail|300px|right|Pianta del Foro Romano del 1904]]
 
L'ultimo comizio al Foro di cui si ha notizia, furono quelli che furono registrati nel [[768]] davanti alla chiesa di Sant'Adriano e che portarono al pontificato [[Papa Stefano III]].<ref name=Hülsen>{{Cita libro|autore=Christian Hülsen|titolo= Il foro romano storia e monumenti|editore=Loescher|anno=1905}}</ref>
Durante il Medioevo, benché la memoria del Foro persistesse, i suoi monumenti caddero per lo più in rovina, decretando la cancellazione di ogni esatto ricordo topografico, o riadoperati per nuove costruzioni (l'arco di Tito e quello di Settimio Severo sono giunti fino a noi in buone condizioni in quanto furono inglobati in fortificazioni medioevali, benché il primo fu pesantemente ristrutturato nel XIX secolo).
 
La generale decadenza del Foro continuò nei secoli successivi, dovuta da incuria ed abbandono come anche al riuso dei materiali per la costruzione di edifici religiosi. Intorno alla metà del XII secolo il foro era pressoché impraticabile, come descritto in un testo che trattava delle processioni e dei loro itinerari.<ref name=Hülsen />
Il foro si andò lentamente interrando e durante il [[Medioevo]], utilizzato come [[pascolo]] per gli animali domestici e come terreno seminativo, prese il nome di "Campo Vaccino", tra il [[Campidoglio]] ed il [[Colosseo]], dove emergevano alcune rovine.
Lo scempio più emblematico si ebbe però nel Rinascimento: [[papa Giulio II]] (1503-1513) decise di sfruttare tutta la zona come cava di materiali da riutilizzare, molto spesso dopo averli trasformati in calce, nel progetto di rinnovamento edilizio ed artistico della città da lui stesso avviato. Secondo i racconti di testimoni oculari come Pirro Ligorio, la distruzione dei monumenti fu rapidissima: a volte bastava un solo mese per demolire edifici quasi integri e a nulla valsero le proteste di Raffaello o le riserve espresse da Michelangelo. Nel tempio di Antonino e Faustina che rischiò come tutto il resto di essere completamente smantellato furono asportate le lastre marmoree che lo rivestivano; nella parte alta delle colonne, sono ancora oggi visibili i segni lasciati dalle corde nel tentativo di farle crollare.
 
Sempre intorno a questo periodo ci si riferisce per la prima stesura delle [[Mirabilia Urbis Romae]], una sorta di guida del pellegrino, che nonostante le molte invenzioni, per almeno tre secoli rappresentò la principale fonte scritta per ricostruire la topografia della città e del Foro.<ref name=Hülsen />
Durante la visita a Roma di [[Carlo V del Sacro Romano Impero|Carlo V]], nell'aprile del [[1536]], si volle offrire al sovrano un ingresso trionfale, facendo passare lui e il suo seguito attraverso il Foro Romano, in buona parte interrato. Il tracciato reale della [[via Sacra]] era tuttavia allora sconosciuto e il percorso scelto per il corteo, un tracciato rettilineo tra l'[[arco di Tito]] e l'[[arco di Settimio Severo]], non corrispondeva affatto al percorso antico della via.
 
Il foro ormai interrato per gran parte della sua estensione, era utilizzato come [[pascolo]] per gli animali domestici e come terreno seminativo, tanto che prese il nome di "[[Campo Vaccino]]".
Il Foro fu riscoperto a partire dal [[XVI secolo]] nell'area, ancora conosciuta a quel tempo come [[Campo Vaccino]]. Nei secoli successivi furono intraprese varie campagne di scavo, ma l'area fu completamente scavata agli inizi del [[XX secolo]].
 
=== Periodo moderno ===
Negli [[anni 1980]], per la prosecuzione delle campagne di scavo, fu eliminata la via della Consolazione, che passava tra le pendici del Campidoglio e il tempio di Saturno.
{{vedi anche|Campo Vaccino}}
Lo scempio più emblematico si ebbe però nel Rinascimento: [[papa Giulio II]] (1503-1513) decise di sfruttare tutta la zona come cava di materiali da riutilizzare, molto spesso dopo averli trasformati in calce, nel progetto di rinnovamento edilizio e artistico della città da lui stesso avviato.<ref name=Hülsen /> Secondo i racconti di testimoni oculari come Pirro Ligorio, la distruzione dei monumenti fu rapidissima: a volte bastava un solo mese per demolire edifici quasi integri e a nulla valsero le proteste di [[Raffaello Sanzio|Raffaello]] o le riserve espresse da [[Michelangelo Buonarroti|Michelangelo]]. Nel tempio di Antonino e Faustina che rischiò come tutto il resto di essere completamente smantellato furono asportate le lastre marmoree che lo rivestivano; nella parte alta delle colonne, sono ancora oggi visibili i segni lasciati dalle corde nel tentativo di farle crollare.
 
Durante la visita a Roma di [[Carlo V d'Asburgo|Carlo V]], nell'aprile del [[1536]], si volle offrire al sovrano un ingresso trionfale, facendo passare lui e il suo seguito attraverso il Foro Romano, in buona parte interrato. Il tracciato reale della [[via Sacra]] era tuttavia allora sconosciuto e il percorso scelto per il corteo, un tracciato rettilineo tra l'[[arco di Tito]] e l'[[arco di Settimio Severo]], non corrispondeva affatto al percorso antico della via.<ref name=Hülsen />
Nel [[2012]], verranno installate le illuminazioni per consentire ai turisti di visitare il sito anche la sera.
 
Il Foro, ancora noto come Campo Vaccino, fu riscoperto a partire dal [[XVI secolo]] dagli artisti: le rovine affioranti nell'area del pascolo e di ritrovo costituivano, infatti, un soggetto singolare molto apprezzato dai pittori di [[Vedutismo|vedute]] romane. Peraltro tra il XVII e il XVIII secolo il sito aveva perso di importanza, in quanto le ''cave'' di pietra si credevano esaurite, e veniva utilizzato principalmente come luogo di pascolo.<ref name=Hülsen />
 
I primi scavi di carattere scientifico che interessarono l'area del foro romano, sollecitati anche dagli studi dell'archeologo e storico [[Johann Joachim Winckelmann]], si devono all'ambasciatore svedese ''Carl Fredrik von Fredenheim'', risalgono al 1788, scavi che portarono alla luce parte della Basilica Giulia.<ref name=Hülsen /> A questi primi scavi, a partire dal 1801, seguirono scavi più estesi e metodici dovuti all'archeologo e collezionista d'arte [[Carlo Fea]], che per circa trent'anni, quindi sia sotto il governo napoleonico che sotto quello papale restaurato, mantenne il ruolo di ''Commissario delle Antichità di Roma'',<ref>[[Diario di Roma]], 6 maggio 1801.</ref> al quale si devono anche gli scavi del Pantheon.<ref name=Hülsen />
 
Gli scavi avevano messo alla luce importanti zone del foro che però restavano tra loro isolate, cosicché il successivo obiettivo, riportare completamente alla luce i resti del foro come un unicum unitario, fu ugualmente perseguito, anche se con diversa intensità, dai successivi governi; quello ponteficio, quello della Repubblica romano e quello del Regno d'Italia, che diede un forte impulso al recupero dell'area.<ref name=Hülsen />
 
La loro direzione, tra il 1870 e il 1885, fu affidata a grandi personalità nel campo dell'archeologia: [[Pietro Rosa]], [[Giuseppe Fiorelli]] e [[Rodolfo Lanciani]]. Importante fu anche il contributo del ministro [[Guido Baccelli]], che permise l'eliminazione di due strade trasversali al Foro, permettendo che questo diventasse un unico parco archeologico.<ref name=Hülsen />
 
[[File:Restes del temple de Saturn amb un carrer, carros i gent.jpeg|thumb|upright=1.4|Via della Consolazione 1880 ca.]]
Agli scavi condotti sotto la direzione di [[Giacomo Boni]] tra il 1898 e il 1904, si deve la riscoperta di reperti antecedenti rispetto a quelli fino ad allora riportati alla luce, in massima parte risalenti all'epoca classica imperiale; ad esempio furono questi scavi a riportare alla luce la [[necropoli del tempio di Antonino Pio e Faustina]] o il [[Lapis niger]].<ref name=Hülsen />
 
Nel [[1980]], allo scopo di ricostruire l'unitarietà del percorso tra il Foro e il Campidoglio, fu demolito il tratto interno al foro di via della Consolazione, che passava tra le pendici del Campidoglio e il tempio di Saturno.<ref name=rep>{{cita web|url=https://roma.repubblica.it/cronaca/2014/09/30/news/ai_fori_risplende_l_antico_percorso_augusteo_del_vico_iugario-97023343/|titolo=Ai Fori risplende l'antico percorso augusteo del Vico Iugario|accesso=19 gennaio 2023}}</ref><ref>[https://www.facebook.com/watch/?v=715577151974171 Video. Inizio dei lavori di demolizione alla presenza del sindaco Luigi Petroselli]</ref>
 
Tra il [[2010]] e il [[2014]], allo scopo di analizzare il percorso del Vico Iugario, l'area del foro compresa tra la Basilica Giulia e il Tempio di Saturno è stata interessata da indagini stratigrafiche e spaziali, che hanno provato, con la scoperta del tratto iniziale di una scalinata, come il secondo piano della Basilica fosse accessibile alle persone, oltre a riportare alla luce resti di un'abitazione del IX-X secolo d.C. .<ref name=rep />
 
== Edifici e monumenti ==
[[File:Plastico E.U.R. rom marts 2003.jpg|thumb|300pxupright=1.4|Il foro romano sulla sinistra, sullo sfondo il [[Colosseo]], in basso l'[[isola Tiberina]], da un diorama del [[Museo della civiltà romana|museo della Civiltà Romana]] all'[[EUR]].]]
[[File:Roma - Foro romano 002.JPG|thumb|upright=1.4|Veduta del foro, con il tempio di Antonino e Faustina a destra.]]
Elenco degli edifici e dei monumenti tuttora visibili o scomparsi nel Foro romano (in senso orario attorno alla piazza e poi allontanandosi verso sud-est):
[[File:Forum Romain 05 2017.jpg|thumb|upright=1.4|Vista del foro romano dal Campidoglio.]]
Elenco degli edifici e dei monumenti tuttora visibili o scomparsi nel Foro romano:
* [[Tabularium]]
* [[Basilica Emilia]]
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* [[Comizio]]
* [[Rostri]]
* [[Lapis niger|Lapis Niger]]
* [[Curia (storia di Roma)|Curia]]
** [[Curia Hostilia]]
Riga 138 ⟶ 158:
* [[Rostri|Rostra]]
* [[Colonna Menia]]
* [[Colonna Duilia|Colonna rostrata di Gaio Duilio]]
* [[Umbilicus Urbis Romae|Umbilicus Urbis]]
* [[Miliario aureo]]
Riga 151 ⟶ 171:
* [[Colonna di Foca]]
* [[Lacus Curtius]]
* Cavità della [[statua equestre di Domiziano]] (''[[Equus Domitiani]]'')
* [[Basilica Giulia]]
* [[Tempio di Augusto]]
Riga 179 ⟶ 199:
* [[Tempio di Venere e Roma]]
* Tracce di una casa repubblicana
* [[Antiquarium del ForoForense]]
* [[Cloaca Massima]] (il primo tratto si sviluppava nella zona compresa fra la basilica Emilia e la Giulia).
 
Come leggiamo nel ''De verborum significatione'' di Sesto Pompeo Festo, grammatico del II sec. d.C., essendo anche luogo di mercato, il foro era servito da canali di acqua corrente presso i quali usavano trattenersi indigenti e senza-dimora, i quali erano pertanto chiamati 'i canalicoli forensi'.<ref>Sesto Pompeo Festo, ''De verborum significatione.'' Parte I, pag. 32. Budapest, 1889.
</ref>
 
== La pavimentazione ==
[[File:L'olivo, il fico, la vite.JPG|thumb|250px|L'olivo, il fico e la vite]]
LaÈ comune asserire che la prima pavimentazione del Foro romano risale al primo periodo etrusco, databile verso la fine del VII secolo a.C. In seguito la piazza venne lastricata più volte nell'epoca repubblicana e in più punti sono state trovate tracce di questo stadio.
 
Il professor Andrea Carandini, peraltro, nel corso della sua pluridecennale campagna di scavi ha individuato una stratigrafia più profonda di quella sopra accennata, segnalando una prima pavimentazione del Foro risalente all'VIII sec. a. C. (cfr. e.p.&nbsp;La Repubblica, 21/2/2005).
Il pavimento attualmente visibile risale a una data vicina al [[12 a.C.]] e ciò è stato provato grazie all'iscrizione a grandi caratteri ancora visibile (sebbene in parte frutto di restauri) presso la [[colonna di Foca]] e che si leggeva anche in un rilievo oggi ai [[Musei capitolini|Musei Capitolini]]. Vi è citato ''L. Naevius L. f. Surdinus pr.'', un personaggio che era incaricato di dirimere i giudizi tra Romani e stranieri vissuto appunto in tale data. Il significato da dare all'iscrizione è infatti quello di tributare il finanziatore del rifacimento della pavimentazione<ref>In passato si era ritenuto che questa iscrizione indicasse come l'ufficio pretorile si trovasse nelle vicinanze, ma i confronti con altre iscrizioni simili hanno fatto scartare questa ipotesi.</ref>, come avviene anche in altri casi di colonie romane ([[Terracina]], [[Sepino]], [[Velleia]], ecc.). La nuova sistemazione dovette essere resa necessaria dopo l'incendio che, sempre nel [[12 a.C.]], distrusse gran parte del Foro, compresa la [[basilica Emilia]], la [[basilica Giulia]], il [[tempio di Vesta]] e [[Tempio dei Dioscuri|quello dei Càstori]].
 
Il pavimento attualmente visibile risale a una data vicina al [[12 a.C.]] e ciò è stato provato grazie all'iscrizione a grandi caratteri ancora visibile (sebbene in parte frutto di restauri) presso la [[colonna di Foca]] e che si leggeva anche in un rilievo oggi ai [[Musei capitolini]]. Vi è citato ''L. Naevius L. f. Surdinus pr.'', un personaggio che era incaricato di dirimere i giudizi tra Romani e stranieri vissuto appunto in tale data. Il significato da dare all'iscrizione è infatti quello di tributare il finanziatore del rifacimento della pavimentazione<ref>In passato si era ritenuto che questa iscrizione indicasse come l'ufficio pretorile si trovasse nelle vicinanze, ma i confronti con altre iscrizioni simili hanno fatto scartare questa ipotesi.</ref>, come avviene anche in altri casi di colonie romane ([[Terracina]], [[Sepino]], [[Velleia]], ecc.). La nuova sistemazione dovette essere resa necessaria dopo l'incendio che, sempre nel [[12 a.C.]], distrusse gran parte del Foro, compresa la [[basilica Emilia]], la [[basilica Giulia]], il [[tempio di Vesta]] e [[Tempio dei Dioscuri|quello dei Càstori]].
Tra i [[Rostri]] e il [[Lacus Curtius]] si possono notare ampie tracce della pavimentazione precedente, di epoca cesariana; qui è inoltre possibile vedere dei fori che danno accesso a una serie di gallerie che si estendono sotto tutto il Foro, opera anche questa di epoca cesariana. Poiché durante gli scavi vennero alla luce resti di attrezzature lignee di montacarichi, ciò venne messo in relazione con l'uso del Foro per spettacoli di gladiatori effettuati in epoca repubblicana. Le aperture vennero chiuse dalla pavimentazione di Surdinus e proprio in quegli anni veniva costruito il primo anfiteatro stabile nel [[Campo Marzio]] (l'[[anfiteatro di Statilio Tauro]]).
 
[[File:Temple of Saturn and Triumphal Arch of Septimus Severus, Rome, Italy-LCCN2001700933.jpg|thumb|upright=1.2|Il Foro tra il 1890 e il 1900]]
 
Tra i [[Rostri]] e il [[Lacus Curtius]] si possono notare ampie tracce della pavimentazione precedente, di epoca cesariana; qui è inoltre possibile vedere dei fori che danno accesso a una serie di gallerie che si estendono sotto tutto il Foro, opera anche questa di epoca cesariana. Poiché durante gli scavi vennero alla luce resti di attrezzature lignee di montacarichi, ciò venne messo in relazione con l'uso del Foro per spettacoli di gladiatori effettuati in epoca repubblicana. Le aperture vennero chiuse dalla pavimentazione di Surdinus e proprio in quegli anni veniva costruito il primo anfiteatro stabile nel [[Campo Marzio (antichità)|Campo Marzio]] (l'[[anfiteatro di Statilio Tauro]]).
 
La [[colonna di Foca]], ultimo monumento a venire eretto nella piazza del Foro, ci conferma come nel [[608]] d.C. il livello del calpestio fosse ancora quello dell'età augustea.
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Un'area trapezoidale vicino all'iscrizione di Surdunus ha una pavimentazione a livello più basso, che corrisponde a quella di epoca cesariana e, in alcuni punti, lascia intravedere quella ancora più antica in blocchi di [[tufo]]. Qui, verso est, un dodecagono in [[cappellaccio]] (tufo friabile) sorregge un basamento circolare, con un'apertura al centro, che doveva essere un pozzo, molto probabilmente il [[Lacus Curtius]].
 
== Visitatori ==
Nel 2016 il circuito archeologico del [[Colosseo]], Foro Romano e [[Palatino]] ha ottenuto 6&nbsp;408&nbsp;852 visitatori, risultando il secondo sito museale statale italiano più visitato, alle spalle del [[Pantheon (Roma)|Pantheon]]<ref>{{cita web|url=http://www.beniculturali.it/mibac/multimedia/MiBAC/documents/feed/pdf/Tabella-imported-64702.pdf|titolo=Dati visitatori dei siti museali italiani statali nel 2016|formato=pdf|accesso=17 gennaio 2017|dataarchivio=10 gennaio 2017|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20170110014613/http://www.beniculturali.it/mibac/multimedia/MiBAC/documents/feed/pdf/Tabella-imported-64702.pdf|urlmorto=sì}}.</ref>. Qui di seguito trovate un andamento complessivo del "Circuito archeologico Colosseo, Foro romano e Palatino" degli ultimi quindici anni, sulla base dei dati dell'ufficio statistico dei beni culturali italiani:<ref>[http://www.statistica.beniculturali.it/Visitatori_e_introiti_musei.htm Visitatori e introiti di Musei, Monumenti e Aree Archeologiche Statali per anno] {{Webarchive|url=https://web.archive.org/web/20140416040353/http://www.statistica.beniculturali.it/Visitatori_e_introiti_musei.htm |data=16 aprile 2014 }}.</ref>
 
Dal 1º gennaio 2017, in occasione dell'apertura gratuita dei luoghi di cultura, ogni prima domenica del mese sarà aperto il cancello che separa il Foro Romano dall'area dei [[Fori Imperiali]] la cui gestione è della [[Sovrintendenza capitolina ai beni culturali]], creando così un unico grande percorso nell'area archeologica centrale.<ref>{{Cita web|url=http://www.ansa.it/sito/notizie/topnews/2017/02/03/fori-uniti-e-gratisogni-1domenica-mese_77e39c75-c986-4e22-a6c1-4b8505619bf0.html|titolo=Fori e Palatino in un unico percorso}}</ref>
 
Grazie a un'intesa tra la Sovrintendenza Capitolina ed il [[Ministero per i beni e le attività culturali|MiBAC]], il percorso unitario dal Palatino al Foro romano ai Fori imperiali, al prezzo di un singolo biglietto giornaliero dal costo di 16 euro, è entrato in fase di collaudo a partire dal 29 giugno 2019,<ref>{{Cita news|autore=|url=http://www.rainews.it/dl/rainews/articoli/beni-culturali-bonisoli-raggi-inaugurano-percorso-dal-foro-romano-ai-fori-imperiali-a96fa55d-90e6-4079-8ddc-cc6d17f4637b.html|titolo=Beni culturali: Bonisoli e Raggi inaugurano percorso dal Foro Romano ai Fori Imperiali|pubblicazione=RAI News|data=13 giugno 2019|accesso=26 luglio 2019}}</ref><ref>{{Cita news|autore=|url=https://mediterraneoantico.it/articoli/news/fori-riuniti-si-apre-la-central-park-dellarcheologia-nel-cuore-di-roma/|titolo=Fori riuniti: si apre la “Central Park” dell’archeologia nel cuore di Roma|pubblicazione=Mediterraneo Antico|data=19 giugno 2019|accesso=21 agosto 2019}}</ref> per poi entrare a pieno regime dal 1º gennaio 2020.<ref>{{Cita web|url=https://parcocolosseo.it/2019/12/la-rivoluzione-dei-biglietti-al-parco-archeologico-del-colosseo-dal-1-gennaio-2020/|titolo=La rivoluzione dei biglietti al Parco archeologico del Colosseo|sito=Parco Archeologico del Colosseo|data=24 dicembre 2019|accesso=04 gennaio 2020|dataarchivio=30 settembre 2020|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20200930192100/https://parcocolosseo.it/2019/12/la-rivoluzione-dei-biglietti-al-parco-archeologico-del-colosseo-dal-1-gennaio-2020/|urlmorto=sì}}</ref>
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|}
 
== Note ==
{{Note strette}}
<references />
 
== Bibliografia ==
* F.[[Filippo Coarelli]], ''Il Foro romano. Periodo arcaico''., 1983-1985.Roma, 2Quasar, v1983. ISBN 88-85020-44-5, ISBN 88-85020-68-2.
* [[Filippo Coarelli]], ''Il Foro romano. Periodo repubblicano e augusteo'', Roma, Quasar, 1985. ISBN 88-85020-68-2.
* C. Hülsen, ''Il Foro Romano''. 1905
* [[Christian Hülsen]], ''Il Foro Romano. Storia e monumenti'', Torino, Loescher, 1905.
* J. Losehand, ''Häuser für die Herrscher Roms und Athens?'' Überlegungen zu Funktion und Bedeutung von Gebäude F auf der Athener Agora und der Regia auf dem Forum Romanum, 2007. ISBN 978-3-8300-3397-4
* Joachim Losehand, ''Häuser für die Herrscher Roms und Athens? Überlegungen zu Funktion und Bedeutung von Gebäude F auf der Athener Agora und der Regia auf dem Forum Romanum'', Hamburg 2007. ISBN 978-3-8300-3397-4
* G. Lugli, ''Il Foro Romano e il Palatino''. 1994
* E.[[Giuseppe De RuggieroLugli]], ''Il Foro Romano e il Palatino''., 1912Roma, Bardi, 1994.
* P.[[Ettore ZankerDe Ruggiero]], ''Il Foro Romano''., 1972Roma, Società tipografica arpinate, 1913.
* [[Paul Zanker]], ''Il Foro Romano: la sistemazione da Augusto alla tarda antichità'', Roma, De Luca, 1972.
 
== Voci correlate ==
* [[Fori Imperiali|Fori imperiali]]
* [[Foro Boario]]
* [[Foro Olitorio]]
* [[Foro Piscario]]
* [[Foro Vinario]]
* [[Campo Vaccino]]
 
== Altri progetti ==
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== Collegamenti esterni ==
* [{{cita web | 1 = http://archeoroma.beniculturali.it/siti-archeologici/foro-romano-palatino | 2 = "Foro Romano e Palatino"] | accesso = 13 aprile 2011 | urlarchivio = https://web.archive.org/web/20110414125114/http://www.archeoroma.beniculturali.it/siti-archeologici/foro-romano-palatino | dataarchivio = 14 aprile 2011 | urlmorto = sì }}
* [{{cita web|http://www.archeoroma.com/foro_romano.htm |"Il Foro romano"]}}
* [{{cita web|http://penelope.uchicago.edu/Thayer/I/Gazetteer/Places/Europe/Italy/Lazio/Roma/Rome/Forum_Romanum/_Texts/Huelsen*/home.html |"Ch. Hülsen, Il Foro Romano - Storia e Monumenti"]}}
*{{cita web|http://www.italyrome.info/foro_romano_3d.php|"Ricostruzione in 3D del Foro Romano - www.italyrome.info"}}
* {{en}} [http://dlib.etc.ucla.edu/projects/Forum/ "Digital Roman Forum" Ricostruzione virtuale del Foro Romano dell'Università della California]
* {{cita web|http://dlib.etc.ucla.edu/projects/Forum/|"Digital Roman Forum" Ricostruzione virtuale del Foro Romano dell'Università della California|lingua=en}}
 
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