Montella: differenze tra le versioni
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{{nd}}
{{Divisione amministrativa
|Nome = Montella
|Panorama =
|Didascalia =
|Bandiera = Montella-Gonfalone.png
|Voce bandiera = #Simboli
|Stemma =
|Voce stemma = #Simboli
|Stato = ITA
|Grado amministrativo = 3
|Divisione amm grado 1 = Campania
|Divisione amm grado 2 = Avellino
|Amministratore locale =
|Partito = [[
|Data elezione =
|Data istituzione =
|Altitudine = 560<ref name=altitudine>{{Cita web|url=http://www.comuni-italiani.it/064/057/clima.html|titolo=Montella|sito=Comuni italiani}}</ref>
|Sottodivisioni = {{cn|Corso, Fondana, Garzano, Piazza, Sorbo, Tagliabosco}}
|Divisioni confinanti = [[Acerno]] ([[provincia di Salerno|SA]]), [[Cassano Irpino]], [[Bagnoli Irpino]], [[Giffoni Valle Piana]] (SA), [[Nusco]], [[Montemarano]], [[Serino]], [[Volturara Irpina]]
|Zona sismica = 2
|Gradi giorno = 2002
|Nome abitanti = montellesi
|Patrono = [[san Rocco]]
|Festivo = 16 agosto
|PIL =
|PIL procapite =
|Mappa = Montella 2016.png
|Didascalia mappa = Posizione del comune all'interno della provincia di Avellino
}}
'''Montella'''<ref>Sulla pronuncia del [[toponimo]], vedi la voce ''Montella'' del ''[[Dizionario d'ortografia e di pronunzia]]'': http://www.dizionario.rai.it/poplemma.aspx?lid=41930&r=32136 {{Webarchive|url=https://web.archive.org/web/20130921061212/http://www.dizionario.rai.it/poplemma.aspx?lid=41930&r=32136 |date=21 settembre 2013 }}.</ref> è un [[Comune (Italia)|comune italiano]] di {{Popolazione|ITA}} abitanti<ref name="template divisione amministrativa-abitanti" /> della [[provincia di Avellino]] in [[Campania]].
Nato su una zona già abitata dal periodo [[neolitico]], il paese divenne [[Gastaldato|sede gastaldale]] e poi [[conte]]a sotto i [[Longobardi]].<ref name="Moscariello">"Montella tra note e immagini", Salvatore Moscariello, 1991</ref> Montella è nota per la produzione della [[castagna di Montella|castagna]], cui è riconosciuto il marchio [[Indicazione geografica protetta (Unione europea)|IGP]], e per il [[tartufo nero]]. Il territorio, compreso nel [[parco regionale Monti Picentini]], è prevalentemente montuoso e ricco di [[Sorgente (idrologia)|sorgenti]], quattro delle quali alimentano l'[[Acquedotto Pugliese]]. Dalla sorgente del [[Monte Accellica]], nel territorio di Montella, nasce il fiume [[Calore Irpino]].
A Montella si conserva l'unico esemplare originale di [[giornea]] mai rinvenuto, conservato presso il [[convento di San Francesco a Folloni]], facente parte dei paramenti funebri del conte [[Diego I Cavaniglia]], morto nel 1481 nella [[battaglia di Otranto]] contro i turchi.<ref>[http://www.incampania.com/beniculturali.cfm?Menu_ID=205&Sub_ID=210&Info_ID=4420 Convento e Museo di San Francesco a Folloni - Architettura - Montella - Avellino - InCampania<!-- Titolo generato automaticamente -->] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20101228002624/http://incampania.com/beniculturali.cfm?Menu_ID=205&Sub_ID=210&Info_ID=4420 |data=28 dicembre 2010 }}</ref>.
== Geografia fisica ==
{{dx|[[File:
{{Citazione|Addio Montella e fresche sorgenti<br />E boschi e alte foreste di castagni<br />Una volta mi ospitavi con le tue frescure,<br />O Montella, nello stuolo delle tue alpestri sorelle<br />L'unica e la più nobile e la più gioiosa| [[Giano Anisio]], 1520 ca.|Montella et gelidi valete fontes<br />Et silvae et nemore alta castanetis<br />Tunc me frigoribus tuis tenebas<br />Montella alpigenum e choro sororum<br />Una nobiliorque laetiorque etc.<ref>"Montella tra note e immagini", Salvatore Moscariello, pag. 44</ref>|lingua=la }}
Situata nel settore meridionale dell'[[Irpinia]], Montella fa parte della [[comunità montana Terminio Cervialto]]; l'escursione altimetrica nel comune è di 1616 metri<ref>{{cita testo|url=http://www.comuni-italiani.it/064/057/statistiche/classifiche.html|titolo=Montella: Posizione nelle Classifiche<!-- Titolo generato automaticamente -->}}</ref>.
Il [[Calore Irpino|fiume Calore]] ha la sua sorgente nel comune di Montella. Importanti sono le valenze paesaggistiche, in particolare l'[[altopiano]] di Verteglia, vasto e ricoperto da faggi; tra le numerose grotte esistenti, la ''Grotta dei Cantraloni'' e la ''Grotta del Caprone''.
Dei {{M|93.32|ul=km²}} del territorio montellese, 0,96 sono occupati dal centro urbano, 49,30 sono a zona boschiva, 5,78 sono a pascolo o incolte, 13,49 a coltivazioni varie, e 13,79 (oltre il 16%) sono [[Castanea sativa|castagneti]]<ref>{{cita testo|url=http://spazioinwind.libero.it/circolodidatticomontella/la_castagna_doc_di_montella.htm|titolo=La Castagna DOC di Montella<!-- Titolo generato automaticamente -->}}</ref>.
===
[[File:Montella acque sotto ponte romano.jpg|thumb|Il fiume [[Calore Irpino|Calore]] scorre sotto il ponte {{Senza fonte|romano del I secolo a.C.}}, detto ''della Lavandaia'']]
[[File:Montella cascata.jpg|thumb|Cascata della Lavandaia]]
{{Citazione|Ocelle fluminum Calor, Calor pulcher<br />Calor bonarum cura, amorque Nimpharum,<br />Quem Coerulum fovens caput sinu blando<br />Montella secum amore vincit aeterno<ref>"Montella tra note e immagini", Salvatore Moscariello, pag. 45</ref>|[[Giovanni Cotta]]}}
Data la sua grande riserva idrica, Montella è in grado di fornire acqua a molte zone della Campania e della [[Puglia]]. Le sorgenti denominate ''Peschiera'', ''Pollentina'', ''Prete'' e ''Bagno della Regina'' alimentano l'[[Acquedotto pugliese]] attraverso le opere di captazione ubicate nel comune di [[Cassano Irpino]].
Nel territorio del comune di Montella si trova la sorgente del [[Calore Irpino|fiume Calore]], la principale per portata e importanza; sempre a Montella si trovano le sorgenti dell{{'}}''Acqua degli Uccelli'' ai piedi del [[monte Terminio]], delle ''Acque Nere'', della ''Tufara'', il torrente ''Jumiciello'' tra il monte Sassetano e il monte Tufara, le sorgenti della ''Scorzella'', torrente che affluisce nel fiume Calore, il ''torrente Santa Maria'' che attraversa il paese, il ''Lacinolo'' e il ''Bagno della Regina''.
Sul territorio sono presenti quattro cascate: la '' cascata della Tufara'', la ''cascata della Madonnella''; la ''cascata del Fascio'', costruita appunto in epoca fascista per convogliare le acque nell'acquedotto di Montella, e che è uno dei luoghi di partenza delle escursioni; la ''cascata della Lavandaia'' (''la Pelata''), già presente al tempo della realizzazione dell'omonimo ponte ([[I secolo a.C.]]), sottoposta a lavori di rifacimento nel [[XV secolo]] per alimentare il mulino voluto dai cittadini che, attivo fino agli [[anni 1950|anni cinquanta]] del [[XX secolo]], è oggi allo stato di rudere.
Il sottosuolo del territorio presenta varie insenature, passaggi, aperture, condotti e caverne, dati dal fenomeno carsico a cui sono soggette le montagne. La più grande tra le grotte e quella detta ''del Caprone''.
Le grotte sono diverse ed in parte esplorate ed esplorabili. I fenomeni di superficie comprendono [[Inghiottitoio|inghiottitoi]] e [[Dolina carsica|doline]], molto presenti nella zona di Verteglia.
=== Sismologia ===
{{vedi anche|Terremoti in Irpinia}}
Il territorio comunale è parte integrante del [[distretto sismico]] dell'[[Irpinia#Sismologia|Irpinia]]. In occasione del [[terremoto dell'Irpinia del 1980|terremoto del 1980]] vi furono, nel solo comune di Montella, 10 morti, 290 feriti e {{formatnum:1191}} senzatetto<ref name="ingv">{{cita web|url=http://storing.ingv.it/cfti4med/quakes/41752.html|titolo=Catalogue of strong earthquakes in Italy|sito=INGV|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20180107061807/http://storing.ingv.it/cfti4med/quakes/41752.html}}</ref>.
* [[Classificazione sismica dell'Italia|Classificazione sismica]]: zona 2 (sismicità media)<ref>{{cita web|url=http://www.protezionecivile.gov.it/resources/cms/documents/Classificazione2015.xlsx|titolo=Classificazione sismica dei comuni italiani|sito=Protezione Civile|accesso=13 gennaio 2018|dataarchivio=4 novembre 2017|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20171104115053/http://www.protezionecivile.gov.it/resources/cms/documents/Classificazione2015.xlsx|urlmorto=sì}}</ref>
Montella, situata intorno ai 560 metri circa di altitudine<ref name=altitudine/>, gode di un clima continentale: l'inverno è rigido con frequenti piogge, nebbia e molta umidità. Tra dicembre e febbraio non mancano le nevicate. In questi periodi capita che le temperature scendano al disotto dello zero. In primavera e agli inizi dell'autunno sono frequenti brina e gelate, mentre in estate il clima è mite, infatti di rado le temperature superano i 35 gradi.
{{Approfondimento
|allineamento = destra
|larghezza = 310px
|titolo = <div style="text-align:center;">Le famiglie storiche<ref>Da "Famiglie montellesi cospicue, da cui uscirono esecenti professioni liberali, dal XV alla fine del XVIII" in Francesco Scandone, "L'Alta Valle del Calore. Il municipio di Montella, col suo feudo, nei tempi moderni incominciando dal dominio della Casa D'Aragona", Napoli 1920</ref></div>
|contenuto = <br />Francesco Scandone riporta le famiglie storiche montellesi nel suo ''L'Alta Valle del Calore. Il municipio di Montella, col suo feudo, nei tempi moderni incominciando dal dominio della Casa D'Aragona''. Tra queste, quelle non estinte sono:
[[File:Coa fam ITA abiosi.jpg|50px|miniatura|sinistra|Stemma famiglia Abiosi]]
*Abiosi: tra le più antiche, presente a Montella probabilmente già nel [[XIV secolo]], si conserva ancora oggi presso il palazzo Abiosi la laurea di un "Guglielmus Abiosus de Montella" datata 9 maggio [[1483]], al più antica laurea rilasciata dall'Università di Napoli che si conservi. Imparentata con diverse famiglie nobili campane, tra cui i [[Capece (famiglia)|Capece Minutolo di San Valentino]] e i Mangoni di Santo Stefano, la famiglia si fregia del titolo [[Barone|baronale]]. Il Palazzo della famiglia si trova sulla piazza principale del paese.
*Boccuti: famiglia nobile di cui si ha notizia a Montella già nel [[XVI secolo]] con l'avvocato Scipione Boccuti
*Delli Bovi: tra le famiglie nobili del paese, giuristi per generazioni a partire dal XVI secolo con Benedetto Delli Bovi
*Bruni Roccia: famiglia nobile di Borgogna discesa in Italia al seguito di Re Renato d'Angiò (sec. XV) in persona di Richard de la Roche detto il Bruno. Ottenne diritti feudali in Montella e Cassano Irpino. Godette di giuspatronato in San Francesco a Folloni e nella Collegiata di Montella. Espresse condottieri, accademici e numerosi medici e giuristi tra cui Francesco, primo presidente di suprema corte di Cassazione. Nel XVI secolo realizzò l'omonimo Palazzo ancora oggi proprietà della famiglia.
*Capone: famiglia nobile risalente al sec. XII; espresse numerosi giuristi dalla fine del [['400]], incluso Giulio, professore in Napoli nel sec XVII; realizzò il Palazzo Capone andato perso con il Terremoto del 1980. Diede i natali al Senatore [[Filippo Capone]], figura eminente del Risorgimento italiano, per poi estinguersi alla metà del secolo scorso.
*Cianciulli: presente a Montella già nel [[XVII secolo]], diede i natali al marchese [[Michelangelo Cianciulli]], Ministro della Giustizia del Regno e poi Reggente delle [[Due Sicilie]]. A Montella esiste ancora il Palazzo della famiglia nel rione S. Giovanni
*Gambone: ricca famiglia di giuristi fin dal [[XVI secolo]], ad essa appartiene Luigi Gambone, nominato consigliere regio nel [[1589]]
*Lepore: si ha notizia della famiglia già nel [[1565]] con Traiano, giunto a Montella da Napoli. Raggiunse il prestigio nel XVIII secolo, realizzando il Palazzo di famiglia dove fu ospite re [[Giuseppe Bonaparte]]
*Moscariello: presente a Montella dal XVI secolo, originaria di [[Nusco]]
*Palatucci: tra le più antiche, godeva del titolo baronale. Cesare Palatucci, barone di Montella, emigrò a Castagneto Cilento nel XVIII secolo
*Pascale: famiglia di medici; si ha notizia di un medico Bartolomeo Pascale, morto a Montella nel [[1609]]. Il Palazzo Pascale è andato perduto con il Terremoto del 1980, quando il ramo principale della famiglia si era già estinto da decenni
*Scandone:originaria di [[Troia (Italia)|Troia]], il capostipite, [[Miale da Troia]], detto "Il pazzo", combatté nella [[disfida di Barletta]] e ricevette da [[Carlo V d'Asburgo|Carlo V]] il titolo di [[cavaliere]]. Ad insediarsi per primo a Montella fu il nipote Cesare, nel [[1552]], cambiando il nome della famiglia in Scandone, già soprannome della stessa
*Trevisani: famiglia nobile di notai e poi magistrati, realizzò l'omonimo Palazzo tra i più belli del paese, ancora oggi proprietà della famiglia
*Volpe: presente a Montella già nel [[XVI secolo|'500]] con Giovanni Volpe, che fu sindaco del paese nel [[1546]], di Pellegrino Volpe si conserva la laurea in Giurisprudenza datata 18 maggio [[1685]]. Il palazzetto seicentesco della famiglia, sulla via del Corso, distrutto dal Terremoto del 1980, è stato ricostruito riutilizzando il portale originale con lo stemma della famiglia
}}
=== Dalle origini alla conquista romana ===
[[File:Montella nel X secolo.tif|thumb|left|upright=1.1|Montella nella [[Campania]] del X sec.]]
[[File:Piazza Bartoli.JPG|thumb|left|upright=1.1|Il Castello del Monte, opera longobarda, e sullo sfondo la Chiesa Madre sulla destra e il palazzo Abiosi sulla sinistra]]
Il nome deriva da ''Monticulus'' o ''Montillus'', da cui ''Montilla'', ''Motilla'' e infine Montella. Deriva chiaramente da monte, nel senso di colle fortificato<ref name="Moscariello"/>. Non sappiamo molto in merito ai primi abitanti della zona di Montella, ma il ritrovamento di reperti dell'[[età del bronzo]] fa pensare che la zona fosse già abitata nel III millennio a.C. Quello che è certo è che attorno al 500 a.C. circa alcune tribú [[sanniti]]che [[Irpini|irpine]] si insediarono nella zona compresa tra il fiume Calore e il fiume Lacinolo. Di ciò si può esser certi poiché nella zona bassa dell'odierno abitato di Montella sono stati rinvenuti numerosi reperti databili dal 500 a.C. fino a tutto il periodo della dominazione romana, tra cui monete greche che testimoniano i rapporti commerciali delle tribù locali con le [[colonie della Magna Grecia]]<ref name="Moscariello"/>.
Nel periodo immediatamente antecedente la conquista romana, le tribú irpine ebbero come loro punto di interesse religioso e militare il luogo che oggi viene denominato ''Montella piccola'', che doveva essere un presidio militare realizzato con le tecniche proprie di quelle popolazioni: una semplice palizzata con al massimo dei contrafforti in terra battuta. Certo è da dire che il popolo dei Sanniti, di cui la tribú Irpina era parte, costruiva in alcuni casi anche strutture notevoli usando massicci blocchi di pietra bianca, ma nel territorio di Montella tali opere non ve ne sono, perciò si potrebbe convenire che il punto di interesse di ''Montella piccola'' sia stato munito di una protezione in terra battuta o argilla con palizzata di legno<ref name="Moscariello"/>.
Gli Irpini, che insieme ai Pentri e ai Caudini erano parte importante della confederazione militare sannitica, combatterono contro i Romani nelle famose tre [[guerre sannitiche]]. Le legioni Romane ebbero il sopravvento e l'egemonia di Roma si estese su tutto il territorio interno della Campania.<ref name=autogenerato1>F. Scandone, ''L'Alta valle del Calore. Montella antica e medio-evale e le sue costituzioni municipali'', Libreria Detken & Rocholl, Napoli 1911</ref>
Agli inizi del secolo scorso il rinvenimento di sepolture di [[epoca romana]] nella zona di Folloni e dei resti di una villa in località San Vito (di cui si sono perse poi le tracce), oltre al rinvenimento di numerosi reperti in zona Fontana (1978) e in altre località, quasi tutte portate nel giardino di Palazzo Capone e attualmente presso la sezione archeologica del [[Museo irpino]] di Avellino, servirono quali documenti storici circa l'epoca romana nel territorio montellese. Un cippo rinvenuto in località ''Chianola'' riporta i nomi dei magistrati che intorno al [[130 a.C.]] eseguirono la divisione agraria della zona: Marco Fulvio Flacco, Gaio Papirio Carbone e Gaio Sempronio Gracco. Lo stesso cippo riporta l'indicazione del [[Cardine (storia romana)|cardo]] e del [[decumano]] dell'insediamento romano.<ref name="Moscariello"/>
=== Medioevo ===
[[File:Castello del Monte Montella.JPG|thumb|upright=1.1|Castello del Monte (VI - XIII secolo)]]
In epoca [[Longobardi (Italia)|longobarda]] Montella fu sede di un importante [[gastaldati longobardi|gastaldato]], data la sua collocazione strategica tra il [[Ducato di Benevento|principato di Benevento]] e il [[principato di Salerno]]. Un notevole posto di guardia dell'epoca medievale era il Castello del Monte.
Prima menzione scritta di Montella potrebbe essere un giudicato del duca di Benevento [[Arechi II]] del [[762]] ''in curta nostra que vocatur Montella''. Poiché però nel medesimo documento è presente anche la dicitura ''in nominata curte nostra Montellari'' si è anche ipotizzato che il reale riferimento documentale fosse a "Montellari" o "Montillaro" antico borgo medievale situato nella [[valle del Cervaro]], a nord di [[Bovino (Italia)|Bovino]].<ref>{{Cita testo|autore=Marcello Rotili|titolo=I Longobardi: migrazioni, etnogenesi, insediamenti|p=39|url=http://www.rmoa.unina.it/1488/1/RM-Rotili-Longobardi.pdf|urlmorto=no|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20231226084032/http://www.rmoa.unina.it/1488/1/RM-Rotili-Longobardi.pdf}}</ref>
Sotto la [[conquista normanna dell'Italia meridionale|dominazione normanna]] e [[Hohenstaufen|sveva]] Montella, diventata [[contado|contea]], fu feudo dei signori De Tivilla e poi dei [[D'Aquino (famiglia)|d'Aquino]] (dal 1174 al 1293). Tommaso II d'Aquino era signore del feudo quando nel 1222 frate [[Francesco d'Assisi]], durante il suo viaggio di ritorno dal Santuario di S. Michele Arcangelo del Gargano, si fermò nei pressi di Montella, nel bosco di Folloni; decise di lasciare in quel luogo alcuni frati affinché edificassero un dormitorio e convertissero con la loro missione i ladri che infestavano il bosco. Sorse così il [[Convento di San Francesco a Folloni|monastero di San Francesco a Folloni]] che tutt'oggi partecipa in maniera attiva alla vita della comunità. Testimonianza di quel passaggio è l'affresco di [[Giotto]] nella [[Basilica superiore di Assisi]] che raffigura il miracolo de "la morta di [[Montemarano]]", paese vicino Montella.
Sotto il dominio [[angioino]], il Castello del Monte divenne proprietà dei [[Angiò|principi di Taranto]]. [[Carlo II d'Angiò]] fece del castello un suo luogo di ritiro, abbellendo il parco con fontane e piante<ref name=autogenerato1 />.
===La dominazione aragonese: i Cavaniglia===
Con l'arrivo degli [[Aragonesi]] Montella passò sotto il dominio dei conti [[Cavaniglia]], venuti nel regno di Napoli dalla Spagna al seguito di [[Alfonso V d'Aragona|Alfonso V]]. Il paese conobbe un periodo di splendore. Nel 1445 il castello del Monte ospitò una memorabile battuta di caccia cui prese parte re [[Alfonso il Magnanimo]]. Durante la signoria di Troiano I Cavaniglia, il palazzo di corte fu frequentato dagli [[Accademia Pontaniana|accademici pontaniani]], oltre che da pittori e intellettuali provenienti da diverse parti del regno.
Delle numerose testimonianze rimaste della signoria dei Cavaniglia la più importante è sicuramente il mausoleo di Don [[Diego I Cavaniglia]], glorioso capitano, ferito a morte durante la battaglia contro i Turchi [[battaglia di Otranto|ad Otranto]], opera di [[Jacopo della Pila]]<ref>{{cita testo|url=http://www.treccani.it/enciclopedia/jacopo-della-pila_%28Dizionario-Biografico%29/|titolo=Jacopo della Pila}}</ref>.
Dopo i Cavaniglia, famiglia feudataria di Montella sono stati i De Tolfa. Nel 1613 il nobile genovese Antonio [[Grimaldi (famiglia)|Grimaldi]] acquista il feudo di Montella per {{formatnum:47400}} ducati. Nel 1680 il feudo diventa proprietà del doge di Genova Francesco Maria Sauli, per poi passare definitivamente ai [[D'Oria]]. Ultimo feudatario di Montella fu il principe Marcantonio II D'Oria<ref name=autogenerato1 />.
===Periodo borbonico e epoca contemporanea===
[[File:Umberto Montella.jpg|thumb|
Ebbe un ruolo considerevole nel [[ Per Montella il lungo periodo feudale ebbe termine agli inizi del [[XIX secolo]], proprio ad opera del
Durante la [[
===Il
Montella come tutti i comuni dell'[[Irpinia]] fu gravemente colpita dal [[
=== Simboli ===
[[File:Piazza Bartoli Montella.
==== Stemma,
*Dallo
{{
I
*Per il gonfalone:
{{
*Lo statuto del comune è disponibile anche su
== Monumenti e luoghi d'interesse ==
[[File:Montella chiesa San Michele.jpg|thumb|upright=0.8|Le chiese gemelle di San Michele Arcangelo e Madonna Santissima Addolorata (XII - XVIII secolo)]]
=== Architetture religiose ===
Sulla piazza principale del paese si affaccia la chiesa madre di Santa Maria del Piano, realizzata tra il [[1552]] e il [[1586]]. Di notevole valore storico artistico è l'ingresso principale dell'edificio religioso, costituito dalla maestosa porta lignea di noce scolpita e intagliata, opera realizzata dall'intagliatore locale Fabio Moscariello e databile al [[1583]]<ref>{{Cita pubblicazione|autore = Adelio Moscariello|titolo = La porta lignea della Collegiata di Santa Maria del Piano|rivista = Napoli Nobilissima|volume = 4|numero = 2-3|anno = 2003}}</ref>; l'interno della collegiata si presenta a una navata con cappelle laterali; degni di nota sono il soffitto di cassettoni lignei ottagonali e la croce astile del [[1457]], opera di oreficeria [[Angioini|angioina]].
Ancora, da ricordare sono le chiese della Madonna della Libera, di San Nicola, di Santa Lucia, di Sant'Anna e le chiese gemelle di San Michele Arcangelo e Madonna Santissima Addolorata, sulla cui facciata è un'iscrizione
==== Convento di San Francesco a Folloni ====
Il [[convento di San Francesco a Folloni]], dichiarato [[monumento nazionale italiano|monumento nazionale]], è il più importante monumento storico-artistico del paese. Il convento deve il suo nome al luogo dove fu fondato, a quanto sembra, dallo stesso [[san Francesco]] nel [[1222]] (il bosco di Folloni). Il primo documento scritto che accerta l'esistenza del convento è del 5 gennaio [[1322]]<ref>{{cita testo|url=http://www.archeorivista.it/002236_intervista-a-simone-schiavone-sul-convento-di-san-francesco-di-folloni-di-montella/|titolo=Intervista a Simone Schiavone sul Convento di San Francesco di Folloni di Montella<!-- Titolo generato automaticamente -->}}</ref>: si tratta del rinnovo di un antico privilegio concesso ai frati dal principe di Taranto, [[Filippo I d'Angiò]], e da sua moglie [[Caterina II di Valois|Caterina di Valois]]. Questo privilegio, consisteva nel permesso di poter pescare nel fiume Calore, attiguo al convento, poter fare legna nel bosco di Folloni, e poter macinare al mulino del paese. Altri privilegi ottenne il convento dalla regina [[Giovanna I di Napoli|Giovanna I]] nel [[1374]], privilegi che confermavano e accrescevano le concessioni benevolmente elargite dagli Angioini, suoi predecessori, a partire da [[Carlo I d'Angiò]] che, insediatosi sul trono di Napoli nel [[1266]], d'accordo con [[papa Clemente IV]], restituì libertà agli ordini monastici. Come attestano i documenti d'archivio conservati nella biblioteca, la fabbrica diventò nei secoli sempre più imponente grazie ai benefici dei sovrani che si succedettero sul [[Regno di Napoli|trono di Napoli]] e alla generosità dei feudatari. Imponente la trasformazione che il complesso visse soprattutto nel [[secolo XVI]], {{Senza fonte|cui sicuramente non fu estranea la [[Diego I Cavaniglia|famiglia Cavaniglia]].}}
=====Il complesso=====
[[File:Convento di San Francesco a Folloni, portale (Montella).JPG|thumb|
L'attuale complesso architettonico è frutto di un rinnovato intervento edilizio della metà del Settecento, reso necessario in seguito al [[terremoto dell'Irpinia del 1732|terremoto del 1732]]. I lavori consistettero nella costruzione di una nuova chiesa in stile barocco-rococò, ruotata di circa 90º rispetto alla precedente e realizzata più alta di {{M|180|u=cm}}. Della vecchia chiesa rimane l'abside, oggi cappella del Crocifisso, che difatti si trova ad un livello inferiore. Annesso alla chiesa è il campanile che conserva, assieme al porticato adiacente, l'impianto della seconda metà del [[XV secolo]]. Allo stesso programma edilizio appartiene il chiostro, interposto ai due ambienti precedenti, che ha occupato il luogo dell'antica chiesa, sin dal Trecento annessa al chiostro, oggetto della recente indagini di scavo. Tutta la restante parte della fabbrica è relativa agli spazi conventuali, insistenti anch'essi su aree frequentate già dalle prime comunità religiose. Fa parte del convento anche la camera da letto di re [[Umberto II di Savoia]], più volte ospite dei frati durante la [[seconda guerra mondiale]]. All'interno della chiesa, si ammirano gli stucchi della metà del settecento del maestro Francesco Conforto; il pavimento maiolicato è datato [[1750]].
Annessa al convento è la biblioteca. Istituita nel [[XV secolo]], fu saccheggiata dopo la soppressione del convento in epoca [[borboni]]ca. Ripristinata negli anni trenta del secolo scorso, conserva opere edite in Italia e all'estero dai primi del Cinquecento a tutto il Settecento. Conserva circa {{formatnum:20000}} volumi.
=====
Gli scavi iniziati dopo il [[terremoto dell'Irpinia del 1980|terremoto del 1980]] hanno portato alla luce i resti della chiesa tre-quattrocentesca, oltre a numerosi reperti. Tra questi, lo scheletro e le vesti funerarie del conte Cavaniglia, il cui sarcofago si trova nella sacrestia della chiesa. Tra le vesti ritrovate del conte, la [[Giornea|giorneà]], sorta di casacca che si portava sotto l'armatura, che rappresenta un unicum al mondo dato che non sono stati ad oggi rinvenuti indumenti simili ad essa<ref name="incampania.com">{{cita testo|url=http://www.incampania.com/beniculturali.cfm?Menu_ID=205&Sub_ID=210&Info_ID=4420|titolo=Convento e Museo di San Francesco a Folloni - Architettura - Montella - Avellino - InCampania<!-- Titolo generato automaticamente -->|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20101228002624/http://incampania.com/beniculturali.cfm?Menu_ID=205&Sub_ID=210&Info_ID=4420 }}</ref>.
Una campagna di scavi condotta tra il [[2005]] e il [[2010]] ha portato alla luce le strutture dell'antica chiesa e, sotto il livello del pavimento del chiostro, una [[necropoli]] medievale francescana. {{sf|Unico esempio per il Mezzogiorno d'Italia, casi analoghi sono attestati soltanto in alcuni contesti, oggetto di scavo, in Italia settentrionale.}} I 22 corpi sono stati rinvenuti con le braccia incrociate sul petto e un cuscino di pietre.
Databili dal [[1190]] al [[1550]], alcuni resti potrebbero appartenere a quei frati che, insieme a [[Francesco d'Assisi]], si misero in cammino per diffondere la regola francescana nelle terre di [[Puglia]] e che il santo decise di lasciare proprio a Montella, per fondarvi un convento. Sono in corso attualmente (2012) studi realizzati dall'[[Istituto Suor Orsola Benincasa]], della ''University of Southern Denmark'' e della ''[[Duke University]]''.
=====Gli
[[File:Giornea Diego I Cavaniglia.jpg|miniatura|L'unico esemplare originale di [[giornea]] attualmente esistente, datato al 1480 e conservato presso il museo dell'Opera di San Francesco a Folloni a Montella]]
Nel febbraio del 2003 una indagine ricognitiva eseguita al basamento del monumento funebre di [[Diego I Cavaniglia|Diego Cavaniglia]] presso il convento ha riportato alla luce il corpo e le vesti del conte. Dell'abbigliamento del conte sono stati rinvenuti due soli indumenti: la [[giornea]] e il [[farsetto]]. Al momento del ritrovamento essi avevano la consistenza della carta per effetto della disidratazione e diversi tipi di alterazioni presenti su ogni singola parte. La scoperta ebbe rilievo internazionale, non essendo stati rinvenuti prima esemplari di giornea originali<ref name=autogenerato2>{{cita testo|url=http://www.sanfrancescoafolloni.it/index.php?it/23/capolavori/31/giorna-di-diego-cavaniglia|titolo=Capolavori - Museo di San Francesco a Folloni<!-- Titolo generato automaticamente -->|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20160305100939/http://www.sanfrancescoafolloni.it/index.php?it%2F23%2Fcapolavori%2F31%2Fgiorna-di-diego-cavaniglia }}</ref><ref name=autogenerato4>{{cita testo|url=http://www.kostym.cz/Anglicky/1_Originaly/02_Renesancni/I_02_110.htm|titolo=Extant originals - European renaissance, Giornea of Diego Cavaniglia<!-- Titolo generato automaticamente -->}}</ref><ref name=autogenerato3>{{cita testo|url=http://cir.campania.beniculturali.it/avellino/visite-tematiche/complesso-di-s.francesco-a-folloni/OA00756759|titolo=giornea — Avellino<!-- Titolo generato automaticamente -->|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20130927175820/http://cir.campania.beniculturali.it/avellino/visite-tematiche/complesso-di-s.francesco-a-folloni/OA00756759 }}</ref><ref name=autogenerato5>{{cita testo|url=http://www.palazzotenta39.it/public/?p=1708|titolo=Associazione Culturale – Palazzo Tenta 39 » 7ª Conferenza Tematica 2009 “I Cavaniglia, storia di una dinastia. Alcune note sui paramenti “<!-- Titolo generato automaticamente -->}}</ref>.
Il tessuto in raso di seta cremisi della giornea aveva in origine decorazioni in oro e argento e, molto probabilmente, un'applique sulla spalla destra che è stata strappata. Il farsetto, in damasco di seta, presenta la classica decorazione ''a pigna fiorita'' con maniche guarnite da asole per la fuoriuscita di nastrini decorativi. Alla pulizia iniziale, con acqua distillata e detergente neutro, e alla opportuna disinfestazione, è seguita l'operazione di fissaggio dei tessuti su supporto di crepeline e batista di cotone con punto posato e filato invisibile. Si è provveduto poi al rimontaggio dei singoli indumenti, attualmente esposti alla pubblica fruizione presso il museo dell'Opera di San Francesco a Folloni<ref>''Diego Cavaniglia: la rinascita di un conte'', a cura di fra Agnello Stoia, Edizioni Cefrasm, 2010. ISBN 9788890368806</ref>.
====Santuario del Santissimo Salvatore====
[[File:SantuarioSantissimoSalvatoreaMontella.JPG|thumb|left|Santuario del S.S. Salvatore]]
Il Santuario del Santissimo Salvatore, sull'omonima montagna, è una meta che figura negli itinerari giubilari vaticani.<ref>{{cita testo|url=http://www.santuariosalvatore.org/|titolo=Santuario del SS Salvatore - Montella (Av) Italy<!-- Titolo generato automaticamente -->}}</ref> Una scalinata in marmo di inizio novecento porta, tramite un cancello sulla sommità, allo spiazzale che circonda il Santuario e la Casa del Pellegrino.
Qui si trova il settecentesco ''pozzo dei miracoli'', che ricorda il miracolo che sarebbe avvenuto nel [[1779]], quando secondo la leggenda improvvisamente si aprì una sorgente sulla sommità del monte. La chiesa, di impianto settecentesco, ma fortemente modificata dagli interventi realizzati negli anni
[[File:Santa Maria della Neve - Montella (AV).JPG|thumb|left|upright|Santa Maria della Neve]]
==== Complesso del Monte ====
[[File:
[[File:
[[File:DonjonMontella.JPG|thumb|upright|left|Il [[dongione]] del castello del Monte]]
Il [[complesso del Monte]] comprende:
*la Chiesa di Santa Maria della Neve (o del Monte);
*il Monastero del Monte;
*il Castello Longobardo
Di grande interesse storico è il sito del castello
Nel XIV secolo, per volere dei d'Aquino, feudatari di Montella, vennero rinnovate la torre del [[XII secolo]] e si realizzarono opere di miglioramento del
La chiesa è ad una sola navata con altari minori in legno con pale lignee; tra queste, quella raffigurante la "Madonna dell'umiltà" del XIV secolo.
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=== Architetture civili ===
[[File:VillaBruniRoccia.jpg|thumb|
[[File:Piazza Bartoli.jpg|thumb|left|Facciata di Palazzo Abiosi, sec. XV - XIX]]
[[File:Villa Elena.JPG|thumb|left|Villa Elena, 1899-1900]]
[[File:Casa Volpe 1950.jpg|thumb|upright=0.8|Il Palazzetto della famiglia Volpe in una foto degli anni '50]]
====I palazzi signorili====
Sulla piazza principale è di gran pregio il ''Palazzo
Nel rione Garzano, nella parte alta di Montella, è da ricordare il ''Palazzo Bruni Roccia'' della prima metà del XVI secolo<ref>{{Cita web|url=http://www.catalogo.beniculturali.it/sigecSSU_FE/dettaglioScheda.action?%5BSoprintendenza%20per%20i%20Beni%20Architettonici%20e%20Paesaggistici%20per%20le%20province%20di%20Salerno%20e%20Avellino%5D&%7BSoprintendenza%20per%20i%20Beni%20Architettonici%20e%20Paesaggistici%20per%20le%20province%20di%20Salerno%20e%20Avellino=statoDove1=15&statoChi1=s175&%7D&keycode=ICCD11946218&valoreRicerca=&titoloScheda=palazzo&stringBeneCategoria=&selezioneSchede=&contenitore=&flagFisicoGiuridico=0|titolo=Catalogo Generale dei Beni Culturali|accesso=10 maggio 2020|urlmorto=sì}}</ref> e ingrandito nel XVIII secolo. Al palazzo sono annessi un giardino nella tradizione del modello formale ed un ampio parco di {{M|21000|u=m²}}<ref>{{Cita libro|cognome=Ministero dei beni culturali e ambientali|titolo=Atlante dei Parchi e dei giardini storici|data=1993|editore=Istituto poligrafico e zecca dello stato|pp=146-147 e 186|ISBN=88-85651-39-9}}</ref>. Il profondo restauro ha valorizzato l'impianto originale<ref>{{Cita pubblicazione|editore=Università degli Studi di Napoli Federico II Polo delle Scienze e delle Tecnologie|cognome=Vincenzo Calvanese e Giuseppe Giordano|data=2007|titolo=Il Palazzo Bruni Roccia a Montella (Avellino): storia di un restauro|rivista=|volume=|numero=|pp=474-483}}</ref>.
Di fronte, sorge il Palazzo della famiglia Capone, quasi interamente ricostruito dopo il terremoto del 1980, ora sede del [[Teatro Adele Solimene]].
Nel rione Serra, si trova la settecentesca ''Villa Trevisani'' e a poca distanza la ''casa Carfagni'', costruita sulle mura di epoca medievale; nello stesso rione, sulla sommità, sono visibili i resti del ''Palazzo Virnicchi'', che sembra abbia dato i natali al poeta [[Rinaldo d'Aquino]] nel 1221 e che ingloba al suo interno i resti di una torre di probabile epoca [[Saraceni|saracena]]<ref>F. Scandone, L'Alta valle del Calore'. Montella antica e medio-evale e le sue costituzioni municipali, Libreria Detken & Rocholl, Napoli 1911.</ref>. Nel rione Sorbo è architettonicamente rilevante il ''Palazzo Coscia'', anch'esso sette-ottocentesco ma di impianto precedente.
Il terremoto del 1980 ha completamente distrutto gli storici palazzi delle famiglie Boccuti e Lepore, {{senza fonte|quest'ultimo ricordato soprattutto per aver ospitato per una notte [[Giuseppe Bonaparte]] di passaggio verso [[Napoli]]}}.
Sulla via del Corso si trova ''Villa Elena'', costruita in stile vagamente [[Stile liberty|Liberty]] tra il 1899 e il 1900, su progetto dell'architetto montellese attivo negli [[USA]] Angelo Moscariello, per volere del ricco emigrante Celestino De Marco e della moglie Elena O'Connor al ritorno in patria e circondata da un ampio parco aperto al pubblico. Di notevole interesse nella villa gli arredi e i soffitti a cassettoni opera dell'ebanista Felice Cianciulli.
Sempre su via del Corso si trovava il palazzetto seicentesco della famiglia Volpe, anch'esso distrutto dal terremoto del 1980, di cui si conservano ancora il portale con lo stemma della famiglia e le ringhiere in ferro battuto riutilizzati nell'edificio costruito al suo posto. A poca distanza nel [[1937]] viene realizzato ''Palazzo Gambone'', dall'allora [[podestà (fascismo)|podestà]], interessante rilettura dell'architettura fascista dello stile floreale.
Ogni ''casale'' aveva dunque il suo palazzo nobiliare (e le sue famiglie più influenti) e le sue chiese; di fatto, fino agli anni cinquanta, Montella era costituita da rioni separati da zone verdi; zone che, con il boom edilizio degli anni sessanta-settanta, sono state edificate, unendo i diversi agglomerati esistenti e facendo del paese un unico agglomerato urbano.
====La nuova Casa comunale====
[[File:PiazzaMontella.jpg|thumb|upright|Una stradina del centro storico sbuca sulla piazza principale. Sullo sfondo il campanile della chiesa madre di Santa Maria del Piano]]
Nel [[1989]] viene bandito il concorso per la realizzazione della Casa comunale, dopo il crollo della sede originaria a seguito del [[terremoto dell'Irpinia del 1980|terremoto del 1980]]. Realizzata in lotti successivi a partire dal 1999 su progetto dell'architetto [[Donatella Mazzoleni]], è stata oggetto di diverse pubblicazioni su giornali specialistici. Costituita da più edifici con funzioni differenti (uffici pubblici, servizi sociali, teatro all'aperto, sala consiliare, giardino cosmologico) disposti intorno ad una piazza-fulcro, in un articolo della rivista ''[['ANANKE]]'' è stata definita come "un paradigma di ciò che la ricostruzione post-sisma del 1980 in Irpina doveva essere e non è stata"<ref>https://verderosa.files.wordpress.com/2011/11/ananke-n-64-sett-2011-_-montella.pdf</ref>.
=== Aree naturali ===
Montella, parte del [[parco regionale dei Monti Picentini]] e sede della [[comunità montana Terminio Cervialto]], {{senza fonte|è stata scelta da quest'ultima per ospitare il Centro recupero rapaci "Assunta Capone", che da circa venti anni cura molte specie in pericolo. Oltre alla cura e conservazione dell'avifauna (un esempio è la ripopolazione della poiana), il Centro si occupa anche di rettili e anfibi, nonché organizza lezioni per gli alunni delle scuole della provincia sui temi delle scienze naturali, della conservazione e della valorizzazione del patrimonio naturalistico locale.}}
Meta di turisti
== Società ==
=== Evoluzione demografica ===
{{Demografia/Montella}}
=== Lingue e dialetti ===
Accanto alla [[lingua italiana]], a Montella è in uso una varietà del [[dialetto irpino]].<ref>{{cita testo|autore=Olga Marano Festa|titolo=Il dialetto irpino di Montella|data=1932}}</ref>
== Cultura ==
===
==== Biennale d'Irpinia ====
Dal 2020 si svolge a Montella la "Biennale d'Irpinia", mostra d'arte contemporanea che porta nel paese artisti contemporanei italiani ed europei selezionati su base competitiva da una giuria<ref>https://www.artribune.com/mostre-evento-arte/biennale-dirpinia/</ref><ref>https://sistemairpinia.provincia.avellino.it/it/eventi/montella-biennale-dirpinia-mostra-darte-contemporanea</ref><ref>https://www.avellinozon.it/eventi/montella-al-via-il-3-agosto-la-iii-edizione-della-biennale-dirpinia/</ref><ref>https://www.avellinotoday.it/eventi/montella-biennale-irpinia-novembre-2022.html</ref><ref>https://ecampania.it/event/montella-al-via-la-seconda-biennale-d-irpinia/</ref><ref>https://www.chietitoday.it/attualita/alessandro-d-aquila-chieti-biennale-terremoto-irpinia-quaranta.html</ref>.
=== Cucina ===
==== Castagna di Montella ====
Il comune di Montella è noto
Bollite con la buccia e mangiate calde, le castagne vengono dette ''valani''. Le caldarroste sono invece dette ''varole''. Le secche bianche (''pistate'') vengono spesso consumate in zuppa con i fagioli.
A partire dal 2008 i castagneti hanno subito un netto calo di produttività dovuta alla comparsa del cinipide galligeno del castagno, [[Dryocosmus kuriphilus]], proveniente dalla Cina e apparso in Italia negli anni duemila. Si tratta di una piccola vespa le cui larve provocano la formazione di [[Galla (botanica)|galle]] che riducono l'attività fotosintetica della pianta, portandola al deperimento.Considerata anche la difficoltà di combatterne la diffusione con fitofarmaci, sono stati attivati dei progetti di lotta biologica.<ref>{{Cita web|titolo = Lotta biologica al cinipide del castagno|url = http://www.agricoltura.regione.campania.it/comunicati/comunicato_12_05_10.html|editore = Regione Campania|accesso = 18 settembre 2013|urlmorto = sì|urlarchivio = https://web.archive.org/web/20121226185156/http://www.agricoltura.regione.campania.it/comunicati/comunicato_12_05_10.html}}</ref>
==== Produzione casearia ====
I latticini sono un prodotto tipico del paese. Il latte più usato è quello vaccino, ma non è difficile trovare prodotti derivati dal latte di pecora o di capra. Si trovano formaggi grassi e non, come pure freschi e stagionati.
*Il caciocavallo (''provolone''): meglio conosciuto come "podolico" (poiché prodotto con il latte della mucca podolica), il provolone presenta la classica forma sferica.
*La ricotta di Montella: viene prodotta vaccina o pecorina, ma la prima è più diffusa. La ricotta fresca viene venduta nelle ''foscelle'' che una volta erano fatte a mano, di giunchi. Viene largamente usata nella preparazione della pasta ripiena, ma anche nei dolci. Salata ed essiccata (''recotta secca'') è molto utilizzata da grattugiare sulla pasta. Oggi vengono prodotte ricotte con il nome di ''Montella'' in diverse regioni d'Italia.
*Il fior di latte: è un formaggio fresco rigorosamente di latte vaccino, e non ha bisogno di essere conservato in acqua e caglio.
*I burrini: quando non esistevano le confezioni di plastica, a Montella il burro veniva venduto in questa forma. Sono piccoli caciocavalli che all'interno racchiudono una sfera di burro.
*La scamorza: altro prodotto caseario e tipico della zona.
=====Il caciocavallo impiccato=====
Tipica di Montella è una particolare tecnica di cottura del [[Caciocavallo podolico]] che ha avuto una larga diffusione in tutta la zona. Il Caciocavallo viene sospeso sulla brace ardente fino a fondersi, e il prodotto fuso viene spalmato su una fetta di pane. Da qui il nome "Caciocavallo impiccato"<ref>{{cita testo|url=http://www.caciocavalloimpiccato.it/storia.htm|titolo=Caiocavallo Impiccato - formaggio tipico campano<!-- Titolo generato automaticamente -->|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20150811083639/http://caciocavalloimpiccato.it/storia.htm }}</ref>.
==== La
Tipici formati di pasta sono le ''stése'', sorta di [[linguine]] cotte con i ceci, e i ''cecaluccoli'', simili ai [[cavatelli]].
==== La
La principale qualità di carne utilizzata nella tradizione è quella di suino. Diverse famiglie usano ancora allevare e macellare il maiale in proprio. Ogni parte viene usata, e qui le ricette si perdono nel tempo. Una delle più antiche è carne, patate e peperoni
==== Le
Molto utilizzato nella cucina tradizionale l'origano (''pilieo''), del quale esiste una forte tradizione di raccolta.
====I
[[File:Boletus edulis (Tillegem).jpg|thumb|Il porcino, in montellese ''munito'']]
Forte la tradizione della raccolta dei funghi. Il più pregiato è il ''munito'' ([[porcino]]), ma nella tradizione si raccolgono anche ''gallineddre'' ([[Galluzzo|galluzzi]]), ''pieschi'' ([[Lactarius deliciosus|lattaioli]]), ''fongelle'' ([[Tricholoma terreum|morette]]), ''conocchie'' ([[Macrolepiota procera|mazze di tamburo]]), ''viruoli'' ([[Ovulo buono|ovuli]]). Diffuso anche il [[tartufo nero]].
==== Pizza e rustici ====
La pizza, classica e cotta in forno a legna, è molto alta e condita con pomodoro, origano e parmigiano. I rustici e le torte salate si trovano spesso ripieni di salame o pancetta. Tipica della tradizione la pizza con le bietole (''pizza cò re ghiete''), focaccia ripiena di biete, alici e pinoli.
La pizza gialla, e la ''pizza a lo chingo'' vengono ancora oggi preparate anche se la loro tradizione si perde nei secoli. Tipico piatto invernale, una sorta di polenta condita con [[cigole]] e saleme, ovviamente cotta nel forno a legna.
====
Varietà di frutta tipiche della zona sono, oltre alle [[Castagna di Montella|castagne IGP]], le ''[[Mela annurca|mele annurche]]'', le ''pere mast'Antonio'', le nocciole e le noci.
== Economia ==
=== Industria ===
La zona industriale di Montella è ubicata in una vasta area pianeggiante tra l'abitato e il [[convento di San Francesco a Folloni]]. Vi si sono insediate diverse industrie: conserviere, dolciarie, lavorazione del legno, restauro, lavorazione lamiere. Numerose le aziende dedicate alla lavorazione e trasformazione della [[castagna di Montella]]. Importante è anche l'allevamento e l'industria casearia è ben sviluppata.
Importante anche l'industria boschiva con produzione di legna e legnami, soprattutto castagno e faggio.
==Infrastrutture e trasporti==
=== Strade ===
Montella è
Le altre strade che attraversano il territorio comunale sono:
* l'ex [[strada statale 164 delle Croci di Acerno]]
* l'ex [[strada statale 368 del Lago Laceno]]
* l'ex [[strada statale 574 del Monte Terminio]]
* la strada provinciale 43: ''dalla ex SS 164, per San Francesco a Folloni, alla ex SS 368 (km 2,769)''.
* la strada provinciale 95: ''dalla ex SS 368 allo scalo ferroviario di Montella (km 0,234)''.
* la strada provinciale 143: ''da Bagnoli Irpino all'ex [[strada statale 164 delle Croci di Acerno]] (km 5,920)''.
* la strada provinciale 152 1º tratto: ''dalla ex SS 574 (Cruci di Montella) alla SP 108 (Volturara Irpina) (km 9,292)''.
* la strada provinciale 152 2º tratto: ''dalla ex SS 368 (Montella) al Santuario S.S. Salvatore (km 6,327)''.
* la strada provinciale 158: ''dallo scalo ferroviario di Montella per il bivio della ex SS 164 alla frazione Gargano (km 1,800)''.
=== Ferrovie ===
[[
=== Mobilità urbana ===
La cittadina è collegata ad Avellino con frequenti corse di linea [[Autoservizi Irpini|AIR]].
==
=== Sindaci ===
{{ComuniAmminPrecTitolo}}
{{ComuniAmminPrec|[[1993]]|[[1996]]|Fernando Chiaradonna|[[Democrazia Cristiana]]|[[Sindaco (Italia)|Sindaco]]|
}}
{{ComuniAmminPrec|[[1996]]|[[2000]]|Bruno Fierro|[[Partito Democratico della Sinistra|PDS]]|[[Sindaco (Italia)|Sindaco]]|
}}
{{ComuniAmminPrec|[[2000]]|[[2005]]|Bruno Fierro|[[centrosinistra]]|[[Sindaco (Italia)|Sindaco]]|
}}
{{ComuniAmminPrec|[[2005]]|[[2009]]|Salvatore Vestuto|[[centrosinistra]]|[[Sindaco (Italia)|Sindaco]]|
}}
{{ComuniAmminPrec|[[2009]]|[[2019]]|Ferruccio Capone|[[lista civica]]|[[Sindaco (Italia)|Sindaco]]|
}}
{{ComuniAmminPrec|[[2019]]|''in carica''|Rizieri Buonopane|[[centrosinistra]]|[[Sindaco (Italia)|Sindaco]]|
}}
{{ComuniAmminPrecFine}}
=== Gemellaggi ===
Montella è, dal 1991, gemellata con la città di [[Norristown
===Altre informazioni amministrative===
Il comune di Montella fa parte della [[Comunità montana Terminio Cervialto]]
== Sport ==
{{F|centri abitati della Campania|agosto 2019}}
Nello sport:
*il gruppo podistico Montellese "Pedibus Calcantibus", la cui manifestazione più importante è la marcia per la pace Montella-[[Assisi]]-Montella per portare a [[San Francesco a Folloni]] una fiaccola accesa nella casa del Santo.
*"La tana del lupo" raccoglie gli appassionati di tiro al piattello.
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*La Società "Felice Scandone" e la "Montella Calcio", lo sport nazionale.
*L'Associazione Sportiva Dilettantistica Circolo Scacchistico di Montella.
== Note ==
Riga 369 ⟶ 365:
*[[Parco regionale Monti Picentini]]
*[[Campania]]
*[[Terremoto dell'Irpinia del 1980]]
*[[Monti Picentini]]
*[[Castagna di Montella]]
*[[monte
==Altri progetti==
{{interprogetto}}
== Collegamenti esterni ==
*{{Collegamenti esterni}}
{{Comunità montana Terminio Cervialto}}
{{Parco regionale Monti Picentini}}
{{
{{Controllo di autorità}}
{{Portale|Provincia di Avellino}}
[[Categoria:Montella| ]]
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