Montella: differenze tra le versioni

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{{nd}}
{{nota disambigua|altri significati|[[Montella (disambigua)]]}}
{{Divisione amministrativa
|Nome = Montella
|Panorama =PanoramaMontella Montella.jpgJPG
|Didascalia =
|Bandiera = Montella-Gonfalone.png
|Voce bandiera = #Simboli
|Stemma =Montella-Stemma.png
|Voce stemma = #Simboli
|Stato = ITA
|Grado amministrativo = 3
|Divisione amm grado 1 = Campania
|Divisione amm grado 2 = Avellino
|Amministratore locale =Ferruccio CaponeRizieri Buonopane
|Partito = [[listaPartito civica]]Democratico Montella(Italia)|Partito liberaDemocratico]]
|Data elezione =08/06/2009 27-5-2019 (2° mandato dal 10-6-2024)
|Data istituzione =
|Altitudine = 560<ref name=altitudine>{{Cita web|url=http://www.comuni-italiani.it/064/057/clima.html|titolo=Montella|sito=Comuni italiani}}</ref>
|Latitudine gradi=40
|Sottodivisioni = {{cn|Corso, Fondana, Garzano, Piazza, Sorbo, Tagliabosco}}
|Latitudine minuti=51
|Divisioni confinanti = [[Acerno]] ([[provincia di Salerno|SA]]), [[Cassano Irpino]], [[Bagnoli Irpino]], [[Giffoni Valle Piana]] (SA), [[Nusco]], [[Montemarano]], [[Serino]], [[Volturara Irpina]]
|Latitudine secondi=0
|Zona sismica = 2
|Latitudine NS=N
|Gradi giorno = 2002
|Longitudine gradi=15
|Nome abitanti = montellesi
|Longitudine minuti=1
|Patrono = [[san Rocco]]
|Longitudine secondi=0
|Festivo = 16 agosto
|Longitudine EW=E
|PIL =
|Altitudine=556
|PIL procapite =
|Superficie=83
|Mappa = Montella 2016.png
|Note superficie=
|Didascalia mappa = Posizione del comune all'interno della provincia di Avellino
|Abitanti=8013
|Note abitanti=[http://demo.istat.it/bil2010/index.html Dato Istat] - Popolazione residente al 31 dicembre 2010.
|Aggiornamento abitanti=31-12-2010
|Sottodivisioni=Tagliabosco
|Divisioni confinanti=[[Giffoni Valle Piana]] (SA), [[Acerno]] (SA), [[Serino]], [[Volturara Irpina]], [[Montemarano]], [[Nusco]], [[Bagnoli Irpino]], [[Cassano Irpino]]
|Codice postale=83048
|Prefisso=[[0827]]
|Fuso orario=+1
|Codice statistico=064057
|Codice catastale=F546
|Targa=AV
|Zona sismica=2
|Gradi giorno=2002
|Diffusività=
|Nome abitanti=montellesi
|Patrono=[[san Rocco]]
|Festivo=[[16 agosto]]
|PIL=
|PIL procapite=
|Mappa=
|Didascalia mappa=
|Sito=http://www.comunemontella.it
}}
 
'''Montella'''<ref>Sulla pronuncia del [[toponimo]], vedi la voce ''Montella'' del ''[[Dizionario d'ortografia e di pronunzia]]'': http://www.dizionario.rai.it/poplemma.aspx?lid=41930&r=32136 {{Webarchive|url=https://web.archive.org/web/20130921061212/http://www.dizionario.rai.it/poplemma.aspx?lid=41930&r=32136 |date=21 settembre 2013 }}.</ref> è un [[Comune (Italia)|comune italiano]] di {{Popolazione|ITA}} abitanti<ref name="template divisione amministrativa-abitanti" /> della [[provincia di Avellino]] in [[Campania]].
{{quote|Montella et gelidi valete fontes / et silvae et nemore alta castanetis<ref>"Montella tra note e immagini", Salvatore Moscariello, pag. 44</ref>| [[Accademia Pontaniana|Giano Anisio]], 1540 ca. }}
 
Nato su una zona già abitata dal periodo [[neolitico]], il paese divenne [[Gastaldato|sede gastaldale]] e poi [[conte]]a sotto i [[Longobardi]].<ref name="Moscariello">"Montella tra note e immagini", Salvatore Moscariello, 1991</ref> Montella è nota per la produzione della [[castagna di Montella|castagna]], cui è riconosciuto il marchio [[Indicazione geografica protetta (Unione europea)|IGP]], e per il [[tartufo nero]]. Il territorio, compreso nel [[parco regionale Monti Picentini]], è prevalentemente montuoso e ricco di [[Sorgente (idrologia)|sorgenti]], quattro delle quali alimentano l'[[Acquedotto Pugliese]]. Dalla sorgente del [[Monte Accellica]], nel territorio di Montella, nasce il fiume [[Calore Irpino]].
'''Montella'''<ref>Sulla pronuncia del [[toponimo]], cfr.[http://www.dizionario.rai.it/poplemma.aspx?lid=41930&r=32136 Dizionario d'ortografia e di pronunzia].</ref> è un [[comune italiano]] di 8.013 abitanti<ref>[http://demo.istat.it/bil2010/index.html Dato Istat al 31/12/2010].</ref> della [[provincia di Avellino]], in [[Campania]], nella [[regione storica]] dell'[[Irpinia]]. La zona era abitata già nel periodo [[neolitico]]. Il paese nasce come villaggio [[sannita]] nel I millennio a.C., per poi diventare [[municipio romano]] e [[Comune medievale|comune]] sotto i [[Longobardi]]<ref name="Moscariello">"Montella tra note e immagini", Salvatore Moscariello, 1991</ref>.
 
A Montella si conserva l'unico esemplare originale di [[giornea]] mai rinvenuto, conservato presso il [[convento di San Francesco a Folloni]], facente parte dei paramenti funebri del conte [[Diego I Cavaniglia]], morto nel 1481 nella [[battaglia di Otranto]] contro i turchi.<ref>[http://www.incampania.com/beniculturali.cfm?Menu_ID=205&Sub_ID=210&Info_ID=4420 Convento e Museo di San Francesco a Folloni - Architettura - Montella - Avellino - InCampania<!-- Titolo generato automaticamente -->] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20101228002624/http://incampania.com/beniculturali.cfm?Menu_ID=205&Sub_ID=210&Info_ID=4420 |data=28 dicembre 2010 }}</ref>.
È nota per la produzione della [[Castagna di Montella]], cui è riconosciuto il marchio [[Indicazione geografica protetta|IGP]].
 
== Geografia fisica ==
{{dx|[[File:MontiPicentiniMontella(AV).JPG|thumb|left|320px|IlMontella panoramasovrastata deidal [[MontiComplesso Picentini]]monumentale daldel Monte|Complesso Sassosano.del Monte]]]]}}
{{Citazione|Addio Montella e fresche sorgenti<br />E boschi e alte foreste di castagni<br />Una volta mi ospitavi con le tue frescure,<br />O Montella, nello stuolo delle tue alpestri sorelle<br />L'unica e la più nobile e la più gioiosa| [[Giano Anisio]], 1520 ca.|Montella et gelidi valete fontes<br />Et silvae et nemore alta castanetis<br />Tunc me frigoribus tuis tenebas<br />Montella alpigenum e choro sororum<br />Una nobiliorque laetiorque etc.<ref>"Montella tra note e immagini", Salvatore Moscariello, pag. 44</ref>|lingua=la }}
[[File:Montella ai piedi dei monti.jpg|thumb|left|320px|Il paese con lo sfondo del Monte Piscacco]]
Situata nel settore meridionale dell'[[Irpinia]], Montella fa parte della [[comunità montana Terminio Cervialto]]; l'escursione altimetrica nel comune è di 1616 metri<ref>{{cita testo|url=http://www.comuni-italiani.it/064/057/statistiche/classifiche.html|titolo=Montella: Posizione nelle Classifiche<!-- Titolo generato automaticamente -->}}</ref>.
 
Il [[Calore Irpino|fiume Calore]] ha la sua sorgente nel comune di Montella. Importanti sono le valenze paesaggistiche, in particolare l'[[altopiano]] di Verteglia, vasto e ricoperto da faggi; tra le numerose grotte esistenti, la ''Grotta dei Cantraloni'' e la ''Grotta del Caprone''.
Il territorio, sito nel [[Parco regionale Monti Picentini]] e prevalentemente montuoso, è rinomato per la bellezza del paesaggio. Montella fa parte della [[Comunità montana Terminio Cervialto]], dal nome dei due monti alle piedi dei quali si sviluppa (il [[Terminio]], che raggiunge quota 1.806&nbsp;m [[s.l.m.]], e il [[Cervialto]], 1.809&nbsp;m [[s.l.m.]]) . Numerosi i punti di osservazione panoramica: le ''Ripe della Falconara''; il ''Pizzillo''; il ''tratturo'' regio da Montella al Castello del Monte; la ''Foa'' sulla sommità del monte Sassetano che domina l'abitato.
 
Dei {{M|93.32|ul=km²}} del territorio montellese, 0,96 sono occupati dal centro urbano, 49,30 sono a zona boschiva, 5,78 sono a pascolo o incolte, 13,49 a coltivazioni varie, e 13,79 (oltre il 16%) sono [[Castanea sativa|castagneti]]<ref>{{cita testo|url=http://spazioinwind.libero.it/circolodidatticomontella/la_castagna_doc_di_montella.htm|titolo=La Castagna DOC di Montella<!-- Titolo generato automaticamente -->}}</ref>.
Il [[Calore Irpino|fiume Calore]] ha la sua sorgente nel comune di Montella. Importanti sono le valenze paesaggistiche, in particolare l'[[altopiano]] di [[Verteglia]], vasto e ricoperto da faggi; tra le numerose grotte esistenti, la ''Grotta dei Cantraloni'' e la ''Grotta del Caprone''.
 
=== FaunaIdrografia ===
[[File:Montella acque sotto ponte romano.jpg|thumb|Il fiume [[Calore Irpino|Calore]] scorre sotto il ponte {{Senza fonte|romano del I secolo a.C.}}, detto ''della Lavandaia'']]
Ricca è la fauna del territorio montellese, anche se molto meno rispetto alla prima metà del secolo scorso. Le specie sono quelle tipiche della [[Appennini|catena appenninica]].
[[File:Montella cascata.jpg|thumb|Cascata della Lavandaia]]
{{Citazione|Ocelle fluminum Calor, Calor pulcher<br />Calor bonarum cura, amorque Nimpharum,<br />Quem Coerulum fovens caput sinu blando<br />Montella secum amore vincit aeterno<ref>"Montella tra note e immagini", Salvatore Moscariello, pag. 45</ref>|[[Giovanni Cotta]]}}
Data la sua grande riserva idrica, Montella è in grado di fornire acqua a molte zone della Campania e della [[Puglia]]. Le sorgenti denominate ''Peschiera'', ''Pollentina'', ''Prete'' e ''Bagno della Regina'' alimentano l'[[Acquedotto pugliese]] attraverso le opere di captazione ubicate nel comune di [[Cassano Irpino]].
Nel territorio del comune di Montella si trova la sorgente del [[Calore Irpino|fiume Calore]], la principale per portata e importanza; sempre a Montella si trovano le sorgenti dell{{'}}''Acqua degli Uccelli'' ai piedi del [[monte Terminio]], delle ''Acque Nere'', della ''Tufara'', il torrente ''Jumiciello'' tra il monte Sassetano e il monte Tufara, le sorgenti della ''Scorzella'', torrente che affluisce nel fiume Calore, il ''torrente Santa Maria'' che attraversa il paese, il ''Lacinolo'' e il ''Bagno della Regina''.
 
Sul territorio sono presenti quattro cascate: la '' cascata della Tufara'', la ''cascata della Madonnella''; la ''cascata del Fascio'', costruita appunto in epoca fascista per convogliare le acque nell'acquedotto di Montella, e che è uno dei luoghi di partenza delle escursioni; la ''cascata della Lavandaia'' (''la Pelata''), già presente al tempo della realizzazione dell'omonimo ponte ([[I secolo a.C.]]), sottoposta a lavori di rifacimento nel [[XV secolo]] per alimentare il mulino voluto dai cittadini che, attivo fino agli [[anni 1950|anni cinquanta]] del [[XX secolo]], è oggi allo stato di rudere.
==== Mammiferi ====
Le montagne di Montella hanno sempre ospitato il [[lupo]], da cui prende il nome l'Irpinia. Sono pochi oggi gli esemplari presenti (la popolazione è stata decimata nella seconda metà del secolo scorso ad opera soprattutto dei pastori). Non è difficile imbattersi nella [[Vulpes vulpes|volpe]], che a differenza di altri, è solita scendere in paese durante la notte. Diffusi nelle campagne sono la [[talpa]], il [[erinaceus europaeus|riccio]], il [[Meles meles|tasso]], la [[Puzzola europea|puzzola]], la [[faina]] e la [[martora]]; la [[lepre]], tipica di queste zone si può considerare estinta, dato il sopravvento di altre sottospecie europee. Le montagne ospitano anche il [[cinghiale]].
 
==== RettiliGrotte e Anfibi ====
Il sottosuolo del territorio presenta varie insenature, passaggi, aperture, condotti e caverne, dati dal fenomeno carsico a cui sono soggette le montagne. La più grande tra le grotte e quella detta ''del Caprone''.
Per i [[rettili]], sono presenti varie specie di lucertole. In particolare possiamo citare la [[lucertola muraiola]], il [[Lacerta bilineata|ramarro]]; e l'[[orbettino]], un'[[Anguidae]]. Sono inoltre presenti diverse specie di [[Natrix|bisce]] e [[vipera|vipere]].
Le grotte sono diverse ed in parte esplorate ed esplorabili. I fenomeni di superficie comprendono [[Inghiottitoio|inghiottitoi]] e [[Dolina carsica|doline]], molto presenti nella zona di Verteglia.
 
=== Sismologia ===
Sono presenti sia anfibi [[Urodeli]] che [[Anuri]]; grazie alla presenza di molti corsi d'acqua e laghetti, tra i primi, la [[salamandra (zoologia)|salamandra]] pezzata e la salamandrina dagli occhiali, ambedue molto rare; nei pressi dei pozzi è facile trovare il [[tritone (anfibi)|tritone]], crestato e italico. Degli anuri, Verteglia in special modo ospita la [[ranidae|rana]] verde, la rana appenninica e la rana agile. In località Acque della Madonna, sempre a Verteglia, e nel periodo riproduttivo, è vasta la presenza del [[rospo]] e della [[raganella]].
{{vedi anche|Terremoti in Irpinia}}
Il territorio comunale è parte integrante del [[distretto sismico]] dell'[[Irpinia#Sismologia|Irpinia]]. In occasione del [[terremoto dell'Irpinia del 1980|terremoto del 1980]] vi furono, nel solo comune di Montella, 10 morti, 290 feriti e {{formatnum:1191}} senzatetto<ref name="ingv">{{cita web|url=http://storing.ingv.it/cfti4med/quakes/41752.html|titolo=Catalogue of strong earthquakes in Italy|sito=INGV|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20180107061807/http://storing.ingv.it/cfti4med/quakes/41752.html}}</ref>.
* [[Classificazione sismica dell'Italia|Classificazione sismica]]: zona 2 (sismicità media)<ref>{{cita web|url=http://www.protezionecivile.gov.it/resources/cms/documents/Classificazione2015.xlsx|titolo=Classificazione sismica dei comuni italiani|sito=Protezione Civile|accesso=13 gennaio 2018|dataarchivio=4 novembre 2017|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20171104115053/http://www.protezionecivile.gov.it/resources/cms/documents/Classificazione2015.xlsx|urlmorto=sì}}</ref>
 
==== UccelliClima ====
Montella, situata intorno ai 560 metri circa di altitudine<ref name=altitudine/>, gode di un clima continentale: l'inverno è rigido con frequenti piogge, nebbia e molta umidità. Tra dicembre e febbraio non mancano le nevicate. In questi periodi capita che le temperature scendano al disotto dello zero. In primavera e agli inizi dell'autunno sono frequenti brina e gelate, mentre in estate il clima è mite, infatti di rado le temperature superano i 35 gradi.
[[File:Montellaconneve.gif|500px|thumb|Montella sotto la neve]]
[[File:Valle del Torrente Sorbitello da Verteglia.jpg|thumb|310px|Valle del Torrente Sorbitello]]
Dal 1994, sul massiccio della Celica, è tornata l'[[aquila reale]] che aveva abbandonato il luogo. Si trovano anche la [[Buteo buteo|poiana]], il [[gheppio]], il [[falco pellegrino]], lo [[sparviero]], la [[Athene noctua|civetta]], il [[barbagianni]], il [[biancone]] e l'[[astore]]. Sul Fiume Calore, e durante i periodi di migrazione, si fermano la [[cicogna]] bianca, l'[[airone cenerino]] e il [[germano reale]].
 
=== FloraStoria ===
{{Approfondimento
|allineamento = destra
|larghezza = 310px
|titolo = <div style="text-align:center;">Le famiglie storiche<ref>Da "Famiglie montellesi cospicue, da cui uscirono esecenti professioni liberali, dal XV alla fine del XVIII" in Francesco Scandone, "L'Alta Valle del Calore. Il municipio di Montella, col suo feudo, nei tempi moderni incominciando dal dominio della Casa D'Aragona", Napoli 1920</ref></div>
|contenuto = <br />Francesco Scandone riporta le famiglie storiche montellesi nel suo ''L'Alta Valle del Calore. Il municipio di Montella, col suo feudo, nei tempi moderni incominciando dal dominio della Casa D'Aragona''. Tra queste, quelle non estinte sono:
[[File:Coa fam ITA abiosi.jpg|50px|miniatura|sinistra|Stemma famiglia Abiosi]]
*Abiosi: tra le più antiche, presente a Montella probabilmente già nel [[XIV secolo]], si conserva ancora oggi presso il palazzo Abiosi la laurea di un "Guglielmus Abiosus de Montella" datata 9 maggio [[1483]], al più antica laurea rilasciata dall'Università di Napoli che si conservi. Imparentata con diverse famiglie nobili campane, tra cui i [[Capece (famiglia)|Capece Minutolo di San Valentino]] e i Mangoni di Santo Stefano, la famiglia si fregia del titolo [[Barone|baronale]]. Il Palazzo della famiglia si trova sulla piazza principale del paese.
*Boccuti: famiglia nobile di cui si ha notizia a Montella già nel [[XVI secolo]] con l'avvocato Scipione Boccuti
*Delli Bovi: tra le famiglie nobili del paese, giuristi per generazioni a partire dal XVI secolo con Benedetto Delli Bovi
*Bruni Roccia: famiglia nobile di Borgogna discesa in Italia al seguito di Re Renato d'Angiò (sec. XV) in persona di Richard de la Roche detto il Bruno. Ottenne diritti feudali in Montella e Cassano Irpino. Godette di giuspatronato in San Francesco a Folloni e nella Collegiata di Montella. Espresse condottieri, accademici e numerosi medici e giuristi tra cui Francesco, primo presidente di suprema corte di Cassazione. Nel XVI secolo realizzò l'omonimo Palazzo ancora oggi proprietà della famiglia.
*Capone: famiglia nobile risalente al sec. XII; espresse numerosi giuristi dalla fine del [['400]], incluso Giulio, professore in Napoli nel sec XVII; realizzò il Palazzo Capone andato perso con il Terremoto del 1980. Diede i natali al Senatore [[Filippo Capone]], figura eminente del Risorgimento italiano, per poi estinguersi alla metà del secolo scorso.
*Cianciulli: presente a Montella già nel [[XVII secolo]], diede i natali al marchese [[Michelangelo Cianciulli]], Ministro della Giustizia del Regno e poi Reggente delle [[Due Sicilie]]. A Montella esiste ancora il Palazzo della famiglia nel rione S. Giovanni
*Gambone: ricca famiglia di giuristi fin dal [[XVI secolo]], ad essa appartiene Luigi Gambone, nominato consigliere regio nel [[1589]]
*Lepore: si ha notizia della famiglia già nel [[1565]] con Traiano, giunto a Montella da Napoli. Raggiunse il prestigio nel XVIII secolo, realizzando il Palazzo di famiglia dove fu ospite re [[Giuseppe Bonaparte]]
*Moscariello: presente a Montella dal XVI secolo, originaria di [[Nusco]]
*Palatucci: tra le più antiche, godeva del titolo baronale. Cesare Palatucci, barone di Montella, emigrò a Castagneto Cilento nel XVIII secolo
*Pascale: famiglia di medici; si ha notizia di un medico Bartolomeo Pascale, morto a Montella nel [[1609]]. Il Palazzo Pascale è andato perduto con il Terremoto del 1980, quando il ramo principale della famiglia si era già estinto da decenni
*Scandone:originaria di [[Troia (Italia)|Troia]], il capostipite, [[Miale da Troia]], detto "Il pazzo", combatté nella [[disfida di Barletta]] e ricevette da [[Carlo V d'Asburgo|Carlo V]] il titolo di [[cavaliere]]. Ad insediarsi per primo a Montella fu il nipote Cesare, nel [[1552]], cambiando il nome della famiglia in Scandone, già soprannome della stessa
*Trevisani: famiglia nobile di notai e poi magistrati, realizzò l'omonimo Palazzo tra i più belli del paese, ancora oggi proprietà della famiglia
*Volpe: presente a Montella già nel [[XVI secolo|'500]] con Giovanni Volpe, che fu sindaco del paese nel [[1546]], di Pellegrino Volpe si conserva la laurea in Giurisprudenza datata 18 maggio [[1685]]. Il palazzetto seicentesco della famiglia, sulla via del Corso, distrutto dal Terremoto del 1980, è stato ricostruito riutilizzando il portale originale con lo stemma della famiglia
}}
=== Dalle origini alla conquista romana ===
[[File:Montella nel X secolo.tif|thumb|left|upright=1.1|Montella nella [[Campania]] del X sec.]]
[[File:Piazza Bartoli.JPG|thumb|left|upright=1.1|Il Castello del Monte, opera longobarda, e sullo sfondo la Chiesa Madre sulla destra e il palazzo Abiosi sulla sinistra]]
Il nome deriva da ''Monticulus'' o ''Montillus'', da cui ''Montilla'', ''Motilla'' e infine Montella. Deriva chiaramente da monte, nel senso di colle fortificato<ref name="Moscariello"/>. Non sappiamo molto in merito ai primi abitanti della zona di Montella, ma il ritrovamento di reperti dell'[[età del bronzo]] fa pensare che la zona fosse già abitata nel III millennio a.C. Quello che è certo è che attorno al 500 a.C. circa alcune tribú [[sanniti]]che [[Irpini|irpine]] si insediarono nella zona compresa tra il fiume Calore e il fiume Lacinolo. Di ciò si può esser certi poiché nella zona bassa dell'odierno abitato di Montella sono stati rinvenuti numerosi reperti databili dal 500 a.C. fino a tutto il periodo della dominazione romana, tra cui monete greche che testimoniano i rapporti commerciali delle tribù locali con le [[colonie della Magna Grecia]]<ref name="Moscariello"/>.
 
Nel periodo immediatamente antecedente la conquista romana, le tribú irpine ebbero come loro punto di interesse religioso e militare il luogo che oggi viene denominato ''Montella piccola'', che doveva essere un presidio militare realizzato con le tecniche proprie di quelle popolazioni: una semplice palizzata con al massimo dei contrafforti in terra battuta. Certo è da dire che il popolo dei Sanniti, di cui la tribú Irpina era parte, costruiva in alcuni casi anche strutture notevoli usando massicci blocchi di pietra bianca, ma nel territorio di Montella tali opere non ve ne sono, perciò si potrebbe convenire che il punto di interesse di ''Montella piccola'' sia stato munito di una protezione in terra battuta o argilla con palizzata di legno<ref name="Moscariello"/>.
La flora è varia, e cambia al variare dell'altitudine.
 
Gli Irpini, che insieme ai Pentri e ai Caudini erano parte importante della confederazione militare sannitica, combatterono contro i Romani nelle famose tre [[guerre sannitiche]]. Le legioni Romane ebbero il sopravvento e l'egemonia di Roma si estese su tutto il territorio interno della Campania.<ref name=autogenerato1>F. Scandone, ''L'Alta valle del Calore. Montella antica e medio-evale e le sue costituzioni municipali'', Libreria Detken & Rocholl, Napoli 1911</ref>
Al di sopra dei 500 metri troviamo castagni e faggi, folti boschi cedui e fustaie. Presenti anche latifoglie e querce come il cerro o la roverella. In minore presenza troviamo il [[carpinus|carpino]] bianco, orientale e nero. Un'altra specie presente è l'ontano napoletano. Nelle zone più calde, esposte a sud, troviamo il [[leccio]] e l'[[orniello]]. Non mancano essenze tipiche della fascia mediterranea come la [[fillirea]] e il [[corbezzolo]].
 
Agli inizi del secolo scorso il rinvenimento di sepolture di [[epoca romana]] nella zona di Folloni e dei resti di una villa in località San Vito (di cui si sono perse poi le tracce), oltre al rinvenimento di numerosi reperti in zona Fontana (1978) e in altre località, quasi tutte portate nel giardino di Palazzo Capone e attualmente presso la sezione archeologica del [[Museo irpino]] di Avellino, servirono quali documenti storici circa l'epoca romana nel territorio montellese. Un cippo rinvenuto in località ''Chianola'' riporta i nomi dei magistrati che intorno al [[130 a.C.]] eseguirono la divisione agraria della zona: Marco Fulvio Flacco, Gaio Papirio Carbone e Gaio Sempronio Gracco. Lo stesso cippo riporta l'indicazione del [[Cardine (storia romana)|cardo]] e del [[decumano]] dell'insediamento romano.<ref name="Moscariello"/>
La collina è in gran parte occupata da coltivazioni di [[Corylus avellana|nocciolo]] e [[castagno]]. Troviamo ancora, lungo i corsi d'acqua, [[salici]], [[pioppi]], e l'[[ontano nero]]. Salendo compaiono l'[[acero]] e il [[faggio]].
 
=== Medioevo ===
Nel boschi si trovano fragoline, [[mirtilli]], [[lamponi]], una certa varietà di [[funghi]] e il [[tartufo nero]].
 
[[File:Castello del Monte Montella.JPG|thumb|upright=1.1|Castello del Monte (VI - XIII secolo)]]
I fiori presenti, oltre al diffusissimo "Chrysanthemum leucanthemum", ossia la [[Margherita comune]], sono i [[Ranuncolo|ranuncoli]], le [[Viola (botanica)|viole]], le [[Campanula|campanule]], i [[bucaneve]], i [[Crocus|crochi]], le [[Genziana|genziane]] e gli [[Anemone|anemoni]] oltre a varie specie di [[orchidee]]. Ricca è la presenza di piante aromatiche, come il [[thymus|timo]], la [[santoreggia]], il [[rosmarino]], l'[[origano]], la [[Melissa officinalis|melissa]], la [[maggiorana]].
In epoca [[Longobardi (Italia)|longobarda]] Montella fu sede di un importante [[gastaldati longobardi|gastaldato]], data la sua collocazione strategica tra il [[Ducato di Benevento|principato di Benevento]] e il [[principato di Salerno]]. Un notevole posto di guardia dell'epoca medievale era il Castello del Monte.
 
Prima menzione scritta di Montella potrebbe essere un giudicato del duca di Benevento [[Arechi II]] del [[762]] ''in curta nostra que vocatur Montella''. Poiché però nel medesimo documento è presente anche la dicitura ''in nominata curte nostra Montellari'' si è anche ipotizzato che il reale riferimento documentale fosse a "Montellari" o "Montillaro" antico borgo medievale situato nella [[valle del Cervaro]], a nord di [[Bovino (Italia)|Bovino]].<ref>{{Cita testo|autore=Marcello Rotili|titolo=I Longobardi: migrazioni, etnogenesi, insediamenti|p=39|url=http://www.rmoa.unina.it/1488/1/RM-Rotili-Longobardi.pdf|urlmorto=no|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20231226084032/http://www.rmoa.unina.it/1488/1/RM-Rotili-Longobardi.pdf}}</ref>
=== Risorse idriche ===
[[Image:Montella cascata ponte romano.jpg|thumb|300px|Cascata della Lavandaia]]
{{quote|Ocelle fluminum Calor, Calor pulcher <br>Calor bonarum cura, amorque Nimpharum,<br> Quem Coerulum fovens caput sinu blando<br> Montella secum amore vincit aeterno<ref>"Montella tra note e immagini", Salvatore Moscariello, pag. 45</ref>|[[Giovanni Cotta]]}}
 
Sotto la [[conquista normanna dell'Italia meridionale|dominazione normanna]] e [[Hohenstaufen|sveva]] Montella, diventata [[contado|contea]], fu feudo dei signori De Tivilla e poi dei [[D'Aquino (famiglia)|d'Aquino]] (dal 1174 al 1293). Tommaso II d'Aquino era signore del feudo quando nel 1222 frate [[Francesco d'Assisi]], durante il suo viaggio di ritorno dal Santuario di S. Michele Arcangelo del Gargano, si fermò nei pressi di Montella, nel bosco di Folloni; decise di lasciare in quel luogo alcuni frati affinché edificassero un dormitorio e convertissero con la loro missione i ladri che infestavano il bosco. Sorse così il [[Convento di San Francesco a Folloni|monastero di San Francesco a Folloni]] che tutt'oggi partecipa in maniera attiva alla vita della comunità. Testimonianza di quel passaggio è l'affresco di [[Giotto]] nella [[Basilica superiore di Assisi]] che raffigura il miracolo de "la morta di [[Montemarano]]", paese vicino Montella.
Data la sua grande riserva idrica Montella è in grado di fornire acqua a molte zone della Campania e della [[Puglia]]. Le risorse idriche di Montella alimentano l'[[Acquedotto pugliese]] attraverso le opere di captazione ubicate nel comune di [[Cassano Irpino]].
[[Immagine:Montella acque sotto ponte romano.jpg|thumb|left|180px|Il fiume Calore scorre sotto il ponte romano del I secolo a.C.]]Nel territorio del comune di Montella si trova la sorgente del [[Calore Irpino|fiume Calore]], la principale per portata e importanza, vi sono le sorgenti delle sull'altopiano di Verteglia; sempre a Montella si trovano le sorgenti dell'''Acqua degli Uccelli'' ai piedi del [[monte Terminio]], delle ''Acque Nere'', della ''Tufara'', il torrente ''Jumiciello'' tra il monte Sassetano e il monte Tufara, le sorgenti della ''Scorzella'', torrente che affluisce nel fiume Calore, il torrente Santa Maria nell'omonimo vallone che attraversa il paese, il ''Lacinolo'' e il ''Bagno della Regina''.
 
Sotto il dominio [[angioino]], il Castello del Monte divenne proprietà dei [[Angiò|principi di Taranto]]. [[Carlo II d'Angiò]] fece del castello un suo luogo di ritiro, abbellendo il parco con fontane e piante<ref name=autogenerato1 />.
Sul territorio sono presenti tre cascate:
*La ''cascata della Madonnella'': è difficile vederla dalla strada; Crea un suggestivo scenario dal quale è possibile anche pescare.
*La ''cascata del Fascio'': costruita appunto in epoca fascista per convogliare le acque nell'acquedotto di Montella, è uno dei luoghi di partenza delle escursioni, è raggiungibile e osservabile facilmente.
*La ''cascata della Lavandaia'' (''la Pelata''): già presente al tempo della realizzazione dell'omonimo ponte (I secolo a.C.) fu sottoposta a lavori di rifacimento nel XV sec. per alimentare il mulino voluto dai cittadini. È facile osservarla anche dalla strada. È ancora visibile sulla sommità il vecchio sistema di chiuse meccaniche, originali dell'epoca. Del mulino pubblico restano ancora delle parti.
 
===La dominazione aragonese: i Cavaniglia===
=== Grotte ===
Il sottosuolo del territorio presenta varie insenature, passaggi, aperture, condotti e caverne, dati dal fenomeno carsico a cui sono soggette le montagne. La più grande tra le grotte e quella detta "del Caprone".
Le grotte sono diverse ed in parte esplorate ed esplorabili. I fenomeni di superficie comprendono inghiottitoi e doline, molto presenti nella zona di Verteglia.
 
Con l'arrivo degli [[Aragonesi]] Montella passò sotto il dominio dei conti [[Cavaniglia]], venuti nel regno di Napoli dalla Spagna al seguito di [[Alfonso V d'Aragona|Alfonso V]]. Il paese conobbe un periodo di splendore. Nel 1445 il castello del Monte ospitò una memorabile battuta di caccia cui prese parte re [[Alfonso il Magnanimo]]. Durante la signoria di Troiano I Cavaniglia, il palazzo di corte fu frequentato dagli [[Accademia Pontaniana|accademici pontaniani]], oltre che da pittori e intellettuali provenienti da diverse parti del regno.
=== Clima ===
Montella, situata tra i 550 e i 700 metri circa di altitudine, gode di un clima continentale: l'inverno è rigido con frequenti piogge, nebbia e molta umidità. Tra dicembre e febbraio non mancano le nevicate. In questi periodi capita che le temperature scendano al disotto dello zero. In primavera e agli inizi dell'autunno sono frequenti brina e gelate, mentre in estate la siccità predomina sul territorio con rare piogge e venti di ponente e di scirocco. In questo periodo le temperature raramente superano i 35 gradi, ed il clima secco rende la città molto vivibile rispetto a tante metropoli.
 
Delle numerose testimonianze rimaste della signoria dei Cavaniglia la più importante è sicuramente il mausoleo di Don [[Diego I Cavaniglia]], glorioso capitano, ferito a morte durante la battaglia contro i Turchi [[battaglia di Otranto|ad Otranto]], opera di [[Jacopo della Pila]]<ref>{{cita testo|url=http://www.treccani.it/enciclopedia/jacopo-della-pila_%28Dizionario-Biografico%29/|titolo=Jacopo della Pila}}</ref>.
== Storia ==
=== Dalle origini alla conquista romana ===
[[File:Castello del Monte.JPG|thumb|left|350px|Il Castello del Monte, opera longobarda realizzata su un precedente insediamento di epoca romana.]]Non sappiamo molto in merito ai primi abitanti della zona di Montella, ma il ritrovamento di reperti dell'[[età del bronzo]] fanno pensare che la zona fosse già abitata nel III millennio a.C.
 
Dopo i Cavaniglia, famiglia feudataria di Montella sono stati i De Tolfa. Nel 1613 il nobile genovese Antonio [[Grimaldi (famiglia)|Grimaldi]] acquista il feudo di Montella per {{formatnum:47400}} ducati. Nel 1680 il feudo diventa proprietà del doge di Genova Francesco Maria Sauli, per poi passare definitivamente ai [[D'Oria]]. Ultimo feudatario di Montella fu il principe Marcantonio II D'Oria<ref name=autogenerato1 />.
Quello che è certo è che attorno al 500 a.C. circa alcune tribú [[sanniti]]che [[Irpini|irpine]] si insediarono nella zona compresa tra il fiume Calore e il fiume Lacinolo. Di ciò si può esser certi poiché nella zona bassa dell'odierno abitato di Montella sono stati rinvenuti numerosi reperti databili dal 500 a.C. fino a tutto il periodo della dominazione romana.
 
Nel periodo immediatamente antecedente la conquista romana, le tribú irpine ebbero come loro punto di interesse religioso e militare il luogo che oggi viene denominato ''Montella piccola'', che doveva essere un presidio militare realizzato con le tecniche proprie di quelle popolazioni: una semplice palizzata con al massimo dei contrafforti in terra battuta. Certo è da dire che il popolo dei Sanniti, di cui la tribú Irpina era parte, costruiva in alcuni casi anche strutture notevoli usando massicci blocchi di pietra bianca, ma nel territorio di Montella tali opere non ve ne sono, perciò si potrebbe convenire che il punto di interesse di ''Montella piccola'' sia stato munito di una protezione in terra battuta o argilla con palizzata di legno. Tale struttura non è collocata nel moderno abitato di Montella ma più in direzione del fiume Calore, in alto, sul versante del&nbsp;m. Salvatore.
 
Gli Irpini, che insieme ai Pentri e ai Caudini erano parte importante della confederazione militare sannitica, combatterono contro i Romani nelle famose tre [[Guerre sannitiche]]. Le legioni Romane ebbero il sopravvento e l'egemonia di Roma si estese su tutto il territorio interno della [[Campania]]. Montella divenne [[municipio romano]].
 
=== Il Medioevo ===
[[File:Castello del Monte Montella.JPG|thumb|350px|Castello del Monte (VI - X sec.)]]
 
In epoca longobarda Montella fu sede di un importante [[gastaldato]], data la sua collocazione strategica tra il beneventano e il salernitano. Un notevole posto di guardia dell'epoca medievale era il Castello detto della ''Rotonda'', di cui oggi sono ancora visibili i ruderi.
 
Durante la dominazione [[Normanni|Normanna]] e [[Svevi|Sveva]] Montella, diventata [[contado|contea]], fu feudo dei signori [[D'Aquino (famiglia)|d'Aquino]] (dal 1174 al 1293), sotto il dominio dei quali nacque [[Rinaldo d'Aquino]], rimatore della scuola poetica siciliana. Tommaso II d'Aquino era signore del feudo quando nel 1222 frate [[Francesco d'Assisi]], durante il suo viaggio di ritorno dal Santuario di S. Michele Arcangelo del Gargano, si fermò nei pressi di Montella, nel bosco di Folloni; decise di lasciare in quel luogo alcuni frati affinché edificassero un dormitorio e convertissero con la loro missione i ladri che infestavano il bosco. Sorse così il [[Convento di San Francesco a Folloni|monastero di San Francesco a Folloni]] che tutt'oggi partecipa in maniera attiva alla vita della comunità. Testimonianza di quel passaggio è l'affresco di [[Giotto]] nella [[Basilica superiore di Assisi]] che raffigura il miracolo de "la morta di [[Montemarano]]", paese vicino Montella.
 
Dopo un periodo di miseria sotto il dominio [[angioino]], con l'arrivo degli Aragonesi Montella passò sotto il dominio dei conti Cavaniglia, venuti nel Regno di Napoli dalla Spagna al seguito di [[Alfonso V d'Aragona|Alfonso V]]. Il paese conobbe un periodo di splendore. Nel 1445 la tenuta dei Cavaniglia ospitò una memorabile battuta di caccia cui prese parte il Re [[Alfonso il Magnanimo]]. Durante la signoria di Troiano I Cavaniglia, il Palazzo di Corte fu frequentato dagli [[Accademia Pontaniana|accademici pontaniani]], oltre che da pittori e intellettuali provenienti da diverse parti del Regno.
 
Delle numerose testimonianze rimaste della signoria dei Cavaniglia la più importante è sicuramente il mausoleo di Don [[Diego I Cavaniglia]], glorioso capitano, ferito a morte durante la battaglia contro i Turchi ad [[battaglia di Otranto|Otranto]], opera di [http://www.treccani.it/enciclopedia/jacopo-della-pila_%28Dizionario-Biografico%29/ Jacopo della Pila]. Dopo i Cavaniglia, famiglie feudatarie di Montella sono state i De Tolfa, i Grimaldi, i Sauli e, in ultimo, i D'Oria. Ultimo feudatario di Montella fu il principe Marcantonio II D'Oria.
 
===Periodo borbonico e epoca contemporanea===
 
[[File:Umberto Montella.jpg|thumb|210pxupright=1.2|left|Il Principe [[Umberto II d'Italia|Umberto di Savoia]] al balcone del Municipio di Montella nel 1936]]
Ebbe un ruolo considerevole nel [[Regnoregno delle Due Sicilie]] nuovamente per la sua posizione di confine, tra il [[Principato Ultra]], attuale [[beneventano]], e il [[Principato Citra]], attuale [[salerno|salernitano]]. A Montella soggiornò [[Giuseppe Bonaparte]] di ritorno dalle Puglie, presso il Palazzo dei Lepore. MontellaMontellese diedeera i natali alil marchese [[Michelangelo Cianciulli]], [[Ministroministro di Graziagrazia e Giustizia|Ministro di Graziagiustizia e Giustiziareggente delle Due Sicilie]] e [[Re delle Due Sicilie|Reggente delle Due Sicilie]] nella fase di passaggio dai [[Borbone di Napoli|Borbone]] all'occupazione francese.
 
Per Montella il lungo periodo feudale ebbe termine agli inizi del [[XIX secolo]], proprio ad opera del [[Michelangelo Cianciulli|Cianciulli]], estensore, quale Ministroministro della Giustiziagiustizia del Regno, delle [[leggi eversive della feudalità]].
 
Durante la [[Secondaseconda guerra mondiale]], la ''Piana del Dragone'' e gli '' Altopiani di Verteglia'', nel territorio montellese, è uno deisono punti strategici delledi Grandigrandi manovre del 1936militari. In quel periodo per più volte il [[Principeprincipe ereditario]] [[Umberto II d'Italia|Umberto di Savoia]] sarà ospite del [[Conventoconvento di San Francesco a Folloni]], cui rimarrà legato e a cui donerà la statua che ancora oggi si trova nella nicchia sul portale principale della chiesa. Nel 1936, [[Benito Mussolini|Mussolini]] insieme a [[Vittorio Emanuele III]] passeranno per Montella per supervisionare le operazioni militari.
 
===Il Terremototerremoto dell'Irpinia===
 
Montella come tutti i comuni dell'[[Irpinia]] fu gravemente colpita dal [[Terremototerremoto dell'Irpinia del 1980|terremoto del 23 novembre 1980]]. L'epicentro della scossa, durata 80 secondi, fu a circa 23 chilometri di distanza, e si registrò una magnitudo sulla [[scala Richter]] di circa 6,5 ([[magnitudo momento]] 6,9) ed una intensità 8 sulla [[scala Mercalli]]<ref>{{cita testo|url=http://emidius.mi.ingv.it/DBMI11/query_eq/|titolo=INGV - DBMI11 - MAP<!-- Titolo generato automaticamente -->}}</ref>. I morti montellesi furono quattordici, vasto il patrimonio edilizio, anche storico, gravemente danneggiato o irrimediabilmente distrutto. La ricostruzione si è protratta per tutti glii successivi anni ottanta e novanta<ref>S. Moscariello, ''Montella tra note e oggiimmagini'', siTipografia puòDragonetti, direMontella terminata1991</ref>.
 
=== Simboli ===
[[File:Piazza Bartoli Montella.JPGjpeg|thumb|left|350px|PanoramaPiazza suBartoli. MontellaSullo sfondo la chiesa di Santa Maria del Piano ([[XVI secolo]])]]
==== Stemma, Gonfalonegonfalone e statuto ====
 
*Dallo Statutostatuto del comune si legge:
{{quoteCitazione|Il Comune, negli atti, nel gonfalone e nel sigillo si identifica con il nome "Comune Civitas di Montella" e con lo stemma che ne è l'emblema tradizionale e riconosciuto e di cui si è in libero e pacifico possesso che di seguito si descrive: "Scudo dal campo smaltato d'azzurro con figure araldiche ispirate al regno vegetale e celeste. Presenta nel capo tre stelle ordinate in fascia a cinque punte smaltate d'oro e, nella punta, tre monti accostati smaltati di verde. Il tutto in una un'orlatura d'oro posta con distacco dai lembi dello scudo. Lo stemma è sormontato da una corona formata da un cerchio aperto adorno di pietre preziose (cinque visibili) smaltate di rosso e di azzurro, con due cordonate nei margini e sostenente una cinta, sormontata da una merlatura a coda di rondine e il tutto d'oro. Ai lati dello scudo e sotto vi sono due ramoscelli, uno di ulivo e uno di quercia smaltati di verde e legati da un nastro rosso".}}
I Montimonti in questione sono il S.San Martino, il Monte e il Torriello. Nell'atrio del primo piano del Liceoliceo Scientificoscientifico R.Rinaldo d'Aquino, vengono ben evidenziati su un olio su tela a cura di Carmine Palatucci. Il dipinto è corredato di spiegazione e note storiche.
 
*Per il gonfalone:
{{quoteCitazione|...consiste in un drappo d'azzurro con bordatura dorata e frangia d'oro in punta, caricato dello stemma sopra descritto, con l'iscrizione recante la denominazione del Comune. Le parti di metallo e i cordoni sono dorati.}}
 
*Lo statuto del comune è disponibile anche su [internet e liberamente consultabile.<ref>{{cita testo|url=http://www.comunemontella.it/Comune/doc/Statuto.pdf|titolo=Statuto internet],del ecomune liberamentedi consultabileMontella|accesso=26 marzo 2018|dataarchivio=10 maggio 2006|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20060510093733/http://www.comunemontella.it/Comune/doc/Statuto.pdf|urlmorto=sì}}</ref>
 
== Monumenti e luoghi d'interesse ==
[[File:Montella chiesa San Michele.jpg|thumb|upright=0.8|Le chiese gemelle di San Michele Arcangelo e Madonna Santissima Addolorata (XII - XVIII secolo)]]
=== Architetture religiose ===
Sulla piazza principale del paese si affaccia la chiesa madre di Santa Maria del Piano, realizzata tra il [[1552]] e il [[1586]]. Di notevole valore storico artistico è l'ingresso principale dell'edificio religioso, costituito dalla maestosa porta lignea di noce scolpita e intagliata, opera realizzata dall'intagliatore locale Fabio Moscariello e databile al [[1583]]<ref>{{Cita pubblicazione|autore = Adelio Moscariello|titolo = La porta lignea della Collegiata di Santa Maria del Piano|rivista = Napoli Nobilissima|volume = 4|numero = 2-3|anno = 2003}}</ref>; l'interno della collegiata si presenta a una navata con cappelle laterali; degni di nota sono il soffitto di cassettoni lignei ottagonali e la croce astile del [[1457]], opera di oreficeria [[Angioini|angioina]].
La chiesa madre è la chiesa di Santa Maria del Piano, risalente al XVI secolo, situata sulla piazza centrale, a una navata con cappelle laterali; di grande valore storico artistico è il portone di legno intagliato, opera del 1585; all'interno, da ricordare la croce astile del 1457, opera di oreficeria [[Angioini|angioina]].
 
Ancora, da ricordare sono le chiese della Madonna della Libera, di San Nicola, di Santa Lucia, di Sant'Anna e le chiese gemelle di San Michele Arcangelo e Madonna Santissima Addolorata, sulla cui facciata è un'iscrizione in [[caratteri gotici]] [[Alto Medioevo|alto medievale]], diin San[[caratteri Nicola,gotici]] diche Santatestimonia Lucia,la difondazione Sant'Annadella chiesa entro il XII secolo.
OgniQuasi ogni chiesa (o quasi) è associata ad una delle cosiddette "''congreghe"'' dove si riuniscono le varie confraternite.<ref name="silvestrovolpe.it">{{cita testo|url=http://www.silvestrovolpe.it/Confraternite/le_confraternite.htm|titolo=Dove vivo<!-- Titolo generato automaticamente -->}}</ref>. Ad esempio, presso la chiesa madre si riunisce l'[[arciconfraternita di San Bernardino da Siena]].
 
==== Convento di San Francesco a Folloni ====
{{vedi anche[[File:SanFrancescoaFolloni.JPG|Conventothumb|Il [[convento di San Francesco a Folloni}}]] (XIII-XVIII secolo)]]
Il [[convento di San Francesco a Folloni]], dichiarato [[monumento nazionale italiano|monumento nazionale]], è il più importante monumento storico-artistico del paese. Il convento deve il suo nome al luogo dove fu fondato, a quanto sembra, dallo stesso [[san Francesco]] nel [[1222]] (il bosco di Folloni). Il primo documento scritto che accerta l'esistenza del convento è del 5 gennaio [[1322]]<ref>{{cita testo|url=http://www.archeorivista.it/002236_intervista-a-simone-schiavone-sul-convento-di-san-francesco-di-folloni-di-montella/|titolo=Intervista a Simone Schiavone sul Convento di San Francesco di Folloni di Montella<!-- Titolo generato automaticamente -->}}</ref>: si tratta del rinnovo di un antico privilegio concesso ai frati dal principe di Taranto, [[Filippo I d'Angiò]], e da sua moglie [[Caterina II di Valois|Caterina di Valois]]. Questo privilegio, consisteva nel permesso di poter pescare nel fiume Calore, attiguo al convento, poter fare legna nel bosco di Folloni, e poter macinare al mulino del paese. Altri privilegi ottenne il convento dalla regina [[Giovanna I di Napoli|Giovanna I]] nel [[1374]], privilegi che confermavano e accrescevano le concessioni benevolmente elargite dagli Angioini, suoi predecessori, a partire da [[Carlo I d'Angiò]] che, insediatosi sul trono di Napoli nel [[1266]], d'accordo con [[papa Clemente IV]], restituì libertà agli ordini monastici. Come attestano i documenti d'archivio conservati nella biblioteca, la fabbrica diventò nei secoli sempre più imponente grazie ai benefici dei sovrani che si succedettero sul [[Regno di Napoli|trono di Napoli]] e alla generosità dei feudatari. Imponente la trasformazione che il complesso visse soprattutto nel [[secolo XVI]], {{Senza fonte|cui sicuramente non fu estranea la [[Diego I Cavaniglia|famiglia Cavaniglia]].}}
[[File:Convento di San Francesco a Folloni.gif|thumb|left|300px|Il Convento di San Francesco a Folloni (XIV - XVIII sec.)]]
Il [[Convento di San Francesco a Folloni]], dichiarato [[Monumento nazionale italiano|monumento nazionale]], è senza dubbio il più importante monumento dal punto di vista artistico-culturale del paese.
Il convento deve il suo nome al luogo dove fu fondato, a quanto sembra, dallo stesso [[San Francesco]] nel [[1222]] (il Bosco di Folloni). Il primo documento scritto che accerta l'esistenza del convento è del [[5 gennaio]] [[1322]]<ref>http://www.archeorivista.it/002236_intervista-a-simone-schiavone-sul-convento-di-san-francesco-di-folloni-di-montella/</ref>: si tratta del rinnovo di un antico privilegio concesso ai frati dal principe di Taranto, [[Filippo I d'Angiò]], e da sua moglie [[Caterina II di Valois|Caterina di Valois]]. Questo privilegio, consisteva nel permesso di poter pescare nel fiume Calore, attiguo al convento, poter fare legna nel bosco di Folloni, e poter macinare al Mulino del paese. Atri privilegi ottenne il convento dalla regina [[Giovanna I di Napoli|Giovanna I]] nel [[1374]], privilegi che confermavano e accrescevano le concessioni benevolmente elargite dagli Angioini, suoi predecessori, a partire da [[Carlo I d'Angiò|Carlo I d’Angiò]] che, insediatosi sul trono di Napoli nel [[1266]], d'accordo con [[papa Clemente IV]], restituì libertà agli ordini monastici. Come attestano i documenti d’archivio conservati nella Biblioteca, la fabbrica diventò nei secoli sempre più imponente grazie ai benefici dei sovrani che si succedettero sul [[Regno di Napoli|trono di Napoli]] e alla generosità dei feudatari. Imponente la trasformazione che il complesso visse soprattutto nel [[secolo XVI]], cui sicuramente non fu estranea la [[Diego I Cavaniglia|famiglia Cavaniglia]].
 
=====Il complesso=====
[[File:Monumento sepolcrale Dieg I Cavaniglia.jpg|thumb|180px|[http://www.treccani.it/enciclopedia/jacopo-della-pila_%28Dizionario-Biografico%29/ Jacopo della Pila], Monumento sepolcrale di [[Diego I Cavaniglia]] nel convento di San Francesco a Folloni, fine XV secolo]]
[[File:Convento di San Francesco a Folloni, portale (Montella).JPG|thumb|180pxupright|left|Il portale di accesso al Convento di San Francesco a Folloni (XVIII sec.)]]
L'attuale complesso architettonico è frutto di un rinnovato intervento edilizio della metà del Settecento, reso necessario in seguito al [[terremoto dell'Irpinia del 1732|terremoto del 1732]]. I lavori consistettero nella costruzione di una nuova chiesa in stile barocco-rococò, ruotata di circa 90º rispetto alla precedente e realizzata più alta di {{M|180|u=cm}}. Della vecchia chiesa rimane l'abside, oggi cappella del Crocifisso, che difatti si trova ad un livello inferiore. Annesso alla chiesa è il campanile che conserva, assieme al porticato adiacente, l'impianto della seconda metà del [[XV secolo]]. Allo stesso programma edilizio appartiene il chiostro, interposto ai due ambienti precedenti, che ha occupato il luogo dell'antica chiesa, sin dal Trecento annessa al chiostro, oggetto della recente indagini di scavo. Tutta la restante parte della fabbrica è relativa agli spazi conventuali, insistenti anch'essi su aree frequentate già dalle prime comunità religiose. Fa parte del convento anche la camera da letto di re [[Umberto II di Savoia]], più volte ospite dei frati durante la [[seconda guerra mondiale]]. All'interno della chiesa, si ammirano gli stucchi della metà del settecento del maestro Francesco Conforto; il pavimento maiolicato è datato [[1750]].
 
L'attuale complesso architettonico è frutto di un rinnovato intervento edilizio della metà del '700, reso necessario in seguito al terremoto dell'anno [[1732]]. I lavori consistettero nella costruzione di una nuova chiesa in stile barocco-rococò, ruotata di circa 90° rispetto alla precedente e realizzata più alta di 180&nbsp;cm. Della vecchia chiesa rimane l'abside, oggi Cappella del Crocifisso, che di fatti si trova ad un livello inferiore. Annesso alla chiesa è il campanile che conserva, assieme al porticato adiacente, l'impianto della seconda metà del [[XV secolo]]. Allo stesso programma edilizio appartiene il chiostro, interposto ai due ambienti precedenti, che ha occupato il luogo dell'antica chiesa, sin dal Trecento annessa al chiostro, oggetto della recente indagini di scavo. Tutta la restante parte della fabbrica è relativa agli spazi conventuali, insistenti anch’essi su aree frequentate già dalle prime comunità religiose. Fa parte del convento anche la camera da letto di re [[Umberto II di Savoia]], più volte ospite dei frati durante la [[seconda guerra mondiale]]. All'interno della chiesa, si ammirano gli stucchi della metà del settecento del maestro Francesco Conforto; splendido il pavimento maiolicato datato [[1750]]. Nell'ala destra del transetto, la lastra tombale della contessa Margherita Orsini, datata [[1521]], e nella sacrestia, il monumento sepolcrale del marito di questa, [[Diego I Cavaniglia]], conte di Montella dal [[1477]] al [[1481]], morto a [[Otranto]] nel combattimento contro i [[Ottomani|Turchi]], opera di grande interesse artistico, realizzata dallo scultore [http://www.treccani.it/enciclopedia/jacopo-della-pila_%28Dizionario-Biografico%29/ [Jacopo Delladella Pila]] a fine XV secolo. Entrambi i monumenti funebri si trovavano già nell'antica chiesa quattrocentesca, e furono successivamente trasportati nella nuova chiesa.
 
Annessa al convento è la biblioteca. Istituita nel [[XV secolo]], fu saccheggiata dopo la soppressione del convento in epoca [[borboni]]ca. Ripristinata negli anni trenta del secolo scorso, conserva opere edite in Italia e all'estero dai primi del Cinquecento a tutto il Settecento. Conserva circa {{formatnum:20000}} volumi.
Gli scavi iniziati dopo il [[Terremoto dell'Irpinia|terremoto del 1980]] hanno portato alla luce i resti della chiesa tre-quattrocentesca, oltre a numerosi reperti. Tra questi, lo scheletro e le vesti funerarie del Conte Cavaniglia, il cui sarcofago si trova nella sacrestia della chiesa. Tra le vesti ritrovate del conte, la [[Giornea|giorneà]], sorta di casacca che si portava sotto l'armatura, che rappresenta un unicum al mondo dato che non sono stati ad oggi rinvenuti indumenti simili ad essa<ref name="incampania.com">http://www.incampania.com/beniculturali.cfm?Menu_ID=205&Sub_ID=210&Info_ID=4420</ref>.
{{vedi anche|Diego I Cavaniglia}}
 
=====MuseoGli dell'Opera e Bibliotecascavi=====
Gli scavi iniziati dopo il [[terremoto dell'Irpinia del 1980|terremoto del 1980]] hanno portato alla luce i resti della chiesa tre-quattrocentesca, oltre a numerosi reperti. Tra questi, lo scheletro e le vesti funerarie del conte Cavaniglia, il cui sarcofago si trova nella sacrestia della chiesa. Tra le vesti ritrovate del conte, la [[Giornea|giorneà]], sorta di casacca che si portava sotto l'armatura, che rappresenta un unicum al mondo dato che non sono stati ad oggi rinvenuti indumenti simili ad essa<ref name="incampania.com">{{cita testo|url=http://www.incampania.com/beniculturali.cfm?Menu_ID=205&Sub_ID=210&Info_ID=4420|titolo=Convento e Museo di San Francesco a Folloni - Architettura - Montella - Avellino - InCampania<!-- Titolo generato automaticamente -->|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20101228002624/http://incampania.com/beniculturali.cfm?Menu_ID=205&Sub_ID=210&Info_ID=4420 }}</ref>.
 
Una campagna di scavi condotta tra il [[2005]] e il [[2010]] ha portato alla luce le strutture dell'antica chiesa e, sotto il livello del pavimento del chiostro, una [[necropoli]] medievale francescana. {{sf|Unico esempio per il Mezzogiorno d'Italia, casi analoghi sono attestati soltanto in alcuni contesti, oggetto di scavo, in Italia settentrionale.}} I 22 corpi sono stati rinvenuti con le braccia incrociate sul petto e un cuscino di pietre.
Nel Museo dell'Opera annesso al Convento di San Francesco sono conservati i beni artistici accumulatisi nei secoli. Di grande valore storico e artistico i paramenti sacri in [[Broccato|broccato di seta]] del XVI secolo. Fanno parte della collezione del museo arredi e suppellettili lignee, ceramiche, argenti, stoffe, stampe che vanno dal XV al XIX secolo, nonché numerose reliquie. Dal 2011 è esposta la [[giornea]] del conte [[Diego I Cavaniglia]], morto nel 1481; rinvenuta nel 2004 e sottoposta a lungo resaturo, costituisce l'unico esempio di questo indumento ancora esistente al mondo<ref name="incampania.com"/>.
 
Databili dal [[1190]] al [[1550]], alcuni resti potrebbero appartenere a quei frati che, insieme a [[Francesco d'Assisi]], si misero in cammino per diffondere la regola francescana nelle terre di [[Puglia]] e che il santo decise di lasciare proprio a Montella, per fondarvi un convento. Sono in corso attualmente (2012) studi realizzati dall'[[Istituto Suor Orsola Benincasa]], della ''University of Southern Denmark'' e della ''[[Duke University]]''.
Annessa al museo è la Biblioteca. Istituita nel [[XV secolo]], fu saccheggiata dopo la soppressione del convento in epoca Borbonica. Ripristinata negli anni Trenta del secolo scorso, conserva opere edite in Italia e all'estero dai primi del [[1500]] a tutto il [[1700]]. Coserva attualmente circa 20.000 volumi.
 
=====Gli scaviindumenti dellafunebri necropolidel medievaleconte Cavaniglia=====
[[File:Giornea Diego I Cavaniglia.jpg|miniatura|L'unico esemplare originale di [[giornea]] attualmente esistente, datato al 1480 e conservato presso il museo dell'Opera di San Francesco a Folloni a Montella]]
Nel febbraio del 2003 una indagine ricognitiva eseguita al basamento del monumento funebre di [[Diego I Cavaniglia|Diego Cavaniglia]] presso il convento ha riportato alla luce il corpo e le vesti del conte. Dell'abbigliamento del conte sono stati rinvenuti due soli indumenti: la [[giornea]] e il [[farsetto]]. Al momento del ritrovamento essi avevano la consistenza della carta per effetto della disidratazione e diversi tipi di alterazioni presenti su ogni singola parte. La scoperta ebbe rilievo internazionale, non essendo stati rinvenuti prima esemplari di giornea originali<ref name=autogenerato2>{{cita testo|url=http://www.sanfrancescoafolloni.it/index.php?it/23/capolavori/31/giorna-di-diego-cavaniglia|titolo=Capolavori - Museo di San Francesco a Folloni<!-- Titolo generato automaticamente -->|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20160305100939/http://www.sanfrancescoafolloni.it/index.php?it%2F23%2Fcapolavori%2F31%2Fgiorna-di-diego-cavaniglia }}</ref><ref name=autogenerato4>{{cita testo|url=http://www.kostym.cz/Anglicky/1_Originaly/02_Renesancni/I_02_110.htm|titolo=Extant originals - European renaissance, Giornea of Diego Cavaniglia<!-- Titolo generato automaticamente -->}}</ref><ref name=autogenerato3>{{cita testo|url=http://cir.campania.beniculturali.it/avellino/visite-tematiche/complesso-di-s.francesco-a-folloni/OA00756759|titolo=giornea — Avellino<!-- Titolo generato automaticamente -->|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20130927175820/http://cir.campania.beniculturali.it/avellino/visite-tematiche/complesso-di-s.francesco-a-folloni/OA00756759 }}</ref><ref name=autogenerato5>{{cita testo|url=http://www.palazzotenta39.it/public/?p=1708|titolo=Associazione Culturale – Palazzo Tenta 39 » 7ª Conferenza Tematica 2009 “I Cavaniglia, storia di una dinastia. Alcune note sui paramenti “<!-- Titolo generato automaticamente -->}}</ref>.
 
Il tessuto in raso di seta cremisi della giornea aveva in origine decorazioni in oro e argento e, molto probabilmente, un'applique sulla spalla destra che è stata strappata. Il farsetto, in damasco di seta, presenta la classica decorazione ''a pigna fiorita'' con maniche guarnite da asole per la fuoriuscita di nastrini decorativi. Alla pulizia iniziale, con acqua distillata e detergente neutro, e alla opportuna disinfestazione, è seguita l'operazione di fissaggio dei tessuti su supporto di crepeline e batista di cotone con punto posato e filato invisibile. Si è provveduto poi al rimontaggio dei singoli indumenti, attualmente esposti alla pubblica fruizione presso il museo dell'Opera di San Francesco a Folloni<ref>''Diego Cavaniglia: la rinascita di un conte'', a cura di fra Agnello Stoia, Edizioni Cefrasm, 2010. ISBN 9788890368806</ref>.
Nel [[2007]], durante lavori di manutenzione nel chiostro, viene alla luce per caso sotto il livello del pavimento una [[necropoli]] medievale francescana. Unico esempio per il Mezzogiorno d’Italia, casi analoghi sono attestati soltanto in alcuni contesti, oggetto di scavo, in Italia settentrionale. I 22 corpi sono stati rinvenuti con le braccia incrociate sul petto ed un cuscino di pietre.
 
Databili dal [[1190]] al [[1550]], alcuni resti potrebbero appartenere a quei frati che, insieme a [[Francesco d’Assisi]], si misero in cammino per diffondere la regola francescana nelle terre di Puglia e che il Santo decise di lasciare proprio a Montella, per fondarvi un convento. Sono in corso attualmente (2012) studi realizzati dall'[[Istituto Suor Orsola Benincasa]] e dell'[[University of Southern Denmark]].
 
====Santuario del Santissimo Salvatore====
[[File:Santuario{{vedi del S.S. Salvatore.JPG|thumb|280pxanche|Santuario del S.S.Santissimo Salvatore]]}}
[[File:SantuarioSantissimoSalvatoreaMontella.JPG|thumb|left|Santuario del S.S. Salvatore]]
Il Santuario del Santissimo Salvatore, sull'omonima montagna, è una meta che figura negli itinerari giubilari vaticani.<ref>http://www.santuariosalvatore.org/</ref> Una scalinata in marmo di inizio novecento porta, tramite un cancello sulla sommità, allo spiazzale che circonda il Santuario e la Casa del Pellegrino.
Il Santuario del Santissimo Salvatore, sull'omonima montagna, è una meta che figura negli itinerari giubilari vaticani.<ref>{{cita testo|url=http://www.santuariosalvatore.org/|titolo=Santuario del SS Salvatore - Montella (Av) Italy<!-- Titolo generato automaticamente -->}}</ref> Una scalinata in marmo di inizio novecento porta, tramite un cancello sulla sommità, allo spiazzale che circonda il Santuario e la Casa del Pellegrino.
Qui si trova il cosiddetto "pozzo dei miracoli", che ricorda il miracolo che sarebbe avvenuto nel 1779, quando si dice improvvisamente si aprì una sorgente sulla sommità del monte. In realtà il pozzo è asciutto ormai da anni.
Qui si trova il settecentesco ''pozzo dei miracoli'', che ricorda il miracolo che sarebbe avvenuto nel [[1779]], quando secondo la leggenda improvvisamente si aprì una sorgente sulla sommità del monte. La chiesa, di impianto settecentesco, ma fortemente modificata dagli interventi realizzati negli anni '60sessanta-'70settanta con i contributi degli emigranti, è di modesto valore architettonico (riconducibile unicamente al particolare contesto). È a navata unica, con un all'ingresso tre porte di bronzo, delle quali le due laterali sono state realizzate dall'artista Antonio Manzi in occasione del giubileo del 2000. Di originale rimangono alcuni stucchi e l'altare settecentesco, in marmo policromo, su cui si trova la statua del Santissimo Salvatore, con la caratteristica veste rossa e blu, la corona d'oro e, nella mano destra, la sfera celeste. AllaA sinistra dell'altareingresso vila sonotarga unache statuaricorda inla bronzovisita eal delleSantuario targhedi che[[Umberto ricordanoII tuttid'Italia|Umberto idi cadutiSavoia]] dinel Montella[[1936]].
 
[[File:Santa Maria della Neve - Montella (AV).JPG|thumb|left|upright|Santa Maria della Neve]]
 
==== Complesso del Monte ====
[[File:Piazza BartoliComplessodelMonte.JPG|thumb|left|350px|InIl primo piano il Castellocomplesso del Monte: conin basso, sulloil sfondoMonastero, ilsulla centrosommità storicoil di MontellaCastello]]
[[File:MonasteroAlta Valle del Monte retroCalore.JPGjpg|thumb|left|350px|Il Monasteropanorama sull'Alta Valle del MonteCalore vistodal dall'internoMonastero delledel muraMonte]]
[[File:DonjonMontella.JPG|thumb|upright|left|Il [[dongione]] del castello del Monte]]
Il complesso del ''Monte'' comprende:
 
Il [[complesso del Monte]] comprende:
*la Chiesa di Santa Maria della Neve;
 
*la Chiesa di Santa Maria della Neve (o del Monte);
*il Monastero del Monte;
*il Castello Longobardo; con l'annessa area murata.
 
Di grande interesse storico è il sito del castello LongobardoNormanno del X secolo con l'insediamento adiacente risalente al VI-VII secolo. Gli scavi condotti negli anni '80ottanta hanno riportato alla luce reperti di epoca longobarda e alto-medievale, tra cui monete e frammenti di affreschi, oltre a sepolture riconducibili allo stesso periodo. Sono oggi visibili il corpo centrale, il [[Dongione|donjon]], le mura di cinta e i ruderi delle stanze della nobiltà. Nel 1293 [[Carlo II d'Angiò]] confiscò il castello ai [[Principato di Taranto|Principi di Taranto]] per farnfarne luogo di svago. A Re Carlo II si deve la realizzazione della cisterna e del sistema di canalizzazione delle acque.
Nel XIV secolo, per volere dei d'Aquino, feudatari di Montella, vennero rinnovate la torre del [[XII secolo]] e si realizzarono opere di miglioramento del ''Palatium''palazzo, con la realizzazione delle decorazioni pittoriche. Il Castello fu abitato dai Conti Cavaniglia nel XV secolo, e durante la loro signoria ospitò nel 1445 una memorabile battuta di caccia cui prese parte il Re [[Alfonso il Magnanimo]]. Venne abbandonato definitivamente nel corso del XVI secolo, con il trasferimento degli ultimi abitanti e la realizzazione del nuovo Palazzo di corte a valle.
 
La chiesa è ad una sola navata con altari minori in legno con pale lignee; tra queste, quella raffigurante la "Madonna dell'umiltà" del XIV secolo.
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=== Architetture civili ===
[[File:VillaBruniRoccia.jpg|thumb|180pxupright|Palazzo Bruni Roccia, sec. XVI-XVIII]]
[[File:Piazza Bartoli.jpg|thumb|left|Facciata di Palazzo Abiosi, sec. XV - XIX]]
[[File:Villa Elena.JPG|thumb|left|Villa Elena, 1899-1900]]
[[File:Casa Volpe 1950.jpg|thumb|upright=0.8|Il Palazzetto della famiglia Volpe in una foto degli anni '50]]
 
====I palazzi signorili====
[[File:Piazza Bartoli.jpg|thumb|left|280px|Facciata di Palazzo Abiosi, sec. XV - XIX]]
Sulla piazza principale è di gran pregio il ''Palazzo [[Armoriale delle famiglie italiane - A (Aa-Ak)|Abiosi]]'', proprietà della omonima famiglia [[Barone|famiglia baronale]], con l'annesso parco di oltre 10.000&nbsp;{{M|10000|u=}}, {{senza fonte|esempio di [[giardino all'italiana]], di cui si ha notizia già nel XV secolo}}. Più volte risistemato e ingrandito, conserva l'originale impianto articolato intorno a due [[Patio|corti-patii]], con le botteghe che danno sulla piazza e gli appartamenti nobili al primo piano, è emblematico della tipologia della "casa a corte" prevalente nel Sud Italia fino alla prima metà del XX secolo.
 
Nel rione Garzano, nella parte alta di Montella, è da ricordare il ''Palazzo Bruni Roccia'' della prima metà del XVI secolo<ref>{{Cita web|url=http://www.catalogo.beniculturali.it/sigecSSU_FE/dettaglioScheda.action?%5BSoprintendenza%20per%20i%20Beni%20Architettonici%20e%20Paesaggistici%20per%20le%20province%20di%20Salerno%20e%20Avellino%5D&%7BSoprintendenza%20per%20i%20Beni%20Architettonici%20e%20Paesaggistici%20per%20le%20province%20di%20Salerno%20e%20Avellino=statoDove1=15&statoChi1=s175&%7D&keycode=ICCD11946218&valoreRicerca=&titoloScheda=palazzo&stringBeneCategoria=&selezioneSchede=&contenitore=&flagFisicoGiuridico=0|titolo=Catalogo Generale dei Beni Culturali|accesso=10 maggio 2020|urlmorto=sì}}</ref> e ingrandito nel XVIII secolo. Al palazzo sono annessi un giardino nella tradizione del modello formale ed un ampio parco di {{M|21000|u=m²}}<ref>{{Cita libro|cognome=Ministero dei beni culturali e ambientali|titolo=Atlante dei Parchi e dei giardini storici|data=1993|editore=Istituto poligrafico e zecca dello stato|pp=146-147 e 186|ISBN=88-85651-39-9}}</ref>. Il profondo restauro ha valorizzato l'impianto originale<ref>{{Cita pubblicazione|editore=Università degli Studi di Napoli Federico II Polo delle Scienze e delle Tecnologie|cognome=Vincenzo Calvanese e Giuseppe Giordano|data=2007|titolo=Il Palazzo Bruni Roccia a Montella (Avellino): storia di un restauro|rivista=|volume=|numero=|pp=474-483}}</ref>.
Nel rione Garzano, nella parte alta di Montella, è da ricordare il sette-ottocentesco ''Palazzo Bruni Roccia'' e, di fronte, quello della famiglia Capone, quasi interamente ricostruito dopo il terremoto del 1980.[[File:Villa Trevisani.jpg|thumb|left|160px|Villa Trevisani, sec. XVIII]]
 
Di fronte, sorge il Palazzo della famiglia Capone, quasi interamente ricostruito dopo il terremoto del 1980, ora sede del [[Teatro Adele Solimene]].
Nel rione Serra, si trova la settecentesca ''Villa Trevisani'' e a poca distanza la ''casa Carfagni'', costruita sulle mura di epoca medievale;nello stesso rione, sulla sommità, sono visibili i resti del ''Palazzo Virnicchi'', che sembra abbia dato i natali al poeta [[Rinaldo d'Aquino]] nel 1221, e che ingloba al suo interno i resti di una torre di probabile epoca [[Saraceni|saracena]]. Nel rione Sorbo è architettonicamente rilevante il ''Palazzo Coscia'', anch'esso sette-ottocentesco ma di impianto precedente.
 
Nel rione Serra, si trova la settecentesca ''Villa Trevisani'' e a poca distanza la ''casa Carfagni'', costruita sulle mura di epoca medievale; nello stesso rione, sulla sommità, sono visibili i resti del ''Palazzo Virnicchi'', che sembra abbia dato i natali al poeta [[Rinaldo d'Aquino]] nel 1221 e che ingloba al suo interno i resti di una torre di probabile epoca [[Saraceni|saracena]]<ref>F. Scandone, L'Alta valle del Calore'. Montella antica e medio-evale e le sue costituzioni municipali, Libreria Detken & Rocholl, Napoli 1911.</ref>. Nel rione Sorbo è architettonicamente rilevante il ''Palazzo Coscia'', anch'esso sette-ottocentesco ma di impianto precedente.
[[File:Villa Elena.JPG|thumb|270px|Villa Elena, sec.XX]]Il terremoto unito ad altre concause che qui è meglio non approfondire ha invece completamente distrutto gli storici palazzi delle famiglie Boccuti e Lepore, quest'ultimo ricordato soprattutto per aver ospitato per una notte [[Giuseppe Bonaparte]] di passaggio verso [[Napoli]]. Sulla Via del Corso, strada di impianto fine ottocentesco, si trova ''Villa Elena'', costruita in stile vagamente [[Stile liberty|Liberty]] tra il 1899 e il 1900, su progetto di un ignoto architetto statunitense, per volere del ricco emigrante Celestino De Marco al ritorno in patria e circondata da un ampio parco aperto al pubblico; sempre su via del Corso, a fine anni trenta viene realizzato ''Palazzo Gambone'', dall'allora podestà.
 
Ogni rione aveva dunque il suo palazzo nobiliare (e le sue famiglie più influenti) e le sue chiese; di fatto, fino agli anni cinquanta, Montella era costituita da "casali" separati da zone verdi; zone che, con il boom edilizio degli anni sessanta-settanta, sono state edificate, unendo i casali esistenti e facendo del paese un unico agglomerato urbano.
Il terremoto del 1980 ha completamente distrutto gli storici palazzi delle famiglie Boccuti e Lepore, {{senza fonte|quest'ultimo ricordato soprattutto per aver ospitato per una notte [[Giuseppe Bonaparte]] di passaggio verso [[Napoli]]}}.
 
Sulla via del Corso si trova ''Villa Elena'', costruita in stile vagamente [[Stile liberty|Liberty]] tra il 1899 e il 1900, su progetto dell'architetto montellese attivo negli [[USA]] Angelo Moscariello, per volere del ricco emigrante Celestino De Marco e della moglie Elena O'Connor al ritorno in patria e circondata da un ampio parco aperto al pubblico. Di notevole interesse nella villa gli arredi e i soffitti a cassettoni opera dell'ebanista Felice Cianciulli.
 
Sempre su via del Corso si trovava il palazzetto seicentesco della famiglia Volpe, anch'esso distrutto dal terremoto del 1980, di cui si conservano ancora il portale con lo stemma della famiglia e le ringhiere in ferro battuto riutilizzati nell'edificio costruito al suo posto. A poca distanza nel [[1937]] viene realizzato ''Palazzo Gambone'', dall'allora [[podestà (fascismo)|podestà]], interessante rilettura dell'architettura fascista dello stile floreale.
 
Ogni ''casale'' aveva dunque il suo palazzo nobiliare (e le sue famiglie più influenti) e le sue chiese; di fatto, fino agli anni cinquanta, Montella era costituita da rioni separati da zone verdi; zone che, con il boom edilizio degli anni sessanta-settanta, sono state edificate, unendo i diversi agglomerati esistenti e facendo del paese un unico agglomerato urbano.
 
====La nuova Casa comunale====
[[File:PiazzaMontella.jpg|thumb|upright|Una stradina del centro storico sbuca sulla piazza principale. Sullo sfondo il campanile della chiesa madre di Santa Maria del Piano]]
Nel [[1989]] viene bandito il concorso per la realizzazione della Casa comunale, dopo il crollo della sede originaria a seguito del [[terremoto dell'Irpinia del 1980|terremoto del 1980]]. Realizzata in lotti successivi a partire dal 1999 su progetto dell'architetto [[Donatella Mazzoleni]], è stata oggetto di diverse pubblicazioni su giornali specialistici. Costituita da più edifici con funzioni differenti (uffici pubblici, servizi sociali, teatro all'aperto, sala consiliare, giardino cosmologico) disposti intorno ad una piazza-fulcro, in un articolo della rivista ''[['ANANKE]]'' è stata definita come "un paradigma di ciò che la ricostruzione post-sisma del 1980 in Irpina doveva essere e non è stata"<ref>https://verderosa.files.wordpress.com/2011/11/ananke-n-64-sett-2011-_-montella.pdf</ref>.
 
=== Aree naturali ===
Montella, parte del [[parco regionale dei Monti Picentini]] e sede della [[comunità montana Terminio Cervialto]], {{senza fonte|è stata scelta da quest'ultima per ospitare il Centro recupero rapaci "Assunta Capone", che da circa venti anni cura molte specie in pericolo. Oltre alla cura e conservazione dell'avifauna (un esempio è la ripopolazione della poiana), il Centro si occupa anche di rettili e anfibi, nonché organizza lezioni per gli alunni delle scuole della provincia sui temi delle scienze naturali, della conservazione e della valorizzazione del patrimonio naturalistico locale.}}
[[image:Saxetum minimum.gif|frame|300px|Monte Sassosano]]{{quote|Le nostre montagne custodiscono itinerari preziosi (le vene del tempo) dove storia e natu­ra si incontrano in un sublime connubio; in esse, come nel cavo di un'immensa conchiglia, è racchiusa la voce del passato che si concede al caro “innamorato”, che sa ascoltare|prof. Giuseppe Marano}}
 
Montella, parte del [[Parco regionale dei Monti Picentini]] e sede della [[Comunità montana Terminio Cervialto]], è stata scelta da quest'ultima per ospitare il Centro Recupero Rapaci "Assunta Capone", che da circa venti anni cura molte specie in pericolo. Oltre alla cura dell'avifauna (un esempio è la ripopolazione della poiana), il Centro si occupa anche di rettili e anfibi. Inoltre offre lezioni agli studenti delle scuole della provincia sul rispetto degli animali, la loro vita e la loro salvaguardia.
Meta di turisti èsono lgli ''altopianoaltipiani di Verteglia'' (presso il ''Monte Terminio''), riccoricchi di percorsi naturalistici con sentieri per il [[Escursionismo|trekking]], oltrel'[[mountain bike|MTB]], l'equitazione, ma anche liberi tracciati per lo sci alpino e sci di fondo {{Senza fonte|che polocoinvolgono una ristretta nicchia di turismo, più ricercata e meno massificata della vicina stazione sciistica del turistico-ricettivo[[Laceno]].}}
 
== Società ==
=== Evoluzione demografica ===
{{Demografia/Montella}}
 
=== Lingue e dialetti ===
Accanto alla [[lingua italiana]], a Montella è in uso una varietà del [[dialetto irpino]].<ref>{{cita testo|autore=Olga Marano Festa|titolo=Il dialetto irpino di Montella|data=1932}}</ref>
 
== Cultura ==
===Accademia ''VivariumArte Novum''===
==== Biennale d'Irpinia ====
A Montella ha avuto sede dal [[1996]] al [[2009]] l'Accademia ''Vivarium Novum'', diretta dal professore [[Luigi Miraglia (latinista)|Luigi Miraglia]], dedita a studi di [[lingua latina|latino]] e [[filologia classica]]. Su iniziativa dell' Accademia, a Montella si svolse l'ultima settimana di aprile del [[1998]] il ''Convegno internazionale sulla didattica delle lingue classiche'', patrocinato dall'[[Istituto italiano per gli studi filosofici]] e dall' [[Università di Salerno]], cui presero parte studiosi provenienti da tutte le parti d'Italia e del mondo.
Dal 2020 si svolge a Montella la "Biennale d'Irpinia", mostra d'arte contemporanea che porta nel paese artisti contemporanei italiani ed europei selezionati su base competitiva da una giuria<ref>https://www.artribune.com/mostre-evento-arte/biennale-dirpinia/</ref><ref>https://sistemairpinia.provincia.avellino.it/it/eventi/montella-biennale-dirpinia-mostra-darte-contemporanea</ref><ref>https://www.avellinozon.it/eventi/montella-al-via-il-3-agosto-la-iii-edizione-della-biennale-dirpinia/</ref><ref>https://www.avellinotoday.it/eventi/montella-biennale-irpinia-novembre-2022.html</ref><ref>https://ecampania.it/event/montella-al-via-la-seconda-biennale-d-irpinia/</ref><ref>https://www.chietitoday.it/attualita/alessandro-d-aquila-chieti-biennale-terremoto-irpinia-quaranta.html</ref>.
 
=== Cucina ===
==== Castagna di Montella ====
{{vedi anche[[File:Chestnut.jpg|Castagnathumb|La castagna di Montella}}]]
Il comune di Montella è noto in Campania per esserela produttoreproduzione della tipica [[Castagnacastagna di Montella]], riconosciuta con marchio [[Denominazione di origine controllata|DOC]] nel [[1987]] e [[Indicazione geografica protetta (Unione europea)|IGP]] nel [[1997]]. La coltivazione della castagna nel territorio montellese è documentata fin dall'[[Alto Medioevo]]. A impegnarsi per primo ai fini del riconoscimento del marchio DOC per la castagna di Montella fu il barone Gennaro Abiosi. La ''castagna di Montella'' già nel [[1987]] ottiene, all{{Senza fonte|primo caso in Italia di prodotto ortofrutticolo,}} il riconoscimento della 'inizio'denominazione deglidi anniorigine novantacontrollata''. Bisogna considerare anche tutti i prodotti derivati dalla lavorazione della castagna, dai dolci di castagne ai ''marron glacé'', passando per le tipiche ''[[castagne del prete]]''.
Ogni anno si svolge una sagra dedicata alle castagne, in coincidenza con la mostra dei prodotti tipici dell'Alta Valle del Calore. Bisogna considerare anche tutti i prodotti derivati dalla lavorazione della castagna, dai dolci di castagne ai marron glacé, passando per le tipiche "[[Castagne del prete]]".
 
Bollite con la buccia e mangiate calde, le castagne vengono dette ''valani''. Le caldarroste sono invece dette ''varole''. Le secche bianche (''pistate'') vengono spesso consumate in zuppa con i fagioli.
==== Produzione casearia ====
La produzione casearia è vasta. Il latte più usato è quello vaccino, ma non è difficile trovare prodotti derivati dal latte di pecora o di capra. Si trovano formaggi grassi e non, come pure freschi e stagionati, molti particolari ed esclusivi del luogo. Di seguito i prodotti più famosi.
 
A partire dal 2008 i castagneti hanno subito un netto calo di produttività dovuta alla comparsa del cinipide galligeno del castagno, [[Dryocosmus kuriphilus]], proveniente dalla Cina e apparso in Italia negli anni duemila. Si tratta di una piccola vespa le cui larve provocano la formazione di [[Galla (botanica)|galle]] che riducono l'attività fotosintetica della pianta, portandola al deperimento.Considerata anche la difficoltà di combatterne la diffusione con fitofarmaci, sono stati attivati dei progetti di lotta biologica.<ref>{{Cita web|titolo = Lotta biologica al cinipide del castagno|url = http://www.agricoltura.regione.campania.it/comunicati/comunicato_12_05_10.html|editore = Regione Campania|accesso = 18 settembre 2013|urlmorto = sì|urlarchivio = https://web.archive.org/web/20121226185156/http://www.agricoltura.regione.campania.it/comunicati/comunicato_12_05_10.html}}</ref>
*Il caciocavallo (meglio noto come ''provolone''): meglio conosciuto come "podolico" (poiché prodotto con il latte della mucca podolica), il provolone presenta la clssica forma sferica. L'etimologia del nome è incerta. Si pensa che il formaggio venisse trasportato dal luogo di lavorazione in montagna, a valle, a cavallo. Altri credono che derivi dal metodo di stagionatura. Il caciocavallo infatti viene essiccato "in coppia". Due caciocavalli vengono legati insieme, in testa, con una corda, e lasciati stagionate "a cavallo" di un'asta o di un gancio. Il formaggio viene consumato a tavola, ma anche come spuntino, accompagnato da un vino rosso, preferibilmente del luogo, e da insaccati tipici come salame, soppressata, prosciutto o capocollo. Esistono due varianti sostanziali, dolce o lievemente piccante. Qualcuno sta sperimentando il caciocavallo "ubriaco", ottenuto dal bagno nel vino.
 
==== Produzione casearia ====
*La ricotta viene prodotta vaccina o pecorina, ma la prima è più diffusa. Sostanzialamente è un sottoprodotto del caciocavallo. La ricotta fresca viene venduta nelle "foscelle" che una volta erano fatte a mano, di giunchi. Viene largamente usata nella preparazione della pasta ripiena, ma anche nei dolci o semplicemente come secondo a tavola. Salata ed essiccata è pronta da grattugiare sulla pasta fresca, preferibilmente fatta in casa, e condita con il ragù tipico della zona. Viene prodotta anche piccante. Oggi vengono prodotte ricotte con il nome di Montella in diverse regioni d'Italia.
I latticini sono un prodotto tipico del paese. Il latte più usato è quello vaccino, ma non è difficile trovare prodotti derivati dal latte di pecora o di capra. Si trovano formaggi grassi e non, come pure freschi e stagionati.
 
*Il caciocavallo (''provolone''): meglio conosciuto come "podolico" (poiché prodotto con il latte della mucca podolica), il provolone presenta la classica forma sferica.
*Fior di latte: è un formaggio fresco rigorosamente di latte vaccino, e non ha bisogno di essere conservato in acqua e caglio. Questo perché non sono presenti allevamenti di Bufale. Il nome deriva dalla sua lavorazione poiché per produrre la mozzarella bisogna mozzare una porzione di pasta filante e lavorarla, per pochissimo tempo, al fine di attribuirle la classica forma. I suoi impieghi sono molteplici, dal secondo, all'insalata, al condimento della pizza, della pasta o di molti altri piatti.
*La ricotta di Montella: viene prodotta vaccina o pecorina, ma la prima è più diffusa. La ricotta fresca viene venduta nelle ''foscelle'' che una volta erano fatte a mano, di giunchi. Viene largamente usata nella preparazione della pasta ripiena, ma anche nei dolci. Salata ed essiccata (''recotta secca'') è molto utilizzata da grattugiare sulla pasta. Oggi vengono prodotte ricotte con il nome di ''Montella'' in diverse regioni d'Italia.
*Il fior di latte: è un formaggio fresco rigorosamente di latte vaccino, e non ha bisogno di essere conservato in acqua e caglio.
*I burrini: quando non esistevano le confezioni di plastica, a Montella il burro veniva venduto in questa forma. Sono piccoli caciocavalli che all'interno racchiudono una sfera di burro.
*La scamorza: altro prodotto caseario e tipico della zona.
 
=====Il caciocavallo impiccato=====
*I Burrini: quando non esistevano le confezioni di plastica, a Montella il burro veniva venduto in questa forma. All'apparenza sembrano mini caciocavalli, una coppia pesa in media un kilo, e all'interno racchiudono una sfera di burro.
 
Tipica di Montella è una particolare tecnica di cottura del [[Caciocavallo podolico]] che ha avuto una larga diffusione in tutta la zona. Il Caciocavallo viene sospeso sulla brace ardente fino a fondersi, e il prodotto fuso viene spalmato su una fetta di pane. Da qui il nome "Caciocavallo impiccato"<ref>{{cita testo|url=http://www.caciocavalloimpiccato.it/storia.htm|titolo=Caiocavallo Impiccato - formaggio tipico campano<!-- Titolo generato automaticamente -->|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20150811083639/http://caciocavalloimpiccato.it/storia.htm }}</ref>.
*La Scamorza: altro prodotto caseario e tipico della zona. Venduta in coppia dopo l'essiccazione, si presta anche più della mozzarella al condimento, ottima anche nei panini o per accompagnare gli insaccati. Da poco la si trova anche affumicata.
 
==== La Pastapasta ====
Tipici formati di pasta sono le ''stése'', sorta di [[linguine]] cotte con i ceci, e i ''cecaluccoli'', simili ai [[cavatelli]].
Le forme sono tante, troviamo le orecchiette, i fusilli, le maccaronare, gli gnocchi (di patate e non), le tagliatelle, e ovviamente i ravioli.
Il condimento principale è senza dubbio il ragù. Ma non mancano i sughi di legumi, o funghi e tartufo.
 
==== La Carnecarne ====
La principale qualità di carne utilizzata nella tradizione è quella di suino. Diverse famiglie usano ancora allevare e macellare il maiale in proprio. Ogni parte viene usata, e qui le ricette si perdono nel tempo. Una delle più antiche è carne, patate e peperoni, r cotti in forno a legna. MaTipica l'elencoricetta èdi lungo.carne Lasono selvagginai e''mogliarielli'', lainvoltini cacciagionedi vengonointestino preparatiripieni spesso,di [[cotenna]] e ilvarie piùspezie dellecucinati volte ripieni,in comesalsa ildi conigliopomodoro.
 
==== Le Verdureverdure, i Legumilegumi, i Contornicontorni e le Zuppezuppe ====
IVerdure contornidella spessotradizione montellese sono costituitila da[[cicoria]], insalataerbacea ospontanea sott'oliraccolta ein sott'aceti. Questi ultimi perché erano prodotti alquanto grassicampagna, e dila facile conservazione. Le altre verdure[[bieta]], utilizzata come adripieno esempioper ila pomodori,focaccia trovavano(''pizza largoco' usora soprattutto in estate. Il resto invece veniva servito cotto. Spesso le zucchine e le melanzane vengono arrostiti e serviti sottghieta'olio'). La minestra viene spesso accompagnata dai fagioli e dadal cotechino o altro insaccato (menestraa maretata),realizzare sula uncosiddetta letto''minestra di pane raffermo'maretata''. IAltra legumiricetta vengono utilizzati molto nelle zuppe, oltre che come condimento per la pasta. Una in particolaretipica è tipica montellese, la "'''ndrittuglia". È una'', composta di fave, fagioli, mais, lenticchie e ceci. Ognuno degli ingredienti viene cotto singolarmente, e poi vengono uniti. Attenzione, si mangia solo il primo maggio, altrimenti vi pungeranno i moscerini.
Molto utilizzato nella cucina tradizionale l'origano (''pilieo''), del quale esiste una forte tradizione di raccolta.
 
====I Pizzafunghi e Rusticiil tartufo====
[[File:Boletus edulis (Tillegem).jpg|thumb|Il porcino, in montellese ''munito'']]
La pizza, classica e cotta in forno a legna. Gli ingredienti principali per il condimento sono i più semplici, salsa do pomodoro (fatta in casa) e scamorza, o alici e origano. I rustici e le torte salate si trovano spesso ripieni di salame e/o pancetta. La pizza con le bietole (pizza cò re ghiete) è tipica del luogo, e viene consumata nel periodo natalizio. È una pizza ripiena a base di bietole, alici e pinoli. Oggi esistono diverse varianti, con broccoli e altre verdure.
La pizza gialla, e la "pizza a lo chingo" vengono ancora oggi preparate anche se la loro tradizione si perde nei secoli. Tipico piatto invernale, una sorta di polenta condita con cigole e saleme, ovviamente cotta nel forno a legna.
Tante sono anche le minestre, tipiche della cucina contadina. Molte delle quali accompagnate da una salsiccia o da pancetta o ancora cigole.
 
Forte la tradizione della raccolta dei funghi. Il più pregiato è il ''munito'' ([[porcino]]), ma nella tradizione si raccolgono anche ''gallineddre'' ([[Galluzzo|galluzzi]]), ''pieschi'' ([[Lactarius deliciosus|lattaioli]]), ''fongelle'' ([[Tricholoma terreum|morette]]), ''conocchie'' ([[Macrolepiota procera|mazze di tamburo]]), ''viruoli'' ([[Ovulo buono|ovuli]]). Diffuso anche il [[tartufo nero]].
==== La Frutta ====
La frutta è sempre quella di stagione. La castagna è di sicuro quella per eccellenza. La si può cucinare e i modi sono tanti. I vallini (valani) sono le castagne fatte bollire con tutta la buccia e mangiate caldissime. Le lesse sono cotte allo stesso modo ma private della buccia più esterna. Le caldarroste (varole) non hanno bisogno di spiegazione. Le secche bianche (frisuli) vengono spesso consumate in zuppa.
Altri tipi di frutta tipica della zona sono le mele "annurche", le pere "mast'Antonio", le nocciole, e le noci.
 
==== Pizza e rustici ====
== Personalità legate a Montella ==
La pizza, classica e cotta in forno a legna, è molto alta e condita con pomodoro, origano e parmigiano. I rustici e le torte salate si trovano spesso ripieni di salame o pancetta. Tipica della tradizione la pizza con le bietole (''pizza cò re ghiete''), focaccia ripiena di biete, alici e pinoli.
[[File:Michelangelo cianciulli.gif|thumb|130px|left|[[Michelangelo Cianciulli]]]]
La pizza gialla, e la ''pizza a lo chingo'' vengono ancora oggi preparate anche se la loro tradizione si perde nei secoli. Tipico piatto invernale, una sorta di polenta condita con [[cigole]] e saleme, ovviamente cotta nel forno a legna.
[[File:Giuseppe Maria Palatucci.gif|thumb|130px|[[Giuseppe Maria Palatucci]]]]
[[File:Giovanni Palatucci.jpg|thumb|130px|left|[[Giovanni Palatucci]]]]
*[[Rinaldo d'Aquino|Rinaldo D'Aquino]] (1227/28-1279): poeta della [[scuola siciliana]] e falconiere alla corte di [[Federico II di Svevia]].
*[[Diego I Cavaniglia]] (1453-1481)<ref>http://www.diegocavaniglia.it/</ref>: figlio di Garsia I, nobile giunto dalla Spagna al seguito di [[Alfonso il Magnanimo]], fu conte feudatario di Montella dal 1477 al 1481.
*[http://www.treccani.it/enciclopedia/troiano-cavaniglia_%28Dizionario-Biografico%29 Troiano I Cavaniglia] (1479-1528): figlio di Diego e di Margherita Orsini, ebbe una vasta cultura umanistica e sensibilità artistica. Furono suoi ospiti nel palazzo di corte di Montella vari letterati e poeti della [[Accademia Pontaniana|Accademia pontaniana]], come [[Giovanni Cotta]], Giano Anisio ed anche [[Jacopo Sannazzaro]], che, sembra, compose proprio a Montella [[Arcadia (poema)|"l'Arcadia"]]<ref name="Moscariello"/>.
*Giovanni Battista Abiosi (1490-1520): medico e studioso, viaggiò in Italia, Germania e Africa.
*Sebastiano Bartoli (1629-1676): professore di anatomia nell'Università di Napoli, fondò l'accademia degli " Investiganti della natura ".
*[[Michelangelo Cianciulli]] (1734-1819): marchese, [[Regno delle Due Sicilie|Reggente delle Due Sicilie]] per due mesi nel 1806, [[Ministri di grazia e giustizia delle Due Sicilie|Ministro della Giustizia]] durante il Regno di [[Giuseppe Bonaparte]].
*[[Filippo Capone]] (1821-1895): primo presidente onorario della Corte di cassazione, primo presidente della Corte d'Appello, deputato e poi senatore del Regno d'Italia, [[Medaglia a ricordo dell'Unità d'Italia]].
*Salvatore Pelosi: comandante di sommergibile, Ammiraglio [[Medaglia d'oro al Valor Militare]].
*[[Francesco Scandone]] (1868-1957): storico. La sua opera costituisce l'unica fonte storica sull'Irpinia dopo il terremoto del 1980.
*[[Leonarda Cianciulli]] (1883-1970): prima serial killer donna italiana. [[File:Aurelio Fierro 68.JPG|thumb|200px|[[Aurelio Fierro]] a ''[[Canzonissima 1968]]'']]
*[[Giuseppe Maria Palatucci]] (1892-1961) : [[Diocesi di Campagna|Vescovo di Campagna]], [[Medaglia d'oro al merito civile]] per aver salvato oltre mille ebrei dalla deportazione durante il [[Secondo conflitto mondiale]].
*[[Giovanni Palatucci]] (1909-1945): [[medaglia d'oro al merito civile]], [[Giusto tra le nazioni]] e [[Servo di Dio]] per aver salvato più di cinquemila ebrei dall'olocausto nel ruolo di questore di Fiume. Deportato egli stesso nel [[campo di concentramento di Dachau]], qui morì nel 1945.
*Attilio Fierro (1922-1988): ingegnere, politico, iniziò la sua carriera nella [[Democrazia Cristiana|DC]] al seguito dell'amico on. [[Fiorentino Sullo]]. Nominato Segretario Provinciale della DC a metà degli anni '70, molto vicino a [[Ciriaco De Mita]], fu insieme a questo tra i fondatori della cosiddetta "sinistra di base"<ref>http://luporussonet.sitonline.it/1/ciriaco_de_mita_1763821.html</ref><ref>http://www.politicaitaliana.org/scheda.cfm?id=1201&On._LUIGI%20CIRIACO_DE%20MITA</ref>. Due volte sindaco di Montella negli anni Cinquanta e Sessanta<ref>Salvatore Moscariello, "La vita politico-amministrativa di una comunità irpina: Montella 1943-1992"- pag. 84, Litotipografia dei fiori, Montella, 1992</ref>.
*[[Aurelio Fierro]] (1923-2005): cantante e attore, ha preso parte a cinque Festival di Sanremo.
*[[Geno Auriemma]]: allenatore della squadra di basket femminile [[Connecticut Huskies]]. Originario di Montella, emigra negli USA a sette anni.
*[[Maria Bello]]: attrice italoamericana, figlia di un emigrato di origine montellese<ref>http://italostranieri.blogspot.com/2009/05/maria-bello.html</ref>. Ha avuto due ''nomination'' come miglior attrice ai [[Golden Globes]].
 
==== EventiLa frutta ====
Varietà di frutta tipiche della zona sono, oltre alle [[Castagna di Montella|castagne IGP]], le ''[[Mela annurca|mele annurche]]'', le ''pere mast'Antonio'', le nocciole e le noci.
Durante l'estate, il calendario di "MontellaEstate", riunisce le ProLoco e le associazioni con l'unico scopo d'intrattenere e divertire. Feste, sagre e incontri per tutte le età e tutti i gusti. Dagli spettacoli in vernacolo, ai tornei, passando per la musica classica e le giornate dello shopping e dei bambini. D'inverno non è di meno il programma del "Natale Montellese, con tombolate, serate di cabaret, caraoke e notti bianche.
All'inizio dell'inverno la Sagra della Castagna<ref>http://www.sagracastagnaigp.it</ref> e la Mostra dei Prodotti Tipici dell'Alta Valle del Calore raccolgono visitatori da tutta la regione.
 
== Economia ==
=== Industria ===
Negli ultimi anni è stata inaugurata la zona industriale di Montella, ubicata in una vasta area pianeggiante tra l'abitato e il [[convento di San Francesco a Folloni]]. Vi si sono insediate diverse industrie: conserviere, dolciarie, lavorazione del legno, restauro, lavorazione lamiere, ma più di tutte la lavorazione e la trasformazione della [[Castagna di Montella]]. Anche la produzione del software è presente con un'azienda, la [[ACCA Software S.p.A]], di rilievo nazionale nel comune.
La zona industriale di Montella è ubicata in una vasta area pianeggiante tra l'abitato e il [[convento di San Francesco a Folloni]]. Vi si sono insediate diverse industrie: conserviere, dolciarie, lavorazione del legno, restauro, lavorazione lamiere. Numerose le aziende dedicate alla lavorazione e trasformazione della [[castagna di Montella]]. Importante è anche l'allevamento e l'industria casearia è ben sviluppata.
 
Importante anche l'industria boschiva con produzione di legna e legnami, soprattutto castagno e faggio.
 
==Infrastrutture e trasporti==
=== Strade ===
Montella è raggiungibileservita indalla auto prendendo l'uscita Avellino Est della Napoli-Bari ([[Autostradastrada A16statale (Italia)|A16]])7 eVia proseguendo, sulla [[StradaAppia|strada statale 7|SS7 bis]], perche consente i Montella.collegamenti Dallacon [[Autostrada A3 (Italia)|A3Avellino]], Salerno-Reggioda Calabria,un l'uscitalato dae prenderecon è[[Lioni]], [[Contursi Terme|Contursi]], e proseguire,[[Melfi]] sempre sulla SS7 bis, verso Lioni e poi Montelladall'altro.
 
Le altre strade che attraversano il territorio comunale sono:
La città è collegata con frequenti corse di linea di AIR spa. Con intercambio ad Avellino, è facile raggiungere Napoli, la [[costiera Amalfitana]], [[Caserta]], e gli aeroporti di Capodichino e di [[Salerno]] e i porti.
* l'ex [[strada statale 164 delle Croci di Acerno]]
Aziende private, collegano Montella con diverse città italiane ([[Roma]], [[Milano]], ecc), ed europee ([[Ginevra]], [[Colonia (Germania)|Colonia]], [[Zurigo]], [[Basilea]], [[Stoccarda]], ecc)
* l'ex [[strada statale 368 del Lago Laceno]]
* l'ex [[strada statale 574 del Monte Terminio]]
* la strada provinciale 43: ''dalla ex SS 164, per San Francesco a Folloni, alla ex SS 368 (km 2,769)''.
* la strada provinciale 95: ''dalla ex SS 368 allo scalo ferroviario di Montella (km 0,234)''.
* la strada provinciale 143: ''da Bagnoli Irpino all'ex [[strada statale 164 delle Croci di Acerno]] (km 5,920)''.
* la strada provinciale 152 1º tratto: ''dalla ex SS 574 (Cruci di Montella) alla SP 108 (Volturara Irpina) (km 9,292)''.
* la strada provinciale 152 2º tratto: ''dalla ex SS 368 (Montella) al Santuario S.S. Salvatore (km 6,327)''.
* la strada provinciale 158: ''dallo scalo ferroviario di Montella per il bivio della ex SS 164 alla frazione Gargano (km 1,800)''.
 
=== Ferrovie ===
[[ImageFile:Stazione Montella.jpg|thumb|Stazione di Montella]]La [[stazione di Montella]] si trova sulla [[ferrovia Avellino-Rocchetta Sant'Antonio]], linea risalente agli ultimi anni del 1800 e chiusa al regolare esercizio dal 2010.<ref>{{Cita Èweb|url=http://www.ferrovieabbandonate.it/linea_dismessa.php?id=240|titolo=Ferrovia Rocchetta S. Antonio Lacedonia-Avellino - Ferrovie abbandonate|accesso=6 dicembre 2017}}</ref> Era servita da diversi convogli al giorno e da un collegamento diretto con Salerno. DaLa Avellino,stazione siferroviaria puòè facilmentestata raggiungereriaperta [[Benevento]],a Roma,fini Napoli,turistici<ref>{{Cita Salerno, eweb|url=http://www.fondazionefs.it/content/fondazione/it/it/treni-storici/archivio/2017/11/3/il-treno-delle-castagne.html|titolo=Il ovviamente moltetreno delle città campane;castagne da [[RocchettaFoggia Sant'Antonio]],a [[Foggia]]Montella|lingua=en|accesso=6 edicembre 2017}}</ref> dal molte3 cittànovembre pugliesi2017.
 
=== Mobilità urbana ===
Periodicamente ricorre la manifestazione del treno antico: viene rimesso in funzione il vecchio locomotore a vapore, che percorre un tragitto che interessa anche i paesi vicini di [[Bagnoli Irpino]], [[Castelfranci]], [[Lioni]], [[Nusco]].
La cittadina è collegata ad Avellino con frequenti corse di linea [[Autoservizi Irpini|AIR]].
 
== Amministrazione ==
=== Sindaci ===
{{ComuniAmministrazione
 
|NomeSindaco=Ferruccio Capone
{{ComuniAmminPrecTitolo}}
|DataElezione=08/06/2009
{{ComuniAmminPrec|[[1993]]|[[1996]]|Fernando Chiaradonna|[[Democrazia Cristiana]]|[[Sindaco (Italia)|Sindaco]]|
|partito=[[lista civica]] Montella libera
}}
{{ComuniAmminPrec|[[1996]]|[[2000]]|Bruno Fierro|[[Partito Democratico della Sinistra|PDS]]|[[Sindaco (Italia)|Sindaco]]|
}}
{{ComuniAmminPrec|[[2000]]|[[2005]]|Bruno Fierro|[[centrosinistra]]|[[Sindaco (Italia)|Sindaco]]|
}}
{{ComuniAmminPrec|[[2005]]|[[2009]]|Salvatore Vestuto|[[centrosinistra]]|[[Sindaco (Italia)|Sindaco]]|
}}
{{ComuniAmminPrec|[[2009]]|[[2019]]|Ferruccio Capone|[[lista civica]]|[[Sindaco (Italia)|Sindaco]]|
}}
{{ComuniAmminPrec|[[2019]]|''in carica''|Rizieri Buonopane|[[centrosinistra]]|[[Sindaco (Italia)|Sindaco]]|
}}
{{ComuniAmminPrecFine}}
 
=== Gemellaggi ===
Montella è, dal 1991, gemellata con la città di [[Norristown (Pennsylvania)]] negli, Stati Uniti d'America.<ref Ogniname=ci>{{cita annotesto|url=http://www.corriereirpinia.it/printart.php?art_id=47586|titolo=«Sono Montellaqui ospitale alcunimie studentiradici»|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20140826115201/http://www.corriereirpinia.it/printart.php?art_id=47586 della}} Norristowncorriereirpinia.it</ref> AreaNell'ambito Highdi School,un nell'ambitoprogetto di uno scambio studenti, aldal quale,1994 ovviamente,in partecipanopoi anchele due cittadine hanno ospitato reciprocamente studenti della Norristown Area High School e glidegli istituti superiori di Montella.<ref>{{cita Questotesto|url=http://www.norristownmontella.org/contributors.html|titolo=Gemellaggio eventocon Montella|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20090106115312/http://norristownmontella.org/contributors.html }} norristownmontella.org</ref> Tale progetto dà la possibilità, dal 1994, di far conoscere diverse culture, usi, costumi, luoghi e concezioni della scuola a molti ragazzi di Montella, che vengono ospitati presso famiglie del luogo e frequentano le lezioni a scuola, oltre a visitare i maggiori siti turistici della east''[[East Coast]]'' coaststatunitense.
 
===Altre informazioni amministrative===
Il comune di Montella fa parte della [[Comunità montana Terminio Cervialto]], e ne ospita la sede. È anche integrato neldel [[Parco regionale Monti Picentini]].
 
== Sport ==
{{F|centri abitati della Campania|agosto 2019}}
Nello sport:
Nello sport:
*la [http://www.acca-nettuno.com Nettuno Pallavolo], che di anno in anno è arrivata a vincere il titolo nazionale.
*il gruppo podistico Montellese "Pedibus Calcantibus", la cui manifestazione più importante è la marcia per la pace Montella-[[Assisi]]-Montella per portare a [[San Francesco a Folloni]] una fiaccola accesa nella casa del Santo.
*"La tana del lupo" raccoglie gli appassionati di tiro al piattello.
Riga 338 ⟶ 350:
*La Società "Felice Scandone" e la "Montella Calcio", lo sport nazionale.
*L'Associazione Sportiva Dilettantistica Circolo Scacchistico di Montella.
 
== Curiosità ==
*Ha una superficie di poco inferiore a quella di città Come [[Napoli]], [[Firenze]] e [[Bari]] avendo però un numero di abitanti centesimale rispetto ad esse. Questo fa sì che la sua [[densità abitativa]] sia bassissima (96 ab/km² contro, ad esempio, gli 8191 ab/km² di Napoli).
*Ci sono nel mondo due strade che portano il nome di Montella, entrambe negli USA: a [[Norristown]] in [[Pennsylvania]] e a [[Lexington (Virginia)|Lexington]] in [[Virginia]].
*La [[Nestlè]], produsse un formaggio per il mercato francese che si chiamava Montella. Furono prodotti portachiavi a forma di mucca con su scritto Montella<ref>http://www.montella.eu/Curiosita/Curiosita-01.htm</ref>.
 
==Galleria fotografica==
 
<gallery>
File: Villa abiosi.JPG| Scorcio della facciata di Villa Abiosi
File: Monastero del Monte.JPG|Rampa di accesso al cinquecentesco Monastero del Monte
File: Castello del Monte e mura.JPG| Il Castello del Monte con le mura romane
File:CasaCarfagni.jpg|Il retro di Casa Carfagni, costruita sulle mura di epoca medievale
File: Palazzo Capone retro.JPG| Vista dal parco di Palazzo Capone
File: Palazzo Capone retro2.JPG| Palazzo Capone dal parco
</gallery>
 
== Note ==
Riga 369 ⟶ 365:
*[[Parco regionale Monti Picentini]]
*[[Campania]]
*[[Terremoto dell'Irpinia del 1980]]
*[[Monti Picentini]]
*[[Castagna di Montella]]
*[[monte AcellicaAccellica]]
 
==Altri progetti==
{{interprogetto}}
{{ip|commons=Category:Montella}}
 
== Collegamenti esterni ==
*{{Collegamenti esterni}}
*[http://www.comunemontella.it Sito ufficiale del comune di Montella]
*[http://www.montella.eu Portale sulla città di Montella e Webcam Live]
*[http://www.sagracastagnamontella.com Sito dedicato alla Sagra della Castagna IGP di Montella]
 
{{Comunità montana Terminio Cervialto}}
{{Parco regionale Monti Picentini}}
{{ProvinciaComuni della provincia di Avellino}}
{{Controllo di autorità}}
{{Portale|Provincia di Avellino}}
 
[[Categoria:Montella| ]]
[[Categoria:Comuni della provincia di Avellino]]
 
[[de:Montella (Kampanien)]]
[[en:Montella]]
[[eo:Montella]]
[[es:Montella]]
[[fr:Montella]]
[[hu:Montella]]
[[ia:Montella]]
[[ja:モンテッラ]]
[[lmo:Montella]]
[[mk:Монтела]]
[[nap:Montella]]
[[nl:Montella]]
[[pl:Montella]]
[[pms:Montella]]
[[pt:Montella]]
[[roa-tara:Montella]]
[[ru:Монтелла]]
[[scn:Muntella]]
[[sv:Montella]]
[[uk:Монтелла]]
[[vi:Montella]]
[[vo:Montella]]
[[war:Montella]]