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{{NN|storiasovrani|febbraio 2010}}
{{Monarca
 
|immagine = Nuremberg chronicles f 150r 1.jpg
{{quote|C'era questo di meraviglioso nel regno dei Longobardi: non c'erano violenze, non si tramavano insidie; nessuno opprimeva gli altri ingiustamente, nessuno depredava; non c'erano furti, non c'erano rapine; ognuno andava dove voleva, sicuro e senza alcun timore|[[Paolo Diacono]], ''[[Historia Langobardorum]]'', [[s:la:Historia Langobardorum - Liber III|III]], 16|''Erat hoc mirabile in regno Langobardorum: nulla erat violentia, nullae struebantur insidiae; nemo aliquem iniuste angariabat, nemo spoliabat; non erant furta, non latrocinia; unusquisque quo libebat securus sine timore''|lingua=la}}
|legenda = Autari in una [[miniatura]] delle ''[[Cronache di Norimberga]]''
|stemma = Corona ferrea monza (heraldry).svg
|titolo = [[Re dei Longobardi]]<br />[[Sovrani d'Italia#Re dei Longobardi (568–774)|Re d'Italia]]
|sottotitolo =
|inizio regno = autunno [[584]]
|fine regno = 5 settembre [[590]]
|predecessore = ''[[Periodo dei Duchi|Interregno ducale]]''<br />([[Clefi]] fino al [[574]])
|successore = [[Agilulfo]]
|data di nascita =
|luogo di nascita =
|data di morte = [[Pavia]], 5 settembre [[590]]
|luogo di morte =
|sepoltura =
|luogo di sepoltura =
|casa reale = Beleos
|padre = [[Clefi]]
|madre = Masane
|consorte = [[Teodolinda]]
|figli =
|religione = [[Arianesimo]]
}}
{{Citazione|C'era questo di meraviglioso nel regno dei Longobardi: non c'erano violenze, non si tramavano insidie; nessuno opprimeva gli altri ingiustamente, nessuno depredava; non c'erano furti, non c'erano rapine; ognuno andava dove voleva, sicuro e senza alcun timore|[[Paolo Diacono]], ''[[Historia Langobardorum]]'', III, 16|''Erat hoc mirabile in regno Langobardorum: nulla erat violentia, nullae struebantur insidiae; nemo aliquem iniuste angariabat, nemo spoliabat; non erant furta, non latrocinia; unusquisque quo libebat securus sine timore''|lingua=la}}
{{Bio
|Nome = Autari
|Cognome = Autari
|PostCognome =
|Sesso = M
|LuogoNascita =
|GiornoMeseNascita =
|AnnoNascita =
|LuogoMorte = Pavia
|GiornoMeseMorte = 5 settembre
|AnnoMorte = 590
|AttivitàEpoca = 500
|NazionalitàAttività = re
|Nazionalità = Longobardo
|Categorie = no
|FineIncipit = fuè stato [[re dei Longobardi]] e [[re d'Italia]] dal [[584]] al [[590]]
|Immagine = Nuremberg chronicles f 150r 1.jpg
|Didascalia = Autari in una [[miniatura]] delle ''[[Cronache di Norimberga]]''
}}
 
== Biografia ==
== L'elezione e la politica ==
=== Giovinezza e ascesa al trono ===
Figlio di [[Clefi]], il sovrano ucciso nel [[574]] e al quale i [[Duca (Longobardi)|duchi longobardi]] per un decennio non diedero un successore ([[Periodo dei Duchi]]), Autari fu eletto re dagli stessi duchi nel [[584]], quando si resero conto che l'assenza di un potere centrale minacciava l'esistenza stessa del popolo longobardo nell'[[Italia]] recentemente conquistata. Autari ascese al trono in un contesto di forte frammentazione del dominio longobardo, sottoposto alla duplice pressione dei [[Franchi]] e dei [[impero bizantino|Bizantini]], eppure ottenne un deciso sostegno dai duchi, che gli assegnarono un tesoro pari alla metà dei propri beni.
Figlio di [[Clefi]], il sovrano ucciso nel [[574]] e al quale i [[Duca (Longobardi)|duchi longobardi]] per un decennio non diedero un successore ([[Periodo dei Duchi|periodo dei duchi]]), Autari fu eletto re dagli stessi duchi nel [[584]], quando si resero conto che l'assenza di un potere centrale minacciava l'esistenza stessa del popolo longobardo nell'[[Italia]] recentemente conquistata. Autari ascese al trono in un contesto di forte frammentazione del dominio longobardo, sottoposto alla duplice pressione dei [[Franchi]] e dei [[impero bizantino|Bizantini]], eppure ottenne un deciso sostegno dai duchi, che gli assegnarono un tesoro pari alla metà dei propri beni.
 
=== Regno ===
Autari promosse l'evoluzione del proprio popolo da insieme scoordinato di unità militari a stirpe unitaria, in grado di generare un vero e proprio Stato; in questo sforzo, si attribuì il titolo di ''Flavio'', riferendosi a una tradizione che risaliva a [[Odoacre]] e a [[Teodorico il Grande]]. Si trattò di una precisa scelta politica, volta ad affermare la legittimità del potere longobardo non solo sulla propria stirpe, ma sulla totalità della popolazione italica, in larga maggioranza di stirpe latina, richiamandosi esplicitamente (in chiave anti-bizantina) all'eredità dell'[[Impero Romano d'Occidente]].
 
In tal senso, Autari, benché seguace dell'[[arianesimo|interpretazione del Cristianesimo]] data da [[Ario]], e condannata come [[eresia|eretica]], cercò cautamente di avvicinarsi alla fede cattolica, professata dalla popolazione romano-italica. [[papa Gregorio I|Gregorio Magno]] (''Registrum Epistolarum'', VII, 23) riferisce dell'invio di una [[reliquia]] in dono a [[papa Pelagio II]]. Le ostilità con i Franchi e con l'Impero Bizantinobizantino - le due maggiori potenze cattoliche del tempo - finirono però con l'indurlo a misure in chiave anticattolica, con la proibizione dei [[battesimo|battesimi]] secondo il [[rito romano]].
 
Per stabilizzare il dominio longobardo, sostituì all'''[[hospitalitas]]'' vigente durante il Periodoperiodo dei duchi (la cessione, arbitrariamente manipolabile, ai Longobardi di un terzo dei prodotti del suolo) un sistema più definito, con una divisione dei latiniLatini in scaglioni di ricchezza, dai quali dipendevano le imposte da versare ai dominatori che assicuravano la sicurezza militare. Il sistema colpì duramente l'[[aristocrazia]] [[latifondo|latifondista]] latina, ma rappresentò un fattore di stabilità per la massa della popolazione e per l'equilibrio complessivo del regno.
 
Su ordine del re Autari, il [[Ducato di Trento|duca di Trento]] [[Ewin]] guidò una riuscita spedizione in Istria<ref name=":1">[[Paolo Diacono]], ''[[Historia Langobardorum]]'', III, 27 ({{Cita|Zanella|p. 319 e nota 51}}).</ref> allo scopo di conquistarla o di punire il [[Ducato del Friuli|duca del Friuli]] [[Grasulfo I del Friuli|Grasulfo]]<ref name=":1" />. Questi infatti stava per passare dalla parte dei Bizantini, come aveva già fatto [[Droctulfo]], secondo una lettera<ref>[[Monumenta Germaniae Historica|MGH]], ''Ep. III'', pp.147 e 152-153</ref> scritta attorno al 581 di Gogone, [[Maggiordomo di palazzo|maggiordomo]] di [[Childeberto II]]<ref name=":1" /><ref>{{Cita libro|autore=Stefano Gasparri|titolo=I duchi longobardi|pp=55 e 65-66}}</ref>.
[[Paolo Diacono]], nella sua ''[[Historia Langobardorum]]'' (libro III, capitolo 16), narra di un episodio dalla significativa, doppia simbologia: arrivato nei pressi dell'attuale [[Reggio Calabria]] Autari toccò con una lancia una colonna immersa nell'acqua a pochi metri dalla riva, segnando i confini del regno dei Longobardi e confermando la diffidenza per il mare che ha percorso la loro storia. L'episodio, del tutto leggendario, esprime l'aspirazione dei Longobardi a estendere i propri domini su tutta la penisola.
 
[[Paolo Diacono]], nella sua ''[[Historia Langobardorum]]'' (libro III, capitolo 32), narra di un episodio dalla significativa, doppia simbologia: arrivato nei pressi dell'attuale [[Reggio Calabria]] Autari toccò con una lancia una [[colonna]] immersa nell'acqua a pochi metri dalla riva, segnando i confini del regno dei Longobardi e confermando la diffidenza per il mare che ha percorso la loro storia. L'episodio, del tutto [[leggenda]]rio, esprime l'aspirazione dei Longobardi a estendere i propri domini su tutta la penisola.
== Le guerre con i Franchi ==
 
=== Matrimonio con Teodolinda ===
Tenendo fede al motivo per cui era stato eletto re dopo il Periodo dei duchi, contrastò sia i [[Franchi]] sia i [[impero bizantino|Bizantini]] e ne spezzò la coalizione. Nel [[585]] respinse un attacco dei Franchi d'[[Austrasia]], inducendo i Bizantini a concludere, per la prima volta, una tregua. Allo scadere dell'armistizio, Autari conquistò l'ultimo bastione bizantino sulle [[Alpi]], l'[[Isola Comacina]] nel [[lago di Como]].
[[File:Fara Gera d'Adda3.JPG|thumb|La [[basilica autarena di Fara Gera d'Adda]]]]
Nel [[589]] Autari sposò [[Teodolinda]], figlia del duca [[baiuvari|baiuvaro]] [[Garibaldo I di Baviera|Garibaldo]], rinforzando così un'alleanza già esistente: Teodolinda discendeva dai Longobardi per via materna, essendo figlia di Valderada, a sua volta figlia di [[Vacone (re)|Vacone]]. In questo modo, sul trono longobardo ritornava il "carisma" della stirpe regia dei [[Letingi]], rafforzando sensibilmente la legittimità del regno di Autari.
 
Il matrimonio si celebrò a [[Verona]] il 15 maggio [[589]], presso il campo di Sardi, rinsaldando l'alleanza con i Baiuvari e fissando il confine fra gli alleati a [[Salorno]], località che oggi segna il confine tra il [[Provincia autonoma di Trento|Trentino]] [[lingua italiana|italofono]] e l'[[Provincia autonoma di Bolzano|Alto Adige]] a maggioranza [[lingua tedesca|germanofona]] (ma al tempo la germanizzazione dell'Alto Adige era ancora da compiersi, il territorio era abitato per lo più da genti di etnia reto-romanza, gli antenati degli attuali ladini). Il fratello di Teodolinda, [[Gundoaldo]], fu nominato [[Duca di Asti]]. Una sorella di Teodolinda, di cui non conosciamo il nome, sposò invece (o aveva già sposato in precedenza) il [[Ducato di Trento|duca di Trento]] [[Ewin]]<ref>[[Paolo Diacono]], ''[[Historia Langobardorum]]'', III, 10 ({{Cita|Zanella|p. 295}}).</ref><ref>{{Cita|Zanella|p. 322, nota 53}}.</ref>. Il marito di una sorella di Autari di nome Ansul morì in circostanze misteriose durante le celebrazioni del matrimonio<ref name=":0">{{Cita web|url=http://www.treccani.it/enciclopedia/re-dei-longobardi-clefi_(Dizionario-Biografico)/|titolo=Clefi sull'enciclopedia Treccani}}</ref><ref>[[Paolo Diacono]], ''[[Historia Langobardorum]]'', III, 30 ({{Cita|Zanella|p. 327}}).</ref>.
Anche i Franchi si rassegnarono a cercare un accordo, tanto che si arrivò a un fidanzamento tra lo stesso Autari e [[Clodosvinta]], sorella del re dei Franchi [[Childeberto II]]. Ma la regina madre dei Franchi, [[Brunechilde (regina)|Brunechilde]], si oppose al matrimonio, con la scusa che una [[Chiesa cattolica|cattolica]] non poteva sposare un [[Arianesimo|ariano]]. Il suo rifiuto può essere interpretato in vario modo: forse si era determinato un nuovo equilibrio alla corte franca, meno propenso alla pace con i Longobardi, oppure Brunechilde riteneva più vantaggioso far sposare la figlia con Recaredo Re dei Visigoti; nè si possono escludere pressioni da parte di [[Papa Pelagio II]].
 
Nell'ottobre di quell'anno Autari assistette nella [[Basilica di San Zeno (Verona)|basilica di San Zeno]], sempre a Verona, a uno dei miracoli del [[San Zeno vescovo|santo]]. L'episodio, descritto da [[Paolo Diacono]], è da ricollegarsi agli atteggiamenti filocattolici perseguiti dal Re.
Nel [[588]] Autari respinse un nuovo attacco franco e rivolse la sua politica verso un accordo con i [[Bavari]], a loro volta nemici dei Franchi, fidanzandosi in quello stesso anno con la principessa [[Teodolinda]]. Nel [[590]] si rinnovò l'alleanza fra [[Franchi]] e [[impero bizantino|Bizantini]] che, complice un accordo tra i Franchi e numerosi duchi longobardi (quelli di [[Bergamo]], [[Treviso]], [[Parma]], [[Reggio nell'Emilia|Reggio Emilia]] e [[Piacenza]]), condusse i Longobardi alla perdita di tutta l'[[Emilia]]. Autari fu costretto a trincerasi a [[Pavia]], mentre Childeberto spezzò in due parti il [[regno longobardo]], occupando [[Verona]] ed infilandosi nella [[Valle dell'Adige]] fin oltre [[Trento]].
 
Alcuni autori sostengono che dal matrimonio di Autari e Teodolinda nacque [[Gundeperga]], ma l'opinione prevalente è che quest'ultima fosse figlia del successivo marito di Teodolinda, [[Agilulfo]].
Autari riuscì tuttavia a risollevarsi da questa difficile situazione, aiutato anche dalle difficoltà causate ai Franchi dal caldo, dalle epidemie e dalla mancanza di disciplina. A [[Salorno]] [[Rotta della Cucca|un'esondazione dell'Adige]] quasi travolse l'esercito franco e Autari sconfisse ad [[Asti]] una colonna dell'esercito dei Franchi. Childelberto, provato e deluso, si accordò con Autari e ripassò le Alpi. Autari morì improvvisamente il [[5 settembre]] di quello stesso [[590]], avvelenato, secondo quanto scrive Paolo Diacono. Il Re potrebbe però essere morto in seguito all'epidemia che infieriva nella Valle Padana.
 
=== Il matrimonioGuerre con Teodolindai Franchi e morte ===
{{Vedi anche|Assedio di Pavia (590)}}
[[File:Fara Gera d'Adda3.JPG|right|250px|thumb|La [[Basilica Autarena di Fara Gera d'Adda|''Basilica autarena'']] di [[Fara Gera d'Adda]] ([[Provincia di Bergamo|Bergamo]])]]
Tenendo fede al motivo per cui era stato eletto re dopo il periodo dei duchi, contrastò sia i [[Franchi]] sia i [[impero bizantino|Bizantini]] e ne spezzò la coalizione. Nel 585 respinse un attacco dei Franchi d'[[Austrasia]], inducendo i Bizantini a concludere, per la prima volta, una tregua. Allo scadere dell'armistizio, Autari conquistò l'ultimo bastione bizantino sulle [[Alpi]], l'[[Isola Comacina]] nel [[lago di Como]]. Sotto il regno, infatti, i longobardi cominciarono a comprendere l'importanza di operare militarmente lungo i fiumi e i laghi e, grazie alla collaborazione degli italici riuscirono a predisporre flotte<ref>{{Cita libro|autore=Fabio Romanoni|titolo=La guerra d’acqua dolce. Navi e conflitti medievali nell’Italia settentrionale|url=https://www.academia.edu/100479472/La_guerra_d_acqua_dolce_Navi_e_conflitti_medievali_nell_Italia_settentrionale|anno=2023|editore=CLUEB|città=Bologna|lingua=it|pp=25-26|ISBN=978-88-31365-53-6}}</ref>.
Nel [[589]] Autari sposò [[Teodolinda]], figlia del duca [[baiuvari|baiuvaro]] [[Garibaldo I di Baviera|Garibaldo]], rinforzando così un'alleanza già esistente: Teodolinda discendeva dai Longobardi per via materna, essendo figlia di Valderada, a sua volta figlia di [[Vacone (re longobardo)|Vacone]]. In questo modo, sul trono longobardo ritornava il "carisma" della stirpe regia dei [[Letingi]], rafforzando sensibilmente la legittimità del regno di Autari.
 
Anche i Franchi si rassegnarono a cercare un accordo, tanto che si arrivò a un fidanzamento tra lo stesso Autari e [[Clodosvinta]], sorella del re dei Franchi [[Childeberto II]]. Ma la regina madre dei Franchi, [[Brunechilde (regina)|Brunechilde]], si oppose al matrimonio, con la scusa che una [[Chiesa cattolica|cattolica]] non poteva sposare un [[Arianesimo|ariano]]. Il suo rifiuto può essere interpretato in vario modo: forse si era determinato un nuovo equilibrio alla corte franca, meno propenso alla pace con i Longobardi, oppure Brunechilde riteneva più vantaggioso far sposare la figlia con Recaredo Re dei Visigoti; né si possono escludere pressioni da parte di [[papa Pelagio II]].
Il matrimonio si celebrò a [[Verona]] il [[15 maggio]] [[589]], presso il campo di Sardi, rinsaldando l'alleanza con i Baiuvari e fissando il confine fra gli alleati a [[Salorno]], località che oggi segna il confine tra il [[Provincia autonoma di Trento|Trentino]] [[lingua italiana|italofono]] e l'[[Provincia autonoma di Bolzano|Alto Adige]] a maggiornaza [[lingua tedesca|germanofona]] (ma al tempo la germanizzazione dell'Alto Adige era ancora da compiersi, il territorio era abitato per lo più da genti di etnia reto-romanza, gli antenati degli attuali ladini). Il fratello di Teodolinda, [[Gundoaldo]], fu nominato [[duca di Asti]]. Una sorella, di cui non conosciamo il nome, sposò invece (o aveva già sposato in precedenza) il duca di Trento Ewin.
 
Nel [[588]] Autari respinse un nuovo attacco franco e rivolse la sua politica verso un accordo con i [[Bavari]], a loro volta nemici dei Franchi, fidanzandosi in quello stesso anno con la principessa [[Teodolinda]]. Nel 590 si rinnovò l'alleanza fra [[Franchi]] e [[impero bizantino|Bizantini]] che, complice un accordo tra i Franchi e numerosi duchi longobardi (quelli di [[Bergamo]], [[Treviso]], [[Parma]], [[Reggio Emilia]] e [[Piacenza]]), condusse i Longobardi alla perdita di tutta l'[[Emilia]]. Autari fu costretto [[Assedio di Pavia (590)|a trincerarsi]] a [[Pavia]], mentre Childeberto spezzò in due parti il [[regno longobardo]], occupando [[Verona]] e infilandosi nella [[Valle dell'Adige]] fin oltre [[Trento]].
Nell'ottobre di quell'anno Autari assistette nella [[Basilica di San Zeno (Verona)|basilica di San Zeno]], sempre a Verona, a uno dei miracoli del [[San Zeno vescovo|santo]]. L'episodio, descritto da [[Paolo Diacono]], è da ricollegarsi agli atteggiamenti filocattolici perseguiti dal Re.
 
Autari riuscì tuttavia a risollevarsi da questa difficile situazione, aiutato anche dalle difficoltà causate ai Franchi dal caldo, dalle epidemie e dalla mancanza di disciplina. A [[Salorno]] [[Rotta della Cucca|un'esondazione dell'Adige]] quasi travolse l'esercito franco e Autari sconfisse ad [[Asti]] una colonna dell'esercito dei Franchi. Childeberto, provato e deluso, si accordò con Autari e ripassò le Alpi. Autari morì improvvisamente a [[Pavia]]<ref>{{Cita libro|nome=Piero|cognome=Majocchi|titolo=Le sepolture regie del regno italico (secoli VI-X), repertorio digitale a cura di Piero Majocchi, 2007, url &lt;http://sepolture.storia.unipd.it/&gt;|url=https://www.academia.edu/958803/Le_sepolture_regie_del_regno_italico_secoli_VI_X_repertorio_digitale_a_cura_di_Piero_Majocchi_2007_url_http_sepolture_storia_unipd_it_|accesso=2021-09-21}}</ref> il 5 settembre di quello stesso 590, avvelenato, secondo quanto scrive Paolo Diacono. Il re potrebbe però essere morto in seguito all'epidemia che infieriva nella Valle Padana. Poco tempo dopo la sua morte la regina Teodolinda si unì in seconde nozze con il duca di Torino, Agilulfo. Nel maggio del 591 l'assemblea del popolo longobardo scelse quest'ultimo come suo successore.
Alcuni autori sostengono che dal matrimonio di Autari e Teodolinda nacque [[Gundeperga]], ma l'opinione prevalente è che quest'ultima fosse figlia del successivo marito di Teodolinda, Agilulfo.
 
Se Paolo Diacono, nei casi di Clefi e del figlio Autari, scrive delle circostanze della morte, nulla dice del luogo della loro sepoltura. Secondo il trecentesco Catalogo Rodobaldino<ref>"[..] Item iacet ibi (in ecclesia sanctorum martyrum Gervasii et Protasii) corpus regis Cleph lombardorum et cum filio suo Antario rege Lombardorum et regina Golicha [..]"</ref>, i due re assieme alle due regine galliche, vennero sepolti nella [[Chiesa dei Santi Gervasio e Protasio (Pavia)|chiesa pavese dei martiri Gervasio e Protasio]]<ref>{{Cita pubblicazione|autore=Paolo de Vingo|titolo=Le forme di rappresentazione del potere e le ritualità funerarie aristocratiche nel regno longobardo in Italia settentrionale|rivista=Acta Archeologica Academiae Scientiarum Hungaricae, 2012|numero=63}}</ref><ref>{{Cita libro|titolo=Rodobaldus: De corporibus sanctis Papaie annus 1236}}</ref><ref>{{Cita web|url=http://www.bibar.unisi.it/sites/www.bibar.unisi.it/files/testi/testisami/sami2/35lusuardisiena.pdf|titolo=SEPOLTURE E LUOGHI DI CULTO IN ET¿LONGOBARDA: IL MODELLO REGIO|accesso=29 aprile 2021|dataarchivio=29 aprile 2021|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20210429150811/http://www.bibar.unisi.it/sites/www.bibar.unisi.it/files/testi/testisami/sami2/35lusuardisiena.pdf|urlmorto=sì}}</ref>.
 
== Note ==
{{Box successione|carica=[[Re dei Longobardi]]|immagine=Corona ferrea.png|periodo = [[584]] - [[590]]|precedente = [[Clefi]] (fino al [[574]])|successivo = [[Agilulfo]]}}
<references/>
{{Box successione|immagine=Crown of Italy.svg|carica=[[Re d'Italia]]|periodo = [[584]] - [[590]]|precedente = [[Clefi]] (fino al [[574]])|successivo = [[Agilulfo]]}}
 
== Fonti ==
* [[Paolo Diacono]], ''[[Historia Langobardorum]]'' (''Storia dei Longobardi'', Lorenzo Valla/Mondadori, Milano [[1992]])
 
== Bibliografia ==
* {{Cita libro|autore=[[Paolo Diacono]]|titolo=Storia dei Longobardi|url=https://archive.org/details/paolo-diacono.-storia-dei-longobardi-ocr-2000/page/n3/mode/2up|edizione=traduzione e note di Antonio Zanella|altri=introduzione di Bruno Luiselli|città=Milano|editore=Rizzoli|anno=1991|lingua=la, it|isbn=88-17-16824-6|cid=Zanella}}
* Felice Bonalumi, ''Teodolinda. Una regina per l'Europa'' (Torino, San Paolo [[2006]])
* Felice Bonalumi, ''Teodolinda. Una regina per l'Europa'' (Torino, San Paolo 2006)
* [[Jörg Jarnut]]. ''Storia dei Longobardi''. Torino, Einaudi, [[2002]]. ISBN 88-464-4085-4
* {{Cita libro|autore=[[Jörg Jarnut]]|titolo=Storia dei Longobardi|traduttore=Paola Guglielmotti|città=Torino|editore=Einaudi|anno=1995|annooriginale=1982|isbn=88-06-13658-5}}
* Alberto Magnani-Yolanda Godoy, "Teodolinda la Longobarda", Milano, Jaca Book, 1998, pp. 31-37.
* Alberto Magnani-Yolanda Godoy, "Teodolinda la Longobarda", Milano, Jaca Book, 1998, pp.&nbsp;31–37.
* Sergio Rovagnati, ''I Longobardi'' (Milano, Xenia [[2003]])
* Sergio Rovagnati, ''I Longobardi'' (Milano, Xenia 2003)
* {{DBI|nome=AUTARI, re dei Longobardi|nomeurl=re-dei-longobardi-autari|autore=Ottorino Bertolini|anno=1962|volume=4}}
 
== Altri progetti ==
{{interprogetto}}
 
== Collegamenti esterni ==
* {{Collegamenti esterni}}
{{Box successione
|tipologia = regnante
|carica=[[Sovrani longobardi|Re dei Longobardi]]|immagine=Corona ferrea monza (heraldry).svg|periodo = [[584]] – [[590]]|precedente = [[Clefi]] (fino al [[574]])|successivo = [[Agilulfo]]
}}
{{Re longobardi}}
{{Re d'Italia}}
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