Ulisse: differenze tra le versioni

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{{nota disambigua}}
{{nota disambigua||Odisseo (disambigua)|Odisseo}}
{{Personaggio
|medium = mitologia
|saga = [[Ciclo troiano]]
|nome = {{lang|grc|Ὀδυσσεύς}} (Odysseús)
|nome italiano = Ulisse
|nome italiano = Ulisse (Odisseo)
|nome = {{Polytonic|Ὀδυσσεύς}}
|epiteto = ''PrudenteLaerziade'' (patronimico, ''da Laerte), "prudente", "distruttore di rocche''", ''"luminoso''", ''"astuto''", ''"divino''", ''"dal multiforme ingegno'' "
|immagine = Head Odysseus Tiresias Cdm ParisMAR 422Sperlonga.jpg
|didascalia = OdisseoTesta edi Ulisse, [[Gruppo di Polifemo]] a [[TiresiaSperlonga]]
|autore =
|prima apparizione = [[Iliade]] di [[Omero]], [[IX secolo a.C.]] circa
|poteri = Intelletto acuto
|parenti = [[Laerte]] <small>(padre, secondo la maggior parte delle fonti)</small> <br /> [[Sisifo]] <small>(padre, secondo un'altra tradizione)</small> <br /> [[Anticlea]] <small>(madre)</small> <br /> [[Penelope (mitologia)|Penelope]] <small>(moglie)</small> <br /> [[Telemaco]], [[Telegono]] e [[Ausone]] o Ausonio <small>(figli)</small> <br /> [[Euriloco (mitologia)|Euriloco]] <small>(cognato)</small>
|professione = Re di Itaca, esploratore, comandante militare
|alleati = [[Diomede]], [[Atena]], [[Eumeo]], [[Filezio]], [[Tiresia]], [[Alcinoo]], [[Nausicaa]]
|prima apparizione = [[Iliade]] di [[Omero]], [[VIII secolo a.C.]] circa
|nemici = [[Troiani (popolo)|Troiani]] (e loro alleati), [[Poseidone]], [[Aiace Telamonio]], [[Polifemo]], [[Lestrigoni]], [[Proci]], [[Melanto (Odissea)|Melanto]], [[Melanzio]]
|incipitsesso = noM
|luogo di nascita = [[Itaca]]
}}
[[File:Giovanni Domenico Tipeolo, Procession of the Trojan Horse in Troy, 1760.jpg|thumb|[[Giovanni Domenico Tiepolo]], ''[[Processione del cavallo di Troia]]'', 1773]]
[[File:UlisseM.jpg|thumb|[[Villa del Casale]] di [[Piazza Armerina]]]]
'''Ulisse''' (dal [[lingua latina|latino]] Ulyssēs) o '''Odisseo''' (pronunciato /odis'sεo/ o alla latina /o'disseo/<ref>[http://www.dizionario.rai.it/poplemma.aspx?lid=32170&r=8449 DOP].</ref>; dal [[lingua greca|greco]] {{Polytonic|Ὀδυσσεύς}}, Odysseus) è un personaggio della [[mitologia greca]]. Originario di [[Itaca]], è uno degli [[Eroe|eroi]] [[achei]] descritti e narrati da [[Omero]] nell<nowiki>'</nowiki>''[[Iliade]]'' e nell<nowiki>'</nowiki>''[[Odissea]]'', celeberrima opera [[letteratura|letteraria]], quest'ultima, che dal suo protagonista prende il nome.
 
'''Ulisse''' ({{latino|Ulixēs, -is|prep=dal}}) o '''Odisseo''' {{efn|La pronuncia parossitona ''Odissèo'', alla greca, è oggi quella più comune;<ref>{{Dipi|Odisseo|accesso=13 marzo 2024}}</ref> in alternativa, è possibile l'accentazione sdrucciola ''Odìsseo'', alla latina.<ref>{{DOP|lemma=Odisseo|id=1061091}}</ref>}} ({{lang-grc|Ὀδυσσεύς}}), re di [[Itaca]], figlio di [[Laerte]], è uno degli eroi [[achei]] descritti da [[Omero]] nell'<nowiki/>''[[Iliade]]'' e nell'<nowiki/>''[[Odissea]]'', che lo vede come protagonista e dal quale prende il nome. Uomo di grande astuzia e intelligenza, è frequentemente in contrasto con gli dèi (come [[Poseidone]], la cui ira fu la causa di molte delle sue peripezie) ed i suoi stratagemmi per vincere i propri nemici o scampare a grandi pericoli sono divenuti celebri.
== Il nome e la sua storia ==
 
Centrale nella cultura occidentale, la figura di Ulisse esprime il desiderio umano della scoperta e della ricerca dell'ignoto, unitamente all'affermazione dell'ingegno e della ragione umana contro le forze ineluttabili del [[fato]] e degli dèi.
Il vero nome di questo eroe era Odisseo, nome dal significato formidabile datogli dal nonno [[Autolico]], che aveva previsto quanto il nipote avrebbe combattuto nella vita (''Odissèus'' significa "Colui che è odiato").
Ulisse, epiteto datogli dai Romani (reso celebre da [[Livio Andronico]]), che significa "Lo Zoppo" in riferimento ad una ferita riportata alla coscia in una battuta di caccia, è la "personificazione" dell'astuzia, del coraggio e della curiosità.
Figlio di [[Anticlea]] e di [[Laerte]], da parte materna Ulisse è nipote di [[Ermes]].
 
== LeIl versioninome dellae guerrail disuo Troiasignificato ==
Il vero nome di Ulisse era ''Odisseo'', nome dal significato formidabile che gli fu assegnato dal [[nonno]] materno [[Autolico]] motivandolo come "odiato dai nemici", quei nemici che lui farà per il primato della sua mente, "futura cagione di molte invidie". {{lang|grc|Ὀδυσσεύς}}, ''Odysseús'' deriverebbe dal verbo greco {{lang|grc|ὀδύσσομαι}} ''odýssomai'', "odiare", "essere odiato", quindi significherebbe "Colui che è odiato", ma fra i possibili significati dobbiamo citare "collerico" o addirittura "il piccolo", quest'ultima definizione si adatterebbe alla sua statura, non altissima.
 
Ulisse, epiteto datogli dai Romani e reso celebre da [[Livio Andronico]] (che significa "Ferito a un'anca"), epiteto formato da due parole in riferimento a una ferita riportata alla coscia in una battuta di [[caccia]] al [[cinghiale]] (nelle foreste di Castalia), è la "personificazione" dell'ingegno, del coraggio, della curiosità e dell'abilità manuale.
 
== Il personaggio ==
Secondo il mito, Ulisse è figlio di [[Anticlea]] e di [[Laerte]], dal quale ha ereditato il regno di Itaca. Da parte materna è quindi pronipote di [[Ermes]]. Sposo di [[Penelope]], è il padre di [[Telemaco]] e, secondo molte tradizioni, di [[Telegono]], avuto con la maga [[Circe]].
 
Secondo un'altra tradizione il vero padre di Ulisse era [[Sisifo]], grande ingannatore degli dèi, che lo generò con la madre Anticlea in qualità di amante prima che si unisse con il re di [[Itaca]] [[Laerte]].<ref>{{Cita web|url=http://www.treccani.it/enciclopedia/sisifo|titolo=Sisifo nell'Enciclopedia Treccani|accesso=28 giugno 2018}}</ref>
 
Ulisse si vanta di discendere per via paterna direttamente da [[Giove (divinità)|Giove]], in quanto il padre di [[Laerte]], cioè suo nonno paterno [[Arcesio]], sarebbe stato figlio di Giove ([[Ovidio]], [[Le metamorfosi (Ovidio)|Metamorfosi]], XIII, 144-145).
 
Famoso per i suoi viaggi e le sue avventure, Ulisse è un uomo dotato di grande astuzia, in grado di escogitare piani ed espedienti per fronteggiare i più diversi pericoli ed avversari. Celebre è la sua grande curiosità verso ciò che è ignoto e sconosciuto, che frequentemente lo spinge ad avventurarsi volontariamente nel pericolo. Non è esente tuttavia da accorta prudenza.
 
== La follia simulata ==
Odisseo aveva consultato un oracolo dal quale era stato ammonito che, se fosse partito per la città di Troia, sarebbe tornato in patria solo dopo vent'anni e in condizioni di miseria. In seguito, quando [[Agamennone]], accompagnato da [[Menelao]] e [[Palamede]], fece visita all'eroe per convocarlo in onore del solenne giuramento che aveva pronunciato sulle carni di cavallo, Odisseo architettò di giustificare la sua riluttanza alla guerra fingendosi pazzo. Fu sorpreso, infatti, con un cappello da contadino a forma di mezzo uovo mentre arava un campo, pungolando un asino e un bue aggiogati insieme e lanciandosi alle spalle manciate di sale. Palamede, per verificare la sanità dell'uomo, strappò suo figlio Telemaco dalle braccia della madre e lo posò per terra, davanti alle zampe delle bestie aggiogate all'aratro; Odisseo subito arretrò tirando le redini per risparmiare il figlio, smascherando così la sua macchinazione, e cedette ad arruolarsi nella spedizione.<ref>''Canti Ciprii'' (Proclo, ''Crestomanzia'' in M. Davies, ''The Cypria,'' Washington, Center for hellenic studies, 2019) e Apollodoro, ''Epitome'' 3.6-7; [[Lucio Flavio Filostrato|Filostrato]], ''[[Eroico (Filostrato)|Eroico]].'' </ref>
 
== Le versioni sul cavallo di Troia ==
{{vedi anche|Guerra di Troia}}
Il mito narra che è Ulisse a escogitare l'idea del [[cavallo di Troia]] per fare breccia nelle mura ed entrare in città, tuttavia esistono diverse versioni di tale racconto:
* secondo [[Pseudo-Apollodoro|Apollodoro]], Ulisse concepisce il [[progetto]] del [[cavallo di Troia]], ma è [[Epeo]], figlio di [[Panopeo]] e famoso artista, a costruirlo prendendo il legno dal sacro monte Ida<ref>Pseudo-Apollodoro, ''Epitome'', 5,14</ref>;
* secondo [[Igino (astronomo)|Igino]], è lo stesso [[Epeo]], con l'aiuto di [[Atena]], che riuscì a realizzare l'intera opera senza l'aiuto di Ulisse<ref>Igino, ''Favola'', 108</ref>;
* secondo [[Tzetze]], Prilide, guidato da Atena, propose l'idea del cavallo di [[legno]] ed Epeo fu ben lieto di costruire tale opera. Ulisse ne prese tutto il merito<ref>Tzetze, ''Scoli a Licofrone'', 219 e seguenti</ref>;
* secondo [[Pausania il Periegeta|Pausania]], il cavallo di legno era semplicemente una macchina bellica con la quale i Greci attaccarono le mura e le distrussero<ref>Pausania, ''Libro I'', 23,10</ref>;
* secondo [[Virgilio]], i Troiani ritennero che il cavallo fosse un dono di Atena, dato che Odisseo e Diomede avevano derubato il tempio della dea,<ref>Virgilio, ''Eneide'', II, 13-249</ref> Ulisse avrebbe perciò consacrato il cavallo ad Atena per evitare la sua collera<ref>Pseudo-Apollodoro, ''Epitome'', 5,15</ref>.
 
== Ritorno a Itaca ==
Esistono diverse versioni di tale racconto:
{{vedi anche|Odissea}}
[[File:Giuseppe Bottani - Athena revealing Ithaca to Ulysses.jpg|miniatura|[[Giuseppe Bottani]], ''Atena rivela Itaca a Ulisse'', 1775, [[Pavia]], [[Pinacoteca Malaspina]]]]
Odisseo, affezionato alla sua terra, vorrebbe ritornare agli affetti familiari e alla nativa Itaca dopo i dieci anni passati a [[Troia]] a causa della [[guerra]], ma l'odio di un dio avverso, [[Poseidone]], glielo impedisce. Costretto da continui incidenti e incredibili peripezie, dopo altri dieci anni, grazie anche all'aiuto della [[dio|dea]] [[Atena]], riesce a portare a compimento il proprio ritorno a casa.
 
=== Le tappe ===
* Secondo [[Pseudo-Apollodoro|Apollodoro]], Ulisse crea il progetto del cavallo ma è [[Epeo]], famoso artista a costruirlo prendendo il legno dal sacro monte Ida.<ref>Pseudo-Apollodoro, Epitome, 5,14</ref>
Le tappe del ritorno (in greco νόστος ''nòstos'') sono dodici, numero degli insiemi perfetti. Si alternano tappe in cui l'insidia è manifesta (mostruosità, aggressione, morte) a tappe in cui l'insidia è solo latente: un'[[Xenia (antica Grecia)|ospitalità]] che nasconde un pericolo, un divieto da non infrangere. Ulisse continua a non riuscire a tornare a Itaca perché il dio Poseidone, adirato con lui, gli scatena contro venti furiosi, continui naufragi e pericolosi approdi in altre terre.
* Secondo [[Igino Astronomo|Igino]], Epeo, figlio di [[Panopeo]] sotto l'aiuto di [[Atena]] riuscì a costruire la creazione senza l'aiuto di Ulisse.<ref>Igino, Favola, 108</ref>
* Secondo [[Tzetze]], [[Prilide]] propose sotto la guida di Atena l'idea del [[cavallo]] di legno ed Epeo fu ben lieto di creare tale opera. Ulisse ne prese tutto il merito.<ref>Tzetze, Scoli a Licofrone, 219 e seguenti</ref>
* Secondo [[Pausania]], il cavallo di legno era semplicemente una macchina bellica con la quale i greci attaccarono le mura e le distrussero.<ref>Pausania, Libro I, 23,10</ref>
* Secondo [[Virgilio]] per quanto riguarda il dono ricevuto, si pensava fosse di Atena perché Odisseo e Diomede avevano derubato il tempio della dea.<ref>Virgilio, Eneide, II, 13-249</ref> Ma Ulisse aveva consacrato il cavallo ad Atena per evitare la sua collera.<ref>Pseudo-Apollodoro, Epitome, 5,15</ref>
 
=== DaI Itaca e ritornoCiconi ===
Dopo la partenza da Troia, Ulisse fa tappa a [[Ismaro]], nella terra dei [[Ciconi]] (in [[lingua greca|greco]], ''Kìkones''), e li attacca per fare bottino. Qui risparmia Marone, sacerdote di [[Apollo]], che gli dona del vino forte e dolcissimo che gli tornerà utile nella grotta di [[Polifemo]].
[[File:Odysseus and Calypso.jpg|thumb|right|340px|''Gli amori di Ulisse e Calipso'', dipinto di [[Jan Brueghel il Vecchio]], [[Londra]], Johnny van Haeften Gallery]]
[[File:Lastman Odysseus and Nausicaä.jpg|thumb|right|350px|''Ulisse si presenta a Nausicaa sulla spiaggia'', dipinto di [[Pieter Lastman]], 1617, [[Monaco di Baviera|Monaco]], [[Alte Pinakothek]]]]
 
=== I Lotofagi ===
Re di [[Itaca]], figlio di [[Laerte]] (anche se una tradizione lo vuole figlio di [[Sisifo]]) e di [[Anticlea]], sposo di [[Penelope (mitologia)|Penelope]], padre di [[Telemaco]], Ulisse vorrebbe ritornare agli affetti familiari e alla nativa Itaca dopo dieci anni passati a [[Troia (Asia Minore)|Troia]] a causa della [[guerra]] (suo è l'espediente del [[cavallo]] di [[legno]] che permette di sbloccare la situazione), ma l'odio di un dio avverso, [[Poseidone]], glielo impedisce. Costretto da continui incidenti e incredibili peripezie, dopo altri dieci anni, grazie anche all'aiuto della [[dio|dea]] [[Atena]], riuscirà a portare a compimento il proprio ritorno a casa.
Seconda tappa nella terra dei [[Lotofagi]], cioè mangiatori di loto. Essi sono ospitali ma insidiosi: offrono infatti ai compagni di Ulisse il [[Nelumbo|loto]], un frutto che fa dimenticare il ritorno, costringendo l'eroe a legarli e a trascinarli a forza sulle navi.
 
=== Il ciclope Polifemo ===
Le tappe del ritorno (in greco ''nostos'') sono dodici, numero degli insiemi perfetti. Si alternano tappe in cui l'insidia è manifesta (mostruosità, aggressione, morte) a tappe in cui l'insidia è solo latente: un'[[Xenia (antica Grecia)|ospitalità]] che nasconde un pericolo, un divieto da non infrangere.
Ulisse, insieme ai suoi compagni, approda su un'isola abitata dalle [[Ninfa (mitologia)|ninfe]]. Ulisse vuole andare a chiedere ospitalità in un'isola vicina e porta con sé una nave e alcuni suoi compagni. Giungono nella grotta di [[Polifemo]], che nel frattempo è uscito a pascolare le pecore, e la trovano con i graticci pieni di formaggi enormi e il latte appena munto. I compagni pregano Ulisse di prendere i formaggi, rimettersi in mare e scappare, ma l'eroe vuole ricevere i doni dell'ospitalità. Polifemo ritorna: è orrendo, un gigante con un solo occhio in mezzo alla fronte. Quando li vede sta preparando la sua cena, e allora prende due compagni di Odisseo e li divora. Poi si mette a dormire, così Ulisse medita come scappare da quella disavventura.
Dopo la partenza da Troia, Ulisse fa tappa a [[Ismaro]], nella terra dei [[Ciconi]], per fare bottino. Qui risparmia Marone, sacerdote di [[Apollo]], che gli dona quel vino forte e dolcissimo che gli tornerà utile nella grotta di [[Polifemo]].
Seconda tappa nella terra dei [[Lotofagi]], ospitali ma insidiosi: offrono infatti ai compagni di Odisseo il [[loto]], un frutto che fa dimenticare il ritorno, costringendo l'eroe a forzarli per farli salire sulle navi.
 
Inizialmente pensa di estrarre la spada e così ucciderlo, ma poi riflette che in quel modo sarebbero morti anche loro, perché nessuno poteva smuovere il grande macigno che il [[Ciclopi|ciclope]] aveva posto davanti alla porta. Poi vede un ramo d'[[Olea europaea|ulivo]], gigantesco, ancora verde, che a lui pareva l'albero di una nave da venti remi e che Polifemo aveva conservato per farne un bastone. Ordina ai compagni di tagliarne un pezzo e intanto lui lo appuntisce. La sera dopo l'eroe offre al ciclope il vino che gli aveva donato Marone. Polifemo, contento del vino offerto, chiede poi a Ulisse il suo nome. L'eroe acheo risponde che il suo nome è "Nessuno" (in greco antico "{{lang|grc|οὐδείς}}" - oudeís - parola [[assonanza|assonante]] con il nome di Odisseo). Il ciclope si addormenta, ubriaco a causa del potente vino bevuto, e Ulisse e i compagni colgono l'occasione: prendono il ramo, fanno diventare incandescente la punta dell'ulivo e accecano l'unico occhio del ciclope. Il gigante urla di dolore e gli altri due fratelli di Polifemo accorrono, ma ritornano indietro quando il ciclope dice: "Nessuno, amici, mi uccide con l'inganno e non con la forza". La mattina dopo Polifemo fa uscire a pascolare le sue pecore, ma per evitare che qualcuno fugga, stende le mani in modo da tastare il vello delle pecore. Allora l'eroe e i suoi compagni si legano sotto dei montoni, riuscendo così a sfuggire.
La terza tappa è nella terra dei [[Ciclope (mitologia greca)|Ciclopi]]. Qui Odisseo, insieme ad alcuni compagni, entra per chiedere ospitalità nella grotta di Polifemo, figlio di [[Poseidone]], rischiando invece di trovarvi la fine del viaggio: sei compagni vengono infatti divorati dal Ciclope e solo grazie alla sua astuzia Odisseo riesce a evitare l'insidia. Egli infatti, fatto ubriacare il ciclope con il vino donatogli da Marone, lo acceca; così, mentre Polifemo porta a pascolare le capre, Odisseo ed i suoi compagni superstiti ci si nascondo sotto e riescono a fuggire. Giunge quindi nell'isola di [[Eolo]], dio dei [[Vento|venti]], da cui viene ospitalmente accolto ricevendo in dono l'[[otre]] dei venti, accompagnato da un [[Tabù|divieto]] da non infrangere: nessuno dovrà aprire l'otre. Saranno i compagni però che, invidiosi del dono dell'ospite, ormai in prossimità di Itaca, approfittando del sonno di Odisseo, apriranno l'otre scatenando i venti che risospingeranno la nave al largo.
 
=== Eolo ===
Quinta tappa presso i [[Lestrigoni]], mostruosi quasi quanto i Ciclopi. Anche qui Odisseo perde alcuni compagni e molte navi, ma riesce a salvarsi. Giunge poi nell'isola di [[Circe]], una maga seducente che trasforma i compagni di Odisseo in porci. Grazie all'aiuto di [[Ermes]], che gli dà una misteriosa erba quale [[antidoto]] alla maledizione della maga, l'eroe riesce ad evitare l'insidia e costringe Circe a restituire ai compagni sembianze umane. Dopo l'avventura di Circe, Odisseo - su indicazione della stessa maga - si accinge a una nuova prova, la [[catabasi]] nel regno dei morti. Lì riesce a entrare in contatto con le figure dei compagni perduti durante la guerra di Troia, con la madre e con l'indovino [[Tiresia]], che gli presagirà un ritorno luttuoso e difficile, invitandolo a guardarsi dal toccare le vacche del [[Elio (mitologia)|Sole]] [[Iperione (mitologia)|iperionide]].
Ulisse giunge quindi nell'isola di [[Eolo]], che era il potente Dio dei venti, da cui viene ospitalmente accolto per un mese, ricevendo in dono l'otre dei venti, accompagnato da un divieto da non infrangere: nessuno dovrà aprire l'otre. Saranno i compagni però che, invidiosi del dono dell'ospite, ormai in prossimità di Itaca, approfittando del sonno di Ulisse, apriranno l'otre scatenando i venti che risospingeranno la nave al largo.
 
=== I Lestrigoni ===
Rimessosi in rotta Ulisse dovrà vedersela ancora con le pericolose [[sirene]], i mostri [[Scilla (mitologia)|Scilla]] e [[Cariddi]] e con la disubbidienza dei propri compagni che non riescono a frenare la voglia di [[Banchetto|banchettare]] con le attraenti mucche. Per questo Odisseo racconta di essere stato per nove giorni in balia di terribili tempeste scatenate da Zeus, da cui riuscì a scampare grazie all'arrivo sull'isola di [[Ogigia]] dove incontra [[Calipso]]. Odisseo giunge quindi nella terra dei [[Feaci]] a cui racconta lo stratagemma del cavallo di Troia. L'eroe è dunque riaccompagnato dai Feaci a casa con abbondanti doni, e dopo essersi rivelato al figlio e al fedele [[Eumeo]] si reca alla reggia dove si fa accogliere come un mendicante. Qui, schernito ripetutamente dai tracotanti [[Proci]], partecipa alla gara di arco organizzata da Penelope, che aveva promesso di consegnarsi in sposa a colui che sarebbe riuscito a scoccare una freccia dal pesante arco del marito facendola passare per le fessure di dodici scuri allineate. Nessuno dei pretendenti riesce anche solo a tendere l'arco, e così Odisseo chiede di poter fare un tentativo. Sotto gli occhi torvi dei Proci, dopo aver scaldato l'arma sulla fiamma, Odisseo riesce perfettamente nell'impresa di tendere l'arco e scoccare. A questo punto, spalleggiato da Atena, non gli rimane che scatenare la vendetta che aveva attentamente preparato con Eumeo, [[Filenzio :)]] e il figlio.
Quinta tappa presso i [[Lestrigoni]], giganti mostruosi quasi quanto i ciclopi. Anche qui Ulisse perde alcuni compagni e i giganti bersagliano la sua flotta abbattendo undici navi. Solo quella dell'eroe si salva.
 
=== Circe e l'Ade ===
Giunge poi nell'isola di [[Circe]], una dea seducente che trasforma i compagni di Ulisse in porci. Grazie all'aiuto di [[Ermes]], che gli dà una misteriosa erba quale [[antidoto]] alla maledizione della dea, l'eroe riesce a evitare l'insidia e costringe Circe a restituire ai compagni sembianze umane. Dopo essersi fermato un anno da Circe, Ulisse si dirige verso il regno dei morti per interrogare l'indovino Tiresia per avere informazioni sul suo futuro. Lì incontra le anime dei morti tra cui la madre Anticlea morta di crepacuore e interroga l'indovino Tiresia. Quindi torna da Circe che lo consiglia sulla rotta da seguire, su come comportarsi con le [[Sirene]], [[Scilla (mostro)|Scilla]] e [[Cariddi]], e lo invita a guardarsi dal toccare le vacche sacre del dio del sole.
 
=== Le sirene ===
Rimessosi in rotta, Odisseo se la vede con le pericolose [[sirene (religione greca)|sirene]]; allora, seguendo il consiglio datogli da Circe prima della partenza, tappa le orecchie ai compagni e si fa legare all'albero maestro della nave per udire il loro canto, che trae a morte certa tutti coloro che le ascoltano. Superato lo scoglio delle sirene, Ulisse si dirige verso lo [[stretto di Messina]].
 
=== Scilla, Cariddi e l'isola di Elio ===
Ulisse tenta di superare i mostri [[Scilla (mostro)|Scilla]] e [[Cariddi]], evitando la rotta alternativa verso le [[Simplegadi]] che Circe gli ha sconsigliato. La dea lo ha anche avvertito di non armarsi in presenza di Scilla, ma Ulisse dimentica il suo monito. Inoltre, per non atterrire troppo i compagni, l'eroe parla loro della sola Cariddi. Scilla mangia sei dei compagni di Ulisse, mentre Cariddi risucchia le acque. Dopo aver affrontato i due mostri, Odisseo, approdato coi compagni superstiti sull'isola di Trinacria, non riesce a frenare la voglia dei compagni di banchettare con le invitanti mucche di Elio. Anche se è molto preoccupato, Odisseo riparte insieme ai compagni ma gli dei arrabbiati con i suoi compagni che avevano ucciso le vacche sacre scatenano una terribile tempesta che affondando la nave fa annegare tutti i marinai tranne Odisseo.
 
=== Calipso ===
[[File:Bernardino Nocchi, Mercurio ordina a Calipso di lasciar partire Ulisse (Il pianto di Ulisse), Museo Civico di Modena.jpg|thumb|Bernardino Nocchi, ''Mercurio ordina a Calipso di lasciar partire Ulisse (Il pianto di Ulisse)'', [[Museo civico di Modena]]]]
[[File:Odysseus and Calypso.jpg|thumb|upright=1.5|''Gli amori di Ulisse e Calipso'', dipinto di [[Jan Brueghel il Vecchio]], [[Londra]], Johnny van Haeften Gallery]]
Scampato alla tempesta, riesce a raggiungere con tutte le sue forze l'isola di [[Ogigia]] dove sviene e viene salvato dalla ninfa [[Calipso]] che si prende cura di lui. Calipso si innamorò perdutamente dell'eroe, infatti cercò in tutti i modi di trattenerlo, anche quando, dopo sette anni di "prigionia" lontano da casa, Ermes andò ad avvisare la ninfa di lasciare Ulisse, il quale, costruita una barca, partì per Itaca, ma a un passo dalla terra natia Poseidone lo fermò. Ma la dea marina Ino aiutò Odisseo ad approdare in una terra sconosciuta, quella dei Feaci.
 
=== I Feaci ===
[[File:Lastman Odysseus and Nausicaä.jpg|left|thumb|''Ulisse si presenta a Nausicaa sulla spiaggia'', dipinto di [[Pieter Lastman]], 1617, [[Monaco di Baviera|Monaco]], [[Alte Pinakothek]]]]Finalmente dopo sette anni Odisseo riuscì a ripartire ma Poseidone furioso scatena una terribile tempesta. Ulisse naufrago con tutte le sue forze nuota e raggiunge l'isola di Scherma dove cade a terra e si addormenta stremato dalla fatica. Il giorno dopo viene svegliato da alcune voci e curioso esce dal suo nascondiglio. Le ancelle scappano terrorizzate ma la principessa [[Nausicaa]] lo aiuta e lo guida alla corte di suo padre dove viene accolto dal re [[Alcinoo]]. Lì viene ospitato e dopo aver raccontato la sua storia viene aiutato dai sovrani che talmente commossi lo aiutano a tornare a Itaca.
 
=== Itaca ===
Quando arrivò a Itaca con l'aiuto di Atena, Odisseo si travestì da mendicante e venne riconosciuto solo dal suo ormai anziano cane [[Argo (cane)|Argo]], che morì poco dopo. In seguito si fece ospitare da Eumeo e, dopo essersi rivelato a Telemaco e a Eumeo stesso, si recò alla propria reggia spacciandosi per un mendicante. Qui, schernito dai pretendenti (i [[Proci]]), Odisseo partecipa alla gara di arco organizzata da Penelope, che aveva promesso di consegnarsi in sposa a colui che sarebbe riuscito a scoccare una freccia dall'arco del marito facendola passare per le fessure di dodici scuri allineate. Nessuno dei pretendenti riuscì anche solo a tendere l'arco, e così Odisseo chiese di poter fare un tentativo. Sotto gli occhi torvi dei Proci, Odisseo riesce perfettamente nell'impresa di tendere l'arco e scoccare. A questo punto, compie la sua vendetta che aveva preparato con Eumeo, Filezio e il figlio, togliendo tutte le armi ai Proci per poi ucciderli. Euriclea andò a chiamare Penelope per dirle che Odisseo non era morto; quando lei lo vide non disse niente, non si convinceva che fosse suo marito, perciò venne rimproverata da Telemaco e si decise a sottoporlo alla prova del talamo nuziale, chiedendogli di spostarlo. Lui, avendolo intagliato in un ulivo ancora in vita, spiegò che non poteva essere spostato dalla stanza in cui era custodito: Penelope riconobbe il marito e lo strinse forte piangendo.
 
== Le possibili morti di Ulisse ==
[[File:Odysseus fromTiresias SchwabCdm bookParis 1422.jpg|thumb|right|330px|''LaOdisseo strage dei pretendenti'', disegno, 1882, Illustrazione dae [[Schwab GustavTiresia]]]]
 
Nel libro undicesimo dell'''Odissea'', l'indovino Tiresia predice il futuro del re itaceseitachese: infatti gli prediceprofetizza una morte "Ex halos"halos” (l'espressione significa letteralmente fuori/dal sale, ma questo termine in poesia, se al femminile, può significare anche mare), che vuol dire "dal mare" o "lontano dal mare" . Una volta uccisi i Proci, ripartirà verso terre lontane, ai confini del regno di Poseidone, ossia oltre le [[Colonne d'Ercole]]. Giungerà ada una terra dove non si conoscono il mare e le navi, e dove non si condiscono i cibi colcon il sale. Quando un viandante scambierà il remo di Ulisse per un ventilabro (strumento agricolo consistente in una pala di legno con cui si ventilava il grano sull'aia, allo scopo di separarlo dalla pula) potrà fermarsi, piantare il remo e offrire sacrifici a Poseidone. Tornerà quindi ada Itaca, offrirà sacrifici a tutti gli dèidei e una lieta morte verrà dal mare durante una serena vecchiaia, circondato da popoli pacificati. Le ulteriori peregrinazioni di Ulisse e la sua morte sono state trattate in canti epici che non sono pervenuti. Per questo, diversi scrittori hanno ipotizzato la possibile morte di Ulisse. Letteratura e miti ci narrano tre diverse versioni sulla morte di Ulisse:
{{quote|E il segno ti dirò, chiarissimo: non può sfuggirti.<br>Quando, incontrandoti, un altro viatore ti dica<br>che il ventilabro tu reggi sulla nobile spalla,<br>allora, in terra piantato il maneggevole remo,<br>offerti bei sacrifici a Poseidone sovrano<br>- ariete, toro e verro marito di scrofe -<br>torna a casa e celebra sacre ecatombi<br>ai numi immortali che il cielo vasto possiedono,<br>a tutti per ordine. Morte dal mare<br>ti verrà, molto dolce, a ucciderti vinto<br>da una serena vecchiezza. Intorno a te popoli<br>beati saranno. Questo con verità ti predico.|Odissea, libro XI}}
* Nell'''Epitome'' dello [[Pseudo-Apollodoro]], tornato ad Itaca, l'eroe scopre che Telemaco ha lasciato la sua casa. Dopo che un oracolo gli ha predetto infatti che Ulisse sarebbe morto per mano del figlio, Telemaco ha scelto l'esilio volontario nella vicina [[Cefalonia]]. Ulisse, senza esserne a conoscenza, ha dato un figlio a Circe, presso la quale aveva soggiornato nel suo lungo viaggio di ritorno da Troia. [[Telegono]], questo il suo nome, era alla ricerca del padre e, sulle sue orme, giunge ad Itaca. Lo sbarco di stranieri provoca un immediato allarme, così Ulisse e le sue guardie scendono alla riva. Ne nasce una battaglia, in cui Ulisse muore proprio per mano di Telegono.
Le ulteriori peregrinazioni di Ulisse e la sua morte sono state trattate in canti epici che non ci sono pervenuti. Per questo, diversi scrittori hanno ipotizzato la possibile morte di Ulisse. Letteratura (antica e moderna) e miti ci narrano sei diverse versioni sulla morte di Ulisse:
* Nella ''[[Divina Commedia]]'' di [[Dante Alighieri]], [[Inferno-canto XXVI]], il poeta immagina l'ultimo viaggio di Ulisse (riferendosi alla versione in latino di Ovidio), l'ultima sfida oltre le [[Colonne d'Ercole]]. L'impresa si conclude con il naufragio e la morte dell'eroe greco con tutti i suoi compagni.
* in una [[epitome]] lo [[Pseudo-Apollodoro]] riferisce le vicende narrate nel poema ''[[Telegonia]]'' e da [[Sofocle]] nella tragedia ''[[Odisseo trafitto]]'', opere entrambe perdute. Tornato a Itaca da uno dei suoi viaggi successivi alla strage dei Proci, l'eroe scopre che Telemaco ha lasciato la sua casa. Infatti, dopo che un oracolo gli ha predetto che Ulisse sarebbe morto per mano del figlio, Telemaco ha scelto l'esilio volontario nella vicina [[Cefalonia]]. Ulisse, senza esserne a conoscenza, ha dato un figlio a Circe, presso la quale aveva soggiornato nel suo lungo viaggio di ritorno da Troia. [[Telegono]], questo il suo nome, era alla ricerca del padre e, sulle sue orme, giunge a Itaca. Lo sbarco di stranieri provoca un immediato allarme, così Ulisse e le sue guardie scendono alla riva. Ne nasce una battaglia, in cui Ulisse muore proprio per mano di Telegono, colpito da una lancia forgiata da [[Efesto]] che sulla punta aveva il pungiglione velenoso di un [[trigone]]. Ulisse, ricordando la predizione di Tiresia, si fa condurre davanti lo straniero e conosce la sua identità. Atena accorre in aiuto di Ulisse, non può fare nulla se non confortarlo e convincerlo ad arrendersi al [[Fato]].
* In "l'ultimo viaggio" (nei ''Poemi Conviviali'') di [[Giovanni Pascoli|Pascoli]], Ulisse, passati dieci anni dal suo ritorno, riprende il mare e percorre a ritroso il viaggio dell'Odissea. Ma i suoi ricordi non corrispondono più alla realtà. Presso l'isola delle sirene naufraga e il suo corpo è trasportato dal mare sull'isola di Calipso.
* [[Licofrone]], nel poema ''[[Alessandra (poema)|Alessandra]]'', aggiunge che Ulisse sarebbe stato resuscitato da Circe dopo la morte per mano di Telegono e poi si sarebbe stabilito a [[Cortona]], dove incontra l'ex nemico [[Enea]] stabilendo con lui un’alleanza; in seguito gli [[etruschi]] lo venerarono sotto il nome di ''Nanas'' ("l'errante"). Telemaco avrebbe poi ucciso Circe (in un'altra versione sposa la maga), e Ulisse sarebbe morto di dolore di fronte alle sventure, venendo sepolto a Cortona.
* nella ''[[Divina Commedia]]'' di [[Dante Alighieri]], [[Inferno - Canto ventiseiesimo]], il poeta immagina l'ultimo viaggio di Ulisse (riferendosi alla versione in latino di [[Ovidio]]), l'ultima sfida oltre le [[Colonne d'Ercole]]. L'impresa si conclude con il naufragio provocato da un enorme vortice che sorge dal mare quando la sua nave giunge in vista della montagna del [[Purgatorio (Dante)|Purgatorio]] e con la morte dell'eroe greco con tutti i suoi compagni.
* ne ''L'ultimo viaggio'' (nei ''[[Poemi conviviali]]'') di [[Giovanni Pascoli]], Ulisse, passati dieci anni dal suo ritorno, riprende il mare e percorre a ritroso il viaggio dell'Odissea. Ma i suoi ricordi non corrispondono più alla realtà. Presso l'isola delle sirene naufraga e il suo corpo è trasportato dal mare sull'isola di Calipso.
* in ''[[L'oracolo]]'' di [[Valerio Massimo Manfredi]] Ulisse, condannato all'immortalità per l'offesa arrecata a Poseidone, sopravvive fino ai giorni nostri, dove assunta l'identità di un ufficiale della marina militare greca manovra segretamente i protagonisti della vicenda per poter compiere la profezia di Tiresia ed essere finalmente in grado di morire.
* Ulisse, come venne scritto da [[Plinio il Vecchio]], muore di vecchiaia, in maniera serena, come profetizzato da Tiresia, "lontano dal mare" (nel senso di "sulla terraferma" e non per mare, cioè sull'isola di Itaca).
 
== Ulisse nell'arte ==
Nell'[[arte greca]], le prime raffigurazioni di Odisseo sono di pittori vascolari del [[periodo orientalizzante]], inizio del [[VII secolo a.C.]], dunque immediatamente successive la composizione dell'''Odissea'' stessa. Nelle loro opere la più rappresentata è la scena dell'accecamento di [[Polifemo]] da parte di Odisseo e dei suoi compagni, episodio che più di altri evidenzia l'astuzia e l'intelligenza dell'eroe, per cui si vede come sin dall'inizio l'arte figurativa interpreti correttamente la figura di Odisseo, secondo la lettura che ne verrà data nei secoli successivi. In quanto a frequenza di attestazione, poi, per secondo viene l'incontro con [[Scilla (Forcomostro)|Scilla]], il peggior pericolo forse tra quelli effettivamente corsi da Odisseo durante le sue peregrinazioni e per terzo, infine, quello con le Sirenesirene, simbolo per eccellenza del potere della seduzione della conoscenza.
 
Dopo l'età protogreca le raffigurazioni del mito di Odisseo, comparse, come s'è detto, improvvisamente e massicciamente nella pittura vascolare e in quella minore nella prima metà del VII secolo a.C., si interrompono quasi del tutto. Per l'età classica ci è pervenuto un solo esempio, un cratere italico del tardo [[V secolo a.C.]], che però si riferisce non al testo omerico ma a ''Il Ciclope'', il dramma satiresco di [[Euripide]]. Il tema diventerà nuovamente fiorente solo in età [[ellenismo|ellenistica]], per poi diventare una tra le fonti di maggiore ispirazione per l'[[arte romana]].
 
== Ulisse nella letteratura ==
{{F|personaggi immaginari|settembre 2018}}
Ulisse è, per antonomasia, l'uomo affascinato dall'ignoto. [[James Joyce]] prende a modello la sua figura e la sua storia per il suo romanzo, l'''[[Ulysses]]''. [[Ugo Foscolo]] vide nel proprio destino di esule somiglianze con quello dell'eroe omerico. [[Guido Gozzano]], in piena polemica antidannunziana, lo presenta ironicamente come un moderno ''"viveur"'' (''L'Ipotesi'').
{{organizzare|[[WP:WNRI|raccolta indiscriminata di informazioni]], non adeguatamente contestualizzate e integrate nella voce, stilata senza un apparente criterio e senza il sostegno delle necessarie fonti; i contenuti dovrebbero forse essere riorganizzati in forma discorsiva, quantomeno eliminando i riferimenti ad autori [[WP:E|non enciclopedici]]|Letteratura|dicembre 2022|arg2=Storia}}
* ''[[Il ritorno di Ulisse (Bridges)|Il ritorno di Ulisse]]'' - Dramma di [[Robert Seymour Bridges]].
* ''[[L'arco di Ulisse]]'' - Opera di [[Gerhart Hauptmann]].
* ''[[L'ultimo viaggio di Ulisse]]'' - Poemetto di [[Arturo Graf]].
* ''[[Le avventure di Ulisse]]'' - Composizione in prosa
* ''[[Los trabajos de Ulises]]'' - Commedia di [[Luis de Belmonte Bermúdez]].
* ''[[Ulisse (Joyce)|Ulisse]]'' - Romanzo di [[James Joyce]].
* ''[[Ulisse (Rowe)|Ulisse]]'' - Tragedia di [[Nicholas Rowe]].
* ''[[Ulisse (Ponsard)|Ulisse]]'' - Dramma di [[François Ponsard]].
* ''[[Capitan Ulisse]]'' - Dramma di [[Alberto Savinio]].
* ''[[Mensagem]]'' - Plaquette di versi di [[Fernando Pessoa]], nella quale è contenuta anche una poesia dal titolo ''Ulisses'', dedicata all'eroe greco in quanto ipotetico fondatore di Lisbona.
* ''[[Ulisse (Saba)|Ulisse]]'' - poesia lirica di [[Umberto Saba]], facente parte della raccolta ''[[Canzoniere]]''.
* ''[[Ulisse, il Mare Color del Vino]]'' - Il mito di Ulisse narrato per giovani lettori da [[Giovanni Nucci]].
* ''[[L'oracolo]]'' di [[Valerio Massimo Manfredi]] - Un Ulisse misterioso sopravvissuto fino ai giorni nostri.
* ''[[Ulysses (Tennyson)|Ulysses]]'' - Poema di [[Alfred Tennyson]]
* ''[[Dicono di Odisseo]]'' - Romanzo di [[Imme Dros]]
* '' [[le avventure di Ulisse]] ''- libro di Geronimo Stilton, della collana grandi libri pubblicato nel 2008-2009
* ''[[L'importanza di chiamarsi Ulisse]]'' - Saggio di Francesca Alghisio e Nicola Fedel
* ''[[Ulisse e Batman]]''- Fumetto di Bob Kane
==== Nella commedia dantesca ====
Nel XXVI canto dell'Inferno di [[Dante Alighieri|Dante]] è condannato alla tribolazione eterna, nella [[Cerchi dell'Inferno#Ottava bolgia|bolgia dei consiglieri di frode]], a causa degli inganni perpetrati (il Cavallo di Troia, l'inganno che fa ad Achille per partire a Troia e il furto del [[Palladio (mitologia)|Palladio]]). Viene anche narrata la sua morte: Ulisse venne rovinato dalla sua smania di conoscenza, oltrepassando le colonne d'Ercole ([[Inferno - Canto ventiseiesimo|Canto XXVI]]) e naufragando miseramente giungendo in vista della montagna del [[Purgatorio (Divina Commedia)|Purgatorio]]. Per Dante, il ''folle viaggio'' rappresenta la volontà di superare i limiti della conoscenza umana; la [[follia]] di Ulisse non consiste nella ribellione personale contro un ordine prestabilito, bensì nel tentativo di superare i limiti della finitezza dell'essere umano. Ulisse è perciò sicuramente considerato da Dante un [[Magnanimità|magnanimo]]. Ma il peccato di Ulisse, oltre essere quello di aver provocato con le sue menzogne dolore e sofferenza, nasce anche dall'aver portato all'eccesso le sue [[virtù]], confidando in esse senza il sostegno della Grazia divina, e volendo farsi simile a Dio stesso. La follia consiste nella dimenticanza di essere una semplice [[Creazione (teologia)|creatura]], esaltando la propria intelligenza al punto di trasformare ciò che è positivo (il desiderio di seguire ''virtute e conoscenza'') in un'irragionevole negazione dell'esistenza di ogni limite.
 
Ulisse è, per antonomasia, l'uomo affascinato dall'ignoto. [[James Joyce]] prende a modello la sua figura e la sua storia per il suo romanzo, l'''[[Ulisse (Joyce)|Ulisse]]''. [[Ugo Foscolo]] vide nel proprio destino di esule somiglianze con quello dell'eroe omerico. [[Guido Gozzano]], in piena polemica antidannunziana, lo presenta ironicamente come una specie di moderno ''"viveur"'', con il nome di Re-di-Tempeste (''L'ipotesi'', [[1907]])<ref>In ''Poesie sparse'', sezione di Guido Gozzano, ''Tutte le poesie'', a cura di Andrea Rocca, Milano: Mondadori, 1980, pp. 265-72 e note pp. 749-56.</ref>.
==== ''Iliade'' ====
 
=== ''Iliade'' ===
Nell'''[[Iliade]]'' Ulisse non ha un ruolo molto importante, anche se il poeta non manca di sottolineare il suo valore bellico. Ulisse compie le sue imprese più note perlopiù a fianco di [[Diomede (Tideo)|Diomede]]: nel decimo libro, i due assaltano il campo dei Traci, con Diomede che sgozza i nemici addormentati e Ulisse che gli copre le spalle: nell'undicesimo, Ulisse colpisce a morte il giovane [[Molione]], valletto e auriga del re asiatico [[Timbreo]], ucciso poco prima da Diomede.
Nell'''[[Iliade]]'' Ulisse non ha un ruolo molto importante, anche se il poeta non manca di sottolineare il suo valore bellico. Nel quinto libro, dopo aver assistito alla morte di [[Tlepolemo]] per mano di [[Sarpedonte (figlio di Laodamia)|Sarpedonte]], egli decide di non inseguire l'assassino del suo compagno, ma di attaccare gli altri guerrieri lici, uccidendo [[Sarpedonte (figlio di Laodamia)#Guerrieri lici giunti a Troia|Cerano]], [[Sarpedonte (figlio di Laodamia)#Guerrieri lici giunti a Troia|Alastore]], [[Sarpedonte (figlio di Laodamia)#Guerrieri lici giunti a Troia|Cromio]], [[Sarpedonte (figlio di Laodamia)#Guerrieri lici giunti a Troia|Alcandro]], [[Sarpedonte (figlio di Laodamia)#Guerrieri lici giunti a Troia|Alio]], [[Sarpedonte (figlio di Laodamia)#Guerrieri lici giunti a Troia|Noemone]] e [[Sarpedonte (figlio di Laodamia)#Guerrieri lici giunti a Troia|Pritani]]. In seguito Ulisse lo si vede per lo più a fianco di [[Diomede]], ed è con lui che compie le imprese più note: nel decimo libro, i due assaltano il campo dei Traci, con Diomede che sgozza i nemici addormentati e Ulisse che gli copre le spalle: nell'undicesimo, Ulisse colpisce a morte il giovane [[Molione]], valletto e auriga del re asiatico [[Timbreo]], ucciso poco prima da Diomede. Egli è anche, insieme ad [[Agamennone]], [[Diomede]], [[Aiace Telamonio]], [[Aiace Oileo]], [[Idomeneo]], [[Merione]], [[Euripilo (figlio di Evemone)|Euripilo]] e [[Toante]], tra coloro che si offrono di affrontare [[Ettore (mitologia)|Ettore]] in duello. In seguito durante i [[giochi funebri]] in onore di [[Patroclo]], Odisseo partecipa alla gara di [[lotta]] affrontando [[Aiace Telamonio]]. Ulisse riesce a tenere testa ad Aiace grazie alla sua astuzia, ma [[Achille]] ferma la gara assegnando la vittoria a entrambi. Inoltre partecipa anche alla gara di corsa insieme ad [[Aiace Oileo]] e [[Antiloco]]; ottiene la vittoria grazie all'aiuto di Atena.
 
==== ''Odissea'' ====
[[File:Athanodoros, agesandros e polydoros, gruppo del polifemo di sperlonga, ricostruzione 01.jpg|thumb|[[Gruppo di Polifemo]], Parco archeologico della Villa di Tiberio e Museo archeologico nazionale di Sperlonga]]
L<nowiki>'</nowiki>''[[Odissea]]'' è uno dei ''[[nostoi]]'' (o ritorni) che raccontano le avventure degli eroi omerici dopo la guerra, ma tra tutti questi [[poema|poemi]] (in principio trasmessi oralmente) è certamente il più famoso. La fama del poema è certamente legata al suo personaggio principale che rappresenta, anche secondo la nozione comune, l'''uomo moderno''. Una caratteristica di Ulisse è certamente la tradizionale ''καλοκαγαθία'' (=benignità) eroica, l'essere di bell'aspetto ed eticamente virtuoso, cui aggiunge uno straordinario senso pratico e una grande curiosità che, unita al suo incredibile genio, lo rendono capace di risolvere ogni ostacolo con successo.
 
L'<nowiki/>''[[Odissea]]'' è uno dei ''[[nostoi]]'' (o ritorni) che raccontano le avventure degli eroi omerici dopo la guerra, ma tra tutti questi [[poema|poemi]] (in principio trasmessi oralmente) è certamente il più famoso. La fama del poema è certamente legata al suo personaggio principale che rappresenta, anche secondo la nozione comune, l'''uomo moderno''. Una caratteristica di Ulisse è certamente la tradizionale ''[[Kalokagathia|καλοκαγαθία]]'' (=benignità) eroica, l'essere di bell'aspetto ed eticamente virtuoso, cui aggiunge uno straordinario senso pratico e una grande curiosità che, unita al suo incredibile ingegno, lo rendono capace di risolvere ogni ostacolo con successo.
Si deve inoltre ricordare che Ulisse nel suo viaggio all'interno dell'Ade incontra anche la madre, morta di dolore dopo la partenza del figlio per la guerra. Odisseo incontra amici e personaggi illustri (come [[Achille]], il giudice [[Minosse]], [[Orione (mitologia)|Orione]]): vede anche i dannati, come [[Tantalo (mitologia)|Tantalo]] e [[Sisifo]]. Tuttavia le anime che Ulisse incontra nell'Ade sono prive di vera e propria forza interiore, sono prive di ricordi, sono ombre presentate sotto forma di sogni. Esse infatti hanno bisogno di [[sangue]] (ed è per questo che Circe dona a Ulisse e ai suoi compagni un agnello e una pecora nera da sacrificare) per ricordare le loro vite passate, e le rimpiangono amaramente. Anche per questo l'Odissea può essere considerata un "proseguimento dell'''Iliade''": alla morte di personaggi illustri come [[Achille]], [[Ettore (mitologia)|Ettore]] o [[Patroclo]], i nemici o gli eroi stessi annunciano il rimpianto, molto diverso dalla nostra concezione di morte attuale, l'andare in un mondo migliore, onore concesso solo a pochi fortunati parenti, amici o umani amati dagli dei.
 
Si deve inoltre ricordare che Ulisse nel suo viaggio all'interno dell'Ade incontra anche la madre, morta di dolore dopo la partenza del figlio per la guerra. Odisseo vede poi amici e personaggi illustri (come Achille, il giudice [[Minosse]], [[Orione (mitologia)|Orione]]): vede anche i dannati, come [[Tantalo (mitologia)|Tantalo]] e [[Sisifo]]. Tuttavia le anime che Ulisse incontra nell'Ade sono prive di vera e propria forza interiore, sono prive di ricordi, sono ombre presentate sotto forma di sogni. Esse infatti hanno bisogno di [[sangue]] (ed è per questo che Circe dona a Ulisse e ai suoi compagni un agnello e una pecora nera da sacrificare) per ricordare le loro vite passate, e le rimpiangono amaramente. Anche per questo l'Odissea può essere considerata un "proseguimento dell'''Iliade''": alla morte di personaggi illustri come [[Achille]], [[Ettore (mitologia)|Ettore]] o [[Patroclo]], i nemici o gli eroi stessi annunciano il rimpianto, molto diverso dalla nostra concezione di morte attuale, l'andare in un mondo migliore, onore concesso solo a pochi fortunati parenti, amici o umani amati dagli dei.
I morti rimpiangono la luce del sole perché è la cosa che ricorda più ai defunti la vita, l'amore, la vendetta, gli istinti primordiali dell'uomo. La madre e la moglie di Ulisse sono intese come persone "buone" e molto legate alla famiglia per fedeltà e forza d'animo, così come nell'Iliade lo sono la madre e la moglie di Ettore, [[Ecuba (mitologia)|Ecuba]] e [[Andromaca (mitologia)|Andromaca]], che mal sopportano la morte di Ettore ma continuano la loro vita, amaramente.
 
I morti rimpiangono la luce del sole perché è la cosa che ricorda più ai defunti la vita, l'amore, la vendetta, gli istinti primordiali dell'uomo. La madre e la moglie di Ulisse sono intese come persone "buone" e molto legate alla famiglia per fedeltà e forza d'animo, così come nell'Iliade lo sono la madre e la moglie di Ettore, [[Ecuba]] e [[Andromaca]], che mal sopportano la morte di Ettore ma continuano la loro vita, amaramente.
==== ''Aiace'' ====
Nella tragedia di [Sofocle] ''[[Aiace (Sofocle)|Aiace]]'', che prende il nome dal protagonista, Ulisse è colui che con [[Agamennone]] e [[Menelao]] ha suscitato l'ira, e con essa la follia di [[Aiace Telamonio|Aiace]]. La tragedia ha infatti inizio con Aiace che ha trucidato di notte un intero gregge di pecore, credendole soldati Greci a causa di un inganno di [[Atena (mitologia)|Atena]], perché voleva vendicarsi della decisione da parte dei due Atridi di assegnare a Ulisse, piuttosto che a lui, le armi del defunto [[Achille]].
 
=== ''Aiace'' ===
Tuttavia in questa tragedia Ulisse ha un ruolo quasi marginale, ma alla fine è lui ad intervenire nella lite fra [[Teucro (Telamone)|Teucro]] (figlio di [[Telamone (mitologia)|Telamone]] e fratellastro di Aiace) che voleva seppellire il corpo del fratellastro suicida, e i due capi Atridi che volevano invece negare al cadavere la sepoltura per punirlo del tentato eccidio. Ulisse infatti entra in scena e con poche parole riesce a convincere [[Agamennone]] a lasciare che Aiace venga sepolto in virtù dei suoi meriti e del suo passato apporto all'esercito greco.
Nella tragedia di [[Sofocle]] ''[[Aiace (Sofocle)|Aiace]]'', che prende il nome dal protagonista, Ulisse è colui che con [[Agamennone]] e [[Menelao]] ha suscitato l'ira, e con essa la follia di [[Aiace Telamonio|Aiace]]. La tragedia ha infatti inizio con Aiace che ha trucidato di notte un intero gregge di pecore, credendole soldati greci a causa di un inganno di [[Atena]], perché voleva vendicarsi della decisione da parte dei due Atridi di assegnare a Ulisse, piuttosto che a lui, le armi del defunto [[Achille]].
[[Teucro]] tuttavia non gli permetterà di partecipare alla sepoltura, come egli avrebbe invece voluto, per non fare cosa sgradita al defunto.
 
Tuttavia in questa tragedia Ulisse ha un ruolo quasi marginale, ma alla fine è lui a intervenire nella lite fra [[Teucro (figlio di Telamone)|Teucro]] (figlio di [[Telamone (mitologia)|Telamone]] e fratellastro di Aiace) che voleva seppellire il corpo del fratellastro suicida, e i due capi Atridi che volevano invece negare al cadavere la sepoltura per punirlo del tentato eccidio. Ulisse infatti entra in scena e con poche parole riesce a convincere [[Agamennone]] a lasciare che Aiace venga sepolto in virtù dei suoi meriti e del suo passato apporto all'esercito greco.
Va ricordato inoltre che nell'''[[Odissea]]'' (Libro XI), quando Ulisse andrà nel regno dell'Ade ed incontrerà fra gli altri personaggi Aiace, costui si rifiuterà orgogliosamente di rivolgergli la parola e riappacificarsi con lui.
Teucro tuttavia non gli permetterà di partecipare alla sepoltura, come egli avrebbe invece voluto, per non fare cosa sgradita al defunto.
 
Va ricordato inoltre che nell'''[[Odissea]]'' (Libro XI), quando Ulisse andrà nel regno dell'Ade e incontrerà fra gli altri personaggi Aiace, costui si rifiuterà orgogliosamente di rivolgergli la parola e riappacificarsi con lui.
==== ''Eneide'' ====
Nel poema virgiliano Ulisse compare in carne e ossa nel libro II: calatosi dal cavallo di legno con molti altri Achei, entra in Troia, dove ferisce Pelia, un amico di Enea. Nel libro VI si scoprirà anche che in quell'occasione egli ha fatto irruzione insieme a Menelao nella casa di [[Deifobo]], come narrato dalla stessa vittima (incontrata da [[Enea]] nell'Ade); che però non rivela il nome del suo assassino.
 
=== Musica''Eneide'' ===
Nel poema virgiliano Ulisse compare in carne e ossa nel libro II: calatosi dal cavallo di legno con molti altri Achei, entra in [[Troia]], dove ferisce Pelia, un amico di Enea. Nel libro VI si scoprirà anche che durante la presa della città egli ha fatto irruzione insieme a Menelao nella casa di [[Deifobo]], come narrato dalla stessa vittima (incontrata da [[Enea]] nell'Ade); che però non rivela il nome del suo assassino.
* ''[[Odissea (musical)|Odissea]]''<ref>Vedi: [http://www.odisseathemusical.com Odissea, the Musical]</ref> - ''[[Musical]]'' di [[Marco Grieco]] e [[Massimo Grieco]].
* ''[[Il ritorno di Ulisse (Pugno)|Il ritorno di Ulisse]]'' - Opera comica di [[Stéphane Raoul Pugno]].
* ''[[Il ritorno di Ulisse in patria]]'' - Opera di [[Claudio Monteverdi]].
* ''[[Ulisse (Keiser)|Ulisse]]'' - Opera musicale di [[Reinhardt Keiser]].
* ''[[Ulisse (Gounod)|Ulisse]]'' - Musiche di scena di [[Charles François Gounod]].
* ''[[Ulisse e Telemaco]]'' - Opera musicale di [[Daniel Gottlieb Treu]].
* ''[[Ulisse errante]]'' - Opera musicale di [[Francesco Sacrati]].
* ''[[Tales of Brave Ulysses]]'' - Brano dei [[Cream]].
* ''[[Odysseus|Odýsseus]]'' - Canzone di [[Francesco Guccini]] dall'album ''[[Ritratti (Francesco Guccini)|Ritratti]]''.
* ''Ulisse'' - Opera di [[Luigi Dallapiccola]].
* ''[[Ulisse (album)|Ulisse]]'' - Album discografico della [[Premiata Forneria Marconi]]
* ''Ulisse coperto di sale'' - [[Lucio Dalla]]
* ''Itaca'' - [[Lucio Dalla]]
* ''[[The Odyssey]]'' - Album discografico della band statunitense [[Symphony X]]
* ''[[Odyssey (Yngwie Malmsteen)|Odyssey]]'' - Quarto album in studio del chitarrista svedese [[Yngwie J. Malmsteen]]
* ''Odisseus'' - Concerto per flauto e archi di [[Paolo Pessina]]
* ''Ulisse'' - Enrico Ruggeri
* ''Itaca, il viaggio di Ulisse'' - Chiazzetta
* ''Ulisse (You Listen)'' - [[Caparezza]]
* ''I viaggi di Ulisse'' - [[Neffa]]
 
=== Pittura''Divina Commedia'' ===
Nel ventiseiesimo canto dell'''Inferno'' Ulisse è condannato assieme a Diomede nella [[Cerchi dell'Inferno#Ottava bolgia|bolgia dei consiglieri di frode]] a causa degli inganni perpetrati (il cavallo di Troia, quello ai danni di Achille e il furto del [[Palladio (mitologia)|Palladio]]) e ne viene anche narrata la morte: incapace di frenare la sua smania di conoscenza, Ulisse spinse i suoi compagni oltre le [[colonne d'Ercole]] naufragando poco prima di poter sbarcare sull'isola nella quale si trova la montagna del [[Purgatorio (Divina Commedia)|Purgatorio]]. Per Dante il "folle volo" rappresenta la volontà di superare i limiti della finitezza umana senza però il sostegno della Grazia divina in una sorta di ribellione contro l'ordine stabilito da Dio: Ulisse è perciò un magnanimo che però, oltre ad aver provocato con le sue menzogne dolore e sofferenza, vuole farsi simile a Dio stesso dimenticando di essere un semplice uomo ed esaltando la propria intelligenza al punto di trasformare ciò che è positivo (il desiderio di seguire "virtute e canoscenza") in un'irragionevole negazione di ogni limite.
* ''[[Ulisse schernisce Polifemo]]'' - di [[William Turner]] ([[1829]]).
 
=== Ulisse nella letteratura post-dantesca ===
Il poema ''[[Ulysses]]'' di [[Alfred Tennyson]] (pubblicato nel 1842) presenta un re anziano che ha visto troppi eventi del mondo per essere felice di stare seduto su un trono a oziare. Lasciando il compito di civilizzare il suo popolo al figlio, riunisce una banda di vecchi compagni “per navigare oltre il tramonto” ("to sail beyond the sunset").
 
[[Ugo Foscolo]] nel [[sonetto]] ''[[A Zacinto]]'' fa di Ulisse la [[metafora]] della condizione umana e dell'esilio. [[Giovanni Pascoli]] nella poesia ''L'ultimo viaggio'' che fa parte dei ''[[Poemi conviviali]]'', interpreta Ulisse in chiave moderna come un personaggio triste e deluso, pieno di dubbi, alla ricerca della propria identità, con la sempre presente ansia di cogliere il vero senso delle cose. L'Ulisse pascoliano afferma che "Il mio sogno non era altro che sogno, e vento e fumo". Poi la sua nave naufraga. Il passato riserva solo sogni, e l'unica realtà per l'uomo è la perenne attualità del morire, un annullamento definitivo nel silenzio della morte.
 
[[Gabriele D'Annunzio]] vede nell'eroe omerico il modello di superuomo che egli stesso vorrebbe incarnare. Nel primo libro delle ''[[Laudi]]'' il poeta immagina di incontrare l'eroe omerico che naviga nel [[mar Jonio]] in solitudine, sprezzante del pericolo, eroe che naviga verso la pienezza radiosa della vita. [[Guido Gozzano]] nella poesia ''L'ipotesi'' fa una [[parodia]] di Odisseo. Qui è diventato un [[Playboy (sociologia)|playboy]] con un moderno [[Panfilo|yacht]] che tocca con "liete brigate" varie spiagge del [[mar Mediterraneo]] ove si trovano donne di facili costumi. Si tratta di una dissacrazione dell'aristocratico Ulisse - superuomo dannunziano.
 
Il navigare come metafora della vita è il tema dell'Ulisse in [[Umberto Saba]] e [[James Joyce]]. Saba nella poesia ''Ulisse'' con cui termina la raccolta ''Mediterranee'', interpreta il mito di Odisseo come una costante disponibilità agli impulsi del ''profondo'', in solitudine e dolore, praticamente incapace di concludere l'ultimo momento dell'esistenza, la morte.
L'ulissismo di Saba si rifà a quello di Joyce, autore del romanzo ''Ulisse'', il cui protagonista, [[Leopold Bloom]], è un antieroe che, con una inversione ironica, vive in un solo giorno le ventennali peregrinazioni dell'Ulisse omerico, e diventa emblema delle virtù e dei vizi umani.
 
I poeti greci dell'Ottocento e del Novecento riprendono il mito di Odisseo. In Ghiorgos Seferis l'ulissismo diviene simbolo delle vicende personali dell'autore e della storia della [[Grecia]] con tutte le sofferenze della stirpe greca per secoli assoggettata al dominio dei [[Turchi Ottomani]], nonché il desiderio nostalgico del [[nostos]], il ritorno in patria (il poeta stesso conobbe l'esilio). [[Konstantinos Kavafis|Kostantinos Kavafis]] nella poesia ''Itaca'' mostra invece il viaggio verso l'isola come metafora del viaggio della vita di cui dovrà assaporare tutte le esperienze, senza temere delusioni e dolori e arricchendosi di nuove conoscenze ed esperienze.
 
Il cantautore e scrittore italiano [[Francesco Guccini]] ha dedicato a Ulisse la canzone "Odysseus", compresa nell'album ''[[Ritratti (Francesco Guccini)|Ritratti]]''. Il testo riprende molti stilemi della tradizione letteraria. Ad esempio, il verso "E i remi mutai in ali al folle volo / Oltre l'umano" richiama Dante, Inferno, Inferno XXVI, 125: "de’ remi facemmo ali al folle volo".
 
== Cinema e televisione ==
Il [[cinema]] e la [[televisione]] non potevano non interessarsi a una figura affascinante e complessa come quella di Ulisse. La [[L'Odissea (film 1911)|prima trasposizione cinematografica]] delle gesta dell'eroe greco risale al 1911 per opera di [[Giuseppe de Liguoro]]. Nel 1955 arrivò sul grande schermo il film ''[[Ulisse (film)|Ulisse]]'', con l'interpretazione di [[Kirk Douglas]], e con [[Silvana Mangano]] nel ruolo di Penelope, sotto la regia di [[Mario Camerini]], ma si tratta di una realizzazione con una scarsissima aderenza al testo omerico. Nel 2004 Ulisse compare come personaggio secondario nel film [[colossal]] [[Film epico|epico]] ''[[Troy (film)|Troy]]'' di [[Wolfgang Petersen]], interpretato da [[Sean Bean]].
Il [[cinema]] e la [[televisione]] non potevano non interessarsi di una figura affascinante e complessa come quella di Ulisse.
 
La prima trasposizione cinematografica delle gesta dell'eroe greco risale al [[1911]] per opera di [[Giuseppe de Liguoro]]. Nel [[1955]] arriva sul grande schermo l'interpretazione di [[Kirk Douglas]], con [[Silvana Mangano]] nel ruolo di Penelope, sotto la regia di [[Mario Camerini]] (''[[Ulisse (film)|Ulisse]]''), ma si tratta di una realizzazione con una scarsissima aderenza al testo omerico.
Diverso è il caso dello [[sceneggiato televisivo]] [[Rai]] ''[[Odissea (miniserie televisiva)|Odissea]]'' (1968), regia di [[Franco Rossi (regista)|Franco Rossi]], con [[Bekim Fehmiu]] e [[Irene Papas]]. A parte qualche eccezione, questa trasposizione televisiva del poema riassume per intero e in modo fedele la storia narrata da [[Omero]].
 
Un altro esempio di contrasto con l'epopea omerica è invece la miniserie televisiva ''[[L'Odissea (miniserie televisiva)|L'Odissea]]'' (1997) di [[Andrej Končalovskij]], interpretata - fra gli altri - da [[Armand Assante]], nella parte del protagonista, [[Greta Scacchi]], [[Isabella Rossellini]], e di nuovo Irene Papas, e che aggiunge elementi di altri poemi epici.
 
[[Canale 5]], nel 1991, ha realizzato una versione [[musical]] in chiave comica de ''L'Odissea'', con la regia di [[Beppe Recchia]].
 
Un altro Ulisse, in chiave di [[parodia]] è stato quello rappresentato nel 1964 dal [[Quartetto Cetra]] in ''[[Biblioteca di Studio Uno]]''.
 
Nel luglio 2012 su [[Rai 2]] è andato in onda un cartone animato intitolato ''[[Ulisse. Il mio nome è Nessuno]]'' che, pur raccontando le peripezie dell'eroe greco, introduce avvenimenti o personaggi inesistenti nel poema di Omero.
 
Nello stesso anno lo scrittore [[Valerio Massimo Manfredi]] ha pubblicato un romanzo con un titolo molto simile: ''[[Il mio nome è Nessuno - Il giuramento|Il mio nome è Nessuno]]''.
 
Nel 2025 esce nelle sale cinematografiche italiane il film ''[[Itaca - Il ritorno]]'', con la regia di Uberto Pasolini: il film affronta l'arrivo dell'eroe omerico ad Itaca e la vendetta contro i Proci.
Diverso è il caso dello [[sceneggiato televisivo]] [[RAI]] del [[1968]], ''[[L'Odissea (sceneggiato televisivo)|L'Odissea]]'', regia di [[Franco Rossi (regista)|Franco Rossi]], con [[Bekim Fehmiu]] e [[Irene Papas]]. A parte qualche eccezione, questa trasposizione televisiva del poema riassume per intero ed in modo fedele la storia narrata da [[Omero]].
 
== Cultura di massa ==
Un altro esempio di contrasto con l'epopea omerica è invece il film per la TV del [[1997]] di [[Andrej Končalovskij]], ancora dal titolo ''L'Odissea'', interpretato - fra gli altri - da [[Armand Assante]], nella parte del protagonista, [[Greta Scacchi]], [[Isabella Rossellini]], e di nuovo Irene Papas, e che aggiunge elementi di altri poemi epici.
A Ulisse è intitolato il [[cratere Odisseo]] (di 445 km di diametro) su [[Teti (astronomia)|Teti]]<ref>{{Cita web|url=http://planetarynames.wr.usgs.gov/Feature/4406|titolo=Odysseus|sito=Gazetteer of Planetary Nomenclature|lingua=en|accesso=8 gennaio 2016}}</ref>.
 
Nella serie [[I Cavalieri dello Zodiaco]] compaiono due personaggi di nome [[Odisseo (I Cavalieri dello zodiaco)|Odisseo]]: uno è un ''[[Angeli (I Cavalieri dello zodiaco)|Angel]]'', un guerriero dei cieli al servizio degli dei, tanto abile da ritorcere gli attacchi nemici contro gli stessi avversari; compare nel film [[I Cavalieri dello zodiaco: Le porte del paradiso]]; l'altro è un ''[[Gold Saint]]'', il 13º, discendente di un antenato che indossando la stessa armatura peccò di arroganza credendosi pari agli Dei dell'Olimpo; compare nel [[manga]] [[Saint Seiya: Next Dimension]], ambientato due secoli prima della storia originale.
[[Canale 5]], nel [[1991]], ha realizzato una versione [[musical]] in chiave comica di ''L'Odissea'', con la regia di [[Beppe Recchia]].
 
Il compositore e cantautore portoricano Jorge Rivera-Herrans dedicò ad Odisseo un [[concept album]] intitolato [[Epic: The Musical]]
Un altro Ulisse in chiave di [[parodia]] è stato infine quello rappresentato nel [[1964]] dal [[Quartetto Cetra]] in ''[[Biblioteca di Studio Uno]]''.
 
== Il palazzo di Ulisse ==
Dopo un'appassionata ricerca che perdurava da 16 anni, un'équipe dell'università greca di [[Giannina|Ioannina]], guidata dal prof. Athanasios Papadopulos, ha trovato nel 2010 quelle che ritiene essere le tracce del palazzo dell'eroe omerico. A conferma del valore storico del racconto di Omero, il luogo del ritrovamento è Exogi, nel nord dell'isola di Itaca.
 
A conferma del valore storico del racconto di Omero, il luogo del ritrovamento è Exogi nel nord dell'isola di Itaca.
Gli indizi sull'identità del palazzo sono molteplici, tra i quali in particolare rilevano la forma del palazzo, simile ad altri palazzi regi micenei, alcuni manufatti ritrovati e una fontana databile intorno al XIII secolo a.C. Gli esperti italiani che hanno commentato la notizia sono cauti, ma concordano sull'importanza della certezza di un palazzo regio nell'isola.
 
Gli esperti italiani che hanno commentato la notizia sono cauti ma concordano sull'importanza della certezza di un palazzo regio nell'isola.
Più incline a dar credito alla convinzione del collega greco è lo storico [[Luciano Canfora]], che sottolinea l'attendibilità storica dei poemi omerici in genere.<ref>{{citaCita web|url=http://archiviostorico.corriere.it/2010/agosto/24/Trovata_reggia_Ulisse_Omero_aveva_co_8_100824061.shtml|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20160101000000/http://archiviostorico.corriere.it/2010/agosto/24/Trovata_reggia_Ulisse_Omero_aveva_co_8_100824061.shtml|titolo=Trovata la reggia di Ulisse. Omero aveva ragione|editore=corriere.it|autore=Paolo Fallai|accesso=17/08/ agosto 2011}}</ref>
 
== Note ==
;Annotazioni
{{Gruppo di note}}
;Fonti
<references/>
 
== Bibliografia ==
* [[Bernard Andreae]], ''L'immagine di Ulisse. Mito e archeologia'', Torino, Einaudi, 1983, ISBN 88-06-05667-0
*[[Vittorio Sermonti]], ''Inferno'', Rizzoli 2001.
* [[Umberto Bosco]] e Giovanni Reggio (a cura di), ''[[Dante]] - La Divina Commedia - Inferno'', Firenze, Le Monnier, 1988.1979, 1999, 2002, ISBN 978-88-00-41242-1
* Paolo Granzotto, ''Ulisse'', Milano, Rizzoli, 1988 ISBN 88-17-53355-6
* [[Vittorio Sermonti]], ''L'Inferno di Dante'', Milano, Rizzoli, 1991; con revisione di [[Gianfranco Contini]], 2001, ISBN 978-88-17-01285-0
* Bernard Andreae e Claudio Parisi Presicce (a cura di), ''Ulisse. Il mito e la memoria'', catalogo della mostra, Roma, Progetti museali, 1996 ISBN 88-86512-49-X ISBN 88-86512-07-4
* [[Piero Boitani]], ''L'ombra di Ulisse. Figure di un mito'', Bologna, Il Mulino, 1992, 1999, 2012, ISBN 978-88-15-23499-5
* Piero Boitani, ''Sulle orme di Ulisse'', Bologna, Il Mulino, 1998, 2007, ISBN 978-88-15-11510-2
* Simone Beta (a cura di), ''Il mito di Ulisse. Da Omero a Seneca'', Milano, BUR, 2007, ISBN 978-88-17-01614-8
* [[Jean-Pierre Vernant]], ''C'era una volta Ulisse'', Torino, Einaudi, 2006, ISBN 978-88-06-18063-8
 
== Voci correlate ==
* [[Arneo]]
* [[Baio (mitologia)|Baio]]
* [[Ennomo]]
* [[Ulixes]] di [[Harmonia Ensemble]] e [[Kočani Orkestar]]
* [[Telegono]]
 
== Altri progetti ==
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== Collegamenti esterni ==
* {{Collegamenti esterni}}
* Giuseppe Lentini, ''[http://www.treccani.it/Portale/sito/scuola/dossier/2007/viaggio/14.html Odisseo dai molti percorsi]'', dal sito del'[[Enciclopedia Italiana Treccani]]
* Giuseppe Lentini, ''[http://www.treccani.it/Portale/sito/scuola/dossier/2007/viaggio/14.html Odisseo dai molti percorsi] {{Webarchive|url=https://web.archive.org/web/20100906094046/http://www.treccani.it/Portale/sito/scuola/dossier/2007/viaggio/14.html |data=6 settembre 2010}}'', dal sito dell'[[Enciclopedia Italiana Treccani]]
 
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