* [[:en:Moons of Mars]]
* [[Satelliti naturali di Marte]]
[[File:Yes_check.svg|15px|✔]] '''Fatto'''
* Nella cultura: vie è la simpatica descrizione dei fenomeni osservabili dalla superficie di Marte nel capitolo XXII ''Celestial Phenomena seen from Mars'' del libro di fantascienza ''To Mars via the moon: an astronomical story'' di [[Mark Wicks]] del [[1911]].
== Osservazione ==
* [http://astrocultura.uai.it/fantascienza/burroughs.htm Sotto le lune di Marte]
=== Dalla Terra ===
* [[:en:Phobos and Deimos in fiction]]
L'osservazione di Fobos e Deimos dalla Terra è ostacolata dalle ridotte dimensioni dei due oggetti e dalla loro vicinanza al pianeta rosso.<ref name=Moore117/> Dalla Terra non sono [[Risoluzione angolare|risolvibili]]<ref>{{cita|Morrison, D.; Cruikshank, D.P.; Burn, J.A. ''Introducing the satellites'' in Burns, J.A. (a cura di) |p. 16|Burns1977}}, 1977.</ref> se non come due punti luminosi e solo per un ridotto periodo di tempo, quando Marte è prossimo all'[[opposizione (astronomia)|opposizione]].<ref>{{cita|Akones, K. ''Properties of orbits'' in Burns, J.A. (a cura di) |pp. 39|Burns1977}}, 1977.</ref> In tale circostamza, Fobos raggiunge una [[magnitudine apparente|magnitudine]] di 11,6, Deimos di 12,8.<ref name=Moore119>{{cita|Moore, P.|p. 119|Moore2000}}, 2000.</ref> Marte per confronto può raggiungere una magnitudine massima di -2,8,<ref>{{cita|Moore, P.|p. 102|Moore2000}}, 2000.</ref> risultando poco meno di seimila volte più luminoso di entrambi. Inoltre, i due satelliti all'opposizione si discostano mediamente dal pianeta di 24,6 - Fobos - e 61,8 [[secondo (geometria)|arcosecondi]] - Deioms.<ref name=Moore119/>
* {{cita pubblicazione |autore=Tanga, Paolo |titolo=Phobos e Deimos |anno=2003 |rivista=Astronomia UAI |numero=3 |pagine=46-48 |url=http://pianeti.uai.it/images/Phobos-deimos.pdf |accesso=28 marzo 2012}}
Per procedere alla loro osservazione, in condizioni particolarmente favorevoli, è necessario disporre di un telescopio almeno di 12 [[Pollice (unità di misura)|pollici] (30,5 cm).<ref>{{cita libro |lingua=inglese |titolo=Advanced Amateur Astronomy |autore=North, Gerald |edizione=2<sup>a</sup> |editore=Cambridge University Press |anno=1997 |id=ISBN 0521574307, 9780521574303 |pagine=p. 200}}</ref> Altrimenti, è necessario uno strumento più potente. Utilizzare un elemento che occulti il bagliore del pianeta e dispositivi per la raccolta di immagini quali piastre fotografiche o [[Dispositivo a carica accoppiata|CCD]], con esposizioni di alcuni secondi, risulta d'aiuto.<ref>{{cita pubblicazione |lingua=inglese |titolo=Phobos and Deimos CCD observations |autore=Veiga, C.H. |rivista=Astronomy and Astrophysics |volume=487 |numero=2 |pagine=755-758 |anno=2008 |doi=10.1051/0004-6361:200809498}}</ref>
= Deimos =
=== Da Marte ===
* [[:en:Deimos (moon)]]
[[File:Phobosanddeimos.gif|thumb|left|Deimos (sinistra) e Fobos (destra) fotografati dal ''[[Rover (astronautica)|rover]]'' [[Spirit]], dalla [[superficie di Marte]].]]
* [[Deimos (astronomia)]]
Visto dalle [[latitudine|latitudini]] [[equatore|equatoriali]] della [[superficie di Marte]], Fobos all'opposizione (corrispondente ad una [[Fasi lunari|fase]] di luna piena) appare grande quanto un terzo della [[Luna]] vista dalla Terra. Al suo sorgere presenta un [[diametro angolare]] di 8[[Primo (geometria)|']]; allo [[zenit]] di 12',3.<ref name=Moore119/> Appare tanto più piccolo quanto maggiore è la latitudine dell'osservatore ed è completamente invisibile (sempre oltre l'orizzonte) dalle regioni polari del pianeta.<ref name=EarthSky/> Raggiunge una [[magnitudine apparente]] massima di -3,9.<ref name=Moore119/> Deimos, invece, appare come una stella brillante o un pianeta (raggiunge una magnitudine massima di -0,1<ref name=Moore119/>), poco più grande di come appaia [[Venere (astronomia)|Venere]] vista dalla Terra; presenta un diametro angolare di circa 2'. Entrambi sperimentano il fenomeno delle [[Fasi lunari|fasi]].<ref name=EarthSky>{{cita web |lingua=en |titolo=What do Phobos and Deimos look like from Mars? |opera=EarthSky |data=23 settembre 2009 |url=http://earthsky.org/space/phobos-and-deimos |accesso=11 marzo 2012}}</ref>
[[File:Yes_check.svg|15px|✔]] '''Fatto'''
Il diametro angolare del Sole visto da Marte è di circa 21'. Di conseguenza, non possono verificarsi [[Eclissi solare|eclissi totali]] sul pianeta, perché le due lune sono troppo piccole per coprire il disco solare nella sua interezza. D'altra parte, dall'equatore è possibile osservare [[Transito di Fobos da Marte|transiti di Fobos]] quasi ogni notte; essi sono molto rapidi e si concludono in meno di mezzo minuto circa.<ref>{{cita web |lingua=en |titolo=Shadow Boxing with 'Fear' |opera=Astrobiology Magazine |data=13 aprile 2001 |url=http://www.astrobio.net/exclusive/775/shadow-boxing-with-fear |accesso=11 marzo 2012}}</ref><ref name=Moore117/> Deimos, invece, [[Transito di Deimos da Marte|transita sul disco solare]] una volta al mese circa, ma il fenomeno che dura circa un minuto e mezzo<ref name=Moore117/> rimane poco visibile.<ref name=EarthSky/>
= Fobos =
Il moto di Fobos è molto veloce, sorge ad ovest e tramonta ad est,<ref>Questo perché Fobos completa un'orbita in meno di un giorno marziano. Generalmente, è il moto di rotazione del pianeta a determinare prevalentemente il moto apparente degli astri nel cielo in un giorno/notte, com'è il caso per il moto apparente del Sole e della Luna se visti dalla Terra.</ref> con un periodo apparente di 11 ore (in 4,5 delle quali attraversa il cielo, sorgendo nuovamente 6,5 ore dopo).<ref name=Moore117>{{cita|Moore, P.|p. 117|Moore2000}}, 2000.</ref> Deimos, invece, trovandosi appena al di sopra dell'[[orbita areosincrona]], sorge ad est e tramonta lentamente ad ovest, rimanendo visibile per 2,7 giorni ininterrottamente.
* [[:en:Phobos (moon)]]
* [[Fobos (astronomia)]]
== Incipit e template corpo celeste ==
== Osservazione ==
[[File:Yes_check.svg|15px|✔]] '''Fatto'''
== Storia delle osservazioni ==
:[[File:Yes_check.svg|15px|✔]] '''Fatto''' [[Fobos_(astronomia)#Storia_delle_osservazioni]]
=== Anticipazioni ===
All'inizio del [[XVII secolo]], [[Giovanni Keplero|Keplero]] aveva ipotizzato che Marte potesse avere dei satelliti essendo allora noto che ne avesse uno il pianeta che lo precede, la Terra, e quattro quello subito seguente, [[Giove (astronomia)|Giove]].<ref name=Zugno>{{cita web |titolo=Anticipazioni dei satelliti di Marte |opera=La scoperta dei nuovi pianeti e satelliti |autore=Fabio Zugno |città=Padova |data=luglio 2009 |url=http://sites.google.com/site/scopertapianeti/satellitimarte/anticipazionimarte |accesso=9 marzo 2012}}</ref> Assumendo che il numero dei satelliti dei [[Lista dei pianeti del sistema solare|pianeti del sistema solare]] seguisse una [[progressione geometrica]], Marte avrebbe avuto due satelliti.<ref name=K-Brown>{{cita web |lingua=en |titolo=Galileo's Anagrams and the Moons of Mars |url=http://www.mathpages.com/home/kmath151/kmath151.htm |editore=Math Pages |autore=Kevin Brown |accesso=8 marzo 2012}}</ref>
=== Missioni spaziali ===
Nel [[1721]] [[William Derham]] ipotizzava nella sua opera ''Astro-Theology'' che Marte, tanto simile alla Terra, possedesse delle lune che non erano state ancora osservate perché piccole e poco luminose ed anche in [[Germania]] ne era stata ipotizzata l'esistenza.<ref name=Zugno/>
{{vedi anche|Esplorazione di Marte}}
* Viking Orbiter 1 ebbe tre incontri ravvicinati con Fobos transitanto a 90 km dalla superficie<ref>{{cita web |lingua=en |titolo=Viking 2 Orbiter |editore=National Space Science Data Center (NSSDC), NASA |autore=E. Bell (a cura di) |url=http://nssdc.gsfc.nasa.gov/nmc/spacecraftDisplay.do?id=1975-083A |accesso=24 marzo 2012}}</ref>
* [http://www.msss.com/mars_images/moc/2006/08/11/ MGS]
Nel [[1726]], [[Jonathan Swift]], probabilmente ispirato dall'ipotesi di Keplero,<ref name=K-Brown/> nei suoi ''[[I viaggi di Gulliver|Viaggi di Gulliver]]'' descrisse due satelliti orbitanti attorno a Marte.
* [http://adsabs.harvard.edu/abs/1999JGR...104.9055T Thomas, 1999] Mars Pathfinder
* [http://www.mentallandscape.com/C_CatalogMars.htm Fobos 2]
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[[File:Phobos over Mars.png|thumb|left|150px|Fobos ripreso nel 1977 dal [[Viking 2|Viking Orbiter 2]] con l'[[Ascraeus Mons]] sullo sfondo.]]
Una svolta nello studio di Fobos è avvenuta grazie all'[[Esplorazione di Marte|esplorazione spaziale del pianeta rosso]]. Le prime immagini della luna furono raccolte dal [[Mariner 7]] nel 1969; nella migliore, identificata dalla sigla 7F91, Fobos occupava solo quaranta [[pixel]] che permisero tuttavia una stima del suo diametro e della sua [[albedo]].<ref>{{cita pubblicazione |lingua=inglese |titolo=Phobos: Preliminary Results from Mariner 7 |autore=Smith, B.A. |rivista=Science |anno=1970 |volume=168 |numero=3933 |pagine=828-830 |doi=10.1126/science.168.3933.828}}</ref><ref>{{cita|Hunt, G.E. ''et al.''|p. 97|Hunt1978}}, 1978.</ref>
{{quote|Essi [gli astronomi lapuziani] hanno inoltre scoperto due astri minori, due 'satelliti', in orbita attorno a Marte, dei quali il più interno dista dal centro del pianeta madre esattamente tre volte il diametro di quest'ultimo, e il più esterno cinque; il primo ruota in dieci ore, e il secondo in ventuno e mezza; così che i quadrati dei loro periodi sono approssimativamente proporzionali ai cubi delle loro distanze dal centro di Marte, e questo dimostra che evidentemente sono governati dalla medesima legge di gravitazione che influenza [i moti de]gli altri corpi celesti...|[[Jonathan Swift]], ''[[I viaggi di Gulliver]]''. Parte III, Capitolo III, 1726|They have likewise discovered two lesser stars, or 'satellites', which revolve about Mars, whereof the innermost is distant from the centre of the primary planet exactly three of his diameters, and the outermost five; the former revolves in the space of ten hours, and the latter in twenty-one and a half; so that the squares of their periodical times are very near in the same proportion with the cubes of their distance from the centre of Mars, which evidently shows them to be governed by the same law of gravitation, that influences the other heavenly bodies...|lingua=en}}
La missione successiva raggiunse Marte nel 1971 e trovò il pianeta interessato da una [[tempesta di sabbia]] globale che impedì l'osservazione diretta della superficie per circa due mesi. Durante una parte di questo periodo fu allora utilizzata per condurre uno studio approfondito dei due satelliti.<ref name=West24>{{cita|West, R.M.|p. 24|West1992}}, 1992.</ref> Il [[Mariner 9]] raccolse un centinaio di immagini con una risoluzione massima di 100 metri e da una distanza minima da Fobos di 5710 km, che permisero di determinarne le dimensioni, la forma e il periodo di rotazione, di migliorare le conoscenze sul suo moto orbitale e, infine, di identificare le principali caratteristiche superficiali.<ref>{{cita pubblicazione |lingua=inglese |titolo=Mariner 9 television observations of Phobos and Deimos |autore=Pollack, J.B. |coautori=''et al.'' |anno=1972 |rivista=Icarus |volume=17 |numero=2 |pagine=394–407 |doi=10.1016/0019-1035(72)90007-3}}</ref> Fu inoltre rilevata la presenza di uno strato di [[regolite]] sulla superficie di entrambe le lune.<ref>{{cita|Hunt, G.E. ''et al.''|pp. 97-98|Hunt1978}}, 1978.</ref>
Satelliti analoghi furono descritti anche da [[Voltaire]], presumibilmente influenzato da Swift,<ref>{{cita libro |lingua=inglese |capitolo=The Hurtling Moons of Mars |autore=William Sheehan |titolo=The Planet Mars: A History of Observation and Discovery |url_capitolo=http://www.uapress.arizona.edu/onlinebks/MARS/CHAP14.HTM |editore=University of Arizona Press |anno=1996 |città=Tucson}}</ref> nel suo racconto filosofico ''[[Micromega]]'' del [[1752]].<ref>{{cita web |titolo=Voltaire, Micromega |editore=Astrocultura UAI |autore=Unione Astrofili Italiani |anno=2003 |url=http://astrocultura.uai.it/astroarte/astroletteratura/interpretazioni/micromegas.htm |accesso=9 marzo 2012}}</ref>
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{{quote|costeggiarono il pianeta Marte che, come tutti sanno, è cinque volte più piccolo del nostro piccolo globo; videro due lune che fanno da satelliti a questo pianeta|Voltaire, ''Micromega''. Capitolo III, 1752|ils côtoyèrent la planète de Mars, qui, comme on sait, est cinq fois plus petite que notre petit globe ; ils virent deux lunes qui servent à cette planète|lingua=fr}}
Con il [[Programma Viking]] si ebbe un ulteriore incremento nelle conoscenze su entrambi i satelliti, grazie sia ai miglioramenti tecnici introdotti nei sistemi di raccolta di immagini, sia ai [[sorvolo ravvicinato|passaggi]] più stretti che i due ''[[orbiter]]'' eseguirono soprattutto con Fobos.<ref name=Hunt-Viking>{{cita|Hunt, G.E. ''et al.''|pp. 98-100|Hunt1978}}, 1978.</ref> Furono rilevate variazioni di colore su Fobos, del quale fu determinata la massa,<ref>{{cita pubblicazione |lingua=inglese |titolo=Improved Determination of Phobos and Deimos Masses from Viking Fly-Bys |autore=Williams, B.G. |coautori=Duxbury, T.C.; Hildebrand, C.E. |anno=1988 |rivista=Abstracts of the Lunar and Planetary Science Conference |volume=19 |pagine=1274 |url=http://adsabs.harvard.edu/abs/1988LPI....19.1274W |accesso=10 marzo 2012}}</ref> la densità e stimata l'età e la composizione.<ref name=Hunt-Viking/>
[[File:USNO26in-2.jpg|thumb|right|Il telescopio utilizzato per la scoperta di entrambi i satelliti naturali di Marte.]]
Nel 1998 e nel 2003, la sonda statunitense [[Mars Global Surveyor]] ha raccolto sia immagini dirette di Fobos, sia ha seguito la traccia della sua [[ombra]] sulla superficie del pianeta. Ciò ha permesso di calcolare con maggior precisione l'orbita della luna e l'accelerazione che gli effetti mareali di Marte le impartiscono.<ref name=Bills2005>{{cita pubblicazione |lingua=inglese |titolo=Improved estimate of tidal dissipation within Mars from MOLA observations of the shadow of Phobos |anno=2005 |autore=Bills, B.G. |coautori=Neumann, G.A.; Smith, D.E.; Zuber, M.T. |rivista=Journal of Geophysical Research |volume=110 |numero=E7 |pagine=E07004 |doi=10.1029/2004JE002376}}</ref> Sono stati utilizzati a tale scopo anche i dati raccolti dalla sonda europea ''[[Mars Express]]''<ref name=Lainey2007/> che ha eseguito inoltre dei sorvoli ravvicinati di Fobos nel 2004,<ref>{{cita web |lingua=en |titolo=Martian moon Phobos in detail |autore=ESA |editore=ESA Portal |data=11 novembre 2004 |url=http://www.esa.int/SPECIALS/Mars_Express/SEM21TVJD1E_0.html |accesso=10 marzo 2012}}</ref><ref>{{cita pubblicazione |lingua=inglese |titolo=Astrometric observations of Phobos and Deimos with the SRC on Mars Express |autore=Oberst, J. |coautori='' et al.'' |anno=2006 |rivista=Astronomy and Astrophysics |volume=447 |numero=3 |pagine=1145-1151 |doi=10.1051/0004-6361:20053929}}</ref> 2008<ref>{{cita web |lingua=en |titolo=ESA closes in on the origin of Mars’ larger moon |autore=ESA |editore=ESA Portal |data=16 ottobre 2008 |url=http://www.esa.int/SPECIALS/Mars_Express/SEM8MUSG7MF_0.html |accesso=10 marzo 2012}}</ref> e 2010,<ref>{{cita web |lingua=en |titolo=Phobos flyby success |autore=ESA |editore=ESA Portal |data=4 marzo 2010 |url=http://www.esa.int/SPECIALS/Mars_Express/SEMIPX6K56G_0.html |accesso=10 marzo 2012}}</ref> oltre che osservazioni a distanza di Deimos. Infine, nel 2007 e nel 2008 il [[Mars Reconnaissance Orbiter]] ha raccolto immagini ad alta risoluzione di entrambi i satelliti.<ref>{{cita pubblicazione |lingua=inglese |titolo=Spectral heterogeneity on Phobos and Deimos: HiRISE observations and comparisons to Mars Pathfinder results |autore=Thomas, N. |coautori=''et al.'' |rivista=Planetary and Space Science |volume=59 |numero=13 |pagine=1281-1292 |anno=2011 |doi=10.1016/j.pss.2010.04.018}}</ref>
Successivamente, altri proposero l'esistenza delle lune di Marte in opere che potremmo però attribuire al [[fantascienza|genere fantascientifico]].<ref name=Zugno/>
Immagini di Deimos e Fobos sono state raccolte anche dalla [[superficie di Marte]], attraverso le fotocamere dei ''[[lander]]'' e ''[[rover]]'' lì presenti, sia in immagini notturne,<ref>{{cita web |lingua=en |titolo=Two Moons Passing in the Night |url=http://marsrovers.jpl.nasa.gov/gallery/press/spirit/20050909a.html |aditore=NASA |accesso=10 marzo 2012}}</ref> sia in immagini diurne in occasione di [[transito (astronomia)|transiti]] sul disco solare.<ref>{{cita pubblicazione |lingua=inglese |titolo=Solar eclipses of Phobos and Deimos observed from the surface of Mars |autore=Bell, J. F |coautori=''et al.'' |rivista=Nature |volume=436 |numero=7047 |pagine=55-57 |anno=2005 |doi=10.1038/nature03437}}</ref>
=== Scoperta ===
La [[Russia]] ha lanciato due missioni nel 1988 - [[Programma Phobos|Fobos 1 e 2]] - e [[Fobos-Grunt]] nel 2011 che avrebbero dovuto atterrare su Fobos; l'ultima in particolare avrebbe anche dovuto riportare dei campioni a terra. Tuttavia, sono fallite tutte e tre, le prime due in prossimità del loro obiettivo,<ref>{{cita pubblicazione |lingua=inglese |titolo=Brief history of the Phobos mission |autore=Sagdeev, R.Z. |coautori=Zakharov, A.V. |anno=1989 |rivista=Nature |volume=341 |numero=6243 |pagine=581-585 |doi=10.1038/341581a0}}</ref> Fobos-Grunt in [[orbita terrestre bassa]], subito dopo il lancio.<ref>{{cita web |lingua=en |titolo=Phobos-Grunt's Sad Fate |autore=Kelly Beatty |opera=Sky & Telescope |data=11 novembre 2011 |url=http://www.skyandtelescope.com/news/Russias-Phobos-Grunt-Spacecraft-Goes-AWOL-133700828.html |accesso=10 marzo 2012}}</ref>
[[Asaph Hall]] scoprì Deimos il [[12 agosto]] [[1877]] e Fobos il seguente [[18 agosto]] (le fonti dell'epoca adottano la convenzione astronomica, precedente al 1925, che il giorno inizi a [[Mezzogiorno (parte del giorno)|mezzogiorno]]; conseguentemente le scoperte sono riferite rispettivamente all'11 ed al 17 agosto) con il [[telescopio rifrattore]] di 26[[Pollice (unità di misura)|"]] ({{M|66|c|m}}) di diametro dello [[United States Naval Observatory]], a [[Washington]].<ref>{{cita pubblicazione |lingua=inglese |titolo=Notes: The Satellites of Mars |rivista=The Observatory |volume=1 |numero=6 |data=20 settembre 1877 |pagine=181–185 |url=http://adsabs.harvard.edu//full/seri/Obs../0001//0000181.000.html |accesso=9 marzo 2012}}</ref><ref>{{cita pubblicazione |lingua=inglese |autore=Hall, Asaph |titolo=Observations of the Satellites of Mars |rivista=Astronomische Nachrichten |volume=91 |pagine=11-16 |anno=1877 |doi=10.1002/asna.18780910103 |url=http://adsabs.harvard.edu/abs/1877AN.....91...11H |accesso=9 marzo 2012}}</ref><ref>{{cita|Morley, T.A.|p. 209|Morley1989}}, 1989.</ref> Hall, in quel periodo, stava cercando sistematicamente delle possibili lune di Marte. Il 10 agosto aveva già visto una luna del pianeta, ma a causa del maltempo, non riuscì ad identificarla se non nei giorni seguenti.
Raggiungere i satelliti di Marte è a volte indicato come un passo intermedio nell'esplorazione umana del pianeta rosso.<ref>{{cita pubblicazione |titolo=Verso lo spazio profondo |autore=Landau, D. |coautori=Strange, N.J. |anno=2012 |rivista=Le Scienze |numero=523 |pagine=62-69}}</ref>
Hall descrisse la scoperta nei suoi appunti come segue:<ref>{{cita|Royal Astronomical Society|pp. 205-209|RAS1878}}, 1878.</ref>
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{{quote|Ripetei l'osservazione nella prima parte della notte dell'11 [agosto], e nuovamente non trovai nulla, ma provando di nuovo alcune ore dopo trovai un debole oggetto a monte e un poco a nord del pianeta. Ebbi appena il tempo di assicurarmi un'osservazione della sua posizione che la nebbia proveniente dal fiume interruppe il mio lavoro. Ciò accadde alle due e mezzo nella notte dell'11. Per diversi giorni il cielo si mantenne coperto.<br />
* {{cita libro |lingua=inglese |autore=West, R.M. |capitolo=Introductory report: Asteroids and comets from space |titolo=Observations and Physical Properties of Small Solar System Bodies, Proceedings of the Liege International Astrophysical Colloquium 30, June 24-26, 1992, Institut d'Astrophysique, Liege. |curatore=Brahic, A.; Gerard, J.-C.; Surdej, J. |città=Liegi |editore=Universite de Liege, Institut d'Astrophysique |anno=1992 |pagine=19-38 |url_capitolo=http://adsabs.harvard.edu/abs/1992LIACo..30...19W |accesso=19 agosto 2012 |cid=West1992}}
Il 15 agosto il tempo apparve più promettente ed io dormii presso l'Osservatorio. Il cielo si aprì dopo un temporale alle 11 in punto e la ricerca riprese. Cattive condizioni osservative tuttavia permanevano e Marte appariva fiammeggiante ed instabile tanto che l'oggetto non poteva essere distinto, ancor più sapendo oggi che era così vicino al pianeta da risultare invisibile.<br />
Il 16 agosto ritrovai l'oggetto a monte del pianeta e le osservazioni di quella notte mostrarono che si muoveva con il pianeta, e se si trattava di un satellite, era vicino ad una sua elongazione. Fino ad allora non avevo detto nulla entro l'Osservatorio della mia ricerca di un satellite di Marte, ma, nel lasciare l'osservatorio dopo tali osservazioni del 16 alle tre del mattino, dissi al mio assistente, George Anderson, a cui avevo mostrato l'oggetto, che credevo di aver scoperto un satellite di Marte. Gli chiesi inoltre di mantenere la cosa segreta perché non desideravo che se ne parlasse finché la scoperta non fosse certa oltre ogni dubbio. Lui non disse nulla, ma la cosa era troppo buona per tenerla segreta e fui io steso a lascirmela scappare. Il 17 agosto, tra l'una e le due, durante il lavoro di riduzione delle osservazioni della notte precedente, il Professor Newcomb venne nella mia stanza per mangiare il suo pranzo e io gli mostrai le mie misure del debole oggetto in prossimità di Marte che dimostravano che si stava muovendo con il pianeta.<br />
Il 17 agosto mentre aspettavo per cercare la luna più esterna, scoprii quella più interna. Le osservazioni del 17 e del 18 chiarirono gli ultimi dubbi sul carattere di tali oggetti e la scoperta fu annunciata pubblicamente dall'Ammiraglio Rodgers.|Asaph Hall, 1877|I repeated the examination in the early part of the night of [August] 11th, and again found nothing, but trying again some hours later I found a faint object on the following side and a little north of the planet. I had barely time to secure an observation of its position when fog from the River stopped the work. This was at half past two o'clock on the night of the 11th. Cloudy weather intervened for several days.<br />
On 15 August the weather looking more promising, I slept at the Observatory. The sky cleared off with a thunderstorm at 11 o'clock and the search was resumed. The atmosphere however was in a very bad condition and Mars was so blazing and unsteady that nothing could be seen of the object, which we now know was at that time so near the planet as to be invisible.<br />
On August 16 the object was found again on the following side of the planet, and the observations of that night showed that it was moving with the planet, and if a satellite, was near one of its elongations. Until this time I had said nothing to anyone at the Observatory of my search for a satellite of Mars, but on leaving the observatory after these observations of the 16th, at about three o'clock in the morning, I told my assistant, George Anderson, to whom I had shown the object, that I thought I had discovered a satellite of Mars. I told him also to keep quiet as I did not wish anything said until the matter was beyond doubt. He said nothing, but the thing was too good to keep and I let it out myself. On 17 August between one and two o'clock, while I was reducing my observations, Professor Newcomb came into my room to eat his lunch and I showed him my measures of the faint object near Mars which proved that it was moving with the planet.<br />
On August 17 while waiting and watching for the outer moon, the inner one was discovered. The observations of the 17th and 18th put beyond doubt the character of these objects and the discovery was publicly announced by Admiral Rodgers.|lingua=en}}
== Parametri orbitali e rotazione ==
[[File:HallPortrait.jpg|thumb|200px|left|[[Asaph Hall]].]]
:[[File:Yes_check.svg|15px|✔]] '''Fatto''' [[Fobos (astronomia)#Parametri orbitali e rotazione]]
== Formazione ==
I nomi delle due lune furono proposti da [[Henry George Madan|Henry Madan]] (1838–1901), "Science Master" ad [[Eton College|Eton]], e richiamano quelli dei personaggi di [[Fobos (mitologia)|Fobos]] (''paura'') e [[Deimos (mitologia)|Deimos]] (''terrore''), che secondo la [[mitologia greca]] accompagnavano in battaglia il loro padre, [[Ares]], dio della guerra.<ref>{{cita pubblicazione |lingua=inglese |autore=Hall, Asaph |titolo=Names of the Satellites of Mars |rivista=Astronomische Nachrichten |volume=92 |numero=2187 |data=14 marzo 1878 |pagine=47–48 |doi=10.1002/asna.18780920305 |url=http://adsabs.harvard.edu//full/seri/AN.../0092//0000031.000.html |accesso=9 marzo 2012}}</ref> Ares è l'equivalente greco della divinità romana Marte.
:[[File:Yes_check.svg|15px|✔]] '''Fatto''': [[Fobos (astronomia)#Formazione]]
== Caratteristiche chimico-fisiche ==
{{quote|Egli [Ares] parlò, è ordinò al Terrore e alla Paura di preparare i suoi destrieri. E lui stesso indossò l'armatura scintillante.|[[Omero]], ''[[Iliade]]'', libro XV, 119-120|Ὣς φάτο, καί ῥ' ἵππους κέλετο Δεῖμόν τε Φόβον τε<br />ζευγνύμεν, αὐτὸς δ' ἔντε' ἐδύσετο παμφανόωντα.|lingua=el}}
=== Massa e dimensioni ===
Fobos ha forma irregolare.<ref>{{cita|Veverka, J.; Burns, J. A.|pp. 530-531|Veverka1980}}, 1980.</ref> Dei due satelliti di Marte, è il maggiore per massa e dimensioni. Può essere descritto approssimativamente da un'[[ellissoide]] di dimensioni 26,8 × 22,4 × 18,4 km, cui corrisponde un diametro medio di 22,2 km e un volume di 5 729 km<sup>3</sup>. Analizzando le perturbazioni prodotte dalle due lune nel moto di {{chiarire|alcune sonde spaziali che gli si sono avvicinate,}} è stata stimata una [[massa (fisica)|massa]] di 1,0659 × 10<sup>16</sup> kg.<ref>Un confronto tra i vari valori proposti è presente in {{cita|Jacobson, R.A.|p. 672|Jacobson2010}}, 2010. In tale lavoro il dato della massa è fornito nella forma di parametro gravitazione, GM, ovvero del suo prodotto per la [[costante di gravitazione universale]].</ref> Da tali informazioni è possibile desumere un valore per la sua [[densità|densità media]], stimata in 1,872 × 10<sup>3</sup> kg/m<sup>3</sup>.<ref name=Fobos-dati>{{cita web |lingua=en |titolo=Phobos: Facts & Figures |opera=Solar System Exploration |editore=NASA |url=http://solarsystem.nasa.gov/planets/profile.cfm?Object=Mar_Phobos&Display=Facts&System=Metric |accesso=12 marzo 2012}}</ref>
Per confronto, Deimos ha circa un settimo della massa ed un sesto del volume di Fobos, con una desnità media stimata in 1,471 × 10<sup>3</sup> kg/m<sup>3</sup>.<ref name=Deimos-dati>{{cita web |lingua=en |titolo=Deimos: Facts & Figures |opera=Solar System Exploration |editore=NASA |url=http://solarsystem.nasa.gov/planets/profile.cfm?Object=Mar_Deimos&Display=Facts |accesso=12 marzo 2012}}</ref>
=== Osservazioni successive ===
Le dimensioni e le caratteristiche orbitali dei satelliti di Marte hanno consentito, per lungo tempo, la loro osservazione solo in occasioni favorevoli, con il pianeta all'[[opposizione (astronomia)|opposizione]] e i due satelliti in condizioni di elongazione adeguata, che ricorrono circa ogni 16 anni. La prima configurazione favorevole si verificò nel 1879. Numerosi osservatori, in tutto il mondo, parteciparono alle osservazioni con lo scopo di determinare con esattezza le orbite dei due satelliti.<ref name=History>{{cita|Morley, T.A.|p. 210|Morley1989}}, 1989.</ref>
=== Composizione ===
Nei quarant'anni seguenti, la maggior parte delle osservazioni (più dell'85% del totale di quelle compiute tra il 1888 ed il 1924) avvennero presso due osservatori statunitensi, lo United States Naval Observatory e l'[[Osservatorio Lick]],<ref name=History/> con l'obiettivo, tra gli altri, di determinare la direzione dell'asse di rotazione del pianeta.<ref>{{cita|Hunt, G.E. ''et al.''|p. 92|Hunt1978}}, 1978.</ref> Tra il 1926 ed il 1941 proseguì soltanto il Naval Observatory, con 311 osservazioni visuali. Dal 1941 in poi, le osservazioni avvennero solo con la tecnica fotografica.<ref name=History/>
* [http://www.lpi.usra.edu/meetings/sssr2011/presentations/lee.pdf Lee]
**[[Meteorite di Kaidun]], [[:en:Kaidun meteorite]]
Informazioni sulla composizione di Deimos sono state desunte da rilevazioni [[spettrografia|spettrografiche]] condotte dalla Terra o da sonde in orbita attorno a Marte, perché nessuna missione spaziale ha mai raggiunto la superficie della luna.
{{Nota
|allineamento = destra
|titolo = La beffa del 1959
|larghezza = 300px
|dim-testo=90%
|contenuto =
[[File:P sci-fi.png|45px|right]]
Nel 1959, il divulgatore scientifico statunitense [[Walter Scott Houston]] giocò un celebre [[pesce d'aprile]] sul ''Great Plains Observer'', affermando: «il Dr. Arthur Hayall dell'Università della Sierras riporta che le lune di Marte sono in realtà dei satelliti artificiali».<ref>{{en}} {{quote|Dr. Arthur Hayall of the University of the Sierras reports that the moons of Mars are actually artificial satellites.}}</ref> Erano frutto d'invensione sia il Dr. Arthur Hayall, sia l'Università della Sierras, tuttavia la beffa raggiunse una notorietà internazionale quando fu ripresa dallo scienziato sovietico [[Iosif Shklovsky]], che la ripropose in un'intervista su ''[[Komsomol'skaja Pravda]]''<ref>''Jefferson City Post-Tribune'' 4 maggio 1959.</ref> e successivamente nel libro ''Intelligent Life in the Universe'' (1966) scritto da lui con [[Carl Sagan]].<ref>{{cita libro |lingua=inglese |titolo=Intelligent Life in the Universe |autore=Iosif Shklovsky |coautoti=Carl Sagan |editore=Picador |anno=1966 |pagine=pp. 368-369}}</ref>
Nel corso degli [[anni 1970|anni settanta]] è maturata l'ipotesi che Deimos e Fobos, caratterizzati da un valore dell'[[albedo]] piuttosto basso, avessero una composizione analoga agli [[Asteroide di tipo C|asteroidi di tipo C]] (e quindi alle [[Condrite carbonacea|condriti carbonacee]]) e contenenessero, probabilmente, [[ghiaccio]] d'acqua al loro interno.<ref>{{cita pubblicazione |lingua=inglese |titolo=Spectral evidence for a carbonaceous chondrite surface composition on Deimos |autore=Pang, K.D. |coautori=Rhoads, J.W.; Lane, A.L.; Ajello, J.M. |rivista=Nature |volume=283 |pagine=277-278 |anno=1980 |doi=10.1038/283277a0}}</ref> Tali dati rafforzavano di conseguenza l'ipotesi che fossero due asteroidi catturati.
Nel libro, i due suppongono che Fobos sia rallentato dalla [[Resistenza fluidodinamica|resistenza]] esercitata dalla tenue [[Atmosfera di Marte|atmosfera marziana]]. Affinché ciò sia possibile, però, Fobos dovrebbe avere una densità pari ad un millesimo di quella dell'acqua e per giustificare tale valore, Shklovsky e Sagan ipotizzano che sia un oggetto artificiale cavo.<ref>{{cita libro |lingua=inglese |titolo=The Cambridge Guide to the Solar System |autore=Kenneth R. Lang |editore=Cambridge University Press |anno=2003 |id=ISBN 0521813069, 9780521813068 |pagine=p. 284 |capitolo=Speculation about Fobos |url_capitolo=http://books.google.it/books?id=RdCUsMy3l7EC&pg=PA284&dq=#v=onepage&q&f=false |accesso=11 marzo 2012}}</ref>
</span>
}}
Osservazioni successive condotte alla fine degli [[anni 2000|anni duemila]] con lo [[spettrometro]] ''Compact Reconnaissance Imaging Spectrometer for Mars'' a bordo del Mars Reconnaissance Orbiter, tuttavia, hanno portato a rivedere tali conclusioni. Entrambe le lune presentano terreni caratterizzati da una colorazione rossastra che non mostrano la tipica linea di assorbimento dell'[[acqua]] in corrispondenza dei {{M|3|ul=μm}}; sembra inoltre che possa essere esclusa la presenza in superficie di [[femico|materiali femici]]; infine, nella porzione del rosso dello [[spettro elettromagnetico|spettro]], altrimenti piuttosto piatta, si rileva una riga di assorbimento in prossimità degli 0,65 μm che può essere associata alla presenza di [[fillosilicato|fillosilicati]] [[ferro]]si.<ref>{{cita pubblicazione |lingua=inglese |autore=Rivkin, A.S. |coautori=Brown, R.H.; Trilling, D.E.; Bell, J.F.; Plassmann, J.H. |titolo=Near-Infrared Spectrophotometry of Phobos and Deimos |anno=2002 |rivista=Icarus |volume=156 |numero=1 |pagine=64-75 |doi=10.1006/icar.2001.6767}}</ref><ref>{{cita conferenza |autore=Rivkin, A.S. |coautori=''et al.'' |titolo=MRO/CRISM Observations of Phobos and Deimos |conferenza=European Planetary Science Congress 2009, held 14-18 September in Potsdam, Germany |pagine=p.723 |url=http://meetings.copernicus.org/epsc2009/abstracts/EPSC2009-723.pdf |accesso=27 marzo 2012}}</ref> Ciò attesta delle similitudini con gli [[Asteroide di tipo D|asteroidi di tipo D]] e con [[Nucleo cometario|nuclei cometari]] ormai estinti.
Nei quindici anni seguenti le ricerche furono poche o nulle e ripresero nel 1956, volte ad individuare eventuali altri satelliti. Aveva generato un rinnovato interesse l'ipotesi avanzata da Bevan P. Sharpless nel 1945, che il moto di Fobos stesse accelerando, causando altresì una riduzione del [[semiasse maggiore]] dell'orbita. Ne nacque una cotroversia sull'effettiva realtà del fenomeno e sull'entità e causa dell'accelerazione che portarono a nuove osservazioni negli [[anni 1960|anni sessanta]] e [[anni 1970|settanta]].<ref name=History/><ref>{{cita|Hunt, G.E. ''et al.''|pp. 92-93|Hunt1978}}, 1978.</ref>
Non solo, sembrerebbe che su Fobos uno strato sottostante di colorazione bluastra sia ricoperto da materiale rossastro che potrebbe essere in correlazione con il materiale di Deimos. Le due lune, quindi, potrebbero aver avuto un origine distinta.
Nel 1988, in concomitanza con le missioni sovietiche del [[Programma Phobos]], furono condotte osservazioni da Kudryavtsev e colleghi. Nei dieci anni seguenti, invece, le due lune non furono oggetto di alcuna osservazione, fino al 2003, quando osservazioni molto accurate furono condotte dall'[[Osservatorio Lowell]].<ref name=Lainey2007>{{cita pubblicazione |lingua=inglese |titolo=First numerical ephemerides of the Martian moons |autore=Lainey, V. |coautori=Dehant, V.; Pätzold, M. |anno=2007 |rivista=Astronomy and Astrophysics |volume=465 |numero=3 |pagine=1075-1084 |doi=10.1051/0004-6361:20065466}}</ref>
== Superficie ==
Nei [[Anni 2000|primi anni]] del [[XXI secolo]] sono state condotte inoltre nuove ricerche volte a determinare la presenza di eventuali [[Satellite irregolare|satellite irregolari]] di Marte. Showalter ''et al.'' hanno eseguito una ricerca in tal senso nel 2001, con il [[Telescopio spaziale Hubble]], escludendo la presenza di altri satelliti (di dimensioni maggiori di 100 metri) nella porzione più prossima al pianeta della [[sfera di Hill]] marziana. [[Scott Sheppard]] e [[David Jewitt]] hanno ripetuto la ricerca nel 2004 con il [[Canada France Hawaii Telescope|telescopio franco-canadese]] di 3 m di diametro presente presso l'[[osservatorio di Mauna Kea]], nelle [[Hawaii]], escludendo la presenza di ulteriori satelliti con magnitudine superiore a 23,5 (corrispondente ad oggetti di dimensioni di 90 metri, con un albedo di 0,07).<ref>{{cita pubblicazione |lingua=inglese |titolo=A Survey for Outer Satellites of Mars: Limits to Completeness |autore=Sheppard, S.S. |coautori=Jewitt, D.; Kleyna, J. |anno=2004 |rivista=The Astronomical Journal |volume=128 |numero=5 |pagine=2542-2546 |doi=10.1086/424541 |url=http://arxiv.org/abs/astro-ph/0409522 |accesso=9 marzo 2012}}</ref>
=== MissioniFobos spazialinella cultura ===
:[[:en:Phobos and Deimos in fiction#Phobos]]
{{vedi anche|Esplorazione di Marte}}
[[File:Phobos deimos diff.jpg|thumb|left|150px|Immagine in scala di Fobos (sopra) e Deimos (sotto).]]
[[File:Phobos Base.png|miniatura|Una base sulla superficie di Fobos, secondo una previsione della NASA.]]
Fobos e Deimos sono stati fotografati e studiati prevalentemente da [[sonda spaziale|sonde spaziali]] il cui obiettivo primario era lo studio di Marte. Le prime immagini di Fobos furono raccolte dal [[Mariner 7]] nel 1969,<ref>{{cita pubblicazione |lingua=inglese |titolo=Phobos: Preliminary Results from Mariner 7 |autore=Smith, B.A. |rivista=Science |anno=1970 |volume=168 |numero=3933 |pagine=828-830 |doi=10.1126/science.168.3933.828}}</ref><ref>{{cita|Hunt, G.E. ''et al.''|p. 97|Hunt1978}}, 1978.</ref> ma fu col [[Mariner 9]] nel 1971 che fu condotto uno studio dettagliato di entrambi i satelliti. Ne furono determinate le dimensioni, la forma, il periodo di rotazione, identificate alcune caratteristiche superficiali e furono migliorate le conoscenze sul loro moto orbitale.<ref>{{cita pubblicazione |lingua=inglese |titolo=Mariner 9 television observations of Phobos and Deimos |autore=Pollack, J.B. |coautori=''et al.'' |anno=1972 |rivista=Icarus |volume=17 |numero=2 |pagine=394–407 |doi=10.1016/0019-1035(72)90007-3}}</ref> Fu inoltre rilevata la presenza di uno strato di [[regolite]] sulla superficie di entrambi.<ref>{{cita|Hunt, G.E. ''et al.''|pp. 97-98|Hunt1978}}, 1978.</ref>
Tra i primi riferimenti letterari a Fobos e Deimos vi sono alcune descrizioni del loro moto notturno osservato dalla superficie di Marte. Tra queste sono degne di nota quella molto accurata presente nel capitolo XXII del libro di [[fantascienza]] ''To Mars via the moon: an astronomical story'' di [[Mark Wicks]] del 1911<ref>{{cita libro |lingua=inglese |titolo=To Mars Via the Moon: An Astronomical Story |autore=Mark Wicks |editore=Ayer Publishing |annooriginale=1911 |capitolo=Celestial Phenomena seen from Mars |p=242 |isbn=978-0-405-06318-3 }}</ref> e quella inserita da [[Edgar Rice Burroughs]] nel [[romanzo]] ''[[Sotto le lune di Marte]]'' del 1912.<ref>{{cita web |url=http://astrocultura.uai.it/fantascienza/burroughs.htm |titolo=Sotto le lune di Marte |nome=Francesca |cognome=Benedetti |editore=Astrocultura UAI |anno=2003 |accesso=27 gennaio 2019}}</ref>
Con il [[Programma Viking]] si ebbe un ulteriore incremento nelle conoscenze su entrambi i satelliti, grazie sia ai miglioramenti tecnici introdotti nei sistemi di raccolta di immagini, sia ai [[sorvolo ravvicinato|passaggi]] più stretti che i due ''[[orbiter]]'' eseguirono soprattutto con Fobos.<ref name=Hunt-Viking>{{cita|Hunt, G.E. ''et al.''|pp. 98-100|Hunt1978}}, 1978.</ref> Furono rilevate variazioni di colore su Fobos, del quale fu determinata la massa,<ref>{{cita pubblicazione |lingua=inglese |titolo=Improved Determination of Phobos and Deimos Masses from Viking Fly-Bys |autore=Williams, B.G. |coautori=Duxbury, T.C.; Hildebrand, C.E. |anno=1988 |rivista=Abstracts of the Lunar and Planetary Science Conference |volume=19 |pagine=1274 |url=http://adsabs.harvard.edu/abs/1988LPI....19.1274W |accesso=10 marzo 2012}}</ref> la densità e stimata un'età e la composizione.<ref name=Hunt-Viking/>
Nella trasposizione nella fantascienza, Fobos è talvolta rappresentato come sede di insediamenti umani stabiliti nella [[colonizzazione di Marte]] o successivi ad essa. Nella [[Trilogia di Marte]] (1992-1996) di [[Kim Stanley Robinson]], su Fobos è presente una base militare e la stessa luna diventa un'arma quando, ridotta in pezzi, viene scagliata contro la superficie.<ref>{{cita web |lingua=en |titolo=Mars trilogy timeline |url=http://www.kimstanleyrobinson.info/content/mars-trilogy-timeline |accesso=28 gennaio 2019}}</ref> In ''Phobos'' (2004) di [[Ty Drago]] una stazione di ricerca su Fobos è oggetto di attacchi da parte di una fiera autoctona,<ref>{{cita libro |lingua=en |titolo=Phobos |autore=Ty Drago |editore=Tor |anno=2003 |isbn=0-765-30544-5}}</ref> mentre nel racconto ''The Wheels of Dream'' (1980), John M. Ford descrive la costruzione di una ferrovia circumlunare.<ref>{{cita libro |lingua=en |titolo=Science Fact and Science Fiction: An Encyclopedia |autore=Brian Stableford |editore=Routledge |anno=2006 |isbn=9781135923730 |p=284}}</ref>
Nel 1998 e nel 2003, la sonda statunitense [[Mars Global Surveyor]] ha raccolto sia immagini dirette di Fobos, sia ha seguito la traccia della sua [[ombra]] sulla superficie del pianeta. Ciò ha permesso di calcolare con maggior precisione l'orbita della luna e la accelerazione che gli effetti mareali di Marte le impartiscono.<ref name=Bills2005>{{cita pubblicazione |lingua=inglese |titolo=Improved estimate of tidal dissipation within Mars from MOLA observations of the shadow of Phobos |anno=2005 |autore=Bills, B.G. |coautori=Neumann, G.A.; Smith, D.E.; Zuber, M.T. |rivista=Journal of Geophysical Research |volume=110 |numero=E7 |pagine=E07004 |doi=10.1029/2004JE002376}}</ref> Sono stati utilizzati a tale scopo anche i dati raccolti dalla sonda europea ''[[Mars Express]]''<ref name=Lainey2007/> che ha eseguito inoltre dei sorvoli ravvicinati di Fobos nel 2004,<ref>{{cita web |lingua=en |titolo=Martian moon Phobos in detail |autore=ESA |editore=ESA Portal |data=11 novembre 2004 |url=http://www.esa.int/SPECIALS/Mars_Express/SEM21TVJD1E_0.html |accesso=10 marzo 2012}}</ref><ref>{{cita pubblicazione |lingua=inglese |titolo=Astrometric observations of Phobos and Deimos with the SRC on Mars Express |autore=Oberst, J. |coautori='' et al.'' |anno=2006 |rivista=Astronomy and Astrophysics |volume=447 |numero=3 |pagine=1145-1151 |doi=10.1051/0004-6361:20053929}}</ref> 2008<ref>{{cita web |lingua=en |titolo=ESA closes in on the origin of Mars’ larger moon |autore=ESA |editore=ESA Portal |data=16 ottobre 2008 |url=http://www.esa.int/SPECIALS/Mars_Express/SEM8MUSG7MF_0.html |accesso=10 marzo 2012}}</ref> e 2010,<ref>{{cita web |lingua=en |titolo=Phobos flyby success |autore=ESA |editore=ESA Portal |data=4 marzo 2010 |url=http://www.esa.int/SPECIALS/Mars_Express/SEMIPX6K56G_0.html |accesso=10 marzo 2012}}</ref> oltre che osservazioni a distanza di Deimos. Infine, nel 2007 e nel 2008 il [[Mars Reconnaissance Orbiter]] ha raccolto immagini ad alta risoluzione di entrambi i satelliti.<ref>{{cita pubblicazione |lingua=inglese |titolo=Spectral heterogeneity on Phobos and Deimos: HiRISE observations and comparisons to Mars Pathfinder results |autore=Thomas, N. |coautori=''et al.'' |rivista=Planetary and Space Science |volume=59 |numero=13 |pagine=1281-1292 |anno=2011 |doi=10.1016/j.pss.2010.04.018}}</ref>
[[Arthur C. Clarke]] ambienta su Fobos il racconto ''K. 15'' (''Hide and Seek '', 1949), nel quale un agente in fuga sfrutta l'agilità acquisita grazie alla bassa gravità della luna per difendersi dagli attacchi di un incrociatore; ne ''[[Le sabbie di Marte]]'' (''The Sands of Mars'', 1951), invece, Fobos viene ignito come un secondo Sole per permettere l'agricoltura nel processo di [[terraformazione di Marte]].<ref>{{cita libro |lingua=en |titolo=Arthur C. Clarke |autore=Gary Westfahl |editore=University of Illinois Press |anno=2018 |isbn=9780252050633 |p=59}}</ref> In un racconto più vicino ai giorni nostri, [[Daniel Logan]] immagina una spedizione statunitense su Fobos in ''The Phobos Expedition'' (2017), giocando sulle difficoltà incontrate dai russi nel raggiungere la luna.<ref>{{cita libro |lingua=en |titolo=The Phobos Expedition |autore=Daniel Logan |editore=Wise Media Group |anno=2017 |isbn=9781629670928}}</ref>
Immagini di Deimos e Fobos sono state raccolte anche dalla [[superficie di Marte]], attraverso le fotocamere di ''[[lander]]'' e ''[[rover]]'' lì presenti, sia in immagini notturne,<ref>{{cita web |lingua=en |titolo=Two Moons Passing in the Night |url=http://marsrovers.jpl.nasa.gov/gallery/press/spirit/20050909a.html |aditore=NASA |accesso=10 marzo 2012}}</ref> sia in immagini diurne in occasione di [[transito (astronomia)|transiti]] sul disco solare.<ref>{{cita pubblicazione |lingua=inglese |titolo=Solar eclipses of Phobos and Deimos observed from the surface of Mars |autore=Bell, J. F |coautori=''et al.'' |rivista=Nature |volume=436 |numero=7047 |pagine=55-57 |anno=2005 |doi=10.1038/nature03437}}</ref>
Un'altra traposizione ricorrente vede Fobos essere un [[veicolo spaziale|oggetto artificiale]] di origine aliena, come in ''Phobos, the Robot Planet'' (1955) di Paul Capon e ''L'enigma del pianeta rosso'' (''Secret of the Martian Moons'', 1955) di Donald A. Wollheim, ''Mission to the Heart Stars'' (1965) di [[James Blish]],<ref>{{cita libro |lingua=en |titolo=Mission to the Heart Stars |anno=1965 |autore=James Blish |editore=Faber and Faber}}</ref> in ''Mezzogiorno: XXII secolo'' dei fratelli [[Arkadij e Boris Strugackij]]<ref>{{cita libro |lingua=en |titolo=The Second Marxian Invasion: The Fiction of the Strugatsky Brothers |autore=Stephen W. Potts |editore=Wildside Press LLC |anno=1991 |isbn=9780893702793 |pp=23-24}}</ref> e in ''[[Olympos (romanzo)|Olympos]]'' (2005) di [[Dan Simmons]].<ref>{{cita libro |autore=Dan Simmons |titolo=Olympos |editore=Gollancz |anno=2005 |lingua = en |isbn=9780575072626}}</ref>
La [[Russia]] ha lanciato due missioni nel 1988 - [[Programma Phobos|Fobos 1 e 2]] - e [[Fobos-Grunt]] nel 2011 che avrebbero dovuto atterrare su Fobos; l'ultima in particolare avrebbe anche dovuto riportare dei campioni a terra. Tuttavia, sono fallite tutte e tre, le prime due in prossimità del loro obiettivo,<ref>{{cita pubblicazione |lingua=inglese |titolo=Brief history of the Phobos mission |autore=Sagdeev, R.Z. |coautori=Zakharov, A.V. |anno=1989 |rivista=Nature |volume=341 |numero=6243 |pagine=581-585 |doi=10.1038/341581a0}}</ref> Fobos-Grunt in [[orbita terrestre bassa]], subito dopo il lancio.<ref>{{cita web |lingua=en |titolo=Phobos-Grunt's Sad Fate |autore=Kelly Beatty |opera=Sky & Telescope |data=11 novembre 2011 |url=http://www.skyandtelescope.com/news/Russias-Phobos-Grunt-Spacecraft-Goes-AWOL-133700828.html |accesso=10 marzo 2012}}</ref>
Fobos compare anche come ambientazione in diversi [[Videogioco|videogiochi]] di fantascienza. In ''[[Zone of the Enders: The 2nd Runner]]'' viene usato come piattaforma per un'arma capace di distruggere qualunque oggetto del sistema solare. In ''[[Armored Core 2]]'', invece, è ambientata l'ultima missione del gioco, dove si scopre che il satellite non è naturale, ma è stato costruito da una civiltà extraterrestre e possiede un meccanismo di deorbitazione che va disattivato, in quanto potrebbe farlo schiantare sulla superficie e distruggere la colonia marziana. In ''[[Unreal Tournament]]'' attorno a Fobos orbita un satellite artificiale che è terreno di battaglia per i giocatori. Nel gioco ''[[Leather Goddesses of Phobos]]'' la piccola luna marziana è l'origine di una spedizione verso la Terra per schiavizzare l'umanità. In ''[[RTX Red Rock]]'' da una stazione spaziale situata sulla superficie di Fobos iniziano le avventure del protagonista che deve difendere la colonia marziana da un attacco alieno.
Raggiungere i satelliti di Marte è a volte indicato come un passo intermedio nell'esplorazione umana del pianeta rosso.<ref>{{cita pubblicazione |titolo=Verso lo spazio profondo |autore=Landau, D. |coautori=Strange, N.J. |anno=2012 |rivista=Le Scienze |numero=523 |pagine=62-69}}</ref>
== AnelliNote ==
{{references|2}}
Anelli? [http://adsabs.harvard.edu/abs/2007LPICo1353.3361E Espley, J. R, 2007]
== Bibliografia ==
[http://adsabs.harvard.edu/abs/1994A%26A...291..657K Krivov, 1994]
* {{cita pubblicazione |lingua=inglese |autore=Hunt, G.E. |coautori=Michael, W.H.; Pascu, D.; Veverka, J.; Wilkins, G.A.; Woolfson, M. |titolo=The Martian satellites - 100 years on |anno=1978 |rivista=Royal Astronomical Society, Quarterly Journal |volume=19 |pagine=90-109 |url=http://adsabs.harvard.edu/abs/1978QJRAS..19...90H |accesso=10 marzo 2012 |cid=Hunt1978}}
* {{cita libro |lingua=inglese |autore=Veverka, J. |coautori=Burns, J. A. |capitolo=The moons of Mars |titolo=Annual review of earth and planetary sciences. Volume 8. |città=Palo Alto, Calif. |editore=Annual Reviews, Inc. |anno=1980 |pagine=pp. 527-558 |doi=10.1146/annurev.ea.08.050180.002523 |url_capitolo=http://adsabs.harvard.edu/abs/1980AREPS...8..527V |accesso=11 marzo 2012 |cid=Veverka1980}}
* {{cita pubblicazione |lingua=inglese |autore=Morley, T.A. |titolo=A catalogue of ground-based astrometric observations of the Martian satellites, 1877-1982 |rivista=Astronomy and Astrophysics Supplement Series |volume=77 |numero=2 |pagine=209-226 |anno=1989 |url=http://adsabs.harvard.edu/abs/1989A&AS...77..209M |accesso=9 marzo 2012 |cid=Morley1989}}
== Formazione ed evoluzione ==
{{...}}
<ref>{{cita|Hunt, G.E. ''et al.''|pp. 97-98|Hunt1978}}, 1978.</ref>
[http://adsabs.harvard.edu/abs/1981MNRAS.194..365M Mignard, 1981]
=== DA CERCAREE ===
* {{cita pubblicazione |lingua=en |titolo=Exploring the Martian Moons: A Human Mission to Deimos and Phobos |autore=Manfred "Dutch" von Ehrenfired |editore=Springer |anno=2017 |isbn=9783319527000}}
* {{cita pubblicazione |lingua=en |titolo=The value of Phobos sample return |nome1=Scott L. |cognome1=Murchie |nome2=Daniel T. |cognome2=Britt |nome3=Carle M. |cognome3=Pieters |rivista=Planetary and Space Science |volume=102 |data=1 novembre 2014 |pp=176-182 |doi=10.1016/j.pss.2014.04.014}}
L'orbita di Phobos è destinata a decadere ed il satellite, che ha già superato il [[limite di Roche]] del pianeta ed è tenuto insieme solamente dalla coesione fra i suoi componenti, finirà per schiantarsi sulla sua superficie; la presenza di numerosi [[cratere d'impatto|crateri d'impatto]] in prossimità dell'[[equatore]] induce a pensare che altri satelliti, in passato, abbiano subìto la medesima sorte. L'orbita di Deimos subirà lo stesso destino.
= Esplorazione di Fobos =
== Caratteristiche ==
{{torna a|Fobos (astronomia)}}
{{...}}
L''''esplorazione di Fobos''' è stata condotta per mezzo di [[sonda spaziale|sonde spaziali]] semiautomatiche, nell'ambito dell'[[esplorazione di Marte]], di cui [[Fobos (astronomia)|Fobos]] è il maggiore [[satellite naturale|satellite]].
* [http://adsabs.harvard.edu/abs/1980AREPS...8..527V Veverka, 1980]
=== Caratteristiche chimico-fisiche ===
[http://adsabs.harvard.edu/abs/2010GeoRL..3709202A Andert, 2010]
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=== Parametri orbitali ===
Una prima esplorazione fotografica è stata condotta nell'ambito del [[Programma Mariner]] della [[NASA]]. Il [[Mariner 7]] ha raccolto la prima immagine ravvicinata della luna; il [[Mariner 9]] ha condotto un'estesa ricognizione fotografica, favorita da una concomitante [[tempesta di sabbia]] che temporaneamente impedì la prevista ricognizione della superficie del pianeta. Lo studio è statop approfondito nel corso del [[Programma Viking]]...
{| class="wikitable" align="right"
|+ Parametri orbitali<ref name=Jacobson2010/>
! Parametri !! style="width: 80px;" | Fobos !! style="width: 80px;" | Deimos
|- style="text-align: center;"
| [[Semiasse maggiore|Semiasse magg.]] || 9375 km<br />2,759 R<sub>♂</sub><ref name="Mars radii">R<sub>♂</sub>: raggio equatoriale di Marte, pari a 3397 km</ref> || 23459 km<br />6,90 R<sub>♂</sub><ref name="Mars radii"/>
|- style="text-align: center;"
| [[Eccentricità orbitale|Ecc. orbit.]] || 0,01511 || 0,00024
|- style="text-align: center;"
|[[Inclinazione orbitale|Inclinaz. orbit.]]<ref>Riferita al [[piano di Laplace]], inclinato rispettivamente di 0,0091° - in corrispondenza di Fobos - e 0,8886° - in corrispondenza di Deimos - rispetto al piano equatoriale di Marte.<br />Cfr. {{cita|Jacobson, R.A.|p. 676|Jacobson2010}}, 2010.</ref> || 1,0756° || 1,7878
|- style="text-align: center;"
|[[Periodo orbitale|Periodo orbit.]] || 7,65 [[ora|h]] || 30,30 h
|- style="text-align: center;"
|colspan="3"|[[file:Marte, Phobos & Deimos.png|280px]]
|}
Gli unici tentativi di atterrare sulla sua superficie sono stati condotti dall'[[Agenzia Spaziale Russa]], tuttavia le tre sonde lanciate a tale scopo hanno tutte fallito la propria missione. Con [[Programma Phobos|Fobos 1 e 2]], lanciate nel luglio del 1988, furono persi i contatti... [[Fobos-Grunt]], lanciata nel novembre del 2011, ha invece fallito la manovra che dall'[[orbita terrestre bassa]] l'avrebbe immessa in un'orbita di trasferimento verso Marte.
Fobos e Deimos percorrono orbite [[Moto diretto|prograde]] quasi [[orbita circolare|circolari]], assai prossime al piano equatoriale di Marte.<ref name=Jacobson2010>{{cita|Jacobson, R.A.|p. 676|Jacobson2010}}, 2010.</ref><ref name=orbita>{{cita|Veverka, J.; Burns, J. A.|pp. 527-529|Veverka1980}}, 1980.</ref> Fobos completa la sua orbita in 7,65 [[ora|h]], un tempo inferiore al periodo di rotazione del pianeta stesso - caso unico nel sistema solare; Deimos in circa 30 h.<ref>{{cita|Morrison, D.; Cruikshank, D.P.; Burn, J.A. ''Introducing the satellites'' in Burns, J.A. (a cura di) |pp. 5-6|Burns1977}}, 1977.</ref> Entrambi sono in [[rotazione sincrona]] con il pianeta<ref>{{cita|Veverka, J.; Burns, J. A.|p. 531|Veverka1980}}, 1980.</ref> ed in virtù di ciò rivolgono sempre la stessa faccia verso la superficie marziana.
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* Viking Orbiter 1 ebbe tre incontri ravvicinati con Fobos transitanto a 90 km dalla superficie<ref>{{cita web |lingua=en |titolo=Viking 2 Orbiter |editore=National Space Science Data Center (NSSDC), NASA |autore=E. Bell (a cura di) |url=http://nssdc.gsfc.nasa.gov/nmc/spacecraftDisplay.do?id=1975-083A |accesso=24 marzo 2012}}</ref>
L'asimmetricità del campo gravitazionale marziano impartisce ad entrambe le orbite un moto di precessione che è circa ventiquattro volte più rapido per Fobos che per Deimos.<ref name=Jacobson2010/> Fobos, inoltre, subisce una accelerazione stimata in 1,270 ± 0,003 × 10<sup>-3</sup> °/anno<sup>2</sup>,<ref>{{cita|Jacobson, R.A.|p. 674|Jacobson2010}}, 2010.</ref> che determina una costante riduzione della sua orbita e che porterà la luna a precipitare sul pianeta nei prossimi 50 milioni di anni.<ref>{{cita web |lingua=en |pagina=7 |titolo=Mission to Mars: Project Based Learning |editore=NASA, College of Education, University of Texas |autore=Elisabeth Ambrose |url=http://www.edb.utexas.edu/missiontomars/pdf/MarsSSBody.pdf |accesso=12 marzo 2012}}</ref> Deimos invece subisce una lenta decelerazione che dovrebbe allontanare insesorabilmente la luna dal pianeta, ma in tempi estremamente più lunghi.<ref name=accelerazione>{{cita|Veverka, J.; Burns, J. A.|pp. 529-530|Veverka1980}}, 1980.</ref>
* [http://www.msss.com/mars_images/moc/2006/08/11/ MGS]
== Prospetto ==
* [http://adsabs.harvard.edu/abs/1999JGR...104.9055T Thomas, 1999] Mars Pathfinder
[[File:15-ml-06-phobos2-A067R1.jpg|thumb|right|Un [[transito di Fobos da Marte]], visto dal ''rover'' ''[[MER-B|Opportunity]]'' il [[10 marzo]] [[2004]].]]
* [http://www.mentallandscape.com/C_CatalogMars.htm Fobos 2]
Segue un prospetto con i dati dei satelliti di Marte, ordinati per [[periodo di rivoluzione]] intorno al pianeta.
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== Cenni storici ==
=== Programma Mariner ===
{{Vedi anche|Programma Mariner}}
[[File:Phobos over Mars.png|thumb|left|150px|Fobos ripreso nel 1977 dal [[Viking 2|Viking Orbiter 2]] con l'[[Ascraeus Mons]] sullo sfondo.]]
Una svolta nello studio di Fobos è avvenuta grazie all'[[Esplorazione di Marte|esplorazione spaziale del pianeta rosso]]. Le prime immagini della luna furono raccolte dal [[Mariner 7]] nel 1969; nella migliore, identificata dalla sigla 7F91, Fobos occupava solo quaranta [[pixel]] che permisero tuttavia una stima del suo diametro e della sua [[albedo]].<ref>{{cita pubblicazione |lingua=inglese |titolo=Phobos: Preliminary Results from Mariner 7 |autore=Smith, B.A. |rivista=Science |anno=1970 |volume=168 |numero=3933 |pagine=828-830 |doi=10.1126/science.168.3933.828}}</ref><ref>{{cita|Hunt, G.E. ''et al.''|p. 97|Hunt1978}}, 1978.</ref>
{| {{prettytable}}
|- style="background:#efefef; text-align:center"
! colspan=2 width="150" | Nome
! Dimensioni
! [[Massa (fisica)|Massa]]
! [[Semiasse maggiore]]
! [[Periodo orbitale]]
! Scoperta
|- style="background:#f9f9f9; text-align:center"
| Marte I || '''[[Phobos (astronomia)|Fobos]]''' || 27,0×21,6×18,8 km || 10,8×10<sup>15</sup> kg || 9 377 km || 7,66 ore || [[1877]]
|- style="background:#f9f9f9; text-align:center"
| Marte II || '''[[Deimos (astronomia)|Deimos]]''' || 10×12×16 km || 2×10<sup>15</sup> kg || 23 460 km || 30,35 ore || [[1877]]
<!-- |-
|colspan="9"|[[Image:Mars Moons Orbit distance.jpeg|700px|center]] Dimensioni relative e distanze tra Marte, Fobos e Deimos, in scala.
-->|}
La missione successiva fu quella del [[Mariner 9]] che raggiunse Marte nel 1971 e trovò il pianeta interessato da una [[tempesta di sabbia]] globale che impedì l'osservazione diretta della [[superficie di Marte|superficie marziana]] per circa due mesi. Parte di questo periodo fu allora utilizzato per condurre uno studio approfondito dei due satelliti di Marte.<ref name=West24>{{cita|West, R.M.|p. 24|West1992}}, 1992.</ref> La sonda raccolse un centinaio di immagini di Fobos - con una risoluzione massima di 100 metri - che permisero di determinarne le dimensioni, la forma e il periodo di rotazione, di migliorare le conoscenze sul suo moto orbitale e di identificare le principali caratteristiche superficiali.<ref>{{cita pubblicazione |lingua=inglese |titolo=Mariner 9 television observations of Phobos and Deimos |autore=Pollack, J.B. |coautori=''et al.'' |anno=1972 |rivista=Icarus |volume=17 |numero=2 |pagine=394–407 |doi=10.1016/0019-1035(72)90007-3}}</ref> Fu inoltre rilevata la presenza di uno strato di [[regolite]] sulla superficie di entrambe le lune.<ref name=Hunt-Mariner9>{{cita|Hunt, G.E. ''et al.''|pp. 97-98|Hunt1978}}, 1978.</ref> Al massimo del suo avvicinamento a Fobos, il Mariner 9 raggiunse una distanza di 5710 km.<ref name=Hunt-Mariner9/>
Visto da Marte, Phobos presenta un [[diametro apparente]] compreso fra 8' (al sorgere e al tramontare) e 12' (a perpendicolo), mentre Deimos si estende per circa 2'. Per confronto, il diametro angolare del [[Sole]] è mediamente pari a 21'.
=== Programma Viking ===
{{Vedi anche|Programma Viking}}
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Con il [[Programma Viking]] si ebbe un ulteriore incremento nelle conoscenze su entrambi i satelliti, grazie sia ai miglioramenti tecnici introdotti nei sistemi di raccolta di immagini, sia ai [[sorvolo ravvicinato|passaggi]] più stretti che i due ''[[orbiter]]'' eseguirono soprattutto con Fobos.<ref name=Hunt-Viking>{{cita|Hunt, G.E. ''et al.''|pp. 98-100|Hunt1978}}, 1978.</ref> Furono rilevate variazioni di colore su Fobos, del quale fu determinata la massa,<ref>{{cita pubblicazione |lingua=inglese |titolo=Improved Determination of Phobos and Deimos Masses from Viking Fly-Bys |autore=Williams, B.G. |coautori=Duxbury, T.C.; Hildebrand, C.E. |anno=1988 |rivista=Abstracts of the Lunar and Planetary Science Conference |volume=19 |pagine=1274 |url=http://adsabs.harvard.edu/abs/1988LPI....19.1274W |accesso=10 marzo 2012}}</ref> la densità e stimata l'età e la composizione.<ref name=Hunt-Viking/>
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Nel 1998 e nel 2003, la sonda statunitense [[Mars Global Surveyor]] ha raccolto sia immagini dirette di Fobos, sia ha seguito la traccia della sua [[ombra]] sulla superficie del pianeta. Ciò ha permesso di calcolare con maggior precisione l'orbita della luna e l'accelerazione che gli effetti mareali di Marte le impartiscono.<ref name=Bills2005>{{cita pubblicazione |lingua=inglese |titolo=Improved estimate of tidal dissipation within Mars from MOLA observations of the shadow of Phobos |anno=2005 |autore=Bills, B.G. |coautori=Neumann, G.A.; Smith, D.E.; Zuber, M.T. |rivista=Journal of Geophysical Research |volume=110 |numero=E7 |pagine=E07004 |doi=10.1029/2004JE002376}}</ref> Sono stati utilizzati a tale scopo anche i dati raccolti dalla sonda europea ''[[Mars Express]]''<ref name=Lainey2007/> che ha eseguito inoltre dei sorvoli ravvicinati di Fobos nel 2004,<ref>{{cita web |lingua=en |titolo=Martian moon Phobos in detail |autore=ESA |editore=ESA Portal |data=11 novembre 2004 |url=http://www.esa.int/SPECIALS/Mars_Express/SEM21TVJD1E_0.html |accesso=10 marzo 2012}}</ref><ref>{{cita pubblicazione |lingua=inglese |titolo=Astrometric observations of Phobos and Deimos with the SRC on Mars Express |autore=Oberst, J. |coautori='' et al.'' |anno=2006 |rivista=Astronomy and Astrophysics |volume=447 |numero=3 |pagine=1145-1151 |doi=10.1051/0004-6361:20053929}}</ref> 2008<ref>{{cita web |lingua=en |titolo=ESA closes in on the origin of Mars’ larger moon |autore=ESA |editore=ESA Portal |data=16 ottobre 2008 |url=http://www.esa.int/SPECIALS/Mars_Express/SEM8MUSG7MF_0.html |accesso=10 marzo 2012}}</ref> e 2010,<ref>{{cita web |lingua=en |titolo=Phobos flyby success |autore=ESA |editore=ESA Portal |data=4 marzo 2010 |url=http://www.esa.int/SPECIALS/Mars_Express/SEMIPX6K56G_0.html |accesso=10 marzo 2012}}</ref> oltre che osservazioni a distanza di Deimos. Infine, nel 2007 e nel 2008 il [[Mars Reconnaissance Orbiter]] ha raccolto immagini ad alta risoluzione di entrambi i satelliti.<ref>{{cita pubblicazione |lingua=inglese |titolo=Spectral heterogeneity on Phobos and Deimos: HiRISE observations and comparisons to Mars Pathfinder results |autore=Thomas, N. |coautori=''et al.'' |rivista=Planetary and Space Science |volume=59 |numero=13 |pagine=1281-1292 |anno=2011 |doi=10.1016/j.pss.2010.04.018}}</ref>
Immagini di Deimos e Fobos sono state raccolte anche dalla [[superficie di Marte]], attraverso le fotocamere dei ''[[lander]]'' e ''[[rover]]'' lì presenti, sia in immagini notturne,<ref>{{cita web |lingua=en |titolo=Two Moons Passing in the Night |url=http://marsrovers.jpl.nasa.gov/gallery/press/spirit/20050909a.html |aditore=NASA |accesso=10 marzo 2012}}</ref> sia in immagini diurne in occasione di [[transito (astronomia)|transiti]] sul disco solare.<ref>{{cita pubblicazione |lingua=inglese |titolo=Solar eclipses of Phobos and Deimos observed from the surface of Mars |autore=Bell, J. F |coautori=''et al.'' |rivista=Nature |volume=436 |numero=7047 |pagine=55-57 |anno=2005 |doi=10.1038/nature03437}}</ref> Il [[1º agosto]] [[2013]] il ''rover'' [[Mars Science Laboratory|Curiosity]] - diretto in tali operazioni di Mark Lemmon<ref>{{cita web |lingua=en |titolo=Movie of Phobos and Deimos from Curiosity: super cool and scientifically useful |autore=Emily Lakdawalla |data=16 agosto 2013 |editore=The Planetary Society |url=http://www.planetary.org/blogs/emily-lakdawalla/2013/movie-of-phobos-and-deimos.html |accesso=4 settembre 2013}}</ref> - ha ripreso per la prima volta un transito di Fobos su Deimos.<ref>{{cita web |titolo=NASA Rover Gets Movie as a Mars Moon Passes Another |data=15 agosto 2013 |editore=NASA |autore=Guy Webster |lingua=en |url=http://www.nasa.gov/mission_pages/msl/news/msl20130815.html#.UiblXlKTnlY |accesso=4 settembre 2013}}</ref> Il seguente 17 agosto, lo stesso rover ha ripreso un eclissi anulare di Fobos. Stante la configurazione particolarmente favorevole che ha visto la luna transitare in prossimità del centro del disco solare in corrispondenza del mezzogiorno locale, Fobos è apparso quasi alla sua massima dimensione angolare possibile.<ref>{{cita web |lingua=en |titolo=NASA Mars Rover Views Eclipse of the Sun by Phobos |data=28 agosto 2013 |editore=NASA |autore=Guy Webster |url=http://www.nasa.gov/mission_pages/msl/news/msl20130828.html#.Uibk41KTnlY |accesso=4 settembre 2013}}</ref>
La [[Russia]] ha lanciato due missioni nel 1988 - [[Programma Phobos|Fobos 1 e 2]] - e [[Fobos-Grunt]] nel 2011 che avrebbero dovuto atterrare su Fobos; l'ultima in particolare avrebbe anche dovuto riportare dei campioni a terra. Tuttavia, sono fallite tutte e tre, le prime due in prossimità del loro obiettivo,<ref>{{cita pubblicazione |lingua=inglese |titolo=Brief history of the Phobos mission |autore=Sagdeev, R.Z. |coautori=Zakharov, A.V. |anno=1989 |rivista=Nature |volume=341 |numero=6243 |pagine=581-585 |doi=10.1038/341581a0}}</ref> Fobos-Grunt in [[orbita terrestre bassa]], subito dopo il lancio.<ref>{{cita web |lingua=en |titolo=Phobos-Grunt's Sad Fate |autore=Kelly Beatty |opera=Sky & Telescope |data=11 novembre 2011 |url=http://www.skyandtelescope.com/news/Russias-Phobos-Grunt-Spacecraft-Goes-AWOL-133700828.html |accesso=10 marzo 2012}}</ref>
Raggiungere i satelliti di Marte è a volte indicato come un passo intermedio nell'esplorazione umana del pianeta rosso.<ref>{{cita pubblicazione |titolo=Verso lo spazio profondo |autore=Landau, D. |coautori=Strange, N.J. |anno=2012 |rivista=Le Scienze |numero=523 |pagine=62-69}}</ref>
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<br clear=all>
== Note ==
{{<references|2}}/>
== Bibliografia ==
* {{cita libro |lingua=inglese |autore=West, R.M. |capitolo=Introductory report: Asteroids and comets from space |titolo=Observations and Physical Properties of Small Solar System Bodies, Proceedings of the Liege International Astrophysical Colloquium 30, June 24-26, 1992, Institut d'Astrophysique, Liege. |curatore=Brahic, A.; Gerard, J.-C.; Surdej, J. |città=Liegi |editore=Universite de Liege, Institut d'Astrophysique |anno=1992 |pagine=19-38 |url_capitolo=http://adsabs.harvard.edu/abs/1992LIACo..30...19W |accesso=19 agosto 2012 |cid=West1992}}
* {{cita pubblicazione |lingua=inglese |rivista=Monthly Notices of the Royal Astronomical Society |autore=Royal Astronomical Society |volume=38 |numero=4 |pagine=205–209 |titolo=The Discovery of the Satellites of Mars |data=8 febbraio 1878 |url=http://adsabs.harvard.edu//full/seri/MNRAS/0038//0000205.000.html |accesso=9 marzo 2012 |cid=RAS1878}}
* {{cita libro |lingua=inglese |titolo=Planetary satellites |curatore=Burns, Joseph A. |editore=University of Arizona Press |anno=1977 |id=ISBN: 0816505527 |cid=Burns1977}}
* {{cita pubblicazione |lingua=inglese |autore=Hunt, G.E. |coautori=Michael, W.H.; Pascu, D.; Veverka, J.; Wilkins, G.A.; Woolfson, M. |titolo=The Martian satellites - 100 years on |anno=1978 |rivista=Royal Astronomical Society, Quarterly Journal |volume=19 |pagine=90-109 |url=http://adsabs.harvard.edu/abs/1978QJRAS..19...90H |accesso=10 marzo 2012 |cid=Hunt1978}}
* {{cita libro |lingua=inglese |autore=Veverka, J. |coautori=Burns, J. A. |capitolo=The moons of Mars |titolo=Annual review of earth and planetary sciences. Volume 8. |città=Palo Alto, Calif. |editore=Annual Reviews, Inc. |anno=1980 |pagine=pp. 527-558 |doi=10.1146/annurev.ea.08.050180.002523 |url_capitolo=http://adsabs.harvard.edu/abs/1980AREPS...8..527V |accesso=11 marzo 2012 |cid=Veverka1980}}
* {{cita pubblicazione |lingua=inglese |autore=Morley, T.A. |titolo=A catalogue of ground-based astrometric observations of the Martian satellites, 1877-1982 |rivista=Astronomy and Astrophysics Supplement Series |volume=77 |numero=2 |pagine=209-226 |anno=1989 |url=http://adsabs.harvard.edu/abs/1989A&AS...77..209M |accesso=9 marzo 2012 |cid=Morley1989}}
* {{cita libro |lingua=inglese |titolo=The data book of astronomy |autore=Patrick Moore |editore=CRC Press |anno=2000 |id=ISBN 0750306203, 9780750306201 |pagine=pp. 116-120 |capitolo=Mars |url_capitolo=http://books.google.it/books?id=nyfIc8wkJzUC&pg=PA117&dq=#v=onepage&q&f=false |accesso=11 marzo 2012 |cid=Moore2000}}
* {{cita pubblicazione |lingua=inglese |autore=Jacobson, R.A. |titolo=The Orbits and Masses of the Martian Satellites and the Libration of Phobos |anno=2010 |rivista=The Astronomical Journal |volume=139 |numero=2 |pagine=668-679 |doi=10.1088/0004-6256/139/2/668 |cid=Jacobson2010}}
== CollegamentiVoci esternicorrelate ==
* [[Fobos (astronomia)|Fobos]]
* {{cita web |titolo=Le Lune di Marte |autore=Leonardo Malentacchi |editore=Società Astronomica Fiorentina |anno=2006 |url=http://spazioinwind.libero.it/saf/docpdf/Lune_di_Marte_Rev_01.pdf |accesso=9 marzo 2012}}
* [[Esplorazione di Marte]]
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