Monfiorito da Coderta: differenze tra le versioni

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{{Bio
|Nome = Monfiorito da
|Cognome =da PadovaCoderta
|Sesso = M
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|Sesso=M
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|LuogoMorte=Firenze
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|Nazionalità = italiano
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|PostNazionalità=
|Categorie=no
|FineIncipit=, padovano o [[Treviso|trevigiano]] di nascita, fu un [[podestà]] di [[Firenze]] attivo di sicuro nel [[1299]] molto noto per la sua corruzione
|Immagine=
|Didascalia=
|ForzaOrdinamento=
}}
== Biografia ==
Proveniva da una nobile famiglia [[Treviso|trevigiana]] residente a [[Conegliano]] (il [[Dino Compagni|Compagni]] sbaglia a ritenerlo da [[Padova]]) di parte [[guelfa]] e fu un fedelissimo dei [[Caminesi]].
 
Alla fine del [[1298]] fece la sua comparsa a [[Firenze]], associato al podestà [[Cante Gabrielli]] come paciere fra il [[comune medievale|comune]] di [[Bologna]] e gli [[Estensi]]. Poco dopo venne lui stesso eletto podestà e, secondo [[Robert Davidsohn]], non fu altro che uno "strumento" di [[Corso Donati]] e della sua fazione nell'ambito delle sanguinose lotte tra [[guelfi bianchi e neri]].
Fu eletto con l'appoggio dei ceti bassi della società fiorentina che gli consegnarono il potere tradendo i propri valori. A causa della sua ''leggerezza'' nell'amministrazione della [[giustizia]], suscitò l'ira di coloro i quali lo appoggiarono e finì arrestato. Le sue vicende, molto note alle cronache del tempo, si intrecciarono con quelle di altri personaggi quali [[Niccolò_Acciaiuoli_(XIII_secolo)|Niccolò Acciaiuoli]] e [[Baldo d'Agugliano]].
 
Approfittando di questa situazione, si macchiò di gravissimi abusi che finirono per compromettere la sua stessa posizione: ai primi di maggio fu quindi costretto alle dimissioni (gli succedette [[Ugolino da Correggio]]) e venne sottoposto a un durissimo processo. Messo sotto [[tortura]], confessò di aver coperto molte malefatte compiute da cittadini influenti. Tra questi vi era [[Niccolò Acciaiuoli (XIII secolo)|Niccolò Acciaiuoli]] che, con l'aiuto dell'avvocato [[Baldo d'Agugliano]], distrusse i verbali che riportavano la confessione che lo riguardava; a questo episodio accenna [[Dante Alighieri|Dante]] nel [[Purgatorio - Canto dodicesimo|XII canto]] del ''[[Purgatorio (Divina Commedia)|Purgatorio]]''.
==Voci correlate==
 
*[[Guelfi Bianchi e Neri]]
Condannato alla prigione, Monfiorito riuscì a fuggire con un compagno di cella (tal Arrigucci) e tornò a Treviso. Qui continuò ad appoggiare i Caminesi sino alla loro caduta, nel [[1317]], allorché fu condannato all'esilio. Fu in seguito riabilitato e nel [[1330]] testò a favore del figlio [[Gualpertino da Coderta|Gualpertino]], noto come uomo politico e poeta. Morì certamente dopo questa data.
*[[Dante Alighieri]]
*[[Corruzione]]
*[[Dino Compagni]]
*[[Firenze]]
 
== Bibliografia ==
*[[Jean-Claude Maire Vigueur]], "All'ombra delle toghe", in ''Medioevo'', De Agostini Periodici, IX (2008), pp. 38-49.
*[[Massimo Vallerani]], ''La Giustizia pubblica medievale'', Il Mulino, [[Bologna]], (2005).
*[[Dino Compagni]], [[Cronica delle cose occorrenti ne' tempi suoi]],Libro primo - Capitolo 19.
* {{cita web
|nome= Simonetta
|cognome= Saffiotti Bernardi
|url= http://www.treccani.it/enciclopedia/monfiorito_%28Enciclopedia-Dantesca%29/
|titolo= Monfiorito da Coderta
|accesso= 8 giugno 2012
|opera= Enciclopedia Dantesca
|editore= Treccani
|anno= 1970
}}
 
{{Portale|biografie|Firenze|medioevoMedioevo|storia}}
 
[[Categoria:PersonalitàPodestà legate adi Firenze|D'Agugliano, Baldo]]
[[Categoria:Podestà di Firenze|D'Agugliano, Baldo]]