Felice Cavallotti: differenze tra le versioni

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{{Carica pubblica
|nome = Felice Cavallotti
|immagine = Felice Cavallotti 1898.jpg
|carica = [[Camera dei deputati del Regno d'Italia|Deputato del Regno d'Italia]]
|mandatoinizio =
|mandatofine =
|legislatura = [[XI legislatura del Regno d'Italia|XI]], [[XII legislatura del Regno d'Italia|XII]], [[XIII legislatura del Regno d'Italia|XIII]], [[XIV legislatura del Regno d'Italia|XIV]], [[XV legislatura del Regno d'Italia|XV]], [[XVI legislatura del Regno d'Italia|XVI]], [[XVII legislatura del Regno d'Italia|XVII]], [[XVIII legislatura del Regno d'Italia|XVIII]], [[XIX legislatura del Regno d'Italia|XIX]], [[XX legislatura del Regno d'Italia]]
|gruppo parlamentare = [[Partito Radicale Italiano|Radicale]]
|coalizione = [[Opposizione (politica)|opposizione]]
|circoscrizione = Corteolona (XI-XIII legislatura), Piacenza (XIV-XVI legislatura), Milano (XVII -XVIII legislatura), Pavia (XIX-XX legislatura)
|collegio = Milano I
|tipo nomina =
|incarichi =
|sito = {{Deputati Regno}}
|partito = [[Estrema sinistra storica]]
|titolo di studio = Laurea in [[giurisprudenza]]
|alma mater = [[Università degli Studi di Pavia]]
|professione = Avvocato, poeta, drammaturgo
|firma = Cavallotti Firma.jpg
}}
{{Bio
|Nome = Felice Carlo EmmanueleEmanuele
|Cognome = Cavallotti<ref>{{DBI|felice-carlo-emanuele-cavallotti}} A volte è riportato invece, come terzo nome, Emmanuele.</ref>
|Cognome = Cavallotti
|Sesso = M
|LuogoNascita = Milano
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|GiornoMeseMorte = 6 marzo
|AnnoMorte = 1898
|Attività = poeta
|Attività2 = drammaturgo
|Attività3 = politico
|AttivitàAltre = {{sp}} e [[patriota]]
|Epoca = 1800
|Attività = politico
|Nazionalità = italiano
|Attività2 = poeta
|PostNazionalità =, fondatore, insieme ad [[Agostino Bertani]], dell'[[Estrema sinistra storica]], movimento attivo tra il [[1877]] e l'avvento del [[Partito Radicale Italiano]] ([[1904]])
|Attività3 = drammaturgo
|AttivitàAltre = , [[giornalista]] e [[patriota]]
|Nazionalità = italiano
|PostNazionalità = , fondatore, insieme ad [[Agostino Bertani]], dell'[[Estrema sinistra storica]], movimento attivo tra il 1877 e l'avvento del [[Partito Radicale Italiano]] (1904)
}}
{{Membro delle istituzioni italiane
|nome = Felice Cavallotti
|istituzione = Camera
|immagine= FeliceCavallotti.jpg
|dimensione =
|didascalia = Felice Carlo Emanuele Cavallotti
|luogo_nascita = Milano
|data_nascita = 6 ottobre 1842
|luogo_morte = Roma
|data_morte = 6 marzo 1898
|titolo = Avvocato
|professione = Poeta, drammaturgo
|partito = [[Estrema sinistra storica|Estrema sinistra]]
|legislatura = [[XI Legislatura del Regno d'Italia|XI]], [[XII Legislatura del Regno d'Italia|XII]], [[XIII Legislatura del Regno d'Italia|XIII]], [[XIV Legislatura del Regno d'Italia|XIV]], [[XV Legislatura del Regno d'Italia|XV]], [[XVI Legislatura del Regno d'Italia|XVI]], [[XVII Legislatura del Regno d'Italia|XVII]], [[XVIII Legislatura del Regno d'Italia|XVIII]], [[XIX Legislatura del Regno d'Italia|XIX]], [[XX Legislatura del Regno d'Italia]],
|gruppo_parlamentare = Radicale
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|circoscrizione = Corteolona (XI-XIII legislatura), Piacenza (XIV-XVI legislatura), Milano(XVII -XVIII legislatura), Pavia (XIX-XX legislatura)
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|sito =
}}
[[File:IMG 4976 - Intra - Monumento a Felice Cavallotti - Foto Giovanni Dall'Orto - 3 febr 2007.jpg|thumb|left|Monumento a Felice Cavallotti a [[Verbania]]]]
[[File:Via felice cavallotti, lapide felice cavallotti.JPG|thumb|Targa a Felice Cavallotti nella via a lui dedicata, Firenze]]
[[File:Felice Cavallotti - Fotografia di Tony Frisina - Alessandria - DSC00675.JPG|thumb|left|Il monumento a Felice Cavallotti presso i Giardini Pubblici di Alessandria (opera di [[Giovanni Rapetti]])]]
 
Fu soprannominato "il [[bardo]] della [[democrazia]]".<ref name=centenario>[http://www.liberalsocialisti.org/eventibio/bio/felice_cavallotti.htm NEL CENTENARIO DELLA MORTE 1898 - 1998<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref><ref name=montanelli/>
==Biografia==
===I primi anni del suo impegno: nelle file dei garibaldini===
Figlio di Francesco, originario di Venezia, trasferitosi a Milano per ragioni di lavoro e di Vittoria Gaudi, milanese, Cavallotti fu considerato il capo incontrastato dell'"Estrema sinistra" nel parlamento dell'Italia liberale pre-[[Età giolittiana|giolittiana]].
 
Volontario [[garibaldino]] in gioventù, benché la sua fama sia oggi molto inferiore a quella di [[Mazzini]] e [[Garibaldi]] presso il grande pubblico, all'epoca era considerato tra i primi eredi politici dei due protagonisti del [[Risorgimento]].<ref name=Iacchini/> Politico idealista e appassionato, combatté molte battaglie per la [[giustizia sociale]] e una società autenticamente libera, oltre che contro la [[corruzione]] e il [[colonialismo italiano|colonialismo]] della classe dirigente [[Francesco Crispi|crispina]]. Cavallotti fu considerato il capo incontrastato dell'"Estrema sinistra" nel parlamento dell'Italia liberale pre-[[Età giolittiana|giolittiana]]. Morì tragicamente a 56 anni, dopo essere stato ferito gravemente in [[duello]] dal giornalista conservatore [[Ferruccio Macola]].<ref name=Iacchini/>
Abbandonata la famiglia a diciotto anni per unirsi alla seconda fase della [[Spedizione dei Mille]], Felice Cavallotti combatté con i [[Garibaldino|Garibaldini]] nel [[1860]], e nel [[1866]] in [[Valtellina]] e in Trentino, ove prese parte alla [[Terza guerra di indipendenza italiana|Terza Guerra d'Indipendenza]] come volontario nel 4º Reggimento comandato dal colonnello [[Giovanni Cadolini]] del [[Corpo Volontari Italiani]]. Si distinse per valore nella [[battaglia di Vezza d'Oglio]]. Nel [[1867]] fu di nuovo al fianco di [[Giuseppe Garibaldi|Garibaldi]] nella [[Roma]] pontificia, durante la fallita insurrezione che vide l'intervento delle truppe francesi in aiuto di [[Papa Pio IX|Pio IX]].
 
[[Oratore]] efficace, l'opera poetica di Cavallotti è invece considerata più significativa per l'aspetto politico che per la qualità letteraria, ed è principalmente di ispirazione civile e sociale, e in parte anche [[poesia lirica|lirica]], simile alla poesia [[Giosuè Carducci|carducci]]ana per quanto riguarda la forma metrica tradizionale. La maggioranza delle sue opere poetiche sono scritte secondo la [[metrica classica]].<ref name=centenario/> Estremamente [[anticlericalismo|anticlericale]], Cavallotti prese anche parte al tentativo di gettare nel Tevere la salma di [[Papa Pio IX]], durante il funerale di quest'ultimo. Successivamente all'accaduto (con esito negativo) si sarebbe giustificato sostenendo che quando meditò l'atto si trovava in stato di ebbrezza, nonostante venne preso sul serio.<ref>{{Cita libro|titolo=Pio IX, l'ultimo Papa Re - Andrea Tornielli}}</ref>
Come scrittore Cavallotti commentò le azioni dei [[garibaldino|Garibaldini]] per il giornale [[Milano|milanese]] ''L'Unione'' e per il [[Napoli|napoletano]] [[L'Indipendente (Napoli 1860)|L'Indipendente]] di [[Alexandre Dumas (padre)|Alexandre Dumas padre]]; tra il [[1866]] ed il [[1872]] scrisse satire anti-monarchiche per la ''Gazzetta di Milano'' e per il ''Gazzettino Rosa''<ref>[http://www.britannica.com/EBchecked/topic/100563/Felice-Cavallotti Encyclopædia Britannica Online]</ref>.
 
== Biografia ==
===L'attività politica===
=== I primi anni del suo impegno: nelle file dei garibaldini ===
Dopo la morte di [[Agostino Bertani]], avvenuta nel [[1886]], la passione di Cavallotti nel rivendicare riforme, ed una riconosciuta generosità d'animo da parte dei contemporanei, gli assicurarono la leadership della sua parte politica ed una popolarità seconda solo a quella di [[Francesco Crispi]].
Figlio di Francesco, originario di Venezia, trasferitosi a Milano per ragioni di lavoro e di Vittoria Gaudi, milanese.
Dopo un periodo giovanile nel quale simpatizzava per l'azione moderata di [[Cavour]], si convertì alle idee più democratiche e [[repubblicanesimo|repubblicane]] di [[Mazzini]] (pur non apprezzandone troppo il "dogmatismo" politico denominato "puritanesimo" dai [[Vincenzo Gioberti|giobertiani]]), [[Carlo Pisacane|Pisacane]] e [[Carlo Cattaneo|Cattaneo]], oltre che, naturalmente, di [[Garibaldi]].<ref name=Iacchini>{{Cita web |url=http://radicalsocialismo.it/i-nostri-maestri/felice-cavallotti/ |titolo=Giancarlo Iacchini, ''Felice Cavallotti'' |accesso=16 marzo 2014 |dataarchivio=3 marzo 2014 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20140303213617/http://radicalsocialismo.it/i-nostri-maestri/felice-cavallotti/ |urlmorto=sì }}</ref>
 
Abbandonata la famiglia a diciotto anni per unirsi alla seconda fase della [[Spedizione dei Mille]], Felice Cavallotti combatté con i [[Garibaldino|Garibaldini]] nel 1860, e nel 1866 in [[Valtellina]] e in Trentino, ove prese parte alla [[Terza guerra d'indipendenza italiana|Terza Guerra d'Indipendenza]] come volontario nel 4º Reggimento comandato dal colonnello [[Giovanni Cadolini]] del [[Corpo Volontari Italiani]]. Si distinse per valore nella [[battaglia di Vezza d'Oglio]]. Nel 1867 fu di nuovo al fianco di [[Giuseppe Garibaldi|Garibaldi]] nella [[Roma]] pontificia, durante la fallita insurrezione che vide di nuovo l'intervento delle truppe francesi in aiuto di [[Papa Pio IX|Pio IX]] nella [[battaglia di Mentana]]. In questo periodo maturò anche il suo [[anticlericalismo]].<ref name=Iacchini/>
Nel [[1873]], all'età di 31 anni, Felice Cavallotti fu eletto per la prima volta al [[Parlamento]] come deputato di [[Corteolona]]. Molto attivo contro gli ultimi governi della [[Destra storica]], Cavallotti fu scettico anche a proposito della [[Sinistra storica|Sinistra]], che salì al potere nel [[1876]], e si tenne all'opposizione, denunciandone il [[trasformismo (politica)|trasformismo]] negli anni di [[Agostino Depretis]].
 
Come scrittore Cavallotti commentò le azioni dei [[garibaldino|Garibaldini]] per il giornale [[Milano|milanese]] ''L'Unione'' e per il [[Napoli|napoletano]] ''[[L'Indipendente (Napoli 1860)|L'Indipendente]]'' di [[Alexandre Dumas (padre)|Alexandre Dumas padre]]; tra il 1866 e il 1872 scrisse satire anti-monarchiche per la ''Gazzetta di Milano'' e per il ''Gazzettino Rosa'', giornale vicino alla [[Scapigliatura]]<ref>[https://www.britannica.com/EBchecked/topic/100563/Felice-Cavallotti Encyclopædia Britannica Online]</ref>.
Tramite un'intesa conclusa nel [[1894]] con [[Antonio di Rudinì|Antonio Starrabba]], Marchese di Rudinì, egli ottenne molte concessioni alle richieste radicali. Durante i dodici anni sotto la sua guida il partito, che sposò una posizione filo-francese, crebbe in numero da venti a settanta deputati, ed al momento della sua morte l'influenza parlamentare di Felice Cavallotti era all'apice.
 
Nel 1867 scrisse una dura e sarcastica poesia, l'ode ''Le auguste nozze'', con ironica dedica a [[Giovanni Prati]], poeta romantico monarchico, in cui prendeva di mira il futuro [[Umberto I]] e la neo-sposa [[Margherita di Savoia]], celebrati dal Prati (che pure Cavallotti rispettava per l'onestà e la coerenza<ref>Quando morì Giovanni Prati, Felice Cavallotti seppe dire parole nobili: «...o cantore di Savoja, se fu questa la tua fede del primo giorno e dell'ultimo, non sarà carme democratico che ti sfrondi l'alloro, poiché vanto al poeta è il vivere coerente, e morire avvolto tra le pieghe della propria bandiera.»</ref>).<ref>{{Cita web |url=http://www.alessandracolla.net/2007/07/18/giustizia-e-fatta/ |titolo=Alessandra Colla, ''Giustizia è fatta'' |accesso=22 marzo 2014 |dataarchivio=22 marzo 2014 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20140322144859/http://www.alessandracolla.net/2007/07/18/giustizia-e-fatta/ |urlmorto=sì }}</ref> Per la nascita di [[Vittorio Emanuele III]] nel 1869, compose invece ''Il parto e l'amnistia'', pubblicato su ''Il democratico'', che gli valse l'arresto per breve tempo per [[vilipendio]] al [[Capo dello Stato]], prima di venire quasi subito prosciolto.<ref>[http://books.google.it/books?id=qfd2eCiBLwgC&pg=PT147&lpg=PT147&dq=il+parto+e+l%27amnistia+cavallotti&source=bl&ots=qmJANK7i9V&sig=PX4LympURS1SgOWtLiCF3GqYJWE&hl=it&sa=X&ei=A20tU87yA4uY4wSK44DgAw&ved=0CDYQ6AEwAQ#v=onepage&q=il%20parto%20e%20l%27amnistia%20cavallotti&f=false Indro Montanelli, Sergio Romano - ''L'Italia dei notabili - 1861-1900: La storia d'Italia # 9'']</ref>
===I rapporti con il movimento socialista===
Cavallotti, che nel [[1871]] aveva espresso il proprio appoggio alla [[Comune di Parigi (1871)|Comune di Parigi]], mostrava attenzione verso le idee [[marxismo|marxiste]], pur non condividendo fino in fondo l'approccio di classe alla “questione sociale” che peraltro anche lui denunciava da parlamentare. Se i socialisti vedevano nel Partito Radicale una ''sinistra borghese'', nei fatti radicali e socialisti si trovarono insieme nelle lotte per l'emancipazione delle classi subalterne e nell'opposizione al [[Guerra di Abissinia|colonialismo italiano]]. Il primo operaio ad essere eletto parlamentare, nel 1882, tra le file dei radicali fu [[Antonio Maffi]]. E a [[Napoli]], colpita dall'[[epidemia]] di [[colera]], a trovarsi al fianco delle classi popolari nel [[1885]] furono il socialista [[Andrea Costa]], l'[[Anarchismo|anarchico]] [[Errico Malatesta]] e il radicale Cavallotti.
 
===I rapportiL'attività conpolitica la massoneria===
{{citazione|Abbiamo una sola parola d’ordine: onestà; una religione: giustizia ed eguaglianza, libertà e progresso; un’arma: il coraggio delle nostre opinioni|Dal primo discorso al Parlamento}}
Pur condividendo appieno il carattere [[radicalismo|radicale]] e [[anticlericalismo|anticlericale]] che il [[Gran maestro|Gran Maestro]] [[Ettore Ferrari]] aveva impresso alla [[Massoneria in Italia|massoneria]], Cavallotti non fu mai massone<ref>Alessandro Galante Garrone, I radicali in Italia (1849-1925), Garzanti, Milano, 1973, pag. 252</ref><ref>Aldo A. Mola, ''Storia della massoneria italiana dalle origini ai nostri giorni'' , Bompiani, Milano, 1992, pag. 209</ref>. Fu lui stesso a smentire esplicitamente la sua appartenenza all'ordine, con una lettera al direttore dell'''Italia Reale'' del [[9 gennaio]] [[1895]]: "Per semplice esattezza la prego di ripetere che io non sono mai stato massone, non mi sono mai iscritto a nessuna loggia, non faccio parte di alcuna e non credo e non debbo credere che siasi abusato del mio nome. Se fossi massone non ci vedrei nulla a dirlo. Non essendolo, non mi approprio di una qualifica che non ho"<ref>Rosario F. Esposito,''La massoneria e l'Italia. Dal 1800 ai nostri giorni'', Edizioni paoline, Roma, 1979, pag. 480, n.</ref>.
[[File:Cavallotti.jpg|thumb|left|upright|Ritratto con dedica e autografo di Cavallotti]]
Nel 1873, all'età di 31 anni, Felice Cavallotti fu eletto per la prima volta al [[Parlamento]] come deputato di [[Corteolona]]. Molto attivo contro gli ultimi governi della [[Destra storica]], Cavallotti fu scettico anche a proposito della [[Sinistra storica|Sinistra]], che salì al potere nel 1876, e si tenne all'opposizione, denunciandone il [[trasformismo (politica)|trasformismo]] negli anni di [[Agostino Depretis]]<ref name=Iacchini/>:
{{citazione|Quando il popolo sente le stesse parole pronunciate da uomini di opposte convinzioni, finisce col non credere più in nulla e in nessuno; e s’infiltra in lui lo scetticismo, questa malaria dei popoli liberi, questa peste dei popoli giovani.}}
 
Nel 1883, fu, con [[Andrea Costa]], [[Aurelio Saffi]] e [[Giovanni Bovio]], tra i promotori del [[Fascio democratico]], per promuovere un'alleanza tra i sindaci della Sinistra.
===Il Cavallotti uomo===
Nella vita privata lo stile del politico radicale non tradì gli ideali professati. Felice Cavallotti riconobbe i due figli Maria e Giuseppe, nati da due libere unioni, e colse tutte le occasioni per riaffermare la sua intransigenza come laico nei confronti delle pressioni operate dalla Chiesa sulla politica dello Stato italiano. È anche grazie a lui che a [[Roma]], in Piazza [[Piazze di Roma#Campo de' Fiori|Campo de' Fiori]], nel [[1889]] venne eretta la statua a [[Giordano Bruno]], opera di [[Ettore Ferrari]]. Felice Cavallotti, descritto come persona dal carattere passionale e testardo, nel corso della sua vita combatté trentatré [[duello|duelli]], e prestò il giuramento di fedeltà come deputato solo dopo averne pubblicamente contestato la validità.
 
Nella seduta parlamentare dell'11 dicembre 1884, il deputato Felice Cavallotti difese vivacemente il collega di partito [[Luigi Castellazzo]] accusato ingiustamente da [[Giuseppe Finzi]] come il responsabile della condanna a morte dei [[martiri di Belfiore]] del 1852.<ref name=Iacchini/>
===Il duello fatale===
==== I congressi radicali ====
Felice Cavallotti morì il [[6 marzo]] [[1898]], ucciso in [[duello]] dal conte [[Ferruccio Macola]] (che sarebbe finito suicida anni dopo), direttore del giornale conservatore [[Gazzetta di Venezia]], che lo aveva sfidato in seguito ad un diverbio. Il [[Estrema sinistra storica|radicale]] aveva tacciato di ''mentitore'' il conte, responsabile di avere pubblicato una notizia non verificata relativa ad una [[querela]] che egli aveva ricevuto come deputato. L'ultimo duello di Felice Cavallotti ebbe luogo a [[Roma]], presso [[Porta Maggiore]], in un giardino nella villa della contessa Cellere. Felice Cavallotti morì raggiunto alla bocca ed alla [[Arteria carotide|carotide]] dalla [[sciabola]] dell'avversario. Benché i duelli fossero ufficialmente proibiti dal 1875, nessun processo venne intentato. Con la sua morte, gli elementi dell'[[Estrema sinistra storica]] in Italia persero un leader, e la [[Casa Savoia|Casa di Savoia]] un instancabile oppositore. Per la morte di Felice Cavallotti, [[Giosuè Carducci]] pronunciò un discorso funebre pieno di passione all'[[Università di Bologna]]. Un corteo di tre chilometri ne accompagnò il feretro fino al [[cimitero]] di [[Dagnente]] (oggi frazione di [[Arona]]), sul [[Lago Maggiore]], dove è sepolto.
Nei congressi di [[Roma]] del novembre 1872<ref>Alessandro Galante Garrone, ''I radicali in Italia (1849-1925)'', Garzanti, Milano, 1973, pag. 128.</ref> e del 13 maggio 1890<ref>Alessandro Galante Garrone, ''cit.''., pagg. 273 e succ.ve.</ref>, Cavallotti e Bertani diedero vita all'[[Estrema sinistra storica]], i cui punti programmatici erano completa [[separazione tra Stato e Chiesa]], decentralismo e [[federalismo]] europeo, opposizione al [[nazionalismo]], all'[[imperialismo]] e al [[colonialismo]], indipendenza della magistratura dal potere politico, abolizione della [[pena di morte]], tassazione progressiva, istruzione gratuita e obbligatoria, emancipazione e sostegno sociale dei lavoratori, diritti della donna e riduzione del servizio di leva.<ref>Galante Garrone, ''ibidem''</ref>
{{quote|Non passa giorno, quando d'amari
Nel 1890 aveva chiamato a congresso quasi 500 associazioni radicali e democratiche provenienti da ogni parte della penisola: con il secondo Patto di Roma gettò le basi per un partito moderno e organizzato, del quale stese il manifesto programmatico.<ref name=centenario/>
Ricordi il flutto sul cor si spezza,<br />
Senza che il guardo cerchi ne' cari<br />
Volti una mesta lunga dolcezza, <br />
E il core, in memore linguaggio muto,<br />
Alle tre imagini mandi un saluto.|Felice Cavallotti, Tre ritratti - [[Giulio Pinchetti]], [[Giulio Uberti]],Giuseppe Cavallotti , 1878}}
===Discendenti===
Tra i discendenti diretti del poeta e politico vi è l'attrice [[Elisabetta Cavallotti]].
 
==== Il leader dell'Estrema sinistra ====
==Note==
La sua idea federalista lo portò alla polemica, assieme con il repubblicano [[Napoleone Colajanni (1847)|Napoleone Colajanni]], contro l'unitarismo dei mazziniani: «Voi volete una unità d'Italia sul modello francese, un modello che ha dato alla Francia il [[regime del Terrore|Terrore]], il [[colpo di Stato del 18 brumaio|18 Brumaio]] e il [[colpo di Stato del 2 dicembre 1851|2 dicembre]]: noi vogliamo una unità d'Italia di modello nazionale, una unità italiana...abbastanza ci parlaste di una patria una; ora parliamo un poco di una patria libera».<ref>A.Galante Garrone, Felice Cavallotti, p. 674</ref>
{{references|2}}
 
Dopo la morte di [[Agostino Bertani]], avvenuta nel 1886, la passione nel rivendicare riforme, e una riconosciuta generosità d'animo da parte dei contemporanei, gli assicurarono la leadership della sua parte politica e una popolarità seconda solo a quella di [[Francesco Crispi]].<ref name=montanelli/>
==Opere==
Tra le opere di Felice Cavallotti possono essere ricordate:
[[File:Poesie Scelte 1883.jpg|thumb|260px]]
 
I suoi discorsi in aula erano interminabili, e una volta parlò per sei ore di fila.<ref name=montanelli/>
*''Storia del'insurrezione di Roma nel 1867'' (1869)
 
A giugno 1893 Crispi si dimise, avendo una maggioranza risicata, tutti si aspettavano una svolta, ma il Re appoggiò solo un rimpasto, con un governo più a destra del precedente. Crispi subì poi un attentato, cosicché vennero varate [[Leggi antianarchiche]], che furono estese nell'autunno anche alle associazioni e ai circoli [[socialisti]].<ref name=centenario/>
 
Tramite un'intesa conclusa nel 1894 con [[Antonio di Rudinì|Antonio Starrabba]], Marchese di Rudinì, uno dei leader della [[Destra storica]] moderata, egli ottenne molte concessioni alle richieste radicali.
[[File:Felice Cavallotti 1867.jpg|thumb|Il giovane Cavallotti]]
 
==== Contro la corruzione e l'autoritarismo ====
Nel 1894 scrisse la celebre ''Lettera agli onesti di tutti i partiti'', in cui afferma: «Come si dimentica presto in Italia! Quest'oblio è il grande aiutatore dei disonesti scoperti».<ref name=Iacchini/> I radicali divennero così "il partito delle mani pulite".<ref name=Iacchini/>
 
L'Estrema Sinistra arrivò infine a contare ben 80 deputati nel 1897, non tutti però disposti a seguire completamente i suoi ideali di opposizione democratica, ripetendo egli che «ci parlaste abbastanza di un'Italia una; ora parliamo un poco di un'Italia libera!», esclamò verso gli ex compagni risorgimentali, mentre le parole più dure furono contro l'ex garibaldino Crispi, che sulla scia del suo nuovo modello di [[Otto von Bismarck|Bismarck]] era ormai un repressore delle rivolte sociali, come quella dei [[Fasci siciliani]]: «I contadini meridionali chiedevano il pane, e voi gli avete dato il piombo!», affermò Cavallotti.<ref name=Iacchini/>
 
La repressione siciliana segnò un nuovo punto di contrasto con Crispi. Con lui, prima dello [[scandalo della Banca Romana]], aveva avuto aperture di credito al nuovo governo, ma la corruzione e la violenta repressione in Sicilia, indignarono Cavallotti.<ref name=centenario/>
Così, quando nel gennaio 1894 la situazione dell'ordine pubblico in Sicilia si aggravò e Crispi ricorse a misure estreme con lo scioglimento dei Fasci, lo stato d'assedio, le repressioni sanguinose, gli arresti arbitrari (tra cui il deputato [[Giuseppe De Felice Giuffrida]] e la figlia), Cavallotti insorse verso chi intendeva mettere fuori legge «una infelicissima parte della nazione a cui invece del pane si dà risposta di piombo»<ref>Galante Garrone, p. 635</ref>, lanciando una sottoscrizione, come segno di solidarietà verso il popolo di Sicilia «dai lavoratori d'Italia e da quella stessa borghesia lavoratrice, sul cui capo tanti inconsulti anatemi si invocano, quella borghesia che del lavoro conosce i sacrifici, gli stenti, i doveri e le idealità, e non ha nulla di comune cogli sfruttatori plaudenti allo stato d'assedio».<ref>Galante Garrone, p.636</ref>
[[File:IMG 4976 - Intra - Monumento a Felice Cavallotti - Foto Giovanni Dall'Orto - 3 febr 2007.jpg|thumb|left|upright=0.8|Monumento a Felice Cavallotti a [[Verbania]]]]
 
Il 3 marzo 1894, tacciato di demagogia borghese dai socialisti, insorse contro una politica socialmente iniqua, a beneficio dei proprietari e a spese dei poveri; ricordò «le lande squallenti della Sardegna, percorse avvelenate dalla malaria», le «solfatare della Sicilia, dove le creature umane si sottraggono alla sole soltanto per maledirlo», le «creature che maledicono la vita lungo i solchi della valle del Po»<ref>Galante Garrone, p.637</ref>
 
Nella situazione estrema, scattò finalmente un'apertura di solidarietà dei socialisti e dei repubblicani, diffidenti da sempre verso i radicali e Cavallotti, i quali subito promossero nell'ottobre 1894 la Lega italiana per la difesa della libertà. [[Filippo Turati]] e [[Camillo Prampolini]] dovettero riconoscere la sincerità dell'impegno democratico-radicale, mentre scoppiava lo [[scandalo della Banca Romana]].<ref name=centenario/>
[[File:Felice Cavallotti.jpg|thumb|Felice Cavallotti]]
Tra gli interventi parlamentari del periodo, anche una dura requisitoria contro [[Giovanni Giolitti|Giolitti]] dopo lo scandalo, affermando, nel suo stile irruente, che «mai più, onorevole Giolitti, io le stringerò la mano!», al che Giolitti rispose «Me la stringerà, onorevole Cavallotti, me la stringerà!», cosa che poi avverrà, quando lo scandalo toccherà invece più il vecchio amico del radicale, [[Francesco Crispi]], molto più coinvolto di Giolitti (in realtà, più che Crispi stesso, sua moglie Lina Barbagallo, sposata dopo l'annullamento del matrimonio con [[Rosalia Montmasson]]). Questo lo indusse a scusarsi con Giolitti, il quale lo vorrà tra i cinque [[probiviri]] designati dal Parlamento per indagare sul caso. Questa vicenda porrà fine definitiva all'amicizia e ai rapporti di Cavallotti e Crispi, che diverrà allora suo implacabile avversario, rapporto già incrinato irreversibilmente a causa della [[guerra di Abissinia|politica coloniale]] in [[Africa]]<ref name=montanelli>[http://archiviostorico.corriere.it/1997/luglio/03/Felice_Cavallotti_Bardo_della_Democrazia_co_0_9707033155.shtml Indro Montanelli, ''Felice Cavallotti, il "Bardo della Democrazia"'']</ref>, secondo Cavallotti solo «spedizioni sterili, come le sabbie che si vanno a conquistare», inutili per le masse contadine italiane (oltre ad essere moralmente contrario), nonché dalla repressione in Sicilia.<ref name=Iacchini/>
 
Durante i dodici anni sotto la sua guida il partito, che sposò una posizione [[Terza repubblica francese|filo-francese]] in politica estera, crebbe in numero da venti a settanta deputati, e al momento della sua morte l'influenza parlamentare di Felice Cavallotti era all'apice.<ref name=Iacchini/>
 
Nel 1897 Cavallotti sostenne l'insurrezione dei [[greci]] di [[Creta (Grecia)|Creta]], e avrebbe voluto partire lui stesso per supportarla, ma non poté per gli impegni parlamentari.<ref name=centenario/>
 
[[Alessandro Galante Garrone]] ha scritto che la sua forza arrivava «dalla coerenza, dalla fedeltà agli ideali, dal senso del limite, dall'impegno per riforme concrete senza sterili intransigenze e senza nessun cedimento alle lusinghe del potere».<ref name=Iacchini/>
 
=== I rapporti con il movimento socialista ===
[[File:Volontari colera Palermo 1885 Luigi Musini Felice Cavallotti.jpg|thumb|Foto dei volontari all'epidemia di colera di Palermo del 1885: al centro sono seduti [[Luigi Musini]] e Felice Cavallotti]]
Cavallotti, che nel 1871 aveva espresso il proprio appoggio alla [[Comune di Parigi (1871)|Comune di Parigi]], mostrava attenzione verso le idee [[marxismo|socialiste]], pur non condividendo fino in fondo l'approccio di classe alla “questione sociale” che peraltro anche lui denunciava da parlamentare.<ref name=Iacchini/> Se i socialisti vedevano nel Partito Radicale una ''sinistra borghese'', nei fatti radicali e socialisti si trovarono insieme nelle lotte per l'emancipazione delle classi subalterne e nell'opposizione al [[Guerra di Abissinia|colonialismo italiano]]. Il primo operaio ad essere eletto parlamentare, nel 1882, sarà tra le file dei radicali, [[Antonio Maffi]] dell'[[Unione Operaia Radicale]].
 
A [[Napoli]], colpita dall'[[epidemia]] di [[colera]], a trovarsi al fianco delle classi popolari nel 1885, assieme a [[Palermo]], e nel 1894 furono il socialista [[Andrea Costa]], l'[[Anarchismo|anarchico]] [[Errico Malatesta]] e il radicale Cavallotti.<ref name=Iacchini/> Per Cavallotti «senza tanto monopolizzare la parola, credo che con me siano in fondo ''socialisti'' tutti gli uomini di mente e di cuore che studiano e intendono le miserie, le ingiustizie, i dolori onde sorge il problema sociale, e ne cercano e ne invocano le giustizie e i rimedi».<ref name=Iacchini/>
 
=== L'anticlericalismo e i rapporti con la massoneria ===
{{Citazione|Ah, finché di [[breccia di Porta Pia|Porta Pia]] / Non sia un altro il dì festoso, / Figli miei, tanta ironia / Si risparmii al mio riposo! / Fino a quando un dì novello / Sorto ai liberi non è, / Che assistiate non è bello, / Qui lo scherno inflitto a me!|Felice Cavallotti, ''XX Settembre. L'esodo dal Gianicolo'', 1897, dove viene fatto "parlare" il [[Monumento a Giuseppe Garibaldi (Roma)|monumento]] di [[Garibaldi]]}}
Pur condividendo appieno il carattere [[radicalismo|radicale]] e [[anticlericalismo|anticlericale]] che il [[Gran maestro]] [[Ettore Ferrari]] aveva impresso alla [[Massoneria in Italia|massoneria]], Cavallotti non fu mai massone<ref>Alessandro Galante Garrone, I radicali in Italia (1849-1925), Garzanti, Milano, 1973, pag. 252</ref><ref>Aldo A. Mola, ''Storia della massoneria italiana dalle origini ai nostri giorni'', Bompiani, Milano, 1992, pag. 209</ref>. Fu lui stesso a smentire esplicitamente la sua appartenenza all'ordine, con una lettera al direttore dell{{'}}''Italia Reale'' del 9 gennaio 1895: ''«Per semplice esattezza la prego di ripetere che io non sono mai stato massone, non mi sono mai iscritto a nessuna loggia, non faccio parte di alcuna e non credo e non debbo credere che siasi abusato del mio nome. Se fossi massone non ci vedrei nulla a dirlo. Non essendolo, non mi approprio di una qualifica che non ho»''<ref>Rosario F. Esposito, ''La massoneria e l'Italia. Dal 1800 ai nostri giorni'', Edizioni paoline, Roma, 1979, pag. 480, n.</ref>.
 
Egli colse anche tutte le occasioni per riaffermare la sua intransigenza come laico nei confronti delle pressioni operate dalla Chiesa sulla politica dello Stato italiano. È anche grazie a lui - oltre che all'assenso del suo rivale, il Primo Ministro Crispi - che a [[Roma]], in Piazza [[Piazze di Roma#Campo de' Fiori|Campo de' Fiori]], nel 1889 venne eretta la [[Monumento a Giordano Bruno|statua a Giordano Bruno]], opera del citato Ettore Ferrari, [[scultore]] e [[Gran Maestro]] della [[massoneria]] del [[Grande Oriente d'Italia]].<ref name=Iacchini/>
 
=== Il Cavallotti uomo ===
[[File:Felice Cavallotti Venezia.png|sinistra|thumb|Lapide in ricordo di Felice Cavallotti, Venezia, Campo Santo Stefano]]
Nella vita privata lo stile del politico radicale non tradì gli ideali professati. Felice Cavallotti riconobbe e crebbe personalmente i due figli, nati da due [[famiglia di fatto|libere unioni]] fuori dal [[matrimonio]].<ref>{{Cita libro|cognome=Paolo Bardazzi|titolo=Felice Cavallotti|url=https://archive.org/details/felicecavallott00bardgoog|accesso=23 novembre 2018|data=1898|editore=R. Sandron}}</ref>: Maria, detta Mariuccia (1867-1895), avuta con un'attrice ungherese, e Carlo Alberto Giuseppe (Peppino), nato nel 1885 da Assunta Mezzanotte. Dopo che Cavallotti ottenne la custodia del figlio, Assunta Mezzanotte denunciò (probabilmente a torto) il politico per maltrattamenti, onde ottenere lei stessa la custodia, ma l'istanza non fu accolta<ref>{{cita web |url=http://www.fondazionefeltrinelli.it/feltrinelli-cms/cms.find?flagfind=customXdamsTree&id=cavallotti&munu_str=0_6_0_0&numDoc=291&docStart=34&hierStatus=8,9,0,5,9,2,5,1,2&docCount=25&physDoc=34 |titolo=Copia archiviata |accesso=2 agosto 2013 |urlmorto=sì |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20140316214321/http://www.fondazionefeltrinelli.it/feltrinelli-cms/cms.find?flagfind=customXdamsTree&id=cavallotti&munu_str=0_6_0_0&numDoc=291&docStart=34&hierStatus=8,9,0,5,9,2,5,1,2&docCount=25&physDoc=34 |dataarchivio=16 marzo 2014 }}</ref>; Giuseppe venne così chiamato in onore di Giuseppe Cavallotti, il fratello di Felice morto nel 1871 combattendo nella [[guerra franco-prussiana]]). Peppino si sposò ed ebbe [[Alberto Mario Cavallotti|Alberto Mario]] (vedi paragrafo sui [[#Discendenti|discendenti]]).<ref>[http://www.treccani.it/enciclopedia/felice-carlo-emanuele-cavallotti_%28Dizionario-Biografico%29/ Treccani Dizionario Biografico]</ref><ref>A. Galante Garrone, ''Felice Cavallotti'', pag. 536</ref>
 
Felice Cavallotti viene descritto come persona dal carattere passionale e testardo, spesso soggetto a cambi d'umore e atteggiamenti teatrali, ma fedele a sé stesso e ai suoi principi, e di provata integrità morale.<ref name=montanelli/> Frequentemente, per porre fine alle numerose dispute e diverbi, come consuetudine dell'epoca, Cavallotti lanciava e riceveva sfide a [[duello]], che intraprendeva senza indugio per il suo senso dell'onore.<ref name=montanelli/> Abile [[scherma|schermitore]] e duellante, nel corso della sua vita combatté trentatré [[duello|duelli]], senza mai uccidere nessun avversario, senza regole all'ultimo sangue, e vincendone la maggioranza. Molte volte il duello con la spada si concludeva con la "toccata" dell'avversario e le ferite gravi erano rare.<ref name=tripodi>{{Cita web |url=http://www.lucidamente.com/28068-lultimo-duello-di-felice-cavallotti-tripodi/ |titolo=Rino Tripodi, ''L'ultimo duello di Felice Cavallotti'' |accesso=16 marzo 2014 |dataarchivio=16 marzo 2014 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20140316195424/http://www.lucidamente.com/28068-lultimo-duello-di-felice-cavallotti-tripodi/ |urlmorto=sì }}</ref>
 
Un altro aneddoto indicativo del suo carattere fu il fatto che prestò il giuramento di fedeltà allo [[Statuto Albertino]], che era, come norma, imposto per entrare in carica come deputato, solo dopo averne pubblicamente contestato la validità in nome del suo [[repubblicanesimo]]. Dopo aver giurato, ribadì che non riteneva comunque valido il giuramento di fedeltà alla [[monarchia]].<ref name=montanelli/>
[[File:Duello Macola Cavallotti.jpg|thumb|[[Litografia]] coeva raffigurante il duello tra [[Ferruccio Macola]] e Cavallotti nel giardino di Villa Cellere presso Roma. Chi lanciò la sfida fu Cavallotti, che venne dato subito per favorito avendo vinto in precedenza già ben trentadue duelli.]]
 
=== Il duello fatale ===
{{Citazione|Non passa giorno, quando d'amari / Ricordi il flutto sul cor si spezza,<br />Senza che il guardo cerchi ne' cari / Volti una mesta lunga dolcezza,<br />E il core, in memore linguaggio muto, / Alle tre imagini mandi un saluto.|Felice Cavallotti, ''Tre ritratti - [[Giulio Pinchetti]], [[Giulio Uberti]], Giuseppe Cavallotti'', 1878}}
 
Felice Cavallotti morì il 6 marzo 1898, ucciso in [[duello]] dal conte [[Ferruccio Macola]], direttore del giornale conservatore ''[[Gazzetta di Venezia]]'', che lo aveva sfidato in seguito ad un diverbio. Il [[Estrema sinistra storica|radicale]] aveva tacciato di ''mentitore'' il conte, responsabile di avere pubblicato una notizia non verificata relativa a una [[querela]] che egli aveva ricevuto come deputato. Cavallotti propose il duello e Macola, più giovane di vent'anni, accettò, rilanciando la sfida e proponendo l'uso del [[guanto]] e delle [[sciabole]] affilate come armi. I padrini di Cavallotti furono i deputati [[Camillo Tassi]] e [[Achille Bizzoni]]<ref name="tripodi" /><ref>[https://www.forumartimarziali.com/forum/index.php?topic=33271.0;wap2 Duello d'altri tempi, Macola-Cavallotti]</ref> ed era accompagnato dal medico [[Vincenzo Montenovesi]]<ref>{{Cita pubblicazione|data=7 marzo 1898|titolo=La morte dell'Onorevole Cavalotti|rivista=[[Corriere della Sera]]|città=Milano|p=1}}</ref><ref>{{Cita web|url=https://tessere.org/quel-tragico-duello-fra-destra-sinistra/|titolo=Quel tragico duello fra destra e sinistra|autore=Giorgio Frasca Polara|data=4 marzo 2018|accesso=15 luglio 2022}}</ref><ref>{{Cita web|url=//it.wikisource.org/w/index.php?title=Pagina:I_Duelli_Mortali_Del_Secolo_XIX,_Battistelli,_1899.djvu/304&oldid=2904065|titolo=Pagina:I Duelli Mortali Del Secolo XIX, Battistelli, 1899.djvu/304|sito=WikiSource|data=16 febbraio 202|accesso=15 luglio 2022}}</ref>.
 
Quest'ultimo duello - che come tutti quelli combattuti dal vecchio garibaldino non doveva essere all'ultimo sangue - di Felice Cavallotti ebbe luogo a [[Roma]], presso [[Centocelle]], in un giardino nella villa della contessa Cellere, nel primo pomeriggio.<ref name=tripodi/>[[File:Felice Cavallotti, statue, Alessandria.JPG|thumb|left|upright=0.7|Il monumento a Felice Cavallotti presso i Giardini Pubblici di Alessandria (opera di [[Giovanni Rapetti]])]] Dopo pochi minuti, al terzo attacco, Felice Cavallotti venne ferito gravemente, raggiunto alla bocca dalla [[sciabola]] dell'avversario, che gli trafisse contemporaneamente la [[Arteria carotide|carotide]] e il palato.<ref name=montanelli/><ref>[https://web.archive.org/web/20140316212209/http://www.abruzzoinmostra.it/letteratura/valera_09/PAGE0139.HTM Paolo Valera, ''Mussolini'', Milano 1924. (Riedito 1975, 1995, 2000) pag 139]</ref> Cavallotti perse quasi subito conoscenza, per il dissanguamento, e, portato all'interno della villa e soccorso, morì pochi minuti dopo soffocato dal sangue, alle ore 15:30.<ref name=tripodi/> Benché i duelli fossero ufficialmente proibiti, venivano tollerati tranne in caso di morte di un duellante nel quale venivano considerati omicidi e perciò, con le attenuanti dell'onore, passibili di condanna fino a 5 anni di carcere.<ref>La legge era ripresa nel [[Codice penale italiano (1889)]]: «Art. 237. Chiunque sfida altri a duello, ancorché la sfida non sia accettata, è punito con la multa sino a lire 500; ma se egli sia stato la causa ingiusta e determinante del fatto dal quale è derivata la sfida, la pena è della detenzione sino a due mesi. Va esente da pena chi sia stato indotto alla sfida da grave insulto o da grave onta. Chi accetta la sfida, qualora sia stato la causa ingiusta e determinante del fatto dal quale essa è derivata, è punito con la multa da lire 100 a 1.500. Se il duello avvenga, si applicano soltanto le disposizioni degli articoli seguenti.<br />Art.238. Chiunque fa uso delle armi in duello è punito, se non cagioni all'avversario lesione personale, con la detenzione sino a due mesi. Se il colpevole sia stato la causa ingiusta e determinante del duello la detenzione è da 15 giorni a 4 mesi.<br />Art. 239. ''Il duellante è punito con la detenzione: 1) da 6 mesi a 5 anni se uccida l'avversario o gli cagioni una lesione personale da cui derivi la morte;'' 2) da un mese a due anni se gli cagioni una lesione personale. I padrini o secondi sono puniti con la multa da lire 100 a 1.000 se il duello non abbia per effetto alcuna lesione personale.» I duelli, vietati anche dai successivi codici, caddero comunque in [[desuetudine]] fino a venire formalmente depenalizzati nell'ambito dei reati cavallereschi con sentenza di Cassazione del 1999, e rientranti nella fattispecie specifica del divieto di uso di arma bianca se non per [[Legittima difesa (diritto)|legittima difesa]]. Riporta Vincenzo Pezzella, ''Nota a Cassazione penale , 11 febbraio 2003, n.12698, sez. V'', in "Dir. e giust.", fasc.17, 2003, pag. 41, che la decisione risale "ad un precedente ormai depenalizzato che sa di tempi passati, della sfida a duello (art. 394 Cp) che rimaneva assorbita dall’uso di armi in duello (art. 396 Cp)". L'intento modernizzatore del legislatore del 1999 "traspare dall'abrogazione delle fattispecie di duello, del tutto desuete e, soprattutto, retaggio di una visione che anteponeva la tutela dell'ordine cavalleresco a quella, 'svenduta' con pene irrisorie, del bene vita". (Ombretta Di Giovine, ''La nuova legge delega per la depenalizzazione dei reati minori tra istanze deflattive e sperimentazione di nuovi modelli'', in Rivista italiana di diritto e procedura penale 2000, p. 1407, fasc. 4, 1 dicembre 2000)</ref> Il Macola fu quindi condannato dalla Corte d'Assise di Roma il 21 ottobre 1898 a 13 mesi di reclusione, mentre i padrini furono pienamente assolti. Ferruccio Macola, a seguito della vicenda, venne emarginato dalla vita politica e sociale, e anni dopo, nel 1910, si suicidò.<ref name=tripodi/>
 
Con la morte di Cavallotti, gli elementi dell'[[Estrema sinistra storica]] in Italia persero un esponente importante, e la [[Casa Savoia|Casa di Savoia]] un instancabile oppositore: due mesi dopo, priva della sua guida carismatica, la sinistra democratica non poté efficacemente opporsi alla svolta repressiva e poliziesca del governo, culminata nella [[strage]] dei [[moti di Milano]] da parte del generale conservatore [[Fiorenzo Bava Beccaris]]. Nel 1900 lo scontro sociale e politico vide il suo atto più clamoroso nell'uccisione del re [[Umberto I]] da parte dell'anarchico [[Gaetano Bresci]]. I radicali furono quindi guidati per un certo periodo da [[Ettore Sacchi]], successore di Cavallotti.<ref name=Iacchini/>
 
Subito dopo la morte di Cavallotti, per larga parte dell'opinione pubblica, [[Francesco Crispi]], sebbene non più [[Primo ministro]] e ormai in completo declino politico, dopo la [[sconfitta di Adua]] e l'obbligato ritiro a vita privata, apparve come il vero responsabile del duello e il mandante morale dell'uccisione del politico radicale<ref>[http://www.viareggiok.it/8-marzo-1898-cordoglio-per-la-morte-di-felice-cavallotti/ 8 marzo 1898: cordoglio per la morte di Felice Cavallotti] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20140317165741/http://www.viareggiok.it/8-marzo-1898-cordoglio-per-la-morte-di-felice-cavallotti/ |data=17 marzo 2014 }}</ref>, tanto che il poeta [[Lorenzo Stecchetti]] gli si rivolse apertamente coi versi:
{{Citazione|Nel mortal duello / non fu tua la vittoria.<br />Con un colpo di spada o di coltello / non si uccide la Storia!<ref>[https://recensione.blogspot.it/2009/12/la-morte-di-felice-cavallotti.html L i b e r e R e c e n s i o n i: "La morte di Felice Cavallotti"<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref>}}
[[File:748DagnenteTombaCavallotti.JPG|thumb|upright=0.8|Tomba di Felice Cavallotti a Dagnente]]
Tuttavia non esistono prove reali sul fatto che Crispi avesse favorito o addirittura voluto l'omicidio di Cavallotti.<ref name=tripodi/>
 
Per la morte di Felice Cavallotti, anche [[Giosuè Carducci]] pronunciò un discorso funebre pieno di passione all'[[Università di Bologna]]. Un corteo di tre chilometri ne accompagnò il feretro fino al [[cimitero]] di [[Dagnente]] (oggi frazione di [[Arona]]), sul [[Lago Maggiore]], dove venne sepolto. Il socialista [[Filippo Turati]] lo commemorò con un discorso al cimitero di [[Milano]], dove la bara si fermò durante il viaggio da Roma a Dagnente, per ricevere gli onori della sua città natale: «Caro Felice, recliniamo oggi sulla tua bara la nostra rossa bandiera, del colore che pure tu amavi, sapendo che la sua ombra non ti sarà molesta».<ref name=Iacchini/><ref>[http://www.pertini.it/turati/bancadati/1898.html Discorsi di Turati]</ref>
 
=== Nella cultura popolare ===
Alcune canzoni popolari ricordano Cavallotti, tra cui ''Felice Cavallotti'' (nota anche come ''La morte in duello di Felice Cavallotti'' o ''Povero Cavallotti''), la cui struttura musicale verrà ripresa negli anni '20 per il canto [[antifascista]] ''Povero [[Giacomo Matteotti|Matteotti]]'', e negli anni '70 per ''Povero [[Giuseppe Pinelli|Pinelli]]'' e ''Ballata per [[Franco Serantini]]''.<ref>[https://www.ildeposito.org/archivio/canti/ballata-franco-serantini ''Ballata per Franco Serantini - Ivan Della Mea'']</ref><ref>da non confondere con la quasi omonima ''Ballata di Franco Serantini''</ref>
 
Nel Polesine, dove molto solida era l'alleanza tra radicali, repubblicani e socialisti, furono inaugurate lapidi in onore di Cavallotti ad [[Adria]], a [[Rovigo]] e a [[Badia Polesine]].<ref>Antonello Nave, ''A Felice Cavallotti. L'omaggio del Polesine al “bardo della democrazia”'', in «Camicia Rossa», XXXVIII, 1, gennaio-aprile 2018, pp. 11-12</ref>. Anche la città di [[Enna]] gli dedicò una lapide, a palazzo Garibaldi.
 
=== Discendenti ===
Tra i discendenti diretti del poeta e politico, tramite il figlio Giuseppe detto Peppino, vi sono il politico [[Alberto Mario Cavallotti]] (nipote) e l'attrice [[Elisabetta Cavallotti]] (discendente di quinta generazione, pronipote di Peppino Cavallotti).<ref>{{Cita web |url=http://www.fondazionefeltrinelli.it/feltrinelli-cms/cms.find?flagfind=customXdamsTree&id=cavallotti&munu_str=0_7_1&numDoc=97&docToggle=1&docStart=1&physDoc=1 |titolo=Fondo Felice Cavallotti |accesso=16 marzo 2014 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20140316225431/http://www.fondazionefeltrinelli.it/feltrinelli-cms/cms.find?flagfind=customXdamsTree&id=cavallotti&munu_str=0_7_1&numDoc=97&docToggle=1&docStart=1&physDoc=1 |dataarchivio=16 marzo 2014 |urlmorto=sì }}</ref><ref>{{Cita web |url=http://cinquantamila.corriere.it/storyTellerThread.php?threadId=CAVALLOTTI+Elisabetta |titolo=''Cavallotti, Elisabetta'' |accesso=22 marzo 2014 |dataarchivio=23 giugno 2015 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20150623010715/http://cinquantamila.corriere.it/storyTellerThread.php?threadId=CAVALLOTTI+Elisabetta |urlmorto=sì }}</ref>
 
== Opere ==
[[File:Poesie Scelte 1883.jpg|thumb|upright=0.8|Copertina del libro ''Poesie scelte'']]
[[File:Bust to Felice Cavallotti in Como.jpg|thumb|Busto di Felice Cavallotti a Como]]
[[File:Castiglione delle Stiviere - Palazzo Gonzaga - Targa 01.jpg|thumb|Lapide ricordo sul Municipio di [[Castiglione delle Stiviere]]]]
Tra le opere di Felice Cavallotti possono essere ricordate:
*''Storia dell'insurrezione di Roma nel 1867'' (1869)
*''Alcibiade'' (1872)
*''Guido'' (1873)
*''I Messenii'' (1874)
* ''[[Anticaglie]]'' (1879)
*''La marcia di Leonida'' (1880)
*''I Pezzenti'' (1881)
*''La figlia di Jefte''
*''[[Nicarete ovvero La Festa degli Alòi]]''
*''Poesie scelte'' (1883)
*''Opere'' (Milano 1881—1885)
*''Lea'' (1890)
*''Il libro dei versi'', postumo (1921), raccolta delle poesie con inediti
*''Lettere 1860-1898'', a cura di Cristina Vernizzi, Milano, Feltrinelli, 1979.
 
==Bibliografia Note ==
<references/>
* [[s:Felice Cavallotti|Felice Cavallotti]] - La morte di Felice Cavallotti in duello è narrata da un canto lombardo, disponibile presso [[s:Pagina principale|Wikisource in italiano]].
 
* [[Alberto Savinio]] in "Narrate, uomini, la vostra storia" (1942) ne delinea un profilo ironico.
== Bibliografia ==
*''[[s:Felice Cavallotti|Felice Cavallotti]]'' - La morte di Felice Cavallotti in duello è narrata da un canto lombardo, disponibile presso [[s:Pagina principale|Wikisource in italiano]].
*Paolo Bardazzi, ''Felice Cavallotti nella vita, nella politica e nell'arte'', Società Editrice Lombarda, [[Milano]]-[[Palermo]], [[1898]].
*[[Arnaldo de Mohr]], ''Felice Cavallotti: la vita e le opere'', Carlo Aliprandi editore, [[Milano]], [[1899]].
*Eduardo Delehaye, ''Per Felice Cavallotti'', in «Energia! - Periodico dei Giovani Socialisti», anno II, nº 6, 8 marzo [[1906]], [[Napoli]], pagg. 2-3.
*[[Benedetto Croce]], ''Felice Cavallotti'', in «La letteratura della nuova Italia», vol. II, [[1914]], [[Bari]], pagg. 167-177.
*[[Alberto Savinio]] in ''Narrate, uomini, la vostra storia'', [[Bompiani]], [[Milano]], [[1942]]; ne delinea un profilo ironico.
*Liliana Dalle Nogare e [[Stefano Merli]] (a cura di), ''L'Italia radicale. Carteggi di Felice Cavallotti (1867-1898)'', [[Milano]], [[1959]].
*Salvatore Massimo Ganci (a cura di), ''Democrazia e socialismo. Carteggi di Napoleone Colajanni: 1878-1898'', [[Milano]], [[1959]].
*[[Raffaele Colapietra]], ''Felice Cavallotti e la democrazia radicale in Italia'', [[Brescia]], [[1966]].
*[[Giovanni Orsina]], ''Il partito radicale nell'età giolittiana'', [[Carocci Editore]], [[Roma]], [[1998]].
*[[Alessandro Galante Garrone]], ''L'Italia corrotta - 1895 -1996'', [[Editori Riuniti]], [[Roma]], [[1996]], pag. 31.
*{{cita libro|autore = [[Alessandro Galante Garrone]]|titolo = Felice Cavallotti|anno = [[1976]], riedito [[2000]] (fuori catalogo, attualmente non disponibile in nuove edizioni), pagine 760|editore = [[UTET]], Collana “La vita sociale della nuova Italia”|città = [[Torino]]|ISBN = 978-88-02-02803-3|cid = Galante Garrone 1976}}
*[[Giovanni Spadolini]], ''I Radicali dell'Ottocento da Garibaldi a Cavallotti'', [[Le Monnier]], [[Firenze]], [[1982]].
*Cristina Vernizzi, ''Felice Cavallotti'', in «Giuseppe Garibaldi. Due secoli di interpretazioni», a cura di [[Lauro Rossi]], [[Gangemi Editore]], [[Roma]], [[2010]].
*Antonello Nave, ''A Felice Cavallotti. L'omaggio del [[Polesine]] al “bardo della democrazia”'', in «Camicia Rossa», anno XXXVIII, nº 1, gennaio-aprile [[2018]], pagg. 11-12.
*Antonello Nave, ''In morte di Cavallotti. Una lettera di [[Jessie White Mario]] a Carducci'', in «Camicia Rossa», anno XXXVIII, nnº 2-3, maggio-dicembre [[2018]], pagg. 15-16.
 
== Altri progetti ==
{{Interprogetto}}
{{Interprogetto|q|commons=Category:Felice Cavallotti|s=Autore:Felice Cavallotti|s2=Per la commemorazione di Felice Cavallotti|s2_oggetto=il testo di [[Mario Rapisardi]]|s2_preposizione=del [[1898]]:|s2_etichetta=''Per la commemorazione di Felice Cavallotti''}}
 
== Collegamenti esterni ==
*{{Collegamenti esterni}}
* Archivio Felice Cavallotti presso Fondazione Giangiacomo Feltrinelli - [http://www.fondazionefeltrinelli.it/feltrinelli-cms/cms.find?flagfind=customXdamsTree&id=cavallotti&munu_str=0_6_0_0&numDoc=97&docToggle=1&docStart=1&physDoc=1 Inventario online]
*{{cita web|titolo=Archivio Felice Cavallotti|sito=Fondazione [[Giangiacomo Feltrinelli]]|url=http://patrimonio.fondazionefeltrinelli.it/new-feltrinelli/albero/cavallotti/FF0000200001/FF0000200001?currentlevel=0&level=0&limit=20&start=0}}
*[http://www.chieracostui.com/costui/docs/search/scheda.asp?ID=26&myword=Cavallotti Chieracostui.it - Statue e targhe dedicate a Felice Cavallotti]
*{{cita web|url=http://www.chieracostui.com/costui/docs/search/scheda.asp?ID=26&myword=Cavallotti|titolo=Chieracostui.it - Statue e targhe dedicate a Felice Cavallotti}}
* [http://www.radicalidisinistra.it/atelier.php?codice=11 Articolo di Giancarlo Iacchini]
* [https://web.archive.org/web/20050523182149/http://www.radicalparty.org/history/bibli_de.htm Bibliografia Generalegenerale dei Radicali in Italia] presso il sito del [[Radicali Italiani|Partito Radicale Transnazionale]]
*{{en}} Particolari sul duello tra Felice Cavallotti e [[Ferruccio Macola]] [https://web.archive.org/web/20070413003957/http://www.museocriminologico.it/cavallotti_uk.htm dal sito www.museocriminologico.it].
* [http://www.liberalsocialisti.org/eventibio/bio/felice_cavallotti.htm Pagina commemorativa] dedicata a Felice Cavallotti sul sito del [[Partito d'Azione Liberalsocialista]].
*Dal [http://www.comune.arona.no.it/ sito del Comune] di [[Arona]], un profilo della {{Webarchive|url=https://web.archive.org/web/20071128022619/http://www.comune.arona.no.it/ |data=28 novembre 2007 }}, nel cui [[cimitero]] riposano le spoglie di Felice Cavallotti.
*[http://www.liberliber.it/biblioteca/c/cavallotti/ ''Lettera agli onesti di tutti i partiti'']
*{{cita web|https://www.felicecavallotti.it/|Ass. Turistica Pro Loco Dagnente "Felice Cavallotti"}}
* {{en}} Particolari sul duello tra Felice Cavallotti e [[Ferruccio Macola]] [http://www.museocriminologico.it/cavallotti_uk.htm dal sito www.museocriminologico.it].
* Dal [http://www.comune.arona.no.it/ sito del Comune] di [[Arona]], un profilo della [http://www.comune.arona.no.it/portaledelturismo/viewdoc.asp?keypagina=35&idlingua=1 frazione di Dagnente], nel cui [[cimitero]] riposano le spoglie di Felice Cavallotti.
* [http://www.felicecavallotti.it/ Ass. Pro Dagnente "Felice Cavallotti"]
 
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