Guido Baccelli: differenze tra le versioni

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{{Carica pubblica
{{S|politici italiani}}
|nome = Guido Baccelli
|immagine = Guido Baccelli, da L'Illustrazione Italiana, 16 gennaio 1916, p. 62.jpeg
|didascalia = Guido Baccelli, da L'Illustrazione Italiana, 16 gennaio 1916
|carica = [[Ministri della pubblica istruzione del Regno d'Italia|Ministro della pubblica istruzione del Regno d'Italia]]
|mandatoinizio = 2 gennaio 1881
|mandatofine = 29 maggio 1881
|predecessore = [[Francesco De Sanctis]]
|successore = sé stesso
|mandatoinizio2 = 29 maggio 1881
|mandatofine2 = 25 maggio 1883
|predecessore2 = sé stesso
|successore2 = sé stesso
|mandatoinizio3 = 25 maggio 1883
|mandatofine3 = 30 marzo 1884
|predecessore3 = sé stesso
|successore3 = [[Michele Coppino]]
|mandatoinizio4 = 15 dicembre 1893
|mandatofine4 = 14 giugno 1894
|predecessore4 = [[Ferdinando Martini]]
|successore4 = sé stesso
|mandatoinizio5 = 14 giugno 1894
|mandatofine5 = 10 marzo 1896
|predecessore5 = sé stesso
|successore5 = [[Emanuele Gianturco]]
|mandatoinizio6 = 29 giugno 1898
|mandatofine6 = 14 maggio 1899
|predecessore6 = [[Luigi Cremona]]
|successore6 = sé stesso
|mandatoinizio7 = 14 maggio 1899
|mandatofine7 = 24 giugno 1900
|predecessore7 = sé stesso
|successore7 = [[Nicolò Gallo]]
|carica8 = [[Ministri dell'agricoltura, dell'industria e del commercio del Regno d'Italia|Ministro dell'agricoltura, dell'industria e del commercio]]
|mandatoinizio8 = 5 agosto 1901
|mandatofine8 = 3 novembre 1903
|predecessore8 = [[Silvestro Picardi]]
|successore8 = [[Luigi Rava]]
|prefisso onorifico =
|suffisso onorifico =
|partito = [[Sinistra storica]]
|titolo di studio = laurea
|alma mater =
|professione = medico
|firma =
|carica9 = [[Deputato del Regno d'Italia]]
|legislatura9 = {{NumLegRegno|D|XII|XIII|XIV|XV|XVI|XVII|XVIII|XIX|XX|XXI|XXII|XXIII|XXIV}}
|gruppo parlamentare9 = [[Sinistra storica|Sinistra]]
|coalizione9 =
|circoscrizione9 =
|collegio9 =
|tipo nomina9 =
|incarichi9 =
|sito9 = {{Deputati Regno}}
}}
{{Bio
|Nome = Guido
|Cognome = Baccelli
|Sesso = M
|LuogoNascita = San Vito RomanoRoma
|GiornoMeseNascita = 25 novembre
|AnnoNascita = 1830
|LuogoMorte = Roma
|GiornoMeseMorte = 1110 gennaio
|AnnoMorte = 1916
|Epoca = 1800
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|Attività2 = politico
|Nazionalità = italiano
|PostNazionalità =
|Immagine = Guido Baccelli.JPG
}}
Fu sette volte [[Ministri della pubblica istruzione del Regno d'Italia|ministro della pubblica istruzione]] e una volta [[Ministri dell'agricoltura, dell'industria e del commercio del Regno d'Italia|ministro dell'agricoltura, dell'industria e del commercio]].
 
==Biografia==
===Famiglia e formazione===
Fu più volte Ministro della Pubblica Istruzione e dell'agricoltura del Regno d'Italia dal 1874 al 1903 nel [[Governo Cairoli III|terzo Governo Cairoli]], nel [[Governo Depretis IV|quarto]] e [[Governo Depretis V|quinto Governo Depretis]], nel [[Governo Crispi III|terzo Governo Crispi]], nel [[Governo Pelloux I|primo]] e nel [[Governo Pelloux II|secondo Governo Pelloux]]. Nel 1895 predispone nuovi Programmi aggiungendo suggerimenti molto dettagliati per ogni singola materia di studio, istituendo anche nozioni di lavori manuali, agricoli e "donneschi" allargando anche lo spazio dell'educazione religiosa a scapito della formazione scientifica.
Guido Baccelli nacque a Roma il 25 novembre 1830 da Antonio, discendente di una nobile famiglia [[Firenze|fiorentina]] e chirurgo di notevole fama, e da Adelaide Leonori.<ref>Gorrini, ''Guido Baccelli'', 1916, pp. 3-4.</ref> Svolse i suoi primi studi presso il [[Collegio Ghislieri (Roma)|Collegio Ghislieri]] in [[Via Giulia]].<ref>Gorrini, ''Guido Baccelli'', 1899, p. 8.</ref> All'inizio del 1848 tentò di arruolarsi in un corpo di volontari per la [[Prima guerra d'indipendenza italiana|guerra d'indipendenza]], ma il rettore del collegio glielo impedì; il 30 aprile 1849, sfuggito alla sorveglianza degli istitutori, passò qualche ora sulle barricate che difendevano la [[Repubblica Romana (1849)|Repubblica romana]] dall'assalto delle [[truppe francesi]], ma quando alla sera, rientrato a casa, il padre lo vide "con le mani affumicate e il sentore della polvere" gli vietò di continuare e lo relegò nella casa di famiglia a [[San Vito Romano]].<ref>Alfredo Baccelli, ''Guido Baccelli'', 1930, p. 9.</ref> Iscrittosi alla facoltà di medicina dell'[[Università degli Studi di Roma "La Sapienza"|Università "La Sapienza"]] (allora [[università pontificia]]), tra il 1852 e il 1853 ottenne la doppia laurea in [[medicina]] e in [[chirurgia]].<ref>Adalberto Pazzini, ''La storia della Facoltà medica di Roma'', Roma, Istituto di Storia della Medicina della Università di Roma, 1961, vol.2, p. 459.</ref> Allievo di [[Benedetto Viale Prelà]], Baccelli ricordò sempre il suo maestro come colui grazie al quale, a partire dal 1852, nell'ateneo
L'insegnamento della storia doveva tendere inoltre all'educazione morale e patriottica degli alunni.
{{Citazione|l'insegnamento pratico si riformò e l'analisi clinica, il microscopio, e la stetoscopia e il [[plessimetro]] e la coscienziosa indagine del cadavere formarono il vasto corredo del nuovo insegnamento<ref>Nicola Spano, ''L'Università di Roma'', Roma, Casa Editrice Mediterranea, 1935, p.115.</ref> |Guido Baccelli|}}
Inoltre eleva il grado inferiore della scuola elementare a 3 anni, mentre quello superiore resta 2 anni.
 
===Medico e docente universitario===
Fin dal [[1856]] fu supplente della cattedra di [[Medicina legale|medicina politico-legale]]. Nel [[1862]] sostituì [[Benedetto Viale Prelà|Benedetto Viale-Prelà]] nella cattedra di [[clinica medica]] e nella direzione della clinica omonima che aveva sede, a quel tempo, presso l'[[Arcispedale di Santo Spirito in Saxia]]: ricoprirà entrambi questi ruoli per oltre cinquant'anni, fino alla morte.<ref>Adalberto Pazzini, ''op. cit.'', p. 459.</ref> Il suo rigore intellettuale e la sua efficacia didattica riceveranno numerose e autorevoli testimonianze.
 
Il grande clinico [[Augusto Murri]], che fu aiuto di Baccelli nella Clinica medica di Roma a partire dal 1870, ricordava di lui nel 1888:
{{Citazione|Quand'io entrai nella sua clinica avevo vissuto due anni nelle scuole di [[Francia]] e di [[Germania]], ma in nessuna di esse il libero esame, il rispetto all'indipendenza assoluta del pensiero e della parola era così religioso e sincero, come nella Clinica posta a cento metri dal [[Vaticano]]. «Pensate col vostro cervello; non v'inchinate mai all'autorità, credete ai fatti e alla ragione, ma a null'altro; non credete a me, ma al vostro giudizio». Ecco le frasi che il nostro Maestro ci ripeteva ogni giorno<ref>Augusto Murri, ''Quattro lezioni e una perizia. Il problema del metodo in medicina e biologia'', Bologna, Zanichelli, 1972, p. 148.</ref> |Augusto Murri|}}
 
Il non meno celebre malariologo [[Ettore Marchiafava]] nel 1928 ricorderà:
{{Citazione|le indimenticabili lezioni intorno la perniciosità [della malaria] di Guido Baccelli, in una piccola corsia all'ultimo piano dell'antico e glorioso Ospedale di Santo Spirito, al quale il mio pensiero spesso ritorna con sentimento di nostalgia e di riconoscenza<ref>Ettore Marchiafava, ''La perniciosità nella malaria'', Roma, Pozzi, 1928, p. 44.</ref> |Ettore Marchiafava|}}
 
[[File:Guido Baccelli (con la nipote Elena) consultato per strada da un contadino, L'illustrazione del medico, marzo 1938, n.46, p. 3.jpeg|left|thumb|Guido Baccelli (assieme alla nipote Elena) viene consultato da un contadino per strada]]
Nella pratica medica, Baccelli fu tra i primissimi in Italia a fare un uso sistematico dello [[stetoscopio]], al punto da essere talvolta additato come "il medico che visita gli ammalati con la tromba"<ref>Alfredo Baccelli, ''Guido Baccelli'', 1936, p. 20.</ref> (lo stetoscopio monaurale di quell'epoca aveva la forma di una piccola tromba).
 
Il suo paziente più celebre fu sicuramente [[Vittorio Emanuele II]], re d'Italia, che Baccelli assistette durante l'ultima fatale [[broncopolmonite|malattia broncopolmonare]]. In quella occasione Baccelli sperimentò sul sovrano l'uso terapeutico dell'[[ossigeno]], allora una cura del tutto pionieristica, che causò quel temporaneo miglioramento della respirazione che consentì al re di svolgere alcuni atti necessari alla successione e di riconciliarsi in extremis con la [[Chiesa cattolica]] ottenendo gli ultimi [[sacramenti]]. Fu in quella circostanza che iniziò una profonda e duratura amicizia tra Guido Baccelli e il nuovo re, [[Umberto I]].<ref>Alfredo Baccelli, ''Guido Baccelli'', 1930, pp. 20-21 e Pettinelli, ''Il Medico dei Re'', 2000, pp. 15-24.</ref>
 
====Principali contributi scientifici====
=====Semeiotica e cardiologia=====
Baccelli diede un grande impulso all'indagine [[semeiotica]] [[addome|addominale]] e [[torace|toracica]]. In particolare, i suoi studi sulle [[cardiologia|patologie cardiache]] e sui grossi vasi, culminati nella pubblicazione dell'opera in tre volumi ''Patologia del cuore e dell'aorta'' (Roma, 1863-1866), gli permisero di individuare numerosi nuovi sintomi e quadri morbosi.<ref name="Adalberto Pazzini p.255">Adalberto Pazzini, ''op. cit.'', p. 255.</ref> "Egli legò il suo nome al fenomeno della pettiroloquia afona nei [[versamento pleurico|versamenti pleurici]] (1876), illustrò il sintomo della [[diplofonia]] nei casi di caverne comunicanti, (…) individualizzò clinicamente la ''angina abdominis''".<ref name="Adalberto Pazzini p.255"/> Alcuni autori fanno risalire a proprio a Guido Baccelli la nota pratica diagnostica che consiste nel far dire al paziente la parola "trentatré" per provocare delle vibrazioni che favoriscono l'indagine dello stato dei polmoni. Tale pratica ricevette gli elogi del noto medico tedesco [[Hermann von Helmholtz]].<ref>Gorrini, ''Guido Baccelli'', 1916, pp. 104-106.</ref>
 
=====La lotta alla malaria=====
[[File:Guido Baccelli, La malaria di Roma.jpg|thumb|Guido Baccelli, La malaria di Roma (1878)]]
Baccelli fu uno dei protagonisti in Italia della lotta contro la [[malaria]]: dirigendo la clinica dell'Ospedale di Santo Spirito dove venivano abitualmente ricoverati "i febbricitanti maschi"<ref>G.Baccelli, ''La Malaria di Roma'', 1871, p. 9.</ref> provenienti dall'[[Agro romano]] e dalle zone limitrofe, passava sotto i suoi occhi un enorme numero di malati di malaria rendendogli familiari "tutte le svariatissime forme cliniche della malattia".<ref>Gorrini, ''Guido Baccelli'', 1916, p. 110.</ref> A motivo di questa grande esperienza, Baccelli venne incaricato dal Governo italiano di scrivere una relazione sulla malaria da presentarsi, assieme ad altri contributi, all'[[Esposizione universale di Parigi (1878)|Esposizione universale di Parigi del 1878]]: il suo saggio "''La malaria di Roma''" (1878) è tanto più significativo in quanto fotografa le conoscenze più aggiornate sulla malaria proprio alla vigilia delle straordinarie scoperte che ne cambieranno completamente la fisionomia nei vent'anni successivi.<ref>F. M. Snowden, ''La conquista della malaria. Una modernizzazione italiana 1900-1962'', Torino, Einaudi, 2008, p. 27, nota 13.</ref> In seguito, Baccelli accoglierà nelle corsie di Santo Spirito i due futuri [[Premi Nobel]] [[Alphonse Laveran]] (nel 1882)<ref>M. Phisalix, ''Alphonse Laveran. Sa vie, son oeuvre'', Paris, Masson, 1923, p.9.</ref> e [[Camillo Golgi]] (nel 1893),<ref>Camillo Golgi, ''Sulle febbri malariche estivo-autunnali di Roma. Lettera a Guido Baccelli'', Pavia, Bizzoni, 1893, p. 3.</ref> che cercavano e trovarono conferme alle loro teorie sulla genesi e sull'evoluzione della malaria tanto nella Campagna romana quanto in quell'ospedale, in cui per la prima volta nel '600 era stata usata la corteccia della china contro le febbri malariche. Quello stesso ospedale sarà testimone di altri decisivi esperimenti da parte di [[Angelo Celli]] e [[Ettore Marchiafava]] e, a fine secolo, di [[Giovan Battista Grassi]], [[Amico Bignami]] e [[Giuseppe Bastianelli]],<ref>G. Corbellini, L. Merzagora, ''La malaria tra passato e presente'', Roma, Museo di Storia della Medicina, 1998, pp. 45-50.</ref> tutte figure più o meno direttamente legate a Baccelli, anche se non sempre d'accordo con lui per quanto riguardava la natura di questa malattia e i modi più adeguati per combatterla. Il più grande limite di Baccelli - dal punto di vista dell'[[eziopatogenesi]] della malaria - sarà quello di resistere, praticamente fino alla fine della sua vita, all'idea dell'"esclusivismo anofelico", ovvero alla concezione che fosse solo la [[zanzara anofele]] il vettore dell'[[infezione]].<ref>G. Corbellini, L. Merzagora, ''op.cit.'', p. 52.</ref> E così, mentre Angelo Celli, convinto 'anofelista', si faceva promotore delle leggi per rendere accessibile a tutti il [[chinino]],<ref>M. Piccialuti (a cura di), ''Fonti per la storia della malaria in Italia'', Roma, Ministero per i beni e le attività culturali. Direzione generale per gli archivi, 2003, vol. I, pp. XXXIX e ss.</ref> Baccelli convinto che la diffusione della malaria fosse legata più al permanere di ampie zone paludose e malsane in ampie aree dell'Italia che non alla presenza in esse delle zanzare anofeli, si impegnò, come uomo politico e ministro, a promuovere decisamente fin dal 1878 l'approvazione di leggi per la bonifica, non solo [[Bonifica idraulica|idraulica]], ma anche [[bonifica agraria|agraria]] e socio-educativa, dell'Agro romano e poi via via di altre zone italiane, dando così un significativo contributo alla riduzione dell'incidenza di questa grave malattia.<ref>M. Piccialuti, ''op. cit.'', vol. I, pp. LXVI e ss.</ref>
 
=====I 'medicamenti eroici' e la terapia per via endovenosa=====
Dal punto di vista [[terapia|terapeutico]], Guido Baccelli prediligeva i "medicamenti eroici", ovvero quelli da destinarsi a casi particolarmente gravi o apparentemente senza speranza. Baccelli fu, in particolare, un pioniere dell'uso terapeutico delle iniezioni endovenose (“''Aprire la via delle vene ai medicamenti eroici''”)<ref>G. Baccelli, ''La via delle vene aperta ai medicamenti eroici'', 1907.</ref> che applicò, per esempio, con successo in alcuni casi, che fino a quel tempo apparivano disperati, di perniciosa malarica, una forma particolarmente grave della malattia che portava spesso alla morte in poche ore. Le sue iniezioni intravenose di idroclorato di chinina che, a partire dal 1889, gli permisero di ottenere alcune guarigioni clamorose dalla malaria perniciosa gli valsero, durante il Congresso medico internazionale di Berlino del 1890, un celebre commento del grande patologo tedesco [[Rudolph Virchow]]: "Ciò che [[Joseph Lister|Lister]] fece per la superficie del corpo, Baccelli ha fatto per la crasi del sangue".<ref>G. Baccelli, ''La via delle vene…'', op. cit., p. 6.</ref> Eppure già nel 1907 Laveran, pur elogiando ancora il metodo di Baccelli, dirà di preferirgli ormai il metodo ipodermico in quanto altrettanto rapido e sicuramente più semplice per introdurre "i sali di chinino nel circolo generale".<ref>A. Laveran, ''Malaria e Tripasonomiasi'', Torino, UTET, 1907, p. 90.</ref> Nel frattempo, però, il metodo delle iniezioni endovenose di Baccelli aveva salvato molte vite, compresa quella del giovane [[Enrico Novelli]], che sarebbe diventato il celebre scrittore e fumettista "Yambo".<ref>G. Baccelli, ''La via delle vene…'', op. cit., pp. 17-19.</ref>
 
===La carriera politica===
[[File:Baccelli inaugura il Congresso di Medicina di Torino, L'Illustrazione italiana, 1898.jpeg|thumb|Il Ministro Baccelli inaugura il Congresso di Medicina di Torino nel 1898]]
Dopo la [[presa di Roma]] nel 1870, nell'ottobre del 1871 Baccelli prestò – assieme ad altri 21 professori de [[La Sapienza]] (su un totale di 36) - il giuramento di fedeltà al re e alle leggi del nuovo Stato unitario italiano, richiesto per essere confermato negli incarichi d'insegnamento.<ref>N. Spano, ‘'L'Università di Roma'’, Roma, Casa Editrice Mediterranea, 1935, p. 126.</ref> Poi, benché osteggiato da alcuni che lo ritenevano clericale e lo accusavano di non aver dato, negli anni precedenti, sufficienti prove di sentimenti liberali e patriottici,<ref>G. Cosmacini, ‘'Storia della medicina e della sanità in Italia (Dalla peste europea alla Guerra Mondiale. 1348-1918)'’, Bari, Laterza, 1994, pp. 374-5.</ref> Baccelli iniziò una folgorante carriera politica che lo portò ad essere, a cavallo tra ‘800 e ‘900, uno degli uomini di Stato più influenti in Italia. Nel 1872 venne nominato Presidente del [[Consiglio superiore di sanità]] mantenendo questo ruolo fino al 1877 e poi, di nuovo, dal 1887 al 1915, per un totale di oltre trent'anni (caso unico nella storia italiana).<ref>Si veda il [http://www.salute.gov.it/ministero/sezMinistero.jsp?label=css&id=411 sito ufficiale del Ministero della Salute] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20110107111432/http://www.salute.gov.it/ministero/sezMinistero.jsp?label=css&id=411 |data=7 gennaio 2011 }}.</ref>Esponente della [[Sinistra storica]], fu eletto per la prima volta alla [[Camera dei deputati del Regno d'Italia|Camera]] nel 1874, assieme a [[Giuseppe Garibaldi]] di cui divenne amico e collaboratore in alcune battaglie parlamentari.<ref>Alfredo Baccelli, ''Guido Baccelli'', 1931, p. 86.</ref> Nel 1875 entrò a far parte anche del [[Consiglio comunale]] di [[Roma]], dove siederà fino al 1913.<ref>G.Gorrini, ''Guido Baccelli'', 1916, p. 38.</ref>
 
Tra il 1881 e il 1890 fu per ben sette volte [[Ministri della pubblica istruzione del Regno d'Italia|ministro della pubblica istruzione]], nel [[Governo Cairoli III|terzo Governo Cairoli]], nel [[Governo Depretis IV|quarto]] e [[Governo Depretis V|quinto Governo Depretis]], nel [[Governo Crispi III|terzo]] e [[Governo Crispi IV|quarto Governo Crispi]], nel [[Governo Pelloux I|primo]] e nel [[Governo Pelloux II|secondo Governo Pelloux]].<ref>G. Gorrini, ''Guido Baccelli'', 1916, pp. 47 e ss.</ref> Fu anche [[Ministri dell'agricoltura, dell'industria e del commercio del Regno d'Italia|ministro dell'agricoltura, dell'industria e del commercio]] tra il 1901 e il 1903 durante il [[governo Zanardelli]].<ref>G. Gorrini, ''Guido Baccelli'', 1916, pp. 75 e ss.</ref>
 
Nel 1895 predispose nuovi programmi scolastici, aggiungendo suggerimenti molto dettagliati per ogni singola materia di studio, istituendo nozioni di lavori manuali, agricoli e "donneschi", allargando anche lo spazio dell'educazione religiosa a scapito della formazione scientifica. L'insegnamento della storia doveva tendere inoltre all'educazione morale e patriottica degli alunni. Innalzò inoltre il grado inferiore della scuola elementare a 3 anni, mentre quello superiore restava di 2 anni.
 
Sempre in qualità di ministro della pubblica istruzione promosse a [[Roma]] la realizzazione del [[Policlinico Umberto I]] e della [[Galleria nazionale d'arte moderna e contemporanea]] e si dedicò a dare impulso agli [[scavi archeologici di Pompei]] e a quelli delle [[terme di Caracalla]].
 
===I grandi progetti per Roma Capitale===
Baccelli, umanista e appassionato di [[antichità classica]], fu uno dei grandi teorizzatori della nuova capitale dello [[Regno d'Italia (1861-1946)|Stato unitario]] come [[Terza Roma]], alla ricerca di una nuova grandezza dopo quelle ottenute dalla Roma antica e dalla Roma dei Papi.<ref>Alfredo Baccelli, ''Guido Baccelli'', 1931, pp. 63 e ss.</ref> Metterà in gioco, quindi, tutta la sua influenza e il suo peso politico (che si avvertono anche dalla sua frequente presenza nella [[satira politica]] dell'epoca) per realizzare alcuni ambiziosi progetti che rilanciassero la grandezza dell'Urbe.
 
====Il Pantheon====
Appena divenuto per la prima volta ministro della pubblica istruzione (1881), Baccelli, approfittando del fatto che a quel tempo da tale dicastero dipendeva la Direzione generale delle antichità e belle arti, promosse una importante campagna di restauri del [[Pantheon (Roma)|Pantheon]], volti a riportare tale monumento al suo antico splendore.<ref>Carlo Pietrangeli (a cura di), ''Guide Rionali di Roma. Rione IX-Pigna'', Parte II, Roma, Palombi, 1977, pp. 131.</ref> Baccelli fece isolare il monumento dagli edifici che nel corso del tempo lo avevano un po' soffocato, fece abbattere i due discussi campanili (le "orecchie d'asino" come le definiva il popolino romano) costruiti nel '600 da [[Gian Lorenzo Bernini]] e, nonostante il parere contrario del grande storico [[Theodor Mommsen]], fece collocare sul frontale del tempio restaurato delle lettere di bronzo uguali a quelle che vi apparivano nell'antichità per ricordare l'opera di Agrippa: M.AGRIPPA.L.F.COS.TERTIVM.FECIT (Marco Agrippa, figlio di Lucio, console per la terza volta, edificò).<ref>Alfredo Baccelli, ''Guido Baccelli'', 1931, pp. 65-66.</ref>
 
====La passeggiata archeologica====
[[File:Guido Baccelli and the Roman Forum.jpg|left|thumb|Cartolina di inizio Novecento che celebra l'opera di Baccelli a favore della valorizzazione della zona archeologica di Roma]]
Ma i restauri del Pantheon furono solo il preludio al più grande progetto di Baccelli in ambito storico e archeologico: quello della valorizzazione urbanistica della zona monumentale antica di Roma, ancora oggi conosciuta come la "Passeggiata archeologica". Già durante i suoi secondo e terzo ministero, tra il 1882 e il 1884, Baccelli aveva promosso un'importante campagna di scavi e di risistemazione del [[Foro Romano]]. Il principale risultato degli scavi archeologici di quegli anni fu la scoperta della [[casa delle Vestali]], esplorata nel 1882/3 sotto la direzione di [[Rodolfo Lanciani]].<ref>Christian Hülsen, ''Il Foro Romano - Storia e Monumenti'', Torino, Loescher, 1905, pp. 223.</ref> Ma è verso la metà degli anni Ottanta che prende corpo il grandioso progetto di Baccelli per una completa tutela urbanistica e valorizzazione artistico-culturale dell'ampia zona monumentale che comprende luoghi affascinanti e simbolici come il Foro Romano, il [[Palatino]], il [[Colosseo]] e le [[terme di Caracalla]]. Lo sviluppo edilizio, spesso selvaggio e incontrollato, che caratterizzò i primi anni di vita della nuova capitale italiana rischiava di aggravare ulteriormente il degrado e la progressiva cancellazione di una delle zone più cariche di storia del mondo intero. Fu con questa preoccupazione che nel 1887 Baccelli presentò in Parlamento un "Piano per la sistemazione della zona monumentale riservata di Roma" che divenne legge in pochi mesi. La legge vincolava a parco archeologico un'area vastissima (il Foro Romano e la piccola parte dei [[Fori Imperiali]] allora scavata, il Colosseo, le [[terme di Traiano]], parti di [[Celio]], [[Palatino]], [[Foro Boario]], [[Circo Massimo]], [[Aventino]], Terme di Caracalla, [[via Appia]] fino alle [[mura Aureliane]]); i lavori avrebbero dovuto compiersi in dieci anni attraverso espropri concertati tra il [[Comune di Roma]] e il Ministero della pubblica istruzione.<ref>Domenico Palombi, Rodolfo Lanciani, ''L'archeologia a Roma tra Ottocento e Novecento'', Roma, L'Erma di Bretschneider, 1996, pp. 70-71.</ref> La battaglia di Baccelli era destinata a durare ben più a lungo. Il grandioso progetto fu più volte rivisto e ridimensionato nel corso dei decenni successivi, ma alla fine la battaglia di fu sostanzialmente vinta la realizzazione di quel progetto è oggi il fulcro di ogni visita turistica di Roma.
 
====La Galleria Nazionale d'Arte Moderna====
Per Baccelli non solo l'arte antica e l'archeologia ma anche l'arte contemporanea doveva essere valorizzata come causa ed effetto della rinascita nazionale, e così iniziò a concepire l'idea di una grande collezione artistica nazionale dedicata alla modernità, ove il nuovo Stato potesse raccogliere "lavori eccellenti in pittura, scultura, disegno ed incisione, senza distinzione di genere o di maniera (…) di artisti viventi".<ref>Italo Faldi e Bruno Mantura, ''La Galleria Nazionale d'Arte Moderna'', Cinisello Balsamo, Banca Popolare di Milano, 1977, p. 13.</ref> Due decreti ministeriali del 1881 e 1883 precisarono le caratteristiche del progetto e diedero il via alle acquisizioni, anche se la futura [[Galleria Nazionale d'Arte Moderna]] fu destinata ancora per parecchi anni a restare senza una sede adeguata e definitiva ancora. L'inaugurazione della nuova raccolta avvenne nel 1885 negli angusti spazi messi a disposizione dall'amministrazione capitolina nel [[Palazzo delle Esposizioni]] da poco inaugurato in [[Via Nazionale (Roma)|via Nazionale]]. La sede definitiva per il museo fu finalmente individuata nel Palazzo delle Belle Arti costruito nel 1911 a [[Valle Giulia]], in occasione delle [[Esposizione nazionale italiana|esposizioni nazionali]] tenutesi a Torino, Firenze e Roma per celebrare il [[cinquantenario dell'Unità d'Italia]]. In tale sede, nel 1915 furono trasferite e ordinate le collezioni della Galleria Nazionale d'Arte Moderna che da allora hanno continuato a crescere facendo di questa istituzione la più importante raccolta italiana della produzione artistica dell'Ottocento e Novecento. Un busto in bronzo di Guido Baccelli, eseguito dallo scultore romano [[Giulio Tadolini]] nel 1895, ricorda l'ispiratore e il primo tenace promotore della Galleria.<ref>Faldi e Mantura, op. cit., pp. 13-17.</ref>
 
====Il Policlinico "Umberto I"====
Baccelli, che aveva una conoscenza diretta dei limiti strutturali insormontabili di edifici storici come l'Ospedale di Santo Spirito in Saxia, fu tra i primi a concepire e a sostenere il grande progetto di dotare Roma di un nuovo e moderno ospedale universitario, in grado di rispondere alle nuove esigenze scientifiche, assistenziali e didattiche che stavano emergendo in quei decenni rivoluzionari per la medicina e per l'assistenza sanitaria.<ref>Carla Serarcangeli (a cura di), ''Il Policlinico Umberto I. Un secolo di storia'', Roma, Casa Editrice Università La Sapienza, 2006, pp. 17-18.</ref> Fin dalla sua prima elezione come deputato in Parlamento, nel 1874, il futuro Policlinico sarà costantemente al centro della sua azione politica. Con la sua nomina a ministro, nel 1881, il progetto ricevette una decisiva accelerazione: Baccelli istituì e presiedette una commissione di illustri clinici con lo scopo di esaminare e risolvere i problemi inerenti alla costruzione del nuovo ospedale e ottenne i primi finanziamenti statali per il progetto con la legge 209/1881. Il progetto del nuovo ospedale fu affidato all'architetto [[Giulio Podesti]] nel 1883 anche se poi, a causa di alcune incertezze sull'ubicazione definitiva, solo verso la fine del 1888 Podesti poté elaborare e far approvare il progetto esecutivo.<ref>Vincenzo Di Gioia, "L'insediamento universitario a Roma. Dall'Unità italiana alla città universitaria (1870-1935)", in ''Annali di Storia delle Università italiane'', Vol. 4, 2000, pp. 95-120.</ref> Si trattava di una struttura a padiglioni collegati tra loro da tipiche gallerie a due piani, secondo quanto autorevolmente auspicato, tra gli altri, da [[Florence Nightingale]], allo scopo di favorire l'igiene, la lotta alle infezioni ospedaliere e la specializzazione della cura. Il 19 gennaio 1888, in una solenne cerimonia alla presenza del re [[Umberto I d'Italia|Umberto I]] e della regina [[Margherita di Savoia|Margherita]] fu collocata la prima pietra del nuovo Policlinico. Il re, come riporta la cronaca del [[British Medical Journal]], aveva detto al suo amico Baccelli che "per quanto gratificante fosse quell'occasione, per lui sarebbe stato un giorno più felice quello in cui, a edificio completato, avrebbe potuto visitare in esso i malati".<ref>Anonimo, "New Clinical Institution in Rome", in ''The British Medical Journal'', Feb 11, 1888, p. 213.</ref> Il re, al quale fin da quel tempo il nuovo ospedale era stato intitolato, non avrebbe mai avuto quella possibilità poiché fu assassinato nel 1900. I lavori di costruzione andarono a rilento e, anche se a partire dal 1893 una nuova rivista fondata da Guido Baccelli e dal chirurgo [[Francesco Durante]] intitolata appunto "Il Policlinico" tenne viva la fiamma dell'opera, il [[Policlinico Umberto I]] fu ultimato nel 1902, per essere poi inaugurato ufficialmente nel 1904.<ref>Serarcangeli, op. cit., pp. 8, 399-411.</ref>
 
===Vita privata===
[[File:Guido Baccelli a Montecatini, L'illustrazione del medico, marzo 1938, n.46, p. 2.jpeg|thumb|Guido Baccelli a Montecatini]]
Sposatosi nel 1862 con la nobildonna Amalia de' Marchesi dei Cinque,<ref>Gorrini, ''Guido Baccelli'', 1916, p. 229.</ref> ne ebbe, il 10 settembre 1863, l'unico figlio [[Alfredo Baccelli|Alfredo]] che diventerà a sua volta avvocato, scrittore, uomo politico e ministro.<ref>Gorrini, ''Guido Baccelli'', 1916, p. 230.</ref> In quello stesso 1863, in maggio, era morta la madre Adelaide.<ref>[http://himetop.wikidot.com/adelaide-leonori-s-tomb la lapide sulla tomba nella chiesa di San Giovanni dei Fiorentini]</ref> Nel 1911 muore la moglie Amalia; negli anni seguenti Baccelli si legò sentimentalmente alla nobildonna Eleonora Lorillard Cenci, principessa di [[Vicovaro]], che aveva salvato giovane dalla morte, e la seguì in lunghi soggiorni all'estero, tra [[Parigi]] e [[Lucerna]], rientrando sempre più raramente in Italia, come nel 1912 per alcune lezioni di clinica e nel 1913 per le [[Elezioni politiche in Italia del 1913|elezioni politiche]].<ref>Alfredo Baccelli, ''Guido Baccelli'', 1931, p. 10.</ref>
 
Nel 1915, nonostante le ormai precarie condizioni di salute, essendo [[interventismo|interventista]], volle partecipare alla storica seduta parlamentare del 20 maggio durante la quale furono attribuiti i pieni poteri al ministro degli esteri [[Antonio Salandra]], in vista della [[Fronte italiano (1915-1918)|guerra imminente]]; quando entrò in aula sostenuto dal figlio Alfredo fu accolto da un applauso scrosciante (come era avvenuto poco prima per [[Gabriele D'Annunzio]]);<ref>Gorrini, ''Guido Baccelli'', 1916, pp. 219-220; Pettinelli, ''Il Medico dei Re'', 2000, pp. 89-90.</ref> fu la sua ultima seduta parlamentare. Nei mesi successivi, in qualità di medico consulente del Corpo d'Armata, si aggirò spesso tra le corsie del Policlinico per curare e confortare i feriti che cominciavano ad affluirvi sempre più numerosi.<ref>Gorrini, ''Guido Baccelli'', 1916, p. 220.</ref> A fine dicembre, tuttavia, con un banale raffeddore cominciò la malattia che lo avrebbe portato alla morte, per "sincope cardiaca", il 10 gennaio 1916.<ref>Alfredo Baccelli, ''Guido Baccelli'', 1931, pp. 112-114.</ref> A padre Giovan Battista Vitale, che lo confortò negli ultimi giorni, disse di "voler morire da cristiano e da cattolico come era stato educato e come era vissuto".<ref>Gorrini, ''Guido Baccelli'', 1916, p.292; Alfredo Baccelli, ''Guido Baccelli'', 1931, p. 113.</ref>
 
==Scritti principali==
* ''Ascoltazione e percussione nella Scuola romana'', Roma, Dalla Tipografia Forense, 1857, pp. 10
* ''Patologia del cuore e dell'aorta'', Roma, Dallo Stabilimento Tipografico, 1863-1866, 3 voll.
* ''La Malaria di Roma'', estratto dalla Monografia della Città di Roma e della Campagna Romana, Roma, Tipografia Elzeviriana, 1878, pp. 51
* ''La via delle vene aperta ai medicamenti eroici'', Roma, Tip. Nazionale Ditta G. Bertero e C., 1907, pp. 66
 
==Monumenti e ricordi==
[[File:Parione - c Vittorio memoria Baccelli 1270468.JPG|thumb|Memoria di Guido Baccelli sulla sua ultima casa a corso Vittorio]]
* A [[Roma]] gli sono intitolati: il viale che costeggia le [[Terme di Caracalla]], una targa sulla sua ultima casa in corso Vittorio (di fronte al [[Palazzo della Cancelleria]]),<ref>{{Cita web|url=https://rerumromanarum.blogspot.it/2014/09/targa-in-memoria-di-guido-baccelli.html|titolo=Targa in memoria di Guido Baccelli}}</ref> un monumento in Piazza Salerno.<ref>{{Cita web|url=https://rerumromanarum.blogspot.it/2014/04/il-monumento-guido-baccelli.html|titolo=Monumento a Guido Baccelli}}</ref> All'interno del Policlinico Umberto I, gli è dedicata una targa alla base della torre del fumaiolo.<ref>{{Cita web|url=https://www.rerumromanarum.com/2017/08/targa-in-memoria-di-guido-baccelli.html|titolo=Targa in memoria di Guido Baccelli nel Policlinico Umberto I}}</ref> Infine, nell'Ospedale San Camillo è presente un padiglione Baccelli.
* A [[Chianciano Terme]] e [[Montecatini Terme]] un viale.
* A [[Civitavecchia]] il lungo centrale viale alberato a platani.
* Anche all'Ospedale Santa Maria Maddalena di Volterra è presente un edificio denominato Baccelli.
 
== Note ==
<references />
 
== Bibliografia ==
* Alfredo Baccelli, ''Guido Baccelli. Ricordi'', Napoli, La Riforma Medica, 1931
* Alfredo Baccelli, ''Guido Baccelli'', Milano, Oberdan Zucchi, 1936
* Luca Borghi, ''Guido Baccelli'', in ''Journal of Medical Biography'' (2012) 20 (2), p.&nbsp;70
* Luca Borghi, ''Rome's physician: Guido Baccelli and his legacy in the new Italian Capital'', in ''Medicina nei secoli. Arte e scienza'', (2013) 25/2, pp.&nbsp;395–414
* Luca Borghi, ''Il medico di Roma. Vita, morte e ''miracoli'' di Guido Baccelli (1830-1916)'', Roma, Armando Editore, 2015
* Mario Crespi, «[http://www.treccani.it/enciclopedia/guido-baccelli_(Dizionario-Biografico)/ BACCELLI, Guido]» in ''Dizionario Biografico degli Italiani'', Volume 5, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 1963.
* Giovanni Gorrini, ''Guido Baccelli. Note biografiche'', Roma, F.lli Capaccini, 1899
* Giovanni Gorrini, ''Guido Baccelli. La vita, l'opera, il pensiero'', Torino, Lattes & C. Editori, 1916
* [[Nicola Pende]], «[http://www.treccani.it/enciclopedia/guido-baccelli_(Enciclopedia-Italiana)/ BACCELLI, Guido]» la voce nella ''Enciclopedia Italiana'', Volume 5, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 1930.
* Fausto Pettinelli, ''Il Medico dei Re'', Pontremoli, CLD, 2000
* Irene Quaresima, ''Guido Baccelli. Sintesi di una vita'', Roma, Prospettive Edizioni, 2012
 
== Voci correlate ==
Come Ministro della Pubblica Istruzione, promosse a [[Roma]] la realizzazione del [[Policlinico Umberto I]] e della [[Galleria nazionale d'arte moderna e contemporanea]] e si dedicò a dare impulso agli [[scavi archeologici di Pompei]] ed alle [[Terme di Caracalla]]. Fu anche Ministro all'Agricoltura, Industria e Commercio nel [[Governo Zanardelli]].
* [[Policlinico Umberto I]]
* [[Galleria Nazionale d'Arte Moderna]]
 
== Altri progetti ==
A [[Roma]], gli è intitolata una strada ed un monumento in Piazza Salerno.
{{interprogetto}}
 
== Collegamenti esterni ==
==Bibliografia==
* {{Collegamenti esterni}}
* Alfredo Baccelli - ''Guido Baccelli. Ricordi'' (1931) La Riforma Medica, Napoli
* {{cita web|http://himetop.wikidot.com/guido-baccelli|Luoghi legati a Guido Baccelli su Himetop, The History of Medicine Topographical Database|lingua=en}}
* Giovanni Gorrini - ''Guido Baccelli. La vita, l'opera, il pensiero'' (1916) Lattes & C. Editori, Torino
* Fausto Pettinelli - ''Il Medico dei Re'' (2000) CLD, Pontremoli
 
{{Controllo di autorità}}
==Collegamenti esterni==
{{Portale|biografie|medicina|politica}}
* {{en}} [http://himetop.wikidot.com/guido-baccelli Guido Baccelli su Himetop, The History of Medicine Topographical Database]
*[http://www.treccani.it/enciclopedia/guido-baccelli_(Dizionario-Biografico)/ dizionario biografico Treccani]
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[[Categoria:Professori dell'Università degli Studi di Roma "La Sapienza"]]
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