Antico Egitto: differenze tra le versioni
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{{Cultura archeologica
|nome = Antica civiltà egizia
|nomi alternativi =
|mappa = Ancient Egypt map-it.svg
|didascalia = Mappa dell'antico Egitto, con le città più importanti e i siti del periodo dinastico ([[XXXII secolo a.C.|3150]] - [[30 a.C.]]).
|orizzonte =
|regione = [[Egitto]] e [[Sudan]]
|periodo =
|date =
|sito tipo = [[Necropoli di Giza]]
|altri siti = [[Necropoli di Tebe]]
|extra =
|preceduta da =
|seguita da = [[Civiltà romana]]
|definita da =
|antiquata da =
}}
[[File:Egypt.Giza.Sphinx.02.jpg|thumb|upright=1.4|La [[Sfinge di Giza|Grande Sfinge]] e la [[Piramide di Chefren]] a [[Giza]].]]
{{Cronologia dell'Egitto}}
Con '''antico Egitto''' o ''antica civiltà egizia'' si intende la civiltà sviluppatasi lungo il fiume [[Nilo]], dal [[Delta del Nilo|delta]] nel [[Mar Mediterraneo]] a nord fino alle [[cateratte del Nilo|cateratte]] a sud, presso l'attuale confine tra [[Egitto]] e [[Sudan]],<ref group="N">Le presunte [[Nilo#Le sorgenti del Nilo|sorgenti del Nilo]] vennero scoperte solo nel 1937 dall'esploratore tedesco Burkhart Waldecker (1902-1964) nella parte meridionale dell'[[altopiano del Burundi]].</ref> per un'estensione totale di circa 1000 km. Benché il territorio fosse molto più vasto, comprendendo gran parte anche del [[deserto libico-nubiano]], gli insediamenti umani, fin dai tempi più remoti, si svilupparono solo nella stretta fascia verdeggiante a ridosso delle rive del fiume larga, in alcuni punti, anche solo poche centinaia di metri.
Non è da escludersi che proprio la complessa necessità di far fronte alle esigenze connesse con la gestione dell'agricoltura e, segnatamente, delle acque nilotiche, abbia favorito proprio il formarsi delle prime comunità su territori parziali tuttavia ben differenziati e politicamente e geograficamente individuabili. Tali entità, normalmente individuate con il termine greco di [[Nomo (Egitto)|nomi]], ben presto si costituirono in due distinte entità geopolitiche più complesse. Tale l'importanza del fiume Nilo, che attraversava tutto il paese, che anche le denominazioni di tali due macro-aree fanno riferimento al fiume: considerando che le sorgenti del Nilo, benché all'epoca non note, dovevano essere a sud, tale sarà l{{'}}''[[Geografia dell'antico Egitto#Alto Egitto|Alto Egitto]]'', mentre, di converso, l'area del delta, verso il Mediterraneo, sarà indicato come ''[[Geografia dell'antico Egitto#Basso Egitto|Basso Egitto]]''.<ref>{{cita|Nicolas Grimal|''Storia dell'Antico Egitto'' (1990-2011).}}</ref>
Varie culture si susseguirono nella valle nilotica fin dal 3800 a.C. in quello che viene definito [[Periodo predinastico dell'Egitto|periodo predinastico]]. Un'entità embrionale di ''stato'' può riconoscersi, invece, a partire dal [[XXXII secolo a.C.|3200-3100 a.C.]] con la [[I dinastia egizia|I dinastia]] e l'unificazione delle due macro-aree che resteranno, tuttavia, sempre distinte, tanto che per tutta la storia del Paese i regnanti annovereranno tra i loro titoli quello di ''Signore delle Due Terre''.
La storia dell'antico Egitto copre, complessivamente, circa quattromila anni, dal 3900 a.C. (con il periodo predinastico) al 342 a.C. (con il [[Periodo tardo dell'Egitto|periodo tardo]]) e comprende, dal 3200 a.C., trenta dinastie regnanti riconosciute archeo-storicamente. A queste debbono esserne aggiunte altre, dette ''di comodo'', giacché riferite, di fatto, non a governi autoctoni, bensì frutto di invasioni o di raggiungimento del potere da parte di regnanti stranieri. Avremo perciò una [[XXXI dinastia egizia|XXXI dinastia]], costituita da re [[Persia#La Persia ellenistica|persiani]], una XXXII dinastia macedone, che annovera un solo sovrano, [[Alessandro Magno]], e una XXXIII dinastia, meglio nota come [[dinastia tolemaica]], nata dallo smembramento dell'impero di Alessandro.
Anche molti [[imperatori romani]], occupato l'Egitto, non disdegnarono di assumere il titolo di [[faraone]] con titolatura [[Geroglifici egizi|geroglifica]].
== Storia ==
{{Vedi anche|Storia dell'antico Egitto}}
Il [[fiume]] [[Nilo]] è stato il fulcro della civiltà egizia per la grande maggioranza della sua storia.<ref>{{cita|Shaw 2003|pp. 17, 67-9.}}</ref> La fertile valle del Nilo diede ai suoi abitanti la possibilità di sviluppare un'economia stanziale basata sull'[[agricoltura]] e una società sempre più sofisticata e centralizzata che si rivelò uno dei fondamentali punti di partenza della [[Storia dell'uomo|storia della civiltà umana]].<ref>{{cita|Shaw 2003|p. 17}}.</ref> I primi [[cacciatori-raccoglitori]] [[Popoli nomadi|nomadi]] si stanziarono nella valle del Nilo verso la fine del [[Pleistocene|Medio Pleistocene]], circa {{formatnum:120000}} anni fa. Intorno alla fine del [[Paleolitico]], infatti, l'arido clima nordafricano cominciò a divenire sempre più caldo e secco, costringendo le popolazioni a stabilirsi lungo le coste.
=== Periodo predinastico ===
{{
[[File:Statuette of a perched falcon.jpg|sinistra|miniatura|verticale|Statuetta di [[falco]] appollaiato risalente al [[Periodo predinastico dell'Egitto]]. [[Altes Museum]], [[Berlino]].]]
In epoca [[Periodo predinastico (Egitto)|predinastica]] e [[Periodo arcaico dell'Egitto|arcaica]], il clima in Egitto era molto meno arido rispetto a oggi. Ampie regioni del territorio erano occupate da una [[savana]] boscosa e attraversate da mandrie di [[ungulati]] che pascolavano liberamente. La [[flora]] e la [[fauna]] erano di gran lunga più rigogliose e prolifiche in ogni porzione del territorio; doveva esserci una folta popolazione di uccelli acquatici. La caccia era destinata a diventare una pratica molto comune fra gli Egizi ed è questo il periodo in cui la maggior parte degli animali fu [[Addomesticamento|addomesticata]] per la prima volta.<ref>{{Cita libro|autore=Salima Ikram|titolo=Choice Cuts: Meat Production in Ancient Egypt|url=https://books.google.it/books?id=1Am88Yc8gRkC&printsec=frontcover&redir_esc=y&hl=it#v=onepage&q&f=false |accesso=28 aprile 2017|data=1º gennaio 1995|editore=Peeters Publishers|lingua=en|ISBN=9789068317459}}</ref>
Intorno al [[VI millennio a.C.|5500 a.C.]] una serie di popolazioni stanziate lungo il corso del Nilo andò sviluppandosi in una serie di culture perfettamente in grado di padroneggiare l'agricoltura e l'[[allevamento]] e distinguibili l'una dall'altra grazie alla lavorazione della [[ceramica]] e di effetti personali come pettini, braccialetti e perline. La più grande di queste culture, nell'[[Geografia dell'antico Egitto|Alto Egitto]] (la parte meridionale), fu la [[Cultura di Badari]], originatasi probabilmente nel [[Deserto Libico-Nubiano|deserto occidentale]]; è specialmente nota per l'alta qualità delle sue ceramiche e dei suoi utensili in pietra, e per l'uso del [[rame]]<ref>Hayes, W. C. (10/1964). "Most Ancient Egypt: Chapter III. The Neolithic and Chalcolithic Communities of Northern Egypt". ''JNES'' (4ª ed.). '''23''' (4): 217–272.</ref>.
[[File:Statue ivory king Petrie.jpg|miniatura|[[Faraone arcaico in avorio (EA37996)|Statuetta di un anonimo faraone arcaico]], in avorio. [[British Museum]], [[Londra]].]]
Alla Cultura di Badari seguirono le Culture di [[Naqada I]] (anche "Amraziana") e [[Naqada II]] (anche "Gerzeana"),<ref>Childe, V. Gordon (1953), ''New Light on the Most Ancient Near East'', Praeger Publications.</ref> le quali portarono una serie di innovazioni tecnologiche. Fu all'epoca della Cultura di Naqada I che gli Egizi predinastici importarono per la prima volta l'[[ossidiana]] - utilizzata per fabbricare lame - dall'[[Etiopia]]<ref>Barbara G. Aston, James A. Harrell, Ian Shaw (2000). Paul T. Nicholson & Ian Shaw (a cura di). "Stone," in ''Ancient Egyptian Materials and Technology,'' Cambridge, 5-77, pp. 46-7.
Barbara G. Aston (1994). "Ancient Egyptian Stone Vessels," ''Studien zur Archäologie und Geschichte Altägyptens'' 5, Heidelberg, pp. 23-6
</ref>. All'epoca della Cultura di Naqada II, invece, risalgono le prime tracce di contatti con il [[Vicino Oriente antico]], in particolare con la [[Cananea]] e la costa di [[Biblo]].<ref>Patai, Raphael (1998), ''Children of Noah: Jewish Seafaring in Ancient Times.'' Princeton Uni Press.</ref> Nel giro di un millennio, la Cultura di Naqada si sviluppò e crebbe: fu così che da piccole comunità agricole ebbe origine una potente civiltà i cui capi detenevano il pieno controllo della popolazione e delle risorse della valle del Nilo<ref>{{Cita web|url=https://www.ucl.ac.uk/museums-static/digitalegypt//naqadan/chronology.html#naqadaI|titolo=Naqada chronology|accesso=28 aprile 2017|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20181119082633/http://www.ucl.ac.uk/museums-static/digitalegypt//naqadan/chronology.html#naqadaI|urlmorto=no}}</ref>. Stabilendo il potere centrale a [[Ieracompoli]], poi ad [[Abido (Egitto)|Abido]], i sovrani della Cultura di [[Naqada III]] espansero il loro dominio a settentrione lungo il corso del fiume<ref name="cita-Shaw-2003-p61">{{cita|Shaw 2003|p. 61}}.</ref>; strinsero rapporti commerciali a meridione con la [[Nubia]], a occidente con le [[oasi]] del Deserto occidentale e a oriente con le Culture del [[Mar Mediterraneo|Mediterraneo]] orientale e del Vicino Oriente<ref name="cita-Shaw-2003-p61" />.
Le sepolture regali nubiane a [[Qustul]] hanno restituito manufatti recanti i primi esempi conosciuti di simboli dinastici egizi come la [[Corone egizie|corona bianca]] (''hedjet'') e il [[falco]].<ref>Emberling, Geoff (2011). ''Nubia: Ancient Kingdoms of Africa''. New York: Institute for the Study of the Ancient World. {{ISBN|978-0-615-48102-9}}. p. 8.</ref><ref>{{Cita web|url=https://oi.uchicago.edu/museum-exhibits/nubia/qustul-incense-burner|titolo=The Qustul Incense Burner {{!}} The Oriental Institute of the University of Chicago|sito=oi.uchicago.edu|lingua=en|accesso=28 aprile 2017|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20190928102345/https://oi.uchicago.edu/museum-exhibits/nubia/qustul-incense-burner|urlmorto=no}}</ref> Le Culture di Naqada produssero diversi tipi di manufatti e di beni materiali, il che indica il potere e la ricchezza crescenti dell'élite, così come effetti personali quali [[Pettine|pettini]], statuette, ceramiche dipinte, vasi in pietra con decorazioni d'alta qualità, tavolette a uso cosmetico e gioielli in [[oro]], lapis e [[avorio]]; si ebbe inoltre la creazione di una ceramica smaltata nota come [[faience]], ancora in uso 5000 anni dopo, durante la [[Egitto (provincia romana)|dominazione romana dell'Egitto]], per decorare coppe, [[Amuleto|amuleti]] e statuette.<ref>{{Cita web|url=https://www.ucl.ac.uk/museums-static/digitalegypt//faience/periods.html|titolo=Faience in Egypt|accesso=28 aprile 2017|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20190504115241/https://www.ucl.ac.uk/museums-static/digitalegypt//faience/periods.html|urlmorto=no}}</ref> Verso la fine della fase predinastica, la Cultura di Naqada si servì di simboli scritti destinati a originare il completo [[Geroglifici egizi|sistema geroglifico]] e, di conseguenza, la antica letteratura egizia.<ref>Allen, James P. (2000). Middle Egyptian: An Introduction to the Language and Culture of Hieroglyphs. Cambridge, UK: Cambridge University Press. ISBN 0-521-77483-7. p. 1.</ref>
=== Periodo arcaico (ca. 3050 - 2686 a.C.) ===
{{Vedi anche|Periodo arcaico dell'Egitto}}
[[File:NarmerPalette ROM-gamma.jpg|sinistra|miniatura|La [[Tavoletta di Narmer]] rappresenta l'unificazione dell'[[Geografia dell'antico Egitto|Alto e del Basso Egitto]]<ref>{{Cita|Robins 1997}}, p. 32.</ref>. [[Museo egizio del Cairo]].]]
Il [[Periodo Protodinastico (Egitto)|periodo arcaico dell'Egitto]] coincise, all'incirca, con l'inizio della [[Sumeri|civiltà sumero]]-[[accadi]]ca in [[Mesopotamia]] e con la civiltà di [[Elam]]. [[Manetone]], sacerdote e storico egizio d'[[Ellenismo|epoca ellenistica]] ([[III secolo a.C.]]), raggruppò la lunghissima serie dei faraoni, a partire dall'arcaico [[Narmer]] (anche ''Menes''), in trenta dinastie; il suo sistema è tuttora in uso.<ref>{{cita|Clayton 1994|p. 6}}.</ref> Manetone scelse di far coincidere l'inizio della storia faraonica con il re chiamato "Meni" (Μήνης, ''Menes'' in [[Lingua greca antica|greco]]<ref>Edwards, I.E.S. (1971), "The early dynastic period in Egypt", The Cambridge Ancient History, 1, Cambridge: Cambridge University Press. p. 11.</ref>), ritenuto il primo riunificatore dei due regni dell'[[Geografia dell'antico Egitto|Alto e del Basso Egitto]] intorno al [[XXXI secolo a.C.|3100 a.C.]]<ref>{{cita|Shaw 2003|pp. 78-80}}.</ref>
[[File:IvoryLabelOfDen-BritishMuseum-August19-08.jpg|miniatura|La [[Targhetta MacGregor]], in [[avorio]], raffigurante l'arcaico faraone [[Den]] che abbatte un nemico. [[British Museum]], [[Londra]].]]
La transizione verso un unico Stato unitario avvenne, nella realtà, molto più gradualmente di quanto credevano gli antichi scrittori egizi; non esistono prove [[Archeologia|archeologiche]] coeve dell'esistenza di un re di nome "Meni". Alcuni studiosi ritengono, però, di poter identificare il leggendario "Meni" con il faraone arcaico Narmer, che compare rivestito dei [[regalia]] su una celebre [[Tavoletta di Narmer|tavoletta cerimoniale]], in un simbolico atto di unificazione<ref>{{cita|Clayton 1994|pp. 12-3}}.</ref>. Ancora in epoca predinastica, intorno al 3150 a.C., il primo faraone dinastico stabilì il proprio controllo sul Basso Egitto ponendo la propria capitale a [[Menfi (Egitto)|Menfi]], da dove avrebbe potuto supervisionare la forza lavoro e l'agricoltura nel fertile [[Delta del Nilo]], così come le redditizie ma rischiose rotte [[Commercio|commerciali]] verso il [[Levante (regione storica)|Levante]].
L'autorità e il potere sempre crescenti dei faraoni del Periodo arcaico si riflettono nelle loro elaborate [[Mastaba|mastabe]] sepolcrali e nelle altre architetture funerarie ad [[Abido (Egitto)|Abido]], ove i re erano oggetto di un culto divino dopo la loro morte<ref>{{cita|Shaw 2003|p. 70}}.</ref>. La forte istituzione [[Monarca|monarchica]] sviluppata da vari faraoni servì a legittimare il controllo dello Stato sulla terra, le [[opere pubbliche]] e le risorse necessarie per la sussistenza e la crescita dell'antica civiltà egizia<ref>{{Cita web|url=https://www.ucl.ac.uk/museums-static/digitalegypt//archaicegypt/info.html|titolo=Information, Early Dynastic Egypt|accesso=29 aprile 2017|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20181119082648/http://www.ucl.ac.uk/museums-static/digitalegypt//archaicegypt/info.html|urlmorto=no}}</ref>.
=== Antico Regno (2686 - 2181 a.C.) ===
{{Vedi anche|Antico Regno (Egitto)}}
Enormi progressi nell'[[architettura]], nell'[[Arte egizia|arte]] e nella [[tecnologia]] si ebbero durante l'Antico Regno, come risultato di un sensibile incremento della produzione agricola e del conseguente aumento demografico - il tutto controllato da un'amministrazione centrale sofisticata<ref>{{Cita|James 2005}}, p. 40.</ref>. Alcuni dei più notevoli e celebri monumenti della civiltà egizia, come le [[Piramidi di Giza]], la [[Grande Sfinge di Giza]] e la [[Chefren in trono (JE 10062)|Statua di Chefren in trono]], risalgono a questo periodo. Sotto la direzione del [[visir]], gli amministratori statali raccoglievano le tasse, coordinavano i piani d'irrigazione necessari all'aumento della resa agricola, arruolavano i sudditi destinati alla costruzione delle opere pubbliche e presiedevano la [[Ordinamento giuridico|giustizia]]<ref>{{cita|Shaw 2003|p. 102}}.</ref>.
Unitamente all'accresciuto prestigio del governo centrale, si affermò una nuova classe di [[Scriba|scribi]] e funzionari altamente qualificati cui il faraone assegnava possedimenti in cambio dei loro servigi. I faraoni facevano inoltre concessioni terriere ai propri culti funerari e ai [[Tempio egizio|templi]] locali, con il fine di assicurare a queste istituzioni le risorse necessarie al culto ''post-mortem'' del sovrano stesso. Gli egittologi ritengono che tale pratica, continuata per ben cinque secoli, abbia lentamente consumato il potere economico e la ricchezza della casa reale, al punto di non poter più reggere efficientemente il peso di un'amministrazione centrale a tal punto sviluppata<ref>{{cita|Shaw 2003|pp. 116-7}}.</ref>. I governatori locali, chiamati [[Nomo (Egitto)|nomarchi]], cominciarono a sfidare l'autorità del faraone, la cui potenza stava gradualmente diminuendo. Questa crisi interna, tra il 2200 a.C. e il 2150 a.C., unita a gravi [[siccità]] ed [[Disastro naturale|eventi climatici disastrosi]]<ref>{{Cita web|url=https://www.bbc.co.uk/history/ancient/egyptians/apocalypse_egypt_01.shtml|titolo=BBC - History - Ancient History in depth: The Fall of the Egyptian Old Kingdom|accesso=29 aprile 2017|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20190506203622/http://www.bbc.co.uk/history/ancient/egyptians/apocalypse_egypt_01.shtml|urlmorto=no}}</ref>, gettò l'Egitto in centocinquant'anni di [[carestia]] e [[Guerra civile|guerre civili]]: il cosiddetto [[Primo periodo intermedio]]<ref>{{cita|Clayton 1994| p. 69}}.</ref>. <gallery>
File:All Gizah Pyramids.jpg|Le [[Necropoli di Giza|Piramidi di Giza]], risalenti alla [[IV dinastia egizia]].
File:Flickr - Gaspa - Giza, la sfinge (2).jpg|La [[Grande Sfinge di Giza]], risalente alla [[IV dinastia egizia]].
File:Khufu CEM.jpg|[[Statuetta di Cheope]] in trono, in [[avorio]], risalente, forse<ref>Zahi Hawass, ''The Khufu Statuette''. pp. 379-94.</ref>, alla [[IV dinastia egizia]]. [[Museo egizio del Cairo]].
File:BustOfPrinceAnkhhaf-Front MuseumOfFineArtsBoston.png|[[Busto di Ankhhaf|Busto del principe Ankhhaf]], figlio di [[Cheope]]. [[Museum of Fine Arts (Boston)|Museum of Fine Arts]], [[Boston]].
File:Khafre statue.jpg|Dettaglio della [[Chefren in trono (JE 10062)|Statua di Chefren in trono (JE 10062)]], in [[diorite]], risalente alla [[IV dinastia egizia]]. [[Museo egizio del Cairo]].
File:Royal head from a small statue.jpg|Probabile testa di [[Pepi II|Pepi II Neferkara]], ultimo grande [[faraone]] dell'[[Antico Regno (Egitto)|Antico Egitto]]. [[Metropolitan Museum of Art]], [[New York]].
</gallery>
=== Primo periodo intermedio (2181 - 2050 a.C.) ===
{{Vedi anche|Primo periodo intermedio dell'Egitto}}
[[File:Egyptian - Relief - Part of a Procession of Gods with Inscription - Walters 2290.jpg|miniatura|Rilievo degli [[Divinità egizia|dei]] [[Geb]] e [[Upuaut]], risalente al [[Primo periodo intermedio]]. [[Walters Art Museum]], [[Baltimora]].|202x202px]]
Dopo il collasso del governo centrale egizio e la fine dell'Antico Regno, l'amministrazione non poté più supportare o stabilizzare l'economia del Paese, né i governatori locali poterono più contare sul [[faraone]] per un supporto in tempo di crisi: la carenza di generi alimentari, così come le controversie politiche, degenerarono presto in [[Carestia|carestie]] e [[Guerra civile|guerre civili]] su minuscola scala. Tuttavia, a dispetto della grave situazione interna, i capi locali, che non dovevano più tributi al faraone, si servirono della loro effettiva indipendenza per dare vita a una fiorente cultura provinciale. Disponendo ora del completo controllo delle proprie risorse, le province si arricchirono sensibilmente - come dimostrano le opulente sepolture della élite e quelle via via più pregiate degli esponenti delle altre classi sociali<ref>{{cita|Shaw 2003|p. 120}}.</ref>. In un fiorire di creatività, gli artigiani provinciali adattarono motivi culturali precedentemente limitati al faraone dell'Antico Regno e alla sua stretta cerchia e gli scribi svilupparono temi, idee e stili letterari che andarono a esprimere l'originalità e l'ottimismo del periodo<ref name="cita-Shaw-2003-p146">{{cita|Shaw 2003|p. 146}}.</ref>.
Slegati, all'atto pratico, da ogni vincolo di fedeltà al faraone, i governanti locali finirono col competere l'uno con l'altro per il controllo territoriale e il potere politico. Intorno al [[XXII secolo a.C.|2160 a.C.]], i signori di [[Ieracompoli]] potevano vantare un'egemonia sul Basso Egitto (il nord del Paese), mentre la rivale famiglia di [[Antef I]], cioè l'[[XI dinastia egizia|XI dinastia]], assunse il controllo dell'Alto Egitto governando, di fatto, da [[Tebe (sito archeologico)|Tebe]]. I discendenti di Antef I, [[Antef II]] e [[Antef III]] accrebbero il proprio potere e la propria autorità, e lo scontro fra le due dinastie che si spartivano il Paese divenne inevitabile. Nel [[XXI secolo a.C.|2055 a.C.]] circa le forze tebane guidate dal faraone [[Mentuhotep II|Nebhepetra Mentuhotep II]] sbaragliarono definitivamente la [[X dinastia egizia|dinastia eracleopolitana]], riunificando le Due Terre. Si inaugurò un periodo di rinascenza economica e culturale noto come [[Medio Regno (Egitto)|Medio Regno]]<ref>{{cita|Clayton 1994|p. 29}}.</ref>.
{{
I faraoni del Medio Regno ristabilirono la prosperità e la stabilità dell'Egitto, stimolando inoltre una rinascenza delle arti, della letteratura e dell'architettura di carattere monumentale<ref>{{cita|Shaw 2003|p. 148}}.</ref>. [[Mentuhotep II]] e i suoi successori ([[XI dinastia egizia|XI dinastia]]) regnarono da [[Tebe (sito archeologico)|Tebe]], ma il [[visir]] Amenmehmat assunse il potere intorno al [[XX secolo a.C.|1985 a.C.]] divenendo faraone come [[Amenemhat I]] e dando origine alla [[XII dinastia egizia]], una delle più gloriose della storia egizia. Amenemhat I spostò la capitale a [[Ity Tawy]] (per intero ''Amenmehmat-Ity-Tawy'', che significa "Amenemhat Dominatore delle Due Terre"<ref>{{cita|Shaw (2003|p. 146}}.</ref>), nella regione del [[Fayyum]]<ref>{{cita|Clayton 1994|p. 79}}.</ref>. Da Ity Tawy i sovrani della XII dinastia presiedettero alla [[Terra sottratta al mare|sottrazione al mare di diverse terre]] e alla progettazione di diversi piani di irrigazione per incrementare la resa agricola della zona. L'esercito riconquistò i territori della [[Nubia]], ricchi di [[Miniera|miniere]] d'[[oro]] e d'altre materie preziose, mentre nella zona orientale del [[Delta del Nilo|Delta]] furono edificate strutture difensive a tutela delle frontiere<ref>{{cita|Shaw 2003|p. 158}}.</ref>.
Con la situazione sociopolitica e militare stabilizzata dal potere faraonico e con l'afflusso di ricchezza dai giacimenti d'oro nubiani e dalle coltivazioni del Paese, la popolazione, l'arte e la cultura egizie andarono incontro a una fioritura. In contrasto con l'atteggiamento elitario dell'[[Antico Regno (Egitto)|Antico Regno]] nei confronti della [[Religione egizia|religione]], il Medio Regno vide un incremento delle espressioni di pietà personale, oltre a una sorta di "[[Democrazia|democratizzazione]]" dell'[[Oltretomba|aldilà]] ([[Duat]]): si riteneva ora che ogni individuo possedesse uno [[Anima nella religione dell'antico Egitto|spirito]] destinato, dopo la morte, alla [[Immortalità|vita eterna]] nella compagnia degli [[Divinità egizia|dèi]]<ref>{{cita|Shaw 2003|pp. 179-82}}.</ref>. La letteratura del Medio Regno sviluppò tematiche sofisticate espresse in uno stile eloquente o [[Intimismo|intimistico]]<ref name="cita-Shaw-2003-p146"/>. I rilievi e la ritrattistica scultorea del periodo furono in grado di catturare dettagli sottili e individuali, raggiungendo nuove vette di perfezione tecnica<ref>{{Cita|Robins 1997}}, p. 90.</ref>.
L'ultimo grande faraone del Medio Regno, [[Amenemhat III]], permise ad alcune popolazioni [[Cananea|cananee]] d'origine [[semiti]]ca di stanziarsi nella zona orientale del Delta del Nilo: reclutò così una nuova ingente forza lavoro per le attività minerarie e per i progetti architettonici del proprio regno. Tali imprese ambiziose, tuttavia, coincisero, verso la fine del regno di Amenemhat III, con gravi [[Esondazione|straripamenti]] del Nilo che provarono l'economia del Paese e avviarono un lento declino destinato a sfociare, all'epoca della [[XIII dinastia egizia|XIII]] e [[XIV dinastia egizia|XIV dinastia]], nel [[Secondo periodo intermedio]]. Sfruttando tale decadenza, i Cananei stabilitisi nel Delta del Nilo presero il controllo della regione, per poi imporre la propria egemonia su gran parte del territorio egizio; furono in seguito indicati con il termine "[[Hyksos]]"<ref>{{cita|Shaw 2003|p. 188}}.</ref>. <gallery>
File:Mummy mask of Gemni-em-hat (ÆIN 1625).jpeg|Maschera funeraria del funzionario [[Gemniemhat]], attivo tra la [[XI dinastia egizia|XI]] e [[XII dinastia egizia]]. [[Ny Carlsberg Glyptotek]], [[Copenaghen]].
File:Mentuhotep Seated edit.jpg|[[Statua osiriforme di Mentuhotep II]] della [[XII dinastia egizia]], in [[arenaria]] dipinta. [[Museo egizio del Cairo]].
File:StatueOfSesotrisIII-EA684-BritishMuseum-August19-08.jpg|Statua di [[Sesostri III]], il più potente sovrano del [[Medio Regno (Egitto)|Medio Regno]], in [[granito]]. [[British Museum]], [[Londra]].
File:Statue of Sobekneferu (Berlin Egyptian Museum 14475).jpg|[[Nefrusobek in grovacca (14475)|Busto di Nefrusobek]] della [[XII dinastia egizia]], in [[grovacca]], distrutta durante la [[Seconda guerra mondiale]]. Già all'[[Altes Museum]], [[Berlino]]
File:Amenemhat V.jpg|[[Amenemhat V in scisto (ÄS 37)|Busto di Amenemhat V]] della [[XIII dinastia egizia]] in [[scisto]] - una delle migliori creazioni artistiche del periodo<ref>B. Fay: Amenemhat V -Vienna/Aswan, in: Mitteilungen des Deutschen Archäologischen Instituts, Kairo 44 (1988), 67-77.</ref>. [[Kunsthistorisches Museum]], [[Vienna]].
File:Ka Statue of horawibra.jpg|[[Ka di Hor I (JE 30948)|Statua del ka di Hor I]] della [[XIII dinastia egizia]], in legno, [[cristallo di rocca]] e [[quarzo]]. [[Museo egizio del Cairo]].
</gallery>
=== Secondo periodo intermedio (1690 - 1549 a.C.) e gli Hyksos ===
{{Vedi anche|Secondo periodo intermedio dell'Egitto|Hyksos}}
[[File:Egypt Hyksos Period.png|miniatura|verticale|La grave situazione politica del [[Secondo periodo intermedio]] (ca. [[XVII secolo a.C.|1650]] - [[XVI secolo a.C.|1550 a.C.]]).]]
Quando, intorno al 1785 a.C., il potere faraonico andò incontro a un nuovo periodo di crisi, una popolazione asiatica, gli [[Hyksos]], si era già stabilita nella città nord-orientale di [[Avaris]]; gli Hyksos estesero il proprio dominio su gran parte dell'Egitto, occupandolo, e costringendo il potere centrale a ritirarsi a [[Tebe (sito archeologico)|Tebe]]. Il faraone cominciò a essere trattato come un [[vassallo]] a cui era richiesto il pagamento di un tributo<ref name=":2">{{cita|Ryholt, 1997|p. 310}}.</ref>. Gli Hyksos ("Sovrani stranieri") si appropriarono del modello di governo egizio e i loro re pretesero il trattamento di faraoni, mescolando la propria cultura con elementi egizi; come altri invasori, introdussero nella valle del Nilo nuove tecniche militari, fra cui l'[[arco composito]] e il [[carro da guerra]]<ref>{{cita|Shaw 2003|p. 189}}.</ref>.
[[File:Cylinder Khondy Petrie.jpg|sinistra|miniatura|Sigillo cilindrico attribuito al re [[hyksos]] [[Khamudi]], ultimo occupante del [[Basso Egitto]], sconfitto da [[Ahmose I]]. [[Museo egizio del Cairo]].]]
Dopo l'arretramento, la [[XVII dinastia egizia|dinastia]] di Tebe si sentì intrappolata fra gli occupanti Hyksos a settentrione e i loro alleati [[nubia]]ni, i [[Kush]]iti, a meridione. Dopo anni di vassallaggio, Tebe dispose di forze sufficienti per sfidare gli Hyksos in un conflitto che durò più di trent'anni, terminando solamente intorno al 1550 a.C.<ref name=":2" /> I faraoni [[Seqenenra Ta'o]] e [[Kamose]] riuscirono a sconfiggere i Nubiani, ma non gli Hyksos - impresa che riuscì al successore di Kamose, [[Ahmose I]], abile condottiero di una serie di campagne vittoriose che debellarono definitivamente la presenza degli Hyksos dal suolo egizio. Ahmose I diede origine a una nuova dinastia, la [[XVIII dinastia egizia|XVIII]]. Nel [[Nuovo Regno (Egitto)|Nuovo Regno]] così inauguratosi, la guerra divenne una delle principali occupazioni dei faraoni, i quali espansero enormemente i confini dell'Egitto nel tentativo di imporre la propria supremazia sul [[Vicino Oriente antico]]<ref>{{cita|Shaw 2003|p. 224}}.</ref>.
=== Nuovo Regno (1549 - 1069 a.C.) ===
{{Vedi anche|Nuovo Regno (Egitto)}}
I faraoni del Nuovo Regno diedero vita a un'epoca di ineguagliato splendore rendendo sicuri i confini e intessendo fervide relazioni [[Diplomazia|diplomatiche]] con potenze vicine quali l'[[Mitanni|Impero mitannico]], l'[[Assiria]] e la [[Cananea]]. Le campagne militari guidate da [[Thutmose I]] e dal nipote [[Thutmose III]] estesero l'autorità faraonica sul più vasto impero che l'Egitto avesse mai posseduto; fra i loro regni, il controverso interludio della regina [[Hatshepsut]] si rivolse alla pace e restaurò le relazioni commerciali interrotte dall'occupazione degli Hyksos (tuttavia anche con lei si ebbero espansioni territoriali)<ref>{{Cita|Rachet 1994}}, p. 158.</ref>.
Alla morte di Thutmose III, nel [[XV secolo a.C.|1425 a.C.]], l'Egitto si estendeva dalla [[Siria (provincia romana)|Siria]] nord-orientale alla quarta [[Cateratte del Nilo|cateratta]] del [[Nilo]] in [[Nubia]] (odierno [[Sudan]]) ed era aperto a importazioni di ogni genere, fra cui il [[bronzo]] e il legname<ref>{{Cita|James 2005}}, p. 48.</ref>. I faraoni del Nuovo Regno intrapresero monumentali campagne edilizie, soprattutto in onore del dio nazionale [[Amon]], il cui culto si basava sulla capitale [[Tebe (sito archeologico)|Tebe]]. Eressero inoltre architetture per esaltare le proprie imprese, sia reali che immaginarie. [[Complesso templare di Karnak|Quello di Karnak]], a Tebe, è il più grande [[tempio egizio]] mai costruito<ref>{{Cita|Rachet 1994}}, p. 173.</ref>. Lo stesso regno di Hatshepsut, durato ventidue anni, fu uno dei vertici della ''grandeur'' dell'epoca<ref>{{Cita|Rachet 1994}}, pp. 111-2.</ref>. Il suo regno fu segnato da successi memorabili: una lunga pace, ricchi progetti edilizi, una spedizione commerciale nel [[Paese di Punt]], la ricostituzione dei traffici commerciali dopo la fine del [[Secondo periodo intermedio]], ricchi progetti edilizi come il elegante [[Tempio funerario di Hatshepsut|Tempio funerario]], una [[Obelisco di Hatshepsut|coppia di giganteschi obelischi]] e [[Cappella Rossa|una cappella]] a [[Karnak]]. A dispetto di tali traguardi, il pronipote [[Amenofi II]] operò una manomissione di molti suoi monumenti<ref>{{Cita|Clayton 1994}}, p. 104.</ref><ref>{{Cita web|url=https://c.photoshelter.com/img-get/I0000WtEQtXrlmyc/s/750/750/MM7715-080513-02558.jpg|titolo=Esempio di immagine erasa di Hatshepsut|accesso=29 aprile 2019|dataarchivio=30 agosto 2021|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20210830234350/https://c.photoshelter.com/img-get/I0000WtEQtXrlmyc/s/750/750/MM7715-080513-02558.jpg|urlmorto=sì}}</ref><ref>{{Cita web|url=https://c.photoshelter.com/img-get/I00009n12AsUzw9Q/s/750/750/MM7715-080508-00529.jpg|titolo=Esempio 2 di immagine erasa di Hatshepsut|accesso=29 aprile 2019|dataarchivio=30 agosto 2021|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20210830234349/https://c.photoshelter.com/img-get/I00009n12AsUzw9Q/s/750/750/MM7715-080508-00529.jpg|urlmorto=sì}}</ref>.
Intorno al 1350 a.C. la stabilità del Nuovo Regno andò incontro a una grave crisi quando [[Amenofi IV]] salì al [[Sedile di presentazione|trono]] e promulgò una serie di riforme radicali e caotiche<ref name=":1">{{Cita|Rachet 1994}}, pp. 28-9, 34-5, 58-9, 218-9.</ref>. Cambiando il proprio nome in "Akhenaton", il re propagò il culto di un dio secondario, [[Aton]], quale divinità suprema, abbandonò le divinità tradizionali e si rivolse polemicamente contro il [[Grande tempio di Amon|Tempio di Amon]] - il cui strapotere poteva rivaleggiare con l'autorità faraonica<ref name=":1" />. Spostando la capitale nella nuova città di [[Akhetaton]], da lui fondata ''ex-novo'', Akhenaton voltò negligentemente le spalle alla situazione politica dei domìni [[Levante (regione storica)|levantini]] del Paese. Avviò inoltre un [[Arte amarniana|nuovo stile artistico]]. Il [[Atonismo|culto di Aton]] fu abbandonato negli anni successivi alla morte di Akhenaton: il clero di Amon riacquisì il proprio potere e riportò a Tebe la capitale. I successori [[Tutankhamon]], [[Ay (faraone)|Ay]] e [[Horemheb]] cercarono di [[Damnatio memoriae|eliminare]] ogni riferimento al turbolento regno di Akhenaton<ref>{{Cita news|url=http://www.ancient.eu/Horemheb/|titolo=Horemheb|pubblicazione=Ancient History Encyclopedia|accesso=30 aprile 2017|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20170216123301/http://www.ancient.eu/Horemheb/|urlmorto=no}}</ref>.
Nel [[XIII secolo a.C.|1279 a.C.]] fu [[Incoronazione dei faraoni|incoronato]] [[Ramses II]] "il Grande", destinato a edificare più templi, erigere più [[Colossi di Ramses II|colossi]], monumenti e [[Obelisco|obelischi]] e generare [[Figli di Ramses II|più figli]] di ogni altro sovrano egizio<ref>{{Cita|Clayton 1994}}, p. 146.</ref>. Valente condottiero, Ramses II guidò il proprio esercito contro gli [[Ittiti]] nella gigantesca [[battaglia di Qadeš]], per poi firmare il [[Trattato di Qadeš|primo trattato di pace]] della storia<ref>{{Cita|Shaw 2003}}, pp. 289-90.</ref>. Le armate Egizie ed Ittite non furono mai in grado di prevalere una sull'altra ed entrambi gli eserciti temevano l'aggressività del Medio [[Impero assiro]]: così gli Egizi abbandonarono il [[Vicino Oriente antico|Vicino Oriente]] mentre gli Ittiti furono lasciati a confrontarsi con gli Assiri e con i [[Frigi]].
La ricchezza dell'Egitto persuase varie popolazioni a cercare d'invaderlo, in particolare i [[Berberi]] da ovest e i [[Popoli del Mare]], una presunta confederazione di predoni del mare, particolarmente agguerriti, provenienti dall'[[Europa meridionale]], specialmente dal [[Mar Egeo]]<ref>{{Cita news|lingua=en|url=https://www.britannica.com/place/Syria|titolo=Syria {{!}} history - geography|pubblicazione=Encyclopedia Britannica|accesso=30 aprile 2017|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20170706155257/https://www.britannica.com/place/Syria|urlmorto=no}}</ref>. Le forze egizie furono in grado di respingerne l'invasione, ma l'Egitto perse i territori della [[Cananea]] meridionale, che caddero in mano assira. La tensione provocata da una situazione estera tanto turbolenta fu esacerbata da problemi interni come la corruzione, la razzia delle tombe e il malcontento popolare. Dopo aver ristabilito il proprio potere con la restaurazione seguita alla morte di Akhenaton, i [[Primo profeta di Amon|Sommi sacerdoti]] del Tempio di Amon a Tebe accumularono terre e ricchezza oltre ogni limite precedente; la loro potenza, contrapposta all'autorità del faraone, portò alla divisione del Paese durante il [[Terzo periodo intermedio]]<ref>{{Cita|James 2005}}, p. 54.</ref>. <gallery>
File:British Museum Egypt 074.jpg|[[Testa colossale di Amenofi III in granito rosso]], della [[XVIII dinastia egizia]]. [[British Museum]], [[Londra]].
File:The Statues of the Plain, Thebes, Egypt; a man is standing Wellcome V0037814.jpg|Colossi di [[Amenofi III]], della [[XVIII dinastia egizia]], soprannominati "[[Colossi di Memnone]]", in una fotografia del [[1858]].
File:Nofretete Neues Museum.jpg|[[Busto di Nefertiti]], "[[Grande sposa reale]]" di [[Akhenaton]], della [[XVIII dinastia egizia]]. [[Ägyptisches Museum und Papyrussammlung]], [[Neues Museum]], [[Berlino]].
File:TUT-Ausstellung FFM 2012 47 (7117819557).jpg|[[Maschera funeraria di Tutankhamon]], della [[XVIII dinastia egizia]]. [[Museo egizio del Cairo]].
File:Egypt-statue.jpg|Frammento di un [[Colossi di Ramses II|colosso di Ramses II]], della [[XIX dinastia egizia]], soprannominato "[[Giovane Memnone]]". [[British Museum]], [[Londra]].
File:The Great Temple of Abu Simbel - 2010 (1609).jpg|Facciata colossale del Tempio maggiore di [[Ramses II]] ad [[Abu Simbel]].
</gallery>
=== Terzo periodo intermedio (1069 - 653 a.C.) ===
{{Vedi anche|Terzo periodo intermedio dell'Egitto}}
[[File:Egypte louvre 066.jpg|miniatura|verticale|Pendente raffigurante [[Horus]], [[Osiride]] e [[Iside]], in [[oro]] massiccio e [[lapislazzuli]], con il [[cartiglio]] di [[Osorkon II]] della [[XXII dinastia egizia]]<ref>{{Cita pubblicazione|titolo=Pendant with the Name of King Osorkon II: the God Osiris's Family|accesso=1º maggio 2017|url=http://www.louvre.fr/en/oeuvre-notices/pendant-name-king-osorkon-ii-god-osiriss-family|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20120202114953/http://www.louvre.fr/en/oeuvre-notices/pendant-name-king-osorkon-ii-god-osiriss-family|urlmorto=no}}</ref>. [[Museo del Louvre]], [[Parigi]].]]
Alla morte di [[Ramses XI]], nel [[1078 a.C.]], [[Smendes I]] assunse il controllo dell'Egitto settentrionale, governando dalla città di [[Tani (Egitto)|Tanis]]<ref>{{Cita|Rachet 1994}}, pp. 295-6.</ref>; la parte meridionale era invece sotto l'effettivo governo del [[Primo profeta di Amon|Sommo sacerdote di Amon]], residente a [[Tebe (sito archeologico)|Tebe]], che riconobbe l'autorità di Smendes I solo nominalmente<ref>{{Cita|Cerny 1975}}, p. 685.</ref>. Durante tale epoca alcune tribù [[Berberi|berbere]] si stanziarono nella zona occidentale del [[Delta del Nilo]], divenendo gradualmente più indipendenti. I prìncipi [[Libia|libici]] presero il controllo del Delta con [[Sheshonq I]], nel [[945 a.C.]], e fondando la [[XXII dinastia egizia]] (detta anche "dinastia bubastita" poiché i suoi faraoni governavano dalla città di [[Bubasti]]), che regnò per due secoli<ref>{{Cita|Rachet 1994}}, p. 70.</ref><ref>{{Cita pubblicazione |autore=Troy L. Sagrillo|titolo=The geographic origins of the ‘Bubastite' Dynasty and possible locations for the royal residence and burial place of Shoshenq I|lingua=en|accesso=1º maggio 2017|url=https://www.academia.edu/245702/The_geographic_origins_of_the_Bubastite_Dynasty_and_possible_locations_for_the_royal_residence_and_burial_place_of_Shoshenq_I|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20171128064714/http://www.academia.edu/245702/The_geographic_origins_of_the_Bubastite_Dynasty_and_possible_locations_for_the_royal_residence_and_burial_place_of_Shoshenq_I|urlmorto=no}}</ref>. Sheshonq I riuscì a esercitare la propria influenza anche sull'Alto Egitto collocando propri famigliari in eminenti posizioni sacerdotali. Alla metà del [[IX secolo a.C.]] l'Egitto fallì un ulteriore tentativo espansionistico nel [[Vicino Oriente antico|Vicino Oriente]]. Il faraone [[Osorkon II]], affiancato da numerosi alleati come la [[Persia]], [[Regno di Israele|Israele]], [[Hama]], [[Libano|Fenicia]], [[Cananea]], gli [[Arabi]], gli [[Aramei]] e i Neo-[[Ittiti]], combatté nella [[battaglia di Qarqar]] contro il potente re [[Assiria|assiro]] [[Salmanassar III]] ([[853 a.C.]]). La coalizione fu sconfitta e l'Impero assiro continuò a dominare il [[Levante (regione storica)|Levante]]<ref>{{Cita web|url=http://www.livius.org/articles/battle/qarqar-853-bce/?|titolo=Qarqar (853 BCE) - Livius|lingua=en|accesso=1º maggio 2017|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20170429073813/http://www.livius.org/articles/battle/qarqar-853-bce/|urlmorto=no}}</ref>.
[[File:Granite ram of Amun with King Taharqa-IMG 4396-black.jpg|sinistra|miniatura|[[Statue di Amon come ariete che protegge re Taharqa|Statua di Amon come ariete che protegge re Taharqa]], [[British Museum]], [[Londra]].]]
La dinastia bubastita si avviò al declino con l'avvento di una [[XXIII dinastia egizia|dinastia rivale]] a [[Leontopoli]]; i [[Nubia]]ni di [[Kush]] cominciarono a minacciare, nel frattempo, il sud dell'Egitto<ref name=":7">{{Cita libro|autore=Emberling, Geoff|titolo=Nubia: Ancient Kingdoms of Africa|anno=2011|editore=Institute for the Study of the Ancient World|città=New York|p=|pp=9-10|cid=Emberling 2011|ISBN=978-0-615-48102-9}}</ref>. Attingendo a millenni di iterazioni (commercio, scambi culturali, occupazione, sincretismo, guerre) con l'Egitto<ref>{{Cita|Rachet 1994}}, p. 223.</ref>, il re nubiano [[Pianki]] lasciò la propria capitale [[Napata]] e invase l'Egitto nel [[727 a.C.]], imponendo facilmente il proprio dominio su Tebe, nel Medio Egitto, e infine sul Delta del Nilo<ref>{{Cita|Shaw 2003}}, p. 345.</ref>. Immortalò i propri successi facendoli incidere sulla "Stele della vittoria"<ref>{{Cita pubblicazione |autore=Sarah Schellinger|titolo=The Victory Stela of Piankhi (ca. 725 BCE) |rivista=Milestone Documents in World History: Exploring the Primary Sources that Shaped the Earth, vol. I 2350 BCE – 1058 CE, Brian Bonhomme, ed.|lingua=en|accesso=1º maggio 2017 |url=https://www.academia.edu/7757030/The_Victory_Stela_of_Piankhi_ca._725_BCE_|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20170830005348/http://www.academia.edu/7757030/The_Victory_Stela_of_Piankhi_ca._725_BCE_|urlmorto=no}}</ref>. Pianki diede origine alla [[XXV dinastia egizia]], i cui faraoni riunificarono le [[Geografia dell'antico Egitto|Due Terre]] riportando l'Egitto alla medesima espansione territoriale del [[Nuovo Regno (Egitto)|Nuovo Regno]]. La XXV dinastia, o "dinastia nubiana", inaugurò un periodo di rinascita per l'Egitto<ref>{{Cita|Rachet 1994}}, p. 224.</ref>. Monarchi come [[Taharqa]] costruirono e restaurarono templi e monumenti lungo l'intera valle del Nilo: a [[Menfi (Egitto)|Menfi]], [[Kawa]], [[Gebel Barkal]] ecc. Fu durante la XXV dinastia egizia che, dalla fine del [[Medio Regno (Egitto)|Medio Regno]], si ricominciarono a costruire piramidi (molte nell'odierno [[Sudan]])<ref name=":7" /><ref>{{Cita|Rachet 1994}}, p. 247.</ref>. Pianki tentò più volte, senza successo, di estendere il domino egizio del Vicino Oriente, opponendosi all'egemonia assira. Nel [[720 a.C.]] mandò l'esercito in supporto a una ribellione, nella Filistea e a [[Gaza]], contro l'Assiria: l'armata egizia fu sconfitta da [[Sargon II]] e la sollevazione fallì; la stessa cosa fece nel [[711 a.C.]], venendo nuovamente sconfitto da Sargon II.
[[File:Khnumibre.jpg|miniatura|verticale|[[Amasis (faraone)|Khnemibra Ahmose II]], della [[XXVI dinastia egizia]], al cospetto del dio [[Sopdu]]. [[Museo del Louvre]], [[Parigi]].]]
A partire dal [[X secolo a.C.]] l'Assiria dovette continuamente lottare per mantenere la propria influenza sul Levante meridionale: era normale che città e regni della regione si appellassero ai faraoni egizi per ottenere aiuto contro l'egemonia assira<ref name=":8">{{Cita|Rachet 1994}}, pp. 55-6.</ref>. Il faraone Taharqa godette di alcuni successi nelle sue campagne mediorientali: accorse in aiuto al re [[Regno di Giuda|giudeo]] [[Ezechia]] quando questi si ritrovò assediato a [[Gerusalemme]] dalle armate del re assiro [[Sennacherib]]<ref name=":8" />. Gli storici non sono concordi sul motivo dell'abbandono dell'assedio da parte di Sennacherib: tra le ipotesi figurano una [[epidemia]], una vera e propria arresa e perfino un intervento divino<ref name=":9">{{cita|Aubin, 2002|pp. 6-13, 152-153, 160}}.</ref>. Sennacherib fu in seguito assassinato dai propri figli per aver distrutto [[Babilonia (città antica)|Babilonia]], città sacra a tutti i [[Mesopotamia|Mesopotamici]]. Nel [[674 a.C.]] re [[Esarhaddon]] tentò di invadere l'Egitto ma fu respinto dal faraone Taharqa<ref name=":9" />; il tentativo fu reiterato nel [[671 a.C.]] con maggiore impegno, l'assiro occupò Menfi e Tebe e Taharqa, duramente sconfitto, fu respinto nella sua Nubia. La conquista di Esarhaddon segnò il declino della dinastia nubiana<ref name=":8" />. Tuttavia, il dominio del re assiro sull'Egitto fu breve e incompleto. Taharqa ne approfittò per impadronirsi nuovamente dell'Alto Egitto: Esarhaddon morì a [[Ninive]] prima di ultimare i preparativi per una spedizione punitiva. La spedizione assira non fu però annullata, bensì, guidata dal generale Shanabushu, travolse Taharqa e lo ricacciò definitivamente in Nubia<ref name=":8" />. Il nipote di Taharqa, [[Tanutamani]], riuscì a sbaragliare [[Necao I]], [[Stato fantoccio|sovrano-fantoccio]] degli Assiri, e a prendere Tebe - solo per poi essere sconfitto a sua volta dalle forze assire, le quali si abbandonarono a un tale [[saccheggio]] di Tebe che la città non si riprese mai pienamente<ref name=":8" />. La dinastia nubiana ebbe definitivamente fine, e un sovrano nativo, [[Psammetico I]], fu collocato sul trono d'Egitto come vassallo di [[Assurbanipal]] d'Assiria<ref name=":4" />.
=== Periodo tardo (653 - 332 a.C.) ===
{{Vedi anche|Periodo tardo dell'Egitto}}
[[File:WLA brooklynmuseum Statue of a Priest of Amun 381-362 BCE.jpg|miniatura|sinistra|verticale|[[Statua Dattari (52.89)]], in [[diorite]], risalente alla [[XXX dinastia egizia]]. [[Brooklyn Museum]], [[New York]].]]
Privi di un piano permanente di occupazione da far seguire alla conquista, gli Assiri delegarono il governo dell'Egitto a una serie di vassalli destinati a diventare i faraoni "saiti" (ossia regnanti dalla città di [[Sais]]) della [[XXVI dinastia egizia]]<ref name=":6">{{Cita|Rachet 1994}}, pp. 275-6.</ref>. Intorno al [[653 a.C.]] il re saita [[Psammetico I]], "raffinato e sottile uomo di corte"<ref name=":4">{{Cita|Rachet 1994}}, p. 257.</ref>, approfittando del coinvolgimento dell'Assiria in un'impegnativa guerra per la conquista di [[Elam]], riuscì abbastanza facilmente a liberare l'Egitto dal giogo assiro con l'aiuto di mercenari della [[Lidia]] e della [[Antica Grecia|Grecia]]<ref name=":4" />.
D'altra parte, Psammetico I e i suoi successori furono abili nel mantenere relazioni pacifiche con l'Assiria, mentre l'influenza greca si espanse nella colonia di [[Naucrati]], situata nel [[Delta del Nilo]]<ref>{{Cita|Rachet 1994}}, pp. 153-4.</ref>. Nel [[609 a.C.]] [[Necao II]], figlio di Psammetico I, scese in guerra contro [[Babilonesi|Babilonia]], i [[Caldei]], i [[Medi]] e gli [[Sciti]] nel tentativo di salvare l'Assiria, che dopo una brutale guerra civile stava per essere invasa da una coalizione di questi ultimi<ref name=":5">{{Cita|Rachet 1994}}, pp. 55-6, 217-8.</ref>, ma il tentativo egizio di salvare gli antichi padroni fallì: il faraone differì di troppo l'intervento e nel frattempo [[Ninive]] era già caduta e re [[Sin-shar-ishkun]] già morto. D'altra parte, Necao II riuscì facilmente a travolgere l'esercito del [[Regno di Israele|Regno d'Israele]] e del suo re [[Giosia]], per poi essere, però, sconfitto con gli Assiri da parte di Babilonesi, Medi e Scizi. Necao II e [[Assur-uballit II]] d'Assiria furono definitivamente sconfitti a [[Karkemiš]], in [[Aramei|Aramea]] (corrispondente all'odierna [[Siria]]), nel [[605 a.C.]]<ref name=":5" />.
[[File:Sarcophagus of Horkhebit2007.jpg|miniatura|verticale|Il [[Sarcofago di Horkhebit]], funzionario della [[XXVI dinastia egizia]], in [[grovacca]], capolavoro del periodo. [[Metropolitan Museum of Art]], [[New York]].]]
Gli Egizi rimasero nella regione per nove decenni di fila, in continua lotta con i sovrani babilonesi [[Nabopolassar]] e [[Nabucodonosor II]] per il comando su porzioni del defunto Impero assiro; Nabucodonosor II invase brevemente l'Egitto nel [[567 a.C.]] Nella loro capitale di Sais, i faraoni della XXVI dinastia patrocinarono una rinascenza artistica effimera ma non "priva di grandiosità, né di raffinatezza, né di un certo fascino melanconico"<ref name=":6" />. Nel [[525 a.C.]] i potenti [[Persiani]] dell'[[Impero achemenide]], guidati da [[Cambise II di Persia|Cambise II]], intrapresero la conquista dell'Egitto e catturarono il faraone [[Psammetico III]] nella battaglia di [[Pelusio]]<ref>{{Cita|Rachet 1994}}, pp. 257-8.</ref>. Cambise II assunse il titolo di faraone, continuando però a governare dalle capitali del suo impero, come [[Susa (Elam)|Susa]] nell'odierno [[Iran]]; il governo dell'Egitto fu affidato a un [[satrapo]]. Il [[V secolo a.C.]] fu segnato da effimere rivolte anti-persiane, senza che queste riuscissero ad abbattere il dominio achemenide<ref>{{Cita|Shaw 2003}}, p. 383.</ref>.
L'Egitto rientrava, con [[Cipro]] e la [[Siria (provincia romana)|Fenicia]], nella sesta satrapia dell'Impero achemenide, i cui sovrani persiani sono noti, nell'ambito della storia egizia, come [[XXVII dinastia egizia]]; il periodo dei "faraoni" persiani terminò più di un secolo dopo, nel [[402 a.C.]] Infatti, dopo alcuni regni piuttosto effimeri di faraoni nativi, dal [[380 a.C.]] al [[343 a.C.]] governò la [[XXX dinastia egizia|XXX dinastia]], ultima casa reale nativa dell'Egitto dinastico, la quale ebbe fine con il regno di [[Nectanebo II]], a cui seguì una breve ripresa del potere persiano ([[XXXI dinastia egizia|XXXI dinastia]]). Nel [[332 a.C.]], il governatore persiano Mazace cedette l'Egitto ad [[Alessandro Magno]] senza combattere<ref>{{Cita|Shaw 2003}}, p. 385.</ref>.
=== Periodo tolemaico (332 - 30 a.C.) ===
{{Vedi anche|Egitto tolemaico|Dinastia tolemaica}}
[[File:Hornedjitef mummy british museum.JPG|miniatura|verticale|sinistra|Dettaglio del prezioso [[Sarcofago egizio|sarcofago]] del sacerdote [[Hornedjitef]], vissuto in [[Egitto tolemaico|epoca tolemaica]]. [[British Museum]], [[Londra]].]]
Nel [[332 a.C.]], incontrando una minima resistenza da parte dei [[Impero achemenide|Persiani]], [[Alessandro Magno]] conquistò l'Egitto, che inglobò nel [[Impero di Alessandro Magno|proprio impero]]. Gli Egizi accolsero il condottiero [[Regno di Macedonia|macedone]] come un liberatore. La suddivisione amministrativa stabilita dopo [[Guerre dei diadochi|lunghe guerre]] dai [[Diadochi|successori di Alessandro]] portò all'instaurazione del [[Egitto tolemaico|Regno tolemaico]], che preservò l'antica cultura egizia pur avendo una capitale di cultura fondamentalmente [[Ellenismo|ellenistica]], [[Alessandria d'Egitto]]<ref name=":3">{{Cita|Rachet 1994}}, p. 177.</ref>.
La città, opulenta e [[Cosmopolitismo|cosmopolita]], divenne il simbolo del potere e del prestigio dei faraoni ellenistici, i [[Dinastia tolemaica|Tolomei]], evolvendosi in un centro culturale di primaria importanza<ref>{{Cita|Rachet 1994}}, p. 31.</ref>; ad Alessandria aveva sede la [[Biblioteca di Alessandria]], la più importante del [[Storia antica|mondo antico]]<ref>{{Cita|Shaw 2003}}, p. 405.</ref>. Il [[Faro di Alessandria]], una delle [[Sette meraviglie del mondo]], facilitava la navigazione delle flotte mercantili dirette verso la città: i re tolemaici patrocinarono la vita commerciale ed economica del Paese con spirito imprenditoriale e industrie fondamentali, come la produzione del [[papiro]], fiorirono<ref>{{Cita|Shaw 2003}}, p. 411.</ref>.
[[File:Caesarion.jpg|miniatura|verticale|[[Tolomeo XV Cesare in granodiorite (SCA 88)|Testa colossale di Tolomeo XV Cesare]], figlio di [[Cleopatra|Cleopatra VII]] e [[Gaio Giulio Cesare]]. ]]
La cultura ellenistica non soppiantò la nativa cultura egizia: i sovrani tolemaici assecondarono tutte le antiche tradizioni per rafforzare il proprio legame con il popolo, costruirono nuovi templi in stile pienamente egizio ([[Tempio di Dendera|Dendera]], [[Tempio di Edfu|Edfu]], [[Esna]], [[Templi di File|File]], [[Tempio di Kôm Ombo|Kôm Ombo]]<ref name=":3" />), supportarono il culto delle [[Divinità egizia|divinità egizie]] e si fecero effigiare come faraoni. Nuove espressioni culturali, come il culto di [[Serapide]], nacquero dal [[sincretismo]] tra divinità greche ed egizie, mentre gli stilemi della [[Scultura greca classica|statuaria greca classica]] influenzarono l'[[arte egizia]]. Nonostante i continui sforzi di regnare pacificamente sul popolo dell'Egitto, la dinastia tolemaica fu sovente scossa da inquietudini sociali, da cruente rivalità familiari e da sollevazioni come quella che seguì la morte di re [[Tolomeo IV]]<ref>{{Cita|Shaw 2003}}, p. 418.</ref>.
Inoltre, man mano che [[Roma (città antica)|Roma]] cominciava a dipendere sempre più dal [[Triticum|grano]] importato dall'Egitto, l'ingerenza dei [[Civiltà romana|Romani]] nei confronti della politica egizia divenne determinante: continue rivolte, ambizioni politiche e pesanti pressioni dal [[Vicino Oriente antico|Vicino Oriente]] portarono a una situazione instabile, gettando le basi della conquista romana del Regno tolemaico d'Egitto<ref>{{Cita|James 2005}}, p. 62.</ref>.
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[[File:Augustus-in-Kalabsha.jpg|sinistra|miniatura|verticale|Rilievo raffigurante [[Augusto]], [[imperatore romano]] e [[faraone]]. Tempio di [[Nuova Kalabsha]].]]
L'Egitto divenne una [[Provincia romana|provincia]] dell'[[Impero romano]] nel [[30 a.C.]], a seguito della sconfitta, nella [[battaglia di Azio]], di [[Marco Antonio]] e dell'ultima regina [[Dinastia tolemaica|tolemaica]] [[Cleopatra|Cleopatra VII]] da parte del generale [[Civiltà romana|romano]] Ottaviano (poi [[imperatore]] con il nome di [[Augusto]])<ref name=":3" />. [[Roma (città antica)|Roma]] cominciò ad approvvigionarsi prelevando quantità enormi di [[Triticum|grano]] dalla fertile valle del Nilo, mentre l'[[esercito romano]], con la supervisione di un [[Prefetto (storia romana)|prefetto]] incaricato dall'imperatore, si trovava di frequente impegnato a sedare rivolte, salvaguardare l'aumento della pressione fiscale e prevenire attacchi di banditi (le cui scorribande erano ormai endemiche in Egitto)<ref>{{Cita|James 2005}}, p. 63.</ref>.
[[File:Dendera relief.jpg|miniatura|Rilievo raffigurante [[Hathor]] e [[Ra]] omaggiati da [[Traiano]], [[imperatore romano]] e [[faraone]]. [[Tempio di Dendera]].]]
[[Alessandria d'Egitto]] rimase un fondamentale scalo commerciale per gli scambi con l'Oriente - in un'epoca in cui i beni di lusso orientali erano fortemente richiesti da Roma<ref>{{Cita|Shaw 2003}}, p. 426.</ref>. Benché i Romani si siano comportati con maggiore ostilità verso gli Egizi rispetto ai Greci, pratiche quali la [[mummificazione]] e la venerazione degli [[Divinità egizia|dei]] tradizionali continuarono indisturbate<ref name=":0">{{Cita|Shaw 2003}}, p. 422.</ref>. La pratica di realizzare ritratti da applicare alle [[Mummia|mummie]] raggiunse l'apogeo artistico con i "[[Ritratti del Fayyum]]" e alcuni [[imperatori romani]] furono raffigurati come faraoni, anche se la situazione era molto mutata dal tempo dei Tolomei: il ''[[Principato (storia romana)|princeps]]'' romano viveva lontano dall'Egitto e non svolgeva alcuna funzione connessa alla regalità egizia. L'amministrazione della provincia d'Egitto divenne totalmente romana nello stile e fu preclusa ai nativi Egizi<ref name=":0" />.
Il [[cristianesimo]] cominciò a espandersi in Egitto fin dalla metà del [[I secolo]], venendo inizialmente accettato come uno dei tanti culti praticati all'interno dell'Impero - finché la sua chiusura a ogni tentativo di [[sincretismo]] con la [[religione egizia]] e greco-romana e il rifiuto della tradizione religiosa popolare non cominciarono a rivelarsi problematici. Si ebbero varie persecuzioni contro i cristiani: su tutte la grande purga voluta da [[Diocleziano]] a partire dal [[303]], che tuttavia non riuscì ad indebolire il Cristianesimo<ref>{{Cita|Shaw 2003}}, p. 431.</ref>. Nell'anno [[391]] l'imperatore cristiano [[Teodosio I]] emanò leggi che bandivano i riti pagani e disponevano la chiusura dei templi<ref>{{Cita libro|autore=Henry Chadwick|titolo=The Church in Ancient Society|url=https://archive.org/details/churchancientsoc00chad|anno=2001|editore=Oxford University Press|città=|p=[https://archive.org/details/churchancientsoc00chad/page/n379 373]|pp=|ISBN=0-19-924695-5}}</ref>. Ciò contribuì al deciso declino della nativa cultura egizia. Mentre gli Egizi continuarono certamente a parlare il [[Lingua egizia|proprio antico idioma]], ma la capacità di scrivere i [[Geroglifici egizi|geroglifici]] scomparve unitamente alla progressiva sparizione dei sacerdoti e delle sacerdotesse dei [[Tempio egizio|templi]] tradizionali. I templi stessi furono sporadicamente convertiti in [[Chiesa (architettura)|chiese]] o abbandonati alle sabbie del deserto<ref>{{Cita|Shaw 2003}}, p. 445.</ref>.
{{vedi anche|Arte egizia}}
=== Piramidi ===
{{Vedi anche|Piramidi egizie}}
[[File:All Gizah Pyramids.jpg|thumb|Le [[Necropoli di Giza|piramidi di Giza]]: da sinistra, in secondo piano, [[Piramide di Micerino|Micerino]], [[Piramide di Chefren|Chefren]] e [[Piramide di Cheope|Cheope]]; in primo piano tre piramidi "delle regine" del complesso di Micerino]]
Le tombe che i faraoni delle prime due dinastie avevano utilizzato come sepolcri furono sostituite da un nuovo edificio durante il regno del faraone [[Zoser]]: la [[piramide]]. La costruzione di questa prima opera derivò dalla sovrapposizione di mastabe, tombe generalmente a forma di piramide tronca, di grandezza decrescente via via che aumentava l'altezza. La figura "a gradoni" simboleggiava la scala attraverso la quale il faraone saliva al cielo. A essa ne seguirono altre e, durante la IV dinastia, apparve la prima piramide perfetta.<br />
La prima fase della costruzione consisteva nello scegliere il luogo adatto all'ubicazione; poi si disegnavano le piante e si decideva la quantità di materiale e di personale necessaria. Allora venivano convocati i sacerdoti, per determinare i punti cardinali che avrebbero orientato le facce delle piramidi, delimitare le basi e procedere alla cerimonia del livellamento del terreno. Il faraone doveva eseguire il rituale dell'inizio della costruzione e la cerimonia dell'allungamento della [[corda]], che consisteva nel verificare l'orientamento, nel piantare un piolo in ciascun angolo, nell'iniziare lo scavo di una piccola parte della fossa, nel modellare un [[mattone]] e nel porre la prima pietra. Cominciava così la costruzione vera e propria. La durata dei lavori dipendeva dalla grandezza del complesso funerario, che doveva essere pronto al momento della morte del faraone.
[[File:Sakkara 12.jpg|miniatura|sinistra|Piramide di Djoser]]
Dopo aver inaugurato ufficialmente la costruzione si iniziava il primo gradino della piramide. Il lavoro veniva svolto da squadre di operai che ricevevano un salario dallo Stato. Una volta stabiliti i gruppi di lavoro, si procedeva all'estrazione dalle cave della pietra necessaria per innalzare la piramide. Il metodo di estrazione dipendeva dalla durezza. Le rocce molto dure venivano sottoposte a un brusco cambiamento di temperatura. Perciò, prima veniva riscaldata la superficie e poi veniva rapidamente raffreddata, incrinando la massa e permettendo di tagliare la pietra con semplici strumenti dello stesso materiale, o di [[legno]] oppure di [[rame]]. Un altro metodo consisteva nell'abbassare il terreno, tracciando una rete di piccole trincee fino a raggiungere la profondità adatta all'estrazione.
Dopo averli separati, i blocchi della parete della cava venivano deposti sul piano per poi essere trainati ai piedi della piramide. Per evitare che rimanessero incagliati, si spargeva a terra del fango, che permetteva un migliore scorrimento delle slitte. Intanto, altre squadre di operai provvedevano a sollevare i blocchi di pietra, completando così i diversi piani. Come gli Egizi riuscirono a sollevare pietre tanto grandi e pesanti è una questione ancora aperta. Molto probabilmente, come testimoniano i resti trovati nel tempio di [[Setibtawy]], utilizzarono un articolato sistema di rampe, permettendo alle squadre di lavorare senza ostacolarsi. Gli spazi che restavano tra i vari piani venivano riempiti con materiali vari e il tutto veniva ricoperto con pietra calcarea bianca, infine veniva innalzata una punta per la piramide completamente in oro massiccio che probabilmente serviva per vedere la piramidi da molto lontano, ma anche simboleggiava un aiuto per il faraone nell'ascesa al cielo, concludendo così la lavorazione e permettendo al sovrano di riposare nella propria, gigantesca, sepoltura.
=== La Valle dei Re ===
{{vedi anche|Valle dei Re}}
[[File:ThebesKV23Chamber.jpg|miniatura|Tomba del faraone [[Ay (faraone)|Ay]]]]
I faraoni del Nuovo Regno scelsero come luogo del loro eterno riposo una valle collocata all'estremità occidentale di [[Tebe (Egitto)|Tebe]]. Fu [[Jean-François Champollion]], nel XIX secolo, a dare per la prima volta a questa valle, conosciuta fino ad allora come la ''Grande Prateria'', il nome di Valle dei Re. La scelta di questo luogo non fu casuale: qui l'occidente indicava infatti, secondo le credenze religiose dell'epoca, il regno dei morti. Questa caratteristica funeraria era esaltata dalla presenza di una montagna a forma di piramide che dominava la valle e richiamava alla mente le tombe dei faraoni dell'Antico Regno.
La Valle dei Re è un letto prosciugato di un fiume, scavato tra le montagne tebane, il cui corso si biforca in due diramazioni: quella secondaria, occidentale, o "Valle delle Scimmie", in cui sono state rinvenute quattro tombe, tra cui quella di [[Ay (faraone)|Ay]] e [[Amenofi III]], e quella principale, che appunto forma la Valle dei Re, nella quale sono state scoperte più di 58 tombe. Questa valle appartata garantiva ai re un riposo tranquillo, assicurato inoltre dalla vigilanza di un corpo speciale di polizia e dalla protezione della dea cobra [[Mertseger|Meretseger]] che vegliava sulla sicurezza della necropoli.
Il primo faraone che utilizzò questa valle per costruirvi il proprio sepolcro fu [[Amenofi I]]. Durante il suo regno il concetto di complesso funerario cambiò radicalmente; la tomba fu infatti separata dal tempio, costruito vicino alla sponda del fiume o in un'altra valle. Anche la struttura degli ipogei subì delle modifiche nel corso dei secoli. Le piante delle costruzioni funerarie seguivano in genere due modelli: quello della XVIII dinastia, a forma di angolo retto, e quello della XX dinastia, di tipo rettilineo. In entrambi i casi, il sarcofago veniva posto nella sala più profonda e le pareti erano riccamente decorate.
La Valle delle Regine sorge nelle vicinanze della Valle dei Re, fra le rocce che sovrastano la piana occidentale di Tebe. In [[lingua araba]] si chiama ''Bībān al-Ḥarīm'', "le porte dell'harem". Nella valle sono state individuate un'ottantina di tombe, molte mai portate a termine, altre molto rovinate, tutte più o meno delle due ultime dinastie del Regno nuovo, XIX e XX. In essa riposavano, oltre a regine e concubine, anche alcuni importanti funzionari quali ad esempio il già citato Imhotep, Amon-her-khepshef, primogenito di Ramesse II e molti dei suoi figli.
La tomba che però più di ogni altra spicca per bellezza è quella appartenuta a una delle più famose regine dell'antico Egitto, Nefertari, la Grande Sposa Reale di Ramesse II. Questa vasta tomba scoperta nel 1904 dall'egittologo Ernesto Schiaparelli, è collocata nel versante settentrionale della Valle delle Regine e presenta una pianta molto articolata. E infatti diversa rispetto a quella delle tombe di tutte le altre regine (solitamente più semplici e dotate di un'unica camera funeraria) e si ispira piuttosto alle sepolture faraoniche della vicina Valle dei Re. Nelle pareti della seconda scala discendente, la decorazione è anche a rilievo. Al termine del ciclo pittorico, Nefertari si tramuta in Osiride, con il conseguente, auspicato raggiungimento dell'immortalità e della pace eterna.
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[[File:Karnak-14-Sphinxallee-ab 11.Dyn-1982-gje.jpg|miniatura|sinistra|[[Complesso templare di Karnak]]]]
Il tempio in Egitto era la "''casa del dio''"; come in una dimora umana, vi era una parte aperta anche agli estranei, una destinata agli intimi e infine la parte più segreta, dove solo il signore della casa aveva diritto di stare, così lo schema classico di un tempio egiziano, comprendeva un cortile, pubblico, con porticati a colonne, dove poteva accedere anche la folla dei fedeli, mediante un portale monumentale inquadrato da due piloni, aperto nel muro di cinta che proteggeva il tempio; poi, la sala ipostila, dove avevano accesso il clero e gli alti dignitari: qui la luce era scarsa, il soffitto era sostenuto da altissime colonne; dalla semioscurità della sala ipostila si passava all'oscurità assoluta del santuario, la parte più intima e misteriosa, dove, nel suo ''naos'' sigillato, abitava il dio, nell'aspetto di una statua preziosa, e dove solo il faraone e i sacerdoti potevano entrare, quando venivano eseguite sulla statua divina le cerimonie del culto giornaliero. Solo in eccezionali ricorrenze e feste la statua del dio lasciava il suo oscuro ricetto, per essere portata in processione, sulla [[barca sacra]] (nella quale vi era sistemata una cappella).
I templi in miglior stato di conservazione si trovano oggi maggiormente nella zona di [[Tebe (Egitto)|Tebe]], la "città" per eccellenza. Qui si trova il [[complesso templare di Karnak]], sito architettonico estremamente complicato: nella cinta dei grandi templi era il gran santuario di Amon, la cui grandiosa sala ipostila fu iniziata da [[Seti I]] e continuata da [[Ramses II]], il tempio di [[Ptah]], quello di [[Khonsu]], anch'esso di età ramesside; numerosi blocchi sono rimasti [[grande tempio di Aton|del tempio del sole]], dedicato ad [[Aton]], edificato dal faraone [[Akhenaton]] prima di abbandonare Tebe; a Karnak vi è anche il "''Padiglione delle Feste''" di [[Thutmose III]], ritenuto uno dei monumenti più originali dell'architettura templare.
[[File:Abou simbel face.jpg|thumb|Il tempio maggiore di [[Abu Simbel]]]]
A [[Luxor]], nel santuario eretto da [[Amenofi III]], si ammira una fra le più belle sale ipostile dei templi egiziani. A [[Menfi (Egitto)|Menfi]], capitale dell'Antico Regno, non è rimasto altro se non povere rovine di templi, come il santuario di Ptah. Ad [[Abydos (Egitto)|Abido]], nella zona meridionale dell'Egitto, è conservato in ottimo stato il magnifico tempio di [[Osiride]], costruito da Seti I e terminato dal figlio di questi, Ramses II; il tempio ha due sale ipostile e un santuario settuplo.
Menzione a parte meritano i due magnifici templi di [[Abu Simbel]], ad opera dell'instancabile Ramses II, uno dedicato a [[Ra]] e al faraone divinizzato, uno dedicato ad [[Hathor]] e alla regina [[Nefertari]], adattati magnificamente alla topografia del luogo, un terreno montuoso, e alla natura del materiale scavato, la roccia.
Quattro grandi statue sedute del sovrano, alte quasi 21 metri, a gruppi di due, dominano la facciata del primo tempio, il maggiore. Sull'entrata del tempio venne posta una statua di [[Ra]] mentre afferra gli altri simboli che compongono uno dei nomi del faraone: una figura di [[maat]] e uno [[Scettri egizi|scettro]]. Il tempio presenta una sala ipostila, dalla quale si accede alla camera che precede il santuario, e un numero elevato di sale secondarie laterali.
La facciata orientale del tempio dedicato ad Hathor e Nefertari consta invece di sei statue alte circa 10 metri. Quattro di queste rappresentano il faraone e due la sposa Nefertari, cui spettò l'inusuale onore di essere raffigurata della stessa grandezza del re. Scolpite all'interno di nicchie, le sculture hanno la gamba sinistra in avanti; ai lati di ciascuna sono rappresentati principi e principesse. La decorazione interna di entrambi i templi ricorda episodi della celebre [[Battaglia di Qadeš]], combattuta da Ramesse II contro gli ittiti.
=== Scultura ===
La grande abbondanza di materiale lapideo in Egitto determinò fin dalle origini una notevole ricchezza di opere scultoree. Nella [[scultura]] a tutto tondo o ad [[altorilievo]] le figure sono presentate in maniera rigidamente frontale, e sebbene siano talvolta inscenati dei movimenti di braccia e gambe, il risultato è sempre sostanzialmente statico. Grande attenzione viene di solito posta nei volti, con una maggiore delicatezza nella resa del modellato e dei lineamenti.
== Società ==
=== Il faraone ===
{{Vedi anche|Faraone}}
[[File:Akhenaten with blue crown.jpg|miniatura|verticale|sinistra|Statuetta di Akhenaton con la corona blu ''[[Corone egizie|khepresh]]''. [[Museo egizio (Il Cairo)|Museo egizio]], [[Il Cairo]].]]
Il faraone è il sovrano potente e incontrastato, apice della piramide sociale che regge l'Egitto. Più dio che uomo, incarnazione di [[Horus]], figlio di [[Osiride]], colui che sconfisse il male, rappresentato da [[Seth]], il faraone nasce con l'avvento di [[Narmer]] e l'unificazione delle Due Terre sotto un unico scettro.
La parola faraone, desunta dalla [[Bibbia]], è però anacronistica per gran parte della storia egiziana. Il termine originario ''pr-‘3'' (pronuncia convenzionale: per-aa) significa "grande casa" e indicava la residenza reale e venne usato per indicare il monarca a partire da [[Thutmose III]]. Per quanto riguarda i nomi personali sono indicati da una titolatura con cinque nomi, che spesso comprendono lunghi epiteti riferiti ad un programma o ad una realizzazione del re, ad esempio: "''Colui che tiene unite le Due Terre''".
I sovrani dell'Egitto unito portano la corona ''[[sekhemty]]'', che vuol dire "le due potenti", unione della corona ''Deshret'', la rossa, simbolo del Basso Egitto, e della bianca, ''hedjet'', simbolo dell'Alto Egitto, poiché signori delle Due Terre Unite. Nel Nuovo Regno e principalmente durante l'epoca del faraone [[Ramses II]], grande guerriero, il faraone era solito portare il cosiddetto ''[[khepresh]]'', la corona di guerra, un casco blu con piccole decorazioni circolari. Queste [[Corona (Egitto)|corone]] erano tutte accomunate dall'ureo, la dea cobra, protettrice dei faraoni.
=== La burocrazia e gli scribi ===
{{Vedi anche|Visir (antico Egitto)|Scriba}}
[[File:Vizier Kagemni - 5th and 6th dynasty of Egypt.jpg|thumb|verticale|Il [[Visir (antico Egitto)|visir]] Kagemni - V e VI dinastia (dalla tomba [[Saqqara#Tabella "B7": necropoli settentrionale di Teti|LS10 di Saqqara)]]]]
L'Egitto ebbe la più articolata amministrazione dell'antichità. Agli ordini diretti del faraone c'era una specie di primo ministro, il [[Visir (antico Egitto)|visir]], cui faceva capo l'intero apparato amministrativo: egli controllava la gestione della giustizia, il tesoro e le entrate fiscali, sovrintendeva ai lavori pubblici. Il visir aveva al proprio servizio numerosi funzionari, distribuiti in ordine gerarchico negli uffici centrali e in tutti i distretti del paese.
Dato che tutti gli atti pubblici venivano accuratamente registrati e archiviati, gli scribi formavano l'ossatura della burocrazia egiziana, presenti a corte come nei più lontani uffici periferici, nelle esattorie delle imposte, nei campi e censire il bestiame o a misurare i raccolti, avevano un ruolo primario e insostituibile, che garantiva loro prestigio e privilegi. La complessità della scrittura geroglifica richiedeva del resto lunghi anni di studio, e solo pochi la apprendevano.
Il faraone, come possiamo vedere sia nelle pitture murali che nei sarcofagi, regge due [[Scettri egizi#Insegne osiriane|scettri]]: il pastorale, [[Scettri egizi#Hekat (Heqa, Heq)|hekat]], simbolo del sovrano "pastore del gregge", e dunque guida, e il [[Scettri egizi#Nekhekh (Nekhaka, nekhkhut)|nekhekh]], simbolo di potere e fonte di timore per nemici e ribelli. Durante le cerimonie ufficiale si soleva reggere anche il [[Scettri egizi#Uas (Was)|uas]], lo scettro degli dèi, un lungo bastone la cui parte superiore aveva la forma di animale mitico.
=== Le donne ===
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[[File:Neferetiabet c.jpg|thumb|verticale|sinistra|La principessa [[Nefertiabet]] (2590-2565 a.C.), [[museo del Louvre]]]]
Nonostante siano noti pochi esempi di donne egizie del ceto medio giunte a ricoprire ruoli importanti nella vita pubblica, la condizione femminile nell'antico Egitto era generalmente migliore rispetto a quella della donna in Grecia o nell'antica Roma. Spesso, in assenza dei loro mariti, gestivano direttamente le piccole aziende o imprese dei loro consorti, anche se ovviamente il loro ruolo preminente era legato soprattutto alla vita familiare come mogli e madri. Nell'ambito della vita domestica a loro era affidata la gestione della casa e della servitù oltre che il compito di educare i figli. Al di fuori della vita domestica le posizioni più comuni erano quelle di ballerina, prefica o accompagnatrice musicale, mentre per le donne abbastanza ricche da poter avere alle loro dipendenze serve che si occupassero dei figli non era infrequente l'impiego come profumiere, cantanti, musiciste o come sacerdotesse di rango minore al servizio di qualche divinità.
[[File:Maler der Grabkammer des Nacht 004.jpg|thumbnail|verticale|Musiciste dell'antico Egitto]]
Per quel che riguarda le donne di estrazione nobile o di sangue reale si conoscono svariate donne assai influenti: una delle più note fu [[Nitocris]], che intorno al 2218 a.C. regnò al posto del marito deceduto. Ci fu poi tra il 1600 e il 1200 a.C. una discendenza politica femminile: la regina [[Tetisheri]], che ebbe tre figlie ([[Ahhotep I]], [[Ahmose Meritamon]] e [[Ahmose-Sitkamose]]), che sposarono [[Amenofi I]]. [[Ahhotep I]] intraprese delle campagne contro gli [[Hyksos]] e diede alla luce la regina [[Thothmes]], sposa di [[Amose]]{{Chiarire|2=Che "regina Thothmes"?}}. La quarta generazione fu rappresentata da [[Hatshepsut]], che avviò molte opere di ricostruzione.
Tra le donne più fortunate c'erano le sacerdotesse, che ricevevano educazione artistica e musicale e che, dalla diciottesima dinastia, costituirono un ceto elevato ma accessibile a tutte.
Le donne avevano autonomia sociale-giuridica e potevano ereditare, tra i ceti medio-bassi capitava spesso che lavorassero a fianco degli uomini (come dimostrano le pitture tombali) affiancandoli nei lavori agricoli. Si ha notizia poi di donne a capo di un'azienda di loro proprietà (Nenofer, durante il [[Nuovo Regno (Egitto)|Nuovo Regno]]) e di donne giunte a svolgere la professione medica (Peseshet durante la [[IV dinastia]]).
Questa elevata autonomia sociale delle donne egizie influenzò anche i diritti di quelle greche e romane (quando i suddetti popoli conquistarono l'Egitto).<ref>Eva Cantarella e Giulio Guidorizzi, ''POLIS'', pag.64</ref>
=== La casta sacerdotale ===
Come per gli esseri umani, anche gli dei dell'Egitto avevano una loro casa “terrena”, il [[Tempio egizio|tempio]]; ciò comportava che a tale casa fossero annessi possedimenti fondiari, coltivazioni, bestiame, e che il personale che si interessava di mantenere e far prosperare tali possedimenti fosse alle dipendenze del dio. Non solo contadini, perciò, ma anche tutti gli artigiani specializzati come, ad esempio, orafi, guardiani di bestiame, scalpellini e scultori, pittori. Responsabili di tutte le attività connesse al lavoro di questo personale erano i funzionari il cui compito principale era servire il dio nella sua casa, tenerla in ordine e badare al buon andamento di ogni attività tra cui, ovviamente, anche il controllo delle maestranze dedicate alle proprietà del tempio. Tra le varie incombenze c'erano anche quelle di tipo rituale, spesso molto complesse. Questi funzionari, che non avevano il compito di fare proseliti per il dio, o di arringare i fedeli, erano i sacerdoti che costituivano una vera e propria casta giacché anche la loro struttura si basava su rigide gerarchie.<ref>Pietro Testa (2009), Cospirazioni e furti nell'Egitto della XX Dinastia, Roma, Ananke, pp. 27-32.</ref>
La carica di sacerdote, salvo per i gradi più alti, era temporanea e normalmente svolta per turni durante i quali dovevano essere seguite regole di purezza fisica (con frequenti abluzioni e purificazioni anche estetiche come la rasatura dei capelli o della peluria corporea) e morale, tra cui l'astensione dai contatti sessuali, per poi tornare, al termine del turno, alle normali attività svolte precedentemente, sia pure con l'eventuale alto rango raggiunto.<ref name="Pietro Testa 2009, p. 28">Pietro Testa (2009), p. 28.</ref>
==== Clero maschile ====
Dal livello più basso i sacerdoti erano normalmente inquadrati in<ref name="Pietro Testa 2009, p. 28"/>:
* sacerdote ''uab'' (il puro): poiché le attività connesse a tale rango erano specialmente di tipo manuale, dovendo tra l'altro maneggiare gli oggetti del culto, dovevano essere particolarmente ''puri di mani''. A loro competeva, inoltre, il trasporto del simulacro del dio o il precederne la [[barca sacra]] per ripulirne il cammino. Benché posti al gradino più basso della gerarchia sacerdotale, non mancavano, in tali ranghi, [[Scriba#Lo scriba nell'antico Egitto|scribi]], scultori, pittori. Sono noti preti ''uabu'' (plurale di ''uab'') direttori dei laboratori artigianali e, all'interno del livello, esisteva una sorta di sotto-gerarchia che prevedeva un ''grande uab'' che poteva avere eccezionalmente accesso al simulacro del dio. Il servizio veniva svolto in turni.
* sacerdote "lettore" o "ritualista" ([[kher-heb]]: colui che è sotto il rituale): compito dei lettori era il portare i rotoli dei rituali che avevano il compito di leggere con "voce giusta" e far rispettare. Nella gerarchia sacerdotale erano allo stesso livello dei preti ''uabu'', ma all'interno della categoria esisteva una ripartizione tra "primo", "secondo" e "terzo" ritualista. Il servizio prevedeva turni.
* sacerdote ''setem'' o ''sem'': incarico specificatamente previsto per il culto di [[Ra]] ad [[Eliopoli]] e di [[Ptah]] a Menfi. Particolare importanza aveva il prete ''setem'' durante i rituali funerari quando, indossando una pelle di leopardo, aspergeva con acqua sacra la bara e il suo contenuto. All'atto della morte di un sovrano il successore (vedi i dipinti della [[Tomba di Tutankhamon#Parete nord|KV62]] di [[Tutankhamon]]), vestendo i panni di sacerdote ''sem'' eseguiva la [[Cerimonia di apertura della bocca]] e degli occhi del defunto re.
* sacerdote "orologo" (il vegliante): aveva il compito di sovrintendere allo scorrere del tempo perché i rituali fossero officiati nei giusti momenti.
* il "Padre del dio" (''it-neter'': padre divino): di rango superiore a quelli sin qui visti, affiancava nei rituali il superiore diretto.
* il "Servo del dio" (''hem-neter''): noto anche come "profeta". Il livello prevedeva quattro gradi: il primo, secondo, terzo e quarto profeta (o servo) del dio. Rivestiva funzioni massime di comando e coordinamento su tutti gli altri ranghi sacerdotali. Non tragga in inganno, tuttavia, il termine "profeta" giacché, al contrario di quel che si potrebbe credere, non implicava funzioni divinatorie o profetiche giacché deriva, di fatto, dalla traduzione greca del termine ''Hem-Netjer'', ovvero "Servo del dio". In tal senso esistevano, perciò, "profeti" per ogni divinità; normalmente affiancato dal numero ordinale (Primo, Secondo, Terzo etc.) ad indicare l'ordine gerarchico all'interno del tempio, esistevano ''profeti'' anche per il culto funerario dei re presso i [[Tempio di Milioni di Anni|Templi del Milione di Anni]] destinati al loro culto. La carica era particolarmente importante presso il tempio di [[Amon]] (dio dinastico della [[XVIII dinastia egizia|XVIII dinastia]]) a [[Karnak]] al punto che alcuni "[[Primo profeta di Amon|Primi Profeti]]" ricoprirono contestualmente anche cariche politiche di preminente livello come quella di ''visir''<ref group="N">Il termine ''visir'' viene anacronisticamente utilizzato per indicare, nell'antico Egitto, il più alto funzionario dell{{'}}''entourage'' faraonico.</ref><ref group="N">Proprio contro lo strapotere dei "preti" di Amon si scatenò la c.d. [[Atonismo|Eresia amarniana]] che diminuiva grandemente il culto del ''pantheon'' egizio, e di Amon in particolare, a favore di un dio unico, Aton, e costituendo, di fatto, una forma di [[monoteismo]] o in realtà, più esattamente, di [[enoteismo]]. Con i successori di Amenofi IV/[[Akhenaton]], con la [[Stele della restaurazione|restaurazione]] degli antichi culti iniziata sotto [[Tutankhamon]] e portata a termine sotto Horemheb i "preti" di Amon ripresero il sopravvento e i Profeti tornarono a ricoprire cariche così importanti che alla fine della XX dinastia (regnante [[Ramses XI]]) [[Herihor]], Primo Profeta di Amon, rese la carica ereditaria dando così vita ad una dinastia parallela che governò la regione tebana durante parte del [[Terzo periodo intermedio dell'Egitto|Terzo Periodo Intermedio]], in concomitanza con le dinastie [[XXI dinastia egizia|XXI]] e [[XXII dinastia egizia|XXII]].</ref>.
Di fatto, mentre l'incarico di Terzo e Quarto Profeta erano di tipo generalmente onorifico, il Primo e Secondo Profeta si alternavano nei riti con turni settimanali<ref name="Pietro Testa 2009, p. 28"/>. Era concesso al Primo Profeta di affiancare la barca sacra processionale immediatamente dietro il re ed era il principale responsabile di tutti i riti. Quando occupato per incarichi politici o amministrativi, o quando non di turno, poteva essere sostituito dal Secondo Profeta che, in quel caso, aveva le stesse prerogative. Di fatto appartenevano al Secondo Profeta le incombenze più ''operative'' e a lui, specie nel periodi di maggior potere del dio Amon, competeva l'incarico di ''Sovrintendente del tesoro di Amon'' nonché la supervisione e la sorveglianza su tutti i laboratori e sui terreni di proprietà del dio. A lui infine competeva la ricezione dei tributi che provenivano dai paesi assoggettati all'Egitto, o con cui il Paese aveva rapporti commerciali o diplomatici.
Come tutti i funzionari dell'entourage reale, competeva al Primo e Secondo Profeta personale preposto alla loro specifica funzione e agevolazioni devolute alla carica<ref>Kurt Heinrich Sethe (1933), ''Urkunden des ægyptischen Altertums'', vol. IV, ''Urkunden der 18. Dynastie'', Leipzig, Hinrichs'sche Buchhandlung.</ref><ref group="N">La dotazione (Kurt Sethe, Urk IV, pp. 1215 e segg.) del Primo Profeta prevedeva: abitazione, maggiordomo, capo della casa, guardiano della camera, un attendente, un domestico, uno schiavo nubiano, uno scriba, uno scriba della tavola, uno scriba della corrispondenza, un acquaiolo, un battelliere, un capo dei marinai dell'imbarcazione e i relativi marinai. La dotazione per il Secondo Profeta Amenhotep prevedeva: abitazione, uno scriba, un maggiordomo segretario della corrispondenza, un segretario, servi, un coppiere, una guardia del corpo, più attendenti, un pescatore.</ref>.
==== Clero femminile ====
Considerando anche la forte partecipazione della donna nella società dell'Antico Egitto, esisteva anche una nutrita componente clericale femminile<ref>Pietro Testa (2009), p. 30.</ref>:
* "[[cantatrice|cantatrici]]" e "musicanti": come per i preti ''uabu'', il livello più basso della gerarchia femminile era occupato dalle "cantatrici" e dalle "musicanti", il cui compito era quello sottolineare con musiche e canti i rituali più importanti. L'incarico, svolto in turni, veniva usualmente ricoperto da donne dell{{'}}''entourage'' regale (figlie, sorelle, madri di funzionari di Palazzo).
* "dame o concubine dell{{'}}''harem'' divino (''hn-rwt'')": anche questo incarico veniva svolto per turni, sotto la supervisione di una superiora. Venivano probabilmente prescelte tra le "cantatrici" di rango sociale più elevato esclusa la moglie del Primo Profeta del dio.
* "Serve del dio" (''hemet-neter''): è la controparte femminile del Servo del dio (''hem-neter'') e servivano, normalmente dee come [[Hathor]], [[Neith]], [[Mut]], ma anche divinità maschili come [[Thot]], [[Ptah]] o [[Amon]]. Destinata a dame di rango sociale ancora più alto, la carica sfociò in quella di "Moglie del dio".
* "Moglie del dio": massimo livello sacerdotale femminile, seconda solo all'"Adoratrice del dio", partecipava ai rituali nel tempio e aveva la direzione di tutto il clero femminile e la supervisione dei laboratori e dei magazzini del tempio. Disponeva di una casa propria e di personale, nonché rendite in cereali e mandrie dei possedimenti templari e di un tesoro privato.
* "[[Divina Sposa di Amon|Adoratrice del dio]]": appannaggio delle donne di sangue reale, si fondeva spesso con la carica di ''Mano del dio'' e assimilata alla dea [[Tefnut]]. Stando agli epiteti che le competevano, doveva essere di particolare bellezza, dotata di bel portamento, essere dolce e avere una bella voce nel canto. Nei rituali affiancava il ''Padre del dio'', nonché altri alti officianti in casi particolari. Aveva una dotazione propria di personale e mezzi che comprendeva, tra l'altro, un maggiordomo, uno scriba del tesoro, un capo delle campagne, un capo delle mandrie e uno dei battelli, oltre artigiani, scribi e personale addetto alle colture<ref>G. Lefebvre (1920), ''Histoire des grands prétres d'Amon de Karnak jusqu'à la XXI dynastie'', Parigi</ref><ref>Michel Gitton (1981), ''L'épouse du dieu, Ahmes Néfertary: documents sur sa vie et son culte posthume'', in Annales littéraires de l'Université de Besançon, vol. 172/15.</ref>.
=== L'esercito ===
{{Vedi anche|Esercito egizio}}
Durante l'Antico Regno non vi fu necessità di un esercito permanente. Quando vi era bisogno di affrontare un'incursione beduina o la necessità di un bottino, si organizzava una leva; venivano dunque reclutati giovani che, una volta terminata la guerra, tornavano al loro lavoro abituale. Molto più comune era però il reclutamento di mercenari, in particolare Libici e Nubiani. Questi ultimi erano molto apprezzati come arcieri. L'esercito assunse un ruolo importante a partire dal Medio Regno, giungendo al proprio apice nel Nuovo Regno, periodo di grandi spedizioni militari.
L'esercito egizio era perfettamente organizzato, e alla guida delle truppe stava sempre il faraone, sul quale ricadeva il comando assoluto. Malgrado questa concentrazione di potere, egli, come avveniva col suo potere religioso, delegava le sue funzioni ai generali. Vi sono però molti faraoni, primo fra tutti Ramesse II, che accompagnavano le truppe in battaglia e spesso combattevano al loro fianco. Le truppe erano composte da corpi di arcieri, di fanteria e di cavalleria, o per meglio dire "carreria", quest'ultima riservata principalmente agli aristocratici.
Spessissimo nelle armate egiziane la truppa sui carri era la più numerosa. Erano carri leggeri, differenti (per esempio) da quelli ittiti, e veloci. Erano spesso usati come truppa di sfondamento negli eserciti egiziani. Sul carro c'era un arciere ma soprattutto un soldato armato di una lunga lancia da guerra. Dei carri egiziani si può dire che costituivano la "cavalleria leggera" dell'armata, appunto perché erano veloci e versatili. Gli
=== Funzionari di stato ===
[[File:Egypte louvre 285 scribe.jpg|left|
Per amministrare l'Egitto il faraone ricorreva all'aiuto di suoi rappresentanti, con un ampio sistema di funzionari, dei quali il più elevato era il "[[visir]]". Fino alla XVIII dinastia vi fu un solo visir per tutto l'Egitto, ma nel regno di [[Thutmose III]] la funzione si sdoppiò e vi fu un visir del sud che risiedeva a [[Tebe (Egitto)|Tebe]] e un visir del nord che aveva la sua sede a [[Eliopoli]]. Al visir facevano capo tutte le branche amministrative dell'Egitto ed era inoltre quel che oggi chiameremo ministro della guerra, ministro degli interni, capo della polizia egiziana, ministro dell'agricoltura e ministro di grazia e giustizia. Vi erano comunque molti altri tipi di funzionari come ad esempio i "grandi maggiordomi", dediti ad amministrare le terre di proprietà del faraone, comandanti militari, architetti reali, come ad esempio il famoso [[Imhotep]] che venne divinizzato dopo la morte e, tra i funzionari meno conosciuti, i [[sementi]], addetti alla ricerca dell'oro e pietre preziose.
L'Egitto riusciva inoltre a conservare la propria economia grazie all'aiuto di funzionari, trascrittori di tutte le derrate alimentari, delle importazioni e delle esportazioni, del numero di capi di bestiame, di vino o altri prodotti che entravano nei magazzini: erano gli [[Userhat|scribi]]. Chiunque poteva diventare scriba, sebbene generalmente fosse un mestiere che veniva tramandato di padre in figlio. Durante l'Antico Regno era lo scriba a insegnare personalmente al proprio figlio; tuttavia, a partire dal Medio Regno, in alcune città comparvero le prime scuole degli scribi dette "''case della vita''". I bambini vi entravano all'età di quattro anni e il loro apprendistato finiva verso i dodici. Iniziavano copiando frammenti di calce o ceramica, o di legno ricoperto di gesso, dato che il papiro era un materiale molto costoso. Oltre a saper scrivere dovevano anche conoscere le leggi e avere nozioni di aritmetica per calcolare le imposte. Questa casta era talmente importante da avere una propria divinità tutelatrice: il dio [[Thot]]. Questi, rappresentato sia come [[babbuino]] che come [[ibis (animale)|ibis]], nel poemetto imprecatorio scritto da Ovidio, era ritenuto inventore della scrittura e del calendario, scriba supremo, presenziava personalmente alla cerimonia del giudizio dell'anima, trascrivendo le dichiarazioni come in un qualsiasi processo.
=== Il popolo ===
[[File:Ägyptisches Museum Kairo 2016-03-29 Grabrelief Boots-Szene.jpg|miniatura|[[Competizione sportiva (JE 30191)|Rilievo di competizione sportiva (JE 30191)]]. [[Museo egizio del Cairo]].]]
La massa della popolazione era formata principalmente da contadini che lavoravano per i privati, o per i domini regi o i templi, con un contratto di lavoro, registrato in un ufficio statale, che definiva esattamente le prestazioni cui i lavoratori si impegnavano e alle quali i datori di lavoro dovevano attenersi, a rischio di essere citati ai tribunali locali; c'erano inoltre gli affittuari, che prendevano a lavorare, con un contratto scritto, una certa terra pagando un tanto.
C'erano poi gli operai dello stato, addetti alle cave e alle miniere. C'era anche la classe artigiana, essenzialmente urbana, formata da gente libera: falegnami, lavandai, fornai, vasai, muratori. C'erano i commercianti e, soprattutto nelle città del Delta, c'erano i marinai, che esercitavano il commercio marittimo verso [[Creta (Grecia)|Creta]], [[Cipro]], il [[Libano]], esportando e importando.
C'era anche un'altra classe, la più bassa, formata da persone che appartenevano al re o ai templi, o ai privati: uomini addetti soprattutto al lavoro dei campi e donne addette specialmente alle case.
==== Agricoltura ====
{{Vedi anche|Agricoltura dell'antico Egitto}}
Il contadino egizio dedicava gran parte della giornata a curare i campi e a difenderli dalla siccità e dalle calamità. Arava e seminava il terreno in autunno, quando non era ancora impregnato d'acqua, in modo da poter utilizzare al meglio i primitivi strumenti di cui disponeva. Il successivo compito era quello di curare l'irrigazione dei vari appezzamenti, dal momento che l'abbondanza del raccolto dipendeva dall'acqua che vi arrivava; doveva quindi sorvegliare che le dighe e i canali portassero regolarmente acqua ai campi. Nei luoghi dove non era possibile far arrivare l'acqua con i canali, utilizzava altri sistemi di trasporto o stoccaggio come le cisterne.
Le coltivazioni più importanti erano quelle del lino e dei cereali, dalle quali si ricavavano due raccolti: il principale avveniva alla fine dell'inverno e l'altro, meno abbondante, in estate. Una volta cresciute le spighe, era necessario mieterle. Il lavoro del contadino era controllato dagli scribi, che curavano di riscuotere le tasse a seconda del rendimento ottenuto e di punire chi non rispettava le prescrizioni. Il grano era custodito in silos e nei magazzini i quali dipendevano, per la maggior parte, dallo Stato e dai templi. I granai dovevano essere pieni per far fronte ai periodi di cattivo raccolto e per approvvigionare l'esercito e i funzionari.
==== Allevamento ====
[[File:GD-EG-Caire-Musée121.JPG|
L'allevamento del bestiame rivestiva una notevole importanza. Sin dai tempi del [[neolitico]] veniva praticato nel territorio, come testimoniano le varie decorazioni delle tombe dell'Antico Regno, che ne mostrano alcune scene.
Venivano allevati soprattutto bovini, sia caratteristici della zona come il [[bue]] che altri. Si allevavano anche [[asino|asini]], [[
Molti furono semplicemente animali da compagnia, che potevano dimostrare il rango sociale del loro padrone.
Altri animali come l'[[ibis (animale)|ibis]], le [[gazzella|gazzelle]] e i [[leone|leoni]], potevano costituire animali da compagnia, per dimostrare l'elevato stato sociale di chi possedeva tale rarità. Lo stesso faraone [[Ramesse II]] ne possedeva uno.<ref>{{cita libro |
==== Caccia ====
[[File:Stele raffigurante due coppie di arcieri GAL8012.tif|thumb|Stele raffigurante due coppie di arcieri (di diversa etnia), da [[Gebelein]]. [[Primo periodo intermedio]], tra il 2118 e il 1980 a.C. [[Museo egizio (Torino)|Museo Egizio]], Torino.]]
A partire dal [[neolitico]] la caccia assunse un ruolo sempre più importante; anche se si hanno pochi reperti di queste epoche antiche, dalle varie rappresentazioni si comprende come gli animali cacciati con [[lancia (arma)|lance]], [[arpione|arpioni]] e [[boomerang]] erano leoni, [[leopardo|leopardi]] e [[Hippopotamus amphibius|ippopotami]]. Durante l'epoca faraonica, la caccia divenne anche un'attività per classi privilegiate. Era un mezzo per dimostrare la loro forza e spesso arrivavano a farsi rappresentare in tale guisa nelle loro tombe; prove di questo sono state rinvenute proprio grazie alle pitture funerarie. Si narra delle imprese di [[Amenofi III]], che aveva catturato 200 leoni in 10 anni<ref group=N>Si trattava dei suoi primi 10 anni di regno, in seguito smise tale pratica. (in {{cita libro | autore=Matthew Firestone | coautori= Zora O'Neill, Anthony Sattin, Rafael Wlodarski | titolo= Dizionario Larousse della civiltà egizia p. 36 | editore= Gremese | città= | anno= 2002 | ISBN= 978-88-8440-144-1 }})</ref> e di [[Seti I]] alle prese con un'unica arma, una lancia, contro un leone.
Era uno sport individuale ma i potenti avevano una compagnia che gli era utile nel trasporto sia di armi che di prede. La caccia rimaneva comunque un mezzo per procurarsi del cibo e si utilizzavano trappole con rete e buche scavate dal terreno. Alla fine della caccia una parte delle prede veniva sacrificata come ringraziamento.
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Si cacciavano soprattutto ippopotami; durante la caccia veniva inizialmente lanciato un arpione, fatto di legno con un gancio metallico e una corda, che veniva lanciato per colpire l'animale.
Nel deserto dai tempi di [[Thutmose IV]], si cominciò ad utilizzare un carro trainato da cavalli; un uomo
==== La casa egizia ====
[[File:Modello raffigurante un uomo intento a cucinare un anatra 4SA5231.tif|thumb|Modello raffigurante un uomo intento a cucinare un'anatra]]
La casa del funzionario era costituita da 3 piani: il piano terra per le attività commerciali, il primo piano per ricevere eventuali ospiti mentre al secondo piano si trovavano le stanze da letto e gli alloggi per le donne. Tutti i piani erano collegati da scale.
Grazie a scavi archeologici ad Amarna, si sono ritrovate prove di abitazioni con vasti cortili e con piscine non per nuotarvi ma come abbellimento, piene di pesci e piante acquatiche galleggianti.
L'arredamento della casa egiziana, anche quella signorile, mirava all'essenziale. Nella cucina si ritrovavano bracieri, forni in muratura e ceste che contenevano vivande; si preferiva mangiare seduti su stuoie. Nelle sale addette alle udienze vi erano sedili pieghevoli senza spalliera e troni, anche con rifiniture in oro e pietre preziose, con spalliera e braccioli.
Cofanetti e bauli venivano utilizzati per depositare e contenere abiti e oggetti da toilette. Per far luce si utilizzavano delle ciotole di ceramica: esse venivano riempite di olio e ci si immergeva uno stoppino solitamente di fibra vegetale che galleggiava.
==== Commercio e monete ====
Al mercato era frequente il [[baratto]]: le eccedenze agrarie venivano scambiate con manufatti degli artigiani liberi, compreso l'oro.
Durante l'Antico Regno iniziò la diffusione delle monete: si trattava di pezzi metallici (d'[[oro]], [[argento]] o [[rame]]) con nomi e valori diversi, a seconda della quantità di metallo utilizzato per coniarli. I valori equivalenti erano stabiliti ponendo come base un lingotto o una moneta di calcolo, chiamata ''shat'', di 7,5 grammi d'oro, peraltro poco utilizzata dal popolo.
A tutto veniva dato un valore espresso in shat, e la vendita avveniva o in oro o tramite baratto ma in tal caso i vari prodotti venivano stimati in shat.
A partire dalla XVIII dinastia, allo shat successe il ''deben'' (che pesava circa 91 grammi<ref>{{cita libro |
==== I pasti e le bevande ====
[[File:Modello con scena di panificazione F263 S13271.tif|thumb|Modello con scena di panificazione del primo periodo intermedio, conservato al Museo Egizio di Torino]]
L'Egitto era un paese agricolo e offriva molti tipi di cibi: grano, orzo, farro, sesamo, aglio, fave, lenticchie, cipolle, fichi, datteri, melagrane e uva.
Il pane veniva impastato con farina di farro o di orzo, che era l'alimento essenziale. Esso veniva consumato semplice o arricchito con grasso e uova, oppure addolcito con miele e frutta. I contadini non mangiavano molta carne, ma i ricchi ne consumavano in abbondanza, particolarmente lessa o allo spiedo, e i tagli migliori erano riservati alle loro tavole. Il Nilo poi offriva un buon numero di pesci di fiume, molto consumati anch'essi. Con l'orzo gli Egizi ottenevano la birra, che era la bevanda dei poveri, mentre il vino era riservato ai ricchi; la produzione della birra era strettamente collegata alla panificazione, dal momento che la birra egizia era prodotta sbriciolando nell'acqua del pane d'orzo cotto in bianco e lasciando fermentare il tutto, che veniva poi filtrato ottenendo una bevanda molto nutriente rispetto a quella attuale. Gli Egizi facevano tre pasti al giorno, di cui la cena era quello principale. A tavola non usavano né coltello (che però esisteva) né forchetta (che era del tutto sconosciuta): il cibo si portava alla bocca con le mani. Pentole e padelle erano di coccio, mentre piatti, ciotole e bicchieri di terracotta.
=== Abbigliamento ===
{{Vedi anche|Abbigliamento nell'antico Egitto}}
[[File:Cappella di Maia CHA2121 detail.tif|thumb|Una giovane coppia di egizi, ritratta in un affresco della [[Cappella di Maia]] (Nuovo Regno, tra il 1353 e il 1292 a.C.). Si notano i leggeri abiti plissettati, le ricche collane e il [[cono profumato]] sopra le parrucche (Museo Egizio di Torino).]]
Dall'inizio del mesolitico e fino al Medio Regno il clima dell'Egitto era molto più caldo rispetto a quello attuale e consentiva quindi di vestire poco e assai semplicemente. Nell'Antico Regno gli uomini usavano un perizoma oppure un gonnellino dall'estremità sovrapposte che durante le dinastie del Medio Regno si trasformò allungandosi fino alle caviglie e caratterizzato da pieghe e trasparenze. Il torace era coperto con una stola di tessuto: molto usato era il colore bianco e il tessuto di lino mentre la lana non era gradita per motivi religiosi, in quanto la pecora come animale vivo era considerato impuro. I nobili usavano adornarsi con gioielli e usavano sandali in papiro o legno di palma con lacci di cuoio, come quelli recentemente trovati nella tomba di [[Henu]]. Le donne usavano tuniche aderenti lunghe con una o due bretelle. Successivamente divennero ornate di complessi disegni e colorate ma la maggior caratteristica fu l'impiego del sottilissimo trasparente lino, chiamato bisso, e delle cinture.
Sempre durante il Medio Regno si incrementò l'uso di gonne lunghe e di stoffa a pieghe sul busto lasciando le braccia scoperte. Fu proprio durante il Medio Regno che l'abito, divenuto più complesso, acquisiva svariate fogge atte ad individuare la classe sociale di appartenenza come si evidenzia nelle immagini funebri. Le donne sono rappresentate sempre a piedi nudi al contrario degli uomini che invece portano i sandali. Entrambi usavano nelle cerimonie un cono profumato sulla testa e le donne si ornano con un fiore di loto. Anche il sovrano portava sia il gonnellino che la gonna lunga ma di suo uso esclusivo era il copricapo nemes. Poteva portare pettorali in oro con pietre e smalti, la [[Corona (Egitto)|corona]] e lo [[Scettri egizi|scettro]].
I sacerdoti usavano una veste di lino e la caratteristica pelle di leopardo. La testa era rasata e spesso coperta con copricapo di cuoio. I militari usavano un perizoma con una protezione triangolare in cuoio pesante davanti all'addome. La testa era protetta dal sole con un copricapo di stoffa e in caso di battaglie con semplici elmi di cuoio. Stavano generalmente a torso nudo ma per proteggersi potevano indossare una camicia. Il popolo ovviamente si abbigliava in maniera diversa dai nobili, sia per motivi economici che pratici. Semplici calzoni, gonnellini, quando addirittura non lavorassero nudi, sia uomini che donne. I fanciulli del popolo andavano sempre completamente nudi, e ciò era visto come assolutamente normale; nello specifico le bambine coprivano il pube con un panno leggero, ma comunque le natiche restavano normalmente scoperte. Invece i bambini non indossavano nulla, e giravano con i genitali e i glutei esposti. Questa condizione di totale nudità durava finché i bambini non compivano dieci anni. È da notare che la nudità, di adulti e bambini, era costume abituale come ancora oggi avviene in molte etnie.
==== Pettinature ====
[[File:Maler der Grabkammer des Userhêt (II) 001.jpg|thumb|Tipica acconciatura a treccioline]]
Le donne portavano inizialmente i capelli molto corti, poi le acconciature si allungarono sempre di più. I sacerdoti avevano l'obbligo di radersi completamente testa e corpo: un segno di purificazione necessaria per l'accesso ai sacri templi.
Venivano utilizzati oli e profumi per la cura dei capelli e tinture per nascondere i capelli bianchi. Dai rilievi delle tombe rinvenute si osserva come la caduta dei capelli fosse ritenuta un problema. La perdita iniziava dalla zona frontale della testa e con il passare del tempo si arrivava fino alla parte posteriore.
Come ipotetici trattamenti, rinvenuti nel papiro medico o Papiro Ebers, venivano utilizzati i grassi di molte specie di animali ([[leone]], [[ippopotamo]], [[coccodrillo]], [[gatto]], [[serpente]] e [[stambecco]]) e provate diverse misture, come quella a base di miele e dente d'asino.
L'utilizzo di parrucche semplici si diffuse a partire dalla V dinastia presso i dignitari e le loro famiglie. In seguito divennero sempre più comuni, cambiando anche il modello; nel Medio Regno ad esempio si portava un modello più lungo, con due ciuffi a ogni lato, di cui uno era lasciato ricadere sulla spalla. Le parrucche divennero successivamente sempre più elaborate.
Erano composte o da sottili treccine di capelli veri, che venivano raccolte utilizzando spilloni di vario materiale come legno, osso o avorio, oppure erano formate da fibre vegetali; vi si aggiungevano poi degli ornamenti ed erano in ogni caso espressione del rango sociale di appartenenza.
Anche la lametta per la barba cambiò materiale con il passare del tempo: inizialmente costituita da una selce con manico in legno, divenne poi di bronzo.
==== Cosmesi ====
La [[malachite]] verde del Sinai e la [[galena]] nera, erano utilizzate per il trucco, dopo averle impastate con l'acqua. Agli Egizi si deve l'invenzione del [[kajal]], utilizzato per contornare gli occhi di nero (da cui il moderno [[eye liner]]).
Con un estratto dalle foglie di [[Ligustrum|ligustro]] le donne si dipingevano unghie e capelli, mentre come ombretto erano solite utilizzare il nero dell'essenza estratta dalla galena. Era diffusa l'arte di truccarsi gli occhi e, grazie all'uso di particolari bastoncini o cucchiaini, potevano scurirsi [[sopracciglia]] e [[ciglia (occhi)|ciglia]].
== Lingua ==
{{Vedi anche|Lingua egizia}}
{{Hiero | ''r n kmt''<br />'Lingua egizia' | <hiero>r:Z1 n km m t:O49</hiero> | align=right | era=default}}
La [[lingua egizia]] è una lingua [[Lingue afro-asiatiche|afro-asiatica]] settentrionale strettamente legata al [[lingua berbera|berbero]] e alle [[lingua semitica|lingue semitiche]].<ref>{{cita|Loprieno, 1995|p. 2137}}.</ref> Dopo la [[lingua sumera]] vanta la storia più lunga di qualsiasi altra lingua, essendoci degli esempi scritti da circa il 3200 a.C. fino al Medioevo e rimanendo utilizzata come lingua parlata per un tempo più lungo. Le fasi della lingua egizia si dividono in: antico egiziano, medio egiziano (o egiziano classico), tardo egiziano, [[demotico]] e [[copto]].<ref>{{cita|Loprieno, 2004|p. 161}}.</ref> Gli scritti egizi non mostrano differenze dialettali prima della fase copta, ma probabilmente la lingua era parlata in varietà dialettali regionali intorno a Menfi e successivamente a Tebe.<ref>{{cita|Loprieno, 2004|p. 162}}.</ref>
La lingua della fase più antica era una lingua sintetica, che in seguito divenne più analitica. Il tardo egiziano ha sviluppato articoli determinativi e indeterminativi, che sostituiscono i suffissi flessivi più antichi. Vi è un cambiamento nell'ordine delle parole, dal più vecchio verbo-soggetto-oggetto al più recente soggetto-verbo-oggetto.<ref>{{cita|Loprieno, 1995|pp. 2137-2138}}.</ref> Le scritture [[Geroglifici egizi|geroglifica]], [[ieratico|ieratica]] e [[demotico|demotica]] egizie sono state poi sostituite dall'[[alfabeto copto]] (derivato da quello [[alfabeto greco|greco]]), più economico e semplice rispetto alle scritture precedenti. Il copto è ancora usato nella liturgia della [[chiesa ortodossa copta]] e tracce di esso si trovano nel moderno [[arabo egiziano]].<ref>Vittman (1991) pp. 197–227</ref>
=== Letteratura ===
{{Vedi anche|Letteratura dell'antico Egitto}}
Il vastissimo patrimonio letterario dell'antico Egitto ci è pervenuto in gran parte su rotoli di [[papiro]], spesso conservati in anfore, ma anche grazie a iscrizioni monumentali e decorative che abbellivano le tombe dei defunti. Di questo genere fanno parte opere come i ''[[Testi delle piramidi]]'' o il ''[[Libro dei morti]]'', al quale si pensava che si potesse far riferimento per dimostrare ad [[Osiride]] l'innocenza del defunto, nel momento in cui la sua anima sarebbe stata pesata dal dio.
Al di là di queste opere di carattere funerario o religioso, hanno avuto grande successo testi come la ''[[Satira dei mestieri]]'', quindi una novella a sfondo satirico, nella quale si polemizza contro i privilegi dei nobili e ''[[Le istruzioni di Ptahhotep]]'', dove sono raccolti [[Filosofia nell'antico Egitto|insegnamenti di tipo etico e filosofico]] da tramandare ai posteri.
Veri e propri romanzi possono essere considerati ''[[Il racconto del naufrago]]'' e ''[[Le avventure di Sinuhe]]'', che tanto influenzarono i successivi scrittori di racconti di avventure e di viaggi.
Non mancarono opere di carattere spiccatamente poetico, come i ''[[Canti d'amore]]'' e i ''[[Canti dell'arpista]]''; il primo è una raccolta di ritratti di coppie di innamorati, il secondo un vero e proprio poema della malinconia, emblema di quella crisi sociale che ha caratterizzato il [[Primo periodo intermedio dell'Egitto|primo periodo intermedio]] della storia dell'
Infine non è da trascurare l'apporto delle [[fiabe]], come la [[Storia dei due fratelli]] che risentono anche di elementi antichi trasmessi oralmente; nel caso specifico la fiaba in questione tende addirittura a diventare un [[mito]]. Sono presenti anche numerose fiabe sugli [[animali]].<ref
== Cultura ==
=== Matematica ===
{{Vedi anche|Matematica egizia}}
I primi esempi attestati di calcoli matematici risalgono al periodo predinastico dei [[Naqada]], e mostrano un [[sistema di numerazione]] completamente sviluppato.<ref>{{cita|Imhausen, 2007|p. 13}}.</ref> L'importanza della matematica nella popolazione egizia più istruita è suggerito da un'immaginaria lettera del Nuovo Regno in cui lo scrittore propone una competizione scientifica tra se stesso e un altro scriba per quanto riguarda le attività di calcolo di tutti i giorni, come la misura dei terreni, del lavoro e del grano.<ref>{{cita|Imhausen, 2007|p. 11}}.</ref> Alcuni testi, come il [[Papiro di Rhind]] e il [[Papiro di Mosca]] dimostrano che gli antichi Egizi potevano eseguire le quattro operazioni matematiche di base, l'addizione, la sottrazione, la moltiplicazione e la divisione con l'uso di frazioni, di calcolare i volumi di cubi e piramidi e calcolare le superfici di rettangoli, triangoli e cerchi. Avevano capito i concetti di base dell'[[algebra]] e della [[geometria]] e potrebbero essere stati capaci di risolvere semplici [[Sistema di equazioni|sistemi di equazioni]].<ref>{{cita|Clarke e Engelbach, 1990|p. 222}}.</ref>
{{hiero | {{Frazione|2|3}} | <hiero>D22</hiero>| align=right| era=default}}
La notazione numerica era [[decimale]] e basata sui segni geroglifici per ciascuna potenza di dieci fino a un milione. Ognuna di queste poteva essere scritta come il numero di volte necessario per aggiungere fino al numero desiderato; ad esempio, per scrivere il numero ottanta o ottocento, il simbolo "per dieci" o "per cento" veniva scritto otto volte.<ref>{{cita|Clarke e Engelbach, 1990|p. 217}}.</ref> Poiché i loro metodi di calcolo non erano in grado di gestire la maggior parte delle [[Frazione (matematica)|frazioni]] con un numeratore maggiore di uno, dovevano scriverle come la somma di più frazioni. Ad esempio, loro risolvevano la frazione ''due quinti'' nella somma di ''un terzo'' + ''un quindicesimo''. Tabelle standard dei valori facilitavano questa conversione.<ref>{{cita|Clarke e Engelbach, 1990|p. 218}}.</ref> Alcune frazioni comuni, tuttavia, venivano scritte con uno speciale [[glifo]]: l'equivalente del moderno ''due terzi'' è mostrato sulla destra.<ref>Gardiner (1957) p. 197</ref>
Gli antichi matematici egizi possedevano una comprensione dei principi alla base del [[teorema di Pitagora]], sapendo, per esempio, che un [[triangolo]] ha un [[angolo retto]] di fronte all'[[ipotenusa]] quando i suoi lati sono in un rapporto 3-4-5.<ref name="Strouhal241">Strouhal (1989) p. 241</ref> Essi erano in grado di stimare l'area di un cerchio sottraendo un nono dal suo diametro ed elevando al quadrato il risultato:
:Area ≈ [({{Frazione|8|9}})''D'']² = ({{Frazione|256|81}})''r²'' ≈ 3,16''r²''
una ragionevole approssimazione della formula ''[[Pi greco|πr]]²''.<ref name="Strouhal241"/><ref>{{cita|Imhausen, 2007|p. 31}}.</ref>
Il [[rapporto aureo]] sembra riflettersi in molte costruzioni egiziane, tra cui nelle piramidi, ma il suo uso potrebbe essere stato una conseguenza involontaria dell'antica pratica egiziana di combinare l'uso di corde annodate con un senso intuitivo di proporzione e armonia.<ref>Kemp (1989) p. 138</ref>
=== Medicina ===
{{Vedi anche|Medicina egizia}}
[[File:Edwin Smith Papyrus v2.jpg|thumb|Papiro medico di Smith]]
[[File:Ebers7766.jpg|thumb|Papiro medico di Ebers]]
[[File:Ancient Egyptian medical instruments.jpg|thumb|Strumentario medico e chirurgico]]
I [[Papiri medici egizi|numerosi papiri]] che ci sono pervenuti e lo studio sistematico delle mummie, con le moderne tecnologie mediche, consentono di fare un quadro preciso sulle patologie degli Egizi e le relative terapie.
Gli Egizi non identificavano le [[malattie]] bensì cercavano le cause dei [[sintomi]] specifici, che secondo loro erano addebitabili, per lo più, ad agenti esterni che le loro [[cura|cure]] tentavano di distruggere o di estromettere; questo modello [[eziologia|eziologico]] era legato sia alla concezione dell'origine del mondo sia alle credenze sulle influenze delle forze superiori.<ref>"I testi medici dell'antico Egitto", di Thierry Bardinet, pubbl. su "Le Scienze (America Scientific)" num. 340, dic. 1996, pp.74-80</ref>
L'esame delle mummie ha rivelato malattie quali [[arteriosclerosi]], [[carie dentaria|carie]], [[artrite]], [[vaiolo]] e [[tumore]] ma anche dalle raffigurazioni è possibile dedurre alcune patologie, come per esempio:
* nello studio della figura del faraone [[Akhenaton]] si evidenziano arti allungati, cranio dolicocèfalo (cioè allungato nella parte posteriore), viso allungato, fianchi larghi e adiposi, sintomi riconducibili alla [[sindrome di Marfan|sindrome genetica di Marfan]], escludendo così la prima ipotesi di Sindrome di Fröhlich (Hera - n.97 - Una sindrome per Akhenaton);
* anche le figlie di Akhenaton avevano [[cranio|crani]] deformati e mentre in un primo momento si era ipotizzato che fosse una convenzione artistica, oggi è più accreditata la teoria della malattia genetica ereditaria (Hera- n.97 - Una sindrome per Akhenaton);
* il sacerdote Rensi, nella stele, è raffigurato con una malformazione chiamata [[piede equino]] ed ha l'arto inferiore atrofizzato, tanto che doveva usare il bastone per camminare;
* la regina Ity di [[Paese di Punt|Punt]], raffigurata in un rilievo del tempio di [[Hatshepsut]], doveva soffrire di lipodistrofia o [[steatosi]], poiché era obesa e con i fianchi deformati.
* è probabile che, in alcune ipotesi, [[Ramesse II]] sia morto, più che per la vecchiaia, per un'infezione provocata dalla scissione di un dente.
* La mummia del faraone [[Siptah]], appartenente alla XIX Dinastia, presenta ancora evidenti tracce di vaiolo: probabilmente la terribile malattia lo portò alla morte a soli 17 anni.
Le malattie più comuni erano:
* [[cefalea]] e [[vene]] varicose, dovute spesso
* [[bilharziosi]], per contatto con acqua infetta;
* [[pneumoconiosi]];
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* [[poliomielite]];
* malattie del tratto [[apparato digerente|gastrointestinale]].
La sabbia del deserto, se inalata, causava malattie respiratorie e se masticata, insieme con gli alimenti, usurava i denti causando parecchie dolorose patologie.
Anche gli occhi, tra sabbia e acqua del [[Nilo]], andavano soggetti a [[congiuntivite|congiuntiviti]] e il [[tracoma]] era molto diffuso, viste le numerose raffigurazioni di individui ciechi.
I medici egizi visitavano il malato accuratamente
La maggior parte dei testi è scritta in [[ieratico]], come il "Papiro Chester Beatty"; altri in [[demotico]]
Molte medicine sono state identificate ed erano costituite per la maggior parte da vegetali quali [[Ficus sycomorus|sicomoro]], [[ginepro]], [[incenso]], [[uva]], [[alloro]], e [[citrullus lanatus|cocomero]]. Anche il [[Salix|salice]], ''tkheret'' in egizio, secondo il "[[Papiro Ebers]]" era usato come [[analgesico]] mentre del [[Nymphaea|loto]] veniva usato sia il fiore che la radice ed era somministrato come sonnifero.
I frutti della palma servivano per curare le coliti, allora molto frequenti; con l'[[Hordeum vulgare|orzo]], si faceva la [[birra]] che serviva come [[eccipiente]], o diluente, e con il [[Triticum|grano]] veniva fatta la diagnosi di [[gravidanza]]. Gli Egizi usavano anche elementi animali quali la carne per le [[ferita|ferite]], il [[fegato]] e la [[bile]] per lenire il dolore agli occhi. Di quest'ultima è stata attestata l'efficacia anche di recente.
Il [[latte]], sia di mucca, sia di asina che di donna, era integrato come [[eccipiente]] e il [[principio attivo]] più usato era di sicuro il [[miele]] che per le sue tante proprietà serviva per le patologie respiratorie, [[ulcera|ulcere]] e [[ustione|ustioni]], come recita il "Papiro medico di Berlino".
Tra i minerali, usati in medicina, troviamo il [[natron]], chiamato ''neteri'' cioè il puro, il [[Sale da cucina|sale comune]] e la [[malachite]] che curava le [[infezione|infezioni]] agli [[occhi]] ed era usata sia come [[farmaco]] che come cosmetico nella [[profilassi]].
Sempre dal "Papiro Ebers" apprendiamo che, come [[droga]], si usava l'[[oppio]], chiamato ''shepen'' e importato da [[Cipro]], sia per il dolore che per il pianto dei bambini. In alcune raffigurazioni della tomba di [[Sennedjem]], è stata riconosciuta la [[mandragola]], in egizio ''rermet'', usata come sonnifero e per le punture d'insetto. Esisteva anche la [[cannabis]], ''shenshenet'', che veniva somministrata, in particolare per via orale e per inalazione, ma anche per via rettale e vaginale, mentre l'[[helleborus|elleboro]] era usato come vero e proprio [[anestetico generale|anestetico]], ma in maniera empirica e con dosaggi errati tanto che spesso il malato passava direttamente dalla narcosi alla morte.
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L'antico popolo della Valle del Nilo ci ha lasciato più di mille ricette ma di sicuro qualcuna è solo molto fantasiosa come quella che, per combattere l'[[capelli|incanutimento]] consigliava l'uso di un topo bollito nell'olio. Olio di [[Elaeis guineensis|palma]], ovviamente, perché l'[[Olea europaea|ulivo]] arriverà molto più tardi, con la [[dinastia tolemaica]].
Nel [[tempio di
Gli Egizi avevano, comunque, capito l'importanza dell'igiene. Durante il giorno, si lavavano spesso le mani, e facevano la doccia giornaliera, con acqua versata dalle brocche, che erano anche parte integrante del corredo funerario. Non usavano mai acqua stagnante perché poteva contenere ogni genere di larve.
Curavano l'igiene di [[
Vi era l'usanza di togliere i sandali per entrare nei templi che nasceva dall'esigenza di non introdurre impurità dall'esterno.
Questa regola valeva anche per il sovrano e nella Tavolozza di Narmer, un uomo porta in una mano i sandali del re e nell'altra una piccola brocca con acqua. Aveva il titolo di "[[Hekanefer|Sandalaio]]".
In Egizio il medico era detto ''sunu''; il primo e più famoso fu di sicuro [[Imhotep]] e anche i sacerdoti potevano occuparsi di medicina come Sabni, che godeva del titolo di "Medico capo e scriba della parola del dio".
Troviamo anche [[Hesyra]], il primo medico dentista con il titolo di "Capo dei dentisti e dei medici" nonché scriba, come scritto nella sua tomba a [[Saqqara]].
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=== Astronomia ===
{{vedi anche|astronomia
[[File:Astrological Disc LACMA M.80.202.226 (1 of 3).jpg|thumb|left|Disco astrologico, dinastia Tolemaica.]]
L'[[astronomia]] nell'antico Egitto ha rivestito un ruolo importante per fissare le date delle feste religiose e per determinare le ore della notte. Notevole importanza ebbero anche i sacerdoti dei templi che osservavano le stelle, le congiunzioni dei pianeti e del Sole, e le [[fasi lunari|fasi della Luna]].
Le conoscenze sull'[[astronomia egizia]] ci vengono soprattutto dai coperchi di [[sarcofago egizio|sarcofagi]] dell'[[Antico Regno (Egitto)|Antico Regno]] (sui quali compaiono i [[decani]], [[stelle]] singole o [[costellazioni]], accompagnati da [[geroglifico egizio|geroglifici]] di difficile decifrazione), del [[Medio Regno (Egitto)|Medio Regno]] (sui quali fanno la loro prima apparizione gli orologi stellari diagonali, vere e proprie [[effemeridi]] delle stelle), dagli orologi stellari (diversi dai precedenti in quanto erano indicate le culminazioni superiori delle stelle), orologi stellari perfezionati (nella [[XX dinastia egizia|XX dinastia]]), due papiri risalenti circa al 144 d.C. (il primo per quanto riguarda i decani e l'altro per quanto riguarda le fasi lunari), studi sull'orientazione delle piramidi e sviluppo degli strumenti (come ad esempio la [[clessidra ad acqua]], il [[merkhet]] e gli [[meridiana|orologi solari]]), [[zodiaco|zodiaci]] egizio-babilonesi (scolpiti sui soffitti dei templi a partire dal 300 a.C.)
=== Arte ===
{{vedi anche|Arte egizia}}
[[File:Maler der Grabkammer der Nefertari 004.jpg|thumb|upright|Un affresco della tomba di Nefertari]]
L'arte egizia ha origini antichissime, precedenti al III millennio a.C., e si intrecciò nei secoli con quella delle culture vicine (siro-palestinese e fenicia).
L'arte dell'
L'arte decorativa era completata da vasi costituiti inizialmente in terra del Nilo, in pietra e in un secondo tempo in argilla, statuette in terracotta e in avorio raffiguranti uomini e animali al lavoro, tavolette in scisto che col passare del tempo assunsero carattere votivo, con i temi ormai in rilievo. Tra le tavolette di questo periodo, conservate al Museo del Cairo, si
In tutta l'arte predinastica notevole furono gli influssi provenienti dalla Mesopotamia. Complessivamente sono giunti sino ai nostri tempi pochi reperti artistici e architettonici riguardanti il periodo predinastico.
=== Musica ===
{{vedi anche|Musica dell'Antico Egitto|Musica dell'Egitto}}
La musica dell'
La musica era praticata a tutti i livelli della società egizia e utilizzata in molteplici situazioni. Non si celebravano feste o banchetti senza la partecipazione attiva di musicisti e cantanti, ruoli molto spesso riuniti nella stessa persona. Intorno al V millennio a.C. vennero introdotti i primi strumenti musicali, quali bacchette, tavolette e sonagli, utilizzati in rituali totemici. Le danze erano soprattutto propiziatorie alla caccia, a riti di magia, di fecondazione e di iniziazione. Nell'Antico Regno si creò l'usanza
[[File:Ancient Egyptians playing music.png|thumb|left|Suonatrici di arpa, liuto e percussioni]]
Durante il Medio Regno si introdussero il tamburo, la lira e alla danza rituale si aggiunse quella definibile professionale ed espressiva, in quanto aveva lo scopo di intrattenere lo spettatore. Il tipico strumento egizio, il sistro, vide in questa epoca un allargamento del suo utilizzo. Strumenti più sofisticati dovettero attendere più a lungo. I primi ad apparire dopo le percussioni furono gli strumenti a fiato (flauto
== Religione ==
{{vedi anche|Religione egizia|Divinità egizia}}
La religione dell'antico [[Egitto]] mostra un'estrema complessità di credenze e una moltitudine di divinità, in un politeismo spesso confuso e contraddittorio. Questa complessità si spiega con le molte generazioni che hanno fatto, per secoli, aggiunte alle primitive credenze. Ciò che appare contraddittorio nelle concezioni teologiche e religiose si spiega con la singolare
== Gruppi di divinità ==
* L'[[Enneade]] - Una famiglia allargata di nove divinità prodotte da Atum durante la creazione del mondo. L'Enneade solito consisteva di Atum, i suoi figli Shu e Tefnut, loro figli Geb e Nut, e loro figli Osiride, Iside, Set e Nefti.
* I quattro [[figli di Horo]] - Quattro dei che proteggevano il corpo mummificato, in particolare gli organi interni in vasi canopi.
* L'[[Ogdoade]] - Un insieme di otto divinità che personificava il [[Caos (mitologia egizia)|Caos]] che esisteva prima della creazione. L'Ogdoade era formata da Amon, Amaunet, Nun, Nunet, Huh, Huhet, Kuk, e Keket.
* Le [[anime di Pe e Nekhen]] - Un insieme di divinità che personificano i mitici sovrani predinastici, governanti dell'[[Geografia dell'antico Egitto|Alto e Basso Egitto]].
=== Cosmogonia ===
Riguardo alle teorie sulle origini dell'universo esistono
Un'altra versione della cosmogonia ha origine in [[Ogdoade|Ermopoli]] dove all'origine esistevano otto entità, quattro maschili e quattro femminili, quali [[Nun (mitologia)|Nun]] e [[Nunet]] (il caos delle acque primeve), [[Kuk (mitologia)|Kuk]] e [[Keket]] (l'oscurità), [[Huh (mitologia)|Huh]] e [[Huhet]] (l'illimitatezza), [[Amon]] e [[Amonet]] (l'aria e il vento), che generarono, tutti insieme, dalla collina primordiale, un uovo dal quale sarebbe poi uscito
La terza teoria è desunta invece da frammenti provenienti da [[
L'ultima, detta cosmogonia tebana, aveva come unico dio creatore [[Amon]], era la sintesi delle tre precedenti teorie e divenne la più popolare a partire dalla XI dinastia.
=== Vita dopo la morte ===
[[File:Mummy Louvre.jpg|left|thumb|Mummia conservata al ''[[Louvre]]'' di [[Parigi]].]]
Secondo gli Egizi, il corpo era costituito da diverse parti: il ''ba'' o anima, il ''ka'' o forza vitale, l{{'}}''aj'' o forza divina ispiratrice di vita. Per ottenere la vita dopo la morte, il ka aveva però bisogno del corpo del defunto che doveva dunque rimanere intatto, e ciò era possibile solo grazie alla tecnica della [[mummificazione]].<ref group="N">Secondo [[Rudolf Steiner]] la tecnica della mummificazione egiziana avrebbe indotto l'anima dei defunti, che si sarebbero poi reincarnati, a mantenere l'attenzione sul corpo rimasto sulla terra, determinando poi un'influenza sul materialismo crescente delle epoche successive. (Steiner, ''Universo, terra e uomo'', edizione Antroposofica (2005).</ref>
Il tipo di mummificazione variava secondo la classe sociale alla quale apparteneva il defunto. Vi erano sacerdoti addetti a queste pratiche, conoscitori dell'anatomia umana, dovevano essere cauti nell'estrazione degli organi del defunto poiché avrebbero potuto danneggiarli e quindi cancellare la vita ultraterrena del defunto. Durante il processo di mummificazione, i sacerdoti collocavano una serie di amuleti in mezzo alle bende, sulle quali erano scritte formule destinate ad assicurare la sopravvivenza del defunto nell'aldilà.
Una volta preparato, il cadavere veniva deposto nel [[sarcofago]], quindi si formava il corteo che lo avrebbe condotto alla tomba. Il sacerdote funerario era in testa, seguito da alcuni che portavano gli oggetti appartenuti al defunto che gli avrebbero garantito una confortevole vita ultraterrena. Il sarcofago era trainato da una slitta, mentre una seconda slitta trasportava i [[vasi canopi]].
Quando la processione arrivava alla tomba, il sacerdote eseguiva il rito dell'apertura della bocca, per mezzo del quale, secondo la tradizione, la mummia avrebbe ripreso vita. Tutto il corredo funebre, insieme al sarcofago e alle offerte, era depositato nella tomba, che in seguito veniva sigillata affinché nessuno potesse turbare l'eterno riposo del defunto.
Dunque questi iniziava un lungo viaggio attraverso il mondo dell'oltretomba. Il defunto veniva condotto da [[Anubi]], il dio dei morti, nella cosiddetta Sala delle Due Verità. A un'estremità c'era [[Osiride]], seduto su un trono e accompagnato da altre divinità e 42 giudici. Al centro della sala era posta la bilancia, le cui assi erano misurate attentamente da [[Thot]], dio degli scribi, sulla quale veniva pesato il [[cuore]] del defunto. Davanti alla divinità e ai giudici, il defunto doveva pronunciare la confessione negativa: la sua dichiarazione di innocenza. Dopodiché, se il piatto sul quale giaceva il cuore si fosse inclinato più di quello sul quale giaceva la piuma, simbolo della giustizia, questi sarebbe stato divorato da [[Ammit]], un mostro metà ippopotamo e metà leonessa. In caso contrario il defunto sarebbe potuto entrare nel regno di Osiride e raggiungere così i campi di Iaru, una sorta di paradiso, dove gli [[ushabti]], ometti di legno costruiti appositamente, avrebbero lavorato per soddisfare le sue necessità.
Prima di raggiungere però la gradita meta, l'anima del defunto doveva superare diversi ostacoli. Sulla barca del dio [[Ra]], si doveva oltrepassare un lago infuocato, sorvegliato da quattro babbuini, affrontare [[coccodrillo|coccodrilli]], [[serpente|serpenti]] e il perfido [[Apofi]], gigantesco mostro condannato in eterno a minacciare l'affondamento della barca di Ra. Unico aiuto per il defunto erano gli amuleti e le formule posti dai sacerdoti durante la mummificazione. La religione egizia è l'insieme delle credenze religiose, dei riti e delle relazioni con il sacro degli Egizi, fino all'avvento del Cristianesimo e dell'Islam.
== Religione funeraria ==
{{Vedi anche|Anima nella religione dell'antico Egitto}}
Gli Egiziani non consideravano la morte come estinzione completa dell'uomo, ma piuttosto la negavano ritenendo che ci fosse una continuazione della vita nell'oltretomba, concepita come una vera e propria immortalità. Per la concezione egizia nell'uomo vi sono degli elementi soprannaturali, comuni alla divinità, che permettono una vita senza fine:
* l'[[Anima (religione dell'antico Egitto)#Akh o Khu o Sahu|akh]], la forza divina, rappresentata dal [[Geroglifici egizi|geroglifico]] dell'[[Threskiornithinae|ibis]];
* il [[Anima (religione dell'antico Egitto)#Ba .28spirito.2Fpersonalit.C3.A0.29|ba]], l'[[anima]], raffigurata come un uccello (il [[benu]], la [[fenice]] egizia);
* il [[Anima (religione dell'antico Egitto)#Ka|ka]], lo spirito o la forza vitale.
== Leggende ==
I miti egizi spesso risultano inseriti in cicli leggendari, che si sono sviluppati nel corso dei secoli attraverso le rielaborazioni sacerdotali. Questi racconti leggendari vennero spesso inglobati nei contesti dei vari gruppi divini, sia per giustificare l'origine del culto, sia per fornire una base soprannaturale ai centri cultuali. Di questi cicli mitici ci sono pervenute numerose varianti, relative a differenti tradizioni ed a varie localizzazioni. I principali cicli leggendari riguardano il dio Sole ed il mito di Osiride.
=== Leggenda di Ra ===
Ra è senza dubbio una delle divinità più antiche e più venerate del pantheon egizio. Il culto del Sole ha conosciuto nei secoli molte varianti locali, che lo hanno rappresentato in varie forme e conosciuto mediante numerosi [[Nome (diritto)|nomi]]. Tralasciando il suindicato Aton, il Sole venne adorato come [[Ra]], raffigurato in genere come un globo incandescente che varca il cielo del mattino sulla sua [[Barca solare (Egitto)|barca]] e denominato [[Khepri]] ovvero “colui che viene al mondo”. Era rappresentato dallo scarabeo che fa rotolare il disco solare [[Atum]] davanti a sé, dio-Sole di Eliopoli, ed [[Horus|Horo]], l'occhio del cielo.
Probabilmente la leggenda più famosa delle tante riguardanti il Sole è quella che si legge nel testo magico "''La distruzione degli uomini''". [[Ra]] dopo aver regnato a lungo sugli uomini e gli dei, si ritira. Gli uomini approfittando della sua assenza si ribellano. Ra decide di inviare sulla terra il suo occhio, alla vista del quale gli uomini si spaventano e fuggono nel [[deserto]]. In seguito, su consiglio degli altri dei che vogliono la continuazione della persecuzione, [[Ra]] manda [[Sekhmet]], la dea leonessa. Ma non volendo la totale distruzione dell'umanità, versa sulla terra una birra rossa, simile al sangue. [[Sekhmet]] beve il liquido, si ubriaca e, trasformandosi in [[Hathor]], la dea-vacca, e torna indietro senza aver compiuto il massacro. [[Ra]], stanco e deluso, sale sul dorso di [[Nut (mitologia)|Nut]], il cielo nel quale naviga sulla sua [[Sole (divinità)|barca solare]].
=== Leggenda di Osiride ===
Il mito di Osiride, divenuto nel corso dei secoli la leggenda nazionale egizia, è il risultato della fusione di molte varianti, appartenenti a vari luoghi ed epoche diverse. La stessa possibile interpretazione del suo contenuto mitologico ha originato tesi differenti, dal raffronto delle quali si può avere un quadro complessivo della leggenda.
# Interpretazione [[Evemerismo|evemeristica]]: già conosciuta da [[Erodoto]], vede in Osiride un re assassinato ed in seguito divinizzato.
# Interpretazione naturalistica: il mito di Osiride simboleggerebbe il ciclo vegetativo (i colori nero e verde con i quali è raffigurato il dio rappresenterebbero la morte e la rinascita della vegetazione).
# Interpretazione escatologica: la rinascita del dio viene vista come la possibilità di una [[vita]] dopo la [[morte]].
La leggenda di Osiride può essere così riassunta:
Osiride portò la civiltà agli uomini, insegnò loro come coltivare la terra e produrre il vino e fu molto amato dal popolo. Seth, invidioso del fratello, cospirò per ucciderlo. Egli costruì in segreto una bara preziosa fatta appositamente per il fratello e poi tenne un banchetto, nel quale annunciò che ne avrebbe fatto dono a colui al quale si fosse adattata. Dopo che alcuni ebbero provato senza successo, Seth incoraggiò il fratello a provarla. Appena Osiride vi si adagiò dentro il coperchio venne chiuso e sigillato. Seth e i suoi amici gettarono la bara nel Nilo, facendo annegare Osiride. Questo atto simboleggerebbe l'annuale inondazione del Nilo. Iside con l'aiuto della sorella Nefti riportò Osiride alla vita usando i suoi poteri magici. Prima che si potesse vendicare, Seth uccise Osiride, fece a pezzi il suo corpo e nascose le quattordici (secondo alcune fonti: tredici o quindici) parti in vari luoghi. Iside e Nefti trovarono i pezzi (eccetto i genitali, che erano stati mangiati dal pesce [[Ossirinco]]). Ra mandò Anubi e [[Thot]] ad imbalsamare Osiride, ma Iside lo riportò in vita. Successivamente Osiride andò negli inferi per giudicare le anime dei morti, e così venne chiamato Neb-er-tcher ("il signore del limite estremo"). Il figlio che Osiride ebbe da Iside, Horus, quando fu abbastanza grande affrontò Seth in battaglia, per vendicare la morte del padre. Il combattimento fu lungo e cruento, Horus perse un occhio nella battaglia e Seth un testicolo. Il conflitto fu interrotto dagli altri dei, che decisero in favore di Horus e diedero a lui la sovranità del paese. Seth fu condannato e bandito dalla regione. In altre versioni le due divinità si riconciliarono, rappresentando l'unione dell'Alto e "Basso Egitto".''
== Culto ==
Il sacerdozio egizio era strutturato in una complessa gerarchia, al cui più alto grado c'era il [[faraone]]. La decisione di costruire i templi e le relative cerimonie per la loro fondazione erano di prerogativa reale. I grandi sacerdoti, residenti nei centri di culto, presiedevano alle operazioni rituali in onore degli dei, come sostituti del re. Nel culto, la divinità era rappresentata da una statua collocata nel sancta sanctorum. Nei servizi giornalieri, essa veniva purificata, vestita e le veniva offerto il pasto quotidiano. Durante le feste annuali, il dio veniva portato trionfalmente in processione, spesso su barche in navigazione sul Nilo, ed era fatto oggetto di offerte e donazioni. Per l'occasione venivano organizzati banchetti sacri e rappresentazioni teatrali, che raccontavano gli avvenimenti principali della vita del dio.
=== Templi ===
{{vedi anche| Tempio egizio}}
Un [[tempio]] [[egizio]] poteva essere grande (ad esempio il tempio di [[Abu Simbel]]) o piccolo. Alcuni templi sono: quello di [[Ptah]] a [[Menfi (Egitto)|Menfi]], l{{'}}''[[Osireon]]'' (un tempio dedicato al [[dio]] [[Osiride]]), il tempio di [[Dendera]] e [[Luxor]]; esiste anche il [[complesso templare di Karnak|complesso di Karnak]].
Spesso vi erano [[raffigurazioni]] di [[dèi]] e [[faraoni]] [[egizi]], vicino a file di [[sfingi]].
== Note ==
=== Annotazioni ===
<References group="N"/>
=== Fonti
{{Note strette}}
== Bibliografia ==
{{Vedi anche|Bibliografia sull'antico Egitto}}
* {{cita libro|autore=Henry Aubin|titolo=The Rescue of Jerusalem|url=https://archive.org/details/rescueofjerusale0000aubi|anno=2002|editore=Soho Press Inc.|città=New York|ISBN=1-56947-275-0|cid=Aubin, 2002|lingua=en}}
* {{Cita libro|autore=J. Cerny|titolo=Egypt from the Death of Ramesses III to the End of the Twenty-First Dynasty' in The Middle East and the Aegean Region c.1380–1000 BC. |anno=1975|editore=Cambridge University Press.|città=Cambridge (Regno Unito)|p=|pp=|ISBN=0-521-08691-4|cid=Cerny 1975}}
* {{cita libro|autore=Somers Clarke|autore2=Reginald Engelbach|titolo=Ancient Egyptian Construction and Architecture|url=https://books.google.com/books?id=Ie6DDwAAQBAJ&pg=PP1|anno=1990|editore=Dover Publications|isbn=978-0-486-26485-1|annooriginale=1930|cid=Clarke e Engelbach, 1990|lingua=en}}
* {{Cita libro|autore=Peter Clayton|titolo=Chronicle of the Pharaohs|url=https://archive.org/details/chronicleofphara00clay|anno=1994|editore=Thames & Hudson|città=Londra|p=|pp=|ISBN=0-500-05074-0|cid=Clayton 1994}}
* {{cita libro|autore=[[Nicolas Grimal]]|traduttore=G. Scandone Matthiae|titolo=Storia dell'Antico Egitto|editore=Laterza|città=Bari|edizione=11|anno=1990-2011|p=619|isbn=978-8842056515|cid=Grimal}}
* {{cita libro|autore=Annette Imhausen|capitolo=Egyptian Mathematics|curatore=Victor J. Katz|titolo=The Mathematics of Egypt, Mesopotamia, China, India, and Islam: A Sourcebook|url=https://books.google.com/books?id=3ullzl036UEC&pg=PA7|anno=2007|editore=Princeton University Press|isbn=978-0-691-11485-9|cid=Imhausen, 2007|lingua=en}}
* {{Cita libro|autore=T. H. G. James |titolo=The British Museum Concise Introduction to Ancient Egypt|anno=2003|editore=University of Michigan Press|città=Michigan|ISBN=0-472-03137-6|cid=James 2005}}
* {{cita libro|autore=Antonio Loprieno|capitolo=Ancient Egyptian and other Afroasiatic Languages|curatore=Jack M. Sasson|titolo=Civilizations of the ancient Near East|url=https://books.google.com/books?id=3OYpAQAAMAAJ&pg=PA2137|volume=4|data=1995|editore=Scribner|isbn=978-0-684-19723-4|cid=Loprieno, 1995|lingua=en}}
* {{cita libro|autore=Antonio Loprieno|capitolo=Ancient Egyptian and Coptic|titolo=The Cambridge Encyclopedia of the World's Ancient Languages|url=https://books.google.com/books?id=VLpzQgAACAAJ&pg=PA160|anno=2004|editore=Cambridge University Press|isbn=978-0-521-56256-0|cid=Loprieno, 2004|lingua=en}}
* {{Cita libro|autore=Guy Rachet|titolo=Dizionario della Civiltà egizia|anno=1994|editore=Gremese|città=Roma|cid=Rachet 1994|isbn=88-7605-818-4}}
* {{cita libro|autore=Kim Ryholt|wkautore=Kim Ryholt|anno=1997|titolo=The Political Situation in Egypt During the Second Intermediate Period|città=Copenhagen|isbn=87-7289-421-0|cid=Ryholt, 1997|lingua=en}}
* {{Cita libro|autore=Gay Robins|titolo=The Art of Ancient Egypt|url=https://archive.org/details/artofancientegyp00robi|anno=1997|editore=Harvard University Press|città=Cambridge (Massachusetts)|p=|pp=|cid=Robins 1997|ISBN=0-674-00376-4}}
* {{Cita libro|curatore=Ian Shaw|titolo=The Oxford History of Ancient Egypt|anno=2005|editore=Oxford University Press|città=Oxford|p=|pp=|ISBN=0-19-280458-8|cid=Shaw 2003}}
* {{en}} Peter N. Stearns, ''The Encyclopedia of World History'', Clarke & Co Ltd, 2001
=== Fonti storiche ===
Le fonti storiche delle dinastie egizie sono:
* [[Papiro dei Re]]: elenco di tutti i sovrani, compresi quelli minori e quelli considerati usurpatori (redatto durante il regno di [[Ramses II]]);
* [[Liste reali egizie#Manetone|cronaca]] di [[Manetone]]: suddivisione della storia dell'Egitto in 30 dinastie, da [[Narmer|Menes]] ad [[Alessandro Magno]] (redatta durante il regno dei primi due Tolomei). Nessuna copia originale ci è pervenuta e se ne conosce l'esistenza poiché riportata da scrittori e storici successivi quali [[Sesto Giulio Africano]] (inizio del [[III secolo|III secolo d.C.]]) ed [[Eusebio di Cesarea]] (inizio del [[IV secolo|IV secolo d.C.]]);
* [[Lista di Abido]]: elenco di 76 antenati di [[Seti I]] inciso sulle pareti del tempio della città;
* [[Lista di Saqqara]]: riporta i [[cartiglio|cartigli]] di 57 sovrani omaggiati da [[Ramses II]];
* [[Sala degli antenati di Thutmose III|Sala degli antenati]]: elenco di 61 antenati di Thutmose III (rilievo nel tempio di [[Luxor]]);
* [[Pietra di Palermo]]: lista dei re, dei nomi delle loro madri e, di anno in anno, del livello raggiunto dalla piena del [[Nilo]].
== Voci correlate ==
* [[Storia dell'antico Egitto]]
* [[Collezioni egizie in Italia]]
* [[Cronologia di Glasgow]]
* [[Lista dei musei di antichità egizie]]
* [[Necropoli di Tebe]]
* [[Testi di esecrazione]]
* [[Tombe dei Nobili]]
* [[Valle dei Re]]
== Altri progetti ==
{{interprogetto|
== Collegamenti esterni ==
* {{Collegamenti esterni}}
* {{cita web|url=https://www.uee.ucla.edu/|titolo=UCLA Encyclopedia of Egyptology (UEE)}}
* {{cita web |url = https://thebanmappingproject.com/ |titolo = Progetto di mappatura delle tombe della Valle dei re |accesso = 19 gennaio 2024 |dataarchivio = 22 dicembre 2016 |urlarchivio = https://web.archive.org/web/20161222222740/https://thebanmappingproject.com/ |urlmorto = sì }}
* {{cita web|url=https://www.egittologia.net|titolo=Portale italiano dedicato all'Antico Egitto}}
*
* {{cita web |url=https://www.aton-ra.com/approfondimenti-antico-egitto/glossario-egittologia.html |titolo=Glossario di Egittologia}}
* {{cita web|url=http://www.cartigli.it|titolo=Cartigli e Faraoni d'Egitto}}
* {{
* {{cita web|url=https://ancientneareast.tripod.com/Egyptian_History.html|titolo=La storia antica del medio oriente|lingua=en}}
=== Musei egizi ===
* {{cita web|url=https://egyptianmuseumcairo.eg/|titolo=Museo Egizio de Il Cairo|lingua=en}}
* {{cita web|url=http://www.museoegizio.it|titolo=Museo Egizio di Torino}}
* {{cita web|url=http://www.polomusealetoscana.beniculturali.it/index.php?it/200/museo-egizio|titolo=Museo egizio di Firenze}}
* {{cita web|url=http://www.museoarcheologiconapoli.it/it/sale-e-sezioni-espositive/sezione-egiziana/|titolo=Museo Archeologico Nazionale di Napoli - Sezione Egizia-}}
* {{cita web|url=http://www.smb.museum/en/museums-institutions/aegyptisches-museum-und-papyrussammlung/home.html|titolo=Museo Egizio di Berlino|lingua=en}}
* {{cita web|url=http://www.smaek.de|titolo=Museo Egizio di Monaco di Baviera|lingua=de}}
* {{cita web|url=http://www.museivaticani.va/content/museivaticani/it/collezioni/musei/museo-gregoriano-egizio.html|titolo=Museo Gregoriano Egizio presso i Musei Vaticani}}
* {{cita web|url=http://www.louvre.fr/en/departments/egyptian-antiquities|titolo=Museo del Louvre-Dipartimento Egizio-}}
{{Antico Egitto}}
{{Controllo di autorità}}
{{Portale|antico Egitto|archeologia}}
[[Categoria:Antico Egitto| ]]
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