Jeb Bush: differenze tra le versioni
Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
m removed Category:Persone convertite al cattolicesimo usando HotCat |
|||
| (146 versioni intermedie di 81 utenti non mostrate) | |||
Riga 1:
{{Carica pubblica
|nome =
|immagine =
|didascalia = Jeb Bush nel 2015
|carica = 43º [[Governatore della Florida]]
|mandatoinizio = 5 gennaio 1999
|
|predecessore = [[Buddy MacKay]]
|successore = [[Charlie Crist]]
|carica2 = Segretario al commercio della Florida
|mandatoinizio2 = 6 gennaio 1987
|mandatofine2 = 9 settembre 1988
|predecessore2 = [[Wayne Mixson]]
|successore2 = [[Bill Sutton]]
|partito = [[Partito Repubblicano (Stati Uniti d'America)|Repubblicano]]
|alma_mater = [[Università del Texas ad Austin]]
|professione = Scrittore, filantropo, sviluppatore immobiliare, imprenditore
|firma = Jeb Bush Signature.svg
|religione = cattolicesimo romano
}}
{{Bio
|Nome =
|Cognome = Bush
|PostCognomeVirgola =
|Sesso = M
|ForzaOrdinamento = Bush ,Jeb
|LuogoNascita = Midland
|LuogoNascitaLink = Midland (Texas)
Riga 22 ⟶ 32:
|GiornoMeseMorte =
|AnnoMorte =
|Epoca = 2000
|Attività = ex politico
|Attività2 = imprenditore
|Nazionalità = statunitense
|PostNazionalità = , del [[Partito Repubblicano (Stati Uniti d'America)|Partito Repubblicano]], 43º [[governatore della Florida]] dal 1999 al 2007
}} Jeb è un esponente della famiglia Bush: è figlio del 41º [[Presidente degli Stati Uniti d'America|presidente degli Stati Uniti]] [[George H. W. Bush]] e fratello minore del 43º, [[George W. Bush]]. Seguendo le orme di padre e fratello, si candidò anch'egli alle [[Elezioni primarie del Partito Repubblicano del 2016 (Stati Uniti d'America)|elezioni primarie presidenziali del Partito Repubblicano del 2016]]. Dopo i risultati fallimentari, si ritirò il 20 febbraio 2016.
== Biografia ==
È nato a [[Midland (Texas)|Midland]], nel [[Texas]], e fin dall'infanzia venne chiamato Jeb, acronimo dato delle iniziali del suo vero nome (John Ellis Bush). Quando aveva sei anni, i suoi genitori si trasferirono a [[Houston]] dove Jeb praticò il [[tennis]] e il [[baseball]]. Quando aveva diciassette anni trascorse un anno in [[Messico]] per un interscambio culturale: nella città di [[León (Messico)|León]] conobbe la sua futura moglie Columba.
Nel [[1973]] si laureò alla [[Università del Texas ad Austin]] e poco dopo venne inserito nella lista di soldati americani da mandare in [[Vietnam del Sud]], ma quando arrivò il suo turno il conflitto era già terminato: ciò gli permise di lavorare come bancario prima in Texas e poi a [[Miami]], in [[Florida]]. Proprio a Miami fondò la IntrAmerica Investments Inc. avendo come socio l'imprenditore di origini cubane [[Armando Codina]], ma a giugno [[1993]] lasciò l'azienda per dedicarsi all'attivismo politico: nello stesso periodo si converte dal [[metodismo]] al [[cattolicesimo]].
=== Elezioni generali della Florida ===
==== Elezioni del 1994 ====
In accordo con la fede repubblicana della sua famiglia, nel [[1994]] si candidò per il governatorato del Florida ma venne sconfitto per pochi voti (51% contro 49%) dal candidato [[Partito Democratico (Stati Uniti d'America)|democratico]] [[Lawton Chiles]].
==== Elezioni del 1998 ====
Nel [[1998]] ci riprovò e stavolta vinse: la sfida contro il democratico [[Buddy MacKay]] si risolse in suo favore dato che Bush riuscì a ottenere il 55% dei consensi. I motivi del successo furono la fiducia concessagli dagli immigrati [[cuba]]ni anti-[[Fidel Castro|castristi]] (l'80% di loro votò per lui) e dagli ispanici (il 56% lo appoggiò). Al contrario, nonostante egli sia un dichiarato filo-[[Israele|israeliano]], solo il 44% degli ebrei lo scelse.
====
Nel [[2002]] fu rieletto governatore per un secondo mandato col 56% delle preferenze. Lasciò il governatorato della Florida il 2 gennaio [[2007]], al termine del secondo mandato, come imposto dalla legge di quello Stato.
[[File:JebBush.jpg|thumb|Jeb Bush nel 2015]]
=== Elezioni presidenziali 2016 ===
Il 15 giugno [[2015]] Jeb annunciò formalmente, durante un comizio al Miami Dade College, la sua candidatura alle prossime elezioni presidenziali: destò scalpore il fatto che nel logo ''"Jeb! 2016"'' non fosse presente il cognome Bush.<ref>{{Cita web|lingua=it|url=https://www.ilpost.it/2015/06/16/jeb-bush-candidato/|titolo=Jeb Bush alla fine si è candidato|sito=Il Post|data=2015-06-16|accesso=2025-01-26}}</ref><ref>{{Cita web|lingua=it|url=https://www.repubblica.it/esteri/2015/06/15/news/usa_2016_jeb_bush_in_campo_gop_sono_11_democratici_solo_3-116930573/|titolo=Usa 2016, Jeb Bush: "Pronto a guidare l'America". Il logo è senza il cognome|sito=la Repubblica|data=2015-06-15|accesso=2025-01-26}}</ref>
[[File:Jeb Bush 2016 campaign logo (transparent).png|miniatura|destra|Logo della campagna presidenziale di Jeb Bush.]]
Tuttavia, già nel 2013, l'anziana madre Barbara aveva affermato pubblicamente la sua posizione sfavorevole alla candidatura presidenziale del figlio: «abbiamo avuto abbastanza Bush».
All'inizio considerato il grande favorito del Partito Repubblicano alla nomination, sponsorizzato dalla gerarchia del partito e collettore di facoltosi finanziatori elettorali, il conservatorismo convenzionale di Jeb fu ritenuto dai commentatori in grado di intercettare l'elettorato per riconsegnare la Casa Bianca ai repubblicani nel 2016. Sull'altro versante, quello democratico, infatti era scontata la designazione dell'ex Segretario di Stato ed ex First Lady [[Hillary Clinton]], il cui marito [[Bill Clinton|Bill]] aveva sfidato (vincendo), il padre di Jeb, [[George H. W. Bush|George Bush]] tanto che i giornali parlarono di un nuovo scontro dinastico, dopo un ventennio, tra i Bush per i repubblicani e i Clinton per i democratici.
I sondaggi nazionali lo diedero in testa al primo posto col 14% seguito dal governatore del Wisconsin [[Scott Walker (politico)|Scott Walker]] (13%) che ad un certo punto passò in testa per poco, e dal senatore del Kentucky [[Rand Paul]]. Tuttavia con l'entrata in scena di candidati ultraconservatori anti-establishment come [[Donald Trump]] e [[Ben Carson]], l'astro di Bush subì un declino inarrestabile.
Il suo consenso precipitò rapidamente al 6%, attestandosi dopo i primi test elettorali tra il 4,5%-5,5% (contendendo i voti moderati col Governatore del New Jersey [[Chris Christie]] al 3,5%) mentre la sfida alla leadership lo vide contrapposto al miliardario Trump (30%) e al neurochirurgo Carson (20%), entrambi presentatisi con una piattaforma elettorale apertamente critica delle politiche del Partito Repubblicano, considerate corresponsabili del declino economico della classe media. Attaccato, e persino ridicolizzato come candidato dell'establishment del partito da [[Donald Trump]] - col quale ingaggiò per mesi un duello perdente - Jeb riuscì sempre sconfitto. Nel frattempo, difficoltà vennero registrate nella raccolta fondi perché i grandi finanziatori del Partito Repubblicano cominciarono ad abbandonarlo.
Il 1º febbraio [[2016]] nelle primarie in Iowa, Bush si piazzò solo 6° su 12 candidati - con il 2,8% pari a {{formatnum:5238}} voti con un delegato - superato dal senatore ultraconservatore [[Ted Cruz]] (28%), da Donald Trump (24%), dal conservatore Tea Party moderato [[Marco Rubio]] (23%), ma anche da Ben Carson (9%) e persino dal senatore Rand Paul al 4,5%
Il 7 febbraio, nelle primarie del [[New Hampshire]], Jeb ottenne un misero 4º posto conquistando 3 delegati con 11% pari a {{formatnum:31310}}; a vincere furono per la prima volta Donald Trump al 35% seguito a distanza dal governatore dell'Ohio, il moderato [[John Kasich]], col 16%.
Dopo la sconfitta in New Hampshire, Bush - che prese apertamente le difese dell'eredità politica di padre e fratello - decise di farsi accompagnare nei comizi in [[Carolina del Sud]] proprio dal fratello. Queste primarie misero la parola fine alla candidatura di Jeb Bush: 4º su 6 candidati, fuori dal podio con un misero 7,8% per {{formatnum:57863}} voti. Umiliato dall'ennesima disfatta, peraltro dopo aver speso più di qualsiasi altro candidato (oltre 130 milioni di dollari<ref>Nicholas Confessore e Sarah Cohen, «How Jeb Bush Spent $130 Million Running for President With Nothing to Show for It», The New York Times.Com, 22 febbraio 2016</ref>) e non aver vinto nemmeno un singolo stato, Jeb si ritirò dichiarando: «Gli elettori hanno scelto diversamente e ne va preso atto», senza menzionare l'avversario Trump.<ref>{{Cita news|autore=Alberto Flores D'Arcais|titolo=Jeb Bush si ritira: "Gli elettori hanno scelto diversamente"|url=http://www.repubblica.it/esteri/elezioni-usa/primarie2016/2016/02/21/news/jeb_bush_si_ritira_gli_elettori_hanno_scelto_diversamente_-133880977/|pubblicazione=La Repubblica|data=21 febbraio 2016|accesso=21 febbraio 2016}}</ref>
== Note ==
<references />
== Voci correlate ==
* [[Elezioni presidenziali negli Stati Uniti d'America del 2016]]
* [[Elezioni primarie del Partito Repubblicano del 2016 (Stati Uniti d'America)]]
* [[Governatore della Florida]]
* [[Partito Repubblicano (Stati Uniti d'America)]]
== Altri progetti ==
{{interprogetto
== Collegamenti esterni ==
* {{cita web|http://myflorida.com/b_eog/owa/b_eog_www.html.main_page|Ufficio governativo della Florida}}
* {{cita web|url=http://dhr.dos.state.fl.us/museum/collections/governors/about.cfm?id=50|titolo=Biografia ufficiale|accesso=3 aprile 2006|dataarchivio=1 dicembre 2008|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20081201092041/http://dhr.dos.state.fl.us/museum/collections/governors/about.cfm?id=50|urlmorto=sì}}
{{GovFlorida}}
{{Controllo di autorità}}
{{Portale|aziende|biografie|economia|politica|Stati Uniti d'America}}
[[Categoria:Governatori della Florida]]
[[Categoria:Politici del Partito Repubblicano (Stati Uniti d'America)]]
[[Categoria:Politici figli d'arte]]
[[Categoria:Politici germano-statunitensi]]
| |||