Gneo Nevio: differenze tra le versioni

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{{nota disambigua|descrizione=altri significati per il [[nome proprio]] '''Nevio'''|titolo=[[Nevio (nomedisambigua)]]|Nevio}}
{{Bio
'''Gneo Nevio''' ([[270 a.C.]]- [[Utica]], [[Africa]], [[201 a.C.]]), fu uno [[:categoria:scrittori latini|scrittore latino]].
|Nome = Gneo
|Cognome = Nevio
|PreData = {{latino|Gnaeus Naevius}}, od anche ''Cnaeus Naevius''
|Sesso = M
|LuogoNascita = Capua
|LuogoNascitaLink = Capua antica
|LuogoNascitaAlt = o [[Atella (città antica)|Atella]]<ref name="Emilio Rasulo 1928">Emilio Rasulo, ''Storia di Grumo Nevano e dei suoi uomini illustri'', Napoli, 1928.</ref><ref>Origine incerta, riportati i dati ritenuti più probabili.</ref>
|GiornoMeseNascita =
|AnnoNascita = [[275 a.C.]] circa
|LuogoMorte = Utica
|LuogoMorteLink = Utica (Tunisia)
|GiornoMeseMorte =
|AnnoMorte = 201 a.C.
|Epoca = -200
|Attività = poeta
|Attività2 = drammaturgo
|Nazionalità = romano
|PostNazionalità = , fondatore dell'[[epica|epos]] nazionale [[lingua latina|latino]]
|Immagine =
}}
 
Ebbe una notevole carriera letteraria a Roma fino a quando i suoi commenti satirici pronunciati nella commedia fecero infuriare la famiglia Metello, dei quali un appartenente era [[Console (storia romana)|console]]. Dopo un soggiorno in prigione ritrattò e fu liberato dai [[Tribuno della plebe|tribuni della plebe]]. Dopo essere stato accusato di un secondo reato venne esiliato in [[Tunisia]], dove scrisse il suo [[epitaffio]] e quindi si [[suicidio|suicidò]]. Le sue commedie erano nel genere di ''[[fabula palliata]]'', un adattamento della nuova [[commedia greca]]. Soldato durante le [[guerre puniche]], fu un uomo particolarmente patriottico, inventando un nuovo genere chiamato ''[[fabula praetexta]]'', un'estensione della tragedia a figure o avvenimenti nazionali romani. Dei suoi scritti sono sopravvissuti solo frammenti di diversi poemi nelle citazioni di grammatici tardoantichi ([[Flavio Sosipatro Carisio|Carisio]], [[Elio Donato]], [[Sesto Pompeo Festo]], [[Aulo Gellio]], [[Isidoro di Siviglia]], [[Macrobio]], [[Nonio Marcello]], [[Prisciano]], [[Marco Terenzio Varrone]]).
Nato in [[Campania]]{{ref|Gellio1}} nella zona di [[Capua (antica)|Capua]] e di cultura mista [[lingua latina|latina]] e [[lingua greca|greca]], combatté nella [[prima guerra punica]], come dice egli stesso nel ''Bellum Poenicum''{{ref|Gellio2}}.
 
== Biografia ==
Egli a differenza di Livio Andronico era un cittadino libero a causa del fatto che ai campani dopo la fine delle guerre sannitiche fu concessa la cittadinanza romana.
Nacque in [[Campania antica|Campania]]<ref>[[Aulo Gellio]], ''Notti attiche'', I, 24.</ref>, probabilmente a [[Capua antica|Capua]]<ref name="Pontiggia_63">{{Cita|Pontiggia, Grandi|p. 63|pontiggiagrandi}}.</ref>, che dalla fine delle [[guerre sannitiche]] godeva della [[cittadinanza romana]] senza diritto di voto (''civitas sine suffragio''), tra il 275 e il 270 a.C.. Altre fonti però ne individuano il suo luogo natìo nell'antica città di [[Atella (città antica)|Atella]], di preciso nell'area che oggi costituisce la zona di Nevano (da cui appunto prende il nome) del comune di [[Grumo Nevano]] ([[Città metropolitana di Napoli|Napoli]])<ref name="Emilio Rasulo 1928"/>. Era di stirpe [[Popoli italici|italica]] (nella fattispecie [[Osco-Umbri|osca]]) e di condizione libera, a differenza del contemporaneo [[Livio Andronico]], [[Schiavitù nell'antica Roma|schiavo]] d'origine [[Italioti|italiota]]. Militò nelle file dell'[[esercito romano]] durante la [[prima guerra punica]] (264-241)<ref>Aulo Gellio, ''Notti attiche'', XVII, 21, 45.</ref> e fu allora che ebbe occasione di approfondire la conoscenza della cultura siceliota (ma anche magnogreca e greca in generale) militando nel presidio romano di stanza ad Agrigento nel 254 a.C. È probabile che tornando dalla Sicilia portasse con sé copioni greci.<ref>G. Chiarini-F. Mosetti Casaretto, ''Introduzione al teatro latino'', p. 66</ref>.
 
Terminata la guerra, Nevio visse a Roma lavorando come poeta: fece rappresentare la sua prima opera drammatica nel [[235 a.C.]] Le scarse notizie conservate sulla sua vita e l'esiguo numero di frammenti delle sue opere giunte fino ad oggi non permettono di ricostruirne dettagliatamente la vita e le opinioni politiche; si configura tuttavia come un poeta indipendente, che, tramite le sue opere, seppe manifestare pubblicamente la sua opposizione alla classe dominante<ref name="Pontiggia_63" />. È infatti rimasto noto il suo scambio di invettive (''[[altercatio]]'') con la potente famiglia dei [[Metelli]]: alla notizia dell'elezione al [[console (storia romana)|consolato]] scrisse ''[[Fato Metelli Romae fiunt consules]]'', ovvero ''Per la rovina di Roma, i Metelli sono fatti consoli'', oppure ''Per volere del destino i Metelli sono fatti consoli a Roma'' (e dunque senza alcun merito personale). Nevio è stato molto attento a non rendere chiaro l'insulto verso i Metelli, sfruttando il termine Fato, che significa sia sorte sia sfortuna, e il termine "Romae" può essere inteso come locativo o come genitivo. Si conosce anche la risposta data dai Metelli<ref>Cesio Basso, in Grammatici Latini, VI, 266.
Sembra che non avesse particolari timori reverenziali verso i personaggi potenti, tanto che si è conservata una sentenza d'insulto verso i fratelli [[Metello|Metelli]]:
</ref>: ''Malum dabunt Metelli Naevio poetae'', ''La mala sorte daranno i Metelli al poeta Nevio'', ma anche "I Metelli daranno una mela al poeta Nevio", giacché "malum" può essere inteso come "mālum", mela, o come "mălum", male, cattiva sorte.
:''Fato Metelli Romae fiunt consules''.
:"Per disgrazia i Metelli sono [[console (storia romana)|consoli]] di Roma".
 
In ottemperanza alla [[Leggi delle XII tavole|legge delle XII tavole]] che puniva i ''mala carmina'', nel [[206 a.C.]]<ref name="Pontiggia_63" /> Nevio fu imprigionato a Roma, dove, dal carcere, scrisse due commedie con le quali faceva ammenda delle offese recate<ref>Aulo Gellio, ''Notti attiche'', III, 3, 15.</ref>; fu dunque liberato grazie all'intervento dei [[tribuno della plebe|tribuni della plebe]], e la sua pena fu commutata in una condanna all'esilio: Nevio morì in Africa durante la seconda guerra punica attorno al [[201 a.C.]]<ref name="Pontiggia_63" />.
Se ne conosce anche la risposta, data dai Metelli{{ref|Cesio}}:
:''Dabunt malum Metelli Naevio poetae''.
:"La mala sorte la daranno i Metelli al poeta Nevio".
 
== Opere letterarie ==
E in effetti si sa che Nevio finì in carcere intorno al [[204 a.C.]] e che in seguitò andò in esilio, forse a Utica, come attesta [[San Girolamo|Gerolamo]].
{{Vedi anche|Storia della letteratura latina (240 - 78 a.C.)}}
 
=== Tragedie ===
{{vedi anche|Clastidium (Nevio)|Romulus (Nevio)|Lycurgus}}
L'innovazione che Nevio portò nella letteratura latina fu l'introduzione della ''fabula [[Praetexta|praetexta]]'', tragedie ambientate a Roma (anziché in Grecia). Ne conosciamo due titoli: ''Romulus'' (o ''Lupus'') e ''Clastidium''. In ''Romulus'' si parla della vicenda di [[Romolo]] e [[Remo]]; ''Clastidium'' (scritta nel [[208 a.C.]] in occasione dei ludi funebri in onore del generale [[Marco Claudio Marcello]]) narra della battaglia a [[Clastidium]] vinta da Marcello contro i [[Galli]], vittoria che permise ai romani di conquistare la [[Gallia Cisalpina]].
L'innovazione che Nevio portò nella [[letteratura latina]] fu l'introduzione della ''[[Praetexta|fabula praetexta]]'', tragedia ambientata a Roma (anziché in Grecia). Ne conosciamo due titoli: ''[[Romulus (Nevio)|Romulus]]'' (o ''Lupus'') e ''[[Clastidium (Nevio)|Clastidium]]''. In ''Romulus'' si parla della vicenda di [[Romolo e Remo]]; ''Clastidium'' narra della [[battaglia di Clastidium]] del 222 a.C. vinta da Marcello contro i [[Galli]], vittoria che permise ai romani di conquistare la [[Gallia Cisalpina]].<ref>{{Cita |Pontiggia, Grandi|p. 87|pontiggiagrandi}}.</ref>
 
Nevio scrisse anche sei tragedie noncothurnate (di argomento greco): ''praetextaeAesiona'', di''Danae'', cui''Equos dueTroianus'', ''Iphigenia'', ''Hector Proficiscens'' e ''Lycurgus''. Fra queste, (''Danae'' e ''Equos Troianus -'') con la messa in scena di quest'ultima venne inaugurato il teatro di Pompeo a Roma nel 55 a.C.- ripetono titoli di [[Livio Andronico]]. La tragedia meglio conosciuta è il ''Lycurgus'' di cui ci restano 24 frammenti. Nel ''[[Lycurgus]]'' la storia ruota attorno al [[re]] di [[Tracia]] [[Licurgo]] (da non confondere con il mitico legislatore spartano) che cacciò dalla sua terra il [[Dio]] [[Bacco]] e le [[Menadi|Baccanti]], provocando l'ira funesta del Diodio del vino che si vendicò uccidendo il re e incendiando la sua reggia. Il tema era attuale a Roma: il culto di [[Dioniso]] (Bacco per i Romani) che era stato introdotto a Roma, negli ultimi decenni del [[III secolo a.C.]] aveva assunto connotati da rito propiziatorio e orgiastico, vietati da una sentenza del [[senato romano]] ([[senatus consultum de Bacchanalibus]]).
 
=== Commedie ===
Per quanto riguarda la produzione comica, quella di Nevio lo rende il più importante predecessore di [[Plauto]] in questo campo; dai frammenti a noi giunti si nota una colorita inventiva verbale che sembra preparare il campo a quella di [[Plauto]].<ref name=NLLpag.33>{{Cita |Gian Biagio Conte|p. 33|GBConte}}.</ref>
Se ne conoscono 28 titoli, con pochissimi frammenti, il più noto dei quali è quello della ''Tarentilla'' dove Nevio descrive la civetteria di una ragazza. Dal linguaggio dei frammenti si è dedotto che Nevio abbia avuto una certa influenza sul lessico usato da [[Plauto]].
 
A differenza degli altri autori comici del [[II secolo a.C.]], la commedia di Nevio trattava temi più "seri" e "impegnativi", come la politica: le sue opere attaccavano personaggi politici (in particolare la potente famiglia dei [[Metelli]]<ref name=NLLpag.30>{{Cita |Gian Biagio Conte|p. 30|GBConte}}.</ref>).<ref name=NLLpag.33-34>{{Cita |Gian Biagio Conte|pp. 33-34|GBConte}}.</ref> Questo fenomeno, anticonformista a Roma, ricorda la commedia greca del periodo di [[Aristofane]], ed avrà però vita breve: Nevio avrebbe pagato per i suoi attacchi con il carcere ed il teatro comico latino fu emarginato dalla vita politica della città.<ref name=NLLpag.34>{{Cita |Gian Biagio Conte|p. 34|GBConte}}.</ref>
==Bellum Poenicum==
È un poema epico che narra della prima guerra punica, scritto in tarda età e considerata la sua opera più importante già in età romana. Dai frammenti rimasti si evince che già Nevio cantasse il viaggio di [[Enea]] da [[Troia (Asia Minore)|Troia]] all'[[Italia]], narrando anche dell'incontro tra lui e [[Didone]] a [[Cartagine]]. Il poema è scritto in [[saturnio|versi saturni]], come già l'[[Odusia]] di [[Livio Andronico]].
 
Delle commedie di Nevio si conoscono 28 titoli più un'ottantina di frammenti per un totale di 125 versi, di cui non pochi incompleti.<ref name=NLLpag.33/> Tra le varie opere, di cui ci sono giunti i titoli sia greci che latini, si distingue la ''[[Tarentilla]]'', di cui si ha un frammento molto vivace in cui Nevio descrive la civetteria di una ragazza.<ref name=":0" />
==Note==
*{{note|Gellio1}} Aulo Gellio, ''Notti attiche'', I, 24.
*{{note|Gellio2}} Aulo Gellio, ''Notti attiche'', XVII, 21, 45.
*{{note|Cesio}} Cesio Basso, in Grammatici Latini, VI, 266.
 
Altre opere sono:
==Collegamenti esterni==
*[http://www.fh-augsburg.de/~harsch/Chronologia/Lsante03/Naevius/nae_intr.html I frammenti superstiti di Nevio], presso la Bibliotheca Augustana.
* [http://latine.studentville.it/mondolatino/letteratura/et%E0_arcaica-1/gneo_nevio-6/ Gneo Nevio] Vita, opere, stile e Bellum Poenicum di Gneo Nevio.
 
* ''Acontizomenos'' ("Il colpito da un dardo")<ref name=inst>Daniela Maria Graziano, [http://www.instoria.it/home/gnaeus_nevius_II.htm GNAEUS NEVIUS PARTE II - PRODUZIONE TEATRALE TRA MODELLI GRECI E INNOVAZIONE], InStoria, N. 112 - Aprile 2017 (CXLIII)</ref>
* ''Agitatoria''<ref name=inst/>
* ''Agrypnuntes'' ("Gli insonni")<ref name=inst/>
* ''Appella''<ref name="CP57">Gian Biagio Conte, Emilio Pianezzola, ''Storia e testi della letteratura latina'', vol. 1, Firenze, Le Monnier, 1988, ISBN 88-00-42192-X</ref>
* ''Ariolus'' ("L'indovino")<ref name=Tamagni>Cesare Tamagni, [http://www.adamoli.org/progetto-ocr/storia-letteraria-italia-01/PAGE0331.HTM ''Storia della letteratura latina''], Milano, [[Francesco Vallardi]], 1874, p. 315</ref>
* ''Astiologa''<ref name=Tamagni/>
* ''Colax'' ("L'adulatore")<ref name=NLLpag.33/><ref>{{Cita pubblicazione|autore=Marco Molinelli|autore2=|autore3=|anno=2006|titolo=Lingua e stile in Nevio: Il caso di 'exanimabiliter' (Nevio, com. 35R.3)|rivista=Orpheus|volume=|numero=27|pp=92-103|url=https://www.academia.edu/40621019/Lingua_e_stile_in_Nevio_Il_caso_di_exanimabiliter_Nevio_com_35R_3_}}</ref>
* ''Commotria''<ref name=Tamagni/>
* ''Corollaria'' ("La commedia delle ghirlande")<ref name=NLLpag.33/>
* ''Carbonaria'' ("La commedia del carbone")<ref name=inst/>
* ''Dementes'' ("I pazzi")<ref name=Tamagni/>
* ''Dolus'' ("L'inganno")<ref name=NLLpag.33/>
* ''Figulus'' ("Il vaso")<ref name=Tamagni/>
* ''Glaucoma'' ("La cataratta")<ref name=Tamagni/>
* ''Guminasticus''" (= "''Gymnasticus''") ("Il maestro di ginnastica")<ref name=NLLpag.33/><ref name=":0">{{Cita pubblicazione|autore=Marco Molinelli|autore2=|autore3=|anno=1983|titolo=Allitterazione e hapax legomena nei frammenti di Nevio (Nota a Com. 57 e 76 R.)|rivista=AFLM|volume=XVI|numero=|pp=514-520|url=https://www.academia.edu/42299231/Allitterazione_e_hapax_legomena_nei_frammenti_di_Nevio_Nota_a_Com_57_e_76_R_}}</ref>
* ''Lamapadio''<ref name=Tamagni/>
* ''Leo'' ("Il leone")<ref name=Tamagni/>
* ''Ludus'' ("Il gioco")<ref name=Tamagni/>
* ''Lupus'' ("Il lupo")<ref name=Tamagni/>
* ''Nagido''<ref name=Tamagni/>
* ''Nautae'' ("I marinai")<ref name=Tamagni/>
* ''Nervolaria''<ref name=Tamagni/>
* ''Paelex'' ("La concubina")<ref name=Tamagni/>
* ''Personata'' ("La donna in maschera")<ref name=Tamagni/>
* ''Proiectus''<ref name=Tamagni/>
* ''Quadrigemini'' ("I quattro gemelli")<ref name=Tamagni/>
* ''Satura''<ref name=Tamagni/>
* ''Stalagmus'' o ''Stalagmonissa''<ref name=Tamagni/>
* ''Stigmatias'' ("Lo schiavo marcato")<ref>Francesca Reduzzi Merola, [https://www.ledonline.it/ledonline/diritto-e-teatro/libertas-teatro-latino-Reduzzi.pdf ''La 'libertas' tra scena e vita nel teatro comico latino''], in ''Diritto e teatro in Grecia e a Roma'', a cura di Eva Cantarella e Lorenzo Gagliardi, Milano, 2007, p. 234</ref>
* ''Technicus''<ref name=Tamagni/>
* ''Testicularia''<ref name=Tamagni/>
* ''Triphallus''<ref name=Tamagni/>
* ''Tribacelus'' ("L'uomo con tre peni")<ref name=CP57/>
* ''Tunicularia'' ("La commedia della camicia")<ref name=inst/>
 
=== Poema epico ===
{{poeti}}
{{vedi anche|Bellum Poenicum}}
{{letteratura}}
 
Il ''[[Bellum Poenicum]]'' è un poema epico che narra della prima guerra punica (264-241 a.C.), scritto in tarda età e considerata la sua opera più importante già in età romana. Dai frammenti rimasti si evince come già Nevio cantasse il viaggio di [[Enea]] da [[Troia]] all'[[Italia]], narrando anche dell'incontro a [[Cartagine]] con [[Didone]]. Il poema è scritto in [[saturnio|versi saturni]], come già l'''[[Odusìa]]'' di [[Livio Andronico]]. Il poema fu diviso in sette libri dall'erudito del [[II secolo a.C.]] [[Gaio Ottavio Lampadione]]. Riguardo allo stile Nevio tende alla concisione con mezzi espressivi semplici ma efficaci.
[[Categoria:Biografie|Nevio, Gneo]]
[[Categoria:Poeti latini|Nevio, Gneo]]
[[Categoria:Storici latini|Nevio, Gneo]]
 
Pare che il nome originale dell'opera fosse ''Carmen belli Poenici ''con riferimento ai carmina in cui si cantavano e si tramandavano oralmente le gesta degli eroi.
[[cs:Gnaeus Naevius]]
Rifacendosi ai poemi ellenistici inserisce lunghe digressioni mitiche per spiegare le cause (in [[greco antico|greco]] ''[[Áition|aitia]]'') dei vari avvenimenti storici. Scritto in 6.000 versi saturni, dei quali ne restano appena una sessantina, è considerato il modello del poema epico latino.
[[de:Gnaeus Naevius]]
 
[[en:Gnaeus Naevius]]
== Note ==
[[fi:Naevius]]
<references/>
[[fr:Naevius]]
 
[[hu:Naevius]]
== Bibliografia ==
[[nl:Gnaius Naevius]]
* {{cita libro|autore=Marino Barchiesi|titolo=Nevio epico; storia, interpretazione, edizione critica dei frammenti del primo epos latino|città=Padova|anno=1962}}
[[pl:Newiusz]]
* {{cita libro|autore=Marino Barchiesi|titolo=La Tarentilla rivisitata. Studi su Nevio comico|città=Pisa|editore=Giardini|anno=1978}}
[[ru:Невий]]
* {{cita libro|autore=W. Beare|titolo=I Romani a teatro|città=Roma-Bari|editore=Laterza|anno=2008|annooriginale=1986|mese=gennaio|isbn=978-88-420-2712-6|traduttore=Mario De Nonno}}
[[sh:Gnej Nevije]]
* {{cita libro|autore=W. Morel|titolo=Fragmenta poetarum latinorum epicorum et lyricorum praeter Ennium et Lucilium|città=Leipzig|anno=1927}}
[[sr:Гнеј Невије]]
* {{cita libro|autore=[[Giancarlo Pontiggia|G. Pontiggia]] | coautori=M.C. Grandi | titolo=Letteratura latina. Storia e testi | editore=Principato | città=Milano | anno=1996 | mese=marzo | isbn= 88-416-2191-5|cid=pontiggiagrandi}}
[[sv:Gnaeus Naevius]]
* {{cita libro|curatore=Antonio Traglia|titolo=1 : Livio Andronico, Nevio, Ennio|opera=Poeti latini arcaici|città=Torino|editore=UTET|anno=1986|isbn=88-02-04009-5}}
* {{cita libro|autore=[[Gian Biagio Conte]]|titolo=Letteratura latina|città=Firenze|editore=Le Monnier|anno=1987|isbn=88-00-42146-6}}
 
== Altri progetti ==
{{Interprogetto}}
 
== Collegamenti esterni ==
* {{Collegamenti esterni}}
* [http://www.fh-augsburg.de/~harsch/Chronologia/Lsante03/Naevius/nae_intr.html I frammenti superstiti di Nevio], presso la Bibliotheca Augustana.
* {{lingue|en|la}}''Remains of old latin. Vol. 2: Livius Andronicus, Naevius, Pacuvius and Accius'', E. H. Warmington (a cura di), London-Cambridge, 1936: [https://archive.org/details/remainsofoldlati02warmuoft pp. 45-156].
* ''Scaenicae romanorum poesis fragmenta'', [[Otto Ribbeck]] (a cura di), Lipsiae, in aedibus B. G. Teubneri, 1897 (3ª ed.), vol. 1, [https://archive.org/stream/fragscaenicaeromr01ribbuoft#page/320/mode/2up pp. 321 sgg.]
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[[Categoria:Drammaturghi romani|Nevio, Gneo]]
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