Libro Quinto della Metafisica: differenze tra le versioni
Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
+tmpl |
mNessun oggetto della modifica |
||
(18 versioni intermedie di 14 utenti non mostrate) | |||
Riga 5:
|titoloorig =
|titolialt =
|titoloalfa = Libro della Metafisica 05
|immagine = Aristotle Cod. vindob. phil. gr. 64.jpg
|didascalia = Aristotele in un manoscritto medievale
|annoorig = [[IV secolo a.C.]]
|forza_cat_anno = no
|annoita =
|genere =
|sottogenere =
|lingua =
|serie = [[Metafisica (Aristotele)|Metafisica]]
|preceduto = Libro Quarto della Metafisica
Riga 23 ⟶ 22:
==Struttura==
La sua struttura morfologica è molto semplice: ogni
*cap.1 - '''principio''' (''ΑΡΧΗ'')
Riga 42 ⟶ 41:
*cap.16 - '''perfetto''' o '''finito''' (''ΤΕΛΕΙΟΝ'')
*cap.17 - '''limite''' (''ΠΕΡΑΣ'')
*cap.18 - '''ciò secondo cui''' (''tò kath'hò''), '''di per sé''' (''tò kath'autò'')
*cap.19 - '''disposizione''' (''ΔΙΑΘΕΣΙΣ'')
*cap.20 - '''avere''' o '''abito''' (''hexis'')
Riga 92 ⟶ 91:
*È la forma che si unisce alla materia;
*Per traslato si dice in generale che ogni sostanza è natura, perché anche la natura è sostanza.
Aristotele conclude dicendo che ''la natura è la sostanza delle cose che posseggono il principio del movimento in sé medesimo e per propria essenza '': in altri termini è la sostanza vista nella sua dinamicità.
=== Necessario (''anankaion'') ===
Riga 101 ⟶ 100:
*È la dimostrazione del sillogismo.
*È necessario ciò che non può essere altrimenti.
La definizione che coglie meglio il senso di "''necessario''", per Aristotele è ''ciò che è semplice, perché non può essere in più modi''.
Alcune cose necessarie hanno fuori di sé la causa della loro necessità, in altre essa è immanente.
La necessità si lega indissolubilmente alla semplicità in quanto ciò che è necessario non può essere ora in uno stato ora in un altro.
Riga 116 ⟶ 115:
*per continuità naturale o artificiale (ad esempio un fascio o pezzi di legno uniti da colla, una gamba, un braccio) ;
*in caso di sostrato che non varia per specie:''si dice che il vino è uno e che l'acqua è una in quanto sono indivisibili secondo la specie e si dice che tutti i liquidi costituiscono un'unità perché il loro sostrato è identico:essi infatti sono tutti acqua o aria'';
*perché hanno un genere unico: cavallo e uomo sono un'unità in quanto tutti animali.
*perché le definizioni delle cose che costituiscono un'unità non possono essere distinte.
In sintesi ''tutto ciò che è indivisibile viene detto unità''.
Riga 123 ⟶ 122:
Aristotele tratta poi dell'uno inteso come ''principio numerico''. Con ciò non vuole intendere che l'uno sia l'inizio della serie numerica, bensì che il principio da cui tutti i numeri derivano.
Correlato a questo, viene trattato l'uno come '''unità di misura'''. Noi infatti conosciamo il mondo che ci circonda attraverso la misurazione, e ciò è
L'unità di misura non è la stessa per tutti i generi: non si può misurare in rapporto all'Uno, ma in rapporto a un'unità di misura che varia da genere a genere. In ambito matematico-geometrico, Aristotele afferma che ''è unità ciò che è indivisibile per quantità o per specie''. Infatti se fosse divisibile in tre dimensioni, si chiamerebbe corpo; se lo fosse in due dimensioni, sarebbe una superficie; se lo fosse in una dimensione, sarebbe linea, se non fosse divisibile ma avesse posizione si chiamerebbe punto. Se non avesse né dimensione né posizione, allora sarebbe effettivamente un'unità.
Riga 135 ⟶ 134:
=== Essere (''òn'') ===
L'essere si considera:
*'''per [[accidente (filosofia)|accidente]]''', quando si tratta di caratteristiche che ''non'' riguardano l'essenza di una cosa. Per esempio i capelli biondi non fanno parte dell'"essenza" dell'uomo, ma sono una caratteristica transitoria, un ''accidente''
*'''di per sé''', quando si tratta di caratteristiche che riguardano direttamente l'essenza di una cosa. "Di per sé" è una traduzione un po' antiquata del greco ''kath'hautò'', che si potrebbe rendere benissimo con la parola ''essenza''. Ma la maggior parte dei commentatori utilizza il termine tradizionale e quindi bisogna adeguarsi. Ci sono tanti modi di esprimere il "di per sé" di una cosa, tante quanto le categorie dell'essere. Infatti dire che l'uomo è camminante (soggetto + categoria) è la stessa cosa che dire l'uomo cammina (caratteristica del soggetto "di per sé") - considerando tuttavia che in tal caso abbiamo a che fare con una caratteristica accidentale, il camminare, e non essenziale dell'uomo. Essenziale è invece l'essere in un luogo e in una certa condizione (cfr. le categorie).
*'''nel senso del vero e del falso'''. Questa qualità non è propria dell'essere, bensì dell'essere che viene pensato. Infatti ''vero'' è la corrispondenza tra pensiero e realtà (esempio: Socrate cammina. Questa frase è vera se Socrate sta effettivamente camminando). Il ''falso'' è il contrario del ''vero''.
*'''secondo atto e potenza'''. Con questi due ternmini, Aristotele risolve il problema del divenire. Alcuni filosofi precedenti negavano
=== Sostanza (''ousia'') ===
Aristotele dà delle definizioni molto sommarie del termine "sostanza", perché ne parlerà in maniera più approfondita nei cosiddetti ''libri della sostanza'' (cioè i libri [[Libro Settimo della Metafisica|settimo]], [[Libro Ottavo della Metafisica|ottavo]] e [[Libro Nono della Metafisica|nono]]). Sono sostanze:
*i corpi semplici, come
*ciò che, stando nelle cose che non si predicano di un soggetto, è causa del loro essere (per esempio l'anima per l'animale)
*è l'essenza sostanziale che, espressa in un discorso, dà luogo alla definizione.
Riga 178 ⟶ 177:
==Bibliografia==
*Aristotele, ''Metafisica'', traduzione di [[Carlo Augusto Viano]], Torino, [[UTET]].
*Aristotele, ''Metafisica'', traduzione e commento di [[Giovanni Reale]],
*Aristotele, ''Metafisica'', traduzione di [[Antonio Russo]], Roma-Bari, [[Casa editrice Giuseppe Laterza & figli|Laterza]].
*Aristotele, ''Metafisica'', traduzione e commento di [[Marcello Zanatta]], Milano, [[Rizzoli]].
{{Aristotele}}
{{Controllo di autorità}}
{{Portale|filosofia}}
[[Categoria:
[[Categoria:
|