[[File:Comanche Code Talkers.jpg|miniatura|I Code Talker Comanche della 4ª Signal Company (presso lo U.S. Army Signal Center a Fort Gordon).]]
'''Code talker''' (in italiano,: '''oratore"parlante in codice'''") è un termine usato in lingua inglese per descrivere una persona che parla usando un linguaggio codificato. Esso è frequentemente usato per indicare i 400 [[nativi americani]] che servironoprestarono servizio come [[Marines degli Stati Uniti]], il cui lavoro principale era di trasmettere messaggi [[Tattica militare|tattici]] segreti. I code talker trasmettevano questi messaggi attraverso reti telefoniche o radio, usando codici linguistici sviluppati sulle loro lingue native. Il loro servizio incrementò le comunicazioni in termini di velocità di criptazionecifratura su entrambe le sponde delle linee operative dei fronti della [[seconda guerra mondiale]].
Il termine ''code talker'' è comunemente associato con gli speaker [[Navajo]], reclutati specialmente durante la seconda guerra mondiale dai Marines per servire nella [[guerra del Pacifico (1941-1945)|guerra del Pacifico]]. I code talker, tuttavia, ebbero come pionieri del loro campo gli indiani [[Choctaw]] che prestarono servizio nella [[prima guerra mondiale]] e che venivano chiamati ''Choctaw code talker''.
Altri code talker appartenenti ad altrialtre tribù di nativi furono impiegati dall'[[United States Army|Esercito degli Stati Uniti]] durante la seconda guerra mondiale, inclusi i [[Cherokee]], i [[Choctaw]], i [[Lakota]].<ref>{{en}} [http://www.rapidcityjournal.com/news/article_9668c6fe-7a8a-11df-ab6b-001cc4c002e0.html Last Lakota code talker Clarence Wolf Guts dies at 86] Rapid City Journal. Rapid City, SD: 2010-06-18.</ref>, i [[Mesquakie]] e i [[Comanche]]. Anche discendenti di immigrati appartenenti al popolo [[Baschi|basco]] furono reclutati dai Marines come code talker nella seconda guerra mondiale, per operare in zone di guerra dove non ci si aspettava vi fossero individui in grado di capire la [[lingua basca]].
== Cherokee ==
Il primo uso di nativi americani nell'esercito americano per trasmettere messaggi sotto il fuoco nemico si ebbe con un gruppo di truppe [[Cherokee]], impiegate dalla [[30th Infantry Division (United States Army)|30ª Divisione di Fanteria]] che servì lungo il fronte britannico durante la [[seconda battaglia della Somme]]. Secondo l'ufficiale divisionale incaricato, essi presero servizio nel [[settembre]] [[1918]], sotto il comando britannico.<ref>{{en}} Stanley, Captain John W. ''Personal Experience of a Battalion Commander and Brigade Signal Officer, 105th Field Signal Battalion in the Somme Offensive, September 29 – October 8, 1997.'' U.S. Army, 1932.</ref>
== Choctaw ==
Durante la [[prima guerra mondiale]], il comandante di una compagnia dell'esercito americano, il capitano Lawrence, udì Solomon Louis e Mitchell Bobb conversare nella lingua [[Choctaw]]. Si mise così alla ricerca di altri uomini che parlassero quella lingua e nel suo battaglione ne trovò in totale otto.<ref name=choctaw_code>{{en}}{{Citacita web| urllingua =en| url =http://www.uwm.edu/~michael/choctaw/code.htm| titolo = Choctaw Code Talkers of World War II | accesso =13 febbraio 2008| autore = | cognome = | nome = | coautoridata = | dataurlmorto = sì| operaurlarchivio = https://web.archive.org/web/20080509165525/http://www.uwm.edu/~michael/choctaw/code.htm| editoredataarchivio =9 maggio 2008}}</ref> In realtà, ben quattordici soldati Choctaw, della [[36th Infantry Division (United States Army)|36ª Divisione di Fanteria]], si addestrarono all'uso della loro lingua come un codice. Essi contribuirono alla vittoria dell'[[American Expeditionary ForceForces]] in diverse battagliabattaglie, durante l'[[offensiva della Mosa-Argonne]] in [[Francia]], verso la fine della guerra. Appena 24 ore dopo che i talker Choctaw presero servizio come radio-operatori, la battaglia aveva cambiato corso e in meno di 72 ore i tedeschi furono fermati e gli alleati erano già in piena fase d'attacco.<ref name=choctaw_code/>
Questi radio-operatori, oggi, sono conosciuti come ''Choctaw Code Talker''.
== Comanche ==
[[File:Comanche Codecodebook Talkers3.jpg|thumbverticale|leftminiatura|IIl Codelibro Talkerdei codici Comanche delladi 4ªHugh Signal Company (presso lo UF.S. Army Signal Center a FortFoster Gordon)Jr.]]
[[File:Comanche codebook 2.jpg|right|thumbnail|Il libro dei codici Comanche di Hugh F. Foster Jr.]]
[[Adolf Hitler]] era a conoscenza dell'uso fruttuoso dei code talker durante la [[prima guerra mondiale]]. Egli inviò un team di circa trenta [[Antropologia|antropologi]] per imparare la lingua dei Nativi d'America prima dello scoppio della [[seconda guerra mondiale]].<ref>{{en}}[https://web.archive.org/web/20040404035723/http://www.nsa.gov/museum/museu00010.cfm NSA Code Talker Exhibit]</ref> Tuttavia, fu molto difficile anche per loro imparare i molti linguaggi e dialetti esistenti. Proprio perché i nazisti si erano interessati a queste lingue, l'esercito americano non creò un programma di addestramento per code talker su vasta scala per il fronte europeo della guerra. Solo quattordici code talker [[Comanche]] presero parte allo [[sbarco in Normandia]] e servirono nella [[4th Infantry Division (United States Army)|4ª Divisione di Fanteria]], sempre sul fronte europeo.<ref name=comanche_code>
{{en}}{{Citacita web| lingua =en| url = http://www.comanchelanguage.org/Comanche%20Code%20Talkers.htm| titolo = The Comanche Code Talkers| accesso =13 febbraio 2008| autore = | cognome = | nome = | coautoridata = | dataurlmorto = sì| operaurlarchivio = https://web.archive.org/web/20080705135326/http://comanchelanguage.org/Comanche%20Code%20Talkers.htm| editoredataarchivio =5 luglio 2008}}</ref> I Comanche della 4ª Signal Company compilarono un vocabolario di più di 100 termini in codice, usando parole o frasi del loro stesso linguaggio. Usando un metodo sostitutivo simile a quello usato dai Navajo, la parola Comanche per identificare, per esempio, un carro armato era una "tartaruga" ("tank" diventava "turtle", in inglese), un bombardiere era un "aeroplano in gravidanza" ("bomber" era "pregnant airplane"), una mitragliatrice veniva chiamata "macchina da cucire" ("machine gun" passava a "sewing machine") mentre Adolf Hitler era il "pazzo uomo bianco" ("crazy white man").<ref name=army_comanche>{{en}}[http://www.armyhistory.org/ahf2.aspx?pgID=877&id=332&exCompID=56 Army History Research: ''124th Signal Battalion'' Matthew J. Seelinger] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20120217104802/http://www.armyhistory.org/ahf2.aspx?pgID=877&id=332&exCompID=56 |data=17 febbraio 2012 }}</ref>
Due code talker Comanche erano assegnati ad ogni reggimento, il resto al quartier generale della 4ª Divisione. Poco dopo lo sbarco ad [[Utah Beach]], il [[6 giugno]] [[1944]], i Comanche cominciarono a trasmettere messaggi. Qualcuno di loro rimase ferito ma nessuno morì.<ref name=army_comanche/>
Nel [[1989]], il governo francese premiò i code talker Comanche, nominandoli Cavaliericavalieri dell'[[OrdreOrdine nationalnazionale dual merito mérite(Francia)|Ordine Nazionalenazionale al Meritomerito]]. Il [[30 novembre]] [[1999]], il [[Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti]] consegnò a [[Charles Chibitty]] il Premiopremio [[Thomas Knowlton]].<ref name=army_comanche/><ref>{{en}}[httphttps://www.washingtonpost.com/wp-dyn/content/article/2005/07/25/AR2005072501542.html Comanche Code Talker Charles Chibitty Dies]</ref>
== Mesquakie ==
I [[Mesquakie]] usarono il loro linguaggio in codice contro i tedeschi in [[Campagna del Nordafrica|Nordafrica]]. 27 Mesquakie, didei quiquali il 16% dell'[[Iowa]], si arruolarono nell'esercito nel [[gennaio]] [[1941]].<ref name=Meskwaki_code>{{en}}{{Cita news| url = httphttps://www.usatoday.com/news/nation/2002/07/06/codetalkers.htm| titolo = Last Meskwaki code talker remembers| accesso=13 febbraio 2008| autore = | cognome = | nome = | coautori = | data=4 luglio 2002| pubblicazione = USA Today| editore = }}</ref>
== Baschi ==
Il capitano [[Frank D. Carranza]] ideò l'uso della lingua dei [[Baschi]] come codice, nel [[maggio]] [[1942]] dopo un incontro di 60 Marines di discendenza basca in una base a [[San Francisco]].<ref name="El País">''[httphttps://www.elpais.com/articulo/pais/vasco/Egon/arretaz/egunari/elpepuesppvs/20040801elpvas_12/Tes "Egon arretaz egunari"]'', Xabier G. Argüello, ''[[El País]]'', August 1, 2004.</ref><ref name="Diario Vasco">''La orden de desembarco en Guadalcanal se dió en vascuence para que no lo descubrieran los nipones'', Juan Hernani, ''[[El Diario Vasco]]'', December 26, 1952, it quotes ''[[Revista General de Marina]]''. Bibliographic reference in [http://www.euskomedia.org/cultura/20369 Euskomedia].</ref><ref name="Euskonews">[http://www.euskonews.com/0301zbk/gaia30104es.html ''Los vascos y la II Guerra Mundial''], [[Mikel Rodríguez]], Euskonews & Media 301.</ref> Il suo superiore fu però giustamente cauto. C'erano trentacinque [[Compagnia di Gesù|Gesuiti]] ad [[Hiroshima]], guidatoguidati da [[Pedro Arrupe]]. In [[Cina]] e nelle [[Filippine]], vi erano colonie di giocatori baschi di [[Jai alai]] e vi erano sostenitoresostenitori della [[Falange Española Tradicionalista y de las Juntas de Ofensiva Nacional Sindicalista|Falange spagnola]] in [[Asia]]. I code talker baschi furono perciò tolti da questi fronti di guerra e furono inizialmente impiegati, in prova, per trasmettere informazioni logistiche fra le [[isole Hawaii]] e l'[[Australia]].
Il [[1º agosto]] [[1942]], i tenenti Nemesio Aguirre, Fernández Bakaicoa e Juanna ricevettero un messaggio codificato nel loro codice da [[San Diego]], da parte dell'ammiraglio [[Chester Nimitz]], il quale li avvertiva dell'imminente inizio dell'[[operazione Apple]] (l'operazione Mela), il cui scopo era impossessarsi delle [[isole SolomoneSalomone]], fino ad allora in mani giapponesi. Essi inoltre furono impiegati per trasmettere l'ordine di inizio della [[campagna di Guadalcanal]], il [[7 agosto<ref name="Diario Vasco">''La orden de desembarco en Guadalcanal se dió en vascuence para que no lo descubrieran los nipones'' (''l'ordine di sbarco a Guadalcanal venne dato in lingua basca perché non lo scoprissero i giapponesi''), Juan Hernani, ''[[El Diario Vasco]]'', 26 dicembre 1952, riportato da ''[[Revista General de Marina]]''. Riferimento bibliografico [http://www.euskomedia.org/cultura/20369 Euskomedia].</ref>. Con il proseguimento della guerra nel Pacifico, al codice basco fu preferito quello dei Navajo.
== Navajo ==
{| class="wikitable" width="20%" style="font-size:80%; float:left; line-height:85%; margin-right:20px;"
|-
! Alfabeto (inglese) !! Parola in codice (inglese) !! Parola in codice (Navajo) !! Pronuncia odierna
| Z || Zinc || Besh-do-gliz || Béésh dootłʼizh
|}
[[File:Navaho-enlistment-letter-page01.jpg|thumbminiatura|PaginaPrima n.º1pagina di una lettera Navajo di raccomandazione, 1942.]]
[[File:Navaho-enlistment-letter-page02.jpg|thumbminiatura|PaginaSeconda n.º2pagina di unadella lettera Navajo di raccomandazione, 1942.]]
[[Philip Johnston (code talker)|Philip Johnston]] propose ai [[Marines degli Stati Uniti]] di usare la [[lingua [[Navajonavajo]], all'inizio della [[seconda guerra mondiale]]. Johnston, veterano della [[prima guerra mondiale]], era cresciuto nella [[riserva Navajo]] come figlio di un missionario e fu uno dei pochi non-Navajo a parlare fluentementecorrettamente la loro lingua. Dato che la lingua Navajo possiede una grammatica molto complessa, non si riesce ad avere una [[mutua intelligibilità]] con nessun'altra lingua, nemmeno con gli altri idiomi della famiglia [[lingue Na-Dené|Na-Dené]], senza contare che la lingua Navajo, oggi, è praticamente solo una lingua orale. In questo senso Johnston riconobbe nei Navajo la soluzione alla richiesta dei militari di trovare un codice indecifrabile. La lingua Navajo viene parlata solo nelle terre Navajo del sud-est degli Stati Uniti e la sua sintassi e la qualità dei toni, non menzionando i dialetti, fanno di essa una lingua non comprensibile ad alcuno senza un'esposizione prolungata ed un insegnamento della lingua stessa. Una stima indica che allo scoppio della [[seconda guerra mondiale]] poco più di 30 non-Navajo, nessuno di essi giapponese, potevano comprendere la lingua Navajo.<ref>{{en}}{{Cita web|cognome=Volgel|nome=Clayton|titolo=Letter to Commandant, USMC|url=http://archive.library.nau.edu/u?/cpa,44718|opera=Demonstration in California, 1942|editore=Northern Arizona University, Cline Library|accesso=20 luglio 2011|autore=Johnson, Philip|wkautore=Demonstration in California, 1942}}</ref>
Dato che la lingua Navajo possiede una grammatica molto complessa, non si riesce ad avere una [[mutua intelligibilità]] con nessun'altra lingua, nemmeno con gli altri idiomi della famiglia [[lingue Na-Dené|Na-Dené]], senza contare che la lingua Navajo, oggi, è praticamente solo una lingua orale. In questo senso Johnston riconobbe nei Navajo la soluzione alla richiesta dei militari di trovare un codice indecifrabile.
All'inizio del [[1942]], Johnston incontrò il maggior generale Clayton B. Vogel, il comandante generale dei Corpi Anfibi, della Flotta del Pacifico statunitense, con il suo staff. Johnston fece dei test simulando delle condizioni di battaglia che dimostrarono che i Navajo potevano cifrare, trasmettere e decifrare un messaggio di tre righe, in inglese, in appena 20 secondi, contro i 30 minuti richiesti da una macchina dell'epoca. Il generale Vogel accettò di reclutare 200 Navajo nei Marines. I primi 29 reclutati erano già in addestramento nel [[maggio]] [[1942]]. Il primo gruppo di Navajo creò il codice Navajo, presso Camp Pendleton, [[Oceanside (California)|Oceanside, California]].<ref name="ww2fact">{{en}}[http://www.history.navy.mil/faqs/faq61-2.htm NAVAL HISTORICAL CENTER, Navajo Code Talkers: World War II Fact Sheet]</ref> Il codice Navajo fu ufficialmente sviluppato e modellato secondo il "Joint Army/Navy Phonetic Alphabet", precursore dell'[[alfabeto fonetico NATO]], che associava alle lettere dell'alfabeto inglese a delle parole in lingua inglese. Come è stato dimostrato, a fare lo spelling a voce di tutti i termini, lettera per lettera, si impiega troppo tempo, così furono usate parole identificative per alcuni termini, concetti, tattiche e strumenti della guerra moderna (come "patata" per le bombe a mano o "tartaruga" per i corazzati). Alcuni di queste parole entrarono a far parte del vocabolario dei Marines e sono comunemente usate ancora oggi per riferirsi agli oggetti a cui fanno riferimento.
La lingua Navajo viene parlata solo nelle terre Navajo del sud-ovest degli Stati Uniti e la sua sintassi e la qualità dei toni, per tacere dei dialetti, fanno di essa una lingua non comprensibile ad alcuno senza un'esposizione prolungata ed un insegnamento della lingua stessa. Una stima indica che allo scoppio della [[seconda guerra mondiale]] poco più di 30 non-Navajo, nessuno di essi giapponese, potevano comprendere la lingua Navajo.<ref>{{cita web|lingua=en|cognome=Volgel|nome=Clayton|titolo=Letter to Commandant, USMC|url=http://archive.library.nau.edu/u?/cpa,44718|opera=Demonstration in California, 1942|editore=Northern Arizona University, Cline Library|accesso=20 luglio 2011|coautori = Philip Johnson}}</ref>
Un libro di codice fu sviluppato per insegnare le parole e i concetti fondamentali alle nuove reclute. Il testo era usato solamente dagli allievi e non era mai portato sul campo di battaglia. I code talker memorizzavano tutti questi termini e facevano pratica per usarlo rapidamente sotto condizioni stressanti durante l'addestramento. Un individuo non addestrato all'uso del codice non poteva avere idea del significato dei messaggi anche se conosceva la lingua Navajo, egli sentiva solo stringhe troncate e disgiunte di sostantivi e verbi singolarmente e non relazionati tra loro. ▼
[[File:Code Talkers.jpg|thumb|left|Monumento ai Code Talker ad [[Ocala]], [[Conte di Marion (Florida)|Conte di Marion, Florida]], nel Memorial Park.]] ▼
All'inizio del [[1942]], Johnston incontrò il maggior generale Clayton B. Vogel, il comandante generale dei Corpi Anfibi, della Flotta del Pacifico statunitense, con il suo staff. Johnston fece dei test simulando delle condizioni di battaglia che dimostrarono che i Navajo potevano cifrare, trasmettere e decifrare un messaggio di tre righe, in inglese, in appena 20 secondi, contro i 30 minuti richiesti da una macchina dell'epoca.
I code talker Navajo furono elogiati per la loro abilità, velocità e precisione maturati durante tutta la guerra. Nella [[battaglia di Iwo Jima]], il maggiore Howard Connor, ufficiale dei segnali della 5ª Divisione Marine, aveva sei code talker Navajo al suo comando per tutto il tempo, durante i primi due giorni di battaglia. Questi sei inviarono e ricevettero 800 messaggi, tutti senza errori. Connor, in seguito, affermò: "Se non fosse stato per i Navajo, i Marines non avrebbero mai conquistato Iwo Jima."<ref name="ww2fact"/> ▼
Il generale Vogel accettò di reclutare 200 Navajo nei Marines. I primi 29 reclutati erano già in addestramento nel maggio [[1942]]. Il primo gruppo di Navajo creò il codice Navajo, presso Camp Pendleton, [[Oceanside (California)]].<ref name="ww2fact">{{en}}[http://www.history.navy.mil/faqs/faq61-2.htm NAVAL HISTORICAL CENTER, Navajo Code Talkers: World War II Fact Sheet] {{Webarchive|url=https://web.archive.org/web/20110515094045/http://www.history.navy.mil/faqs/faq61-2.htm |date=15 maggio 2011 }}</ref> Il codice Navajo fu ufficialmente sviluppato e modellato secondo il "Joint Army/Navy Phonetic Alphabet", precursore dell'[[alfabeto fonetico NATO]], che associava alle lettere dell'alfabeto inglese a delle parole in lingua inglese.
Con il proseguire della guerra, altre parole in codice furono aggiunte e il programma d'addestramento fu esteso. In altre circostanze, parole informale in codice furono usate per particolari [[Campagna militare|campagne militari]] e non furono disseminate su tutti i fronti. Per assicurarsi un consistente uso delle terminologie in codice lungo i [[Guerra del Pacifico|fronte del Pacifico]], una rappresentanza dei code talker di ciascuna delle divisioni dei Marines si incontrarono nelle Hawaii per discutere i cambiamenti al codice, come incorporare nuovi termini e aggiornare il libro del codice. Ogni rappresentativa insegnò ogni variazione ai code talker non presenti al meeting. Per esempio, la parola Navajo per l'uccello "poiana" veniva usata per identificare il bombardiere mentre la parola Navajo per identificare il "sottomarino", letteralmente, significava "pesce di ferro".<ref name=latimes>{{en}}{{Cita news|nome=Dennis|cognome=McLellan|titolo=Joe Morris Sr. dies at 85; Navajo code talker during World War II |url=http://www.latimes.com/news/obituaries/la-me-joe-morris-20110722,0,3839149,full.story |pubblicazione=[[Los Angeles Times]] |editore=|data=24 luglio 2011 |accesso=29 luglio 2011}}</ref> ▼
Come è stato dimostrato, a fare lo spelling a voce di tutti i termini, lettera per lettera, si impiega troppo tempo, così furono usate parole identificative per alcuni termini, concetti, tattiche e strumenti della guerra moderna (come "patata" per le bombe a mano o "tartaruga" per i mezzi corazzati). Alcune di queste parole entrarono a far parte del vocabolario dei Marines e sono comunemente usate ancora oggi per riferirsi agli oggetti a cui fanno riferimento.
▲Un libro di codice fu sviluppato per insegnare le parole e i concetti fondamentali alle nuove reclute. Il testo era usato solamente dagli allievi e non era mai portato sul campo di battaglia. I code talker memorizzavano tutti questi termini e facevano pratica per usarlousarli rapidamente sotto condizioni stressanti durante l'addestramento. Un individuo non addestrato all'uso del codice non poteva avere idea del significato dei messaggi anche se conosceva la lingua Navajo, egli sentiva solo stringhe troncate e disgiunte di sostantivi e verbi singolarmente e non relazionati tra loro.
▲[[File:Code Talkers Monument in Ocala, Florida Memorial Park.jpg| thumbminiatura| leftsinistra|Monumento ai Code Talker ad [[Ocala]], [[ ConteContea di Marion (Florida) |Conte di Marion, Florida]], nel Memorial Park.]]
▲I code talker Navajo furono elogiati per la loro abilità, velocità e precisione maturati durante tutta la guerra. Nella [[battaglia di Iwo Jima]], il maggiore Howard Connor, ufficiale deialle segnalitrasmissioni della 5ª Divisione Marine, aveva sei code talker Navajo al suo comando per tutto il tempo, durante i primi due giorni di battaglia. Questi sei inviarono e ricevettero 800 messaggi, tutti senza errori. Connor, in seguito, affermò: "Se non fosse stato per i Navajo, i Marines non avrebbero mai conquistato Iwo Jima."<ref name="ww2fact"/>
▲Con il proseguire della guerra, altre parole in codice furono aggiunte e il programma d'addestramento fu esteso. In altre circostanze, parole informaleinformali in codice furono usate per particolari [[Campagna militare|campagne militari]] e non furonovennero disseminatediffuse su tutti i fronti. Per assicurarsi un consistente uso delle terminologie in codice lungo iil [[Guerra del Pacifico (1941-1945)|fronte del Pacifico]], una rappresentanza dei code talker di ciascuna delle divisioni dei Marines si incontraronoincontrò nelle Hawaii per discutere i cambiamenti al codice, come incorporare nuovi termini e aggiornare il libro del codice. Ogni rappresentativa insegnò ogni variazione ai code talker non presenti al meeting. Per esempio, la parola Navajo per l'uccello "poiana" veniva usata per identificare il bombardiere mentre la parola Navajo per identificare il "sottomarino", letteralmente, significava "pesce di ferro".<ref name=latimes>{{en}}{{Cita news |nome=Dennis |cognome=McLellan |titolo=Joe Morris Sr. dies at 85; Navajo code talker during World War II |url=http://www.latimes.com/news/obituaries/la-me-joe-morris-20110722,0,3839149,full.story |pubblicazione=[[Los Angeles Times]] |editore= |data=24 luglio 2011 |accesso=29 luglio 2011 |dataarchivio=21 dicembre 2013 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20131221095650/http://www.latimes.com/news/obituaries/la-me-joe-morris-20110722,0,3839149,full.story |urlmorto=sì }}</ref>
L'impiego dei code talker Navajo continuò per tutta la [[guerra di Corea]] e dopo, quando fu messa da parte nei primi anni della [[guerra del Vietnam]].
== Riconoscimento post-bellico ==
I code talker non ricevettero riconoscimenti fino alla declassificazione delle informazioni militari, nel [[1968]].<ref name=dp>{{en}}{{Cita news |nome=Felicia |cognome=Fonseca |titolo=Navajo Code Talker dead at age 82 |url=http://www.denverpost.com/obituaries/ci_8232269 |pubblicazione= [[Associated Press]] |editore=[[The Denver Post]] |data=11 febbraio 2008 |accesso=19 marzo 2008 | archiveurl urlarchivio= httphttps://web.archive.org/web/20080330130935/http://www.denverpost.com/obituaries/ci_8232269 <!--|dataarchivio=30 Botmarzo retrieved archive -->2008 | archivedate urlmorto= sì 2008-03-30}}</ref> Nel [[1982]], ai code talker fu dato un Certificato di Riconoscimento da parte del [[Presidente degli Stati Uniti]] [[Ronald Reagan]] che rinominò, inoltre, il [[14 agosto ]] [[1982]] come il "Giorno dei Code Talker Navajo" ("Navajo Code Talkers Day"). {{en}}<ref> [http{{Cita web|lingua=en|url=https://www. lapahiereaganlibrary. comgov/ Navajo_Reagan.cfmarchives/speech/proclamation-4954-national-navaho-code-talkers-day|titolo=Proclamation 4954 -- National Navaho Code Talkers Day <!|sito=www.reaganlibrary.gov|accesso=2025- 08- Titolo generato automaticamente -->]02}}</ref><ref> [{{Cita web |url=https://www.cia.gov/news-information/featured-story-archive/2008-featured-story-archive/navajo-code-talkers/index.html |titolo=Navajo Code Talkers and the Unbreakable Code — Central Intelligence Agency<!-- Titolo generato automaticamente --> ] |accesso=25 novembre 2011 |dataarchivio=27 marzo 2010 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20100327055830/https://www.cia.gov/news-information/featured-story-archive/2008-featured-story-archive/navajo-code-talkers/index.html |urlmorto=sì }}</ref> ▼
[[File:CodetTakerMedal.jpg|thumb|left|La [[Congressional Gold Medal]] consegnata ai code talker Navajo nel 2000.]]
[[File:Navajo Code Talker Monument.JPG|thumb|right|180px|Monumento ai code talker Navajo a [[Window Rock]], [[Arizona]].]]
▲I code talker non ricevettero riconoscimenti fino alla declassificazione delle informazioni militari, nel [[1968]].<ref name=dp>{{en}}{{Cita news |nome=Felicia |cognome=Fonseca|titolo=Navajo Code Talker dead at age 82 |url=http://www.denverpost.com/obituaries/ci_8232269 |pubblicazione= [[Associated Press]] |editore=[[The Denver Post]] |data=11 febbraio 2008 |accesso=19 marzo 2008 |archiveurl = http://web.archive.org/web/20080330130935/http://www.denverpost.com/obituaries/ci_8232269 <!-- Bot retrieved archive --> |archivedate = 2008-03-30}}</ref> Nel [[1982]], ai code talker fu dato un Certificato di Riconoscimento da parte del [[Presidente degli Stati Uniti]] [[Ronald Reagan]] che rinominò, inoltre, il [[14 agosto]] [[1982]] come il "Giorno dei Code Talker Navajo" ("Navajo Code Talkers Day").{{en}}<ref>[http://www.lapahie.com/Navajo_Reagan.cfm National Navaho Code Talkers Day<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref><ref>[https://www.cia.gov/news-information/featured-story-archive/2008-featured-story-archive/navajo-code-talkers/index.html Navajo Code Talkers and the Unbreakable Code — Central Intelligence Agency<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref>
Il [[21 dicembre]] [[2000]], il [[Congresso degli Stati Uniti]] approvò, e il Presidente [[Bill Clinton]] firmò, la Public Law 106-554, 114 Statute 2763, che premiò con la [[Congressional Gold Medal]] 29 code talker Navajo della [[seconda guerra mondiale]]. Nel [[luglio]] [[2001]], il Presidente [[George W. Bush]] personalmente consegnò personalmente la Medaglia a quattro code talker sopravvissuti fino a quell'estate (un quinto code talker sopravvissuto non fu in grado di partecipare), adin una cerimonia tenuta sotto la cupola del [[Campidoglio (Washington)|Campidoglio]]. La medaglia d'oro fu consegnata anche ai familiari dei 24 code talker non più in vita.<ref>{{en}}{{Citacita web|lingua = en|url = httphttps://www.america.gov/st/peopleplace-english/2001/July/20080512115719tbyarg0.9792292.html|titolo = Bush Presents Congressional Gold Medals to Navajo Code Talkers|accesso = 6 novembre 2007|cognome = Gray|nome = Butler|data = 6 ottobre 2005|editore = America.gov|urlmorto = sì}}</ref>
Il [[17 settembre]] [[2007]], 18 code talker Choctaw furono premiati postumi, con la [[Texas Medal of Valor]] dall'Aiutante Generale di Stato del [[Texas]] per il loro servizio reso durante la [[prima guerra mondiale]].<ref>{{en}}[http://www.news8austin.com/content/your_news/default.asp?ArID=192100 Texas military honors Choctaw code talkers] {{Webarchive|url=https://web.archive.org/web/20080601033024/http://www.news8austin.com/content/your_news/default.asp?ArID=192100 |date=1 giugno 2008 }}. Retrieved on 2008-05-02.</ref> Il [[13 dicembre]] [[2007]], l'H.R. 4544, il Code Talker Recognition Act (Atto di Riconoscimento dei Code Talker), fu introdotto nella [[Camera dei rappresentanti (degli Stati Uniti d'America)|Camera dei Rappresentanti]] (la [[Cameracamera dei deputatibassa|Camera dei Deputatideputati]] americana). Questo Atto riconobbe il servizio reso da ogni code talker che servì nell'esercito statunitense, assegnando per tutti una Medaglia d'oro del Congresso e per ciascuno una medaglia d'argento, inclusi anche 8 Mesquakie.<ref>{{en}}http://www.statesurge.com/bills/26819-hr4544-federal</ref>
== Cultura popolaredi massa ==
Il film del [[2002]] ''[[Windtalkers]]'' fu una storia basata sui veri code talker Navajo che servirono nei Marines durante la [[seconda guerra mondiale]]. Il film fu criticato per aver rappresentato il personaggio Navajo come un ruolo secondario e non come il vero protagonista del film.<ref>{{en}}[http://www.plume-noire.com/movies/reviews/windtalkers.html Plume Noir film review by Fred Thom. ''Windtalkers by John Woo'']</ref> La trama del film venne sviluppata attorno a delle "guardie del corpo" [[Caucasico|bianche]] dei code talker ai cui venne ordinato di ucciderli se fossero finiti in mani giapponesi.<ref>[http://david-kahn.com/articles-navajo-windtalkers.htm ''The Navajo "Windtalkers."'' Online film review by David Kahm.] Retrieved 2-15-2010</ref> Fu inoltre a lungo criticato per l'uso di stereotipi di Nativo americano ed est asiatico.<ref>[http://www.ronin-group.org/film_windtalkers.shtml Ronin Group film review ''Windtalkers MGM 2001'']</ref> ▼
▲* Il film del [[2002]] ''[[Windtalkers]]'' fuè basata unasulla storia basata suidei veri code talker Navajo che servirono nei Marines durante la [[seconda guerra mondiale]]. Il film fu criticato per aver rappresentato il personaggio Navajo comecon un ruolo secondario e non come il vero protagonista del film.<ref>{{en}}[http://www.plume-noire.com/movies/reviews/windtalkers.html Plume Noir film review by Fred Thom. ''Windtalkers by John Woo'']</ref> La trama del film venne sviluppata attorno a delle "guardie del corpo" [[ CaucasicoEuropoide|bianche]] dei code talker , aia cui venne ordinato di ucciderli se fossero finiti in mani giapponesi.<ref>[http://david-kahn.com/articles-navajo-windtalkers.htm ''The Navajo "Windtalkers."'' Online film review by David Kahm.] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20111003004619/http://david-kahn.com/articles-navajo-windtalkers.htm |data=3 ottobre 2011 }} Retrieved 2-15-2010</ref> Fu inoltre a lungo criticato per l'uso di stereotipi di Nativonativo americano ed est asiatico.<ref> [{{Cita web|lingua=en-US|url=http:// www.ronin-group.org/film_windtalkers.shtml |titolo=Film RoninCriticism Group: film review ''Windtalkers MGM 2001'']|sito=www.ronin-group.org|accesso=2025-08-02|urlarchivio=http://web.archive.org/web/20080827184307/http://ronin-group.org/film_windtalkers.shtml|dataarchivio=2008-08-27}}</ref>
* Il film del [[1959]] ''[[Sacro e profano (film 1959)|Sacro e profano]]'' vedeva [[Charles Bronson]] nei panni del sergente John Danforth, un code talker Navajo.
* Il romanzo storico ''Code Talker'' racconta la storia di un gruppo di Navajo che servì nei Marines sul fronte del Pacifico durante la [[seconda guerra mondiale]].
* Nel videogioco del 2015 [[Metal Gear Solid V: The Phantom Pain|Metal Gear solid V: The Phantom Pain]] è presente il personaggio [[Metal Gear Solid V: The Phantom Pain#Code Talker|Code Talker]], che è appunto un ex Code Talker parlante la [[lingua navajo]], l'unica lingua che non attira i parassiti che si incontrano durante lo svolgimento della trama.
== Note ==
<references/>
== Bibliografia ==
* {{en}}Aaseng, Nathan. ''Navajo Code Talkers: America’sAmerica's Secret Weapon in World War II.'' New York: Walker & Company, 1992. ▼
* {{en}}Durrett, Deanne. ''Unsung Heroes of World War II: The Story of the Navajo Code Talkers.'' Library of American Indian History, Facts on File, Inc., 1998. ▼
* {{en}}McClain, Salley. ''Navajo Weapon: The Navajo Code Talkers.'' Tucson, Arizona: Rio Nuevo Publishers, 2001. ▼
* {{en}}Meadows, William C. ''The Comanche Code Talkers of World War II.'' Austin: University of Texas Press, 2002. ▼
* {{en}}Stanley, Captain John W. ''Personal Experience of a Battalion Commander and Brigade Signal Officer, 105th Field Signal Battalion in the Somme Offensive, September 29 –- October 12, 1918 ''. U.S.Army, 1932. ▼
* {{en}}Gawne, Jonathan. ''Spearheading D-Day.'' Paris: Histoire et Collections, 1999. ▼
* {{en}}David Kahn, "The Codebreakers –- The Story of Secret Writing", 1967. ISBN 0-684-83130-9 ▼
* {{en}}Simon Singh, ''The Code Book: Science of Secrecy from Ancient Egypt to Quantum Cryptography'', 2000. ISBN 978-0385495325 ▼
== Voci correlate ==
* [[Seconda guerra mondiale]]
== BibliografiaAltri progetti ==
{{interprogetto}}
▲*{{en}}Aaseng, Nathan. ''Navajo Code Talkers: America’s Secret Weapon in World War II.'' New York: Walker & Company, 1992.
▲*{{en}}Durrett, Deanne. ''Unsung Heroes of World War II: The Story of the Navajo Code Talkers.'' Library of American Indian History, Facts on File, Inc., 1998.
▲*{{en}}McClain, Salley. ''Navajo Weapon: The Navajo Code Talkers.'' Tucson, Arizona: Rio Nuevo Publishers, 2001.
▲*{{en}}Meadows, William C. ''The Comanche Code Talkers of World War II.'' Austin: University of Texas Press, 2002.
▲*{{en}}Stanley, Captain John W. ''Personal Experience of a Battalion Commander and Brigade Signal Officer, 105th Field Signal Battalion in the Somme Offensive, September 29 – October 12, 1918. U.S.Army, 1932.
▲*{{en}}Gawne, Jonathan. ''Spearheading D-Day.'' Paris: Histoire et Collections, 1999.
▲*{{en}}David Kahn, "The Codebreakers – The Story of Secret Writing", 1967. ISBN 0-684-83130-9
▲*{{en}}Simon Singh, ''The Code Book: Science of Secrecy from Ancient Egypt to Quantum Cryptography'', 2000. ISBN 978-0385495325
== Collegamenti esterni ==
* {{en}}[cita web|http://www.nmai.si.edu/education/codetalkers/html/ |National Museum of the American Indian- Codetalkers]|lingua=en}}
* {{en}}[cita web|url=http://www.theamericanstoryteller.com/story-details.cfm?story=46 |titolo=Listen online – The Story of The Code Talkers – The American Storyteller Radio Journal]|lingua=en|accesso=25 novembre 2011|dataarchivio=14 novembre 2006|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20061114013824/http://www.theamericanstoryteller.com/story-details.cfm?story=46|urlmorto=sì}}
* {{en}}[cita web|1=http://www.samuelholiday.com |2='''Samuel Tom Holiday – 4th Marine Division – 25th Regiment – H & S Company''']|lingua=en|accesso=18 giugno 2021|dataarchivio=21 ottobre 2020|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20201021041637/http://samuelholiday.com/|urlmorto=sì}}
* {{en}}[httpcita web|1=https://www.nsa.gov/about/_files/cryptologic_heritage/publications/wwii/navajo_codetalkers.pdf'''|titolo=Origins of the Navajo Code Talkers''']|lingua=en|accesso=30 aprile 2019|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20171007030615/https://www.nsa.gov/about/_files/cryptologic_heritage/publications/wwii/navajo_codetalkers.pdf|dataarchivio=7 ottobre 2017|urlmorto=sì}}
* {{en}}[cita web|1=http://www.history.navy.mil/faqs/faq61-4.htm |2=Dept. of Navy '''Navajo Code Talkers' Dictionary''']|lingua=en|accesso=25 novembre 2011|dataarchivio=10 gennaio 2014|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20140110054022/http://www.history.navy.mil/faqs/faq61-4.htm|urlmorto=sì}}
* {{en}}[cita web|1=http://www.history.navy.mil/faqs/faq61-2.htm |2=Dept. of Navy '''Navajo Code Talkers: World War II fact Sheet''']|lingua=en|accesso=25 novembre 2011|dataarchivio=15 maggio 2011|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20110515094045/http://www.history.navy.mil/faqs/faq61-2.htm|urlmorto=sì}}
* {{en}}[cita web|http://library.nau.edu/speccoll/exhibits/indigenous_voices/navajo/codetalkers.html |Northern Arizona University Special Collections, regarding Navajo Codetalkers]|lingua=en}}
* {{en}}[cita web|http://www.archives.gov/education/lessons/code-talkers/index.html |Teaching with Documents: Memorandum Regarding the Enlistment of Navajo Indians. U.S. National Archives.]|lingua=en}}
* {{en}}[cita web|http://www.archives.gov/publications/prologue/2001/winter/navajo-code-talkers.html |"Semper Fidelis, Code Talkers," U.S National Archives. Prologue Magazine: Winter 2001, Vol. 33, No. 4]|lingua=en}}
* {{en}}[cita web|1=http://www.sites.si.edu/exhibitions/exhibits/codetalkers/main.htm |2=Smithsonian Institution: American Indian Codetalkers]|lingua=en|accesso=6 marzo 2006|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20060104105437/http://www.sites.si.edu/exhibitions/exhibits/codetalkers/main.htm|dataarchivio=4 gennaio 2006|urlmorto=sì}}
* {{en}}[http://www.history.army.mil/html/topics/natam/index.html Native Americans in the U.S. Army Portal] {{Webarchive|url=https://web.archive.org/web/20120129041708/http://www.history.army.mil/html/topics/natam/index.html |date=29 gennaio 2012 }} at the United States Army Center of Military History
* {{en}}[cita web|http://www.coinnews.net/2008/10/22/american-indian-code-talker-medals-becomes-law/ |American Indian Code Talker Medals Become Law]|lingua=en}}
* {{en}}[cita web|1=http://bingaman.senate.gov/features/codetalkers/ |2=U.S. Sen. Bingaman: Navajo code talkers page]|lingua=en|accesso=6 settembre 2006|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20060830203241/http://bingaman.senate.gov/features/codetalkers/|dataarchivio=30 agosto 2006|urlmorto=sì}}
* {{en}}[cita web|1=http://www.yvwiiusdinvnohii.net/history/usmccode.htm |2=The Navajo Code Talkers: Code Talkers (Part of the Story)]|lingua=en|accesso=29 aprile 2006|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20060612223153/http://www.yvwiiusdinvnohii.net/history/usmccode.htm|dataarchivio=12 giugno 2006|urlmorto=sì}}
* {{en}}[cita web|1=http://www.yvwiiusdinvnohii.net/articles/navcode.htm |2=How Effective Was Navajo Code? "One Former Captive Knows" Captured Navajo]|lingua=en|accesso=9 novembre 2013|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20131109191414/http://www.yvwiiusdinvnohii.net/articles/navcode.htm|dataarchivio=9 novembre 2013|urlmorto=sì}}
* {{en}}[cita web|1=http://www.turtletrack.org/Issues01/Co01132001/CO_01132001_Heroes.htm |2=Hopi Code Talker]|lingua=en|accesso=25 novembre 2011|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20110927091444/http://www.turtletrack.org/Issues01/Co01132001/CO_01132001_Heroes.htm|dataarchivio=27 settembre 2011|urlmorto=sì}}
* {{en}}[cita web|http://www.kenrockwell.com/200210/1622.htm |Code Talkers Exhibit, Burger King, Kayenta, Navajo Nation]|lingua=en}}
* {{en}}[httpcita web|https://www.csulb.edu/~d49er/archives/2002/fall/news/v10n33-ww.shtml |Windtalker]|lingua=en}}
* {{en}}[cita web|http://www.navajocodetalkers.org/ |Navajo Code Talkers Association]|lingua=en}}
* {{en}}[cita web|url=http://www.specialforcesroh.com/browse.php?mode=viewc&catid=1 |titolo=Code Talkers roll of honour and images]|lingua=en}}
* {{en}}[cita web|1=http://digital.library.okstate.edu/encyclopedia/entries/C/CO013.html |2=Encyclopedia of Oklahoma History and Culture – Code Talkers]|lingua=en|accesso=25 novembre 2011|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20100731201113/http://digital.library.okstate.edu/encyclopedia/entries/C/CO013.html|dataarchivio=31 luglio 2010|urlmorto=sì}}
* {{en}}[cita web|http://navajocodetalkers.org/ |Official website of the Navajo Code talkers]|lingua=en}}
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