Renault 4CV: differenze tra le versioni
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|costruttore=Renault
|tipo= berlina
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|antenata= Renault Juvaquatre
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|concorrenti= [[Austin A30]]
|esemplari= 1.105.397<ref>Dati presi dal totale della produzione per modello indicata sul libro ''La Renault 4CV de mon père'', di P. Lesueur, pag.117, ETAI. A questi vanno aggiunti gli esemplari prodotti in loco in altri Paesi nel mondo.</ref>
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|immagine2=Renault 4CV red hl.jpg
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}}
La '''4CV''' era un'[[autovettura]] di fascia bassa presentata nel [[1946]] e prodotta tra il [[1947]] ed il [[1961]] dalla [[Casa automobilistica]] [[Francia|francese]] [[Renault]].
== Storia ==
=== Genesi e debutto ===
La 4CV fu concepita durante la [[Seconda guerra mondiale]], in assoluta segretezza, dato il periodo estremamente difficile: per di più, gli stabilimenti Renault erano presidiati dai Tedeschi, che ne controllavano le attività, perciò ipotizzare un nuovo progetto su piena iniziativa della Casa francese era quantomeno
Nel marzo del [[1942]] i bombardamenti dell'aviazione britannica causarono grossi danni allo stabilimento Renault, ma la zona in cui il progetto proseguì clandestinamente venne preso solo di striscio, ma in maniera sufficiente a convincere i progettisti a trasferire la sede operativa di tale progetto in un immobile poco distante, sempre di proprietà di Louis Renault, un albergo in avenue Foch.
Il primo prototipo della vetturetta francese fu realizzato il 23 dicembre [[1942]], e fu caratterizzato da una linea arrotondata che nell'impostazione stilistica ricordava molto da vicino il [[Volkswagen Maggiolino|Käfer]], ossia il neonato Maggiolino tedesco<ref>{{cita web|url=https://bunkstrutts.files.wordpress.com/2015/02/1942-renault-4cv-prototype-front-e1423621840903.png?w=450|titolo=Il primo prototipo del 1942}}</ref>. È pur vero che al Salone di Berlino del 1939 Serre e Renault avevano avuto modo di osservare uno dei primi esemplari di Maggiolino (all'epoca chiamato ancora ''[[KdF-Wagen]]''), ancora non prodotto in serie in quanto i lavori per la costruzione dello stabilimento di Fallersleben ([[Wolfsburg]], [[Germania]]) dovevano ancora essere ultimati. È plausibile, quindi, che Serre si sia ispirato al progetto di [[Ferdinand Porsche]] per dettare le specifiche relative alla carrozzeria. Questo primo prototipo era anche marciante e montava un motore da 737 [[centimetro cubo|cm³]], simile a quello che poi diverrà il motore definitivo per la vettura di serie. Poco tempo dopo, nel gennaio del [[1943]], i progettisti decisero di rischiare il tutto per tutto e fecero uscire allo scoperto tale prototipo allo scopo di saggiarne le doti su strada, e soprattutto i difetti che la vettura e i suoi organi meccanici presentavano. Per apportare le numerose migliorie di cui la vettura si dimostrò subito bisognosa, vennero condotti altri test su strada. Ma alla fine, Serre, Picard e i loro collaboratori vennero scoperti: la punizione loro inflitta fu in realtà molto lieve e non pregiudicò, se non marginalmente, il prosieguo del progetto. Per questo motivo, nel marzo del [[1944]] venne realizzato un secondo prototipo, il quale prefigurava molto più da vicino la vettura definitiva, dalla quale si discostava fondamentalmente per la carrozzeria a due sole porte e per il diverso disegno della zona anteriore, priva di una vera propria calandra.<ref>[http://www.lespetitesrenault.fr/colmodeles/4cv/R0552/R0552-o3.jpg Il prototipo n° 2 del 1944]</ref>.
A questo punto il progetto relativo alla futura ''4CV'' attraversò un periodo cruciale nella storia della Renault e più in generale della Francia. Dopo lo sbarco in Normandia avvenuto nel giugno del 1944, il [[20 agosto]] Parigi fu liberata e altri due mesi dopo, Louis Renault fu incarcerato con l'accusa di aver collaborato con gli occupanti nazisti nella produzione di materiale bellico e morì di lì a poco. Si ebbe quindi l'ascesa di Pierre Lefaucheux al timone dell'azienda, la nazionalizzazione della stessa e la nascita della ''Régie Nationale des Usines Renault''. Inoltre entrò in vigore il cosiddetto ''Piano Pons'', che imponeva una razionalizzazione della produttività delle Case automobilistiche allo scopo di limitare il più possibile la concorrenza e di consentire quindi loro di rialzarsi con più facilità dopo i bui anni della guerra. Alla Renault fu concesso di dedicarsi alla ''4CV'', visto che il progetto era già in atto da anni ed era arrivato ormai ad una fase avanzata del proprio sviluppo. Il neo-presidente Lefaucheux ebbe modo di provare uno dei prototipi della vettura, che giudicò soddisfacente, tranne che per un aspetto. Essendo lui alto 1,87 metri, incontrò difficoltà ad accedere ai posti posteriori di un prototipo che era ancora ad una sola portiera per lato. Pertanto impose che la vettura avrebbe dovuto avere anche due portiere posteriori. Il 15 novembre [[1945]] nacque così il terzo prototipo, che ormai era quasi del tutto identico alla vettura definitiva<ref>{{cita web|url=http://retrorenault.free.fr/design/design%20renault_fichiers/PICT0102.JPG|titolo=Il terzo prototipo del 1945}}</ref>.
Si arrivò così al 1946, anno in cui al trentatreesimo [[Salone di Parigi]] venne presentato un esemplare di preserie della ''4CV'' per saggiare le reazioni del pubblico. Esso fu catturato da questa piccola vettura che presentava la pratica soluzione delle quattro porte, una rarità, all'epoca, per una vettura di questa fascia di mercato. La caratteristica tecnica più evidente fu invece il [[Motore a combustione interna|motore]], sistemato in posizione posteriore. A dispetto del delicato periodo in cui la Francia e soprattutto il popolo francese provava a rimettersi in piedi, la kermesse parigina ebbe un buon successo e così pure la nuova piccola vettura della Casa della Losanga. La gente aveva di nuovo voglia di tornare a sognare, di guardare con fiducia verso il futuro e di lasciarsi alle spalle gli orrori vissuti. La ''4CV'' fu uno dei vettori portanti di tale orientamento, per questo divenne uno dei modelli simbolo della rinascita francese. Tuttavia, per l'avvio vero e proprio della produzione si dovette attendere quasi un anno, a causa di motivi strettamente legati alla ricostruzione ed alla riorganizzazione degli impianti produttivi dell'Ile de Seguin, nonché alla penuria, ancora marcata, di materie prime. Il primo esemplare della ''4CV'' uscì dalle linee di montaggio dello stabilimento Renault di Billancourt il 12 agosto 1947 e fece parte di un primo lotto di 300 esemplari destinati alla rete di vendita. Tale lotto fu preceduto da un'altra pre-produzione di 40 esemplari da affidare ad alcuni clienti selezionati affinché potessero dare responsi sulla vettura. La presentazione ufficiale del modello definitivo si ebbe però solo al Salone di Parigi dell'ottobre 1947.
==== Design esterno ed interno ====
[[File:Renault 4CV 2.JPG|thumb|left|Una delle prime ''4CV'']]
Caratterizzata da un design tipicamente [[anni 1940|anni '40]], la ''4CV'' proponeva forme tondeggianti visibili ovunque osservando il corpo vettura, e che contribuivano non poco ad un [[coefficiente di penetrazione aerodinamica]] piuttosto ridotto per gli standard dell'epoca: appena 0,38. Il frontale era caratterizzato dalla presenza di due proiettori tondi posti sulla sommità dei parafanghi anteriori, in mezzo ai quali trovava posto una calandra relativamente ampia e formata da sei barre cromate orizzontali di lunghezza via via sempre crescente passando da quella superiore a quella inferiore. La calandra era divisa in due da una barra cromata verticale che nella parte centrale incorporava lo stemma della Casa di Billancourt e che proseguiva verso il cofano anteriore. La vista laterale metteva in evidenza la prominenza dei parafanghi, sia anteriori che posteriori, ma anche la presenza delle due portiere per lato, una caratteristica assai poco frequente all'epoca nelle vetture della fascia di mercato della ''4CV''. Le superfici vetrate non erano molto ampie, ma questa era una caratteristica tipica un po' di tutte le auto prodotte in quegli anni. Ciò coincideva giocoforza con la presenza di montanti massicci, in particolare quello posteriore. I montanti anteriori, invece, incorporavano gli indicatori di direzione a bacchetta. Il padiglione aveva un andamento arcuato, fatto che comportava un'abitabilità più ridotta nella zona posteriore dell'abitacolo. La coda, molto sfuggente, era caratterizzata anch'essa da un lunotto piuttosto ridotto come dimensioni e da un'ampia zona dedicata al raffreddamento del motore, e quindi coperta da un'ampia griglia. La vettura era sprovvista di veri e propri faretti posteriori: l'unico dispositivo luminoso presente in coda era quella delle piccole lampadine per l'illuminazione della targa.
L'abitacolo era spoglio, come si conveniva ad un'auto che badava maggiormente alla sostanza in quegli anni in cui la sostanza era prioritaria. Tuttavia non mancarono alcuni contenuti interessanti, almeno per l'epoca: tra questi va menzionato un dispositivo denominato "commodo", che in pratica era una leva multifunzione situata sul lato sinistro del piantone del volante e che integrava le funzioni del devioluci, degli indicatori di direzione e del clacson. Una sorta di antesignano delle moderne leve multifunzione che hanno tra l'altro mantenuto la posizione originaria. Il cruscotto era ad un solo quadrante semicircolare che integrava, oltre al tachimetro, anche il contachilometri totale e quello parziale, oltre ad alcune spie. Il volante era invece a tre razze.
==== Struttura, meccanica e motore ====
[[File:Renault 4CV 2013-07-21 13-52-13.JPG|thumb|Vista posteriore di una 4CV]]
La ''4CV'' era caratterizzata da un'architettura meccanica che in quegli anni veniva utilizzata solo da pochi costruttori, e cioè con motore posizionato posteriormente e trazione anch'essa [[trazione posteriore|sulle ruote posteriori]]. Ciò causò inevitabilmente uno sbilanciamento evidente nella ripartizione delle masse fra avantreno e retrotreno, che però in genere non avrebbe mai generato grossi inconvenienti sul piano della sicurezza su strada a causa delle modeste prestazioni delle vetture strettamente di serie. La struttura della ''4CV'' era del tipo a [[scocca portante]] e fu il secondo modello della Casa della Losanga ad annoverare tale soluzione tecnica fra i suoi contenuti (la prima fu la [[Renault Juvaquatre|Juvaquatre]]). La ''4CV'' montava [[sospensione (meccanica)|sospensioni]] a ruote indipendenti sui due assi, anteriormente a quadrilateri deformabili e posteriormente a semiassi oscillanti. Gli [[ammortizzatore|ammortizzatori]] erano ancora del tipo a leva, quindi piuttosto superati anche all'epoca. L'impianto frenante era a quattro [[freno a tamburo|tamburi]], mentre lo sterzo era del tipo a cremagliera.
Il "cuore" della ''4CV'' era un motore a 4 [[cilindro (meccanica)|cilindri]] in [[motore in linea|linea]] da 760 [[centimetro cubo|cm³]], con [[raffreddamento ad acqua]], [[asse a camme]] laterale e [[potenza (fisica)|potenza]] massima di 17 [[cavallo vapore|CV]]. Il [[cambio (meccanica)|cambio]] era del tipo manuale a 3 marce, delle quali la prima non era sincronizzata. Le prestazioni, come già detto, erano piuttosto ridotte: l'allungo massimo era infatti di 100 km/h e l'accelerazione da 0 ad 80 km/h veniva coperta in 32".
=== Carriera commerciale ===
Al suo debutto, la ''4CV'' fu proposta in due varianti di allestimento: la ''Normale'', ossia la berlina a 4 porte per trasporto persone, e la ''Commerciale'', ossia una variante per trasporto merci caratterizzata dall'assenza di panchetta posteriore, lunotto e vetri laterali posteriori<ref>{{cita web|url=https://i.wheelsage.org/pictures/renault/4_cv/autowp.ru_renault_4_cv_commerciale_1.jpg|titolo=La 4CV Commerciale|accesso=9 agosto 2016|dataarchivio=17 agosto 2016|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20160817102153/https://i.wheelsage.org/pictures/renault/4_cv/autowp.ru_renault_4_cv_commerciale_1.jpg|urlmorto=sì}}</ref>. Poco dopo il lancio si verificò un problema: uno dei 40 clienti a cui vennero affidati altrettanti esemplari delle prime ''4CV'' si accorse che i fari anteriori si trovavano a 550 mm dal suolo, mentre la legge francese dell'epoca ne imponeva almeno 600. Lo segnalò alla Renault e Pierre Lefaucheux si rese conto che ormai gli stampi per la vettura non erano più modificabili e che andava invece cambiata la legge. Cominciò così una trafila burocratica che finì con l'applicazione di una deroga per la ''4CV''. I funzionari che concessero tale deroga alla Renault lo fecero però più che altro perché furono convinti che la ''4CV'' sarebbe stato un fiasco e che quindi tale "seccatura" avrebbe avuto vita breve.
==== I primi anni ====
[[File:Renault4CV-rear.jpg|thumb|left|Una 4CV Décapotable, ossia la versione trasformabile]]
Fin dall'inizio della carriera della ''4CV'', la Régie incontrò comunque delle difficoltà nell'evadere gli ordini, a causa del loro numero esorbitante e i tempi di attesa si allungarono fino ad un anno. Alla fine del 1947, le ''4CV'' prodotte furono 803, ma la produzione annuale fu destinata ad impennarsi già alla fine dell'anno successivo. Nel corso del [[1948]] vi furono i primi aggiornamenti: comparvero i vetri scorrevoli posteriori (fino a quel momento erano fissi) e gli indicatori di direzione a bacchetta vennero spostati sui montanti posteriori. Per quanto riguarda la gamma, si ebbe il debutto della ''4CV Décapotable'', più costosa ed appannaggio della clientela più snob. In realtà la ''Décapotable'' era tecnicamente una [[trasformabile]], in quanto a capote aperta i montanti e i finestrini rimanevano in posizione e non andavano a scomparire in alcun modo. Inizialmente, la ''Décapotable'' fu assemblata solo dalla ''SAPRAR'', una filiale della Renault che si occupava normalmente anche di riparazioni e pezzi di ricambio. Fino al [[1950]] la ''SAPRAR'' produrrà alcune decine di esemplari di ''Décapotable'', prima che la produzione venisse trasferita allo stabilimento centrale di Billancourt. Sempre nel 1948 ha inizio l'esportazione della ''4CV'' in [[Australia]], in questo caso gli esemplari previsti per tale mercato erano dotati di guida sul lato destro.
Nel [[1949]], la gamma della 4CV [[berlina]] si sdoppiò in due versioni: la '''Normale''' e la '''Luxe''', con allestimento più rifinito e dotazione più completa. In particolare, mentre la ''Normale'' era dotata di un volante di color nero e praticamente di nient'altro, la ''Luxe'' montava un più elegante volante color crema, finestrini con deflettori, un antifurto, due posacenere, una plafoniera interna e i paraurti con rostri. Erano comunque assenti i faretti posteriori. Nella gamma in generale, la coda vide la scomparsa di due delle iniziali undici feritoie per il raffreddamento del motore. Proprio con la ''4CV'' cominciò quella lunga serie di tentativi, da parte della Renault, di penetrare con efficacia nel mercato statunitense. Praticamente i successivi quattro decenni furono caratterizzati da numerosi tentativi in tal senso, ma tutti risoltisi con magri consensi.
[[File:Renault - 4CV - 1952 (M.A.R.C.).jpg|thumb|Una 4CV Luxe, riconoscibile per il volante color crema e per la presenza dei deflettori ai finestrini anteriori]]
Nel [[1950]], furono adottati dei veri fanali posteriori, uno per la ''Normale'' e due per le altre, mentre vennero soppressi gli indicatori di direzione a bacchetta, sostituiti da indicatori di direzione a lampeggiante. Nell'abitacolo debuttò un nuovo cruscotto sistemato questa volta al centro della plancia, mentre il volante divenne a due razze anziché tre. Inoltre la gamma si espanse ulteriormente con l'arrivo della ''Luxe'' con tetto apribile e della ''Grand Luxe'', con motore dalla potenza innalzata a 21 CV e dotazione di serie ancor più ricca e comprendente tra l'altro i fari antinebbia e gli pneumatici a fianco bianco.
Nel [[1951]], la 4CV fu prodotta su licenza anche in [[Spagna]], presso lo stabilimento ''FASA-Renault'', mentre già fin dal suo esordio la vettura aveva iniziato a raccogliere alcuni successi in campo agonistico. Proprio in virtù della rinata vocazione sportiva da parte della Casa della Losanga, il motore della ''4CV'' fu sottoposto ad un aggiornamento che avrebbe ridotto la cilindrata a 747 cm³. Questo per permettere alla ''4CV'' di rientrare nella categoria Turismo fino a 750 cm³, in cui si intendeva omologarla. La cilindrata leggermente ridotta non influì negativamente sulle prestazioni del motore, che rimasero invariate. Unica differenza, il motore da 21 CV fu montato anche nella versione ''Décapotable''. E proprio in vista di un impiego in ambito sportivo, vennero prodotte 77 unità di una versione particolare, oggi rara ed ambitissima, che gli appassionati indicano con la sua sigla di progetto, ''R1063'', la quale beneficiò di numerosi interventi al motore, fra cui un carburatore doppio corpo, [[pistone (meccanica)|pistoni]] e [[biella (meccanica)|bielle]] specifici, un [[rapporto di compressione]] aumentato ed un [[albero a gomiti]] forgiato. Con queste ed altre modifiche, la potenza massima raggiunse i 35 CV. Tornando alla gamma di serie, un altro aggiornamento meccanico fu quello relativo agli ammortizzatori, non più a leva ma di tipo idraulico telescopico. Quanto alla gamma, essa si ampliò ulteriormente e fu a questo punto composta da sette versioni: ''Normale'', ''Luxe'', ''Luxe'' con tetto apribile, ''Grand Luxe'', ''Grand Luxe'' con tetto apribile, ''Décapotable'' e ''Commerciale''.
Nel [[1952]], vi furono alcune importanti modifiche alla gamma: la versione ''Normale'' fu sostituita dalla ''Affaire'', mentre la ''Luxe'' e la ''Grand Luxe'' furono entrambe sostituite dalla ''Sport'', la quale adottò il motore da 21 CV della ''Grand Luxe'' e della ''Décapotable''. Quest'ultima rimase in listino e fu l'unica versione a montare ancora l'allestimento ''Grand Luxe'', per cui è facile trovarla indicata anche come ''Grand Luxe Décapotable''. L'anno seguente debuttò anche la ''4CV'' più spartana di tutte, la ''Service'', ancora più essenziale della ''Affaire''. Disponibile in una sola tinta, il grigio, la ''Service'' fu anche caratterizzata da paraurti verniciati e non cromati, dall'assenza di rostri sopra di essi, di copriruota e di una vera e propria calandra a barre cromate. Sempre nel [[1953]], la 4CV sbarca anche in [[Giappone]], dove viene prodotta su licenza. Alla fine dello stesso anno, il motore da 21 CV viene esteso a tutta la gamma, anche alle versioni di base: il fatto sancì la fine della produzione dei motori da 17 CV.
==== Il restyling di mezza età e la fine della produzione ====
[[File:Renault 4 CV 2012-09-01 14-35-42.JPG|thumb|left|Il frontale di una ''4CV'' dopo l'aggiornamento estetico del 1954]]
Nel [[1954]], la versione ''Service'' uscì di listino. Tale aggiornamento alla gamma coincise con altri aggiornamenti, in questo caso di tipo estetico e più che altro concentrati nel frontale, dove la calandra a sei listelli orizzontali lasciò il posto ad una nuova calandra a soli tre listelli cromati, ma più spessi. Unica eccezione fu la versione ''Affaires'', che con l'uscita di listino della ''Service'' tornò a costituire la base di gamma e che fu dotata di una calandra ad un solo listello. L'8 aprile 1954, dalla linee di montaggio di Billancourt, uscì l'esemplare nº 500.000 della ''4CV''.
Nel [[1955]], la 4CV fu affidata alle esperte mani dei tecnici della [[Alpine-Renault|Alpine]], con la quale la Renault intraprese un lungo periodo di partnership. Da tale collaborazione nacque la [[Alpine A106|Alpine Renault A106]], primo modello di una serie di sportive a motore Renault. Per quanto riguarda la gamma, uno dei principali aggiornamenti riguardò l'arrivo della [[frizione (meccanica)|frizione]] automatica, disponibile come optional su alcune versioni. Intanto il successo della ''4CV'' parve non conoscere ostacoli: nonostante gli sforzi per aumentare i ritmi di produzione (la produzione fu estesa anche al nuovo stabilimento di [[Flins-sur-Seine|Flins]]), i tempi di attesa rimasero lunghi, in media fra i tre ed i cinque mesi.
Nel marzo del [[1956]] debuttò la [[Renault Dauphine|Dauphine]], destinata dapprima ad affiancare ed in seguito a sostituire la ''4CV''. In ogni caso, durante la seconda metà degli [[anni 1950|anni '50]] del [[XX secolo]], la ''4CV'' e la ''Dauphine'' convissero stabilmente a listino. Il [[2 agosto]] dello stesso anno uscì dalle linee di montaggio l'ultima ''4CV Décapotable'' e, sempre nel corso del 1956, anche la ''Commerciale'' lasciò definitivamente il listino. Altri aggiornamenti effettuati nel corso del 1956 furono ad esempio quelli che interessarono il cruscotto, ora ridisegnato e tornato nella sua originaria sede dietro il volante.
Cominciò a questo punto la rapida fase calante della carriera commerciale della ''4CV'': nel corso del [[1957]] venne tolta di produzione la versione ''Grand Luxe Décapotable''. Alla fine dello stesso anno, in concomitanza con l'entrata in produzione dell'anno-modello [[1958]], si ebbe un consistente aggiornamento tecnico nel motore, il cui rapporto di compressione venne innalzato, consentendo così un incremento di potenza fino a 26 CV. L'arrivo del nuovo anno vide la gamma della ''4CV'' ridursi a tre sole versioni: la ''Affaires'' e la ''Sport'', quest'ultima ancora disponibile con o senza tetto apribile. La ''Affaire'', in particolare, conobbe una semplificazione della propria dotazione, con paraurti, cornice fari e maniglie porta non più cromati ma in tinta con la carrozzeria. Su tutte le versioni, poi, i cerchi divennero a disco pieno. In seguito non vi furono più aggiornamenti di sorta: l'ultima ''4CV'' lascerà le linee di montaggio di Billancourt e Flins il 6 luglio del [[1961]].
[[File:1962 Hino Renault 01.jpg|thumb|Una 4CV prodotta dalla Hino]]
Negli anni a venire, la ''4CV'' venne prodotta su licenza in alcuni Paesi in via di sviluppo, tra cui il [[Messico]] e la [[Romania]] (a partire dal [[1966]]), e si arrivò addirittura al [[1983]], anno in cui la ''4CV'' fu prodotta su licenza in [[Vietnam]], fino al [[1989]]. Fra il 1953 ed il [[1963]], la ''4CV'' fu prodotta anche in [[Giappone]], dalla ''Hino Diesel'', un'azienda nata nel 1942 e che, come il nome suggerisce, era specializzata fino a quel momento nella produzione di camion pesanti mossi da motori a gasolio. Il contratto siglato fra la Hino e la Renault prevedeva che durante i primi sette anni il costruttore giapponese avrebbe usufruito dei pezzi inviatigli in Giappone dalla Casa madre, e che scaduto questo termine, avrebbe prodotto la ''4CV'' direttamente in loco su licenza. In realtà, la Hino riuscì ad ottenere la licenza di produzione già nel 1957, dopo appena quattro anni. La ''4CV'' prodotta in Giappone differiva da quella europea per il diverso disegno della calandra, ma soprattutto per i paraurti più sporgenti, una soluzione resa necessaria per soddisfare alcune normative giapponesi in tema di sicurezza. In totale furono circa 50 000 le ''4CV'' prodotte dalla Hino. Nel 1963 questo capitolo nella storia del costruttore giapponese si concluse e venne ripresa la normale produzione di automezzi pesanti.
=== Riepilogo caratteristiche ===
Di seguito vengono riepilogate le caratteristiche relative alle varie versioni costituenti la gamma della ''4CV'' nell'arco della sua produzione. I prezzi riportati sono in franchi francesi e si riferiscono al livello di allestimento più basso fra quelli indicati (in ordine crescente) e, salvo dove indicato diversamente, al momento del debutto nel mercato francese.
{|class="wikitable" style="width:100%; background:white; font-size:90%; align:center; text-align:center"
!align=left|Sigla modello
!106-E4<ref>Esemplari di pre-serie</ref>
!colspan="2"|R1060
!colspan="4"|R1062
!R1063
!R2070
!R2071
|-
|align=left|'''Allestimenti'''
|Normale
|Normale, Luxe, Décapotable
|Grand Luxe
|colspan="2"|Service, Normale, Affaires, Luxe
|Sport, Grand Luxe, Décapotable
|Affaires, Sport
| -
|colspan="2"|Commerciale
|-
|align=left|'''Anni di produzione'''
|1946-47
|08/1947-12/1950
|12/1949-12/1950
|12/1950-10/1953
|10/1953-10/1957
|12/1950-10/1957
|10/1957-07/1961
|1951
|08/1947-12/1950
|12/1950-10/1952
|-
|align=left|'''Esemplari prodotti'''
|43
|colspan="2"|141.618
|colspan="4"|948.300
|77
|11.119
|4.240
|-
|align=left|'''Prezzo al debutto in [[franco francese|FF]]'''<ref>Dati presi dal volume ''Toutes les Renault'' di Renè Bellu, Jean-Pierre Delville Éditeur - ISBN 2-85922-023-2, tranne dove indicato diversamente</ref>
|172.000<ref>''Renault - L'aventure automobile'', pag. 98, Hachette</ref>
|280.000<ref>Prezzo relativo al 1949</ref>
|378.000<ref>''La Renault 4CV de mon père'', P. Lesueur, pag.41, ETAI</ref>
|colspan="2"|399.000<ref>Prezzo della versione ''Service'' nata nel 1953; il prezzo per la versione ''Normale'' R1062 lanciata alla fine del 1950 era di 288.000 franchi</ref>
|472.000<ref>Prezzo relativo al 1952</ref>
|399.000
| -
| -
| -
|-
|align=left|'''Motore'''
|colspan="2"|[[Motore Ventoux#Type 662-1|Type 662-1]]
|[[Motore Ventoux#Type 662-1|Type 662-1L]]
|[[Motore Ventoux#Type 662-2 e Type 680|Type 662-2]]
|[[Motore Ventoux#Type 662-2 e Type 680|Type 662-2 54]]
|[[Motore Ventoux#Type 662-2 e Type 680|Type 662-2L]]
|Type 662
|[[Motore Ventoux#Type 662-2 e Type 680|Type 662-1063]]
|Type 662-1
|Type 662-2
|-
|align=left|'''Posizione'''
|colspan="10"|Posteriore longitudinale a sbalzo
|-
|align=left|'''Numero e disposizione dei cilindri'''
|colspan="10"|4 cilindri in linea
|-
|align=left|'''[[Cilindrata]] (cm³)'''
|colspan="3"|760
|colspan="5"|747
|760
|747
|-
|align=left|'''[[Alesaggio]] e [[Corsa (meccanica)|corsa]] (mm)'''
|colspan="3"|55 x 80
|colspan="5"|54,5 x 80
|55 x 80
|54,5 x 80
|-
|align=left|'''Alimentazione'''
|colspan="3"|Carburatore Solex 221 AC
|colspan="4"|Carburatore Solex 22 BICT
|Carburatore doppio corpo
|Carburatore Solex 221 AC
|Carburatore Solex 22 BICT
|-
|align=left|'''[[Rapporto di compressione]]'''
|colspan="2"|6,7:1
|7,25:1
|6,7:1
|colspan="2"|7,25:1
|7,75:1
|8,4:1
|colspan="2"|6,7:1
|-
|align=left|'''[[Potenza (fisica)|Potenza]] massima ([[Cavallo vapore|CV]]/[[giri al minuto|rpm]])'''
|colspan="2"|17/3500
|21/4000
|17/3500
|colspan="2"|21/4000
|26
|35/5500
|colspan="2"|17/3500
|-
|align=left|'''[[Coppia motrice|Coppia]] massima ([[Newtonmetro|Nm]]/[[giri al minuto|rpm]])'''
|colspan="3"|46,6/1500
|colspan="4"|46,6/1600
| -
|46,6/1500
|46,6/1600
|-
|align=left|'''Albero a gomiti'''
|colspan="10"|Su 3 supporti di banco
|-
|align=left|'''[[Frizione (meccanica)|Frizione]]'''
|colspan="10"|Monodisco a secco
|-
|align=left|'''Trazione'''
|colspan="10"|Posteriore
|-
|align=left|'''[[Cambio (meccanica)|Cambio]]'''
|colspan="7"|Manuale a 3 marce
|Manuale a 3, 4 o 5 marce
|colspan="2"|Manuale a 3 marce
|-
|align=left|'''Struttura'''
|colspan="10"|Scocca portante
|-
|align=left|'''[[Sospensione (meccanica)|Sospensioni]] ant.'''
|colspan="10"|A ruote indipendenti, quadrilateri deformabili ed ammortizzatori a leva (idraulici telescopici dal 1951)
|-
|align=left|'''Sospensioni post.'''
|colspan="10"|A ruote indipendenti, semiassi oscillanti ed ammortizzatori a leva
|-
|align=left|'''Impianto frenante'''
|colspan="10"|A tamburo sulle quattro ruote
|-
|align=left|'''[[Pneumatico|Pneumatici]]'''
|colspan="10"|135 x 400
|-
|align=left|'''Sterzo'''
|colspan="10"|A cremagliera
|-
|align=left|'''Massa in ordine di marcia'''
|colspan="10"|585-610 kg
|-
|align=left|'''Serbatoio'''
|colspan="10"|27,5 litri
|-
|align=left|'''Velocità massima'''
|colspan="2"|90
|100
|90
|colspan="2"|100
|110
|140
|colspan="2"|90
|}
=== Le fuoriserie su base 4CV ===
[[File:1961 Renault 4CV Beach Wagon (Renault Jolly).jpg|thumb|left|Una Renault 4CV Ghia Jolly]]
Nel corso della sua carriera, la ''4CV'' ispirò numerosi carrozzieri, anche molto rinomati. Dalla base meccanica della ''4CV'', questi carrozzieri, più altri meno noti ma ugualmente dotati di lodevoli capacità, seppero derivare inedite ed interessanti fuoriserie. Come spesso accadeva a quei tempi, non poche delle fuoriserie prodotte vennero anche impiegate in ambito sportivo, mentre altre vissero una più tranquilla vita cittadina o vennero utilizzate solo in particolari occasioni.
Il noto carrozziere [[Henri-Labourdette|Labourdette]], ad esempio, realizzò la cosiddetta "4CV [[Vutotal]]"<ref>{{cita web|url=http://www.lespetitesrenault.fr/colmodeles/4cv/R1032/R1032-o2.jpg|titolo=La 4CV Vutotal}}</ref>, una cabriolet dalle linee futuristiche caratterizzata fra l'altro da un parabrezza in due pezzi e senza montanti, secondo un brevetto depositato dallo stesso Labourdette. Sempre dallo stesso carrozziere venne realizzata un'altra cabriolet a due porte, stavolta conservando le forme della ''4CV'' di serie. Tale vettura fu anche impiegata in alcune competizioni sportive. Fra il 1949 ed il 1951 il pilota Louis Rosier progettò e realizzò prima una coupé<ref>{{Cita web |url=http://img11.hostingpics.net/pics/8496364cvcoachrosier.jpg |titolo=La coupé di Rosier |accesso=9 agosto 2016 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20160827045044/http://img11.hostingpics.net/pics/8496364cvcoachrosier.jpg |dataarchivio=27 agosto 2016 |urlmorto=sì }}</ref> ed in seguito una barchetta<ref>{{cita web|url=https://api.ning.com/files/oeHflvreRORyue*lOzXqa3Z8cduv9PwpqqdBX6by*nM-00ESVHOoQfkluGiL-725E5I2f8wLGtqlpyRDVxVa*EnKNcq7bXSU/Rosier03.jpg?width=737&height=544|titolo=La barchetta di Rosier|accesso=4 maggio 2019|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20160826084203/http://api.ning.com/files/oeHflvreRORyue*lOzXqa3Z8cduv9PwpqqdBX6by*nM-00ESVHOoQfkluGiL-725E5I2f8wLGtqlpyRDVxVa*EnKNcq7bXSU/Rosier03.jpg?width=737&height=544|dataarchivio=26 agosto 2016|urlmorto=sì}}</ref> con corpo vettura debitamente alleggerito e motore elaborato, cosicché la vettura riusciva a raggiungere i 180 km/h di velocità massima. Sia la coupé che la barchetta di Rosier ebbero un corpo vettura completamente ridisegnato. Più fedele alla ''4CV'' di serie era invece un'altra barchetta<ref>{{cita web|url=https://s-media-cache-ak0.pinimg.com/736x/e2/c5/c4/e2c5c4437ec59563c821648fda9c97e0.jpg|titolo=La barchetta di Mouchiro}}</ref> realizzata nell'officina belga Mouchiro, da cui in quegli anni uscì anche una coupé<ref>{{Cita web |url=http://img11.hostingpics.net/pics/3351814CVMouchiro.jpg |titolo=La coupé di Mouchiro |accesso=9 agosto 2016 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20160827050045/http://img11.hostingpics.net/pics/3351814CVMouchiro.jpg |dataarchivio=27 agosto 2016 |urlmorto=sì }}</ref>, anch'essa simile alle normali ''4CV'', ma dalla parte posteriore completamente ridisegnata.
[[File:Autobleu 1955.JPG|thumb|Una 4CV Autobleu]]
Una delle fuoriserie più famose in assoluto è però la ''4CV Jolly''<ref>{{cita web|url=http://boitierrouge.com/2016/05/30/renault-4cv-jolly-voiture-de-plage-a-litalienne/|titolo=Pagina dedicata alla 4CV Jolly Ghia}}</ref>, una [[spiaggina]] realizzata dalla [[Ghia]] in 50 esemplari per il mercato USA. Il carrozziere torinese si interessò inizialmente anche ad un altro progetto, quello partorito dalla mente dei signori Maurice Mestivier e Roger Lepeytre, titolari della ditta ''Autobleu'', specializzata nella vendita di accessori auto. Essi concepirono su carta un'elegante coupé per la cui realizzazione definitiva si affidarono proprio alla Ghia. Ma alcuni problemi nella realizzazione della vettura definitiva spinsero la ''Autobleu'' a dirottare il progetto al celebre Henri Chapron (noto soprattutto per le sue realizzazioni su base [[Citroën]]). Grazie al carrozziere francese, la vettura riuscì persino ad essere prodotta in 81 esemplari, il che dimostra come, nonostante si trattasse di un'auto sconosciuta ai più, la coupé ''Autobleu'' seppe imporsi anche nel limitato mercato delle fuoriserie di nicchia. La Ghia, fra l'altro, realizzò anche due esemplari di cabriolet, oltre ai già citati 81 esemplari di coupé. La coupé di ''Autobleu'' venne in seguito considerata una delle più riuscite fra le fuoriserie su base ''4CV''. La sua eleganza non mancò di catturare anche alcuni personaggi del mondo dello spettacolo, fra cui gli attori Michèle Morgan [[Eddie Constantine|ed Eddie Constantine]].
Chapron realizzò poi anche altre fuoriserie sfruttando la meccanica della ''4CV'', in particolare tre esempi di spider dalle linee sempre piuttosto arrotondate. Un'altra carrozzeria degna di nota tra quelle che si cimentarono con la ''4CV'' fu la [[Brissoneau et Lotz]], che dalla popolare vettura francese estrapolò due cabriolet dalla differente vocazione: la prima, più corsaiola, era priva di particolari orpelli e poteva essere equipaggiata anche con il motore della ''R1063'', mentre la seconda, più ricca di dettagli cromati, denotava una maggior eleganza, sottolineata anche dai cerchi a disco pieno, segno che ormai si era nel periodo finale della carriera della ''4CV''. Le due cabriolet di Brissoneau et Lotz erano accomunate da altre caratteristiche, come ad esempio la grossa presa d'aria verticale sulla fiancata.
[[File:Brissonneau 1956.JPG|thumb|left|Una 4CV cabriolet di Brissoneau et Lotz]]
Dal progetto di Zuick, concessionario Renault a [[Stoccarda]], nacque una coupé dalle linee in stile teutonico, in quanto ricordava da vicino molti tratti delle contemporanee [[Porsche 356]]. Altra pregevole coupé fu quella realizzata dal carrozziere Pichon-Parat, con tetto in tinta differenziata rispetto al resto della carrozzeria<ref>[http://leroux.andre.free.fr/pichon94.jpg La coupé di Pichon-Parat]</ref>. Sempre dal medesimo carrozziere venne realizzata nel 1955 un'altra coupé, denominata ''Isoard''<ref>[http://leroux.andre.free.fr/pichon98.jpg La ''4CV Isoard'' di Pichon-Parat]</ref> ed ancora più intrigante della prima per via dell'ardita soluzione delle portiere ad "ali di gabbiano", una soluzione introdotta solo l'anno prima dalla ben più esclusiva [[Mercedes-Benz W198|Mercedes-Benz 300 SL "Gullwing"]]
Una particolare fuoriserie utilizzata in ambito sportivo fu anche quella realizzata dalla carrozzeria Antem e nota come ''R1064'', una denominazione con la quale si intendeva creare una sorta di continuità con la ''R1063'', che tanto successo ebbe in svariate specialità sportive. E in effetti, la ''R1064'' ottenne alcuni successi in campo sportivo: si trattava di una barchetta dal corpo vettura molto aerodinamico, con passaruota carenati<ref>[https://i180.photobucket.com/albums/x284/307204xsi/peusmodels/barquette.jpg La Barchetta ''R1064'' di Antem]</ref>.
Quelle citate sono solo una parte dell'innumerevoli fuoriserie realizzate su base ''4CV'': in effetti la piccola di Casa Renault dell'immediato dopoguerra seppe conquistare il cuore di numerosi appassionati e specialisti del settore, tanto da finire per divenire una delle icone dei cosiddetti ''Treinte Glorieuses'', cioè il periodo relativo ail miracolo economico francese.
== Attività sportiva ==
[[
La ''4CV'' è una delle protagoniste nel panorama dell'automobilismo sportivo francese dell'immediato dopoguerra. La vettura, specialmente nelle brillanti versioni ''R1063'' ha brillato nella maggiori competizioni automobilistiche mondiali, arrivando persino a trionfare nella propria categoria in eventi come la [[24 Ore di Le Mans]] o il [[Rally di Montecarlo]]. La ''4CV'' fu impiegata a partire dal 1948, quindi poco dopo il suo lancio commerciale. Dopo un primo successo alla ''Course de Côte du Mont-Ventoux'' con il pilota François Landon, arrivò il trionfo a Montecarlo con i piloti Rosier (padre e figlio) nella categoria fra i 751 ed i 1100 cm³. Altri eventi in cui la ''4CV'' si mise in luce furono il [[Tour de France automobile|Tour de France]], la [[Coupe des Alpes]] e la [[Mille Miglia]]. A quest'ultima gara partecipò la ''4CV'' pilotata da un giovane Jean Rédélé, futuro fondatore della [[Alpine-Renault|Alpine]], che rimarrà sempre legata alla Casa della Losanga. Ma ormai fu chiaro che, nonostante i suoi primi successi, la ''4CV'' risultò seriamente penalizzata nelle categorie in cui veniva regolarmente inserita. La sua cilindrata di 760 cm³ la poneva in una posizione sfavorevole rispetto alle sue dirette avversarie nella categoria fra 751 e 1100 cm³, che era quella in cui più spesso veniva inserita. Per questo motivo, già nel 1950 il motore venne ridotto a 747 cm³, in maniera tale da rientrare nella categoria inferiore e poter così avere alcune carte in più da giocare. Ufficialmente la ''R1063'' fu prodotta tra la fine del 1950 e gran parte del 1951, ma i primi esemplari furono messi in campo già alcuni mesi prima, sebbene non ufficialmente dalla Renault, bensì da alcuni clienti privati. Tre di queste vetture termineranno la corsa ed una riuscirà ad imporsi nella propria categoria. Ciò spingerà la Régie a ritentare la sorte nell'edizione successiva della stessa gara. Nel 1951 vennero schierate nuovamente cinque ''R1063'' con motore portato a 43 CV, pannelli carrozzeria in alluminio e serbatoio maggiorato (da 27,5 a ben 68 litri) sistemato al posto della panchetta posteriore. La ''4CV'' di Landon ottenne la vittoria di categoria alla media di 111,597 km/h. Nel giugno del 1952, si ritentò, ma con un po' meno fortuna: la ''4CV'' dell'equipaggio Régibus-Porta si classificò seconda di categoria alla 24 Ore di Le Mans, alla media di 109,535 km/h. Sempre nel 1952, la barchetta ''R1064'' di Antem, già brevemente descritta nel paragrafo precedente, venne lanciata sul circuito di Montlhéry in una prova di velocità assoluta. La vettura riuscì a stabilire otto nuovi record internazionali di velocità, tra cui il più veloce giro di pista ad una media di 172,473 km/h.
Altre vittorie di classe si ebbero nelle edizioni 1952, 1954 e 1956 della [[Liegi]]-[[Roma]]-Liegi, al Tour de France del 1952 e del 1953, nonché alle edizioni 1952, 1953, 1954 e 1959 della Mille Miglia. La ''Bol d'Or'' del 1952 e del 1953 fu vinta da una ''4CV Tank'', una vettura con carrozzeria altamente profilata e pilotata in entrambe le edizioni da Guy Michel. E ciononostante, questi successi furono solo una parte delle glorie sportive della ''4CV'', che vide anche alcune vittorie di categoria ottenute da piloti donna, come il [[Rally di Sanremo]] del 1952.
== Note ==
<references/>
== Bibliografia ==
* ''La Renault 4CV de mon père'', P. Lesueur, 1996, ETAI - ISBN 978-2-7268-8274-0
* ''Automobilismo d'Epoca'', novembre 2006, pag.30
== Voci correlate ==
* [[Renault]]
* [[Alpine A106]]
== Altri progetti ==
{{interprogetto
== Collegamenti esterni ==
* {{cita web|http://www.renault4cv.fr/|Sito in francese dedicato alla 4CV}}
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* {{cita web | 1 = http://sameens.dia.uned.es/Trabajos/T2A/ESalmoral/renault_4cv.htm | 2 = Sito in spagnolo dedicato alla 4CV | accesso = 26 febbraio 2007 | urlarchivio = https://web.archive.org/web/20070208071203/http://sameens.dia.uned.es/Trabajos/T2A/ESalmoral/renault_4cv.htm | dataarchivio = 8 febbraio 2007 | urlmorto = sì }}
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{{Renault}}
{{Portale|
[[Categoria:Automobili Renault|4]]
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