Mario Roatta: differenze tra le versioni
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{{militare
|Nome = Mario Roatta
|Immagine = Mario Roatta portrait.jpg
|Didascalia = Il Generale Roatta in uniforme da [[Generale di corpo d'armata]]
|Soprannome = ''La bestia nera''
|Data_di_nascita = 2 febbraio 1887
|Nato_a = [[Modena]]
|Data_di_morte = 6 gennaio 1968
|Morto_a = [[Roma]]
|Cause_della_morte =
|Luogo_di_sepoltura =
|Etnia = <!-- solo se enciclopedica -->
|Religione = <!-- solo se enciclopedica -->
|Nazione_servita = {{bandiera|ITA 1861-1946|dim=21}} [[Regno d'Italia (1861-1946)|Regno d'Italia]]
|Forza_armata = [[File:Flag of Italy (1860).svg|21px|border]] [[Regio Esercito]]
|Arma =
|Corpo =
|Specialità =
|Unità =
|Reparto =
|Campagne = * [[Fronte italiano (1915-1918)|Fronte italiano]]
* [[Operazione Achse]]
* [[Campagna d'Italia (1943-1945)|Campagna d'Italia]]
|Anni_di_servizio = 1906 – 1944
|Grado = [[Generale designato d'armata]]
|Ferite = ferita al braccio
|Comandanti =
|Guerre = [[Prima guerra mondiale]]<br />[[Guerra civile spagnola]]<br />[[Seconda guerra mondiale]]
|Battaglie = [[Battaglia di Málaga]] <br />[[Battaglia di Guadalajara]]<br>[[Mancata difesa di Roma]]
|Comandante_di = [[Capo di stato maggiore dell'Esercito Italiano#Stato maggiore del Regio Esercito|Capo di stato maggiore del Regio Esercito]] <br/> [[84º Battaglione "Venezia"|84º Reggimento "Venezia"]]<br />[[Servizio Informazioni Militari]]<br />[[Corpo Truppe Volontarie]]<br />[[2ª Armata (Regio Esercito)|Comando Superiore FF.AA. Slovenia-Dalmazia]]<br />[[6ª Armata (Regio Esercito)|6ª Armata]]
|Decorazioni = 3 medaglie d'argento al [[Ricompense al valor militare|Valor Militare]]
|Studi_militari =
|Pubblicazioni =
|Frase_celebre = [[Il trattamento da fare ai ribelli non dev'essere sintetizzato nella formula "dente per dente", bensì in "testa per dente"!]]
|Altro_lavoro =
|Altro_campo =
|Altro =
|Note =
|Ref =
}}
{{Bio
|Nome = Mario Giuseppe Leon
|Cognome = Roatta
|Sesso = M
|LuogoNascita = Modena
|GiornoMeseNascita = 2 febbraio
|AnnoNascita = 1887
|LuogoMorte = Roma
|GiornoMeseMorte =
|AnnoMorte = 1968
|NoteMorte = <ref name=munzinger>[https://www.munzinger.de/search/portrait/Mario+Roatta/0/1666.html Mario Roatta - Munzinger Biographie<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref>
|Epoca = XX
|Attività = generale
|Attività2 = agente segreto
|Attività3 =
|Nazionalità = italiano
}}
==Biografia==
=== Le origini e l'ingresso nel Regio Esercito ===
Nacque a [[Modena]] il 2 febbraio 1887 da Giovan Battista Roatta e da Maria Antonietta Richard. Il padre, originario del cuneese,<ref>L'atto n. 36/1887 dell'Archivio Storico del Comune di Modena contiene la seguente informazione: Roatta Mario Giuseppe Leon nacque a Modena - Via dei Servi 15 - il 2 gennaio 1887 da Giovan Battista (Capitano) e Richard Maria Antonietta. Il medesimo ha sposato a Roma (atto n. 31/1922) Mancini Ines il 14 gennaio 1922 ed è morto, sempre a Roma, il 6 gennaio 1968 (atto n. 84). Nei registri di stato civile conservati presso l'Archivio Storico del Comune di Modena, Giovan Battista Roatta non risulta domiciliato a Modena bensì a [[Saluzzo]] (Cuneo) e Villanovetta (Comune di [[Verzuolo]] - Cuneo).</ref> era [[capitano]] del Regio Esercito. Nel 1904 entrò come allievo all'[[accademia militare di Modena]]. Appena diciannovenne, nel 1906, divenne [[sottotenente]] presso il 26° reggimento di fanteria a Torino; tre anni dopo ottenne i gradi di tenente. Dopo aver frequentato la scuola di guerra dell'esercito nella città piemontese, fu trasferito con il grado di [[capitano]] allo [[stato maggiore]] dell'esercito.
===La prima guerra mondiale e la guerra civile spagnola ===
Durante la [[prima guerra mondiale]] combatté sia sul fronte francese sia su quello italiano; fu promosso nel 1917 a [[tenente colonnello]], e decorato con tre [[medaglia d'argento al valor militare|medaglie d'argento al valor militare]]. Nel primo dopoguerra fu addetto militare presso le ambasciate italiane a [[Varsavia]] (1927-1931, con competenza su [[Riga]], [[Tallinn]] e [[Helsinki]]). Nel 1930 fu promosso [[colonnello]].
A Varsavia, sempre all'inizio del 1930, Roatta compì un'analisi dei concetti di impiego tattico dello
In questa spedizione rivestì un ruolo di discreta rilevanza, soprattutto dopo che rimase ferito a un braccio durante l'attacco a [[Malaga]], che concluse con una vittoria e con la cattura di circa 10 000 prigionieri repubblicani; in seguito Roatta divenne [[generale di brigata]]. Nel marzo del 1937 subì una dura [[Battaglia di Guadalajara|sconfitta a Guadalajara]] contro la [[Brigate internazionali|XII Brigata internazionale]], comprendente il [[Battaglione Garibaldi]], formato quasi prevalentemente da volontari italiani antifascisti. Poco tempo dopo il suo ruolo fu ridimensionato e il comando dei volontari fu assunto dal generale [[Ettore Bastico]]<ref name=montanelli />.
===La seconda guerra mondiale e l'operato in Jugoslavia===
{{Vedi anche|Circolare 3C}}
Nominato addetto militare a [[Berlino]] dal luglio al novembre 1939 seguì, con questa veste, la crisi di [[Danzica]] e lo scoppio della [[seconda guerra mondiale]].
Sempre da Berlino, ebbe competenza anche su [[Svezia]], [[Danimarca]], [[Finlandia]] e [[Lituania]], e redasse quindi importanti e dettagliati rapporti sull'apparato militare degli Stati baltici a poche settimane dall'invasione sovietica. In un altro rapporto dell'ottobre, mise in evidenza i positivi risultati delle truppe corazzate e meccanizzate della [[Wehrmacht]].
Tornato in Italia fu nominato [[Stato maggiore dell'Esercito|sottocapo di stato maggiore]] nel 1940. Con questo incarico riuscì a eludere i tedeschi nella preparazione dei piani di attacco a sorpresa della [[Campagna italiana di Grecia|Grecia]]. Dal 24 marzo 1941 fino al 19 gennaio 1942 fu [[capo di stato maggiore dell'Esercito Italiano]]. In qualità di comandante dell'esercito italiano nella provincia di Lubiana, il 1º marzo 1942<ref>Gianni Oliva, ''Si ammazza troppo poco'', p. 116, Arnoldo Mondadori Editore, Milano 2006, ISBN 88-04-55129-1</ref> emanò la "[[Circolare 3C]]", che equivalse a una dichiarazione di guerra contro la popolazione slovena civile.<ref>[http://www.ingentaconnect.com/content/routledg/rmis/2004/00000009/00000003/art00005 IngentaConnect] James H. Burgwyn, ''General Roatta's war against the partisans in Yugoslavia: 1942'', in: ''Journal of Modern Italian Studies'', Volume 9, Number 3, September 2004, pp. 314-329 (16)</ref><ref>[https://docs.google.com/uc?export=download&confirm=no_antivirus&id=0B0f1zNWb8BZ0MDllMjViMTgtZTlmMi00YjFlLTk5YTctNmNjMWQ2MzYwNDVl] Giuseppe Piemontese, ''Twenty-nine months of Italian occupation of the Province of Ljubljana'', 1946, p.3. Book also quoted in: Ballinger, P., ''History in exile: memory and identity at the borders of the Balkans''. Princeton University Press, 2002, p. 138. ISBN 0-691-08697-4</ref> Le disposizioni del generale Mario Roatta erano del tutto simili a quelle impartite dai comandanti tedeschi<ref>[http://books.google.com/books?id=da6acnbbEpAC&lpg=PA327&ots=yXcVFm2qfN&dq=Twenty-nine%20months%20of%20Italian%20occupation%20of%20the%20Province%20of%20Ljubljana&pg=PA139#v=onepage&q=%22Twenty-nine%20months%20of%20Italian%20occupation%20of%20the%20Province%20of%20Ljubljana%22] P. Ballinger, ''cit.''</ref>: rappresaglie, incendi di case e villaggi, esecuzioni sommarie, raccolta e uccisione di ostaggi, internamenti nel [[campo di concentramento di Arbe]] e nel [[campo di concentramento di Gonars]].
Il 20 gennaio 1942 venne nominato comandante della 2ª Armata in [[Stato Indipendente di Croazia|Croazia]] dove ordinò nella guerra partigiana di "''...applicare le sue disposizioni senza false pietà''", dando così inizio a una vera e propria azione di terrore contro i civili che davano supporto logistico alle bande partigiane. Applicando la circolare 3C dove si diceva di applicare il criterio della ''testa per dente'', vennero devastati numerosi villaggi.
Il generale Roatta emanò inoltre anche ordini espliciti: "(...) Se necessario, non rifuggire da usare crudeltà. Deve essere una pulizia completa. Abbiamo bisogno di internare tutti gli abitanti e mettere le famiglie italiane al loro posto"<ref name="Steinberg">Jonathan Steinberg, ''All Or Nothing: The Axis and the Holocaust, 1941-1943'', Routledge, 2002 ISBN 0-415-29069-4, p.34</ref>, "(…) l'internamento può essere esteso… sino allo sgombero di intere regioni, come ad esempio la Slovenia. In questo caso si tratterebbe di trasferire, al completo, masse ragguardevoli di popolazione… e di sostituirle in loco con popolazioni italiane"<ref>Angelo Del Boca, ''Italiani, brava Gente?'', Neri Pozza editore, Vicenza, 2005, p. 241 ISBN 88-545-0013-5</ref><ref>''Nota al Comando Supremo prot. 08906 dell'8 settembre 1942'', in: Alojz Zidar, ''Il popolo sloveno ricorda e accusa'', Založba Lipa, Koper 2001, p. 231, ISBN 961-215-040-0</ref>.
=== Il
{{C|quale sia il ruolo del generale Roatta nel salvataggio degli ebrei non è chiaro, la maggior parte del paragrafo ne parla in termini generali, come più un accordo condiviso sottinteso, che il risultato di ordini diretti di Roatta. Altra grande parte del paragrafo parla di altro (promozione di Roatta, azioni contro i partigiani croati, ecc.|militari|febbraio 2020}}
La Germania nel 1942 aveva richiesto all'Italia la consegna degli ebrei che erano stati isolati e in parte già internati in apposite strutture delle zone occupate, soprattutto della [[Dalmazia]]. L'iniziale risposta di Mussolini era stata accondiscendente, tuttavia alle assicurazioni del Duce non seguivano fatti coerenti delle amministrazioni periferiche. Peraltro, il Vaticano si muoveva con monsignor Montini (in seguito [[papa Paolo VI]]) e altri alti prelati per scongiurare l'ipotesi, sebbene solo nel novembre dello stesso anno il [[Segretario di Stato della Santa Sede|segretario di Stato pontificio]] chiese formalmente all'ambasciatore d'Italia presso la Santa Sede [[Raffaele Guariglia]] di non procedere alla consegna. La richiesta faceva seguito a trattative localmente intessute dal [[vescovo]] di [[diocesi di Trieste|Trieste]] e [[diocesi di Capodistria|Capodistria]] [[Antonio Santin]], che aveva avviato un carteggio con Roatta, comandante della [[2ª Armata (Regio Esercito)|2ª Armata]] e responsabile della forza di occupazione italiana; in questi scambi Roatta aveva promesso che, se pure non poteva trasferire gli ebrei in Italia, comunque poteva trattenerli nella zona occupata<ref name=zuccotti />.
In realtà, intanto l'ordine di Mussolini aveva formalmente e ufficialmente solo scopi di identificazione, nonché il proposito di rendere alle autorità croate quelli che fossero stati riconosciuti cittadini croati. Incominciarono dunque a pervenire a Roma diversi pareri di autorità italiane che sconsigliavano di aderire alla richiesta dell'alleato germanico: il [[Gradi e qualifiche dell'Arma dei Carabinieri|generale dei Carabinieri]] [[Giuseppe Pièche]] comunicò che la sorte dei deportati cominciava a essere nota presso le truppe, provocando malcontento, mentre serbi e musulmani si affidavano al [[tricolore]] temendo che la sorte potesse volgere anche a loro pericolo. Il [[Governatori della Dalmazia|governatore della Dalmazia]] [[Giuseppe Bastianini]] era poco dopo andato nella Capitale a esprimere le stesse perplessità. A distanza di solo qualche giorno, andò a Roma anche Roatta, per il quale l'eventuale consegna avrebbe provocato irritazione nella popolazione locale, agitazione della minoranza serba e grave complicazione delle attività di controllo; tutto ciò mentre negli alti gradi militari e diplomatici serpeggiava autonoma insofferenza per l'ingerenza tedesca in sfere di esclusiva competenza nazionale<ref name="zuccotti">Susan S. Zuccotti, ''Il Vaticano e l'Olocausto in Italia'', Sintesi (Bruno Mondadori) / [ESBMO] / Editore Pearson Italia S.p.a., 2001 - ISBN 8842498106</ref>.
C'erano naturalmente anche diffuse contrarietà limpidamente basate su questioni umanitarie; a ogni modo si sviluppò un [[ostruzionismo]] che si nutriva di cavilli evasivi ed espedienti burocratici, che ritardava ogni giorno di più la consegna, sino a che nel 1943 Mussolini, messo alle strette dai tedeschi, sentiti i responsabili italiani delle aree coinvolte, fra cui anche Roatta, negò definitivamente la consegna<ref name=zuccotti />.
La 2ª Armata decise in più occasioni di proteggere i villaggi serbi e la popolazione ortodossa dai massacri croati. Bande di [[cetnici]] furono persino armate dagli italiani e inquadrate come forze ausiliarie. Analoghe testimonianze provengono dagli archivi tedeschi i quali sostengono che le truppe al comando di Roatta si interposero spesso tra gli [[ustascia]] e le comunità in pericolo. Ciò nonostante truppe italiane, dietro suo ordine diretto o raccomandazione generale, fucilarono prigionieri partigiani, rifiutarono la resa ad alcuni reparti della resistenza iugoslava, applicarono le rappresaglie, prelevarono ostaggi tra la popolazione civile, e fecero terra bruciata dei borghi sospettati di dare rifugio ai partigiani. Spesso senza nessuna motivazione plausibile. Gli stessi nazisti criticarono i metodi troppo drastici che applicava il generale Roatta con la sua Armata nei territori italiani. In un bollettino, Roatta specificava: "Non occhio per occhio e dente per dente! Piuttosto una testa per ogni dente".
Il 5 febbraio [[1943]], Roatta venne posto al comando della [[6ª Armata (Regio Esercito)|6ª Armata]] in [[Sicilia]], mentre il 1º giugno venne nuovamente nominato [[Capo di Stato Maggiore dell'Esercito Italiano|Capo di Stato Maggiore dell'Esercito]] oltre che comandante delle forze armate della Sicilia (lo resterà fino al 18 novembre 1943).
=== L'armistizio di Cassibile e il ruolo nel governo Badoglio ===
{{Vedi anche|Armistizio di Cassibile|Governo Badoglio I|Memoria OP 44}}
Con l'insediamento del [[governo Badoglio I]], Roatta conservò la carica di Capo di stato maggiore dell'esercito. Questi diede l'ordine di reprimere le manifestazioni inneggianti la fine del regime fascista, attraverso la cosiddetta "''circolare Roatta''" emanata il 26 luglio 1943 in cui si dava ordine alle forze armate e alle forze dell'ordine di intervenire, anche con la forza, nella repressione di ogni manifestazione.<ref name=rizzato>Lorenzo Rizzato, ''25 luglio: Che faranno i tedeschi?'', in: ''Storia illustrata'' n° 257, Luglio 1979, pag. 16: "Il 27 luglio veniva proclamato lo stato di guerra e sempre lo stesso giorno veniva diffuso dal comando supremo, diretta ai comandi periferici la famigerata circolare "Roatta""</ref><ref>{{cita web|url=http://www.didaweb.net/fuoriregistro/leggi.php?a=7206|titolo=Testo integrale della circolare Roatta emanata la sera del 26 luglio 1943|accesso=14 dicembre 2017}}</ref>
{{Citazione|...poco sangue versato inizialmente risparmia fiumi di sangue in seguito. Perciò ogni movimento deve essere inesorabilmente stroncato in origine... muovendo contro gruppi di individui che perturbino ordine o non si attengano prescrizioni autorità militare, si proceda in formazione di combattimento e si faccia fuoco a distanza, anche con mortai e artiglieria senza preavviso di sorta, come se si procedesse contro truppe nemiche.|La circolare diffusa da Roatta<ref name=rizzato />}}
Secondo diversi autori, sarebbe stato in seguito a questi ordini di Roatta che nei cinque giorni successivi al 25 luglio 1943 si ebbero, negli scontri, 93 morti, 536 feriti e 2 276 arresti.<ref>Angelo Del Boca, ''cit.'', p. 268.</ref>
{{Approfondimento
|allineamento = sinistra
|larghezza = 300px
|titolo = Nel consiglio della Corona
|contenuto = Dopo il 25 luglio, Roatta occupò un ruolo molto influente, essendo membro del [[Consiglio della Corona (Regno d'Italia)|Consiglio della Corona]], presieduto dal sovrano, cui erano deputate le decisioni politiche più importanti; di tale organismo facevano anche parte il maresciallo Badoglio, il [[Capo di Stato Maggiore della Difesa|Capo di Stato Maggiore generale]] [[Vittorio Ambrosio]] e il comandante dei servizi segreti [[Giacomo Carboni]], in ruoli paritari e subordinati al re. Fu il Consiglio della Corona e non il governo, il 7 agosto [[1943]], che approvò, a maggioranza di due terzi, la decisione di uscire dalla guerra<ref>[http://www.fondazionecipriani.it/Kronologia/prova.php?DAANNO=1943&AANNO=1944&id=&start=180&id=&start=150&id=&start=90&id=&start=60&id=&start=30&id=&start=0&id=&start=30&id=&start=60&id=&start=0&id=&start=60&id=&start=90&id=&start=120&id=&start=150&id=&start=180 Fondazione Cipriani] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20110722033408/http://www.fondazionecipriani.it/Kronologia/prova.php?DAANNO=1943&AANNO=1944&id=&start=180&id=&start=150&id=&start=90&id=&start=60&id=&start=30&id=&start=0&id=&start=30&id=&start=60&id=&start=0&id=&start=60&id=&start=90&id=&start=120&id=&start=150&id=&start=180 |data=22 luglio 2011 }}</ref>.
Il 1º settembre 1943 in una riunione "allargata" del Consiglio della Corona, cui parteciparono anche il Ministro degli Esteri [[Raffaele Guariglia]], il generale [[Giuseppe Castellano]] e il Ministro della Real Casa [[Pietro d'Acquarone]], in rappresentanza del re inspiegabilmente assente, fu accettato l'armistizio con le forze anglo-americane che, due giorni dopo, a [[Cassibile]], venne formalmente sottoscritto.
}}
Fu Roatta a firmare la ''[[memoria OP 44]]'', elaborata per le Forze Armate sin dalla fine di agosto dal generale Ambrosio e dallo Stato maggiore dell'esercito e posta a conoscenza dei Comandanti di armata tra il 2 e il 5 settembre 1943. In tale circolare si ordinava "di interrompere a qualunque costo, anche con attacchi in forze ai reparti armati di protezione, le ferrovie e le principali rotabili alpine" e di "agire con grandi unità o raggruppamenti mobili contro le truppe tedesche". La circolare op. 44 ne ricalcava una del precedente 10 agosto, ma la sua attuazione era condizionata a ordini successivi<ref>Indro Montanelli, Mario Cervi, ''cit.'', pagg. 378-79</ref>. Inoltre, il documento cartaceo della circolare op. 44 doveva essere distrutto col fuoco immediatamente dopo la notifica<ref>Nessuna, delle dodici copie del documento, infatti, è sopravvissuta. Cfr.: Ruggero Zangrandi,''1943:25 luglio-8 settembre'', Feltrinelli, Milano, 1964, pagg. 486-7</ref>.
Nella notte fra l'8 e il 9 settembre, dopo l'annuncio del maresciallo Badoglio dell'avvenuta stipula dell'armistizio con le forze alleate, Ambrosio e Roatta ritennero che l'ordine alle Forze Armate di attuazione dalla circolare op. 44 dovesse essere firmato dal maresciallo Badoglio, ma non riuscirono a rintracciarlo in tempo utile<ref>Il Maresciallo non passò la notte nella sua residenza, essendosi ritirato a dormire in una stanza del Ministero della Guerra; cfr. Ruggero Zangrandi,''cit.'', pag. 486</ref>. Di conseguenza, le Forze Armate italiane rimasero senza ordini efficaci di fronte all'avanzare dell'esercito tedesco.
Alle ore 5:15 del 9 settembre, a battaglia in corso e all'insaputa del suo superiore [[Vittorio Ambrosio]], il generale Roatta impartì al generale subordinato [[Giacomo Carboni]], comandante del Corpo d'Armata Motocorazzato posto a difesa di Roma, l'ordine di spostare su [[Tivoli]] la [[135ª Divisione corazzata "Ariete II"]] e la [[10ª Divisione fanteria "Piave"]] e di disporvi una linea di fronte escludente la difesa della capitale. Roatta informò inoltre Carboni che a Tivoli avrebbe ricevuto ulteriori ordini dallo Stato Maggiore che si sarebbe provvisoriamente insediato a [[Carsoli]]<ref>Ruggero Zangrandi, ''cit.'', pagg. 488 e succ.ve</ref>. Poco dopo, Roatta lasciò Roma, accodandosi al convoglio di autovetture con a bordo [[Vittorio Emanuele III]] e la sua famiglia, il Primo ministro maresciallo Badoglio, il Capo di Stato maggiore Ambrosio e i ministri militari (tranne il generale [[Antonio Sorice]]), diretto alla volta di [[Pescara]], per poi imbarcarsi a [[Ortona]] sulla [[corvetta]] {{nave||Baionetta|corvetta|2}}, che portò tutti nelle retrovie alleate del Sud Italia.
=== Il processo per la mancata difesa di Roma ===
{{Vedi anche|Mancata difesa di Roma}}
Alcuni mesi dopo, Roatta fu accusato per la [[mancata difesa di Roma]] che era stata rapidamente occupata dalla [[Wehrmacht]] tedesca. Il 12 novembre [[1943]], venne destituito da ogni incarico.
Nel corso delle indagini della Commissione d'inchiesta, il 16 novembre 1944, Roatta fu arrestato<ref>[[Ruggero Zangrandi]], in: ''L'Italia tradita'', Mursia, 1971, dichiara però che in un procedimento giudiziario a suo carico dinanzi al Tribunale di Varese, si sarebbe accertato invece che il verbale di arresto fosse falso e che il Roatta si fosse presentato spontaneamente presso l'Alto Commissariato per la punizione dei delitti fascisti.</ref>. La commissione gli attribuirà responsabilità riguardanti anche la disfatta dell'8 settembre nel suo complesso.
Poi, nel 1945, fu chiamato in giudizio dall'[[Commissione di epurazione#L'Alto commissariato per le sanzioni contro il fascismo|Alto commissariato per le sanzioni contro il fascismo]] per l'omicidio dei [[fratelli Rosselli]].
=== Le responsabilità per crimini di guerra ===
{{P|giudizi sulla figura di Roatta espressi di là da ogni rigore storiografico o preoccupazioni per le fonti.|militari|arg2=fascismo|febbraio 2012}}
Dopo la fine della guerra, la [[Repubblica Socialista Federale di Jugoslavia|Repubblica Socialista di Jugoslavia]] aveva richiesto l'estradizione di Roatta per poterlo sottoporre a processo come [[Crimine di guerra|criminale di guerra]]. Le accuse mosse al generale erano:
* l'aver proceduto, su ordine di Benito Mussolini, allo sterminio del popolo sloveno;
* di essere principale responsabile, nella sola [[provincia di Lubiana]], della fucilazione di circa 1 000 ostaggi, dell'uccisione proditoria di 8 000 persone, dell'incendio di 3 000 case, dell'internamento di 35 000 persone, della distruzione di 800 villaggi, della morte per fame nel [[campo di concentramento di Arbe]] di 4 500 persone;
* di aver infranto disposizioni della [[Convenzioni dell'Aia del 1899 e del 1907|Convenzione internazionale dell'Aja]] relativa ai prigionieri, ai feriti e agli ospedali;
* di aver disposto la fucilazione di partigiani fatti prigionieri e di ostaggi, dell'aver internato i componenti di intere famiglie e villaggi e di aver consegnato civili in massa ai [[tribunali militari]];
* di aver disposto che i civili fossero ritenuti responsabili di tutti gli atti di sabotaggio commessi nelle vicinanze della loro abitazione e che per [[rappresaglia]] si potesse sequestrare il loro patrimonio, distruggere le loro case e procedere al loro internamento;
* di aver disposto la consegna, ai tribunali militari, di partigiani feriti in cattività, di donne e uomini inferiori ai 18 anni, e di aver fucilato sul posto tutti gli altri partigiani caduti prigionieri.<ref>Davide Conti, ''L'occupazione italiano dei Balcani. Crimini di guerra e mito della “brava gente” (1940-1943)'', Odradek, Roma, 2008 p 101.</ref>
Mentre le responsabilità morali e oggettive a lui imputate dall'Italia sono:
*l'aver messo a disposizione del [[regime fascista]] uno strumento militare, qual era il [[Servizio Informazioni Militare|Servizio Informazioni MilitareI]], per la caccia ed eliminazione dei capi antifascisti, sviandolo dai suoi compiti istituzionali;
*il non avere infine saputo affrontare con responsabilità e capacità di comando i difficili momenti che sono andati dal [[25 luglio 1943|25 luglio]] all'[[8 settembre 1943]], compresa la [[mancata difesa di Roma]].
=== L'evasione e la latitanza in Spagna ===
Il 4 marzo 1945, alla vigilia del giorno previsto per il deposito delle conclusioni della commissione d'inchiesta per le attività del SIM e il caso Rosselli, Roatta evase dall'[[ospedale]] militare presso il Liceo Virgilio, probabilmente grazie alla complicità del [[Secret Intelligence Service|servizio segreto britannico]] e del generale [[Taddeo Orlando]], [[Comandante generale dell'Arma dei Carabinieri|comandante generale]] dell'[[Carabinieri|Arma]]. già subalterno di Roatta in [[Croazia]]<ref>[[Ugo Zatterin]], ''Al Viminale con il morto'', Baldini & Castoldi, Milano, 1996, p. 61</ref>. Raggiunse prima il [[Vaticano]] e poi, con la moglie, la Spagna, dove fu protetto dal [[Regime franchista|regime]] di [[Francisco Franco]]. Immediata fu la reazione delle forze politiche ([[Giuseppe Saragat]] scrisse che "il suo silenzio era d'oro per molte persone"<ref>''[[Avanti!]]'', 6 marzo 1945</ref>), che accusarono gli ambienti dell'esercito di proteggere i fascisti. Il giorno successivo il generale Orlando fu destituito.
=== La condanna in contumacia e la morte ===
La settimana dopo la fuga, fu condannato all'[[ergastolo]] in [[contumacia]] nel [[giudizio di primo grado]].<ref name="vento">Andrea Vento, ''In silenzio gioite e soffrite: storia dei servizi segreti italiani dal Risorgimento alla Guerra fredda'', Il Saggiatore, 2010 - ISBN 8842816043</ref> Al termine dell'iter giudiziario fu prosciolto e la sentenza annullata dalla [[Corte di cassazione]] nel 1948. Il generale ritornò dalla Spagna solo nel 1966 e morì a Roma il 6 gennaio 1968<ref>Oreste Bovio, ''Storia dell'Esercito Italiano: 1861-2000'', Stato Maggiore dell'Esercito, Ufficio storico, 2010, pag. 671. Dato confermato anche dall'atto n. 84 dell'Archivio Storico del Comune di Modena.</ref>.
== Procedimenti giudiziari ==
=== La mancata difesa di Roma ===
Per quanto riguarda la [[mancata difesa di Roma]], fu assolto da ogni accusa il 19 febbraio 1949, mentre non fu dato corso all'estradizione richiesta dal governo jugoslavo in quanto quest'ultimo dal 1948 rinunciò a richiedere l'estradizione dei criminali di guerra italiani<ref>{{Cita libro|autore=Paolo Fonzi|titolo=Oltre i confini. Le occupazioni italiane durante la Seconda guerra mondiale (1939-1943)|annooriginale=2020|editore=Mondadori-Le Monnier|pp=198-199}}</ref>. Roatta poté giovarsi della cosiddetta "[[amnistia Togliatti]]"<ref>D.P.R. 22 giugno 1946, n. 4. Il testo comprendeva i reati comuni e politici, compresi quelli di collaborazionismo con il nemico e reati annessi ivi compreso il concorso in omicidio, pene allora punibili fino ad un massimo di cinque anni. I reati commessi al Sud dopo l'8 settembre 1943 e l'inizio dell'occupazione militare alleata al Centro e al Nord.[http://www.fondazionecipriani.it/Kronologia/prova.php?DAANNO=1946&AANNO=1947] {{Webarchive|url=https://web.archive.org/web/20070904144619/http://www.fondazionecipriani.it/Kronologia/prova.php?DAANNO=1946&AANNO=1947|data=4 settembre 2007}}</ref> intervenuta il 22 giugno 1946, e di quella definitiva del 18 settembre 1953 proposta dal [[Ministri di grazia e giustizia della Repubblica Italiana|guardasigilli]] [[Antonio Azara]] per tutti i reati politici commessi entro il 18 giugno 1948<ref>D.P.R 19 dicembre 1953, n. 922.</ref>.
=== Omicidio dei fratelli Rosselli ===
Va osservato che le accuse circa la responsabilità del delitto dei [[fratelli Rosselli]] presero forma {{chiarire|in modo un po' animato|Eufemismo}}, in quanto dopo la guerra il colonnello [[Santo Emanuele]] sua sponte si presentò a [[Mario Berlinguer]], Alto Commissario che (istituzionalmente) indagava sul [[Servizio informazioni militare]] (SIM), indicando il generale [[Paolo Angioy]] come mandante; "prodigiosamente" apparve subito, però, documentazione che pareva escludere l'estraneità dello stesso Emanuele, il quale allora ripiegò implicando Roatta in altri eventi come il [[regicidio]] di [[Alessandro I di Jugoslavia]] e altri<ref>Paolo Sidoni, Paolo Zanetov, ''Cuori rossi contro cuori neri'', Newton Compton, 2013 - ISBN 8854151947</ref>. Fu processato insieme con [[Filippo Anfuso]] (capo di gabinetto del ministro degli Esteri [[Galeazzo Ciano]]).
== Opere ==
Roatta scrisse un memoriale difensivo: ''Sciacalli addosso al SIM'' (Roma 1955).
A settembre 2017 Mursia ha incominciato la pubblicazione dei diari di Roatta. Il primo volume è ''Diario. 6 settembre-31 dicembre 1943'', a cura di Francesco Fochetti.
Al curatore del volume si deve il ritrovamento dell'intero archivio delle carte di Roatta<ref>{{cita web|url=http://www.ansa.it/sito/notizie/cultura/libri/2017/09/07/8-settembre-ritrovati-diari-del-generale-mario-roatta_0545f244-2b8c-4da1-a35e-124348f61827.html|titolo=8 settembre: ritrovati diari del generale Mario Roatta|data=7 settembre 2017|accesso=9 gennaio 2018}}</ref> che è stato riconosciuto essere "di notevole interesse storico"<ref>{{Cita web|url=https://www.analisidifesa.it/2022/02/il-diario-della-grande-guerra-di-mario-roatta/|titolo=Il Diario della Grande Guerra di Mario Roatta – Analisi Difesa|data=2024-02-03|lingua=it-IT|accesso=2024-02-10}}</ref>.
==Onorificenze==
{{Onorificenze
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|nome_onorificenza=[[Medaglia d'argento al valor militare]]
|luogo=1915 – 1918 (Guerra italo-austriaca)
}}
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==Note==
<references
== Voci correlate ==
*[[Circolare 3C]]
*[[Servizio Informazioni Militare]]
*[[Mancata difesa di Roma]]
*[[Memoria OP 44]]
*[[Crimini di guerra italiani]]
*[[Noto servizio]]
==Altri progetti==
{{interprogetto}}
==Collegamenti esterni==
*[https://www.youtube.com/playlist?list=PLKwZG9x5nTboXDl3YlXF2ckhP4XsjMhPE Lettura e commento del Diario di Mario Roatta dal 6 Settembre 1943 al 31 dicembre 1943 a cura del Prof. Giovanni Cecini] sul YouTube{{Collegamenti esterni}}
*{{cita web|http://www.criminidiguerra.it/documenti.shtml|Fondo Luigi Gasparotto (materiali della Commissione d'inchiesta per i presunti criminali di guerra italiani)}}
*{{cita web|url=https://www.youtube.com/watch?v=byNq8jm0v-o&eurl=http://www.memoteca.it/modules.php?op=modload&name=News&file=article&sid=620|titolo=Fascist legacy part.5. Una eredità scomoda}}
{{Box successione
|tipologia = militare
|carica = [[
|immagine= Flag of the chief of staff of the Regio Esercito.svg
|periodo = 24 marzo [[1941]] - 20 gennaio [[1942]]
|precedente = [[Rodolfo Graziani]]
|successivo = [[Vittorio Ambrosio]]
|periodo2 = 1º giugno [[1943]] - 18 novembre [[1943]]
|precedente2 = [[Giuseppe De Stefanis]]
|successivo2 = [[Paolo Berardi]]
}}
{{Controllo di autorità}}
{{Portale|biografie|fascismo|storia}}
[[Categoria:Capi di Stato Maggiore del Regio Esercito]]
[[Categoria:Dirigenti servizi segreti italiani]]
[[Categoria:Militari italiani della guerra civile spagnola]]
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