Parrocchia: differenze tra le versioni
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La '''parrocchia''' è la porzione di una [[diocesi]] in una [[Chiesa (comunità)|comunità cristiana]], retta da un presbitero detto ''[[parroco]]''. Sono organizzate in parrocchie la [[Chiesa cattolica]], la [[Comunione anglicana]], la [[Chiesa ortodossa]], la [[Chiesa di Svezia]] e alcune altre [[protestantesimo|confessioni protestanti]].
È l'articolazione più decentrata della [[Chiesa cattolica]] ed è il luogo e il soggetto insieme della [[cura pastorale]] ordinaria. Secondo la [[Dottrina della Chiesa cattolica|dottrina cattolica]], nella parrocchia "sussiste realmente" la Chiesa, anche se non in senso pieno come nella diocesi. Scrive infatti la ''[[Sacrosanctum Concilium]]'' al n. 26: le parrocchie, definite [[comunità]] dei fedeli, «rappresentano in un certo modo la Chiesa visibile stabilita su tutta la terra e in modo eminente».
== Etimologia ==
{{c|Se il significato letterale è "vicino alla casa, chi non è della casa", e come tutti sanno in latino ''casa'' è ''domus'' da cui duomo, chiaramente il significato è “i paesi che sono vicini al duomo (cioè in provincia) ma non sono il duomo (cioè la cattedrale), in pratica “sezione distaccata della diocesi”, il chè è una descrizione perfetta di cos’è una parrocchia. Tutta la fisima sul paradiso sa di volò pindarico.|religione|agosto 2025}}
Il termine "parrocchia" potrebbe derivare dal greco παροικία (''paroikìa''), derivato da παροικέω (composto di παρα e οικέω nel significato di "abitare vicino")<ref>{{Cita web
|url = http://etimo.it/?term=parrocchia&find=Cerca
|titolo = Vocabolario etimologico della lingua italiana
|autore = [[Ottorino Pianigiani]]
|data =
|accesso = 17 novembre 2014
}}</ref>, divenuto in latino ''paroecia'' e significa "vicino alla casa, chi non è della casa": indicherebbe, in tal senso, lo straniero residente tra i cittadini del luogo<ref>Per approndire l'etimologia di questa voce vedi il testo di V. Grolla, ''L'agire della chiesa. Teologia pastorale'', Edizioni Messaggero, Padova 2003, 88-89.</ref>. Secondo la [[Versione dei Settanta|Septuaginta]], [[Abramo]] è ''paroikos'' in [[Egitto]]; anche i figli di [[Giacobbe]] formano una ''paroikìa'' in Egitto. Al tempo di [[Gesù]] gli [[ebrei]] hanno ancora coscienza di formare una ''paroìkia'', cioè una comunità di stranieri in cammino. Nel [[Nuovo Testamento]] rimane questo significato: «Noi non abbiamo quaggiù una città nella quale resteremo per sempre; noi cerchiamo la città che deve venire ancora» (cf. [[Lettera agli Ebrei|Eb]] 13,14). Le prime comunità cristiane sanno che la loro patria definitiva è il cielo: «Carissimi, voi siete come stranieri e pellegrini in questo mondo» ([[Prima lettera di Pietro|1Pt]] 2,11).
In senso etimologico, quindi, la parrocchia (''paroikìa'') non è la comunità di persone che vivono attorno a un [[luogo di culto]], e nemmeno è una ripartizione del territorio. Sarebbe invece la comunità di fede che vive in questo mondo come straniera, pellegrina, in quanto ha una patria diversa a cui tendere.
Questo concetto è presente anche nell'età [[letteratura subapostolica|sub-apostolica]]: [[Papa Clemente I|Clemente di Roma]], verso l'anno 100 scrive: «La chiesa di Dio esule (straniera) a Roma, alla chiesa di Dio esule a Corinto». [[Policarpo di Smirne|Policarpo]] qualche anno dopo si esprime allo stesso modo «alla chiesa di Dio che dimora esule a Filippi». Sembra che nel [[II secolo]] il termine indicasse le comunità cristiane che vivevano tra [[paganesimo|pagani]] e [[ebrei|giudei]], in situazione di [[diaspora]], di dispersione, in mezzo alle genti come stranieri. Del resto già [[san Pietro]] nella prima lettera si era espresso così: «...a voi che siete stati scelti da Dio e che ora vivete come stranieri, dispersi nelle regioni del Ponto, della Galazia, della Cappadocia, dell'Asia e della Bitinia…» (1Pt 1,1).
Col tempo il termine assumerà il significato di "distretto", [[circoscrizione]] che comprende diversi centri rurali, per indicare soprattutto la [[diocesi]] nel significato che intendeva il [[diritto romano]].
== Storia ==
Originariamente le prime comunità cristiane affidavano tutta la liturgia ad un [[vescovo]], che risiedeva in una città. Al di fuori delle sedi vescovili non esistevano chiese, fino a quando nel [[IV secolo]] le comunità cristiane rurali non divennero tanto numerose da richiedere la residenza permanente di un membro del clero. Nel [[320]] il [[Concilio di Neocesarea]] parla dei [[corepiscopo|corepiscopi]], presbiteri e vescovi rurali. Inizialmente le comunità rurali erano sotto la diretta amministrazione del vescovo, ma in Oriente il [[Concilio di Calcedonia]] ([[451]]) prescrive un'amministrazione distinta. In Occidente il processo di creazione delle parrocchie fu più lungo e graduale. Dal IV al [[VI secolo]] furono erette chiese rurali dapprima nei villaggi, poi anche nei latifondi ecclesiastici e privati. (In alcune zone tali chiese dipendevano da una [[pieve]], detta anche chiesa matrice o plebana<!-- Riportato dalla voce [[Pieve]]. Da integrare meglio in questa voce (va bene in questo punto?), ampliare e migliorare -->). Uno o più [[sacerdote|sacerdoti]] risiedevano presso la chiesa. In principio l'amministrazione pastorale e patrimoniale delle chiese rurali era di competenza del vescovo, le parrocchie non avevano confini ben definiti.
Nel VI e [[VII secolo]] i concili provinciali fanno menzione di ''ecclesia rusticana'' o ''parochitana'' e infine di ''parochia''. Gradualmente l'amministrazione è affidata ai sacerdoti residenti, che possono ricevere direttamente donazioni e legati dai fedeli. Conseguentemente il sacerdote residente diviene beneficiario delle rendite della parrocchia. Oltre alle chiese parrocchiali vengono erette anche chiese secondarie, cappelle e oratori, che restano però sotto la dipendenza della parrocchia. Questo vincolo di dipendenza è sottolineato dal diritto delle chiese parrocchiali di amministrare il [[battesimo]], in ragione del quale i fedeli sono tenuti a ricevere i sacramenti e a pagare le decime alla chiesa del proprio battesimo. A partire dall'[[VIII secolo]] le campagne circostanti le parrocchie vengono assegnate come territorio proprio della parrocchia, che assume così confini certi. Verso l'[[XI secolo|XI]]-[[XII secolo]] la parrocchia rurale diviene il centro della vita cristiana della comunità e accanto alle chiese sorgono spesso scuole e istituti di carità. Si può dire che la parrocchia si sia conservata inalterata da allora. Le parrocchie urbane invece si svilupparono più lentamente a partire dall'[[XI secolo]], perché la chiesa cattedrale rimase a lungo l'unica parrocchia della città sede del vescovo. A [[Roma]] tuttavia alcune delle funzioni parrocchiali furono svolte dai [[titolo cardinalizio|titoli]] e dalle chiese cimiteriali, già a partire dal IV secolo.<ref>{{catholic encyclopedia|Parish}}</ref>
La diffusione delle parrocchie era comunque molto diversa tra diocesi e diocesi. Il [[Concilio di Trento]]<ref>Sess. XXIV, c. XIII</ref> sancisce l'erezione delle parrocchie nelle diocesi che ne erano ancora sprovviste. Tuttavia, la numerosità delle parrocchie è tuttora molto differente a seconda delle aree geografiche. Nei territori dell'[[Impero austriaco]] ad esempio la densità delle parrocchie fu notevolmente incrementata durante l'epoca del [[giuseppinismo]], in cui i benefici ecclesiastici furono ridistribuiti da provvedimenti governativi per avvantaggiare la pastorale. Anche in [[Italia]] la suddivisione in parrocchie aveva evidenti disparità, almeno fino all'[[XIX secolo|Ottocento]].<ref>Interessanti i raffronti esposti da Salvatore Palese, [http://emeroteca.provincia.brindisi.it/Archivio%20Storico%20Pugliese/1982/Articoli/SeminariParrocchia.pdf ''Seminari, parrocchie e laicato nel pensiero dei vescovi pugliesi a fine Ottocento''] , Archivio Storico Pugliese 1982, pp. 385-386</ref> Alcune diocesi, anche estese, costituivano un'unica parrocchia e il vescovo era l'unico parroco. L'[[arcidiocesi di Catania]] riuscì a salvarsi dall'incameramento dei beni della mensa arcivescovile previsto dalla legge nº 3838 del [[1867]] dimostrando che l'arcivescovo era appunto l'unico parroco dell'arcidiocesi e che i beni erano quindi annessi alla cura d'anime<ref>Maurilio Guasco, ''Storia del clero in Italia dall'Ottocento a oggi'', Bari 1997, p. 92-93</ref>. La stessa cosa avvenne per la [[diocesi di Cefalù]]<ref>''La diocesi di Cefalù in età contemporanea'', sul [http://www.diocesidicefalu.it/index1.htm sito ufficiale] della diocesi</ref>.
== Caratteristiche ==
{{P|Alcune parti, ad es. quella dell'etimologia, non dovrebbero riguardare solo il caso della Chiesa cattolica. In generale la voce va resa meno specifica (sia con trattazione generale che con trattazione delle altre confessioni)|Cristianesimo|dicembre 2014}}
{{citazione|La parrocchia è una determinata comunità di fedeli che viene costituita stabilmente nell'ambito di una Chiesa particolare, e la cui cura pastorale è affidata, sotto l'autorità del Vescovo diocesano, ad un parroco quale suo proprio pastore. Spetta unicamente al Vescovo diocesano erigere, sopprimere o modificare le parrocchie; egli non le eriga, non le sopprima e non le modifichi in modo rilevante senza aver sentito il consiglio presbiterale. La parrocchia eretta legittimamente gode di personalità giuridica per il diritto stesso.|[[Codice di diritto canonico]] [CDC], can. 515}}
Centro della vita di una parrocchia è la celebrazione dell'[[Eucaristia]] [[domenica]]le, dove tutta la comunità cristiana di quel territorio si riunisce per ascoltare la Parola di Dio, lodare [[Dio]] e [[frazione del pane|spezzare il pane]]. In seguito a un numero diversissimo di fattori, una parrocchia può avere un numero di abitanti molto basso (alcune centinaia di cattolici o meno), fino a comprendere il territorio di una piccola città: in [[America Latina]] esistono parrocchie che possono avere centomila abitanti, e che di fatto sono più grosse di intere [[diocesi]] di altri paesi
=== Soggetti pastorali ===
La parrocchia è una comunità di fedeli, ovvero una circoscrizione ecclesiastica dove il [[vescovo]] invia un suo [[presbitero]] per la [[cura delle anime]] che in quel territorio si trovano, in un'ottica di [[evangelizzazione]] e di attività pastorale. Durante i lavori preparatori per la stesura del nuovo [[Codice di Diritto Canonico del 1983]], l'espressione "comunità di fedeli" si preferì a quella utilizzata nel ''[[codice Pio-Benedettino]]'' {{Chiarire| del 1917}} "porzione del popolo di Dio", perché il termine "porzione" esprime più un fatto fisico, statico, mentre "comunità di fedeli" significa una dinamica interazione tra più persone unite come un'unica "famiglia di Dio" sotto la guida di un pastore. Tale concetto viene espresso bene nel documento conciliare del Vaticano II ''Lumen Gentium'' al nº 28. Essa è "determinata", ossia è costituita da tutti i fedeli in un determinato territorio. Ed è resa stabile in quanto collocata all'interno di una [[Chiesa particolare]]. Quest'ultima è principalmente una [[diocesi]].
La parrocchia è costituita tale, ossia è "eretta", dal Vescovo diocesano attraverso un decreto, detto appunto "decreto d'erezione", nel quale vengono indicati i confini territoriali che saranno all'interno della propria Diocesi. Nel caso dell'Italia la circoscrizione delle parrocchie è determinata dall'autorità ecclesiastica. L'atto di erezione legittimamente compiuto rende la parrocchia personalità giuridica ecclesiastica pubblica. La comunità dei fedeli, cioè la parrocchia, da quel momento diventa soggetto di diritti e doveri.
Ogni parrocchia è affidata alle cure pastorali di un [[parroco]], la cui nomina è condizionata da alcuni principi che vengono regolati direttamente dal Codice di Diritto Canonico. I requisiti fondamentali sono: essere nella comunione della Chiesa; essere [[Sacerdote cattolico|sacerdote]]; non essere una persona giuridica; si deve distinguere per sana dottrina e onestà di costumi, dotato di zelo per il prossimo. Il parroco può essere aiutato da uno o più [[vicario parrocchiale|vicari parrocchiali]], che, in maniera subordinata, condividono le stesse responsabilità del parroco. Ci possono essere anche uno o più [[collaboratore pastorale|collaboratori parrocchiali]], che collaborano alla celebrazione dell'[[Eucaristia]], all'amministrazione del [[Riconciliazione (sacramento)|sacramento della riconciliazione]], alla visita e all'[[unzione degli infermi]]. Sia i vicari parrocchiali che gli aiuti pastorali devono essere anch'essi [[presbitero|presbiteri]].
=== Organismi di partecipazione ===
Il Codice di Diritto Canonico prevede che in ogni parrocchia il parroco sia coadiuvato e assistito da:
* Il Consiglio Pastorale Parrocchiale (CPP), i cui membri sono nominati dal parroco a seguito di una consultazione pubblica fra parrocchiani che sono chiamati ad esprimere con il voto i loro candidati al CPP, sono quindi scelti dalla comunità parrocchiale tenendo conto dei criteri fondamentali per far parte di un CPP che sono: «...persone aperte al cammino di fede, condividano la vita della comunità, abbiano compiuto 18 anni d'età (cfr.Statuti,art.1 e 5). Ha la funzione di aiutare il parroco nel discernimento pastorale, cioè nel formulare e portare avanti le grandi linee della pastorale parrocchiale. In genere è composto da 5 fino a 20 membri. A norma del CDC (can. 536) ha soltanto voto consultivo. Dura in carica 5 anni»
* Il Consiglio Parrocchiale per la Gestione Economica (CPGE) o Consiglio per gli affari economici (COPAE), anch'esso nominato dal parroco su suggerimento dei membri del consiglio pastorale, e dopo l'approvazione da parte del Vescovo. Aiuta il parroco nell'amministrazione dei beni della parrocchia. Dura in carica 5 anni. Il parroco presidente, designa un suo rappresentante al CPGE, inoltre può scegliere una persona esterna che funga da segretario. Il parroco può affidare a singoli consiglieri deleghe particolari per facilitare l'azione del consiglio stesso.
=== Funzioni e attività ===
Nelle parrocchie si conservano i documenti dell'"anagrafe ecclesiastica": atti di [[battesimo]], atti di [[confermazione]] (non in tutte le diocesi: in alcune sono conservati nel [[vescovado]]), atti di [[matrimonio]], atti di [[morte]].
Inoltre, la parrocchia è tipicamente il motore dell'attività pastorale nel suo territorio. In essa si porta avanti:
* La pastorale di primo annuncio (''[[kerigma]]'') a quelli che sono lontani dalla chiesa.
* La [[catechesi]] in preparazione ai sacramenti dell'[[iniziazione cristiana]]: [[battesimo]], [[Riconciliazione (sacramento)|riconciliazione]], [[confermazione]], [[prima comunione]].
* La [[Cura pastorale|pastorale]] dei [[bambino|bambini]] e dei ragazzi, ad esempio con attività organizzate dall'[[Azione Cattolica Ragazzi]] o con lo [[scautismo]].
* La pastorale degli [[adolescenza|adolescenti]] e dei [[giovane|giovani]].
* I [[corso di preparazione al matrimonio|corsi di preparazione]] al [[matrimonio]].
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* La pastorale della [[terza età]].
* La pastorale sociale in conformità alla Dottrina Sociale della Chiesa.
* La pastorale della [[carità]], della quale è promotrice la [[Caritas diocesana|Caritas]] parrocchiale.
* L'attenzione pastorale ai [[
* Il coordinamento e la promozione dei gruppi, associazioni e movimenti presenti in parrocchia.
* In molte parrocchie si realizza la [[benedizione delle famiglie]], tramite la quale il parroco ha anche la possibilità di conoscere capillarmente i suoi parrocchiani.
=== Parrocchie e religiosi ===
Il [[vescovo diocesano]] può affidare una parrocchia a un [[Istituto di vita consacrata|istituto religioso]], a tempo determinato o indeterminato, stipulando una convenzione.
=== Parrocchie personali ===
Il Codice di diritto canonico prevede, al can. 518, l'istituzione di parrocchie personali, ''"costituite sulla base del rito, della lingua, della nazionalità dei fedeli di un territorio, oppure anche sulla base di altri criteri"''.<ref>[https://www.vatican.va/content/francesco/it/motu_proprio/documents/20210716-motu-proprio-traditionis-custodes.html Codice di diritto canonico, canone 518], www.vatican.va</ref> Ne sono un esempio le parrocchie nel territorio italiano che celebrano in lingua straniera per gli immigrati da altri Paesi.
Dal [[2007]] al [[2021]], l'Ordinario del luogo poteva "erigere una parrocchia personale a norma del can. 518 per le celebrazioni secondo la forma più antica del [[rito romano]]",<ref>''[[Summorum Pontificum]]'', articolo 10</ref> facoltà ritirata il 16 luglio 2021.<ref>''[[Traditionis custodes]]'', articolo 3 §2</ref>
== Note ==
<references/>
== Voci correlate ==
* [[Chiesa parrocchiale]]
* [[Diocesi]]
* [[Parroco]]
* [[Registro parrocchiale]]
* [[Sacrestano]]
* [[Oratorio (centro giovanile)]]
== Altri progetti ==
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== Collegamenti esterni ==
* {{Collegamenti esterni}}
* {{cita web | 1 = http://soliidomini.com/ | 2 = Network web ecumenico di siti parrocchiali cattolici/ortodossi | accesso = 8 febbraio 2012 | urlarchivio = https://web.archive.org/web/20130806030145/http://soliidomini.com/ | dataarchivio = 6 agosto 2013 | urlmorto = sì }}
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* [http://www.parrocchie.it/ Parrocchie.it], Motore di ricerca con i dati di tutte le parrocchie italiane
* [http://www.parrocchiemap.it/ Parrocchiemap.it], Motore di ricerca con i dati di tutte le parrocchie italiane
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