Controtransfert: differenze tra le versioni
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Il '''controtransfert''' è una reazione dello [[psicoanalista]] al [[transfert]] del paziente.
Mentre [[Sigmund Freud|Freud]] e [[Jacques Lacan|Lacan]] definirono il "controtransfert" come un ostacolo che si frappone nel normale corso di una relazione analitica, gran parte degli analisti postfreudiani hanno espresso una convinzione opposta.<ref name
== Storia del controtransfert ==
La prima definizione di "controtransfert" ("''Gegenübertragung''"), nella [[storia della psicoanalisi]], fu formulata nel [[1909]] da Freud in una lettera inviata a [[Carl Gustav Jung]], in occasione della stesura di una relazione di studi e di sperimentazioni, che precedette di pochi mesi la ufficializzazione del fenomeno nuovo avvenuta nel
«insorge nel [[medico]] per
Tuttavia nel campo
Secondo l'interpretazione freudiana l'analisi non è un'interazione tra una persona malata ed una sana, bensì quella tra due [[personalità]], ognuna delle quali è costituita da un ''[[io (psicologia)|io]]'' pressato dall{{'}}''[[Es (psicologia)|Es]]'', dal ''[[super-io]]'' e dal mondo esterno; ognuna delle due dipende dal mondo interno e dal mondo esterno, sviluppa ansie e difese patologiche, contiene anche un lato [[bambino]] con i suoi genitori interni e reagisce dinamicamente ad ogni atto, [[gesto|gestuale]], [[verbo|verbale]], [[emozione|emozionale]], insito nel rapporto psicoterapeutico. C. Rocchi riprese l'intuizione suggerita da Fosshage (1995) sul "controtransfert" definendolo "l'esperienza che l'analista ha del paziente", ovvero la manifestazione della realtà psichica dell'analista conseguente all'analisi e dell'influsso del paziente.
▲Tuttavia nel campo [[analisi|analitico]] si svolgono eventi che non possono venire considerati una risposta dell’analista ad una [[proiezione (psicologia)|proiezione]] del [[paziente]]: ci sono dei momenti in cui è l’analista a dare inizio ad una sequenza interattiva; del resto Freud stesso già nel '21 affermava a proposito della proiezione di parti di sé del paziente nell’analista: «certamente è così; ma non proiettano per così dire nel vuoto, dove non trovano nulla di somigliante; invero si lasciano guidare dalla loro conoscenza dell’inconscio e spostano sull’inconscio delle altre persone l’attenzione che hanno stornato dal proprio».
Secondo l'interpretazione [[Carl Gustav Jung|junghiana]] il "controtransfert" e ovviamente anche il [[transfert]] non si manifestano solamente nel rapporto tra lo [[psicoterapeuta]] ed il paziente, ma anche nelle relazioni sociali e interpersonali come quelle tra maestro e allievo, tra sacerdote e adepto, sia di uno che dell'altro genere o tra genitore e la prole.<ref>{{cita web | url = http://geagea.com/48indi/48_10.htm}}</ref> Grazie ad una corretta interpretazione del sentimento di "controtransfert" è possibile recuperare informazioni sulle dinamiche profonde del o della paziente, altrimenti, difficilmente reperibili. Nel caso di un rapporto tra psicoterapeuta e paziente, il "controtransfert" è contraddistinto da una maggiore dose di consapevolezza da parte del terapeuta sulla natura delle proprie emozioni provate nel rapporto con il paziente, delle proprie paure come quella di deludere, di essere banale e così via.
Quindi lo psicoterapeuta deve attentamente vagliare gli effetti che la sua presenza, le sue parole, i suoi atteggiamenti suscitano in questo scambio di sentimenti reciproco.<ref name="depressione-ansia.it">{{cita web|url = http://www.depressione-ansia.it}}</ref> La conseguenza più importante del "controtransfert" risulta essere la manifestazione di [[empatia]], che consente al paziente di sentirsi compreso e accolto e allo psicoterapeuta di immedesimarsi con lo stato di animo del paziente; per raggiungere questo obiettivo il terapeuta deve, almeno in un primo tempo, rinunciare ad alcune sue necessità metodologiche e teoriche per ascoltare il paziente in una condizione mentale libera da pregiudizi e da presupposti "tecnici".<ref
Differentemente dal paziente che può sfruttare l'analisi per "liberare" sentimenti e idee anche fortemente negative sul conto dello psicoterapeuta, quest'ultimo invece non
▲==== Interpretazione jungiana ====
L'interpretazione del "controtransfert" subisce qualche innovazione negli [[Anni 1950|anni cinquanta]] grazie alle opere
La studiosa tedesca analizzò le differenze fra "transfert" e "controtransfert" e la diversa posizione del terapeuta e del paziente, arrivando alle conclusioni che il rapporto è asimmetrico, poiché il o la paziente è maggiormente dipendente in quanto richiedente aiuto; conseguentemente comporta minore difficoltà rilevare e analizzare il flusso di dati che va dal paziente all'analista, piuttosto che il contrario, in quanto il fenomeno controtransferale, affermò Heimann, teoricamente è più intenso<ref name = "Ctrans" />. Heinrich Racker assegnò al fenomeno controtransferale il significato di interprete ed oggetto dei processi inconsci, tramite i quali sia l'analista sia il paziente divengono un oggetto interno al loro interlocutore.
▲La conseguenza più importante del "controtransfert" risulta essere la manifestazione di [[empatia]], che consente al paziente di sentirsi compreso e accolto e allo psicoterapeuta di immedesimarsi con lo stato di animo del paziente; per raggiungere questo obiettivo il terapeuta deve, almeno in un primo tempo, rinunciare ad alcune sue necessità metodologiche e teoriche per ascoltare il paziente in una condizione mentale libera da pregiudizi e da presupposti "tecnici".<ref> cite web url = http://www.depressione-ansia.it </ref>
▲Differentemente dal paziente che può sfruttare l'analisi per "liberare" sentimenti e idee anche fortemente negative sul conto dello psicoterapeuta, quest'ultimo invece non può amare o odiare il suo interlocutore, poiché deve assumere contemporaneamente il ruolo di osservatore e osservato, immerso per metà nel mondo psichico del paziente e per metà ben fuori.
Queste conclusioni dei coniugi Willy e Madeleine (Coldefy) Barenger ricordarono i concetti elaborati da [[Donald Winnicott]], riguardanti la base sicura (''holding'') da offrire al paziente per
▲==== Dopo il 1950 ====
▲L'interpretazione del "controtransfert" subisce qualche innovazione negli [[Anni 1950|anni cinquanta]] grazie alle opere di due ricercatori, la [[Germania|tedesca]] Paula Heimann e il [[Polonia|polacco]]-[[Argentina|argentino]] Heinrich Racker, che sostennero la necessità e l'ineliminabilità del "controtransfert", attribuendo ad esso una notevole importanza nell'ambito dell'analisi. La Heimann affermò che l'analista non deve difendersi dai sentimenti che prova nei confronti del paziente e quindi deve instaurare una libertà interiore, controllandosi solamente nelle comunicazioni effettuate con l'analizzando<ref name = "Ctrans" />.
▲L'americana Lucia E.Tower, nel [[1955]] nella sua relazione sul "controtransfert" identificava solamente gli atteggiamenti inconsci come quelli costituenti il "controtransfert", delineando il processo di innamoramento come l'unico fenomeno non accessibile a livello transferale. L'analista non è più uno specchio riflettente ma è un'entità dinamica in grado di comprendere tutte le manifestazioni diffuse durante l'analisi<ref name = "Ctrans" />.<br/>
▲Queste conclusioni dei Barenger ricordarono i concetti elaborati da [[Donald Winnicott]], riguardanti la base sicura (''holding'') da offrire al paziente per accudirlo, per poter risalire fino ai traumi più precoci. Per fornire un ambiente sicuro al malato e svolgere al meglio il lavoro interpretativo, il terapeuta deve analizzare le sue emozioni, sfruttare fino in fondo il "controtransfert" per rendere unica e originale ogni analisi e migliorare la comprensione del paziente.<ref name = "Ctrans" />
== Note ==
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== Bibliografia ==
* Heinrich Racker: ''Studi sulla tecnica psicoanalitica. Transfert e controtransfert'', Publisher: Armando Editore, ISBN 8871442709
*Rocchi Cristiano (2003):”On the countertransference of the patient:transformations of the psychoanalyst ‘theoretical self‘ and their possible articulations with the vicissitudes of the Analysis relationship”. The international journal of psychoanalysis, vol.84,issue 5
*{{cita libro|Etchegoyen, Horacio|I fondamenti della tecnica psicoanalitica|1990|Astrolabio Ubaldini| wkautore=Horacio Etchegoyen}}ISBN 8834009908.
*{{cita libro|Brenner, C.|Breve corso di psicoanalisi|1967|Giunti Editore|| wkautore=Charles Brenner|}} ISBN 9788809750036.
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*[[Gian Vittorio Caprara|Caprara, G. V.]], [[Accursio Gennaro|Gennaro, A.]] (1994). ''Psicologia della personalità''. Bologna: Il Mulino.
*{{cita libro|Cremerius, J.|Il futuro della psicoanalisi. Resoconti e problemi di psicoterapia|2000|Armando||wkautore=Johannes Cremerius|curatore=G. Meneguz}} ISBN 9788883580819.
* [[Nino Dazzi|
*[[Henri Ellenberger|Ellenberger, H.]] (1970). ''La scoperta dell'inconscio.'' Torino: Bollati Boringhieri.
*[[Ralph Greenson]], [[Tecnica e pratica psicoanalitica]] (1974). Feltrinelli, Milano - ISBN 9788807600326.
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*[[Storia della psicoanalisi]]
*[[Glossario di psicoanalisi]]
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*[[Thanatos (psicoanalisi)]]
*[[Transfert]]
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