Rivarossi: differenze tra le versioni

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{{Azienda
{{VdQ - da valutare|arg= associazioni e imprese |proponente=[[Utente:Alessandro Crisafulli|Alessandro Crisafulli]] ([[Discussioni utente:Alessandro Crisafulli|msg]]) 14:01, 25 mag 2012 (CEST)|valutatori=}}
{{Infobox Azienda
|nome = Rivarossi SpA
|logo =
|forma societaria = Società per azioni
|logo_dimensione =
|data fondazione = 1945
|tipo = Società per azioni
|forza cat anno =
|borse =
|luogo fondazione = [[Como]]
|data_fondazione = 1945
|fondatori = [[Alessandro Rossi (imprenditore 1921)|Alessandro Rossi]], Antonio Riva
|luogo_fondazione = [[Como]]
|data chiusura = 2004
|fondatori = Alessandro Rossi, Antonio Riva
|data_chiusuracausa =chiusura 2004= <small>(da quell'anno il marchio è di proprietà della Hornby International Ltd.)</small>
|nazione = ITA
|sede = Como
|controllate =
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|settore = Modellismo
|industria =
|prodotti = Miniature elettroferroviarie
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|sito = www.rivarossi.com
}}
{{quotecitazione|Noi eravamo artigiani, ma con sistemi produttivi industriali.|Alessandro Rossi<ref>{{Cita web|url= http://www.rivarossi-memory.it/Alessandro_Rossi/Incontro_Alessandro_Rossi.htm|autore=Giorgio Giuliani Rossi|titolo= 10/03/2007 Incontro col FONDATOREfondatore: Alessandro Rossi|accessosito=7rivarossi-10-2011memory.it|accesso=17 luglio 2013}}</ref>}}
La '''Rivarossi''' è stata la prima e, per molti anni, la più famosa ditta costruttrice di [[modellismo ferroviario|modelli ferroviari]] in [[Italia]].
 
Sebbene in [[Europa]] e negli [[Stati Uniti d'America]] esistessero già da molti anni ditte specializzate nello stesso settore, la Rivarossi contribuì decisamente alla separazione definitiva del treno [[giocattolo]] dal "modello". Quest'ultimo era ed è caratterizzato da una maggiore attenzione alla riproduzione fedele e in scala dei suoi prototipi.<ref group=Nota>Il fermodellismo si distingue dal [[collezionismo]] di modelli. Esso si concentra sulla costruzione di [[Plastico ferroviario|impianti ferroviari in miniatura]] funzionanti a imitazione delle [[Ferrovia|ferrovie reali]] e di riproduzioni in scala e funzionanti dei [[Veicolo ferroviario|veicoli ferroviari]].</ref>
La '''Rivarossi Spa''' è stata la prima e, per molti anni, la più famosa ditta costruttrice di [[modellismo ferroviario|modelli ferroviari]] in [[Italia]].
 
Si distinse, inoltre, per originali innovazioni tecnologiche che le permisero, insieme a un'attenzione alla clientela inconsueta nel mondo della produzione di massa, di far nascere un mercato interno per i suoi prodotti e d'inserirsi rapidamente e stabilmente nei più importanti mercati mondiali.<ref group=Nota>"Rivarossi ha fatto nascere il fermodellismo di stile italiano, in un'epoca in cui l'unica offerta del mercato erano i giocattoli; lo ha sostenuto commercialmente, accompagnandolo con un'attività editoriale in cui spicca la rivista ''H0 Rivarossi'', che molti ricordano ancora oggi con simpatia; gli ha dato l'impronta tecnica diffondendo la scala H0, la corrente continua, il binario finalmente a due rotaie, l'uso della plastica per ottenere riproduzioni sempre più raffinate." [[Cfr.]] ''50 anni di Rivarossi'', in ''I treni'', 16 (1995), n. 156, p. 52.</ref>
Sebbene in [[Europa]] e negli [[Stati Uniti d'America]] esistessero già da molti anni ditte specializzate nello stesso settore, la Rivarossi contribuì decisamente alla separazione definitiva del treno [[giocattolo]] dal "modello". Quest'ultimo era ed è caratterizzato da una maggiore attenzione alla riproduzione fedele e in scala dei suoi prototipi.<ref>Il fermodellismo si distingue dal [[collezionismo]] di modelli: il primo utilizza i secondi per la costruzione di [[Plastico ferroviario|impianti ferroviari in miniatura]] funzionanti a imitazione delle [[Ferrovia|ferrovie reali]].</ref>
 
== Storia ==
Si distinse, inoltre, per originali innovazioni tecnologiche che le permisero, insieme a un'attenzione alla clientela inconsueta nel mondo della produzione di massa, di far nascere un mercato interno per i suoi prodotti e d'inserirsi rapidamente e stabilmente nei più importanti mercati mondiali.
=== Le origini ===
La Rivarossi fu fondata il 31 ottobre 1945 come [[società in accomandita semplice]] dall'[[Ingegnere|ingegner]] [[Alessandro Rossi (imprenditore 1921)|Alessandro Rossi]] ([[Schio]], 1921 - [[Cortina d'Ampezzo]], 2010)<ref>[http://www.rivarossi-memory.it/Alessandro_Rossi/Allessandro_Rossi_addio.htm Giorgio Giuliani, ''Alessandro Rossi non c'è più'']</ref><ref>[http://archiviostorico.corriere.it/2010/ottobre/17/Modellismo_morto_papa_dei_trenini_co_7_101017047.shtml Emanuele Caso, ''Modellismo, morto il «papà» dei trenini Rivarossi'', in ''Corriere della Sera'', 17 ottobre 2010, p. 13]</ref><ref>[http://www.regione.veneto.it/Notizie/Comunicati+Stampa/Ottobre+2010/1868.htm Regione del Veneto. Comunicato stampa nº 1868 del 16/10/2010, ''Il cordoglio di Zaia per Alessandro Rossi: “Un uomo che ha fatto sognare milioni di bambini"'']</ref>, discendente dell'imprenditore ottocentesco [[Alessandro Rossi (imprenditore 1819)|Alessandro Rossi]], che rilevò una fabbrica di [[Commutatore statico|commutatori elettrici]] (Apparecchi Strumenti Aeronautici snc) di cui era già comproprietario il ragionier Antonio Riva (uscito dalla società il 24 ottobre 1946).<ref name="Giuliani2011/32">{{cita|Giuliani 2011|p.&nbsp;32}}.</ref><ref group=Nota>La società era stata fondata nel febbraio 1943 da Alberto Lanza, Giuseppe Lampugnani e Antonio Riva con l'obiettivo di produrre [[strumenti di misura]] per l'[[Regia Aeronautica|Aeronautica militare italiana]] e anche dispositivi meccanici di precisione. Il precipitare degli eventi bellici e la sconfitta militare spinsero la dirigenza aziendale a iniziare la produzione di commutatori per [[elettrodomestici]], che venivano venduti alla [[Ignis]]. Vennero comunque mantenute alcune linee di produzione di oggetti meccanici di precisione, tra cui supporti per [[Macchina fotografica|macchine fotografiche]] e [[Moschettone|moschettoni]] per [[paracadute]]. {{cita|Giuliani 2011|p.&nbsp;32}}.</ref>
 
Gli inizi furono in un garage di quattro locali adattato ad officina dislocato nel primo e più piccolo cortile di servizio della settecentesca Villa Bassi - Roncaldier di [[Albese con Cassano|Albese]] (Como)<ref>[http://www.rivarossi-memory.it/Stabilimento/Prima_Sede/RR_Prima_Sede.htm Massimo Ciarapica, ''Ritorno ad Albese. La prima sede della Rivarossi spa-Como (Italy)'']</ref>, ma già nel 1947 venne inaugurato lo stabilimento (una palazzina uffici e un capannone doppio), costruito dall'impresa Mario Faverio su terreni di proprietà della madre di Rossi, a [[Sagnino]] presso Como<ref>[http://www.rivarossi-memory.it/Stabilimento/Stabilimento_Sagnino.htm Giorgio Giuliani, ''Lo stabilimento di Sagnino''.] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20140427001338/http://www.rivarossi-memory.it/Stabilimento/Stabilimento_Sagnino.htm |data=27 aprile 2014 }}</ref>, che sarà la sede definitiva fino al 2000.
==Storia==
===Le origini===
[[Immagine:Rivarossi E.626.001 a corrente alternata art. LE 626 00.jpg|thumb|right|Modello della locomotiva FS E.626 "Serie Blu" a [[corrente alternata]]]]
La Rivarossi fu fondata nel [[1945]] come [[società in accomandita semplice]] dall'[[Ingegnere|ingegner]] Alessandro Rossi ([[Schio]], [[1921]] - [[Cortina d'Ampezzo]], [[2010]])<ref>[http://www.rivarossi-memory.it/Alessandro_Rossi/Allessandro_Rossi_addio.htm Giorgio Giuliani, ''Alessandro Rossi non c'è più]</ref><ref>[http://archiviostorico.corriere.it/2010/ottobre/17/Modellismo_morto_papa_dei_trenini_co_7_101017047.shtml Emanuele Caso, ''Modellismo, morto il «papà» dei trenini Rivarossi'', in ''Corriere della Sera'', 17 ottobre 2010, p. 13]</ref><ref>[http://www.regione.veneto.it/Notizie/Comunicati+Stampa/Ottobre+2010/1868.htm Regione del Veneto. Comunicato stampa n° 1868 del 16/10/2010, ''Il cordoglio di Zaia per Alessandro Rossi: “Un uomo che ha fatto sognare milioni di bambini"'']</ref>, discendente dell'imprenditore ottocentesco [[Alessandro Rossi (imprenditore)|Alessandro Rossi]], che rilevò una fabbrica di commutatori elettrici (ASA snc) di cui era già comproprietario il ragionier Antonio Riva (uscito dalla società nel [[1946]]). Gli inizi furono in un'officina di pochi locali ad Albese (Como)<ref>[http://www.rivarossi-memory.it/Stabilimento/Prima_Sede/RR_Prima_Sede.htm Massimo Ciarapica, ''Ritorno ad Albese. La prima sede della Rivarossi spa-Como (Italy)'']</ref> ma già nel [[1947]] venne inaugurato lo stabilimento di Sagnino di Como<ref>[http://www.rivarossi-memory.it/Stabilimento/Stabilimento_Sagnino.htm Giorgio Giuuliani, ''Lo stabilimento di Sagnino''.]</ref>, che sarà la sede definitiva fino al [[2000]], anno d'acquisto della società da parte della Lima Spa<ref name="AddioRivarossi" />.
 
All'inizio volle caratterizzarsi come produttrice di "giocattoli scientifici" oltre che di modelli ferroviari, e nei primi anni produsse anche scatole di costruzioni metalliche ispirate al [[Meccano]].<ref>[http://www.rivarossi-memory.it/Meccano/Meccano_RR.htm Giorgio Giuliani, ''Il meccano di Rivarossi'']</ref>.
 
In [[Europa]] contribuì decisamente al passaggio dal treno [[giocattolo]] al "modello", con maggiore attenzione alla riproduzione fedele e in scala dei [[treno|treni]].
In [[Europa]] contribuì decisamente al passaggio dal treno [[giocattolo]] al "modello", con maggiore attenzione alla riproduzione fedele e in scala dei [[treno|treni]]. Fino ad allora le maggiori marche europee [[Märklin]], [[Trix]]<ref>Che rappresentarono i riferimenti tecnologici di Alessandro Rossi e collaboratori per l'impostazione iniziale dell'attività progettuale. Cf Giorgio Giuliani, ''Rivarossi, due parole con il fondatore'', in ''Tutto treno'', 20 (2007), n. 208, p. 49.</ref> e [[Hornby Railways|Hornby]] (che produceva anche il Meccano) producevano principalmente treni giocattolo, in latta o fusione di [[metallo]]. La [[scala di rappresentazione|scala]] faceva approssimativamente riferimento alla [[Scala 00|00]] [[Inghilterra|inglese]] (1:76), "ma fondamentalmente mancava, da parte di tutti i costruttori, la ricerca della scala esatta" (Giorgio Giuliani)<ref name="Giorgio Giuliani 2007 p. 48-55">Giorgio Giuliani, ''Rivarossi, due parole con il fondatore'', in ''Tutto treno'', 20 (2007), n. 208, p. 48-55</ref><ref>[http://www.rivarossi-memory.it/Tecnica/Rivarossi_H0.htm ''Cosa intendeva Rivarossi con HO'']</ref><ref>[http://www.ferramatori.it/forum/viewtopic.php?f=53&t=304&st=0&sk=t&sd=a ''La scala di Rivarossi: una gatta da pelare''].</ref><ref>[http://www.ferramatori.it/forum/viewtopic.php?f=53&t=804&sid=6a762099f63f1b59b4f9ca241c652c13 ''E632 - Quale scala ??].</ref><ref>Tra i produttori stranieri che prima della Rivarossi avevano dovuto affrontare il problema del passaggio da una scala imprecisa alla vera HO si citano [[Fleischmann]], [[Trix]] e [[Märklin]]. Cf ''Rivarossi oggi e domani'', in ''I treni oggi'', 4 (1983), n. 26, p. 34.</ref>.
 
Fino ad allora le maggiori marche europee, in particolare la [[Märklin]] e la [[Trix (modellismo)|Trix]]<ref group=Nota>Che rappresentarono i riferimenti tecnologici di Alessandro Rossi e collaboratori per l'impostazione iniziale dell'attività progettuale. Cfr. {{cita|Giuliani 2007|p. 49}}.</ref>, insieme alla [[Hornby Railways|Hornby]] (che produceva anche il Meccano), producevano principalmente treni giocattolo, in [[latta]] o fusione di [[metallo]]. La [[Scala (modellismo ferroviario)#Scale non normate|scala]] faceva approssimativamente riferimento alla [[Scala 00|00]] [[Inghilterra|inglese]] (1:76), "ma fondamentalmente mancava, da parte di tutti i costruttori, la ricerca della scala esatta" (Giorgio Giuliani).<ref name="Giorgio Giuliani 2007 p. 48-55">{{cita|Giuliani 2007|pp. 48-55}}.</ref><ref>[http://www.rivarossi-memory.it/Tecnica/Rivarossi_H0.htm ''Cosa intendeva Rivarossi con HO''] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20100403101428/http://www.rivarossi-memory.it/Tecnica/Rivarossi_H0.htm |data=3 aprile 2010 }}</ref><ref>[http://www.ferramatori.it/forum/viewtopic.php?f=53&t=304&st=0&sk=t&sd=a ''La scala di Rivarossi: una gatta da pelare''].</ref><ref>[http://www.ferramatori.it/forum/viewtopic.php?f=53&t=804&sid=6a762099f63f1b59b4f9ca241c652c13 ''E632 - Quale scala??''].</ref><ref group="Nota">Tra i produttori stranieri che prima della Rivarossi avevano dovuto affrontare il problema del passaggio da una scala imprecisa alla vera HO si citano [[Fleischmann]], [[Trix (modellismo)|Trix]] e [[Märklin]]. Cfr. ''Rivarossi oggi e domani'', in ''I treni oggi'', 4 (1983), n. 26, p. 34.</ref>
Successivamente Alessandro Rossi, diventato consulente tecnico del [[MOROP]], promosse la redazione delle norme tecniche unificatrici europee NEM, ispirandosi a quelle statunitensi emanate dalla [[NMRA]] che già erano seguite per la produzione della sua ditta destinata a quel mercato<ref>Giorgio Giuliani, ''Rivarossi, due parole con il fondatore'', in ''Tutto treno'', 20 (2007), n. 208, p. 48</ref><ref>La scala "circa 1:80" per i modelli di tipo italiano, mantenuta fino agli [[anni 1980|anni ottanta]], fu causa di polemiche tra la Rivarossi e la stampa specializzata, specialmente con la rivista ''Italmodel ferrovie'' durante la direzione di [[Enrico Milan]], subentrato nel [[1975]] a Italo Briano: cf [http://www.rivarossi-memory.it/Rassegna_Stampa/Italmodel_08_1979/Italmodel_08_1979.htm Enrico Milan, Corrado Muratore, ''Una lettera all'Editore: la verità che scotta'', in ''Italmodel ferrovie'', 29 (1979), n. 229, pp. 66-68; articolo digitalizzato con commento di Giorgio Giuliani]. Cf anche l'editoriale ''Rivarossi oggi e domani'', in ''I treni oggi'', 4 (1983), n. 26, p. 34. Le lettere di lettori (''Il problema dell"italiano"'', in ''I treni oggi'', 2 [1981], n. 10, p. 34), le testimonianze di altri negozianti (Domenico Tromby, ''Dieci anni di modellismo'', in ''I treni oggi'', 11 [1990], n. 100, pp. 104-105), le recensioni dei modelli (''Prove e misure'' e ''Prove e confronti'' nelle riviste ''Italmodel ferrovie'' e ''I treni oggi'', poi ''I treni'': cf Erminio Mascherpa, ''Dieci anni di Prove e misure'', in ''I treni oggi'', 11 [1990], n. 100, pp. 110-111) e il successo di vendita dei modelli di tipo italiano in scala esatta, prodotti dalla [[Roco]], dalla [[Lima]] e da altre ditte, dimostrano la fondatezza di quelle critiche</ref>.
 
Successivamente Alessandro Rossi, diventato consulente tecnico del [[MOROP]], promosse la redazione delle norme tecniche unificatrici europee NEM, ispirandosi a quelle statunitensi emanate dalla [[NMRA]] che già erano seguite per la produzione della sua ditta destinata a quel mercato.<ref>{{cita|Giuliani 2007|p. 48}}.</ref><ref group="Nota">La scala "circa 1:80" per i modelli di tipo italiano, mantenuta fino agli [[Anni 1980|anni ottanta]], fu causa di polemiche tra la Rivarossi e la stampa specializzata, specialmente con la rivista ''Italmodel ferrovie'' durante la direzione di [[Enrico Milan]], subentrato nel 1975 a Italo Briano: cfr. [http://www.rivarossi-memory.it/Rassegna_Stampa/Italmodel_08_1979/Italmodel_224.htm ''Cosa'' non ''abbiamo visto a Milano'', in ''Italmodel ferrovie'', 29 (1979), n. 224, pp. 59-61], [http://www.rivarossi-memory.it/Rassegna_Stampa/Italmodel_08_1979/Italmodel_08_1979.htm Enrico Milan, Corrado Muratore, ''Una lettera all'Editore: la verità che scotta'', in ''Italmodel ferrovie'', 29 (1979), n. 229, pp. 66-68; articolo digitalizzato con commento di Giorgio Giuliani]. Cfr. anche gli editoriali ''Rivarossi oggi e domani'', in ''I treni oggi'', 4 (1983), n. 26, p. 34 e [http://www.rivarossi-memory.it/Rassegna_Stampa/I_Treni_12-1984/I_Treni_12-1984.htm em (Erminio Mascherpa), ''Che cosa ci aspettiamo dalla nuova Rivarossi'', in ''I treni oggi'', 5 (1984), n. 45, p. 35]. Le lettere di lettori (''Il problema dell"italiano"'', in ''I treni oggi'', 2 [1981], n. 10, p. 34), le testimonianze di altri negozianti (Domenico Tromby, ''Dieci anni di modellismo'', in ''I treni oggi'', 11 [1990], n. 100, pp. 104-105), le recensioni dei modelli (''Prove e misure'' e ''Prove e confronti'' nelle riviste ''Italmodel ferrovie'' e ''I treni oggi'', poi ''I treni'': cfr. Erminio Mascherpa, ''Dieci anni di Prove e misure'', in ''I treni oggi'', 11 [1990], n. 100, pp. 110-111) e il successo di vendita dei modelli di tipo italiano in scala esatta, prodotti dalla [[Roco]], dalla [[Lima (azienda)|Lima]] e da altre ditte, dimostrano la fondatezza di quelle critiche</ref>
Nel [[1946]] venne presentato il primo modello, quello dell'[[automotrice]] elettrica E2002 delle [[Ferrovie Nord Milano]], insieme a un primo complesso di binari e componentistica di comando<ref>[http://www.rivarossi-memory.it/Cataloghi_pubblicati/Catalogo_1946/Catalogo_1946.htm ''00 Rivarossi. Catalogo generale di vendita 1946'', Cassano Albese, Rivarossi, 1946]</ref>. Nello stesso anno la ditta espose alla [[Fiera di Milano|Fiera Campionaria di Milano]] il suo primo assortimento con un [[plastico ferroviario]]. Un anno dopo il modello di un'automotrice Diesel delle FS segnò l'inizio della transizione dal giocattolo di lusso al modello<ref>[http://www.rivarossi-memory.it/Riva_Loco_Italiane/Riva_Automot_ALn_773_Littorina.htm Gabriele Montella, ''La Littorina di Rivarossi'']</ref>.
 
Nel 1946 venne presentato il primo modello, quello dell'[[automotrice]] elettrica [[Automotrice FNM E.700|E.700]] delle [[Ferrovie Nord Milano]]<ref group=Nota>Che prestava servizio sulla [[Ferrovia Saronno-Como|linea Saronno-Como]]</ref>, insieme a un primo complesso di binari e componentistica di comando.<ref>[http://www.rivarossi-memory.it/Cataloghi_pubblicati/Catalogo_1946/Catalogo_1946.htm ''00 Rivarossi. Catalogo generale di vendita 1946'', Cassano Albese, Rivarossi, 1946]</ref><ref>[http://www.ferramatori.it/forum/viewtopic.php?f=53&t=3119&sid=0309ac32a97a66af5e0e41189044ed23 AE2002 VE2002.]</ref> Nello stesso anno la ditta espose alla [[Fiera di Milano|Fiera Campionaria di Milano]] il suo primo assortimento con un [[plastico ferroviario]]. Un anno dopo il modello di un'automotrice Diesel delle FS segnò l'inizio della transizione dal giocattolo di lusso al modello.<ref>[http://www.rivarossi-memory.it/Riva_Loco_Italiane/Riva_Automot_ALn_773_Littorina.htm Gabriele Montella, ''La Littorina di Rivarossi'']</ref>
Fin dal [[1947]] internazionalizzò la produzione affiancando all'assortimento per il mercato italiano quello per il mercato statunitense<ref>[http://www.rivarossi-memory.it/AHM/AHM_GHC_IHC.htm ''Rivarossi e AHM'']</ref>.
 
Fin dal 1947 internazionalizzò la produzione affiancando all'assortimento per il mercato italiano quello per il mercato statunitense.<ref>[http://www.rivarossi-memory.it/AHM/AHM_GHC_IHC.htm ''Rivarossi e AHM''] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20101017041441/http://www.rivarossi-memory.it/AHM/AHM_GHC_IHC.htm |data=17 ottobre 2010 }}</ref>
Dai primi [[anni 1950|anni cinquanta]] acquisì la rappresentanza esclusiva per l'Italia di alcune delle più importanti ditte straniere produttrici di materiali accessori per il [[modellismo ferroviario]]<ref>[http://www.rivarossi-memory.it/Cataloghi_pubblicati/Pubblicazioni_di_Rivarossi.htm#ATALOGHI_PER_MODELLISTI ''Cataloghi pubblicati. Cataloghi per modellisti'']</ref>.
 
Dai primi [[anni 1950|anni cinquanta]] acquisì la rappresentanza esclusiva per l'Italia di alcune delle più importanti ditte straniere produttrici di materiali accessori per il [[modellismo ferroviario]]<ref>[http://www.rivarossi-memory.it/Cataloghi_pubblicati/Pubblicazioni_di_Rivarossi.htm#ATALOGHI_PER_MODELLISTI ''Cataloghi pubblicati. Cataloghi per modellisti'']</ref>. Nel 1955 iniziarono i lavori di ampliamento della fabbrica con un nuovo capannone a quattro falde nel quale venne insediato il reparto torneria.
===Il successo===
 
=== Il successo ===
Nel [[1957]] realizzò un'importante fornitura di materiale rotabile in [[scala H0]] per l'americana Lionel, una delle prime e più importanti ditte del settore e allora la più grande industria di giocattoli al mondo. Lionel produceva solo in [[scala 0]] e per entrare rapidamente nel mercato dell'H0 si affidò alla produzione Rivarossi<ref>[http://www.rivarossi-memory.it/Lionel/Riva_Lionel.htm ''Rivarossi e Lionel Electric Trains''].</ref><ref>In quegli anni la rapida espansione del mercato indusse la dirigenza della Rivarossi, grazie ai rapporti con la statunitese Athearn, a produrre, in parte con semilavorati forniti da quella ditta, diversi tipi di carrozze viaggiatori e di carri merce destinati a quel mercato, che servirono a saggiarne le potenzialità: cf per le carrozze [http://www.ferramatori.it/forum/viewtopic.php?f=53&t=2212&sid=873af8b8e28a62761e6078fd829d35b4] e per i carri [http://www.ferramatori.it/forum/viewtopic.php?f=53&t=2306].</ref>.
Nel 1957 realizzò un'importante fornitura di materiale rotabile in [[scala H0]] per l'americana Lionel, una delle prime e più importanti ditte del settore e allora la più grande industria di giocattoli al mondo. Lionel produceva solo in [[scala 0]] e per entrare rapidamente nel mercato dell'H0 si affidò alla produzione Rivarossi<ref>[http://www.rivarossi-memory.it/Lionel/Riva_Lionel.htm ''Rivarossi e Lionel Electric Trains''] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20101108005817/http://www.rivarossi-memory.it/Lionel/Riva_Lionel.htm |data=8 novembre 2010 }}.</ref><ref group="Nota">In quegli anni la rapida espansione del mercato indusse la dirigenza della Rivarossi, grazie ai rapporti con la statunitense Athearn, a produrre, in parte con semilavorati forniti da quella ditta, diversi tipi di carrozze viaggiatori e di carri merce destinati a quel mercato, che servirono a saggiarne le potenzialità: cfr. per le carrozze [http://www.ferramatori.it/forum/viewtopic.php?f=53&t=2212&sid=873af8b8e28a62761e6078fd829d35b4] e per i carri [http://www.ferramatori.it/forum/viewtopic.php?f=53&t=2306].</ref>. In quel periodo il capannone della torneria fu prima ampliato lateralmente e poi rialzato di un piano apponendovi sulla facciata il logo "Rivarossi", infine nel 1961 si eseguì la sopraelevazione della palazzina uffici (in soli cinque mesi e senza mai sospendere l’attività lavorativa al piano sottostante), raggiungendo la situazione edificatoria che sarà quella definitiva e rimarrà tale fino alla cessazione dell’attività nel 2000 e all’abbattimento degli stabili nel 2008.
 
All'inizio degli [[anni 1960|anni sessanta]], dapprima grazie ad accordi con la tedesca Trix.<ref>[http://www.rivarossi-memory.it/Trix/Rivaross_Trix.htm Giuseppe Zuccolillo, ''Rivarossi e Trix''] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20101017035535/http://www.rivarossi-memory.it/Trix/Rivaross_Trix.htm |data=17 ottobre 2010 }}</ref> e poi autonomamente, iniziò la produzione di modelli per i ricchi mercati tedesco e svizzero.<ref group=Nota>A quell'epoca la concorrenza con le altre imprese, e specialmente con la [[Fleischmann]], era tanto agguerrita da spingere quest'ultima a produrre dei modelli delle locomotive FS [[Locomotiva FS 685|685]] ed [[Locomotiva FS E.428|E.428]] con l'evidente intenzione di penetrare nel mercato italiano, così come stava cercando di fare con altri mercati europei. CfCfr. [http://www.ferramatori.it/forum/viewtopic.php?f=53&t=2381&sid=a9c412c98bc921ebb1b2e31e0c3bebee Spy Stories - Rivarossi Vs Fleischmann]. La ditta tedesca tentò d'inserirsi nel mercato italiano anche offrendo i modelli citati a prezzi inferiori di quelli dei modelli corrispondenti prodotti dalla Rivarossi, ma la migliore qualità di questi ultimi permise all'azienda italiana di vincere la sfida. CfCfr. ''I prezzi dei modelli'', in ''I treni oggi'', 13 (1992), n. 130, pp. 52-56; Giuliani, ''Rivarossi'', ''op. cit.'', p. 52.</ref>
 
Nel [[1963]] la Rivarossi acquisì la quota di Corrado Muratore, uno dei fondatori della [[Pocher]], la quale aveva sviluppate proprie linee produttive nella sua sede di [[Torino]].
La produzione di modelli ferroviari già Pocher venne trasferita da [[Torino]] a [[Como]] nel 1965-1966. L'uscita di [[Arnaldo Pocher]] dalla ditta da lui fondata (1968) e l'incendio dello stabilimento torinese (1972), con altri eventi, condussero l'ormai ''Divisione Pocher'' all'abbandono della produzione di modelli ferroviari.<ref>[http://www.ferramatori.it/forum/viewtopic.php?f=53&t=517&sid=4784ea2ce1cd846ce6eb8081883524ef ''A titolo di curiosità'']</ref>.
 
Nel 1968 iniziò la produzione dei modelli in [[scala N]] (1:160), dapprima in collaborazione con l'americana [[Atlas Model Railroad|ATLAS]]<ref>[http://www.rivarossi-memory.it/Cataloghi_pubblicati/Catalogo_N_1968-69/Catalogo_N_1968-69.htm Catalogo generale di vendita. Atlas-Rivarossi 1968-1969, Como, Rivarossi, 1968.]</ref>, poi autonomamente fino al 1993, quindi insieme alla [[Lima (azienda)|Lima]] e dal 1996 anche con l'[[Arnold (modellismo)|Arnold Rapido]].
[[Immagine: Rivarossi E.428.013 art. 1445.jpg|thumb|right|Modello della locomotiva FS E.428 "Serie Rossa" a [[corrente continua]]]]
Nel [[1968]] iniziò la produzione dei modelli in [[scala N]] (1:160), dapprima in collaborazione con l’americana [[Atlas Model Railroad|ATLAS]]<ref>[http://www.rivarossi-memory.it/Cataloghi_pubblicati/Catalogo_N_1968-69/Catalogo_N_1968-69.htm Catalogo generale di vendita. Atlas-Rivarossi 1968-1969, Como, Rivarossi, 1968.]</ref>, poi autonomamente fino al 1993, quindi insieme alla [[Lima (azienda)|Lima]] e dal 1996 con anche l'[[Arnold (modellismo)|Arnold Rapido]].
 
Nel [[1969]] aggiunse alla produzione nella [[scala H0]] quella nella [[scala 0]] (1:45), che continuò fino al [[1988]].
 
Dopo avere ricevuto per tre volte il premio [[Pinocchio d'oro]] (nel [[1962]] per la serie di modelli in scatola di montaggio ''TrenHObby'', nel [[1963]] per il ''Sistema Tramway'' e nel [[1964]] per la serie di modelli verniciati a imitazione dell'ottone ''Modello HO Oro''<ref>Catalogo generale di vendita 1966-67, Como, Rivarossi, 1966, p. 32, 66 e 75</ref>), all'inizio degli [[anni 1970|anni settanta]] la sua produzione, giudicata favorevolmente e premiata dalla stampa tecnica e dalle associazioni di appassionati straniere, aveva ormai una forte e radicata presenza nei principali mercati mondiali.
 
Verso il [[1970]] aveva circa 300 dipendenti oltre a circa 600 collaboratori esterni, tra cui gli stampisti.<ref>[Ivo Angelini], ''Rivarossi'', in Guy R. Williams, ''L'arte del modellismo ferroviario. Enciclopedia illustrata dei modelli ferroviari di ogni tempo e Paese'', Milano, Mursia, 1975, p. [253]</ref><ref>[http://www.rivarossi-memory.it/Alessandro_Rossi/Incontro_Alessandro_Rossi.htm Giorgio Giuliani, ''10/03/2007 Incontro col FONDATORE: Alessandro Rossi'']</ref><ref name="RivarossiRotasperti">[http://www.rivarossi-memory.it/Rota_Stamp/Rota_Stamp.htm Giorgio Giuliani, ''Luigi Rotasperti, stampista per Rivarossi''] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20100316233102/http://www.rivarossi-memory.it/Rota_Stamp/Rota_Stamp.htm |data=16 marzo 2010 }}</ref>. In quegli anni la dirigenza considerò la possibilità di delocalizzare la produzione (a [[Hong Kong]]), ma l'esito dei [[controllo di qualità|controlli di qualità]] eseguiti su alcuni lotti di [[provino|provini]]<ref group=Nota>La velocità di rotazione dei motori non era uniforme, come era stato chiesto dal capitolato, giacché le variazioni di velocità dei modelli erano proporzionate a quelle dei prototipi e affidate ai differenti rapporti di trasmissione. CfCfr. [http://www.ferramatori.it/forum/viewtopic.php?f=53&t=1776&sid=ced12196542b8bbebcae091b3abaaed2 L740/L280]</ref> e considerazioni di opportunità nel rapporto coi dipendenti anche dell'indotto indussero a mantenere la produzione in Italia.<ref name="Giorgio Giuliani 2007 p. 48-55"/><ref>[http://www.ferramatori.it/forum/viewtopic.php?f=53&t=520&sid=aaea9c7cda563b20bb59dc1bba4f6953 ''La mancata delocalizzazione'']</ref><ref group="Nota">La considerazione di Rossi per i suoi collaboratori e dipendenti è ricordata anche da personalità esterne all'azienda: [http://www.rivarossi-memory.it/Ativita_Sito/Piazzale_Alessandro_Rossi/Dedicazione_Piazzale_Rossi.htm].</ref>.
 
=== Le crisi ===
Dopo avere superate con successo alcune crisi industriali, specialmente nel 1974<ref group=Nota>Causata da un incendio sviluppatosi nello stabilimento: cfr. [http://www.rivarossi-memory.it/Rassegna_Stampa/Voies_Ferre%C3%A8s_1982/Voies_Ferre%C3%A8s.htm ''Intervista con Alessandro Rossi'', in ''Vois ferrées edizione italiana'', 1 (1982), n. 1].</ref> e nel 1981, quest'ultima causata dal fallimento dell'AHM (grazie a essa all'epoca il mercato statunitense assorbiva gli otto decimi della produzione<ref>[http://www.rivarossi-memory.it/AHM/AHM_GHC_IHC.htm ''AHM, GHC, IHC''] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20101017041441/http://www.rivarossi-memory.it/AHM/AHM_GHC_IHC.htm |data=17 ottobre 2010 }}</ref>), Alessandro Rossi nel 1984 lasciò le cariche sociali. Subentrò una nuova proprietà (Rivarossi Nuova Gestione), presieduta da Giorgio Dalla Costa, industriale proveniente dal settore farmaceutico che portò in azienda nuovi capitali, coll'ingegner Alessandro Rossi ''junior'' (cugino del fondatore) quale amministratore delegato e direttore tecnico (dal 1984 al 1990), e poi vicepresidente (dal 1991 al 2000).<ref>''Rivarossi: incontro col nuovo presidente'', in ''I treni oggi'', 6 (1985), n. 46, pp. 48-51</ref>
 
Mentre i mutati gusti dei consumatori più giovani<ref group=Nota>Fino all'inizio degli anni Settanta la costruzione di un plastico era il sogno di moltissimi ragazzi. Cfr. [http://www.rivarossi-memory.it/Plastici/Ragazzi_Rivarossi/RRagazzi_Rivarossii_Plastici.htm Massimo Cecchetti, ''RRagazzi RRivarossi''.]</ref> e l'evoluzione del fermodellismo inducevano la dirigenza aziendale ad abbandonare le linee produttive destinate ai principianti (come le confezioni d'avvio) e al fermodellista costruttore di modelli e di plastici<ref group=Nota>L'ultimo catalogo generale di vendita in cui apparvero le linee dei binari e degli accessori montati, oltre alla linea TrenHObby, è quello del 1990: [http://www.rivarossi-memory.it/Cataloghi_pubblicati/Catalogo_1990/Catalogo_1990.htm ''Catalogo generale di vendita 1990'', Como, Rivarossi, 1990] (binari: pp. 79-81; accessori montati: pp. 82-83; serie TrenHObby: pp. 73-76). Nel catalogo del 1992 l'offerta s'era ridotta solo a quella della [[Piattaforma girevole ferroviaria|piattaforma girevole]] e della scatola di montaggio della rimessa per locomotive idonea al montaggio con la piattaforma: [http://www.rivarossi-memory.it/Cataloghi_pubblicati/Catalogo_1992/Catalogo_1992.htm ''Catalogo generale di vendita 1992'', Como, Rivarossi, 1992], p. 122. Poi, fino al 1999, le linee dei binari e degli accessori preesistenti continuarono a essere disponibili solo nei cataloghi Lima e Jouef ([http://www.ferramatori.it/forum/viewtopic.php?f=53&t=3783&sid=7a80bdfd4abffe3b54373a671cb5ce9a ''Pergine: mai stata Lima?'']). Dal 1999 fino al 2004 il sistema dei binari, completamente riprogettato presso la Lima in armonia dichiarata con gli ''standard'' attuali (norma NEM 112) e presentato nel suo catalogo del 1997-1998 ([http://www.rivarossi-memory.it/LIMA/Cataloghi/Lima_1997-98_ML/Lima_1997-98_ML.htm ''Catalogo generale di vendita 1997-1998'', Isola Vicentina, Lima, 1997, pp. 174-180]), riapparve anche nel catalogo Rivarossi ([http://www.rivarossi-memory.it/Cataloghi_pubblicati/Catalogo_1999/Catalogo_1999.htm ''Catalogo generale di vendita 1999'', Como, Rivarossi, 1999, pp. 111-121]). Va precisato che la pratica del fermodellismo già da anni vedeva, grazie alla diffusa adesione da parte delle ditte alle norme di unificazione internazionali (NEM, NMRA e altre), l'uso di materiali d'armamento e di comando e controllo di provenienza eterogenea.</ref>, e a indirizzarsi ai collezionisti<ref group=Nota>Sintomatico il caso del modello della [[Locomotiva FS 691|locomotiva FS A.691.026]], prodotta in soli 600 esemplari numerati e offerta a un prezzo molto maggiore della media. Cfr. ''Prove e misure. Locomotiva FS A.691. Rivarossi H0'', in ''I treni oggi'', 6 (1985), n. 54, pp. 46-49.</ref>, nel 1990 cambiò nuovamente l'assetto societario ed iniziò una fase di acquisizioni di ditte concorrenti: nel 1992 viene acquisita la [[Lima (azienda)|Lima]]<ref>{{Cita web|url=http://www.miol.it/stagniweb/rr01.htm |titolo=Rivarossi, dov'è finito il modellismo italiano? |editore=miol.it}}</ref><ref group=Nota>La Lima era all'epoca la più grande industria del settore del mondo. Già nel 1980 il suo catalogo generale internazionale comprendeva 1147 articoli nelle scale N, H0, 00 e 00. Cfr. Gian Guido Turchi, ''Quadruplicati i modelli Lima disponibili in Italia'', in ''I treni oggi'', 1 (1980), n. 3, pp. 38-40.</ref>, a cui seguirono la tedesca Arnold e la francese [[Jouef]].<ref name="AddioRivarossi" />
Dopo avere superate con successo alcune crisi industriali, specialmente nel [[1974]]<ref>Causata da un incendio sviluppatosi nello stabilimento: cf [http://www.rivarossi-memory.it/Rassegna_Stampa/Voies_Ferre%C3%A8s_1982/Voies_Ferre%C3%A8s.htm ''Intervista con Alessandro Rossi'', in ''Vois ferrées edizione italiana'', 1 (1982), n. 1].</ref> e nel [[1981]], quest'ultima causata dal fallimento dell'AHM (grazie a essa all'epoca il mercato statunitense assorbiva gli otto decimi della produzione<ref>[http://www.rivarossi-memory.it/AHM/AHM_GHC_IHC.htm ''AHM, GHC, IHC'']</ref>), Alessandro Rossi nel [[1984]] lasciò le cariche sociali. Subentrò una nuova proprietà (Rivarossi Nuova Gestione), presieduta da Giorgio Dalla Costa, industriale proveniente dal settore farmaceutico, coll'ingegner Alessandro Rossi ''junior'' (cugino del fondatore) quale amministratore delegato e direttore tecnico (dal 1984 al 1990), e poi vicepresidente (dal 1991 al 2000)<ref>''Rivarossi: incontro col nuovo presidente'', in ''I treni oggi'', 6 (1985), n. 46, p. 48-51</ref>.
 
Nel [[1990]] cambiò nuovamente l'assetto societario ed iniziò una fase di acquisizioni di ditte concorrenti: nel [[1991]] viene acquisita la [[Lima (modellismo)|Lima]]<ref>{{Cita web|url=http://www.miol.it/stagniweb/rr01.htm |titolo=Rivarossi, dov'è finito il modellismo italiano? |editore=miol.it}}</ref><ref>La Lima era all'epoca la più grande industria del settore del mondo. Già nel [[1980]] il suo catalogo generale internazionale comprendeva 1147 articoli nelle scale N, H0, 00 e 00. Cf Gian Guido Turchi, ''Quadruplicati i modelli Lima disponibili in Italia'', in ''I treni oggi'', 1 (1980), n. 3, pp. 38-40.</ref>, a cui seguirono la tedesca Arnold Rapido e la francese [[Jouef]]<ref name="AddioRivarossi" />.
NelRitiratisi il Dalla Costa e gli altri dirigenti del primo periodo "post-Rossi", nel [[2000]] si ebbe un nuovo assetto societario: con una curiosa alchimia finanziaria venne costituita la Lima SpA con sede a Brescia, e la Rivarossi divenne ora una divisione della ditta che otto anni prima aveva acquisito. Furono chiusi lo storico stabilimento di [[Como]] (in località [[Sagnino]]) e quelli di Champagnole (Jouef) e Muhlhausen (Arnold), e la produzione viene concentrata nello stabilimento Lima a [[Isola Vicentina]].<ref name="AddioRivarossi" /><ref>Erminio Mascherpa, ''Rivarossi volta pagina'', in ''I treni'', 21 (2000), n. 218, p. 39</ref><ref name="AddioRivarossi" />.
 
=== La fine ===
Dopo alcuni anni di convulse vicissitudini gestionali e finanziarie<ref>Vittorio Cervigni, ''Quel che bolle in pentola'', in ''I treni'', 23 (2002), n. 240, p. 45-47</ref><ref>''Terremoto in casa Lima'', in ''I treni'', 24 (2003), n. 245, p. 44-45</ref><ref>''LIMA, dipendenti in cassa integrazione. Un addio o un arrivederci?'', in ''Tutto treno'', 16 (2004), n. 175, p. 38.</ref> e nonostante un tentativo di salvataggio ''in extremis'' da parte di una cordata d'imprenditori vicentini, sostenuta anche da ex dirigenti e dipendenti della Lima e della Rivarossi<ref>Benedetto Sabatini, ''Lima, atto finale. Una realtà al bivio'', in ''Tutto treno'', 16 (2004), n. 178, p. 37-39</ref><ref group=Nota>Alcuni dei dirigenti e dipendenti già del Gruppo Lima hanno poi dato vita a nuove aziende del settore tra cui la ViTrains. Cfr. [http://www.lemiemacchinine.it/trenini/vitrains/vitrains.html ViTrains: storia] {{Webarchive|url=https://web.archive.org/web/20130213113354/http://www.lemiemacchinine.it/trenini/vitrains/vitrains.html |date=13 febbraio 2013 }}</ref><ref>''ViTrains alla ribalta'', in ''I treni'', 25 (2005), n. 272, pp. 56-57.</ref>, nel settembre 2004 il gruppo cessò le attività e venne successivamente acquisito per otto milioni di euro dall'inglese [[Hornby Railways|Hornby]] (altra storica marca del settore), che da allora continua a produrre col marchio Rivarossi ma in [[Cina]]. Il comunicato di Hornby relativo all'acquisizione del Gruppo Lima comprendente i marchi Rivarossi, [[Lima (azienda)|Lima]], [[Jouef]], [[Arnold (modellismo)|Arnold]], [[Pocher]] è del 16 dicembre 2004.<ref>[http://www.hornby.it/hornby/i-marchi/il-marchio-rivarossi.html ''Hornby: il marchio Rivarossi''] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20120604091536/http://www.hornby.it/hornby/i-marchi/il-marchio-rivarossi.html |data=4 giugno 2012 }}.</ref>
 
La sede di Como ospitava una vastissima raccolta di modelli costruiti dalle principali ditte del settore italiane e straniere. Dopo la chiusura dello stabilimento essa fu trasferita prima a Vicenza e poi presso la sede della Hornby nel Regno Unito, che espose al pubblico pochi pezzi nel proprio museo.<ref>[http://www.ferramatori.it/forum/viewtopic.php?f=53&t=213&start=20 ''Museo Rivarossi'']</ref><ref>[http://www.rivarossi-memory.it/Stabilimento/Margate/Hornby_Visitors_Centre.htm Hornby Visitor Centre - Margate UK].</ref> La restante maggior parte di essa, smentendo varie assicurazioni date agli ambienti fermodellistici italiani e nonostante le loro proteste, dalla stessa Hornby inglese fu venduta a operatori commerciali e da questi a collezionisti privati.<ref>[https://www.ilgiorno.it/como/cronaca/trenini-rivarossi-1.3281194 ''Rivarossi, il trenino si è rotto: sparisce la collezione da sogno. Como, il proprietario inglese del marchio svende tutto'', in ''Il Giorno. Como'', 20 luglio 2017].</ref><ref>[https://www.ansa.it/veneto/notizie/2017/07/17/treni-venduti-i-musei-rivarossi-e-lima_067f2058-1b19-4828-9568-f6834312b5a4.html ''Treni: venduti i musei Rivarossi e Lima. Ceduti ad un negozio inglese raccolte di Como e Vicenza'', Ansa, 17 luglio 2017].</ref>
Dopo alcuni anni di convulse vicissitudini gestionali e finanziarie<ref>Vittorio Cervigni, ''Quel che bolle in pentola'', in ''I treni'', 23 (2002), n. 240, p. 45-47</ref><ref>''Terremoto in casa Lima'', in ''I treni'', 24 (2003), n. 245, p. 44-45</ref> e nonostante un tentativo di salvataggio ''in extremis'' da parte di una cordata d'imprenditori vicentini, sostenuta anche da ex dirigenti e dipendenti della Lima e della Rivarossi<ref>Benedetto Sabatini, ''Lima, atto finale. Una realtà al bivio'', in ''Tutto treno'', 16 (2004), n. 178, p. 37-39</ref><ref>Alcuni dei dirigenti e dipendenti già del Gruppo Lima hanno poi dato vita a nuove aziende del settore tra cui la ViTrains. Cf [http://www.lemiemacchinine.it/trenini/vitrains/vitrains.html ViTrains: storia]</ref>, nel settembre [[2004]] il gruppo cessò le attività e venne successivamente acquisito per 8.000.000 di euro dall’inglese [[Hornby Railways|Hornby]] (altra storica marca del settore), che da allora continua a produrre col marchio Rivarossi ma in [[Cina]]. Il comunicato di Hornby relativo all'acquisizione del Gruppo Lima comprendente i marchi Rivarossi, Lima, Jouef, Arnold, Pocher è del 16 dicembre [[2004]].<ref>[http://www.hornby.it/hornby/i-marchi/il-marchio-rivarossi.html ''Hornby: il marchio Rivarossi''].</ref>
 
Da interviste al personale pubblicate dalla stampa specializzata e d'informazione si sa che gli [[archivi]] interni sarebbero stati, almeno in parte, distrutti.<ref name="AddioRivarossi" />
La sede di Como ospitava una vastissima raccolta di modelli costruiti dalle principali ditte del settore italiane e straniere. Dopo la chiusura dello stabilimento essa fu trasferita prima a Vicenza e poi presso la sede della Hornby nel Regno Unito dov'è parzialmente esposta al pubblico.<ref>[http://www.ferramatori.it/forum/viewtopic.php?f=53&t=213&start=20 ''Museo Rivarossi'']</ref><ref>[http://www.rivarossi-memory.it/Stabilimento/Margate/Hornby_Visitors_Centre.htm Hornby Visitor Centre - Margate UK].</ref>
 
Nei mesi di aprile e maggio 2008 lo storico stabilimento di Sagnino, in via [[Pio XI]] (già via della Conciliazione), fu demolito per fare spazio a nuovi edifici di abitazioni e locali commerciali.<ref name="AddioRivarossi">{{Cita news |titolo=Addio, mitica Rivarossi: cemento invece di trenini |url=http://www.rivarossi-memory.it/Stabilimento/Addio,_mitica_Rivarossi.pdf |pubblicazione=La provincia di Como |data=29 aprile 2008 |urlmorto=sì |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20101116090655/http://www.rivarossi-memory.it/Stabilimento/Addio,_mitica_Rivarossi.pdf |dataarchivio=16 novembre 2010 }}</ref> Costruito nel 1947 dall'Impresa Mario Faverio di Como con carpenteria metallica realizzata dall'[[Antonio Badoni Lecco|Antonio Badoni di Lecco]], era in disuso dall'anno 2000.
Da interviste al personale pubblicate dalla stampa specializzata e d'informazione si sa che gli [[archivi]] interni sarebbero stati, almeno in parte, distrutti<ref name="AddioRivarossi" />.
 
Il Comune di Como ha fatto propria una proposta d'intitolare al fondatore dell'azienda il piazzale prospiciente l'area dove sorgeva lo stabilimento,<ref>[http://www.rivarossi-memory.it/Ativita_Sito/Piazzale_Alessandro_Rossi/Dedicazione_Piazzale_Rossi.htm ''Intitolazione del Piazzale dove sorgeva la Rivarossi ad Alessandro Rossi''].</ref> in cui, il 3 marzo 2013, è stato scoperto un monumento dedicato a lui e all'azienda.<ref>[http://www.rivarossi-memory.it/Ativita_Sito/Monumento_3_3_13/Monumento_Rossi_Report.htm Giorgio Giuliani, ''3 marzo 2013: monumento al mito'']</ref>
Nei mesi di aprile e maggio 2008 lo storico stabilimento di Sagnino, in via [[Pio XI]] (già via della [[Conciliazione]]), fu demolito per fare spazio a nuovi edifici di abitazioni e locali commerciali.<ref name="AddioRivarossi">{{Cita news|titolo=Addio, mitica Rivarossi: cemento invece di trenini |url=http://www.rivarossi-memory.it/Stabilimento/Addio,_mitica_Rivarossi.pdf |pubblicazione=La provincia di Como |data=29 aprile 2008}}</ref> Costruito nel 1947 dall'Impresa Mario Faverio di Como con carpenteria metallica realizzata dall'[[Antonio Badoni Lecco|Antonio Badoni di Lecco]] (una tra le principali società italiane di costruzioni di locomotive da manovra, di carpenterie metalliche e veicoli speciali per il trasporto), era in disuso dall'anno 2000.
 
Nel 2012 è stata diffusa la proposta di costituire, a Como o nella sua area territoriale, un museo-centro di documentazione dell'attività e della produzione della Rivarossi.<ref>{{cita web|url=http://www.ferramatori.it/forum/viewtopic.php?f=53&t=2976&sid=8240742207af8243b747160103ff6cd1|titolo= Proposta per un nuovo Museo Rivarossi |data= |accesso= }}</ref>
Il Comune di Como ha fatto propria una proposta d'intitolare al fondatore dell'azienda il piazzale prospicente l'area dove sorgeva lo stabilimento.<ref>[http://www.rivarossi-memory.it/Ativita_Sito/Piazzale_Alessandro_Rossi/Dedicazione_Piazzale_Rossi.htm ''Intitolazione del Piazzale dove sorgeva la Rivarossi ad Alessandro Rossi''].</ref>.
 
== Rapporto con la clientela ==
Nel [[2012]] è stata diffusa la proposta di costituire, a Como o nella sua area territoriale, un museo-centro di documentazione dell'attività e della produzione della Rivarossi<ref>[http://www.ferramatori.it/forum/viewtopic.php?f=53&t=2976&sid=8240742207af8243b747160103ff6cd1| Proposta per un nuovo Museo Rivarossi]</ref>.
=== ''H0 Rivarossi'' ===
Come altre aziende del settore, tra il 1954 e il 1967 pubblicò una rivista bimestrale, ''HO Rivarossi'', dedicata alla promozione del modellismo ferroviario e alla divulgazione della storia e della tecnologia delle [[ferrovie]] reali<ref group=Nota>Fino al 1960 circa l'impegno nella divulgazione da parte delle [[Ferrovie dello Stato]], delle altre aziende ferroviarie e delle industrie costruttrici e manutentrici del settore fu episodico o assente.</ref>, e perciò con obiettivi più ampi di quelli di un normale [[Giornale aziendale|periodico aziendale]].<ref>[http://www.rivarossi-memory.it/H0_Rivista_Rivarossi/H0_Rivista_Rivaross_Presentaz.htm Massimo Cecchetti, ''HO Rivarossi. Presentazione'']</ref><ref>[http://www.rivarossi-memory.it/H0_Rivista_Rivarossi/H0RR_Pubblicati/H0_Pubblicati.htm Digitalizzazione:]</ref><ref>[http://www.rivarossi-memory.it/H0_Rivista_Rivarossi/H0_Rivista_Indice.htm Mario Borio, ''HO Rivarossi. Indice ragionato'']</ref> Essa aveva "seimila lettori".<ref>''Rivarossi: incontro col nuovo presidente'', in ''I treni oggi'', 6 (1985), n. 46, p. 49</ref>
 
Negli ultimi tre anni la rivista fu inserita, come supplemento interno, nella rivista ''[[Italmodel Ferrovie]]''<ref>[http://www.rivarossi-memory.it/H0_Rivista_Rivarossi/H0_Rivista_Rivarossi.htm ''HO Rivarossi'']</ref>, fondata, diretta ed edita dal 1951 al 1974 dal pioniere del fermodellismo italiano [[Italo Briano]] ([[Savona]], 1901 - [[Milano]], 1985)<ref>{{Cita web |url=http://www.see.it/ok/gib/italobri/italobri.htm |titolo=Perché Italo Briano |accesso=27 ottobre 2010 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20100127103417/http://www.see.it/ok/gib/italobri/italobri.htm |dataarchivio=27 gennaio 2010 |urlmorto=sì }}</ref><ref>{{Cita web | url= http://www.clamfer.it/03_Modellismo/04_Storia/Fermodellismo/Fermodellismo.htm | titolo= I difficili inizi del fermodellismo italiano | autore= Antonio Gamboni | data= 20 novembre 2009 | accesso= 1º marzo 20 23 | urlarchivio= https://archive.is/20120731021714/http://www.clamfer.it/03_Modellismo/04_Storia/Fermodellismo/Fermodellismo.htm | dataarchivio= 31 luglio 2012 | urlmorto= sì }}</ref>, fondatore e primo presidente della [[Federazione italiana modellisti ferroviari e amici della ferrovia]] (di essa Alessandro Rossi, socio della prima ora<ref>''La Federazione Italiana Modellisti Ferroviari (F.I.M.F.)'', in ''HO Rivarossi'', 3 (1956), n. 13, p. 30</ref>, fu anche consulente tecnico e vicepresidente<ref>Gianfranco Regazzoli, ''Il Congresso F.I.M.F. 1966 in sintesi'', in ''HO Rivarossi'', 12 [1966), n. 74, p. 4161</ref>) e della federazione [[MOROP]] (acronimo di Verband der Modelleisenbahner und Eisenbahnfreunde Europas/Union Européenne des Modélistes Ferroviaires et des Amis des Chemin de Fer).<ref>Italo Briano, ''Storia delle ferrovie in Italia'', vol. 1. Le vicende, Milano, Cavallotti, 1977, aletta di 1. di sovraccoperta e p. 277</ref>
==Rapporto con la clientela==
===''HO Rivarossi''===
[[File:T2 sleeping car.jpg|thumb|right|Modello di una carrozza letti T2]]
Come altre aziende del settore, tra il [[1954]] e il [[1967]] pubblicò una rivista bimestrale, ''HO Rivarossi'', dedicata alla promozione del modellismo ferroviario e alla divulgazione della storia e della tecnologia delle [[ferrovie]] reali<ref>Fino al [[1960]] circa l'impegno nella divulgazione da parte delle [[Ferrovie dello Stato]], delle altre aziende ferroviarie e delle industrie costruttrici e manutentrici del settore fu episodico o assente.</ref>, e perciò con obiettivi più ampi di quelli di un normale [[Giornale aziendale|periodico aziendale]]<ref>[http://www.rivarossi-memory.it/H0_Rivista_Rivarossi/H0_Rivista_Rivaross_Presentaz.htm Massimo Cecchetti, ''HO Rivarossi. Presentazione'']</ref><ref>[http://www.rivarossi-memory.it/H0_Rivista_Rivarossi/H0RR_Pubblicati/H0_Pubblicati.htm Digitalizzazione:]</ref><ref>[http://www.rivarossi-memory.it/H0_Rivista_Rivarossi/H0_Rivista_Indice.htm Mario Borio, ''HO Rivarossi. Indice ragionato'']</ref>. Essa aveva "seimila lettori"<ref>''Rivarossi: incontro col nuovo presidente'', in ''I treni oggi'', 6 (1985), n. 46, p. 49</ref>.
 
=== I collaboratori ===
Negli ultimi tre anni la rivista fu inserita, come supplemento interno, nella rivista ''[[Italmodel Ferrovie]]''<ref>[http://www.rivarossi-memory.it/H0_Rivista_Rivarossi/H0_Rivista_Rivarossi.htm ''HO Rivarossi'']</ref>, fondata, diretta ed edita dal [[1951]] al [[1974]] dal pioniere del fermodellismo italiano [[Italo Briano]] ([[Savona]], [[1901]] - [[Milano]], [[1985]])<ref>[http://www.see.it/ok/gib/italobri/italobri.htm Perché Italo Briano]</ref><ref>[http://www.clamfer.it/03_Modellismo/04_Storia/Fermodellismo/Fermodellismo.htm Antonio Gamboni, ''I difficili inizi del fermodellismo italiano'']</ref>, fondatore e primo presidente della [[Federazione Italiana Modellisti Ferroviari e amici della ferrovia]] (di essa Alessandro Rossi, socio della prima ora<ref>''La Federazione Italiana Modellisti Ferroviari (F.I.M.F.)'', in ''HO Rivarossi'', 3 (1956), n. 13, p. 30</ref>, fu anche consulente tecnico e vicepresidente<ref>Gianfranco Regazzoli, ''Il Congresso F.I.M.F. 1966 in sintesi'', in ''HO Rivarossi'', 12 [1966), n. 74, p. 4161</ref>) e della federazione [[MOROP]] (acronimo di Verband der Modelleisenbahner und Eisenbahnfreunde Europas/Union Européenne des Modélistes Ferroviaires et des Amis des Chemin de Fer)<ref>Italo Briano, ''Storia delle ferrovie in Italia'', vol. 1. Le vicende, Milano, Cavallotti, 1977, aletta di 1. di sovraccoperta e p. 277</ref>.
Tra i collaboratori di ''HO Rivarossi'' va citato ''Zeta-Zeta'', pseudonimo dell'ingegner [[Bruno Bonazzelli]] ([[Loreto]] 1895-Milano 1984)<ref>[http://www.rivarossi-memory.it/H0_Rivista_Rivarossi/H0_Rivista_Zeta-zeta.htm Mario Borio, ''I collaboratori della rivista: Zeta-Zeta'']</ref>, ispettore del Servizio Impianti elettrici e segnalamento delle [[Ferrovie dello Stato Italiane|FS]] e tra l'altro ricostruttore dell'Officina Apparati Centrali di [[Milano]] dove lavorò [[Achille Cardani]], promotore del Museo ferroviario di Roma (inaugurato nel 1954)<ref>Zeta-Zeta [Bruno Bonazzelli], ''Un'interessante primizia per gli amici di "HO"'', in ''HO Rivarossi'', 5 (1958), n. 26, p. 26-29</ref><ref>Zeta-Zeta [Bruno Bonazzelli], ''Il Museo ferroviario di Roma'', in ''HO Rivarossi'', 5 (1959), n. 30, p. 8-12.</ref> e poi, con altri, della Sezione ferroviaria del [[Museo nazionale della scienza e della tecnologia Leonardo da Vinci]] e del [[Museo nazionale ferroviario di Pietrarsa]], che pubblicò ampi articoli sulla storia della [[Locomotiva a vapore|trazione a vapore]] e della [[Trazione ferroviaria|trazione elettrica]] in Italia e in Europa, e una nutrita serie di schede tecniche sulle [[locomotive a vapore]] delle FS.
 
Un altro collaboratore molto attivo era ACu, acronimo di Aldo Cuneo, nato a Genova, [[ragioniere]], rappresentante commerciale per la [[Liguria]] e collaboratore della rivista ''Italmodel ferrovie''<ref>ACu [Aldo Cuneo], ''Genova in scala H0'', in ''H0 Rivarossi'', 2 (1955), n. 8, pp. 8-15.</ref><ref>[http://www.ferramatori.it/forum/viewtopic.php?f=53&t=475&st=0&sk=t&sd=a&start=0 ''ACu (HO RR)''].</ref>, che non esitò, in nome del crescente realismo propugnato dalla Rivarossi<ref>[http://www.ferramatori.it/forum/viewtopic.php?f=53&t=1776&sid=ced12196542b8bbebcae091b3abaaed2 L740/L280]</ref>, ad assumere posizioni autonome rispetto a quelle assunte dal Briano negli anni cinquanta.<ref>ACu [Aldo Cuneo], ''Accelerati diretti e rapidi in HO'', in ''HO Rivarossi'', 2 (1956), n. 12, p. 30-31.</ref><ref>ACu [Aldo Cuneo], ''Ancora sulla velocità dei treni modello'', in ''HO Rivarossi'', 4 (1957), n. 19, p. 11.</ref><ref group=Nota>Va sottolineato, comunque, che i rapporti fra Italo Briano e la Rivarossi furono sempre cordiali e fecondi. Ne è un esempio l'opuscolo ''20 plastici Rivarossi'', edito dalla casa editrice del Briano fra il 1962 e il 1964 con testo anonimo ma riconoscibilmente suo, che ripubblicò le descrizioni dei plastici costruiti dai tecnici aziendali già presentate in ''H0 Rivarossi'': [http://www.rivarossi-memory.it/Cataloghi_pubblicati/20_Plastici_RR/20_Plastici_RR.htm ''20 Plastici Rivarossi - Edizioni Briano''].</ref>
===I collaboratori===
 
Sintomatico il caso di Silvano Bevini, ([[Modena]], 1930-Modena, 2016), perito industriale e appassionato modellista che aveva presentato in ''HO Rivarossi'' molte sue realizzazioni, e che fu assunto dalla stessa Rivarossi divenendo uno dei componenti della direzione dell'Ufficio tecnico.<ref>[http://www.rivarossi-memory.it/Cataloghi_pubblicati/Catalogo_1966-67/Catalogo_1966-67.htm Catalogo generale di vendita 1966-67, Como, Rivarossi, 1966, p. 2].</ref><ref name="RivarossiBevini">[http://www.rivarossi-memory.it/Testimonianze/Bevini/Bevini.htm Giorgio Giuliani, ''Silvano Bevini''.]</ref>
Tra i collaboratori di ''HO Rivarossi'' va citato ''Zeta-Zeta'', pseudonimo dell'ingegner [[Bruno Bonazzelli]] ([[Loreto]] [[1895]]-Milano [[1984]])<ref>[http://www.rivarossi-memory.it/H0_Rivista_Rivarossi/H0_Rivista_Zeta-zeta.htm Mario Borio, ''I collaboratori della rivista: Zeta-Zeta'']</ref>, ispettore del Servizio Impianti elettrici e segnalamento delle [[FS]] e tra l'altro ricostruttore dell'Officina Apparati Centrali di [[Milano]] dove lavorò [[Achille Cardani]], promotore del Museo ferroviario di Roma (inaugurato nel [[1954]])<ref>Zeta-Zeta [Bruno Bonazzelli], ''Un'interessante primizia per gli amici di "HO"'', in ''HO Rivarossi'', 5 (1958), n. 26, p. 26-29</ref><ref>Zeta-Zeta [Bruno Bonazzelli], ''Il Museo ferroviario di Roma'', in ''HO Rivarossi'', 5 (1959), n. 30, p. 8-12.</ref> e poi, con altri, della Sezione ferroviaria del [[Museo nazionale della scienza e della tecnologia Leonardo da Vinci]] e del [[Museo nazionale ferroviario di Pietrarsa]], che pubblicò ampi articoli sulla storia della [[Locomotiva a vapore|trazione a vapore]] e della [[Trazione ferroviaria|trazione elettrica]] in Italia e una nutrita serie di schede sulle [[locomotive a vapore]] delle [[FS]].
 
La parte grafica della rivista era curata da Amleto Dalla Costa<ref>[http://www.rivarossi-memory.it/Testimonianze/dalla_Costa/DallaCosta_Trend.htm Giorgio Giuliani, Massimo Cecchetti, ''Amleto dalla Costa, il grafico di Rivarossi''].</ref>, presso il cui studio lavorava anche Giorgio Mizzi ([[Milano]], 1940-[[Buxtehude]], 2008), autore dal 1962 al 1971 delle tavole di copertina dei cataloghi generali di vendita.<ref>[http://www.rivarossi-memory.it/Testimonianze/Mizzi/Mizzi.htm Massimo Cecchetti, ''Giorgio Mizzi illustratore per eccellenza''].</ref> I testi dei cataloghi, all'origine e per molti anni scritti personalmente da Alessandro Rossi, a partire dagli [[anni Settanta]] furono in gran parte stesi da Silvano Bevini.<ref name="RivarossiBevini" />
Un altro collaboratore molto attivo era ACu, acronimo di Aldo Cuneo, nato a Genova, [[ragioniere]], rappresentante commerciale per la [[Liguria]] e collaboratore della rivista ''Italmodel ferrovie''<ref>ACu [Aldo Cuneo], ''Genova in scala H0'', in ''H0 Rivarossi'', 2 (1955), n. 8, pp. 8-15.</ref><ref>[http://www.ferramatori.it/forum/viewtopic.php?f=53&t=475&st=0&sk=t&sd=a&start=0 ''ACu (HO RR)''].</ref>, che non esitò, in nome del crescente realismo propugnato dalla Rivarossi<ref>[http://www.ferramatori.it/forum/viewtopic.php?f=53&t=1776&sid=ced12196542b8bbebcae091b3abaaed2 L740/L280]</ref>, ad assumere posizioni autonome rispetto a quelle del Briano<ref>ACu [Aldo Cuneo], ''Accelerati diretti e rapidi in HO'', in ''HO Rivarossi'', 2 (1956), n. 12, p. 30-31.</ref><ref>ACu [Aldo Cuneo], ''Ancora sulla velocità dei treni modello'', in ''HO Rivarossi'', 4 (1957), n. 19, p. 11.</ref>.
 
=== Formare gli appassionati ===
Sintomatico il caso di Silvano Bevini, perito industriale e appassionato modellista che aveva presentato in ''HO Rivarossi'' molte sue realizzazioni, e che fu assunto dalla stessa Rivarossi divenendo uno dei componenti della direzione dell'Ufficio tecnico<ref>>[http://www.rivarossi-memory.it/Cataloghi_pubblicati/Catalogo_1966-67/Catalogo_1966-67.htm Catalogo generale di vendita 1966-67, Como, Rivarossi, 1966, p. 2].</ref>
L'attenzione alla clientela non limitata alla garanzia e al post-vendita, espletata tanto dai tecnici della sede centrale quanto dalla rete commerciale e dai riparatori<ref group=Nota>Formati in appositi corsi: cfr. [http://www.rivarossi-memory.it/Testimonianze/Corso_Riparatori_1960/Rivarossi_Corso_Riparatori_1960.htm Giorgio Giuliani, ''Corso riparatori 1960''].</ref> insieme ai [[Distribuzione commerciale|dettaglianti]] (spesso essi stessi appassionati, come i citati Aldo Cuneo e Domenico Tromby), oltre che tramite la rivista ''HO Rivarossi'', aveva caratteri innovativi per il mondo industriale italiano dell'epoca.<ref>[http://www.rivarossi-memory.it/Sistema_RR/Sistema_RR.htm Quirino Marignetti, ''Il Sistema Rivarossi''] {{Webarchive|url=https://web.archive.org/web/20100317144346/http://www.rivarossi-memory.it/Sistema_RR/Sistema_RR.htm |data=17 marzo 2010 }}.</ref><ref>[http://www.rivarossi-memory.it/Testimonianze/Sabbadin/Sabbadin.htm '' Intervista a Sergio Sabbadin, negoziante di Venezia''].</ref>
 
In un'epoca in cui la cultura [[elettrotecnica]] del [[Modellismo ferroviario|fermodellista]] italiano medio non era molto elevata, anche a causa della bassa scolarità, fu fatta divulgazione non banale sulla componentistica e sugli schemi elettrici.<ref name="rivarossi-memory.it">[http://www.rivarossi-memory.it/Cataloghi_pubblicati/Manuale_Segnali/Manuale_Segnali.htm ''Manuale dei segnali'', Como, Rivarossi, 1956]</ref><ref>[http://www.rivarossi-memory.it/Tecnica/Manutenzione_H0RR/Manutenzione_H0RR.htm ''La manutenzione secondo HO Rivarossi'']</ref>
La parte grafica della rivista era curata da Amleto Dalla Costa<ref>[http://www.rivarossi-memory.it/Testimonianze/dalla_Costa/DallaCosta_Trend.htm Giorgio Giuliani, Massimo Cecchetti, ''Amleto dalla Costa, il grafico di Rivarossi''].</ref>, presso il cui studio lavorava anche Giorgio Mizzi, autore dal [[1962]] al [[1971]] delle tavole di copertina dei cataloghi generali di vendita<ref>[http://www.rivarossi-memory.it/Testimonianze/Mizzi/Mizzi.htm Massimo Cecchetti, ''Giorgio Mizzi illustratore per eccellenza''].</ref>
 
Un punto di forza delle politiche aziendali fu la vendita al pubblico di tutte le parti di ricambio<ref group="Nota">I cataloghi di vendita comprendevano anche gli elementi costitutivi degli alimentatori, dei binari e degli scambi: [http://www.rivarossi-memory.it/Ricambi/Ricambi_Trasformatori.htm][http://www.rivarossi-memory.it/Ricambi/Ricambi_Minuterie.htm][http://www.rivarossi-memory.it/Cataloghi_pubblicati/Ricambi_1954/Ricambi_1954.htm]</ref>, descritte in appositi cataloghi anch'essi offerti in vendita. Generazioni di fermodellisti hanno iniziato a costruire modelli assenti dal mercato grazie a quella disponibilità<ref group="Nota">Alessandro Rossi voleva garantire la possibilità di costruire integralmente le locomotive partendo dai ricambi, possibilità sfruttata dai dettaglianti per offrire ai collezionisti modelli ormai fuori catalogo. Cfr. [http://www.ferramatori.it/forum/viewtopic.php?f=53&t=2255&sid=daa1b30435b7c6a13ca4f5e7f2326f04].</ref>, e ''HO Rivarossi'' promuoveva la loro attività con le sue rubriche "Diamoci da fare" e "I nostri lettori all'opera".<ref>[http://www.rivarossi-memory.it/Diamoci_da_Fare/Diamoci_da_Fare.htm Massimo Cecchetti, ''Diamoci da fare!'']</ref> Nel panorama fermodellistico internazionale questa politica aziendale aveva pochi precedenti.<ref>[http://www.rivarossi-memory.it/Ricambi/Catalogo_Ricambi.htm ''I cataloghi parti staccate e parti di ricambio'']</ref><ref>[http://www.ferramatori.it/forum/viewtopic.php?f=53&t=483 ''Ricambi e divulgazione'']</ref>
===Formare gli appassionati===
 
== Innovazioni ==
L'attenzione alla clientela non limitata alla garanzia e al post-vendita, espletata tanto dai tecnici della sede centrale quanto dalla rete commerciale e dai riparatori insieme ai [[Distribuzione commerciale|dettaglianti]] (spesso essi stessi appassionati, come i citati Aldo Cuneo e Domenico Tromby), oltre che tramite la rivista ''HO Rivarossi'', aveva caratteri innovativi per il mondo industriale italiano dell'epoca<ref>[http://www.rivarossi-memory.it/Sistema_RR/Sistema_RR.htm Quirino Marignetti, ''Il Sistema Rivarossi]''.</ref><ref>[http://www.rivarossi-memory.it/Testimonianze/Sabbadin/Sabbadin.htm'' Intervista a Sergio Sabbadin, negoziante di Venezia''].</ref>
=== I brevetti ===
Durante la sua attività, la Rivarossi ha introdotto diverse innovazioni, alcune delle quali [[Brevetto|brevettate]], poi seguite anche dalle principali industrie di modellismo italiane e straniere. Si possono citare le principali:<ref>[http://www.rivarossi-memory.it/Cataloghi_pubblicati/Catalogo_1995/Catalogo_1995.htm Rivarossi 50°. Catalogo generale di vendita 1995, Como, Rivarossi, 1995, p. 3] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20121231183248/http://www.rivarossi-memory.it/Cataloghi_pubblicati/Catalogo_1995/Catalogo_1995.htm |data=31 dicembre 2012 }}</ref><ref name="ReferenceA">[http://www.rivarossi-memory.it/Cataloghi_pubblicati/50_anni_modellismo/50_anni_generale.htm Rivarossi. 50 anni di modellismo ferroviario, Como, Rivarossi, 1995]</ref><ref>[http://www.rivarossi-memory.it/Cataloghi_pubblicati/Catalogo_Un_Treno_Lungo_50/Un_Treno_Lungo_50.htm Catalogo della mostra ''Un trenino lungo 50 anni'', Milano, Museo nazionale della scienza e della tecnologia "Leonardo da Vinci", 1995]</ref><ref>[http://www.rivarossi-memory.it/Tecnica/Brevetti_USA/Brevetti_USA.htm Claudio Granata, ''Brevetti USA''.]</ref>
 
* 1946: utilizzo di materiali [[plastica|plastici]] per le carrozzerie e altre parti dei modelli. Precedentemente tutti i costruttori utilizzavano il [[metallo]], con la pressofusione o il lamierino tranciato.<ref>ACu [Aldo Cuneo], Perché i treni elettrici 10 anni fa costavano di più, in ''HO Rivarossi'', 3 (1957), n. 18, p. 32-33</ref>
In un'epoca in cui la cultura [[elettrotecnica]] del [[Modellismo ferroviario|fermodellista]] italiano medio non era molto elevata, anche a causa della bassa scolarità, fu fatta divulgazione non banale sulla componentistica e sugli schemi elettrici<ref name="rivarossi-memory.it">[http://www.rivarossi-memory.it/Cataloghi_pubblicati/Manuale_Segnali/Manuale_Segnali.htm ''Manuale dei segnali'', Como, Rivarossi, 1956]</ref><ref>[http://www.rivarossi-memory.it/Tecnica/Manutenzione_H0RR/Manutenzione_H0RR.htm ''La manutenzione secondo HO Rivarossi'']</ref>.
* 1947: introduzione, fra le prime ditte in Europa e nel Mondo, del sistema in [[corrente continua]] a due [[rotaia|rotaie]]<ref>[http://www.clamfer.it/03_Modellismo/Motori%20RR/Motori%20RR.htm Antonio Gamboni, ''I motori Rivarossi. 1946-1960.'']</ref><ref>[http://www.rivarossi-memory.it/Tecnica/Motori_Civelli/Motori_Civelli.htm Alessandro Civelli, ''I motori dal 1960.'']</ref><ref>[http://www.miol.it/stagniweb/rr02.htm Giorgio Stagni, ''Dentro la locomotiva: un'antologia di motori Rivarossi, Lima e Roco'']</ref> (dal 1947 al 1955 tutti i modelli, i binari e la componentistica vennero prodotti anche per il sistema a [[corrente alternata]] a tre rotaie<ref>[http://www.rivarossi-memory.it/Le_Serie_Rivarossi/Le_Serie_Corrente_alternata.htm ''Le serie in corrente alternata'']</ref>, data la presenza sul mercato delle produzioni [[Märklin]] che utilizzavano il [[Trenino elettrico#Sistema a tre rotaie|sistema con binario a tre rotaie alimentato a corrente alternata]].)
* 1947-1950: brevetto di un gancio telecomandabile (poi non entrato in produzione<ref group=Nota>L'idea fu ripresa all'inizio degli anni Sessanta ([http://www.rivarossi-memory.it/Cataloghi_pubblicati/Catalogo_1962_Nov/Catalogo_1962_Nov.htm ''Catalogo novità 1962'', Como, Rivarossi, 1962, p. 11]), in concomitanza con lo sviluppo dei progetti dei nuovi ganci "con presganciatore" e dello "sganciatore elettromagnetico", entrati effettivamente in produzione nel 1965 ([http://www.rivarossi-memory.it/Cataloghi_pubblicati/Catalogo_1965-66/Catalogo_1965-66.htm ''Catalogo di vendita 1965-66'', Como, Rivarossi, 1965, p. 44-45]).</ref>).
* 1951-1958: brevetto per l'utilizzo di micromolle per i [[Carrello (ferrovia)|carrelli]].
* 1951-1958: brevetto dei soffietti di intercomunicazione in gomma.
* 1956-1960: brevetto di un sistema di blocco automatico con controllo dei [[Segnalamento ferroviario|segnali]].
* 1956-1960: brevetto di [[Asse (meccanica)|assi]] con punte coniche e sedi di rotazione coniche.
* 1966-1970: brevetto di diffusore in plastica trasparente per l'illuminazione interna delle [[Carrozza ferroviaria|carrozze]].
* 1966-1970: brevetto di trasmissione del moto a tutti gli assi, azionata da un solo motore, per i modelli di locomotive articolate.
* 1971-1975: brevetto di un dispositivo elettronico per la generazione dei suoni delle locomotive.
* 1976-1980: brevetto di un dispositivo elettronico per l'illuminazione interna dei modelli con intensità costante.
* 1976-1980: brevetto di un dispositivo per la generazione elettronica dei suoni delle locomotive caratterizzati per tipo.
* 1981-1985: brevetto della carenatura mobile dei carrelli, che ne consente l'inscrizione anche in curve di raggio minimo senza semplificazioni della riproduzione.
* 1986-1990: brevetto del ''S-Drive'': nuovo tipo di trasmissione del moto, alternativa alla vite senza fine e con generazione dell'inerzia di frenatura (alternativa alla trasmissione con volano).
 
Va citato fra le innovazioni anche il gancio, studiato dall'azienda per non dovere pagare i diritti di brevetto ad altre ditte, che negli anni Sessanta fu perfezionato per consentire un maggiore realismo delle manovre.<ref>[http://www.rivarossi-memory.it/Tecnica/Ganci_RR/Ganci_RR.htm Giorgio Vassallo Paleologo, ''L'evoluzione dei ganci Rivarossi''].</ref><ref>Cfr. il [http://www.rivarossi-memory.it/Cataloghi_pubblicati/Catalogo_1965-66/Catalogo_1965-66.htm ''Catalogo generale di vendita 1965-66'', Como, Rivarossi, 1965, pp. 44-45] e il [http://www.rivarossi-memory.it/Cataloghi_pubblicati/Ricambi_1966/Ricambi_1966.htm ''Catalogo delle parti di ricambio 1966'', Como, Rivarossi, 1966, p. 92].</ref>
Un punto di forza delle politiche aziendali fu la vendita al pubblico di tutte le parti di ricambio<ref>I cataloghi di vendita comprendevano anche gli elementi costitutivi degli alimentatori , dei binari e degli scambi: [http://www.rivarossi-memory.it/Ricambi/Ricambi_Trasformatori.htm][http://www.rivarossi-memory.it/Ricambi/Ricambi_Minuterie.htm][http://www.rivarossi-memory.it/Cataloghi_pubblicati/Ricambi_1954/Ricambi_1954.htm]</ref>, descritte in appositi cataloghi anch’essi offerti in vendita. Generazioni di fermodellisti hanno iniziato a costruire modelli assenti dal mercato grazie a quella disponibilità<ref>Alessandro Rossi voleva garantire la possibilità di costruire integralmente le locomotive partendo dai ricambi, possibilità sfruttata dai dettaglianti per offrire ai collezionisti modelli ormai fuori catalogo. Cf [http://www.ferramatori.it/forum/viewtopic.php?f=53&t=2255&sid=daa1b30435b7c6a13ca4f5e7f2326f04].</ref>, e ''HO Rivarossi'' promuoveva la loro attività con le sue rubriche "Diamoci da fare" e "I nostri lettori all'opera".
Nel panorama fermodellistico internazionale questa politica aziendale aveva pochi precedenti<ref>
[http://www.rivarossi-memory.it/Ricambi/Catalogo_Ricambi.htm ''I cataloghi parti staccate e parti di ricambio'']</ref><ref>[http://www.ferramatori.it/forum/viewtopic.php?f=53&t=483 ''Ricambi e divulgazione'']</ref>.
 
=== Innovazioni non commercializzate ===
Vanno citati anche gli studi, stimolati dalla presenza sul mercato di analoghi dispositivi di altre ditte europee<ref group=Nota>I cataloghi di vendita del 1950 presentavano due locomotive dotate di dispositivi per l'emissione ''continua'' del fumo, analoghi a quelli della ditta tedesca Seuthe: cfr. [http://www.ferramatori.it/forum/viewtopic.php?f=53&t=738 ''Il fumo delle vaporiere'']</ref> e statunitensi e datati al 1962 circa, di dispositivi pneumatici ad azionamento meccanico che avrebbero consentito l'emissione del fumo dal camino delle [[locomotive a vapore]] sincronizzandola con la velocità e generando quindi una riproduzione realistica dei "colpi di scappamento".<ref>''Suono, fumo e... odore'', in ''I treni'', 15 (1994), n. 148, p. 54-56</ref><ref>{{Cita web |url=http://www.rivarossi-memory.it/Tecnica/Rivarossi_e_il_Fumo.htm |titolo=Marco Claudio Pardini, ''Il fumo delle vaporiere'' |accesso=28 ottobre 2010 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20101109004624/http://www.rivarossi-memory.it/Tecnica/Rivarossi_e_il_Fumo.htm |dataarchivio=9 novembre 2010 |urlmorto=sì }}</ref><ref>[http://www.ferramatori.it/forum/viewtopic.php?f=53&t=738 ''Il fumo delle vaporiere'']</ref><ref>[http://www.rivarossi-memory.it/Revell/Revell.htm Gianni Carrara, ''Rivarossi e Revell''] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20101109004604/http://www.rivarossi-memory.it/Revell/Revell.htm |data=9 novembre 2010 }}</ref>
===I brevetti===
[[File:E.424 Rivarossi 1a80.jpg|thumb|right|Modello della locomotiva FS E.424 "Serie Rossa" a corrente continua]]
Durante la sua attività, la Rivarossi ha introdotto diverse innovazioni, alcune delle quali brevettate, poi seguite anche dalle principali industrie di modellismo italiane e straniere. Si possono citare le principali:<ref>[http://www.rivarossi-memory.it/Cataloghi_pubblicati/Catalogo_1995/Catalogo_1995.htm Rivarossi 50°. Catalogo generale di vendita 1995, Como, Rivarossi, 1995, p. 3]</ref><ref name="ReferenceA">[http://www.rivarossi-memory.it/Cataloghi_pubblicati/50_anni_modellismo/50_anni_generale.htm Rivarossi. 50 anni di modellismo ferroviario, Como, Rivarossi, 1995]</ref><ref>[http://www.rivarossi-memory.it/Cataloghi_pubblicati/Catalogo_Un_Treno_Lungo_50/Un_Treno_Lungo_50.htm Catalogo della mostra ''Un trenino lungo 50 anni'', Milano, Museo nazionale della scienza e della tecnologia "Leonardo da Vinci", 1995]</ref><ref>[http://www.rivarossi-memory.it/Tecnica/Brevetti_USA/Brevetti_USA.htm Claudio Granata, ''Brevetti USA''.]</ref>
 
== Produzione ==
* [[1946]]: utilizzo di materiali [[plastica|plastici]] per le carrozzerie e altre parti dei modelli. Precedentemente tutti i costruttori utilizzavano il [[metallo]], con la pressofusione o il lamierino tranciato<ref>ACu [Aldo Cuneo], Perché i treni elettrici 10 anni fa costavano di più, in ''HO Rivarossi'', 3 (1957), n. 18, p. 32-33</ref>
=== Un cinquantennio di produzione ===
* [[1947]]: introduzione, fra le prime ditte in Europa e nel Mondo, del sistema in [[corrente continua]] a due [[rotaia|rotaie]]<ref>[http://www.clamfer.it/03_modellismo/01_Treni/Motori%20RR/Motori%20RR.htm Antonio Gamboni, ''I motori Rivarossi. 1946-1960'']</ref><ref>[http://www.miol.it/stagniweb/rr02.htm Giorgio Stagni, ''Dentro la locomotiva: un'antologia di motori Rivarossi, Lima e Roco'']</ref>(dal [[1947]] al [[1955]] tutti i modelli, i binari e la componentistica vennero prodotti anche per il sistema a [[corrente alternata]] a tre rotaie<ref>[http://www.rivarossi-memory.it/Le_Serie_Rivarossi/Le_Serie_Corrente_alternata.htm ''Le serie in corrente alternata'']</ref>)
Il catalogo storico ufficiale del cinquantenario elenca 3568 locomotive, carri e carrozze in [[Scala H0|H0]], 712 in [[Scala N|N]] e 139 in [[Scala 0|0]].<ref name="ReferenceA"/><ref>[http://www.ferramatori.it/forum/viewtopic.php?f=53&t=997&sid=4a95d03623f4ed53bc5431df9ea737d3 ''Prototipi inusuali'': testimonianze sui criteri di scelta e di progetto]</ref><ref>{{Cita web | url= http://www.clamfer.it/03_Modellismo/01_Treni/Rivarossi/Rivarossi.htm | titolo= La produzione Rivarossi tra Rossi, Verdi e rr | accesso= 1º marzo 2023 | urlarchivio= https://archive.is/20120729121753/http://www.clamfer.it/03_Modellismo/01_Treni/Rivarossi/Rivarossi.htm | dataarchivio= 29 luglio 2012 | urlmorto= sì }}</ref>
* [[1947]]-[[1950]]: brevetto di un [[gancio]] telecomandabile (poi non entrato in produzione<ref>''Rivarossi. Catalogo novità 1962, Como, Rivarossi, 1962, p. 11</ref>).
* [[1951]]-[[1958]]: brevetto per l'utilizzo di micromolle per i [[Carrello (ferrovia)|carrelli]].
* [[1951]]-[[1958]]: brevetto dei soffietti di intercomunicazione in gomma.
* [[1956]]-[[1960]]: brevetto di un sistema di blocco automatico con controllo dei [[Segnalamento ferroviario|segnali]].
* [[1956]]-[[1960]]: brevetto di [[assi]] con punte coniche e sedi di rotazione coniche.
* [[1966]]-[[1970]]: brevetto di diffusore in plastica trasparente per l'illuminazione interna delle [[Carrozza ferroviaria|carrozze]].
* [[1966]]-[[1970]]: brevetto di trasmissione del moto a tutti gli assi, azionata da un solo motore, per i modelli di locomotive articolate.
* [[1971]]-[[1975]]: brevetto di un dispositivo elettronico per la generazione dei suoni delle locomotive.
* [[1976]]-[[1980]]: brevetto di un dispositivo elettronico per l'illuminazione interna dei modelli con intensità costante.
* [[1976]]-[[1980]]: brevetto di un dispositivo per la generazione elettronica dei suoni delle locomotive caratterizzati per tipo.
* [[1981]]-[[1985]]: brevetto della carenatura mobile dei carrelli, che ne consente l'inscrizione anche in curve di raggio minimo senza semplificazioni della riproduzione.
* [[1986]]-[[1990]]: brevetto del ''S-Drive'': nuovo tipo di trasmissione del moto, alternativa alla vite senza fine e con generazione dell'inerzia di frenatura (alternativa alla trasmissione con volano).
 
Fin dal 1947, oltre alle linee produttive di modelli alimentati a corrente continua per il sistema a due rotaie vengono prodotti anche modelli per il sistema a corrente alternata a tre rotaie introdotto e diffuso dalla [[Märklin]].<ref>[http://www.rivarossi-memory.it/Le_Serie_Rivarossi/Le_Serie_Corrente_alternata.htm ''Le serie in corrente alternata.'']</ref><ref>[http://www.rivarossi-memory.it/Le_Serie_Rivarossi/Le_Serie_Rivarossi.htm Giorgio Giuliani, ''Le serie produttive di Rivarossi''].</ref><ref group="Nota">Il modello della locomotiva FS E.424 prodotto dal 1962 per il sistema a tre rotaie a corrente alternata fu una risposta commerciale all'analogo modello della Märklin, che era entrato in produzione nel 1960. Cfr. ''Catalogo generale di vendita 1962-63'', Como, Rivarossi, 1962, p. 15 [http://www.rivarossi-memory.it/Cataloghi_pubblicati/Catalogo_1962-63/Catalogo_1962-63.htm], Luigi Voltan, Benedetto Sabatini, ''E 424 in scala, avanti tutti'', in ''Tutto treno'', 17 (2006), n. 199, p. 66, Giorgio Stagni, ''Le tradizionali locomotive Märklin: come sono fatte'' [http://www.miol.it/stagniweb/maerk50.htm].</ref>
Va citato fra le innovazioni anche il gancio, studiato dall’azienda per non dovere pagare i diritti di brevetto ad altre ditte, che negli anni Sessanta fu perfezionato per consentire un maggiore realismo delle manovre.<ref>Cf il [http://www.rivarossi-memory.it/Cataloghi_pubblicati/Catalogo_1965-66/Catalogo_1965-66.htm ''Catalogo generale di vendita 1965-66'', Como, Rivarossi, 1965, pp. 44-45] e il [http://www.rivarossi-memory.it/Cataloghi_pubblicati/Ricambi_1966/Ricambi_1966.htm ''Catalogo delle parti di ricambio 1966'', Como, Rivarossi, 1966, p. 92].</ref>
 
Inoltre, fin dal 1948, vengono prodotti modelli semplificati di prezzo più accessibile al consumatore medio, con l'obiettivo di allargare il mercato.<ref group=Nota>I prezzi al pubblico sono desumibili dai listini e dai cataloghi: cfr. [http://www.rivarossi-memory.it/Cataloghi_pubblicati/Listini/Listini.htm ''Listini prezzi''].</ref> Apparsi in varie "serie" ("Standard 48", ""rr", "Junior") sono rimaste in catalogo fino agli anni Novanta, quando i mutati gusti dei consumatori più giovani e l'evoluzione del fermodellismo indussero la dirigenza aziendale a concentrarsi solo su prodotti di "fascia alta", destinati a un mercato via via più esigente e che tendeva ad abbandonare il fermodellismo per il collezionismo statico.<ref>[http://www.rivarossi-memory.it/Cataloghi_pubblicati/Catalogo_1947/Catalogo_1947.htm ''Catalogo generale di vendita 1947'', Como, Rivarossi, 1947, p. 2.]</ref><ref>[http://www.rivarossi-memory.it/Le_Serie_Rivarossi/Le_Serie_Economiche.htm Le serie economiche.]</ref><ref group=Nota>La Lima, che baserà il suo successo commerciale sulla grande economicità dei suoi modelli, fatto che la porterà a essere la più grande ditta produttrice del mondo, inizierà la produzione nel 1958.</ref>
===Innovazioni non commercializzate===
Vanno citati anche gli studi, stimolati dalla presenza sul mercato di analoghi dispositivi di altre ditte europee<ref>I cataloghi di vendita del 1950 presentavano due locomotive dotate di dispositivi per l'emissione ''continua'' del fumo, analoghi a quelli della ditta tedesca Seuthe: cf [http://www.ferramatori.it/forum/viewtopic.php?f=53&t=738 ''Il fumo delle vaporiere'']</ref> e statunitensi e datati al [[1962]] circa, di dispositivi pneumatici ad azionamento meccanico che avrebbero consentito l'emissione del fumo dal camino delle [[locomotive a vapore]] sincronizzandola con la velocità e generando quindi una riproduzione realistica dei "colpi di scappamento"<ref>''Suono, fumo e... odore'', in ''I treni'', 15 (1994), n. 148, p. 54-56</ref><ref>[http://www.rivarossi-memory.it/Tecnica/Rivarossi_e_il_Fumo.htm Marco Claudio Pardini, ''Il fumo delle vaporiere'']</ref><ref>[http://www.ferramatori.it/forum/viewtopic.php?f=53&t=738 ''Il fumo delle vaporiere'']</ref><ref>[http://www.rivarossi-memory.it/Revell/Revell.htm Gianni Carrara, ''Rivarossi e Revell'']</ref>.
 
Fin dall'inizio offrirà molti prodotti in scatola di montaggio, a prezzi più bassi di quelli dei modelli già montati.<ref group="Nota">Nel 1962 il modello da montare della locomotiva a vapore FS 740 costava 7.600 lire contro le 11.500 lire del modello montato. Cfr. ''Catalogo generale di vendita 1962-63'', Como, Rivarossi, 1962, pp. 9 e 55 [http://www.rivarossi-memory.it/Cataloghi_pubblicati/Catalogo_1962-63/Catalogo_1962-63.htm].</ref> Dal 1962 tale linea confluirà in una "serie" avente una sua caratterizzazione d'immagine, che scomparirà solo negli anni Novanta.<ref>[http://www.rivarossi-memory.it/Le_Serie_Rivarossi/Le_Serie_Economiche.htm#Trenhobby La Serie ''TrenHObby''.]</ref><ref group="Nota">Il ''Catalogo generale di vendita 1990'', Como, Rivarossi, 1990, alle pp. 73-76 presenta i modelli della Serie TrenHObby, con una drastica riduzione dell'offerta rispetto ai cataloghi precedenti pur in presenza di alcune novità. Cfr. [http://www.rivarossi-memory.it/Cataloghi_pubblicati/Catalogo_1990/Catalogo_1990.htm].</ref>
==Produzione==
===Un cinquantennio di produzione===
Il catalogo storico ufficiale del cinquantenario elenca 3568 locomotive, carri e carrozze in [[Scala H0|H0]], 712 in [[Scala N|N]] e 139 in [[Scala 0|0]]<ref name="ReferenceA"/><ref>[http://www.ferramatori.it/forum/viewtopic.php?f=53&t=997&sid=4a95d03623f4ed53bc5431df9ea737d3 ''Prototipi inusuali'': testimonianze sui criteri di scelta e di progetto]</ref><ref>[http://www.clamfer.it/03_Modellismo/01_Treni/Rivarossi/Rivarossi.htm ''La produzione Rivarossi tra Rossi, Verdi e rr'']</ref>.
 
=== Il mercato italiano ===
Fin dal [[1950]], oltre alle linee produttive di modelli alimentati a corrente continua per il sistema a due rotaie vengono prodotti anche modelli per il sistema a corrente alternata a tre rotaie introdotto e diffuso dalla [[Märklin]] <ref>[http://www.rivarossi-memory.it/Le_Serie_Rivarossi/Le_Serie_Rivarossi.htm Giorgio Giuliani, ''Le serie produttive di Rivarossi''].</ref><ref>Il modello della locomotiva FS E.424 prodotto dal 1962 per il sistema a tre rotaie a corrente alternata fu una risposta commerciale all'analogo modello della Märklin, che era entrato in produzione nel [[1960]]. Cf ''Catalogo generale di vendita 1962-63'', Como, Rivarossi, 1962, p. 15 [http://www.rivarossi-memory.it/Cataloghi_pubblicati/Catalogo_1962-63/Catalogo_1962-63.htm], Luigi Voltan, Benedetto Sabatini, ''E 424 in scala, avanti tutti'', in ''Tutto treno'', 17 (2006), n. 199, p. 66, Giorgio Stagni, ''Le tradizionali locomotive Märklin: come sono fatte'' [http://www.miol.it/stagniweb/maerk50.htm].</ref>.
Tra i modelli significativi prodotti per il mercato italiano si possono ricordare quello dell'[[Locomotiva Gruppo 835|835]], prodotta dal 1954 al 1965 e prima riproduzione realistica<ref group=Nota>Fu preceduta, dal 1950, da una riproduzione in scala HO della [[Locomotiva FS 691|691 FS]] prodotta in collaborazione con la ditta Cos.Mo. di Milano, e da una riproduzione in scala O della [[Locomotiva FS 685|685 FS]] (fonte: [http://www.rivarossi-memory.it/Cataloghi_pubblicati/Catalogo_1950/Catalogo_1950.htm Rivarossi, ''Catalogo generale di vendita 1950'', Como, Rivarossi, 1949, pp. 6 B, 10 B, 10 R, 15 R, 5 V]). A esse fece seguito, dal 1952, l'"italianizzazione", in scala HO, del modello di una locomotiva della Southern Pacific (fonte: [http://www.rivarossi-memory.it/Cataloghi_pubblicati/Catalogo_1952/Catalogo_1952.htm Rivarossi,''Catalogo generale di vendita 1952'', Como, Rivarossi, 1951, pp. 10 B, 12 R]).</ref> di una [[locomotiva a vapore]] [[Ferrovie dello Stato Italiane|FS]]<ref>[http://www.clamfer.it/03_Modellismo/01_Treni/RR_835/RR_835.htm Antonio Gamboni, ''Le mie 835 FS''] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20110104220818/http://www.clamfer.it/03_Modellismo/01_Treni/RR_835/RR_835.htm |data=4 gennaio 2011 }}</ref><ref>[http://www.rivarossi-memory.it/Riva_Loco_Italiane/Riva_Gr_835.htm ''Locomotiva a Vapore 0-3-0 Gr. 835'']</ref><ref>[http://www.rivarossi-memory.it/Cataloghi_pubblicati/Catalogo_1954/Catalogo_1954.htm Catalogo generale di vendita 1954, Como, Rivarossi, 1954, p. 10]</ref><ref>[http://www.ferramatori.it/forum/viewtopic.php?f=53&t=563&sid=71863381717521d44d75b1369d1ee216 ''La martoriata storia della Gr. 835'']</ref><ref group=Nota>Nel primo fascicolo di ''H0 Rivarossi'', datato aprile 1954, il disegno tecnico che a partire dal primo numero occupò le pagine centrali (in questo caso le pp. 8-9) è quello del modello della 835 di cui si annunciava prossima la distribuzione ai negozi quale novità dell'anno, tanto montata quanto in scatola di montaggio.</ref>; quello della [[Locomotiva FS E.626|E.626 FS]], prodotta dal 1948 al 1955, con una ripresa "per collezionisti" nel 1959-1960<ref>{{Cita web | url= http://www.rivarossi-memory.it/Riva_Loco_Italiane/626/E_626_Rivarossi.pdf | titolo= E.626 Rivarossi | autore= Andrea F. Ferrari | accesso= 1º marzo 2023 | urlarchivio= https://web.archive.org/web/20160304212408/http://www.rivarossi-memory.it/Riva_Loco_Italiane/626/Riva_FS_E_626_Evoluzione.htm | dataarchivio= 4 marzo 2016 | urlmorto= sì }}</ref><ref>[http://www.rivarossi-memory.it/Riva_Loco_Italiane/626/Riva_FS_E_626_Evoluzione.htm Andrea F. Ferrari, ''Evoluzione della locomotiva elettrica FS E.626'']</ref><ref>[http://www.rivarossi-memory.it/Cataloghi_pubblicati/Catalogo_Collezionisti_1959/Catalogo_Collezionisti_1959.htm ''Catalogo per collezionisti 1959'', Como, Rivarossi, 1959, pp. n. num.]</ref><ref>Erminio Mascherpa, ''Locomotive da battaglia. Storia del Gruppo E.626'', Salò, Editrice Trasporti su Rotaie, 1981, pp. 117-119</ref><ref group=Nota>Nel 1980 l'immissione sul mercato da parte della [[Roco]] di un modello di quella macchina completamente nuovo, in scala HO esatta e ai livelli qualitativi correnti determinò l'inizio del periodo "contemporaneo" del fermodellismo in Italia: cfr. Benedetto Sabatini, Luigi Voltan, ''Rivoluzione dopo rivoluzione. Le E 626 nel modellismo'', in ''Tutto treno'', 17 (2005), n. 188, pp. 62-71. Il primo modello italiano Rivarossi in scala esatta fu quello della [[Locomotiva FS E.321|locomotiva FS E.321 e rimorchio E.322]]: cfr. ''Prove e misure. Locomotive FS E.321 ed E.322'', in ''I treni oggi'', 7 (1986), n. 63, p. 48-51; [http://www.rivarossi-memory.it/Riva_Loco_Italiane/Riva_FS_E_321.htm ''Locomotive elettriche FS E.321 ed E.322'']</ref>; le varie versioni del modello della [[Locomotiva FS E.424|E.424 FS]], prodotte dal 1952<ref group=Nota>Vari elementi dimostrano che i prototipi, eseguiti in metallo e non in plastica e forse commercializzati, risalirebbero al 1950. Cfr. {{Cita web | url= http://www.rivarossi-memory.it/Riva_Loco_Italiane/424/E%20424%20Rivarossi%20tra%20prototipi%20e%20preserie.pdf | titolo= Prototipo E.424 Rivarossi | autore= Andrea Ferruccio Ferrari | accesso= 1º marzo 2023 | urlarchivio= https://web.archive.org/web/20160406224514/http://www.rivarossi-memory.it/Libri/Libro_Ferrari/Libro_Ferrari.htm | dataarchivio= 6 aprile 2016 | urlmorto= sì }}</ref> senza interruzione e con continui miglioramenti<ref>''Prove e confronti. Quattro E.424. Lima, Rivarossi, Bettiart, Märklin'', in ''I treni oggi'', 2 (1981), n. 10, p. 38-44</ref><ref>Luigi Voltan, Benedetto Sabatini, ''E 424 in scala, avanti tutti'', in ''Tutto treno'', 17 (2006), n. 199, p. 64-73</ref><ref>[http://www.ferramatori.it/forum/viewtopic.php?f=53&t=815&st=0&sk=t&sd=a&start=0 E 424 Rivarossi 1:80]</ref>; e quelli delle [[Locomotiva FS E.428|E.428 FS]], la cui riproduzione della prima serie (E.428.001-096), entrata in produzione nel 1966, sosteneva ancora egregiamente il giudizio tecnico nel 1982.<ref>''Prove e misure. Locomotiva FS E.428. Rivarossi HO'', in ''I treni oggi'', 3 (1982), n. 22, p. 48-51</ref><ref>Luigi Voltan, ''Giganti in scala, una lunga storia'', in ''Tutto treno'', 14 (2002), n. 155, pp. 65-70.</ref><ref group=Nota>Negli anni Sessanta una ditta veneta, Favero, produsse un modello delle macchine di terza serie (E.428.123-203) con parti meccaniche ed elettriche di propria ideazione ma cassa riproducente quella della Rivarossi, anche negli errori. La Rivarossi intentò causa per violazione della proprietà industriale e la vinse: [http://www.ferramatori.it/forum/viewtopic.php?f=85&t=1082 Treni Favero H0]</ref>
 
=== Il mercato statunitense ===
Inoltre, fin dal [[1948]], vengono prodotti modelli semplificati di prezzo più accessibile al consumatore medio, con l'obiettivo di allargare il mercato<ref>La Lima, che baserà il suo successo commerciale sulla grande economicità dei suoi modelli, fatto che la porterà a essere la più grande ditta produttrice del mondo, inizierà la produzione nel [[1958]].</ref>
Il mercato statunitense apprezzò molto i modelli delle gigantesche locomotive a vapore articolate come la [[Union Pacific Big Boy|Big Boy]] dell'[[Union Pacific Railroad]], in produzione dal 1967, mai uscita dal catalogo e prodotta in quasi un milione di esemplari<ref name="Giorgio Giuliani 2007 p. 48-55"/><ref name="RivarossiRotasperti" /><ref>''Prove e misure. Locomotiva UP 4000 "Big Boy". Rivarossi HO'', in ''I treni'', 17 (1996), n. 175, p. 40-43</ref>, e H-8 ''Allegheny'' della [[CSX Transportation|Chesapeake & Ohio]], che era stata scelta dall'autorevole rivista statunitense ''Model railroader'' quale miglior "Locomotiva dell'anno 2001" e miglior "Prodotto del settore fermodellistico dell'anno 2001".<ref group=Nota>Il prototipo del modello era stato scelto come risposta aziendale alle sfide di altre aziende straniere che, profittando della crisi della Rivarossi, avevano iniziato a produrre modelli delle grandi locomotive a vapore statunitensi da anni cavalli di battaglia della ditta lombarda (Y3 di LifeLike/Roco, [[Union Pacific Big Boy|Big Boy]] di [[Märklin]]). Cfr. ''Rivarossi ultima ora!'', in ''Tutto treno'', 13 (2001), n. 139, p. 40.</ref><ref>''Prove e misure. Locomotiva 'Allegheny'. Rivarossi HO'', in ''I treni'', 23 (2002), n. 240, p. 39-43</ref><ref>Emilio Ganzerla, ''"Allegheny" di Rivarossi'', in ''Mondo ferroviario'', 17 (2002), n. 192, pp. 48-51.</ref><ref group="Nota">In quello stesso anno la ditta fu premiata anche dalla [[Federazione italiana modellisti ferroviari e amici della ferrovia]] per il modello della [[Locomotiva FS E.402B|locomotiva FS E.402 B]], e dalla rivista olandese ''Rail hobby'' per quello della [[locomotiva NS mDDM]]. Cfr. ''Insieme per crescere. Il nuovo Gruppo fermodellistico italiano della LIMA S.p.A.'', in ''Mondo ferroviario'', 17 (2002), n. 192, pp. 46.</ref> Da ricordare anche i primi modelli di locomotive a vapore statunitensi: la ''0-4-0T Dockside'' tipo C16 Baltimore & Ohio<ref name="HO Rivarossi, 8 1961 pp. 8-11">''American railroading'', in ''HO Rivarossi'', 8 (1961), n. 45, pp. 8-11</ref><ref>[http://www.northeast.railfan.net/bo_steam1.html B&O Steam Roster. Class A_D]</ref>, prodotta dal 1948 al 1977 e venduta in "decine di migliaia" di unità per i mercati italiano e statunitense<ref name="HO Rivarossi, 8 1961 pp. 8-11"/><ref>[http://www.rivarossi-memory.it/Riva_Loco_Americane/Riva_Dockside.htm Giorgio Giuliani, ''L'evoluzione della Dockside'']</ref><ref>[http://www.ferramatori.it/forum/viewtopic.php?f=53&t=480&sid=35feb4d5bc174d43376ee8f1e19c8d2d ''Spy stories'']</ref>, l'"Atlantic" della [[Southern Pacific]]<ref>[http://www.rivarossi-memory.it/Riva_Loco_Americane/Riva_Atlantic.htm ''Locomotiva a Vapore 4-4-2 Atlantic. Evoluzione del modello'']</ref> dalla cui "italianizzazione" fu ricavata la prima locomotiva a vapore italiana<ref>[http://www.rivarossi-memory.it/Riva_Loco_Italiane/Riva_FS_2-2-1.htm Locomotiva a vapore FS 2-2-1]</ref> e la macchina del treno [[Hiawatha]], classe A della [[Chicago, Milwaukee, St. Paul and Pacific Railroad|Milwaukee Road]], che sul mercato dell'antiquariato raggiunse quotazioni eccezionali.<ref>[http://www.rivarossi-memory.it/Riva_Loco_Americane/Riva_Atalntic_Carenata.htm Locomotiva a Vapore Atlantic 4-4-2 Carenata "Hiawatha"].</ref><ref>Cfr. il [http://www.rivarossi-memory.it/Cataloghi_pubblicati/Catalogo_1995/Catalogo_1995.htm ''Rivarossi 50°.Catalogo generale di vendita 1995'', Como, Rivarossi, 1995, p. 3] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20121231183248/http://www.rivarossi-memory.it/Cataloghi_pubblicati/Catalogo_1995/Catalogo_1995.htm |data=31 dicembre 2012 }}.</ref>
 
=== Il mercato tedesco ===
Fin dall'inizio offrirà molti prodotti in scatola di montaggio, a prezzi più bassi di quelli dei modelli già montati<ref>Nel 1962 il modello da montare della locomotiva a vapore FS 740 costava 7.600 lire contro le 11.500 lire del modello montato. Cf ''Catalogo generale di vendita 1962-63'', Como, Rivarossi, 1962, pp. 9 e 55 [http://www.rivarossi-memory.it/Cataloghi_pubblicati/Catalogo_1962-63/Catalogo_1962-63.htm ].</ref>. Dal [[1962]] tale linea confluirà in una "serie" avente una sua caratterizzazione d'immagine, che scomparirà solo negli anni Novanta<ref>[http://www.rivarossi-memory.it/Le_Serie_Rivarossi/Le_Serie_Economiche.htm#Trenhobby La Serie ''TrenHObby''.]</ref><ref>Il ''Catalogo generale di vendita 1990'', Como, Rivarossi, 1990, alle pp. 73-76 presenta i modelli della Serie TrenHObby, con una drastica riduzione dell'offerta rispetto ai cataloghi precedenti pur in presenza di alcune novità. Cf [http://www.rivarossi-memory.it/Cataloghi_pubblicati/Catalogo_1990/Catalogo_1990.htm].</ref>
Una volta cessata la collaborazione con la Trix la Rivarossi iniziò autonomamente a sviluppare progetti per il mercato tedesco.
===Il mercato italiano===
Tra i modelli significativi prodotti per il mercato italiano si possono ricordare quello dell'[[Locomotiva Gruppo 835|835]], prodotta dal [[1954]] al [[1965]] e prima riproduzione realistica di una [[locomotiva a vapore]] [[FS]]<ref>[http://www.clamfer.it/03_Modellismo/01_Treni/RR_835/RR_835.htm Antonio Gamboni, ''Le mie 835 FS'']</ref><ref>[http://www.rivarossi-memory.it/Riva_Loco_Italiane/Riva_Gr_835.htm ''Locomotiva a Vapore 0-3-0 Gr. 835'']</ref><ref>[http://www.rivarossi-memory.it/Cataloghi_pubblicati/Catalogo_1954/Catalogo_1954.htm Catalogo generale di vendita 1954, Como, Rivarossi, 1954, p. 10]</ref><ref>[http://www.ferramatori.it/forum/viewtopic.php?f=53&t=563&sid=71863381717521d44d75b1369d1ee216 ''La martoriata storia della Gr. 835'']</ref>; quello della [[Locomotiva FS E.626|E.626 FS]], prodotta dal 1948 al [[1955]], con una ripresa "per collezionisti" nel [[1959]]-[[1960]]<ref>[http://www.rivarossi-memory.it/Riva_Loco_Italiane/626/Riva_FS_E_626_Evoluzione.htm Andrea F. Ferrari, ''Evoluzione della locomotiva elettrica FS E.626'']</ref><ref>[http://www.rivarossi-memory.it/Cataloghi_pubblicati/Catalogo_Collezionisti_1959/Catalogo_Collezionisti_1959.htm ''Catalogo per collezionisti 1959'', Como, Rivarossi, 1959, pp. n. num.]</ref><ref>Erminio Mascherpa, ''Locomotive da battaglia. Storia del Gruppo E.626'', Salò, Editrice Trasporti su Rotaie, 1981, pp. 117-119</ref><ref>Nel 1980 l'immissione sul mercato da parte della [[Roco]] di un modello di quella macchina completamente nuovo, in scala HO esatta e ai livelli qualitativi correnti determinò l'inizio del periodo "contemporaneo" del fermodellismo in Italia: cf Benedetto Sabatini, Luigi Voltan, ''Rivoluzione dopo rivoluzione. Le E 626 nel modellismo'', in ''Tutto treno'', 17 (2005), n. 188, pp. 62-71. Il primo modello italiano Rivarossi in scala esatta fu quello della [[Locomotiva FS E.321|locomotiva FS E.321 e rimorchio E.322]]: cf ''Prove e misure. Locomotive FS E.321 ed E.322'', in ''I treni oggi'', 7 (1986), n. 63, p. 48-51; [http://www.rivarossi-memory.it/Riva_Loco_Italiane/Riva_FS_E_321.htm ''Locomotive elettriche FS E.321 ed E.322]</ref>; le varie versioni del modello della [[Locomotiva FS E.424|E.424 FS]], prodotte dal [[1952]] senza interruzione e con continui miglioramenti<ref>''Prove e confronti. Quattro E.424. Lima, Rivarossi, Bettiart, Märklin'', in ''I treni oggi'', 2 (1981), n. 10, p. 38-44</ref><ref>Luigi Voltan, Benedetto Sabatini, ''E 424 in scala, avanti tutti'', in ''Tutto treno'', 17 (2006), n. 199, p. 64-73</ref><ref>[http://www.ferramatori.it/forum/viewtopic.php?f=53&t=815&st=0&sk=t&sd=a&start=0 E 424 Rivarossi 1:80]</ref>; e quelli delle [[Locomotiva FS E.428|E.428 FS]], la cui riproduzione della prima serie (E.428.001-096), entrata in produzione nel [[1966]], sosteneva ancora egregiamente il giudizio tecnico nel [[1982]]<ref>''Prove e misure. Locomotiva FS E.428. Rivarossi HO'', in ''I treni oggi'', 3 (1982), n. 22, p. 48-51</ref><ref>Luigi Voltan, ''Giganti in scala, una lunga storia'', in ''Tutto treno'', 14 (2002), n. 155, pp. 65-70.</ref><ref>Negli anni Sessanta una ditta veneta, Favero, produsse un modello delle macchine di terza serie (E.428.123-203) con parti meccaniche ed elettriche di propria ideazione ma cassa riproducente quella della Rivarossi, anche negli errori. La Rivarossi intentò causa per violazione della proprietà industriale e la vinse: [http://www.ferramatori.it/forum/viewtopic.php?f=85&t=1082 Treni Favero H0]</ref>.
 
Tra le locomotive a vapore tedesche spiccano le articolate Gt 2x4/4 poi BR 96<ref>''Prove e misure. Locomotiva DR 96. Rivarossi HO'', in ''I treni oggi'', 2 (1981), n. 7, p. 54-56</ref> e BR 98<ref>[http://www.rivarossi-memory.it/Riva_Loco_Tedesche/D_Vapo_Br98.htm ''Locomotiva a Vapore DR Br 98 Mayer 0-2-2-0'']</ref><ref>Alessandro Casalini, ''Le articolate Mayer I TV'', in ''Mondo ferroviario-Viaggi'', 26 (2011), n. 285, pp. 46-49</ref>, la BR 77¹ giudicata "la migliore tra le locomotive a vapore da essa costruite"<ref>''Prove e misure. Locomotiva DR 77¹. Rivarossi HO'', in ''I treni oggi'', 7 (1986), n. 60, p. 48-51</ref> e la BR 59.<ref>''Prove e misure. Locomotiva K del Württemberg. Rivarossi HO'', in ''I treni'', 15 (1994), n. 144, p. 48-51</ref>
===Il mercato statunitense===
[[Immagine:RR Allegheny2.jpg|thumb|right|300px|Modello della locomotiva Chesapeake & Ohio H-8 ''Allegheny'']]
Il mercato statunitense apprezzò molto i modelli delle gigantesche locomotive a vapore articolate come la [[Union Pacific Big Boy|Big Boy]] dell'[[Union Pacific]], in produzione dal [[1967]], mai uscita dal catalogo e prodotta in quasi un milione di esemplari<ref name="Giorgio Giuliani 2007 p. 48-55"/><ref>''Prove e misure. Locomotiva UP 4000 "Big Boy". Rivarossi HO'', in ''I treni'', 17 (1996), n. 175, p. 40-43</ref><ref>[http://www.rivarossi-memory.it/Rota_Stamp/Rota_Stamp.htm Giorgio Giuliani, ''Luigi Rotasperti, stampista per Rivarossi']</ref> e H-8 ''Allegheny'' della [[CSX Transportation|Chesapeake & Ohio]], che era stata scelta dall'autorevole rivista statunitense ''Model railroader'' quale miglior "Locomotiva dell'anno 2001" e miglior "Prodotto del settore fermodellistico dell'anno 2001"<ref>Il prototipo del modello era stato scelto come risposta aziendale alle sfide di altre aziende straniere che, profittando della crisi della Rivarossi, avevano iniziato a produrre modelli delle grandi locomotive a vapore statunitensi da anni cavalli di battaglia della ditta lombarda (Y3 di LifeLike/Roco, [[Union Pacific Big Boy|Big Boy]] di [[Märklin]]). Cf ''Rivarossi ultima ora!'', in ''Tutto treno'', 13 (2001), n. 139, p. 40.</ref><ref>''Prove e misure. Locomotiva 'Allegheny'. Rivarossi HO'', in ''I treni'', 23 (2002), n. 240, p. 39-43</ref><ref>Emilio Ganzerla, ''"Allegheny" di Rivarossi'', in ''Mondo ferroviario'', 17 (2002), n. 192, pp. 48-51.</ref><ref>In quello stesso anno la ditta fu premiata anche dalla [[Federazione Italiana Modellisti Ferroviari e amici della ferrovia]] per il modello della [[Locomotiva FS E.402B|locomotiva FS E.402 B]], e dalla rivista olandese ''Rail hobby'' per quello della [[locomotiva NS mDDM]]. Cf ''Insieme per crescere. Il nuovo Gruppo fermodellistico italiano della LIMA S.p.A.'', in ''Mondo ferroviario'', 17 (2002), n. 192, pp. 46.</ref>. Da ricordare anche i primi modelli di locomotive a vapore statunitensi: la ''0-4-0T Dockside'' tipo C16 Baltimore & Ohio<ref>''American railroading'', in ''HO Rivarossi'', 8 (1961), n. 45, pp. 8-11</ref><ref>[http://www.northeast.railfan.net/bo_steam1.html B&O Steam Roster. Class A_D]</ref>, prodotta dal [[1948]] al [[1977]] e venduta in "decine di migliaia" di unità per i mercati italiano e statunitense<ref>''American railroading'', in ''HO Rivarossi'', 8 (1961), n. 45, pp. 8-11</ref><ref>[http://www.rivarossi-memory.it/Riva_Loco_Americane/Riva_Dockside.htm Giorgio Giuliani, ''L'evoluzione della Dockside'']</ref><ref>[http://www.ferramatori.it/forum/viewtopic.php?f=53&t=480&sid=35feb4d5bc174d43376ee8f1e19c8d2d ''Spy stories'']</ref>, l'"Atlantic" della [[Southern Pacific]]<ref>[http://www.rivarossi-memory.it/Riva_Loco_Americane/Riva_Atlantic.htm ''Locomotiva a Vapore 4-4-2 Atlantic. Evoluzione del modello'']</ref> dalla cui "italianizzazione" fu ricavata la prima locomotiva a vapore italiana<ref>[http://www.rivarossi-memory.it/Riva_Loco_Italiane/Riva_FS_2-2-1.htm Locomotiva a vapore FS 2-2-1]</ref> e la macchina del treno [[Hiawatha]], classe A della [[Chicago, Milwaukee, St. Paul and Pacific Railroad|Milwaukee Road]], che sul mercato dell'antiquariato raggiunse quotazioni eccezionali<ref>[http://www.rivarossi-memory.it/Riva_Loco_Americane/Riva_Atalntic_Carenata.htm Locomotiva a Vapore Atlantic 4-4-2 Carenata "Hiawatha"].</ref><ref>Cf il [http://www.rivarossi-memory.it/Cataloghi_pubblicati/Catalogo_1995/Catalogo_1995.htm ''Rivarossi 50°.Catalogo generale di vendita 1995'', Como, Rivarossi, 1995, p. 3].</ref>.
 
Tra le locomotive elettriche si cita il modello della DB 118 (già E 18), che nonostante la sua età nel 1993 sosteneva ancora bene il confronto con analoghi modelli di produzione [[Märklin]] e [[Roco]].<ref>''Prove e confronti. Locomotive DB 118 (E 18). Märklin, Rivarossi, Roco HO'', in ''I treni'', 14 (1993), n. 139, p. 39-43</ref>
===Il mercato tedesco===
Una volta cessata la collaborazione con la Trix la Rivarossi iniziò autonomamente a sviluppare progetti per il mercato tedesco.
 
Tra le locomotive a vapore tedesche spiccano le articolate Gt 2x4/4 poi BR 96<ref>''Prove e misure. Locomotiva DR 96. Rivarossi HO'', in ''I treni oggi'', 2 (1981), n. 7, p. 54-56</ref> e BR 98<ref>[http://www.rivarossi-memory.it/Riva_Loco_Tedesche/D_Vapo_Br98.htm Locomotiva a Vapore DR Br 98 Mayer 0-2-2-0'']</ref><ref>Alessandro Casalini, ''Le articolate Mayer I TV'', in ''Mondo ferroviario-Viaggi'', 26 (2011), n. 285, pp. 46-49</ref>, la BR 77¹ giudicata "la migliore tra le locomotive a vapore da essa costruite"<ref>''Prove e misure. Locomotiva DR 77¹. Rivarossi HO'', in ''I treni oggi'', 7 (1986), n. 60, p. 48-51</ref> e la BR 59<ref>''Prove e misure. Locomotiva K del Württemberg. Rivarossi HO'', in ''I treni'', 15 (1994), n. 144, p. 48-51</ref>.
 
=== Modelli di prestigio ===
Tra le locomotive elettriche si cita il modello della DB 118 (già E 18), che nonostante la sua età nel [[1993]] sosteneva ancora bene il confronto con analoghi modelli di produzione [[Märklin]] e [[Roco]]<ref>''Prove e confronti. Locomotive DB 118 (E 18). Märklin, Rivarossi, Roco HO'', in ''I treni'', 14 (1993), n. 139, p. 39-43</ref>.
Da segnalare la serie "Modello H0 Oro" costituita da modelli di locomotive e carrozze scelte fra i più significativi e placcati a imitazione dell'ottone.<ref>Giuliani, ''Rivarossi'', ''op. cit.'', p. 51-52.</ref>
 
Notevoli i modelli di carrozze dei tipi costruttivi della prima metà del [[Novecento]] della [[Compagnie Internationale des Wagons-Lits]].<ref>[http://www.rivarossi-memory.it/CIWL/CIWL.htm ''CIWL - Compagnie Internationale des Wagons Lits''] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20110105184037/http://www.rivarossi-memory.it/CIWL/CIWL.htm |data=5 gennaio 2011 }}</ref>
===Modelli di prestigio===
Notevoli i modelli di carrozze dei tipi costruttivi della prima metà del [[Novecento]] della [[Compagnie Internationale des Wagons-Lits]]<ref>[http://www.rivarossi-memory.it/CIWL/CIWL.htm ''CIWL - Compagnie Internationale des Wagons Lits'']</ref>.
 
Alla fine degli anni Settanta fu avviata una linea produttiva in scala 0, denominata "Capolavori 0", di modelli prodotti completamente a mano.<ref>[http://www.rivarossi-memory.it/Rassegna_Stampa/Italmodel_02_1978/Italmodel_02_1978.htm Giovanni Cornolò, ''Locomotiva Rivarossi in scala 0. Modello PLM 231 G'', in ''Italmodel ferrovie'', 28 (1978), n. 212, pp. 128-131.]</ref>
 
=== Collaborazioni con altre ditte straniere ===
Accordi commerciali con varie ditte, tra cui quello con la tedesca Trix in base al quale la ditta tedesca commercializzò molti prodotti di quella italiana e viceversa, inserendoli nei rispettivi cataloghi, permisero all'azienda di penetrare in mercati "difficili" come quello tedesco.<ref>[http://www.rivarossi-memory.it/Trix/Rivaross_Trix.htm Rivarossi e Trix] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20101017035535/http://www.rivarossi-memory.it/Trix/Rivaross_Trix.htm |data=17 ottobre 2010 }}.</ref>
 
Fin dall'inizio la Rivarossi assunse il ruolo di importatrice per l'[[Italia]] dei prodotti di ditte specializzate, dapprima nella produzione e vendita di giocattoli generici e poi solo di prodotti per il modellismo, non solo ferroviario. Tali prodotti, per circa un ventennio, furono descritti in appositi cataloghi. Poi si ritenne sufficiente offrire direttamente i cataloghi di vendita originali.<ref>[http://www.rivarossi-memory.it/Cataloghi_pubblicati/Calaloghi_Modellisti/Catalogo_Modellisti.htm Giorgio Giuliani, ''Il catalogo per modellisti''].</ref>
 
Tale linea commerciale rispondvarispondeva alla necessità, molto sentita da parte degli acquirenti italiani, di disporre di prodotti per la costruzione di [[Plastico ferroviario|plastici]] e di [[Diorama|diorami]], e fu seguita anche, coitra marchi Modelprodottigli e Modelcartaaltri, dal pioniere italiano del settore Italo Briano. coi suoi marchi Modelprodotti e Modelcarta
 
=== Binari, accessori e componentistica ===
Interessante anche la produzione di accessori, iniziata fin dal 1947.<ref group=Nota>Dal 1950 in poi gli accessori, ma non i binari e la componentistica elettrica, erano inseriti nella "Serie Gialla". Cfr. [http://www.clamfer.it/03_Modellismo/Pagina%20Principale%20Modellismo.htm Antonio Gamboni, ''Rivarossi Serie Gialla (1950-1958)''] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20111223154651/http://www.clamfer.it/03_Modellismo/Pagina%20Principale%20Modellismo.htm |data=23 dicembre 2011 }}.</ref> Spiccano il sistema dei [[Binario ferroviario|binari]] e [[deviatoio|deviatoi]], attentamente progettato e ingegnerizzato<ref group=Nota>Presentando i nuovi deviatoi in curva e "inglese semplice" si sottolineò lo sforzo di [[progettazione]] posto alla loro base, in sintonia col diffuso prestigio di cui godeva l'innovazione tecnologica negli [[anni Sessanta]] [http://www.rivarossi-memory.it/Cataloghi_pubblicati/Catalogo_1966-67/Catalogo_1966-67.htm Catalogo generale di vendita 1966-67, Como, Rivarossi, 1966, p. 6-9]</ref>, le riproduzioni di vere [[stazione ferroviaria|stazioni]] e di veri fabbricati d'esercizio delle [[Ferrovie dello Stato Italiane|FS]]<ref>[http://www.rivarossi-memory.it/Edifici/Rivarossi_Edifici.htm Massimo Cecchetti, ''Gli edifici ferroviari di Rivarossi'']</ref><ref>''In vetrina. Le nostre stazioni'', in ''HO Rivarossi'', 11 (1965), n. 68, pp. [tel:3864-3866 3864-3866]</ref><ref>[http://www.ferramatori.it/forum/viewtopic.php?f=53&t=588 ''PLA: ma al vero esiste ancora?'']</ref> e di [[semaforo|semafori]] ad ala e fissi, collegati ai sistemi di comando della circolazione dei convogli.<ref>{{Cita web |url=http://www.rivarossi-memory.it/Sistema_RR/Sistema_RR.htm |titolo=Quirino Marignetti, ''Il Sistema Rivarossi'' |accesso=29 maggio 2010 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20100317144346/http://www.rivarossi-memory.it/Sistema_RR/Sistema_RR.htm |dataarchivio=17 marzo 2010 |urlmorto=sì }}</ref>. Anche questi componenti furono brevettati.<ref name="rivarossi-memory.it"/>
 
===Binari, accessoriRivarossi e componentisticaPocher ===
Rivarossi diventò socia di minoranza nel 1963 e proprietaria nel 1974 della [[Pocher]], altra importante ditta italiana del settore<ref>[http://www.rivarossi-memory.it/POCHER/Pocher_Presentazione.htm Giorgio Giuliani, ''Pocher Micromeccanica - Torino'']</ref><ref>[http://www.rivarossi-memory.it/POCHER/Pocher_Storia.htm Giorgio Giuliani, ''Breve storia della Pocher - Torino'']</ref>, inserendo così nel proprio catalogo la sua produzione di modelli ferroviari<ref>[http://www.rivarossi-memory.it/POCHER/Pocher_Loco/Pocher_Loco.htm Giorgio Giuliani, ''Le locomotive Pocher'']</ref> e commercializzando la sua prestigiosa produzione di [[autovettura|autovetture]] in scala 1:8, giudicate dalla stampa specializzata ai vertici del [[Modellismo automobilistico statico|modellismo]] mondiale.<ref>{{cita|Lomolino|}}.</ref>
Interessante anche la produzione di accessori, iniziata fin dal [[1947]]<ref>Dal 1950 in poi gli accessori, ma non i binari e la componentistica elettrica, erano inseriti nella "Serie Gialla". Cf [http://www.clamfer.it/03_Modellismo/Pagina%20Principale%20Modellismo.htm Antonio Gamboni, ''Rivarossi Serie Gialla (1950-1958)].</ref>. Spiccano il sistema dei [[Binario ferroviario|binari]] e [[deviatoio|deviatoi]], attentamente progettato e ingegnerizzato<ref>[http://www.rivarossi-memory.it/Cataloghi_pubblicati/Catalogo_1966-67/Catalogo_1966-67.htm Catalogo generale di vendita 1966-67, Como, Rivarossi, 1966, p. 6-7]</ref>, le riproduzioni di vere [[stazione ferroviaria|stazioni]] e di veri fabbricati d'esercizio delle [[FS]]<ref>[http://www.rivarossi-memory.it/Edifici/Rivarossi_Edifici.htm Massimo Cecchetti, ''Gli edifici ferroviari di Rivarossi'']</ref><ref>''In vetrina. Le nostre stazioni'', in ''HO Rivarossi'', 11 (1965), n. 68, pp. 3864-3866</ref><ref>[http://www.ferramatori.it/forum/viewtopic.php?f=53&t=588 ''PLA: ma al vero esiste ancora?'']</ref> e di [[semaforo|semafori]] ad ala e fissi, collegati ai sistemi di comando della circolazione dei convogli.<ref>[http://www.rivarossi-memory.it/Sistema_RR/Sistema_RR.htm Quirino Marignetti, ''Il Sistema Rivarossi'']</ref>. Anche questi componenti furono brevettati<ref name="rivarossi-memory.it"/>.
 
Tra i modelli realizzati dalla Pocher a Torino nel 1963 su richiesta della Rivarossi (nella persona dell'ingegner Brunner) si cita quello della [[locomotiva Bayard]], eseguito in 875 pezzi e probabilmente "il primo modello di serie in Europa costruito in tutto ottone".<ref name="Lomolino1984/17-18, 46, 61">{{Cita|Lomolino|pp.&nbsp;17-18, 46, 61}}.</ref><ref group="Nota">Nel 1995 la Rivarossi, in collaborazione con la ditta romana MFAL, produsse un nuovo modello della ''Bayard''. Cfr. Pietro Merlo, Pierluigi Zanferli, ''Novegro 95'', in ''Bollettino FIMF'', 34 (1995), n. 206: [http://www.interrail.it/fimf/bollettini/nov95/novegro.html] {{Webarchive|url=https://web.archive.org/web/20160314070206/http://www.interrail.it/fimf/bollettini/nov95/novegro.html |date=14 marzo 2016 }}.</ref>
===Rivarossi e Pocher===
Rivarossi diventò socia di minoranza nel 1963 e proprietaria nel 1974 della [[Pocher]], altra importante ditta italiana del settore<ref>[http://www.rivarossi-memory.it/POCHER/Pocher_Presentazione.htm Giorgio Giuliani, ''Pocher Micromeccanica - Torino'']</ref><ref>[http://www.rivarossi-memory.it/POCHER/Pocher_Storia.htm Giorgio Giuliani, ''Breve storia della Pocher - Torino'']</ref>, inserendo così nel proprio catalogo la sua produzione di modelli ferroviari<ref>[http://www.rivarossi-memory.it/POCHER/Pocher_Loco/Pocher_Loco.htm Giorgio Giuliani, ''Le locomotive Pocher'']</ref> e commercializzando la sua prestigiosa produzione di [[autovettura|autovetture]] in scala 1:8, giudicate dalla stampa specializzata ai vertici del [[Modellismo automobilistico statico|modellismo]] mondiale<ref>Michele Lomolino, ''Catalogo guida al modellismo ferroviario di Arnaldo Pocher'', prefazione di Arnaldo Pocher, Palermo, Edizioni ML, 1984</ref>.
 
Un caso speciale è quello dal modello dell'[[Automotrice FS ALe 803|elettrotreno FS ALe 803]], progettato dalla Pocher e presentato come novità nel 1965, quando già la ditta torinese era diventata una divisione di quella comasca, che fu l'unico modello di elettrotreno italiano prodotto dalla Rivarossi durante la direzione aziendale di Alessandro Rossi (nel 1997, durante la "nuova gestione", fu prodotto il modello dell'[[elettrotreno FS ETR.200]]).<ref>Giorgio Giuliani, ''L'unica italiana di Pocher che diventò la sola elettromotrice FS di Rivarossi'', in ''Tutto treno'', 34 (2021), n. 363, p. 77.</ref><ref>[http://www.rivarossi-memory.it/Riva_Loco_Italiane/Riva_Automot_Elett_ALe_803_.htm ''Automotrice elettrica ALe 803 FS'']</ref>
Tra i modelli realizzati dalla Pocher a Torino nel 1963 su richiesta della Rivarossi (nella persona dell'ingegner Brunner) si cita quello della [[Locomotiva Bayard|locomotiva Bayard]], eseguito in 875 pezzi e probabilmente "il primo modello di serie in Europa costruito in tutto ottone"<ref>Michele Lomolino, ''Catalogo'', ''op. cit.'', pp. 17-18, 46, 61.</ref><ref>Nel [[1989]], ricorrendo il centocinquantenario della Napoli-Portici, la Rivarossi, in collaborazione con la ditta romana MFAL, produsse un nuovo modello della ''Bayard''.</ref>.
 
Le scelte aziendali della Pocher, dipendenti dall'origine come orafo del suo fondatore, si caratterizzarono dapprima come tipiche dell'alto artigianato e solo dal 1963 circa, dopo l'ingresso nella proprietà della Rivarossi, cominciarono a orientarsi verso la produzione di massa.<ref name="Lomolino1984/13-14">Michele {{Cita|Lomolino, ''Catalogo'', ''op. cit.'', |pp. &nbsp;13-14}}.</ref>.
 
==Note==
{{<references|2}} group="Nota"/>
 
==Bibliografia=Riferimenti===
<references/>
*[http://www.rivarossi-memory.it/Rassegna_Stampa/Italmodel_01_1978/Italmodel_01_1978.htm Pietro Ferrari, ''Visita in casa Rivarossi. Come nasce un treno in miniatura'', in ''Italmodel ferrovie'', 28 (1978), n. 211, p.&nbsp;44-47]
*[http://www.rivarossi-memory.it/Rassegna_Stampa/Voies_Ferre%C3%A8s_1982/Voies_Ferre%C3%A8s.htm Renzo Perret, ''Intervista con Alessandro Rossi'', in ''Vois ferrées edizione italiana'', 1 (1982), n. 1]
*''Insieme per crescere. Il nuovo Gruppo fermodellistico italiano della LIMA S.p.A.'', in ''Mondo ferroviario'', 17 (2002), n. 192, pp. 42-47
*Giorgio Giuliani, ''Rivarossi, due parole con il fondatore'', in ''Tutto treno'', 20 (2007), n. 208, p.&nbsp;48-55
*Bellagente - Buonopane ''Il signor Rivarossi'' in RF Rivista della Ferovia n. 1, Acme Edizioni p.&nbsp;30
*Giorgio Giuliani, ''I treni Rivarossi'', {Milano], ilmiolibro.it, 2011
 
==Voci correlateBibliografia ==
* ''50 anni di Rivarossi'', in ''[[I Treni]]'', 16 (1995), n. 156, pp.&nbsp;52–60.
*[[Modellismo ferroviario]]
* ''Insieme per crescere. Il nuovo Gruppo fermodellistico italiano della LIMA S.p.A.'', in ''Mondo ferroviario'', 17 (2002), n. 192, pp.&nbsp;42–47.
*[[Federazione Italiana Modellisti Ferroviari e amici della ferrovia]]
* ''Rivarossi. Un percorso nel segno del mito. Alessandro Rossi, un imprenditore all'avanguardia'', coordinamento: Vittorio Mottola, Marco Rossi, Paolo Albano, redazione: Lorenzo Morandotti, direzione editoriale: Cesare Baj, grafica e impaginazione: Paola Pratticò, Como, Editoriale, 2015, ISBN 978-88-89016-15-2.
*[[Pocher]]
* Andrea Ferruccio Ferrari, ''Rivarossi. L'evoluzione dei primi modelli delle FF.SS.'', Albino, Sandit, 2015, ISBN 978-88-6928-105-1.
*[[Lima (modellismo)]]
* Andrea Ferruccio Ferrari, ''E 424 H0. Conti, Rivarossi, Favero, Kleinbahn, Märklin, Lima, Bettiart, Acme'', Albino, Sandit, 2016, ISBN 978-88-6928-161-7.
* Andrea Ferruccio Ferrari, ''E 626 H0. Rivarossi, Roco, Settore artigianale'', Albino, Sandit, 2017, ISBN 978-88-6928-215-7.
* {{cita pubblicazione|autore=Pietro Ferrari|titolo=Visita in casa Rivarossi. Come nasce un treno in miniatura|url=http://www.rivarossi-memory.it/Rassegna_Stampa/Italmodel_01_1978/Italmodel_01_1978.htm|rivista=Italmodel ferrovie|volume=28|anno=1978|numero=211|pp=44-47}}
* {{cita pubblicazione|autore=Giorgio Giuliani|titolo=Rivarossi, due parole con il fondatore|rivista=Tutto treno|volume=20|anno=2007|numero=208|pp=48-55|cid=Giuliani 2007}}
* {{cita libro|Giorgio|Giuliani|I treni Rivarossi. La storia della Rivarossi narrata dai protagonisti|2011|Ilmiolibro|Roma|ISBN=978-88-91008-28-2|cid=Giuliani 2011}}
* Giorgio Giuliani, ''Rivarossi. I treni, la storia, i protagonisti attraverso sessant’anni di storia di modelli ferroviari'', Cermenate, New Press Edizioni, 2018, ISBN 978-88-9356-060-3.
* {{cita libro|Michele|Lomolino|Catalogo guida al modellismo ferroviario di Arnaldo Pocher|1984|Edizioni ML|Palermo|altri=prefazione di Arnaldo Pocher|cid=Lomolino}}
* {{cita pubblicazione|autore=Renzo Perret|titolo=Intervista con Alessandro Rossi|url=http://www.rivarossi-memory.it/Rassegna_Stampa/Voies_Ferre%C3%A8s_1982/Voies_Ferre%C3%A8s.htm|rivista=Vois ferrées edizione italiana|volume=1|anno=1982|numero=1}}
* {{cita pubblicazione|autore=Rivarossi|titolo=50 anni di modellismo ferroviario|url=http://www.rivarossi-memory.it/Cataloghi_pubblicati/50_anni_modellismo/50_anni_generale.htm|città=Como|editore=Rivarossi|anno=1995}}
 
== Voci correlate ==
==Altri progetti==
* [[Modellismo ferroviario]]
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* [[Federazione italiana modellisti ferroviari e amici della ferrovia]]
* [[Pocher]]
* [[Lima (azienda)]]
 
== Altri progetti ==
==Collegamenti esterni==
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*[http://www.rivarossi-memory.it/ Rivarossi Memory]: sito amatoriale sulla storia della Rivarossi con documentazione fotografica della produzione, digitalizzazione delle pubblicazioni e forum
*[http://www.hornby.it Hornby Italia]: proprietaria del marchio Rivarossi e on line con la nuova produzione Rivarossi
*[http://www.hornbyinternational.com/ Hornby International]: la nuova produzione Rivarossi
*[http://www.grafzeppelin.it/Rivarossi.html Museo Virtuale Rivarossi]: sito amatoriale che propone un piccolissimo Museo Virtuale Rivarossi
 
== Collegamenti esterni ==
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* {{collegamenti esterni}}
* [http://www.rivarossi-memory.it/ Rivarossi Memory]: sito amatoriale sulla storia della Rivarossi con documentazione fotografica della produzione, digitalizzazione delle pubblicazioni e forum
* [http://www.museovirtualerivarossi.it Museo Virtuale Rivarossi]: sito amatoriale che propone un piccolissimo Museo Virtuale Rivarossi
 
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