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==Economia==
{{Vedi anche|Economia d'Italia}}
[[File:Palazzo
Membro del [[G8]], secondo la [[Banca Mondiale]] nel 2010 l'Italia rappresenta l'ottava potenza economica del pianeta per [[Lista di stati per PIL (nominale)|PIL nominale assoluto]], davanti all'India e dietro al Brasile<ref>{{en}}{{Cita web|http://data.worldbank.org/indicator/NY.GDP.MKTP.CD/countries|GDP (current US$)|28-4-2012}}</ref> che diviene la decima se si considera la [[parità dei poteri di acquisto]].<ref>{{en}}{{cita web|http://siteresources.worldbank.org/DATASTATISTICS/Resources/GDP_PPP.pdf|Gross domestic product 2010, PPP|22-5-2012}}</ref>
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Come tutte le economie avanzate, anche l'[[economia italiana]] è fortemente orientata verso il settore dei servizi, che nel 2011 ha rappresentato poco meno dei tre quarti del valore aggiunto (contro poco più del 50% nel [[1970]]).<ref>{{Cita web|url=http://dati.istat.it/|accesso=23-5-2012|titolo=Dati Istat}}</ref> Il tessuto produttivo dell'economia è formato in prevalenza di [[piccole e medie imprese]]: quelle di maggiori dimensioni sono gestite in gran parte dalle famiglie fondatrici e, in taluni casi, da gruppi stranieri. Il modello di ''[[public company]]'', impresa a [[capitale (economia)|capitale]] diffuso gestita da un [[management]], è poco diffuso.
<!--[[File:1 € Italia.jpg|thumb|left|120px|[[1 euro]] [[Monete euro italiane|italiano]]]]-->
Dopo una politica fiscale molto espansiva durante gli anni Ottanta, a partire dai primi anni Novanta, l'Italia ha perseguito una [[politica fiscale]] molto più rigida, per rispettare i parametri derivanti dall'adesione all'[[Unione economica e monetaria]]. Nel [[1999]] il Paese ha aderito all'[[euro]], che ha sostituito la [[lira italiana|lira]] anche nella circolazione cartacea a partire dal 2002.
Negli anni Duemila, l'Italia ha sperimentato tassi di [[inflazione]] e di [[interesse]] notevolmente più bassi che nei decenni precedenti. Tuttavia, problemi come l'[[evasione fiscale]], l'elevato [[debito pubblico]] (120,1% del PIL nel [[2011]])<ref name=AMECO>{{en}}{{Cita web|url=http://ec.europa.eu/economy_finance/ameco/user/serie/ResultSerie.cfm|accesso=23-5-2012|titolo=AMECO database}}</ref> e la criminalità organizzata continuano ad ostacolare lo sviluppo dell'economia nazionale.
Durante la grave [[grande recessione|crisi economica
===Struttura economica===
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La tabella che segue dà un'indicazione della struttura economica del Paese mostrando la suddivisione del [[PIL]] a prezzi correnti di mercato nel 2011, espresso in milioni di euro, tra le principali attività economiche:<ref>{{en}}{{Cita web|url=http://epp.eurostat.ec.europa.eu/portal/page/portal/statistics/search_database|accesso=23-5-2012|titolo=Eurostat}}</ref>
{|
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||'''Attività
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||Agricoltura, silvicoltura e pesca||27.637||2,0%
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La superficie agricola italiana è pari a 17,8 milioni di ettari, di cui 12,7 utilizzati. La superficie agricola utilizzata si concentra soprattutto nel Mezzogiorno (45,7%).<ref>{{cita|AA. VV.|p. 10|INEA|}}.</ref> Da notare che il 10% della manodopera agricola è straniera.<ref name=INEAp16/>
Nel 2010 il valore complessivo della produzione agricola era pari 48,9 miliardi di euro.<ref name=INEAp27>{{cita|AA. VV.|p. 27|INEA|}}.</ref> Per quanto riguarda la produzione vegetale, che incide per
Nel comparto della produzione di origine animale spiccano latte di vacca e di bufala (4.040 milioni di euro per 11.200 migliaia di tonnellate), carni bovine (3.199 e 1.409 rispettivamente), carni suine (2.459 e 2.058) e pollame (2.229 e 1.645).<ref>{{cita|AA. VV.|p. 30|INEA|}}.</ref>
La produzione complessiva della [[pesca]] marittima e lagunare, comprensiva di crostacei e molluschi, si attesta nel 2010 a 2.247 milioni di euro.<ref
====Risorse minerarie====
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Negli anni duemila il settore energetico nazionale è stato interessato da numerosi cambiamenti, come la riforma del mercato elettrico e del gas, lo sviluppo delle [[fonti rinnovabili]], la promozione dell'efficienza, del [[risparmio energetico]] e della sicurezza degli [[approvvigionamenti]].
Inoltre, alcuni interventi legislativi del [[Governo Berlusconi IV]] avevano preparato il riavvio della produzione di [[energia nucleare]] abbandonata negli anni ottanta a seguito di [[
Nel 2009 la disponibilità interna lorda di [[energia]] per fonte e risorsa è stata la seguente:<ref>{{cita web|http://www3.istat.it/salastampa/comunicati/non_calendario/20100706_00/testointegrale20100706.pdf|Il sistema energetico italiano e gli obiettivi ambientali al 2020|19-7-2011}}</ref>
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{{vedi anche|Design italiano|Moda italiana|Made in Italy}}
Lo stile italiano – soprattutto nel [[disegno industriale]], nell'[[arredo]], nell'[[automotive design|auto]] – si contraddistingue per la mescolanza di fantasia e rigore progettuale e si caratterizza per l'uso di materiali considerati scarti, ma al tempo stesso innovativi.<ref name=ItaCult>{{Cita web|http://www.italianculture.net/design.html|Il design italiano|10-9-2011|opera=Italianculture.net}}</ref> Nato alla fine del XIX secolo,<ref>{{Cita |Vercelloni||cidVerc}}</ref> diviene ''Bel Design'' tra il 1945 e il 1965 quando nascono la ''[[Vespa V98 farobasso]]'', la ''[[Innocenti Lambretta]]'', la ''[[Iso Isetta]]'', la ''[[Fiat 600]]'' e la ''[[Fiat Nuova 500]]'' nel campo dei trasporti, la macchina da cucire ''Mirella'' della [[Necchi]], la macchina da calcolo elettrica ''[[Divisumma 24]]'' di [[Olivetti]] e alcuni radioricevitori e televisori progettati per [[RadioMarelli]] e [[Brionvega]] nel campo degli elettrodomestici. Al design italiano, rappresentato da aziende,<ref name=ItaCult/> scuole di specializzazione<ref>{{Cita web|http://www.001design.it/scuole.html|Scuole italiane di design e comunicazione visiva|10-9-2011}}</ref> e artisti come [[Gio Ponti]], [[Ettore Sottsass]] e [[Bruno Munari]], sono dedicati musei<ref>{{Cita news|url=http://www.regione.toscana.it/regione/opencms/RT/sito-RT/Contenuti/notiziari/fonti_esterne/ansa/notiziario/visualizza_asset.html?id=225435&pagename=538|titolo=ARTE: RIAPRE A CALENZANO MUSEO DESIGN INDUSTRIALE ITALIANO|pubblicazione=ANSA|accesso=10-9-2011}}</ref> e riconoscimenti, come il [[Premio Compasso d'oro]], il più antico e prestigioso premio mondiale di design.<ref>{{Cita web|http://www.adi-design.org/compasso-d-oro.html|Premio Compasso d'Oro|10-9-2011|opera=ADI}}</ref> La [[Fiera di Milano]], il maggiore polo espositivo europeo, ospita annualmente numerose esposizioni di design di livello internazionale.<ref>{{Cita
Negli anni del [[miracolo economico italiano]] nasce e si sviluppa la [[moda italiana]]. Agli abiti di alta moda le sartorie affiancano il [[prêt-à-porter]], proponendosi sui mercati internazionali e portando, in collaborazione con l'industria, all'affermazione del [[made in Italy]].<ref>{{cita web|url=http://www.lastoriasiamonoi.rai.it/puntata.aspx?id=242|titolo=50 anni di moda italiana|accesso=2-10-2011}}</ref> Numerosi stilisti, come [[Valentino (stilista)|Valentino]], [[Giorgio Armani|Armani]] e [[Gianni Versace|Versace]] portano l'Italia ai vertici mondiali per i suoi prodotti<ref>{{cita web|http://www.italianweb.org/it/Societ%E0-e-Cultura/Moda-Italiana/#learn|Moda italiana|4-7-2010}}</ref> mentre Milano e Roma sono annoverate tra le [[capitali della moda]].<ref>{{en}}{{cita web|http://www.languagemonitor.com/fashion/london-overtakes-new-york-as-top-global-fashion-capital|London Overtakes New York as Top Global Fashion Capital|2-10-2011}}</ref>
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Il trasporto pubblico urbano si serve di [[tram]], [[filobus]], [[autobus]], [[funicolari]], [[taxi]] e, nelle maggiori città, di [[metropolitana in Italia|metropolitane]]. Alcune località, inoltre, data la loro conformazione geografica, si servono anche del [[trasporto navale]].
L'Italia tuttavia non eccelle nel campo dei trasporti, creando dei limiti allo sviluppo e alla competitività, soprattutto nelle regioni del [[Mezzogiorno (Italia)|Mezzogiorno]]. Vari studi comparativi attestano che il paese sconta un ritardo rispetto a molti paesi europei per dotazione infrastrutturale e trasporti.<ref>{{Cita web|http://www.camcom.gov.it/cdc/id_pagina/26/id_tema/x/id_cp/496/id_ui/3444/id_prov/x/id_ateco/x/t_p/Francesco-Bettoni--Un-Focus-sulle-infrastrutture-italiane.htm|Francesco Bettoni: Un Focus sulle infrastrutture italiane|22-2-2010}}</ref>
===Divario Nord-Sud===
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{{cita libro|AA.| VV.|L'agricoltura italiana conta 2011|INEA|url=http://www.inea.it/public/pdf_articoli/1679.pdf
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