Giacomo II d'Inghilterra: differenze tra le versioni

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{{Monarca
| nome = Giacomo II Stuartd'Inghilterra
|immagine = King James II by Sir Godfrey Kneller, Bt.jpg
| titolo=[[Elenco di monarchi britannici|Re d'Inghilterra, Scozia e Irlanda]]
|legenda = ''Ritratto di Giacomo II, re d'Inghilterra, Scozia e Irlanda'' di [[sir Godfrey Kneller]], 1686, [[National Portrait Gallery (Londra)|National Portrait Gallery]]
| immagine=James II by Peter Lely.jpg
|titolo = [[Sovrani del Regno Unito|Re d'Inghilterra, di Scozia e d'Irlanda]]
| legenda=''Ritratto di Giacomo II''
|stemma = Coat of Arms of England (1660-1689).svg
| nome completo=
|inizio regno = 6 febbraio [[1685]]
| altrititoli=[[Duca di York]] e [[duca di Albany|Albany]]
|fine regno =[[6 febbraio]] [[1685]] – [[11 dicembre]] [[1688]]<br /><small>({{Età e giorni|1685|2|6|1688|12|11}})</small>
| incoronazione =[[ 23 aprile]] [[1685]]
| predecessore = [[Carlo II d'Inghilterra|Carlo II]]
| successore = [[Guglielmo III d'Inghilterra|Guglielmo III]] &e [[Maria II d'Inghilterra|Maria II]]
|nome completo =
| consorte=[[Anna Hyde]] <br /> [[Maria di Modena]]
|trattamento = [[Sua Maestà|Maestà]]
| figli=[[Maria II d'Inghilterra|Maria]], [[Anna di Gran Bretagna|Anna]], [[Giacomo Francesco Edoardo Stuart|Giacomo Francesco Edoardo]], [[Luisa Maria Teresa Stuart|Luisa]]
|altrititoli = [[Duca di York]]<br />[[duca di Albany|Duca d'Albany]]<br />[[Giacobitismo|Pretendente giacobita ai troni d'Inghilterra, Scozia e Irlanda]] (1688-1701)
| casa reale= [[Casato degli Stuart|Casa Stuart]]
|luogo di nascita = [[St. James's Palace]], [[Londra]]
| padre=[[Carlo I d'Inghilterra|Carlo I Stuart]]
|data di nascita = 14 ottobre<ref>Secondo il [[calendario gregoriano]] è nato il 24 ottobre</ref> [[1633]]
| madre=[[Enrichetta Maria di Borbone-Francia|Enrichetta Maria di Francia]]
|luogo di morte = [[Saint-Germain-en-Laye]]
| data di nascita=[[14 ottobre]] [[1633]]
|data di morte = {{Calcola età3|1701|9|16|1633|10|14}}
| luogo di nascita=[[St. James's Palace]], [[Londra]]
|luogo di sepoltura = [[Saint-Germain-en-Laye]]
| data di morte=[[16 settembre]] [[1701]]
|casa reale = [[Casato degli Stuart|Stuart]]
| luo<ref>non e' figlio di carlo II e caterina (lei era sterile)</ref>go di morte=[[Saint-Germain-en-Laye]]
|padre = [[Carlo I d'Inghilterra]]
| sepoltura= [[Saint-Germain-en-Laye]]
|madre = [[Enrichetta Maria di Borbone-Francia|Enrichetta Maria di Francia]]
|}}
|consorte1 =
|consorte2 =
|figli = {{piccolo|'''primo matrimonio'''}}<br/>[[Carlo Stuart (1660-1661)|Carlo]]<br/>[[Maria II d'Inghilterra|Maria II]]<br />[[Giacomo Stuart, duca di Cambridge|Giacomo]]<br/>[[Anna di Gran Bretagna|Anna I]]<br />[[Carlo Stuart, duca di Kendal|Carlo]]<br/>[[Edgardo Stuart, duca di Cambridge|Edgardo]]<br/>Enrichetta<br/>Caterina<br/>{{piccolo|'''secondo matrimonio'''}}<br/>Caterina Laura<br/>[[Isabella Stuart (1676-1681)|Isabella]]<br/>[[Carlo Stuart, duca di Cambridge|Carlo]]<br/>Elisabetta<br/>Carlotta Maria<br/>[[Giacomo Francesco Edoardo Stuart|Giacomo]]<br /> [[Luisa Maria Teresa Stuart|Luisa Maria]]<br/>{{piccolo|'''illegittimi'''}}<br/>[[Henrietta FitzJames|Henrietta]]<br/>[[James FitzJames, I duca di Berwick|James]]<br/>[[Henry FitzJames, I duca di Albemarle|Henry]]<br/>Arabella<br/>Catherine<br/>James<br/>Charles
|religione = [[Cattolicesimo]], [[Anglicanesimo]] (prec.)
|firma = JamesIISig.svg|
|coniuge 1 = [[Anna Hyde]]<br/>{{piccolo|(1660-1671, ved.)}}
|coniuge 2 = [[Maria Beatrice d'Este (1658-1718)|Maria Beatrice d'Este]]<br/>{{piccolo|(1673)}}
}}
{{Bio
|Nome = Giacomo II
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|GiornoMeseNascita = 14 ottobre
|AnnoNascita = 1633
|NoteNascita = <ref>Le data indicata segue il [[calendario giuliano]], allora in uso in Gran Bretagna. Secondo il [[calendario gregoriano]] Giacomo II è nato il [[24 ottobre]] 1633.</ref>
|LuogoMorte = Saint-Germain-en-Laye
|GiornoMeseMorte = 16 settembre
|AnnoMorte = 1701
|Epoca = 1600
|FineIncipit = fu [[re d'Inghilterra]], [[Re di Scozia|Scozia]], [[Re d'Irlanda|Irlanda]] e [[pretendente al trono|re titolare]] di [[Francia]]<ref>Il titolo di [[re di Francia]] era solamente nominale; lo adottarono tutti i sovrani inglesi a partire da [[Edoardo III Plantageneto]], che avviò la [[guerra dei Cent'anni]], sino al [[XIX secolo]]. (Vedi [[Rivendicazioni inglesi sul trono di Francia]]).</ref> dal [[1685]] al [[1688]]. Fu l'ultimo monarca [[Cattolicesimo|cattolico]] a regnare sui tre [[regno Unito|regni britannici]]. Come [[re di Scozia]] è conosciuto con il nome di '''Giacomo VII'''
|Attività = re
|Nazionalità =
|Categorie = no
|FineIncipit = è stato [[re d'Inghilterra]], Scozia, [[re d'Irlanda|Irlanda]] e [[pretendente al trono|re titolare]] di [[Francia]]<ref>Il titolo di re di Francia era solamente nominale; lo adottarono tutti i sovrani inglesi a partire da [[Edoardo III d'Inghilterra]], che avviò la [[guerra dei cent'anni]], fino al XIX secolo. (Vedi [[Rivendicazioni inglesi sul trono di Francia]]).</ref> dal 1685 al 1688. Fu l'ultimo monarca [[Cattolicesimo|cattolico]] a regnare sui tre [[Regno Unito|regni britannici]]. Come [[re di Scozia]] è conosciuto con il nome di '''Giacomo VII'''
}}
 
Dopo che la sua nomina venne avallata dal [[Parlamento d'Inghilterra|Parlamento]], che gli promise glilo stessistesso contributiappannaggio che erano spettatispettava a suo fratello e predecessore, alcuni suoi sudditi cominciarono a diffidare della sua politica religiosa apertamente filo-cattolicapermissiva nei confronti del cattolicesimo e lo sospettarono di [[dispotismo]], arrivando a deporlo ede a costringerlo all'esilio durante quella che è passata alla storia con il nome di [[Gloriosagloriosa Rivoluzionerivoluzione]]. Il Parlamento inglese lo dichiarò decaduto l'[[11 dicembre]] 1688, quello scozzese l'[[11 aprile]] [[1689]]. Suo successore non fu il primogenito maschio [[Giacomo Francesco Edoardo Stuart|Giacomo Francesco Edoardo]], cattolico, ma la figlia [[Protestantesimo|protestante]] [[Maria II d'Inghilterra|Maria II]], che regnò affiancata dal marito [[Guglielmo III d'Inghilterra|Guglielmo III d'Orange]]. I due sovrani vennero riconosciuti dal Parlamento e cominciarono a regnare nel 1689.
 
Giacomo venne esiliato, ma tentò ben presto di recuperare il trono perduto: nel 1689 sbarcò nell'[[Irlanda]] cattolica, da dove sperava di riuscire a giungere a Londra guidando i suoi sostenitori, che presero il nome di [[giacobitismo|giacobiti]]. Nonostante avesse raccolto attorno a sé un folto esercito, finanziato in larga parte dal cugino francese [[Luigi XIV di Francia|Luigi XIV]], Giacomo II venne sconfitto nella [[battaglia del Boyne]], presso [[Dublino]], e dovette fare ritorno in Francia, dove visse sinofino alla fine dei suoi giorni.
 
== Infanzia e giovinezza ==
[[File:King-charles-spaniel.jpg|thumb|left|230px|''[[I tre figli maggiori di Carlo I]]'', opera di [[Antoon van Dyck]]: il giovane Giacomo, abbigliato con vesti puerili, è al centro.]]
Giacomo, secondo figlio maschio didel re [[Carlo I d'Inghilterra|Carlo I Stuart]] e di sua moglie, la regina consorte [[Enrichetta Maria di Borbone-Francia|Enrichetta Maria di BorboneFrancia]], nacque al [[St. James's Palace]], residenza reale londinese, nel [[1633]]. Dopo qualche tempo venne battezzato dall'[[arcivescovo di Canterbury|arcivescovo anglicano di Canterbury]] [[William Laud]], fedele sostenitore della politica religiosa di suo padre. Giacomo venne educato da un folto gruppo di precettori assieme al fratello maggiore [[Carlo II d'Inghilterra|Carlo]], [[principe di Galles]], e ai due figli del defunto [[George Villiers, primo duca di Buckingham|duca di Buckingham]], [[George Villiers, II duca di Buckingham|George]] e Francis Villiers.<ref>John {{cita|Callow, ''The Making of King James II: The Formative Years of a King'', 2000|p. 34}}.</ref> A soli tre anni gli venne conferito il titolo di "[[Lord High Admiral]]", carica esclusivamente onorifica e nominale.
 
=== La guerra civile e l'esecuzione di Carlo I ===
{{Vedi anche|Guerra civile inglese}}
Nel [[1642]], a nove anni, Giacomo entrò a farfare parte dell'[[Ordine della Giarrettiera]] e due anni più tardi, il [[22 gennaio]] [[1644]], suo padre gli conferì il titolo di [[duca di York]].<ref>{{cita|Callow, 2000|p. 37}}.</ref>
 
I rapporti sempre più tesi fra Carlo I e il Parlamento inglese portarono nel [[1642]] allo scoppio della [[rivoluzioneRivoluzione inglese]]. Quando il re dovette lasciare Londra per assoldare un esercito nelle regioni del nordNord del Paese, ordinò che la famiglia reale fosse trasferita, assieme alla corte, nella città di [[Oxford]], considerata una delle migliori piazzeforti fedeli alla causa realista. Il dilagare della guerra portò i soldati parlamentari ad assediare numerose città fedeli al sovrano, tra cui la stessa Oxford, che fu posta sotto assedio nel [[1646]]. La regina Enrichetta Maria e l'erede al trono Carlo erano già stati mandati a [[Parigi]], mentre Giacomo, ancora all'interno della città, venne catturato dalle truppe del Parlamento, che lo riportarono a Londra; qui fu confinato nella residenza reale di St. James's Palace. Quando, nel [[1648]], il Parlamento propose al re una serie di condizioni per poter tornare sul trono, e questi rifiutò alleandosi con gli scozzesi, alcuni, compreso [[Oliver Cromwell]], pensarono di nominaredichiarare decaduto Carlo I e di eleggere al suo posto il duca di York, Giacomo. Prontamente, il sedicenne Giacomo organizzò la sua fuga da Londra, che lo portò a raggiungere il fratello maggiore in [[esilio]] a [[L'Aia]].<ref>Mark {{cita|Kishlansky, ''L'età degli Stuart'', 1999|p. 233}}.</ref>
 
Nel gennaio [[1649]], nonostante i numerosi tentativi diplomatici effettuati da Carlo e Giacomo, il Parlamento inglese accusò il re Carlo I di tradimento e lo condannò a morte. Così, mentre il potere effettivo si concentrava nelle mani di Oliver Cromwell, i sostenitori della causa realista proclamarono re il [[principe deldi Galles]] con il nome di [[Carlo II d'Inghilterra|Carlo II]]. Carlo fu riconosciuto dal [[Parlamento scozzese]] e dal [[Parlamento irlandese]] e venne incoronato [[re di Scozia]] nella città di [[Scone (Scozia)|Scone]], nel [[1649]]. Poco dopo, non essendo riuscito ada organizzare un esercito efficiente, dovette ritornare in esilio alla corte francese.
 
=== L'esilio in Francia ===
[[File:James Stuart, Duke of York.jpg|thumb|right|200px|Giacomo, duca di York, ritratto durante il periodo francese nelle vesti di Lord High Admiral; opera di Henry Gascars.]]
Come la madre ede il fratello maggiore, anche Giacomo si recò in esilio presso la corte del cugino [[Luigi XIV di Francia|Luigi XIV]], [[re di Francia]], a Parigi. Durante questo periodo, il giovane duca di York iniziòincominciò a dedicarsi alle arti belliche, e diede dimostrazione di essere un comandante audace e coraggioso, anche se non sempre valido e brillante.<ref name=Kishlansky342>{{cita|Kishlansky, 1999|p. 342}}.</ref> Entrò infatti a far parte dell'esercito francese, comandato dal generale [[Henri de la Tour d'Auvergne, Visconte di Turenne|Turenne]], il quale ebbe parole di ammirazione nei confronti del duca.<ref>John {{cita|Miller, ''James II'', 2000|pp. 16-17}}.</ref> Sotto il comando di Turenne combatté le [[Fronda nobiliare|fronde]], che minacciavano l'autorità del giovane re francese, sinofino al [[1653]], quando i principi ribelli vennero definitivamente sconfitti.<ref>Si trattava di [[Luigi II di Borbone-Condé]], [[Armando di Borbone-Conti]] e del [[Giovan Francesco Paolo di Gondi|cardinale di Retz]].</ref>
 
Nel [[1656]] Carlo II entrò in contatto con la corte [[Spagna|spagnola]], instaurando un rapporto amichevole di alleanza con il [[re di Spagna]] [[Filippo IV di Spagna|Filippo IV d'Asburgo]], tradizionale avversario della Francia di Luigi XIV e del suo primo ministro, il cardinale [[Giulio MazarinoMazzarino]]. Questo comportamento portò all'espulsione di Carlo dalla Francia, seguito dopo breve tempo dal fratello Giacomo, che lasciò così l'esercito francese.<ref>{{cita|Miller, 2000|pp. 19-20}}.</ref> I due fratelli, esuli e poveri, trovarono asilo presso la corte di [[Madrid]].
 
La permanenza a Madrid durò pochi mesi, perché in seguito Giacomo si trasferì a [[Bruges]], dove lo accolseroaccolse la sorella [[Maria Enrichetta Stuart|Maria Enrichetta]], sposa dello ''[[statolder]]'' d'[[Contea d'Olanda|Olanda]] [[Guglielmo II d'Orange]], e il fratello minore [[Enrico Stuart|Enrico, duca di Gloucester]]. Presso Bruges si unì alle truppe spagnole al comando del [[Luigi II di Borbone-Condé|Principe di Condé]] e di [[Don Giovanni d'Austria (1629-1679)|don Giovanni d'Austria]] contro le truppe di Turenne; nella [[Battaglia delle Dune (1658)|battaglia delle Dune]], combattuta dalla Spagna contro Francia e [[Province Unite]] nel [[1658]], a Giacomo fu affidato il comando di un contingente di soldati inglesi fedeli alla causa realista. La battaglia, risoltasi in un disastro per le truppe iberiche, portò alla firma di un trattato di pace fra Spagna e Francia. Fu in questi anni che Giacomo fece la conoscenza di due cattolici irlandesi facenti parte del seguito reale in esilio, Peter e Richard Talbot, che contribuirono ad avvicinarlo alla fede cattolica.<ref>{{cita|Miller, 2000|pp. 22-23}}.</ref>
 
In seguito alla pace fra Francia e Spagna, nel [[1659]] Filippo IV offrì a Giacomo il titolo di [[ammiraglio]] della flotta spagnola; inizialmente il duca di York prese in considerazione seriamente la proposta, viste le scarse probabilità di un ritorno in patria, ma infine l'anno seguente la situazione a Londra mutò e Giacomo poté rifiutare l'offerta del re spagnolo: suo fratello stava per essere incoronato re d'Inghilterra.
 
== Restaurazione: i primi anni ==
=== Primo matrimonio ===
[[File:James II and Anne Hyde by Sir Peter Lely.png|thumb|250px|right|Giacomo e la sua prima moglie, [[Anne Hyde]]. Ritratto degli anni [[1660]] opera di [[Sir Peter Lely]].]]
[[File:James II and Anne Hyde by Sir Peter Lely.png|thumb|Giacomo e la sua prima moglie, [[Anne Hyde]]. Ritratto degli anni 1660 opera di [[Sir Peter Lely]]]]
=== Il matrimonio ===
Dopo la morte di [[Oliver Cromwell]], nel [[1658]], il potere passò a suo figlio [[Richard Cromwell|Richard]]; privo dell'esperienza e del carisma che contraddistinguevano suo padre, Richard non fu in grado di gestire il potere e nel [[1660]] il governo del [[Commonwealth of England|Commonwealth]] crollò. Richard Cromwell fuggì e Carlo II poté trionfalmente entrare a Londra, dove venne incoronato re d'Inghilterra. Giacomo, benché il fratello fosse ancora giovane e avesse dimostrato di poterpotere avere figli<ref>Durante la permanenza a [[L'Aia]], Carlo aveva avuto una breve relazione sentimentale con [[Lucy Walter]], dalla quale era nato un figlio, [[James Crofts]]. ([[Antonia {{cita|Fraser]], ''King Charles II'', 1979|pp. 65–6665-66, 155}}).</ref>, era il successore designato.
 
In seguito al rientro in patria, Carlo II nominò il fratello [[duca di Albany]], titolo scozzese associato a quello precedente di duca di York, inglese. Poco dopo, Giacomo produssecausò uno scandalo annunciando il suo fidanzamento con [[Anna Hyde]], figlia del primo ministro [[Edward Hyde, conte di Clarendon]]. Nel [[1659]], quando entrambi erano in esilio, Giacomo e Anna si erano promessi fedeltà reciproca e il duca le aveva promesso che si sarebbero sposati.<ref>{{cita|Miller, 2000|p. 44}}.</ref> Nel [[1660]], lo stesso anno del ritorno in patria, Anna era rimasta incinta, ma nessuno a corte era favorevole all'unione tra il duca e la figlia del ministro. Lo stesso Clarendon, padre di Anna, aveva cercato di dissuadere la figlia dal proposito di sposare un membro della famiglia reale, il primo in linea di successione al trono.<ref> name="Miller, 44-45">{{cita|Miller 2000|pp. 44-45}}.</ref> Le voci che il matrimonio fosse un piano organizzato dallo stesso Clarendon per favorire la sua famiglia si diffusero rapidamente e l'autorità del conte e la sua influenza presso il re cominciarono a vacillare. Nonostante questo, la coppia si sposò, prima segretamente, poi con una cerimonia ufficiale avvenuta il [[3 settembre]] 1660.
 
Il primo figlio della coppia, Carlo, nacque all'incirca due mesi dopo, ma morì durante l'infanzia, primo di cinque bambini che avrebbero avuto la medesima sorte. Le uniche a sopravvivere furono le figlie [[Maria II d'Inghilterra|Maria]] (nata il [[30 aprile]] [[1662]]) e [[Anna di Gran Bretagna|Anna]] (nata il [[6 febbraio]] [[1665]]).
 
Il cronista [[Samuel Pepys]] scrisse che Giacomo era molto legato ai suoi figli e che, abbandonando l'etichetta reale, si comportava con loro come "un padre ordinario", in contrasto con i costumi dell'epoca che imponevano, specialmente in pubblico, distacco e rigidità.<ref>{{cita|Miller, 2000|p. 46}}.</ref> Anna Hyde, seriamente devota al duca suo marito, fu per Giacomo importante consigliera e spesso influenzò le sue decisioni. Nonostante il sentimento che legava la coppia, Giacomo ebbe diverse amanti, secondo le abitudini dell'epoca, dalle quali ebbe numerosi figli illegittimi. Tra le sue amanti più celebri, [[Arabella Churchill]] e [[Catherine Sedley]].
 
Anna Hyde, seriamente devota al duca suo marito, fu per Giacomo importante consigliera e spesso influenzò le sue decisioni. Nonostante il sentimento che legava la coppia, Giacomo ebbe diverse amanti, secondo le abitudini dell'epoca, dalle quali ebbe numerosi figli illegittimi. Tra le sue amanti più celebri, [[Arabella Churchill]] e [[Catherine Sedley]].
Suo medico reale fu sempre [[Edmund Dickinson]].
 
=== Incarichi politici e militari ===
[[File:James II by Peter Lely.jpg|thumb|''Ritratto di Giacomo, duca di York, con collare dell'[[Ordine della Giarrettiera]]'' di [[Peter Lely]], 1650 - 1675, Bolton Museum and Art Gallery, [[Lancashire]]]]
Dopo l'incoronazione di Carlo II, Giacomo fu confermato nel suo ruolo di [[Lord High Admiral]], incarico affiancato da quello di governatore di [[Portsmouth]] e di [[Lord Warden of the Cinque Ports]]. Durante la [[Seconda guerra anglo-olandese|seconda]] ([[1665]]-[[1667]]) e la [[terza guerra anglo-olandese]] ([[1672]]-[[1674]]), Giacomo fu messo al comando della [[Royal Navy|flotta inglese]]. Gli inglesi ebbero molti scontri vittoriosi, quali quello ottenuto nella [[battaglia di Lowestoft]], in seguito alla quale Carlo II ordinò che Giacomo fosse tenuto lontano dalla gittata dei cannoni nemici, perché durante i conflitti il duca tendeva a schierarsi sempre nelle prime file.<ref name=Kishlansky342 /> Dopo la [[battaglia di Medway (1667)|battaglia di Medway]] del 1667, nella quale la flotta inglese venne intercettata e distrutta da quella olandese, Giacomo tentò di salvaguardare le fortificazioni costiere a sud del Paese, tentando di tamponare il dilagare della potenza olandese.
Dopo l'incoronazione di Carlo II, Giacomo fu confermato nel suo ruolo di [[Lord High Admiral]], incarico affiancato da quello di governatore di [[Portsmouth]] e di [[Lord Warden of the Cinque Ports]]. Durante la [[Seconda guerra anglo-olandese|seconda]] (1665-1667) e la [[terza guerra anglo-olandese]] (1672-1674), Giacomo fu messo al comando della [[Royal Navy|flotta inglese]]. Gli inglesi ebbero molti scontri vittoriosi, quali quello ottenuto nella [[battaglia di Lowestoft]], in seguito alla quale Carlo II ordinò che Giacomo fosse tenuto lontano dalla gittata dei cannoni nemici, perché durante i conflitti il duca tendeva a schierarsi sempre nelle prime file.<ref name=Kishlansky342 /> Dopo la [[battaglia di Medway (1667)|battaglia di Medway del 1667]], nella quale la flotta inglese venne intercettata e distrutta da quella olandese, Giacomo tentò di salvaguardare le fortificazioni costiere a sud del Paese, tentando di tamponare il dilagare della potenza olandese.
 
Nel [[1664]] l'esercito inglese sottrasse agli olandesi il territorio americano delladei [[NuovaNuovi Paesi OlandaBassi]], che venne ribattezzato [[Provincia di New York]], in omaggio a Giacomo, duca di York. Anche la città di New Amsterdam cambiò il nome in [[New York]], sempre per onorare Giacomo; la postazione fortificata olandese di Fort Orange, sorta vicino al [[fiume [[Hudson]], venne inoltre chiamata [[Albany (New York)|Albany]]. Nel 1683 Giacomo venne nominato governatore della [[Compagnia della Baia di Hudson]], ma non ricoprì mai incarichi in merito a tale nomina.<ref name="Miller, 44-45" /> Ebbe un ruolo di primo piano nella direzione della [[Royal African Company]], che si occupava della [[tratta degli schiavi]] [[africa]]ni.
 
Nel [[1683]] Giacomo venne nominato governatore della [[Compagnia della Baia di Hudson]], ma non ricoprì mai incarichi in merito a tale nomina.<ref>Miller, pp. 44-45.</ref> Ebbe un ruolo di primo piano nella direzione della [[Royal African Company]], che si occupava della [[tratta degli schiavi]] [[Africa|africani]].
 
== Restaurazione: gli ultimi anni ==
=== La conversione al cattolicesimo e le seconde nozze ===
{{Vedi anche|Test Act}}
[[File:James II, when Duke of York (1633-1701).png|thumb|200px|right|Ritratto di Giacomo Stuart, opera di [[Peter Lely]].]]
Durante il suo periodo di permanenza nei Paesi cattolici di Francia e Spagna, il duca di York si era avvicinato alla [[religione cattolica]], partecipando, assieme alla madre Enrichetta Maria, anch'essa cattolica, a funzioni religiose. Tra il [[1668]] ede il [[1669]] Giacomo aveva deciso di abbandonare l'[[anglicanesimo]] in favore di una conversione al cattolicesimo romano. Inizialmente il duca continuò a partecipare, assieme alla moglie, alle funzioni anglicane, frequentando segretamente sacerdoti cattolici. SinoFino al [[1676]] Giacomo intrattenne relazioni di stretta amicizia principalmente con membri protestanti della corte, come il giovane duca [[John Churchill, I duca di Marlborough|John Churchill]] o il barone [[George Legge, primo barone Dartmouth|George Legge]].<ref>{{cita|Callow, 2000|p. 149}}.</ref>
 
[[File:Simon Verelst - Mary of modenaModena lg- Google Art Project.jpg|thumb|200px|left|[[Maria Beatrice d'Este (regina)|Maria Beatrice d'Este]], seconda moglie di Giacomo, ritratta da [[WillemSimon WissingVerelst]].]]
Per bloccare definitivamente l'influenza cattolica in Inghilterra, il Parlamento inglese promosse nel [[1673]] un nuovo [[Test Act]], che Carlo II dovette avallare. Questa legge fece valere su tutte le persone che ricoprivano un incarico pubblico, civile o militare, l'obbligo di fare il giuramento di supremazia e fedeltà alla [[Chiesa anglicana]] e sottoscrivere una dichiarazione contro la [[transustanziazione]], oltre a ricevere il sacramento anglicano entro tre mesi dall'assunzione della carica. I cattolici erano bollati come [[Superstizione|superstiziosi]] e [[Idolatria|idolatri]]. I membri della Casa reale non erano esentati dal giuramento; Giacomo preferì quindi rifiutare di giurare rinunciando alle sue cariche militari piuttosto di [[Atto di abiura|abiurare]] il cattolicesimo. Carlo II perse così un valido sostegno e Giacomo dovette rendere pubblica, alla corte ede al Parlamento, la sua fede religiosa.<ref name=Kishlansky342 />
 
Carlo II si oppose fortemente alla decisione del fratello di convertirsi alla fede di [[Roma]] e cercò invano di convincere Giacomo a giurare, almeno formalmente, fedeltà all’anglicanesimoall'anglicanesimo. Ordinò inoltre che le due figlie del duca di York, Maria e Anna, fossero cresciute e ricevessero l’istruzionel'istruzione di principesse protestanti. Intanto si era spenta Anna Hyde ([[1671]]), la fedele moglie di Giacomo; il duca decise allora di sposarsi una seconda volta e scelse una principessa cattolica italiana di quindici anni, [[Maria diBeatrice Modenad'Este (1658-1718)|Maria d’EsteBeatrice d'Este]] dei [[Ducato di Modena e Reggio|duchi di Modena e Reggio]] (in Inghilterra sarebbe stata nota come ''Mary of Modena''). Carlo II non si oppose alla decisione del fratello ede acconsentì alle nozze. Nel [[1673]] Maria partì con il suo seguito alla volta di Londra; dopo una sosta a Parigi, prolungata a causa dell’opposizionedell'opposizione del Parlamento inglese al suo ingresso nel Paese, Maria giunse nella capitale inglese dove la l'attendeva il duca di York.<ref>{{cita|Miller, 2000|p. 73}}.</ref> I due si sposarono con rito cattolico il [[20 settembre]] [[1673]]. Il [[21 novembre]] il vescovo di Oxford, [[Nathaniel Crew, III barone di Crew|Nathaniel Crew]] presiedette una breve cerimonia con rito anglicano per rendere ufficiali le nozze del duca di York.<ref>Francis C. {{cita|Turner, ''James II'', 1948|pp. 110-111}}.</ref> Lo scontento serpeggiante nel Parlamento e nella corte arrivò a diffondere la notizia che la nuova duchessa di York fosse una spia del papa.
 
=== L'Exclusion Bill e gli incarichi in Scozia ===
{{Vedi anche|Exclusion Bill|Popish Plot|Rye House Plot}}
[[File:Charles II and James II.jpg|thumb|200px|right|Ritratto di autore ignoto raffigurante i fratelli Carlo II e Giacomo duca di York, vestiti l'uno con gli abiti regali, l'altro con le insegne dell'[[Ordine della Giarrettiera]] mentre si stringono la mano in segno di amicizia.]]
Nel [[1677]], riluttante, Giacomo diede il suo consenso alle nozze tra sua figlia Maria e il protestante principe olandese protestante [[Guglielmo III d'Inghilterra|Guglielmo d’Oranged'Orange]].<ref>Guglielmo, che sarà poi re [[Guglielmo III d'Inghilterra]], era nipote di Giacomo e cugino di primo grado di Maria, in quanto figlio della sorella maggiore di Giacomo, Maria Enrichetta.</ref> In realtà il contratto di nozze era già stato firmato da Carlo II e da Guglielmo e Giacomo non poté fare altro che rassegnarsi all’evidenzaall'evidenza.<ref>{{cita|Miller, 2000|p. 84}}.</ref> Intanto era divenuto chiaro che la regina consorte d’Inghilterrad'Inghilterra, [[Caterina di Braganza]], non poteva avere figli. Carlo II non poteva quindi avere una discendenza diretta e legittima, e Giacomo era il primo in linea di successione al trono. Di lì a poco un chierico inglese, [[Titus Oates]], dichiarò pubblicamente che era stato organizzato un "[[complotto papale]]" con l'intenzione di assassinare il re e mettere al suo posto il cattolico duca di York. Tutto il regno fu percorso da una violenta scossa anti cattolica, che sfociò nella proposta, avanzata dal [[Anthony Ashley-Cooper, I conte di Shaftesbury|conte di Shaftesbury]], ministro in carica e forte oppositore del cattolicesimo, di escludere Giacomo dalla linea di successione al trono.<ref>{{cita|Miller, 2000|pp. 99-105}}.</ref> Contemporaneamente, alcuni membri del Parlamento proposero che la corona passasse al figlio illegittimo maggiore di Carlo II, [[James Crofts|James Scott, duca di Monmouth]]. Nel [[1679]] il Parlamento stava per approvare un ''[[Exclusion Bill]]'', una legge di esclusione<ref>Tim {{cita|Harris, ''Revolution: The Great Crisis of the British Monarchy, 1685–1720'', 2006|p. 74}}.</ref> e il re si risolvette a scioglierlo.
 
Nei due anni successivi, tra il [[1680]] e il [[1681]], vennero costituiti due nuovi Parlamenti, entrambi sciolti dopo pochissimi mesi di attività per la medesima ragione. Fu in questo periodo difficile che si delinearono i due partiti inglesi moderni: il partito [[Whig (Regno Unito)|Whig]], favorevole all’approvazioneall'approvazione della legge di esclusione, ede il [[partito Tory]], contrario e fedele alla linea di azione conservatrice del sovrano. La questione si risolse con il prevalere della volontà di Carlo II e dei suoi sostenitori ''tory'': la successione non fu alterata, ma il re fu costretto ada esiliare Giacomo, che partì per [[Bruxelles]].<ref>{{cita|Miller, 2000|pp. 87-91}}.</ref>
 
[[File:Rye House Plot.jpg|thumb|left|200px|Rye House in un disegno del 1823.]]
L'esilio fu breve, poiché già nel 1680 Giacomo era stato inviato in [[Scozia]] con il titolo di Lord High Commissioner of Scotland per mettere fine ada insurrezioni contro il governo del re. Preso alloggio presso il palazzo reale di [[Edimburgo]], [[Holyrood Palace]], Giacomo fece le sue prime esperienze di governo.<ref name=Kishlansky342 /> Con poteri pari a quelli del re, il duca di York per prima cosa fece approvare progetti di legge che confermavano la sua successione al trono di Scozia. In seguito promulgò un [[Test Act]] simile a quello emanato in Inghilterra contro il cattolicesimo qualche anno prima, ma che in questo caso colpiva pesantemente la [[presbiterianesimo|fede presbiteriana]].<ref name=Kishlansky343>{{cita|Kishlansky, 1999|p. 343}}.</ref> Chi rifiutava di prestare giuramento e rimaneva fermo nella sua fede presbiteriana veniva perseguitato con crudeltà: lo stesso Giacomo assistette a terribili [[Tortura|torture]].<ref name=Kishlansky343 /> Nel 1682, all'apice della sua popolarità, Carlo II permise al fratello di rientrare a Londra.
 
Irritato per il [[assolutismoAssolutismo monarchico|governo assolutistico]] di Carlo II, che aveva definitivamente sciolto il Parlamento e governava su modello dei re di Francia, un gruppo di parlamentari organizzò un complotto, volto ada eliminare sia Carlo II sia Giacomo per instaurare un [[Commonwealth of England|governo di stampo cromwelliano]], che prese il nome di [[Rye House Plot]]. Il piano era semplice e consisteva nell'uccidere Carlo e Giacomo appena fossero rientrati da una cavalcata fuori Londra. Ma un incendio distrusse gli alloggi di campagna del sovrano, che fece anticipatamente ritorno a corte, cogliendo di sorpresa i congiurati.<ref>{{cita|Miller, 2000|p. 116}}.</ref> Tra di essi, tutti nomi importanti nella società dell'epoca, alcuni finirono giustiziati, altri rinchiusi nella [[Torre di Londra]]. Implicato nella congiura fu scoperto anche James Crofts, che venne mandato in esilio innei [[OlandaPaesi Bassi]].<ref>{{cita|Miller, 2000|pp. 115-116}}.</ref> Il progetto di attentato alla vita del re e del duca di York fece crescere l'ammirazione e la stima del popolo inglese verso la casa reale.
 
== I primi anni di regno ==
[[File:James II & VII.jpg|thumb|left|210px|Giacomo II con gli attributi regali in un ritratto ufficiale del 1684; opera di [[Sir Godfrey Kneller]].]]
 
=== L'ascesa al trono ===
Carlo II si spense nel [[febbraio]] [[1685]]. Poco prima, sul letto di morte, come estremo atto si era convertito al cattolicesimo. Senza una discendenza diretta, lasciava il trono a suo fratello, il duca di York. Giacomo aveva cinquantacinquecinquantadue anni quando divenne re d'Inghilterra, Scozia e Irlanda. Ormai esperto, sia in campo militare, sia in campo politico, fu accolto con benevolenza dal Parlamento e acclamato con fervore dal popolo.<ref>Kishlanky,{{cita|Kishlansky 1999|pp. 340-341}}.</ref> L'ultimo tentativo di assassinio, il Rye House Plot, aveva confermato, accanto a quella del defunto fratello, anche la sua popolarità.
 
Il [[23 aprile]] 1685 Giacomo venne solennemente incoronato presso l'[[abbazia di Westminster]], in una cerimonia dalla quale erano stati eliminati gli elementi anglicani. Prese il nome di Giacomo II come re d'Inghilterra e Irlanda, di Giacomo VII come re di Scozia. Nel [[maggio]], il nuovo Parlamento si dimostrò favorevole al sovrano, confermando a Giacomo la stessa rendita che riceveva il suo predecessore; in cambio il re, dopo aver promesso di governare secondo le leggi dello statoStato e di confermare la libertà della Chiesa anglicana, mantenne numerosi ministri e parlamentari nei loro ruoli, con l'eccezione del [[Henry Hyde, secondo conte di Clarendon|conte di Clarendon]], del [[Laurence Hyde, primo conte di Rochester|conte di Rochester]] e del [[George Savile, primo marchese di Halifax|marchese di Halifax]].<ref>{{cita|Kishlansky, 1999|pp. 343-344}}.</ref> Il consigliere più fidato del re divenne il [[Robert Spencer, secondo conte di Sunderland|conte di Sunderland]], che era stato uno dei principali esponenti del partito dell'Esclusione.<ref>{{cita|Kishlansky, 1999|p. 344}}.</ref>
 
=== Le ribellioni ===
{{Vedi anche|Ribellione di Monmouth}}
[[File:James Scott.jpg|thumb|rigth|200px|Ritratto di [[James Scott, I duca di Monmouth]], nipote di Giacomo II.]]
Ben presto Giacomo II si vide costretto ad affrontare una ribellione che divenne nota con il nome di [[ribellione di Monmouth]]. I membri del partito Whig che avevano organizzato la congiura per assassinare il re Carlo e Giacomo erano stati in larga parte esiliati innei Paesi OlandaBassi. Tra loro i due personaggi di maggiore rilievo erano [[James Scott, I duca di Monmouth|James Scott, duca di Monmouth]], figlio illegittimo di Carlo II, e [[Archibald Campbell, IX conte di Argyll|Archibald Campbell, conte di Argyll]]. Tuttavia questo gruppo era disomogeneo e male organizzato; quando Giacomo divenne re pensarono fosse giunto il momento adatto per colpire, ma impiegarono sei mesi ada organizzare le loro forze.<ref>{{cita|Kishlansky, 1999|p. 345}}.</ref> Alla fine decisero che l'attacco si sarebbe diviso in due parti: una, comandata da Argyll, sarebbe sbarcata in Scozia, dove il conte poteva contare su una vasta clientela e sull'appoggio del [[clan Campbell]]; l'altra, guidata da Monmouth, avrebbe invece iniziatoincominciato la sua marcia su Londra dalla zonezona occidentale del regno.<ref> name="Harris, pp. 75-76">{{cita|Harris 2006|pp. 75-76}}.</ref> La spedizione di Argyll ebbe vita breve: il conte fu catturato presso il piccolo villaggio scozzese di [[Inchinnan]] il [[18 giugno]] 1685; portato prigioniero presso [[Edimburgo]], venne condannato a morte per tradimento il [[30 giugno]].
 
Monmouth invece sbarcò nella città [[Puritani|puritana]] di [[Lyme Regis|Lyme]] l'[[11 giugno]]. Reclutò in fretta oltre quattromila uomini tra artigiani e contadini e qualche giorno dopo si proclamò re.<ref name=Kishlansky346>{{cita|Kishlansky, 1999|p. 346}}.</ref> L'esercito del duca si mise in marcia, finché non giunse in vista dell'esercito regio, composto principalmente da milizie locali [[mercenari]]e guidate da [[John Churchill, I duca di Marlborough|John Churchill]] e dal [[Henry FitzRoy, I duca di Grafton|duca di Grafton]]. Il [[6 luglio]], di notte, Monmouth diede alle truppe l'ordine di attaccare a sorpresa. Nello scontro che seguì, la [[battaglia di Sedgemoor]], le truppe di Giacomo II respinsero senza difficoltà l'assalto dei ribelli e riuscirono persino a catturare il duca di Monmouth,<ref> name="Harris, pp. 75-76.<"/ref> che fu portato a Londra dove supplicò vanamente lo zio di risparmiargli la vita. Giacomo II confermò la condanna a morte per tradimento del duca, che venne giustiziato il [[15 luglio]] all'interno della [[Torre di Londra]]. Molti dei suoi seguaci, catturati in seguito alla battaglia, furono affidati al giudizio di [[George Jeffreys]], sommo giudice noto per la severità delle sue condanne. Oltre trecento sostenitori di Monmouth vennero giustiziati e circa cento furono deportati nelle [[Caraibi|Indie occidentali]].<ref name=Kishlansky346 />
 
== Gli ultimi anni di regno ==
=== La politica religiosa ===
[[File:Robertspencer1641.jpg|thumb|200px|left|Il [[Robert Spencer, secondo conte di Sunderland|conte di Sunderland]], il più importante consigliere di Giacomo II, che si fece spesso portavoce del re nella commissione per le Causacause ecclesiastiche; ritratto di [[Carlo Maratta]].]]
Per proteggersi da ulteriori ribellioni, Giacomo istituì un esercito permanente. Questo causò numerose polemiche, non solo per le tribolazioni che i soldati arrecavano alla popolazione civile nelle città, ma anche perché era contro la tradizione inglese mantenere un esercito in tempo di pace. Inoltre, credendo di essersi assicurato il favore del Parlamento con la brillante repressione delle rivolte, chiese che venisse abrogato il Test Act che impediva libertà religiosa; il Parlamento rifiutò l'abrogazione e chiese anzi l'applicazione della legge. Giacomo II decise così di trasformare il suo governo: nel Consiglio della Corona vennero ammessi ministri cattolici, così come nelle magistrature e nell'esercito, e il Parlamento non venne più riunito. Nel [[1686]] duecentocinquanta giudici di pace vennero sostituiti con giudici cattolici.<ref>{{cita|Kishlansky, 1999|p. 348}}.</ref> Inoltre Giacomo fece aprire [[seminario|seminari]] a Londra, inviò un ambasciatore presso la [[Santa Sede]] e accolse il [[Nunziatura apostolica|nunzio pontificio]] [[Ferdinando d'Adda]]. Poco dopo il re si occupò anche delle [[università]]: a [[Cambridge]] e a [[Oxford]] vennero introdotti [[Rettore (università)|rettori]] cattolici, così come nel [[Magdalen College]], presso Oxford, dove venne fatto anche dimettere l'intero [[senato accademico]].<ref>{{cita|Harris, 2006|pp. 224–229224-229}}.</ref>
 
Quando comprese che il maggiore ostacolo alla diffusione del cattolicesimo era la Chiesa anglicana, Giacomo II cercò di placare il malcontento dei vescovi anglicani, che rifiutarono tuttavia di seguire le indicazioni del re; Giacomo creò così una Commissione per le Causecause ecclesiastiche, che avrebbe dovuto verificare l'operato di sacerdoti e vescovi anglicani. Il re aveva intanto stretto amicizia con [[William Penn]], il [[Quaccherismo|quacchero]] fondatore della [[Colonia (territorio)|colonia]] della [[Pennsylvania]], nel [[Nord America]]. Esponente di una fede religiosa osteggiata e perseguitata quanto il cattolicesimo, Penn spinse Giacomo a promulgare una ''Dichiarazione di Indulgenza'', con la quale si proclamava la libertà religiosa nel regno.<ref>{{cita|Kishlansky, 1999|pp. 350-352}}.</ref>
 
=== La nascita di un erede e le prime difficoltà ===
{{Vedi anche|Sette Immortali}}
[[File:James Francis Edward Stuart c. 1703 attributed to Alexis Simon Belle.jpg|thumb|180px|rightupright|Il [[principe di Galles]] [[Giacomo Francesco Edoardo Stuart|Giacomo Francesco Edoardo]] ritratto nel [[1703]] da [[Alexis Simon Belle]].]]
La cooperazione fra dissidenti, quaccheri e cattolici provocò numerose critiche. Giacomo quindi, per tranquillizzare i protestanti, cercò l'approvazione della sua politica da parte della figlia Maria e del genero Guglielmo d'Orange. Entrambi si schierarono contro le decisioni del re: Guglielmo non approvò né la Dichiarazione di Indulgenza, che avvantaggiava i cattolici più che equipararli agli anglicani, né la facoltà di sospensione delle leggi da parte di Giacomo.<ref>{{cita|Kishlansky, 1999|p. 352}}.</ref>
 
Fu in questo clima di tensione che la regina Maria dichiarò di essere incinta. La nascita di un figlio maschio, che avrebbe ricevuto un'educazione cattolica, avrebbe assicurato una discendenza cattolica a Giacomo II; forte di questa convinzione, il re riaffermò ufficialmente la Dichiarazione di Indulgenza e impose che venisse letta durante le celebrazioni della messa. I vescovi anglicani si rifiutarono di sottostare al volere reale e presentarono una petizione contro il re perché l'ordine venisse annullato. Giacomo fece arrestare i sette vescovi che lo avevano sfidato e li mise sotto processo. Ma la giuria londinese decise di assolvere i vescovi, che furono velocemente prosciolti.<ref>Kishlanky,{{cita|Kishlansky 1999|p. 353}}.</ref>
 
Tuttavia, di lì a poco venne alla luce il figlio del re, un maschio. Il nuovo [[principe di Galles]] prese il nome di [[Giacomo Francesco Edoardo Stuart]]. L'impressione per la nascita dell'erede al trono fu grande; Guglielmo e Maria perdevano la loro precedenza nella linea di successione in favore del neonato principe. Tuttavia non si era sicuri della veridicità della nascita del principe; c'era infatti chi sosteneva che il bambino fosse nato morto e che fosse stato sostituito da un altro nascituro.<ref>{{cita|Kishlansky, 1999|p. 357}}.</ref> Il 30 giugno 1688 un gruppo di sette personalità di spicco inglesi, noto come il gruppo dei [[Sette Immortali]], chiese a Guglielmo d'Orange di recarsi a Londra per verificare l'effettivo funzionamento delle libertà civili inglesi e per indagare sulla nascita del principe di Galles, che lo escludeva dalla successione al trono. Costantemente informato sulle condizioni dell'esercito e della flotta inglesi dai Sette Immortali all'insaputa di Giacomo II, Guglielmo si decise a radunare un esercito per invadere l'Inghilterra.
Il [[30 giugno]] [[1688]] un gruppo di sette personalità di spicco inglesi, noto come il gruppo dei [[Sette Immortali]], chiese a Guglielmo d'Orange di recarsi a Londra per verificare l'effettivo funzionamento delle libertà civili inglesi e per indagare sulla nascita del principe di Galles, che lo escludeva dalla successione al trono. Costantemente informato sulle condizioni dell'esercito e della flotta inglesi dai Sette Immortali ad insaputa di Giacomo II, Guglielmo si decise a radunare un esercito per invadere l'Inghilterra.
 
== La Gloriosa Rivoluzione ==
{{vedi anche|Gloriosa Rivoluzione}}
[[File:James II (Kneller).jpg|thumb|200px|right|Giacomo II in armatura ritratto da [[Sir Godfrey Kneller]].]]
 
Nel [[settembre]] [[1688]] divenne chiaro che Guglielmo si stava preparando per un'invasione dell'Inghilterra. Per evitare questo, Giacomo II prese repentine decisioni: il vescovo di Londra poté riprendere il posto, i protestanti nel Magdalen College furono riammessi e la commissioneCommissione per le Causecause ecclesiastiche venne sciolta. Contemporaneamente tutti i magistrati anglicani licenziati riottennero i loro posti e il re rinunciò alla creazione di un nuovo Parlamento composto esclusivamente di suoi sostenitori. Il nuovo cambio di ruoli nelle amministrazioni contribuì a gettare il Paese nel caos.<ref>{{cita|Kishlansky, 1999|p. 356}}.</ref> Nel frattempo fu diffusa in Inghilterra una dichiarazione, firmata da Guglielmo d'Orange, che avvertiva il popolo inglese dell'"invito" che aveva ricevuto affinché mantenesse il Paese libero e confermasse la religione ufficiale.
 
[[File:William III of England.jpg|thumb|200px|left|[[Guglielmo III d'Inghilterra|Guglielmo d'Orange]], nipote e genero di Giacomo II in un ritratto di [[Peter Lely]].]]
Tutto era pronto per l'invasione: Guglielmo aveva a disposizione ventimila soldati, cinquemila cavalli e altrettanti pezzi di artiglieria.<ref>{{cita|Miller, 2000|pp. 190–196190-196}}.</ref> Giacomo qualche mese prima aveva declinato l'invito di suo cugino [[Luigi XIV di Francia|Luigi XIV]] di schierare la flotta francese nei mari inglesi in modo da difenderli dalle navi olandesi ede ora poteva contare solo sulla flotta inglese, comandata dall'ammiraglio [[George Legge, primo barone Dartmouth|Dartmouth]]. Le cattive condizioni del mare fecero pensare all'ammiraglio che era inutile far uscire le navi dai porti, vista l'impossibilità di uno sbarco olandese sulle coste inglesi.<ref>{{cita|Kishlansky, 1999|p. 358}}.</ref> La flotta olandese, che non aveva scelto un punto preciso dove sbarcare l'esercito, arrivò così indisturbata presso [[Torbay]], nel [[Devon]], il [[5 novembre]] 1688.
 
Giacomo cominciò a far muovere il suo esercito, che contava oltre venticinquemila regolari e altrettanti miliziani. L'accampamento olandese era presso la città di [[Exeter]], quello inglese nella vicina [[Salisbury]]; una battaglia campale sembrava ormai certa. All'ultimo momento però il generale dell'esercito di Giacomo, [[John Churchill, I duca di Marlborough|John Churchill]], passò dalla parte del nemico e, quando raggiunse l'accampamento contro il consiglio della corte, il re si mostrò indeciso e, scosso da violente [[epistassi]] e dall'[[insonnia]], diede ordine di ritirare l'esercito, che non riteneva in grado di affrontare le truppe avversarie.<ref>{{cita|Kishlansky, 1999|p. 359}}.</ref> Tornato a Londra, Giacomo apprese che la figlia [[Anna d'Inghilterra|Anna]] lo aveva tradito e si era messa a capo dei gruppi di rivoltosi che avevano acquistato il controllo di tutte le maggiori città delle [[Midlands]]. Sconfitto e tradito dai suoi stessi figli, inviò ambasciatori presso Guglielmo per trattare la pace.
 
Poco tempo dopo l'arrivo degli ambasciatori reali presso il campo di Guglielmo giunse anche la notizia che Giacomo II aveva lasciato Londra. Dopo essersi assicurato della partenza della regina e del principe di Galles, lgrazie all'intervento del diplomatico italiano [[11Francesco dicembreTerriesi]], cui il re affidò anche le sue memorie manoscritte<ref name=LesderniersStuarts>Campana de Cavelli, ''Les derniers Stuarts à Saint-Germain en Laye: Documents inédits & authentiques puisés aux archives publiques et privées'', Volume 2 (Librairie académique), Londres & Edinbourg (Williams & Norgate), 1871 p. 377 [http://books.google.it/books?id=3m9TAAAAcAAJ&printsec=frontcover&hl=it#v=onepage&q&f=false Les derniers Stuarts - Saint-Germain en Laye: Documents inédits... - Marquise Campana de Cavelli - Google Libri]</ref>, l'11 dicembre gettò il sigillo reale nel [[Tamigi]] e fuggì verso il [[Kent]].<ref>{{cita|Miller, 2000|pp. 205–209205-209}}.</ref> Poco dopo venne catturato da un gruppo di pescatori e, riconosciuto, venne riportato a Londra, accolto festosamente dalla città.<ref>{{cita|Kishlansky, 1999|p. 361}}.</ref> Guglielmo, conscio ormai del suo potere, inviò delle truppe fidate affinché arrestassero Giacomo e lo portassero fuori Londra; il piano fallì, perché il re riuscì per una seconda volta a fuggire. Questae voltaa raggiunseraggiungere la nave francese che lo attendeva per portarlo in salvo a Parigi.
 
Guglielmo convocò una ''Convenzione parlamentare'' ("Convention Parliament") per decidere come considerare la fuga del re, che si riunì il 22 gennaio 1689. Mentre il parlamento si rifiutava di deporlo, i membri della Convenzione dichiararono che, essendo Giacomo fuggito in Francia, aveva a tutti gli effetti abdicato, e dunque il trono era rimasto vacante.<ref>{{cita|Miller 2000|p. 209}}.</ref> Secondo lo storico inglese Paul Langford, in questo modo la Convenzione manifestò il palese desiderio di "legittimare ciò che era manifestamente illegittimo".<ref name="Morgan306">{{cita|Morgan 1993|p. 306}}.</ref> I ''[[tory]]'' avrebbero preferito che Maria sedesse da sola sul trono o che un reggente esercitasse l'effettivo potere in nome del re deposto. Ma il "salvatore protestante" era disposto ad accettare il potere solo come re di pieno diritto, come in effetti avvenne.<ref name="Morgan306"/> Maria, la figlia di Giacomo, fu dichiarata regina; ella avrebbe regnato assieme al marito Guglielmo, anche lui proclamato re e sovrano, non semplice [[principe consorte]]. L'11 aprile 1689 anche il parlamento scozzese dichiarò che Giacomo aveva rinunciato al trono.<ref>{{cita|Harris 2006|pp. 402-407}}.</ref> La Convenzione parlamentare promulgò la ''Declaration of Right'' (Dichiarazione dei diritti) il 12 febbraio 1689, la quale accusava Giacomo di abuso di potere e introdusse molte limitazioni all'autorità reale. La ''Dichiarazione'' costituì la base per il [[Bill of Rights]], entrato in vigore qualche mese dopo. Quest'ultimo dichiarava anche che, da quel momento in poi, nessun cattolico avrebbe potuto salire sul trono inglese e neppure sposare un monarca inglese.<ref>{{cita|Harris 2006|pp. 349-350}}.</ref>
Nei mesi che seguirono vi furono numerose discussioni in Parlamento sulla legittimità dell'[[abdicazione]] di Giacomo II e sulla possibilità di mettere sul trono Guglielmo e Maria. Dopo lunghe settimane si giunse alla conclusione con la stesura della Dichiarazione dei Diritti: Guglielmo e Maria divennero ufficialmente re e regina d'Inghilterra.
 
== Gli ultimi anni ==
[[File:King James II.jpg|thumb|200px|left|Ritratto di Giacomo II; opera di [[Godfrey Kneller]].]]
=== La guerra in Irlanda ===
{{Vedi anche|Battaglia del Boyne}}
{{Casato degli Stuart}}
Giacomo venne accolto a Parigi da Luigi XIV, che gli destinò come residenza il palazzo di [[Saint-Germain-en-Laye]]. Allo stesso tempo rifiutò di riconoscere Guglielmo III come re d'Inghilterra e radunò un esercito per restituire al cugino il regno inglese. Nel marzo 1689 Giacomo II sbarcò in [[Irlanda]], che non aveva mai smesso di considerarlo il legittimo sovrano, alla testa di un esercito francese, e poco dopo il suo insediamento a [[Dublino]] arrivò a controllare quasi interamente l'isola. La prima controffensiva inglese si risolse in un disastro: le ultime roccaforti inglesi vennero catturate e i tentativi di sbarco dell'esercito vennero impediti.<ref>{{cita|Kishlansky, 1999|pp. 376-378}}.</ref> Tuttavia, nel giugno [[1690]] Guglielmo riuscì a sbarcare con un esercito di quindicimila uomini presso [[Belfast]]. Subito si diresse verso l'esercito di Giacomo, stanziato sul fiume [[Boyne]]. Il [[1º luglio]] ebbe luogo la [[battaglia del Boyne]], che si risolse in una vittoria per gli inglesi. Giacomo e lo [[stato maggiore]] francese fuggirono a Dublino per imbarcarsi poco dopo verso la Francia. Questo fu l'ultimo tentativo di Giacomo di riappropriarsi del trono.
 
=== Il ritorno in esilio ===
[[File:Silver &gold ciborio.jpg|sinistra|miniatura|upright=0.7|Il ciborio personale del re Giacomo II, risalente al 1695 circa, con una mappa celeste. © Stefaan Missinne 2012<ref name="Missinne2012">Missinne, S., ''The Solving of a Mystery: a Silver and Gold-gilt Celestial Globe Cup from a Catholic English Monarch in Exile!'', The Portolan, Spring 2012, pp. 52-56.</ref>]]
Stabilitosi definitivamente a Saint-Germain, Giacomo si comportò come un signore aristocratico, mantenendo una corte e ricevendo un [[appannaggio]] annuale da parte di Luigi XIV. L'ultima gioia del re fu la nascita di un'altra figlia, [[Luisa Maria Teresa Stuart|Luisa Maria Teresa]] nel [[1692]]. Il re francese organizzò un tentativo di riportarlo sul trono, che contemplava l'assassinio di Guglielmo III, nel [[1696]], ma il complotto fallì. Nello stesso anno, l'offerta di Luigi di fare eleggere Giacomo come [[re di Polonia]] venne respinta, poiché Giacomo temeva che l'accettazione della corona polacca potesse precludergli ogni possibilità di ritorno sul trono d'Inghilterra.<ref>Miller, p. 239.</ref> In seguito Luigi cessò di offrire assistenza a Giacomo; la sua decisione venne formalizzata dal [[Trattato di Ryswick]] nel [[1697]]. Durante i suoi ultimi anni, Giacomo visse come un austero penitente; l'amicizia dell'[[Armand Jean Le Bouthillier de Rancé|abate di Rancé]] lo condusse sui sentieri della virtù, producendo in lui un cambiamento profondo: l'orrore delle colpe passate lo spinse ad atti di estremo rigore verso se stesso, quali l'imporsi di digiuni continui.<ref>Miller, pp. 234–236.</ref>
 
Stabilitosi definitivamente a Saint-Germain, Giacomo si comportò come un signore aristocratico, mantenendo una corte e ricevendo un vitalizio annuale di {{formatnum:50000}} lire da parte di Luigi XIV. L'ultima gioia del re fu la nascita di un'altra figlia, [[Luisa Maria Teresa Stuart|Luisa Maria Teresa]], nel 1692. Il re francese organizzò un tentativo di riportarlo sul trono, che contemplava l'assassinio di Guglielmo III, nel 1696, ma il complotto fallì. Nello stesso anno, l'offerta di Luigi di fare eleggere Giacomo come [[re di Polonia]] venne respinta, poiché Giacomo temeva che l'accettazione della corona polacca potesse precludergli ogni possibilità di ritorno sul trono d'Inghilterra.<ref>{{cita|Miller 2000|p. 239}}.</ref> In seguito Luigi cessò di offrire assistenza a Giacomo; la sua decisione venne formalizzata dal [[Trattato di Ryswick]] nel 1697.
Giacomo II si spense per una [[emorragia cerebrale]] nel [[1701]] a Saint-Germain-en-Laye, dove venne sepolto.
 
Durante i suoi ultimi anni, Giacomo visse come un austero penitente; l'amicizia dell'[[Armand Jean Le Bouthillier de Rancé|abate di Rancé]] lo condusse sui sentieri della virtù, producendo in lui un cambiamento profondo: l'orrore delle colpe passate lo spinse ad atti di estremo rigore verso sé stesso, quali l'imporsi continui digiuni.<ref>{{cita|Miller 2000|pp. 234-236}}.</ref> Nel 2012 venne scoperto il [[pisside|ciborio]] personale del re Giacomo II, risalente al 1695 circa, con una mappa celeste ricavata dalla Uranografia ([[Prodromus Astronomiae]]) del polacco [[Johannes Hevelius]], pubblicata nel 1690. Il globo, in oro e argento, raffigura [[Pegaso (costellazione)|Pegaso]] con uno speciale messaggio facente riferimento ad [[Acrisio|Acrisius]] e un [[Leone (araldica)|leone]] sedente-rampante quale polena della costellazione dell’Arca di Noè, in luogo dell’orso.<ref name="Missinne2012" />
 
Giacomo II si spense per un'[[emorragia cerebrale]] nel 1701 a Saint-Germain-en-Laye, dove venne sepolto.
 
== Successione ==
La figlia minore di Giacomo, Anna, succedette al trono quando Guglielmo III morì nel [[1702]]. Infatti Maria II era morta nel [[1694]]. Un atto del Parlamento del [[1701]] stabilì che, qualora la linea di successione definita nella Dichiarazione dei Diritti si fosse esaurita, la corona sarebbe andata ada una cugina tedesca, [[Sofia del Palatinato|Sofia, elettrice di Hannover]], e ai suoi eredi protestanti. Così, quando Anna morì nel [[1714]], meno di due mesi dopo la morte di Sofia, la corona passò a [[Giorgio I di Gran Bretagna|Giorgio I]], figlio di Sofia, nuovo [[Principe elettore|elettore]] di [[Hannover]] e secondo cugino di Anna.
 
Il figlio di Giacomo II, [[Giacomo Francesco Edoardo Stuart]], noto ai suoi partigiani come "Giacomo III e VIII" e ai suoi avversari come "il Vecchio Pretendente", sostenne a sua volta la causa giacobita. Si pose a capo di un'insurrezione in Scozia nel [[1715]], poco dopo l'ascesa al trono di [[Giorgio I di Gran Bretagna|Giorgio I]], ma venne sconfitto. Successivi tentativi d'insurrezione vennero repressi allo stesso modo; la rivolta del [[1745]] capeggiata da [[Carlo Edoardo Stuart]] fu l'ultimo serio tentativo di riportare gli Stuart sul trono.
 
A Giacomo Francesco Edoardo, morto nel [[1766]], successe il figlio maggiore [[Carlo Edoardo Stuart]], chiamato dai suoi partigiani "Carlo III" o "Bonnie Prince Charlie" e dagli avversari "il Giovane Pretendente". A Carlo successe poi il fratello minore [[Enrico Benedetto Stuart]], [[cardinale]] della [[Chiesa cattolica]].
 
== Ascendenza ==
<div align="center">
{{Ascendenza
{| class="wikitable" border="1" width="90%"
|+'''Albero genealogico1 di tre generazioni di= Giacomo II Stuart''d'Inghilterra
| 2 = [[Carlo I d'Inghilterra]]
|-
| 4 = [[Giacomo I d'Inghilterra]]
|-
| 8 = [[Enrico Stuart, Lord Darnley]]
| rowspan="8" align="center"| '''Giacomo II d'Inghilterra'''
|16 = [[Matthew Stuart|Matthew Stuart, conte di Lennox]]
| rowspan="4" align="center"| '''Padre:'''<br />[[Carlo I d'Inghilterra|Carlo I Stuart]]
|17 = [[Margaret Douglas]]
| rowspan="2" align="center"| '''Nonno paterno:'''<br />[[Giacomo I d'Inghilterra|Giacomo I Stuart]]
| 9 = [[Maria Stuarda|Maria I di Scozia]]
| align="center"| '''Bisnonno paterno:'''<br />[[Henry Stuart, Lord Darnley|Henry Stuart, duca d'Albany e re di Scozia]]
|18 = [[Giacomo V di Scozia]]
|-
|19 = [[Maria di Guisa]]
| align="center"| '''Bisnonna paterna:'''<br />[[Maria Stuart]], regina di [[Scozia]]
| 5 = [[Anna di Danimarca]]
|-
|10 rowspan="2" align="center"| '''Nonna paterna:'''<br />[[AnnaFederico II di Danimarca]]
|20 = [[Cristiano III di Danimarca]]
| align="center"| '''Bisnonno paterno:'''<br />[[Federico II di Danimarca|Federico II]], [[re di Danimarca]] e [[re di Norvegia|Norvegia]]
|21 = [[Dorotea di Sassonia-Lauenburg]]
|-
|11 align="center"| '''Bisnonna paterna:'''<br />[[Sofia di Meclemburgo-GüstrovGüstrow]]
|22 = [[Ulrico III di Meclemburgo-Güstrow]]
|-
|23 = [[Elisabetta di Danimarca]]
| rowspan="4" align="center"| '''Madre:'''<br />[[Enrichetta Maria di Borbone-Francia|Enrichetta Maria di Francia]]
| rowspan="2"3 align="center"| '''Nonno materno:'''<br />[[EnricoEnrichetta IVMaria di Borbone-Francia|EnricoEnrichetta IVMaria di Navarra-BorboneFrancia]]
| 6 = [[Enrico IV di Francia]]
| align="center"| '''Bisnonno materno:'''<br />[[Antonio di Borbone]], [[re di Navarra]]
|12 = [[Antonio di Borbone]]
|-
|24 = [[Carlo IV di Borbone-Vendôme]]
| align="center"| '''Bisnonna materna:'''<br />[[Giovanna III di Navarra|Giovanna III]], regina di Navarra
|25 = [[Francesca d'Alençon]]
|-
|13 = [[Giovanna III di Navarra]]
| rowspan="2" align="center"| '''Nonna materna:'''<br />[[Maria de' Medici]]
|26 = [[Enrico II di Navarra]]
| align="center"| '''Bisnonno materno:'''<br />[[Francesco I de' Medici]], [[Granduca di Toscana]]
|27 = [[Margherita d'Angoulême]]
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| 7 = [[Maria de' Medici]]
| align="center"| '''Bisnonna materna:'''<br />[[Giovanna d'Austria]]
|14 = [[Francesco I de' Medici]]
|}
|28 = [[Cosimo I de' Medici]]
</center>
|29 = [[Eleonora di Toledo]]
|15 = [[Giovanna d'Austria]]
|30 = [[Ferdinando I del Sacro Romano Impero]]
|31 = [[Anna Jagellone]]
}}
</div>
 
== Discendenza legittima e illegittima ==
[[File:James FitzStuart, Duke of Berwick.png|thumb|200px|right|Ritratto di [[James FitzJames, I duca di Berwick]], il più noto tra i figli illegittimi di Giacomo.]]
Nel 1660, Giacomo, duca di York, sposò la figlia del conte di Clarendon, [[Anna Hyde]], dalla quale ebbe i seguentiotto figli, di cui due sopravvissute:
 
* [[Carlo Stuart (1660-1661)|Carlo, duca di Cambridge]] ([[22 ottobre]] [[1660]] - [[5 maggio]] [[1661]]);
* [[Maria II d'Inghilterra|Maria II]] ([[30 aprile]] [[1662]] - [[28 dicembre 1694), fu regina d'Inghilterra, d'Irlanda e Scozia. Sposò il cugino [[Guglielmo III d'Inghilterra|Guglielmo Enrico d'Orange-Nassau]], unicogenito dello ''statolder'' [[1694Guglielmo II d'Orange]]), reginae della principessa [[Maria Enrichetta Stuart|Maria Enrichetta d'Inghilterra;]].
* [[Giacomo Stuart, duca di Cambridge|Giacomo, duca di Cambridge]] ([[12 luglio]] [[1663]] - [[2220 maggio]]giugno [[1667]]);
* [[Anna di Gran Bretagna|Anna]] ([[6 febbraio]] [[1665]] - [[1º agosto]] [[1714]]), fu regina di Gran Bretagna;. Sposò il principe [[Giorgio di Danimarca]], figlio del re di Danimarca [[Federico III di Danimarca|Federico III]].
* [[Carlo Stuart, duca di Kendal|Carlo, duca di Kendal]] ([[4 luglio]] [[1666]] - [[2022 giugno]]maggio [[1667]]);
* [[Edgardo Stuart, duca di Cambridge|Edgardo, duca di Cambridge]] ([[14 settembre]] [[1667]] - [[15 novembre]] [[1669]]);
* Enrichetta ([[13 gennaio]] [[1669]] - [[15 novembre]] [[1669]]);
* Caterina ([[9 febbraio]] [[1671]] - [[5 dicembre]] [[1671]]).
 
Alla morte di Anna Hyde, Giacomo prese in moglie [[Maria diBeatrice d'Este (1658-1718)|Maria Beatrice Modenad'Este]], principessa italiana cattolica, dalla quale ebbe i seguentidodici figli, di cui sette nati vivi e due sopravvissuti:
 
* Nato morto (marzo 1674);
* Caterina Laura ([[10 gennaio]] [[1675]] - [[3 ottobre]] [[1675]]);
* Caterina Laura (10 gennaio 1675 - 3 ottobre 1675), morta di convulsioni;
* Isabella ([[28 agosto]] [[1676]] - [[2 marzo]] [[1681]]);
* Nato morto (ottobre 1675);
* Carlo, duca di Cambridge ([[7 novembre]] [[1677]] - [[12 dicembre]] [[1677]]);
* [[Isabella Stuart (1676-1681)|Isabella]] (28 agosto 1676 - 2 marzo 1681, sepolta il 4 marzo nell'[[Abbazia di Westminster]]);
* Elisabetta ([[1678]]);
* [[Carlo Stuart, duca di Cambridge|Carlo, duca di Cambridge]] (7 novembre 1677 - 12 dicembre 1677), morto di vaiolo;
* Carlotta Maria ([[16 agosto]] [[1682]] - [[16 ottobre]] [[1682]]);
* Elisabetta (1678);
* [[Giacomo Francesco Edoardo Stuart|Giacomo Francesco Edoardo]] ([[10 giugno]] [[1688]] - [[1 gennaio]] [[1766]]), [[principe di Galles]];
* Nato morto (febbraio 1681);
* [[Luisa Maria Teresa Stuart|Luisa Maria Teresa]] ([[28 giugno]] [[1692]] - [[18 aprile]] [[1712]]).
* Carlotta Maria (16 agosto 1682 - 16 ottobre 1682, sepolta il 18 ottobre); morta di convulsioni;
* Nato morto (ottobre 1683);
* Nato morto (maggio 1684);
* [[Giacomo Francesco Edoardo Stuart|Giacomo Francesco Edoardo]] (10 giugno 1688 - 1º gennaio 1766), fu principe di Galles. Sposò la principessa polacca [[Maria Clementina Sobieska]], terzogenita del principe [[Giacomo Luigi Sobieski]] (quindi nipote del re [[Giovanni III Sobieski]]), con discendenza;
* [[Luisa Maria Teresa Stuart|Luisa Maria Teresa]] (28 giugno 1692 - 18 aprile 1712), nubile e senza discendenza.
 
Oltre alle unioni matrimoniali, Giacomo ebbe numerose amanti. Da [[Arabella Churchill]], sorella del [[John Churchill, I duca di Marlborough|duca di Marlborough]], ebbe i seguenti figli illegittimi:
 
[[File:Royal Monogram of King James II of Great Britain.svg|thumb|Il monogramma personale del re Giacomo II]]
* Henrietta FitzJames ([[1677]] - [[3 aprile]], [[1730]]), divenne baronessa e viscontessa;
 
* [[James FitzJames, I duca di Berwick]] ([[21 agosto]] [[1670]] - [[12 giugno]] [[1734]]);
* [[HenryHenrietta FitzJames]] (agosto [[1673]]1667 - dicembre3 [[1702]]aprile, 1730), divenne baronessa e viscontessa;
* Arabella[[James FitzJames, ([[1674I duca di Berwick]] (21 agosto 1670 - [[712 novembre]]giugno [[1704]]1734).;
* [[Henry FitzJames, I duca di Albemarle]] (agosto 1673 - dicembre 1702);
* Arabella FitzJames (1674 - 7 novembre 1704).
 
Altra amante di Giacomo fu [[Catherine Sedley]], dalla quale ebbe duetre figli:
 
* Catherine Darnley (c. [[1681]] - [[13 marzo]] [[1743]]), divenne contessa e duchessa;
* James Darnley ([[1684]] - [[1685]]).
* Charles Darnley, morì infante.
 
== Onorificenze ==
{{Onorificenze
|immagine =Ordine dellaOrder of the Garter giarrettieraUK nastrinoribbon.pngsvg
|nome_onorificenza =Gran MaestroSovrano edel CavaliereNobilissimo dell'Ordine della Giarrettiera
|collegamento_onorificenza = Ordine della Giarrettiera
|motivazione =
|data = 6 febbraio 1685; già Cavaliere compagno (K.G.), 24 aprile 1590 <ref>https://archive.is/20111026003051/http://www.leighrayment.com/orders/garter.htm#selection-21961.0-21964.0</ref>
|luogo=
}}
{{Onorificenze
|immagine =United-kingdom138 Order of the Thistle UK ribbon.gifsvg
|nome_onorificenza =Gran MaestroSovrano dell'Antichissimo e Nobilissimo Ordine del Cardo
|collegamento_onorificenza = Ordine del Cardo
|motivazione =
|data = 29 maggio 1687 (fondatore)
|luogo=
}}
 
== Note ==
{{<references|2}}/>
 
== Bibliografia ==
* {{en}}{{cita libro|George|Bellew|Britain's Kings and Queens|1974|Marlboro Books|Londra|idisbn= ISBN 0-85372-450-4|lingua=en}}
* {{en}}{{cita libro|John|Callow|The Making of King James II: The Formative Years of a King|2000|Sutton Publishing, Ltd|Stroud (Gloucestershire)|idisbn=ISBN 0-7509-2398-9|lingua=en|cid=Callow 2000}}
* Campana de Cavelli, ''Les derniers Stuarts à Saint-Germain en Laye. Volume 2'' - (Librairie académique) Londres & Edinbourg (Williams & Norgate), 1871.
* {{en}}{{cita libro|Antonia|Fraser|King Charles II|1979|Weidenfeld and Nicolson|Londra|id=ISBN 0-297-77571-5}}
* {{cita libro|Antonia|Fraser|King Charles II|1979|Weidenfeld and Nicolson|Londra|isbn=0-297-77571-5|lingua=en|cid=Fraser 1979}}
* {{en}}{{cita libro|Tim|Harris|Revolution: The Great Crisis of the British Monarchy, 1685–1720|2006|Penguin Books|id=ISBN 0-7139-9759-1}}
* {{cita libro|Tim|Harris|Revolution: The Great Crisis of the British Monarchy, 1685-1720|2006|Penguin Books|isbn=0-7139-9759-1|lingua=en|cid=Harris 2006}}
* {{cita libro|Mark|Kishlansky|L'età degli Stuart|1999|Il Mulino|Bologna|id=ISBN 88-15-07216-0}}
* {{cita libro|Mark|Kishlansky|L'età degli Stuart|1999|Il Mulino|Bologna|isbn=88-15-07216-0|cid=Kishlansky 1999}}
* {{cita libro|André|Maurois|Storia d'Inghilterra|1964|Mondadori|Verona}}
* {{en}}{{cita libro|John|Miller|James II|2000|Yale University Press|New Haven|idisbn=ISBN 0-300-08728-4|lingua=en|cid=Miller 2000}}
* {{cita libro|Kenneth O.|Morgan|Storia dell'Inghilterra|1993|Bompiani|Milano|idisbn=ISBN 88-452-4639-6|cid=Morgan 1993}}
* {{cita libro|Charles|Petrie|Gli Stuart|1964|Dall'Oglio|Varese}}
* {{cita libro|George Macaulay|Trevelyan|L'Inghilterra sotto gli Stuart|1978|Garzanti|Milano}}
* {{cita libro|George Macaulay|Trevelyan|Storia d'Inghilterra|1986|Garzanti|Milano|idisbn=ISBN 88-11-47287-3}}
* {{cita libro|Basil|Willey|La cultura inglese del Seicento e del Settecento|1982|Il Mulino|Bologna|idisbn=ISBN 88-15-22093-3}}
* {{cita libro|Francis C.|Turner|James II|1948|Eyre & Spottiswoode|cid=Turner 1948}}
 
== Altri progetti ==
{{interprogetto|commons=James II of England}}
 
== Collegamenti esterni ==
* {{Collegamenti esterni}}
* {{cita web | url=http://www.royal.gov.uk/output/Page97.asp |titolo= History of the Monarchy. The Stuarts. James II (r. 1685-88) |opera=Official web site of the British Monarchy |anno=2005 |lingua={{en}} |accesso=07-03-2008}}
* {{cita web | url=http://www.royal.gov.uk/output/Page97.asp |titolo= History of the Monarchy. The Stuarts. James II (r. 1685-88) |sito=Official web site of the British Monarchy |anno=2005 |lingua=en |accesso=7 marzo 2008}}
 
{{Box successione
|tipologia = regnante
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{{Box successione
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|precedente = [[Carlo II d'Inghilterra|Carlo, principe di Galles]]<br />Poi sovrano con il nome di Carlo II
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Riga 325 ⟶ 355:
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|tipologia = incarico governativo
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Riga 365 ⟶ 395:
{{Box successione
|tipologia = pretendente al trono
|carica = [[Regno di Francia|Pretendente al trono di Francia]]
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}}
 
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