Gioconda: differenze tra le versioni

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{{nota disambigua|||titolo2=Monna Lisa (disambigua)|Monna Lisa}}
{{Opera pittorica
{{Opera d'arte
| immagine=Mona_Lisa.jpeg
|immagine = Mona Lisa, by Leonardo da Vinci, from C2RMF retouched.jpg
| grandezza immagine=<!-- larghezza seguita da "px" (opzionale) -->
| titolo =La Gioconda
| artista = [[Leonardo da Vinci]]
|data anno= 1503-1506 circa
|opera = dipinto
| tecnica=olio su tavola
|tecnica = [[Pittura a olio|olio]] su tavola di [[Populus|pioppo]]
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|altezza = 77
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|larghezza = 53
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| ubicazione=[[Musée du Louvre di Parigi|Musée du Louvre]]
|città = [[Parigi]]
|ubicazione = [[Museo del Louvre]]
}}
La '''''Gioconda''''', nota anche come '''''Monna Lisa''''', è un dipinto dia [[Leonardopittura daa Vinciolio|olio su tavola]] chedi mostra[[pioppo]] unarealizzato donnada con[[Leonardo un'espressioneda pensierosaVinci]] ({{M|77|x|53|u=cm}} e un{{M|13|ul=mm}} leggerodi sorrisospessore), quasidatabile enigmatico.al Può1503-1506 esserecirca consideratoe ilconservato dipintonel più famoso[[Museo del mondo, arrivando a essere l'icona stessa della [[pitturaLouvre]], o delledi [[arti visualiParigi]] incol generale.numero Poche779 altredi opere sono così celebrate, romanticizzate e riprodottecatalogo.
Venne eseguita tra il [[1503]] e il [[1506]]. Attualmente è esposta al [[Musée du Louvre di Parigi|Museo del Louvre]] di [[Parigi]] dove è l'attrazione principale.
 
Opera iconica ed enigmatica della [[pittura]] mondiale, si tratta sicuramente del ritratto più celebre della storia nonché di una delle opere d'arte più note in assoluto.
== Il dipinto ==
Il sorriso quasi impercettibile del soggetto, col suo alone di mistero, ha ispirato tantissime pagine di critica, letteratura, opere di immaginazione e persino [[Psicoanalisi|studi psicoanalitici]]; sfuggente, ironica e sensuale, la ''Monna Lisa'' è stata di volta in volta amata e idolatrata, ma anche irrisa e vandalizzata<ref>Magnano, cit., p. 45.</ref>.
Si tratta di un [[pittura ad olio|dipinto a olio]] su legno di [[pioppo]] che misura 77 x 53 cm.
 
La Gioconda viene ammirata ogni giorno da circa trentamila visitatori, ovvero l'80% dei visitatori del [[Museo del Louvre]] in cui è esposta,<ref>{{cita news|lingua=en|pubblicazione=[[New York Post]]|url=https://nypost.com/2019/08/14/louvre-visitors-furious-over-time-limit-for-the-mona-lisa/ |titolo=Louvre visitors furious over time limit for the 'Mona Lisa|data=14 agosto 2019|accesso=24 maggio 2021}}</ref> tanto che nella grande sala in cui si trova, un cordone deve tenere a debita distanza le persone. Nella lunga storia del dipinto non sono infatti mancati i tentativi di vandalismo, nonché [[#Il furto|un furto rocambolesco]], che ne hanno alimentato la popolarità.
Anche se è difficile guardare al dipinto in maniera critica e ignorare tutta la mitologia che lo circonda, esso mostra una maestria tecnica che lo pone tra i capolavori di Leonardo (anche se per alcuni [[L'ultima cena (Leonardo)|L'ultima cena]] è il suo lavoro più grande).
 
== Storia ==
La natura dell'immagine è stata il soggetto di fiumi di discussioni. In generale, si può dire che la vividezza e l'ambiguità dell'espressione del viso è dovuta all'uso dello [[sfumato]], che sfuoca le porzioni più espressive del volto (gli angoli degli occhi e la bocca) dando al quadro un'aria di mistero. Il sorriso enigmatico è la caratteristica principale del dipinto.
=== L'identificazione del soggetto ===
==== Lisa Gherardini ====
La tradizione sostiene che l'opera rappresenti [[Lisa Gherardini]], cioè "Monna" Lisa (un diminutivo di "Madonna" derivante dalla parola latina "Mea domina" che oggi avrebbe lo stesso significato di "mia signora"), moglie di [[Francesco di Bartolomeo del Giocondo|Francesco del Giocondo]] (quindi la "Gioconda"). Leonardo dopotutto, in quel periodo del suo terzo soggiorno fiorentino, abitava una casa dell'[[Arte dei Mercatanti]] in [[via de' Gondi]] (oggi distrutte) a pochi passi da [[piazza della Signoria]], che erano proprio di un ramo della famiglia [[Gherardini]] di [[Montagliari]].
 
Questa apparentemente facile identificazione ha come fonti antiche un documento del 1525 in cui vengono elencati alcuni dipinti che si trovano tra i beni di [[Gian Giacomo Caprotti]] detto "[[Salaì]]", allievo di Leonardo che seguì il maestro in Francia, dove l'opera è menzionata per la prima volta "la Joconda";<ref>Piero C. Marani, ''La pittura di Leonardo'', in ''Leonardo'', Electa editrice, Milano 2006, p. 23.</ref> lo stesso [[Vasari]] scrisse che "Prese Lionardo a fare per Francesco del Giocondo il ritratto di Monna Lisa sua moglie, e quattro anni penatovi lo lasciò imperfetto, la quale opera oggi è appresso il [[Francesco I di Francia|re Francesco di Francia]] in [[Castello di Fontainebleau|Fontainebleau]]", dilungandosi poi in una serie di lodi del dipinto, in realtà piuttosto generiche.
[[Sigmund Freud]] interpretò il sorriso come simboleggiante l'attrazione erotica di Leonardo nei confronti della sua cara madre. Altri lo hanno descritto come innocente e invitante al tempo stesso.
 
[[File:Mona Lisa detail eyes.jpg|miniatura|Gli occhi della Gioconda]]
L'identità della donna ritratta nel dipinto non è del tutto certa, anche se recentemente lo studioso fiorentino [[Giuseppe Pallanti]], confermato dalle testimonianze del [[Vasari]], ha scoperto che apparteneva a Monna Lisa Gherardini, una donna proveniente dalla piccola nobiltà rurale vissuta tra la fine del '400 e l'inizio del '500, andata come seconda moglie in sposa a Francesco Bartolomeo del Giocondo (da cui il nome di "Gioconda").
 
Alcuni dubbi sono sorti a partire dalla descrizione di [[Giorgio Vasari]], che parla della peluria delle sopracciglia magnificamente dipinta (ma la Gioconda non ne ha) e che esalta le fossette sulle guance (pure assenti). Ciò è comunque spiegabile con la particolare storia del dipinto, che seguì Leonardo fino alla sua morte in Francia e che venne ritoccato per anni e anni dall'artista. Vasari infatti potrebbe aver attinto la sua descrizione dal ricordo dell'opera com'era visibile a Firenze fino al 1508, quando il pittore lasciò la città; alcune analisi ai [[raggi X]] hanno mostrato che ci sono tre versioni della ''Monna Lisa'', nascoste sotto quella attuale.
Precedenti ricerche affermavano già che si trattasse della benestante signora fiorentina, Madonna Lisa del Giocondo, da cui deriva l'altro nome con cui è conosciuto il [[ritratto]], ma non ne avevano prove documentarie (ritrovate dal Pallanti). Comunque è anche possibile che Leonardo non abbia dipinto una persona specifica. Alcuni sostengono anche che si tratti in realtà di un autoritratto dove Leonardo si è raffigurato in versione femminile.
 
A sostegno delle testimonianze del Vasari, nel 2005 [[Veit Probst]], storico e direttore della [[Biblioteca di Heidelberg]] in [[Germania]], ha pubblicato un altro appunto del cancelliere fiorentino [[Agostino Vespucci]], datato 1503, che conferma l'esistenza di un ritratto di Lisa del Giocondo: {{Citazione|[Come] il pittore Apelle. Così fa Leonardo da Vinci in tutti i suoi dipinti, ad esempio per la testa di Lisa del Giocondo e di Anna, la madre della Vergine. Vedremo cosa ha intenzione di fare per quanto riguarda la grande sala del Consiglio, di cui ha appena siglato un accordo con il gonfaloniere. Ottobre 1503.|Agostino Vespucci<ref name=XXX>{{cita testo|url=http://www.ub.uni-heidelberg.de/Englisch/news/monalisa.html|titolo=La scoperta nella biblioteca di Heidelberg|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20131105050239/http://www.ub.uni-heidelberg.de/Englisch/news/monalisa.html }}</ref>|Apelles pictor. Ita Leonardus Vincius facit in omnibus suis picturis, ut enim caput Lise del Giocondo et Anne matris virginis. Videbimus, quid faciet de aula magni consilii, de qua re convenit iam cum vexillifero. 1503 octobris.|lingua=la|lingua2=it}}
L'ipotesi più recente, avanzata da studiosi tedeschi e presa in considerazione anche dagli esperti del Museo di San Pietroburgo, in Russia, si basa sulla scoperta di un fatto nuovo: la sovrapponibilità dei lineamenti del volto di Monna Lisa con quelli della dama del ritratto di [[Caterina Sforza]] di [[Lorenzo di Credi]], conosciuto anche come ritratto della "Dama coi gelsomini". A questo punto, risulterebbe che il personaggio storico che ha ispirato Leonardo altri non sarebbe che [[Caterina Sforza]], all'epoca personaggio di fama, perché già signora di [[Forlì]] e [[Imola]].
 
==== Isabella d’Este ====
Il ritratto di [[Caterina Sforza]] in questione, attualmente conservato nella [[Pinacoteca civica di Forlì|pinacoteca]] della città di [[Forlì]], può essere visto alla seguente pagina:
[[File:Da Vinci Isabella d'Este.jpg|thumb|left|[[Ritratto di Isabella d'Este (Leonardo)|''Ritratto di Isabella d'Este'']] (Leonardo), 1499-1500]]
[http://chifar.unipv.it/museo/Catellani/catSforza/dip.htm]
 
Nell'attuale catalogo ragionato di Leonardo da Vinci (2018), solo [[Isabella d'Este]] è documentata come alternativa plausibile.<ref>Zöllner (2018), cit., p. 241 (no. XXV).</ref>
Il dipinto è stato restaurato varie volte: analisi ai [[raggi X]] hanno mostrato che ci sono tre versioni della ''Monna Lisa'', nascoste sotto quella attuale.
Secondo studi recentissimi (risalenti addirittura nel settembre del 2006) effettuati dal Centro Nazionale delle Ricerche Canadese (Cnrc) sembrerebbe che la donna interpretata come Lisa Gherardini, fosse ricoperta di un fine velo di mussolina, che all'epoca era portato dalle donne incinte o che avevano appena dato alla luce il nescituro.
La vernice aveva fin'ora nascosto questo dettaglio, ora però si è giunti alla fine del mistero di questo enigmatico sorriso celato fin'ora dietro il più semplice e naturale amore: l'essere madre !
Da questi sofisticati studi sull'immagine è emerso il particolare che dietro il dipinto vi è lo schizzo inciso sul legno da Leonardo il quale prima di dipingere il quadro ne avrebbe abbozzato la struttura... dove appare la figura di Monna Lisa con una cuffia, sarà stato di certo un ripensamento dello stesso artista perché difatti è noto a noi che la Gioconda porta i capelli liberi.
 
Isabella d'Este (1474-1539) fu [[Marchesato di Mantova|margravia di Mantova]] e la più famosa mecenate del suo tempo. Leonardo da Vinci era il pittore di corte della sorella [[Beatrice d'Este]] nel [[Ducato di Milano]]. Nel 1499, Leonardo fuggì alla corte di Isabella d'Este dopo l'espulsione degli [[Sforza]] (suoi datori di lavoro). Nell'arco di tre mesi, Leonardo realizzò diversi disegni di Isabella (documentati da lettere).<ref>Francis Ames-Lewis: ''Isabella & Leonardo — The Artistic Relationship between Isabella d’Este and Leonardo da Vinci'', 1500-1506. Yale University Press, New Haven e Londra 2012, appendice ''Letters to and from Isabella d’Este concerning works for her by Leonardo da Vinci'', p. 225f (lettera del 13 marzo 1500), p. 227f (lettera 27 maggio 1501), p. 235f (lettera 14 maggio 1504).</ref> Uno di questi ritratti, [[Ritratto di Isabella d'Este (Leonardo)|il disegno di profilo]], è conservato al Louvre e presenta somiglianze visive.<ref>Leonardo da Vinci, ''Ritratto di Isabella d’Este'', 1499/1500, Louvre. [https://collections.louvre.fr/en/ark:/53355/cl020111146 Banca dati del museo Louvre] (URL consultato il 29 maggio 2022)</ref>
A causa della sopraffacente statura del quadro, i [[dadaismo|dadaisti]] e i [[surrealismo|surrealisti]] ne hanno spesso prodotto modifiche e caricature, ad esempio aggiungendo dei baffi sul volto della donna. Il dipinto è stato riprodotto in serie, come poster, da [[Andy Warhol]].
 
Si conoscono diverse lettere degli anni 1501-1506, in cui Isabella – direttamente e tramite agenti – perseguiva da Vinci con richieste per la promessa esecuzione del [[Pittura a olio|ritratto a olio]].<ref>Francis Ames-Lewis (2012), p. 223-240 (lettere 27 marzo 1501, 14 aprile 1501, 31 luglio 1501, 14 maggio 1504 (2 x), 3 maggio 1506).</ref> La ''Gioconda'' rientrerebbe proprio in quel periodo.
Il [[Guinness dei primati]] considera il dipinto come l'oggetto più di valore che sia mai stato assicurato.
 
Le riserve del Louvre riguardano i capelli apparentemente biondi di Isabella d'Este.<ref>Sylvie Béguin (a cura di): ''Le Studiolo d'Isabella d'Este'', catalogo della mostra Louvre, Édition des Musées Nationaux, Parigi 1975, p. 4.</ref> Tuttavia, i ritratti di Isabella quali la ''miniatura di Ambras''<ref>[[:File:Isabella d%27Este palazzo ducale.jpg|Immagine]]</ref> e ''[[Ritratto di Isabella d'Este (Rubens)|Isabella in rosso]]'' mostrano capelli castani e somiglianze.<ref>In ''Isabella in rosso'' i capelli sono probabilmente colorati con l'[[henné]] a causa dell'età. La [[Gioconda (Madrid)|copia del Prado]] conferma anche le sopracciglia della ''Gioconda''.</ref> L'unica eccezione bionda è ''[[Ritratto di Isabella d'Este (Tiziano)|Isabella in nero]]''.<ref>[[:File:Isabella d'Este vs Isabella in Black.jpg|Immagine]]</ref> Nonostante la distribuzione, questa identificazione è controversa (al di fuori della documentazione del museo stesso) perché la testa non mostra né l'idealizzazione attraverso la bellezza né somiglianze con i due ritratti sopra citati.<ref>Per "controversa" si veda il catalogo ragionato di Tiziano (compreso l'inventario divergente [[Arciduca Leopoldo Guglielmo]] 1659) [Francesco Valcanover: ''L'opera completa di Tiziano'', Milano 1969, pp. 108-109.] e la recensione accademica della mostra del 1994 [Jennifer Fletcher: ''Isabella d'Este, Vienna'' in: ''The Burlington Magazine 136'', 1994, p. 399.]</ref>
 
==== Altre identificazioni ====
Altre identificazioni storicamente proposte sono state [[Caterina Sforza]],<ref>Magdalena Soest: la proposta si basa sulla presunta similarità dei lineamenti con quelli del ''Ritratto di Caterina Sforza'' – o ''Dama coi gelsomini'' – di [[Lorenzo di Credi]] alla [[Pinacoteca civica di Forlì]].</ref> e la madre stessa di Leonardo, [[Caterina Buti del Vacca]];<ref>[[Sigmund Freud]], Serge Bramly, ''Rina de' Firenze''</ref><ref name=K>Roni Kempler: {{cita testo|url=https://sites.google.com/site/whothemonalisais2017/|titolo=Who the Mona Lisa Is}} 2017, TXu 2-064-715, Google Site. {{cita testo|url=https://www.britannica.com/topic/Mona-Lisa-painting|titolo=Mona Lisa, painting by Leonardo da Vinci, View article history, Roni Kempler's contributions, Encyclopædia Britannica}}</ref> [[Isabella d'Aragona (1470-1524)|Isabella d'Aragona]], duchessa di Milano nell'anno 1489.<ref>{{cita web|autore=Laura Villani|url=https://www.barinedita.it/opinioni/n2752-la-travolgente-isabella-d-aragona-la-duchessa---nata-per-governare---bari|titolo=La travolgente Isabella d'Aragona, la duchessa ''nata per governare'' Bari|data=13 gennaio 2017}}</ref> Fu quest'ultima a consigliare a Leonardo l'aggiunta nel [[Ultima Cena (Leonardo)|Cenacolo]] dell'[[aureola]] del [[quadrato magico]] del sole.<ref>{{cita libro||autore=Antonella Pignatelli Palladino|url=https://books.google.it/books?id=iw3ZDwAAQBAJ&pg=PT42|p=42|titolo=Nella Gioconda di Leonardo il sorriso di Isabella d’Aragona Sforza “Ducissa di Milano et Bari”|editore=Gruppo Albatros Il Filo|data=31 luglio 2019|isbn= 9788830608603}}</ref>
Si è supposto, inoltre, che la nobildonna ritratta appartenesse al casato degli [[Imperiale (famiglia)|Imperiali]].<ref>''Histoire de la Maison Tartaro Imperiali des origines a nos jours'', Belgium</ref> Altri farebbero risalire l'identità a [[Bianca Giovanna Sforza]], figlia primogenita legittimata di [[Ludovico il Moro]], signora di Bobbio e Voghera<ref>{{cita testo|url=http://www.blitzquotidiano.it/arte/leonardo-da-vinci-oltre-dan-brown-bianca-sforza-e-gioconda-e-san-giovanni-2030810/|titolo=Leonardo Da Vinci. Oltre Dan Brown: Bianca Sforza è Gioconda e San Giovanni.}}</ref> o a [[Pacifica Brandani]], amante del duca [[Giuliano de' Medici duca di Nemours|Giuliano de' Medici]].<ref>{{cita testo|url=https://books.google.it/books?id=JUq6DgAAQBAJ&pg=PR72&dq=Pacifica+Brandani&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwjO0_2R48vTAhXFXRQKHdfTDvkQ6AEIIjAA#v=onepage&q&f=false|titolo=Leonardo Da Vinci – Un intellettuale cinese nel Rinascimento italiano.}}</ref><ref>{{cita testo|url=https://books.google.it/books?id=e3ZuDQAAQBAJ&pg=PT324&dq=Pacifica+Brandani&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwjO0_2R48vTAhXFXRQKHdfTDvkQ6AEIJzAB#v=onepage&q=Pacifica%20Brandani&f=false|titolo=Gli occhi della Gioconda.}}</ref><ref>{{cita testo|url=https://books.google.it/books?id=la20DAAAQBAJ&pg=PT463&dq=Pacifica+Brandani&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwjO0_2R48vTAhXFXRQKHdfTDvkQ6AEINTAD#v=onepage&q=Pacifica%20Brandani&f=false|titolo=I Segreti Codici Gioconda: L'Arcanum Methodus.}}</ref><ref>{{cita testo|url=https://books.google.it/books?id=CYknAQAAQBAJ&pg=PT89&dq=Pacifica+Brandani&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwjO0_2R48vTAhXFXRQKHdfTDvkQ6AEIRTAG#v=onepage&q=Pacifica%20Brandani&f=false|titolo=Misteri, crimini e storie insolite delle Marche}}</ref><ref>{{Cita web|url=http://lanostrastoria.corriere.it/2015/09/10/tutti-i-misteri-della-gioconda-e-unipotesi-sulla-sua-vera-identita/=false|titolo=Tutti i misteri della Gioconda. E un'ipotesi sulla sua vera identità|autore=Dino Messina|sito=[[Corriere della Sera]]|data=10 settembre 2015|accesso=13 settembre 2020|urlarchivio=https://archive.is/20200913104153/http://lanostrastoria.corriere.it/2015/09/10/tutti-i-misteri-della-gioconda-e-unipotesi-sulla-sua-vera-identita/|dataarchivio=13 settembre 2020}}</ref>
 
=== La Gioconda in Francia ===
[[File:Mona Lisa detail hands.jpg|miniatura|Le mani]]
Fu Leonardo stesso a portare con sé il dipinto in Francia nel 1516. Non sappiamo con precisione se Leonardo avesse regalato il dipinto in segno di riconoscenza al re per il soggiorno che gli aveva offerto o l'abbia semplicemente venduto, assieme ad altre opere, a [[Francesco I di Francia|Francesco I]]: si sa che un secolo dopo, nel 1625, un ritratto chiamato ''la Gioconda'' fu descritto da [[Cassiano dal Pozzo]] tra le opere delle collezioni reali francesi. Altri indizi fanno pensare che fin dal 1542 si trovasse tra le decorazioni della ''Salle du bain'' del [[castello di Fontainebleau]].<ref>Abbé P. Guilbert, ''Description historique des chateau bourg et forest de Fontainebleau'', 2 vols., Paris, 1731, Vol. I, pp. 153-159, citato da Frank Zöllner in ''{{cita testo|url=http://archiv.ub.uni-heidelberg.de/artdok/volltexte/2006/157/pdf/Zoellner_GBA_93.pdf|titolo=Leonardo's portrait of Mona Lisa del Giocondo}}'', 1993, p. 116 e nota 19 a p. 131.</ref>
 
Più tardi, nel 1685, [[Luigi XIV di Francia|Luigi XIV]] fece trasferire il dipinto a [[Palazzo di Versailles|Versailles]], ma dopo la [[rivoluzione francese]], nel 1797, venne spostato al [[Museo del Louvre|Louvre]]. Nel 1800 [[Napoleone Bonaparte]] lo fece mettere nella sua camera da letto, ma nel 1804 tornò al Louvre. Durante la [[guerra Franco-Prussiana]] fu messo al riparo in un sito nascosto.[[File:Mona Lisa stolen-1911.jpg|miniatura|sinistra|Spazio vuoto sulla parete del Louvre in seguito al furto del 1911]]
=== Il furto ===
Nella notte tra domenica 20 e lunedì 21 agosto 1911, prima di un giorno di chiusura del [[Museo del Louvre|museo]], la ''Gioconda'' venne rubata. Della sottrazione si accorse il martedì 22 agosto un copista, [[Louis Béroud]], che aveva avuto il permesso per riprodurre l'opera a porte chiuse.<ref name=G>{{cita testo|url=http://www.hotellagioconda.it/it/curiosity.htm|titolo="Curiosità" nel sito dell'Hotel Gioconda|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20110626043851/http://www.hotellagioconda.it/it/curiosity.htm }}</ref> La notizia del furto fu ufficializzata solo il giorno dopo, anche perché all'epoca non era infrequente che le opere venissero temporaneamente rimosse per essere fotografate.<ref name=C/>
 
[[File:Monalisa uffizi 1913.jpg|miniatura|La Gioconda in mostra nella Galleria degli Uffizi di Firenze, anno 1913. Il direttore del Museo Giovanni Poggi (a destra) controlla il dipinto.]]
[[File:Monna Lisa in Italia a Firenze nel 1913 dopo il furto.jpg|miniatura|destra|Monna Lisa in Italia a [[Firenze]] nel 1913 dopo essere stata recuperata]]
Era la prima volta che un dipinto veniva rubato da un museo, per di più dell'importanza del Louvre, e a lungo la polizia brancolò nel buio.<ref>{{Cita news|autore=Francesca Bonazzoli|titolo=Il mito della Gioconda (nato da un furto)|pubblicazione=Corriere della Sera|data=12 aprile 2015}}</ref> Fu sospettato il poeta francese [[Guillaume Apollinaire]] che venne arrestato dopo aver dichiarato di voler distruggere i capolavori di tutti i musei per far posto all'[[Avanguardie storiche|arte nuova]] e condotto in prigione il 7 settembre 1911; il suo arresto si basava su una calunnia, causata da una ripicca, da parte dell'amante Honoré Géri Pieret, che era stato accusato di aver ricettato alcune statuette antiche rubate dal museo. Anche [[Pablo Picasso]] venne interrogato in merito, ma, come Apollinaire, fu in seguito rilasciato.<ref name=C/> Sospetti caddero anche sull'[[Impero tedesco]], nemico della Francia, ipotizzando un furto di Stato. Mentre crescevano sospetti e polemiche poiché si scoprì che le uniche misure di sicurezza adottate dal museo consistevano nell'aver addestrato al [[judo]] un gruppo di guardie,<ref name=C/> si iniziò a ritenere il capolavoro perso per sempre. [[Franz Kafka]] vide una cornice vuota, e dopo un po' il posto lasciato dalla Gioconda sulla parete fu preso dal ''[[Ritratto di Baldassarre Castiglione]]'' di [[Raffaello Sanzio|Raffaello]].<ref name=C/>
 
In realtà, un ex-impiegato del Louvre, [[Vincenzo Peruggia]], originario di [[Dumenza]], paesino nei pressi di [[Luino]], convinto che il dipinto appartenesse all'Italia poiché [[Furti napoleonici|sottratto da Napoleone]], lo aveva rubato, rinchiudendosi nottetempo in uno sgabuzzino e, trascorsavi la notte, staccando il dipinto di prima mattina e uscendo dal museo con il ritratto sotto il cappotto; egli stesso ne aveva montato la teca in vetro, quindi sapeva come smontarla per sottrarlo.<ref name=G/> Uscì in tutta calma; chiese anche a un idraulico un aiuto per uscire dal museo, essendo sparita la maniglia del portone d'ingresso, e all'uscita sbagliò tram, optando poi per un più comodo taxi.<ref name=C/> Messa l'opera in una valigia, posta sotto il letto di una pensione di [[Parigi]], la custodì per ventotto mesi e successivamente la portò nel suo paese d'origine, a [[Luino]], con l'intenzione di "regalarla all'Italia", dopo aver ottenuto da qualcuno la garanzia che il dipinto sarebbe rimasto nel suo paese; come accennato, riteneva infatti erroneamente che l'opera fosse stata rubata durante le [[Furti napoleonici|spoliazioni napoleoniche]].
 
Ingenuamente, nel 1913 si recò a [[Firenze]] per rivendere l'opera. Si rivolse all'[[antiquario]] fiorentino Alfredo Geri, che ricevette una lettera firmata "Leonardo" in cui era scritto che «Il quadro è nelle mie mani, appartiene all'Italia perché Leonardo è italiano» con una proposta di restituzione a fronte di un riscatto di {{formatnum:500000}} lire «per le spese». Incuriosito, l'11 dicembre 1913, l'antiquario fissò un appuntamento nella stanza 20 al terzo piano dell'Hotel Tripoli, in [[via de' Cerretani]] (albergo che poi cambiò il nome proprio in Hotel Gioconda), accompagnato dall'allora direttore degli [[Galleria degli Uffizi|Uffizi]] [[Giovanni Poggi (storico)|Giovanni Poggi]].<ref name=C/> I due si accorsero che l'opera non era uno dei tanti falsi in circolazione, ma l'originale e se la fecero consegnare per "verificarne l'autenticità". Nell'attesa Peruggia se ne andò a spasso per la città, ma venne rintracciato e arrestato.<ref name=G/> Il ladro, processato, venne definito "mentalmente minorato" e condannato a una pena di un anno e quindici giorni di prigione, poi ridotti a sette mesi e quindici giorni. La sua difesa si basò tutta sul patriottismo e suscitò qualche simpatia (si parlò di "peruggismo"). Egli stesso dichiarò di aver passato due anni "romantici" con la ''Gioconda'' appesa sul suo tavolo di cucina.<ref name=C/>
 
Approfittando del clima amichevole che allora regnava nei rapporti tra Italia e Francia, il dipinto recuperato venne esposto in tutta Italia; prima agli [[Uffizi]] a [[Firenze]],<ref>{{cita testo|url=http://www.polomuseale.firenze.it/sguardoinedito/giocondauffizi/|titolo=La Gioconda agli Uffizi}}</ref> poi all'ambasciata di [[Francia]] di [[Palazzo Farnese (Roma)|palazzo Farnese]] a [[Roma]], alla [[Galleria Borghese]] (in occasione del [[Natale]]), e infine alla [[Pinacoteca di Brera]] a [[Milano]], prima del suo definitivo rientro al Louvre. La ''Monna Lisa'' passò il confine a [[Modane]], in Francia, su un vagone speciale delle [[ferrovie italiane]], accolta in pompa magna dalle autorità francesi, per poi giungere a Parigi dove, nel ''[[Salon Carré]]'', l'attendevano il [[Presidente della Repubblica francese|presidente della Repubblica]] [[Raymond Poincaré]] e tutto il governo.<ref>{{cita testo|url=http://www.lefigaro.fr/actualite-france/2013/12/13/01016-20131213ARTFIG00436-comment-la-joconde-a-ete-retrouvee.php|titolo=Un articolo su ''Le Figaro''}}</ref>
 
[[File:After photo for the return of Gioconda at the Louvre Museum 1914.jpg|thumb|Ritorno della Gioconda al [[museo del Louvre]] il 4 gennaio 1914]]
Sicuramente il furto contribuì alla nascita e alimentazione del mito della ''Gioconda''; dalla cultura più alta, per pochi eletti, la sua immagine entrò decisamente nell'immaginario collettivo.<ref name=C/>
 
=== Vicende recenti ===
Durante la [[prima guerra mondiale|prima]] e la [[seconda guerra mondiale]], il dipinto venne di nuovo rimosso dal Louvre e conservato in luoghi sicuri. Durante il secondo conflitto in particolare fu depositata al [[castello di Chambord]], poi ad [[Amboise]], a cui seguirono l'[[abbazia di Loc-Dieu]], il [[Museo Ingres]] di [[Montauban]] e di nuovo Chambord, prima di finire sotto il letto del conservatore del Louvre nel [[castello di Montal]] e tornare a Parigi nel 1945.<ref name=Corriere/>
 
Nel 1956, la parte inferiore del dipinto venne seriamente danneggiata a seguito di un attacco con dell'acido. Diversi mesi dopo qualcuno lanciò un sasso contro il dipinto; attualmente viene esposto dietro un vetro di sicurezza. Sull'episodio fornì una lettura psicoanalitica [[Salvador Dalí]]: «Molte persone se la sono presa con la Gioconda, anche lapidandola come qualche anno fa, caso tipico di flagrante aggressione contro la propria madre. [… Leonardo], inconsciamente, ha dipinto un essere che riveste tutti gli attributi materni. Ha due grandi seni e posa su chi la contempla uno sguardo totalmente materno. Però sorride in modo equivoco. […] Ora cosa succede al povero infelice che è posseduto dal [[complesso di Edipo]] […]? Egli entra in un museo. Un museo è una casa pubblica. Nel suo subcosciente, è un [[bordello]]. E in questo bordello vede il prototipo dell'immagine di tutte le madri. La presenza angosciante di sua madre che gli lancia uno sguardo dolce e gli rivolge un sorriso equivoco, lo spinge a un atto criminale. Commette un matricidio, prendendo la prima cosa che gli capita fra le mani, un ciottolo, e rovinando con esso il quadro. È una tipica aggressione da paranoico».<ref>''Le journal d'un génie'', 1964, edizione italiana, 1965.</ref>
 
[[File:Gioconda Louvre photographers.jpg|miniatura|La ressa dei visitatori del Louvre di fronte al dipinto di Leonardo]]
Nel 1962 il quadro fu prestato agli [[Stati Uniti d'America|Stati Uniti]] dove, accolto dal presidente [[John Fitzgerald Kennedy]], dalla ''first lady'' [[Jacqueline Kennedy Onassis|Jacqueline Kennedy]] e dal vicepresidente [[Lyndon B. Johnson|Lyndon Johnson]], fu esposto alla [[National Gallery of Art|National Gallery di Washington]] e al [[Metropolitan Museum of Art|Metropolitan Museum]] di [[New York]], dove attrasse un milione e settecentomila visitatori; nel 1974 fece la sua ultima ''tournée'', con tappe a [[Tokyo]] e a [[Mosca (Russia)|Mosca]].<ref name=Corriere/>
 
Studi del settembre 2006, effettuati dal Centro Nazionale di Ricerca e Restauro dei Musei di Francia, hanno rilevato come in un primo tempo tutto il volto della donna dovesse essere ricoperto da un sottile [[velo]], che all'epoca era portato dalle donne in dolce attesa o che avevano appena dato alla luce un figlio; inoltre, dietro il dipinto si è potuto vedere uno schizzo inciso sul legno da Leonardo, il quale prima di dipingere il quadro ne avrebbe abbozzato la struttura. Nello schizzo la figura femminile indossa una cuffia, poi oggetto di un ripensamento.
 
Per evitare il deterioramento causato dai numerosi flash che colpiscono l'opera, è stata inserita una protezione in vetro di fabbricazione italiana resistente oltretutto a vari tipi di esplosivi e a qualsiasi agente corrosivo. Ciò l'ha protetta anche dal lancio di una tazza con cui una visitatrice russa cercò di colpirla nel 2009<ref name=Corriere/> e da un pezzo di torta nel 2022.<ref>[https://www.corriere.it/esteri/22_maggio_29/uomo-ha-tirato-torta-contro-gioconda-louvre-9b35f574-df79-11ec-b6ed-e788b671e978.shtml Articolo su Corriere.it]</ref>
 
== Descrizione e stile ==
Il ritratto mostra una donna seduta a mezza figura, girata a sinistra, con il volto pressoché frontale, ruotato verso lo spettatore. Le mani sono dolcemente adagiate in primo piano, mentre sullo sfondo, oltre una sorta di parapetto, si apre un vasto paesaggio fluviale, col consueto stile leonardesco di picchi rocciosi e speroni. Indossa una pesante veste scollata, secondo la moda dell'epoca, con un ricamo lungo il petto e maniche in tessuto diverso; in testa indossa un velo trasparente che tiene fermi i lunghi capelli sciolti, ricadendo poi sulla spalla dove si trova appoggiato anche un leggero drappo a mo' di sciarpa.
 
[[File:Mona Lisa detail mouth.jpg|miniatura|sinistra|La bocca]]
Alla perfetta esecuzione pittorica, in cui è impossibile cogliere tracce delle pennellate grazie al morbidissimo [[sfumato]], Leonardo aggiunse un'impeccabile resa atmosferica, che lega indissolubilmente il soggetto in primo piano allo sfondo, e una profondissima introspezione psicologica. Se l'impostazione, col paesaggio sullo sfondo, affonda le radici nella ritrattistica umanistica del Quattrocento (come il ''[[Doppio ritratto dei duchi di Urbino|Doppio ritratto dei duchi d'Urbino]]'' di [[Piero della Francesca]]), la straordinaria naturalezza del personaggio, così diversa dalle pose ufficiali e "araldiche" dei predecessori, ne fa una pietra miliare della ritrattistica con cui si apre il Rinascimento maturo.
 
Come scrisse [[Charles de Tolnay]] nel 1951:
{{Citazione|Nella Gioconda, l'individuo - una sorta di miracolosa creazione della natura - rappresenta al tempo stesso la specie: il ritratto, superati i limiti sociali, acquisisce un valore universale. Leonardo ha lavorato a quest'opera sia come ricercatore e pensatore sia come pittore e poeta; e tuttavia il lato filosofico-scientifico restò senza seguito.<br/>
Tuttavia, l'aspetto formale – l'impaginazione nuova, la nobiltà dell'atteggiamento e la dignità del modello che ne deriva – ebbe un'azione risolutiva sul ritratto fiorentino dei due decenni successivi […] Leonardo ha creato con la ''Gioconda'' una formula nuova, più monumentale e al tempo stesso più animata, più concreta, e tuttavia più poetica di quella dei suoi predecessori. Prima di lui, nei ritratti manca il mistero; gli artisti non hanno raffigurato che forme esteriori senza l'anima o, quando hanno caratterizzato l'anima stessa, essa cercava di giungere allo spettatore mediante gesti, oggetti simbolici, scritte. Solo nella ''Gioconda'' emana un enigma: l'anima è presente ma inaccessibile.<ref>''Remarques sur la Joconde'', cit. in Magnano, p. 30.</ref>}}
 
=== Lo sfondo ===
{|align=right
|[[File:Mona Lisa detail background left.jpg|miniatura|Paesaggio sinistro]]
|[[File:Mona Lisa detail background right.jpg|miniatura|Paesaggio destro]]
|}
Il quadro di Leonardo fu uno dei primi ritratti a rappresentare il soggetto davanti a un panorama ritenuto, dai più, immaginario. Una caratteristica interessante del panorama è che non è uniforme. La parte di sinistra è evidentemente posta più in basso rispetto a quella destra. Questo fatto ha portato alcuni critici a ritenere che sia stata aggiunta successivamente.
 
La ''Gioconda'' si trova in una specie di loggia panoramica, come dimostrano le basi di due colonne laterali sul parapetto; [[Gioconda (San Pietroburgo)|una copia seicentesca]] mostrerebbe la composizione originaria in cui è visibile la parte architettonica successivamente mutilata.
Molti altri esperti hanno analizzato lo sfondo della Gioconda, e hanno osservato una cosa che spesso non si nota a prima vista (''ndr: L'attuale foto del quadro allegato alla voce, troppo buia, non aiuta in questa osservazione''), ed è che la Gioconda è seduta a ridosso di un loggiato, e si intravede il parapetto e anche le basi di 2 colonne laterali. Sulla base degli elementi individuati nello sfondo, qualcuno ritiene di aver anche individuato il vero paesaggio che servì da sfondo per il quadro, che si troverebbe nella zona di [[Arezzo]].<BR>
Considerando la grande cura di Leonardo per i dettagli, molti esperti ritengono che non si tratti di uno sfondo inventato, ma rappresenti anzi un punto molto preciso della [[Toscana]], cioè là dove l'[[Arno]] supera le campagne di Arezzo e riceve le acque della [[Val di Chiana]]. C'è un indizio preciso sulla destra della Gioconda oltre la spalla, è un ponte basso, a più arcate, cioè un ponte antico, a schiena d'asino di stile romanico, un ponte identico al [[ponte a Buriano]] che scavalca tutt'oggi l'Arno e che venne costruito in pieno [[medio evo]], a metà del [[secolo XIII|1200]], quando Arezzo attraversava un periodo di grande prosperità. Sopra le sue arcate passa l'antica [[via Cassia]] che collega [[Roma]], [[Chiusi]], [[Arezzo]] e [[Firenze]].<BR>
Leonardo conosceva bene questo ponte, perché aveva studiato a fondo questa zona, c'è un disegno che descrive il bacino idrico della Val di Chiana e che oggi si trova a [[Windsor]], e si intravede anche il ponte a Buriano; è una prova che Leonardo aveva ben in mente la geografia di questa zona.
 
Considerando la grande cura di Leonardo per i dettagli, molti esperti ritengono che non si tratti di uno sfondo inventato, ma rappresenti anzi un punto molto preciso della Toscana, cioè là dove l'[[Arno]] supera le campagne di Arezzo e riceve le acque della [[Val di Chiana]]. C'è un indizio preciso sulla destra della Gioconda oltre la spalla, è un ponte basso, a più arcate, cioè un ponte antico, a schiena d'asino di [[architettura romanica|stile romanico]], un ponte simile al [[Ponte Buriano]] che scavalca tutt'oggi l'Arno. Leonardo conosceva questa zona, come testimonia un disegno datato tra il 1502 e il 1503 che descrive il bacino idrico della Val di Chiana (oggi alla ''[[Royal Library]]'' di [[Castello di Windsor|Windsor]]), in cui si intravede anche il ponte a Buriano. Se si osserva il lato sinistro della Gioconda, si vede un corso d'acqua con meandri che s'infila in una stretta gola, che potrebbe essere la [[Gola di Pratantico]], con i rilievi a sinistra scavati dall'erosione, che potrebbero essere i vicini [[calanchi]]. È un tipo di rilievi, verticali e frastagliati, che si ritrovano in altre opere di Leonardo, come la ''[[Madonna dei Fusi]]'', il ''[[Cartone di sant'Anna]]'' e la ''[[Vergine delle Rocce (Parigi)|Vergine delle Rocce]]''. Con una certa approssimazione, a partire da questi elementi, c'è chi ha ricostruito al [[computer]] l'angolo di [[Prospettiva (arte)|prospettiva]], individuando come punto esatto dell'osservazione di Leonardo il borgo di [[Quarata]], dove all'epoca era eretto un castello, oggi scomparso.
Poco distante dal ponte, l'Arno riceve le acque di un [[immissario]], il canale della Chiana nel quale confluiscono le acque dell'omonima valle. Se si risalgono le acque di questo canale, andando a ritroso, bisogna superare una serie di meandri e poi ci si infila in una gola, la [[Gola di Prato Antico]]. Se si osserva il lato sinistro della Gioconda, si vede un corso d'acqua con meandri che si infila in una stretta gola.
 
Una diversa teoria<ref>{{Cita libro|autore=Gilberto Michelagnoli|autore2=Filippo Michelagnoli|titolo=Michelagnoli. Storia di una famiglia|anno=2021|editore=Masso delle Fate|ISBN=978-88-6039-536-8}}</ref> colloca lo sfondo presso una gola attraversata dall’Arno vicino alla città di [[Signa]], sempre sulla base di alcuni particolari che coinciderebbero con il territorio, oltre al fatto che il maestro dovesse conoscere bene questa zona, vicina al suo paese natale<ref>{{Cita libro|titolo=Codice Leicester c. 9r}}</ref>.
Ma le analogie non finiscono qui: i rilievi a sinistra della Gioconda, sono verticali, aguzzi, scavati dall'erosione e in effetti, oltre il ponte, continuando la vecchia via Cassia, si arriva in un'area in cui si possono osservare i [[Calanchi]], delle "bizzarre" formazioni rocciose, erose dalle piogge e dai millenni. Leonardo deve essere rimasto molto colpito da queste forme, come artista per la loro spettacolarità, e come studioso, per il modo in cui si sono formate, che ben si adattava al suo pensiero, cioè che la terraferma non è immobile, ma si rimodella e si trasforma in modo tumultuoso sotto l'azione erosiva dell'acqua. È un tipo di rilievi, verticali e frastagliati, che si ritrovano in altre opere di Leonardo, come la [[Madonna dei Fusi]], [[Sant'Anna (Leonardo)|Sant'Anna]], e la [[La Vergine (Leonardo, 1483)|Vergine delle rocce]].
 
Alcuni ritengono invece che i paesaggi di Leonardo non siano toscani, ma [[prealpi]]ni,<ref>Roberto Longhi, ''Difficoltà di Leonardo'', in "Paragone", 1952, p. 686.</ref> dei dintorni di [[Lecco]]. Sullo sfondo si potrebbe riconoscere il [[Resegone]] con il relativo paesaggio,<ref>{{cita web|url=https://milano.corriere.it/notizie/cronaca/18_agosto_01/gioconda-luca-tomio-identita-donna-velata-isabella-aragona-sforza-prealpi-lombarde-resegone-6faa0fae-955d-11e8-819d-89f988769835.shtml|titolo=La Gioconda? Una signora milanese. E dietro le sue spalle c'è il Resegone|autore=Rosella Ghezzi|data=1º agosto 2018|accesso=1º agosto 2018|editore=milano.corriere.it}}</ref> la formazione rocciosa dei "Campelli" ai [[Piani di Bobbio]] in alto sulla sinistra e il [[Ponte Azzone Visconti|Ponte Vecchio]] di Lecco sulla destra in basso,<ref>{{Cita web|url=https://milano.corriere.it/notizie/cronaca/17_luglio_12/monnalisa-b6863e9a-6744-11e7-9cb7-9d56a32dcee8.shtml|titolo=«Dietro il mistero della Monnalisa c’è Lecco e il suo territorio»|accesso=12 dicembre 2022}}</ref> delle [[Agro Pontino|paludi pontine]] o, come è forse più probabile, di luoghi inventati e idealizzati sulla base di ricordi e sensazioni e della composizione di elementi appartenenti ad aree diverse che l'artista aveva potuto osservare nel corso dei suoi viaggi. Altra ipotesi è quella che identifica col [[lago di Garlate]] il corpo d'acqua dello sfondo.<ref>{{Cita news|titolo=Mystery of where Mona Lisa was painted has been solved, geologist claims|titolotradotto=Il mistero del luogo dove è stata dipinta la Monna Lisa è stato risolto|data=11 maggio 2024|autore=Dalya Alberge|giornale=[[The Observer]]|url=https://www.theguardian.com/artanddesign/article/2024/may/11/where-mona-lisa-was-painted-mystery-solved-geologist-claims|accesso=13 maggio 2024|lingua=en}}</ref>
Grazie ai vari elementi individuati, ponte, confluenza, e gola, è stato possibile ricostruire con un [[computer]], l'angolo di [[prospettiva (arte)|prospettiva]], e capire il punto esatto dell'osservazione di Leonardo: corrisponde al borgo di [[Quarata]] che aveva allora un castello, oggi scomparso, e che forniva un ottimo punto di osservazione rialzato.
 
Altre ipotesi hanno formulato che il paesaggio vada letto attraverso uno specchio; forse venne ricavato con la [[camera oscura leonardiana]]. In questo caso potrebbe assomigliare al [[Lago di Iseo]] col profilo della [[Corna Trentapassi]].<ref>S. Albini, ''Alla destra della Gioconda: dipinti, disegni e trascorsi di Leonardo sul Lago di Iseo'', Gam Editore, 2009.</ref>
Si tratta ovviamente di un'ipotesi, gli indizi sono molto incoraggianti ma non si tratta di "prove schiaccianti"; in effetti, alcuni ritengono che i paesaggi di Leonardo non siano aretini, ma [[Alpi|alpini]], dei dintorni di [[Lecco]], o addirittura semplicemente inventati ed idealizzati sulla base di ricordi e sensazioni.
 
Secondo altri, i paesaggi sarebbero quelli dell'antico feudo di [[Bobbio]]<ref>{{Cita web|url=https://www.rainews.it/articoli/2022/04/e-bobbio-lo-sfondo-della-gioconda-la-ricercatrice-studi-rafforzano-la-mia-tesi--57f87173-1b2a-46be-9520-c204f5804bad.html|titolo=È Bobbio lo sfondo della Gioconda? La ricercatrice: "Gli studi sui fossili rafforzano la mia tesi" |accesso=28 aprile 2022}}</ref> e della [[Val Trebbia]], allora contea imperiale milanese assegnata a [[Bianca Giovanna Sforza]], ritenuta da alcuni identificarsi nella Gioconda leonardesca,<ref>{{cita testo|url=https://www.adnkronos.com/cultura/2018/08/11/vera-gioconda-milanese_15HlFZkG8nC1WRsi9oCCVO.html|titolo="La Gioconda? La donna vera è milanese"}}</ref> con il [[Ponte Gobbo]].<ref>{{cita testo|url=http://www.ilgiornale.it/news/cultura/sfondo-gioconda-bobbio-1165666.html|titolo=Svelato il mistero dello sfondo della Gioconda.}}</ref> Secondo altri ancora si tratterebbe del [[Montefeltro]], nell'antico [[Ducato di Urbino]],<ref>Rosetta Borchia, Olivia Nesci, ''Codice P. Atlante illustrato del reale paesaggio della Gioconda'', Mondadori Electa, 2012, ISBN 978-88-370-9277-1</ref><ref>{{Cita news|autore=PENNABILLI|url=http://www.corriereromagna.it/rimini/valmarecchia/2013-01-03/gioconda-montefeltro-come-sfondo-domani-parlano-gli-autori-della-scop|titolo=Gioconda, Montefeltro come sfondo Domani parlano gli autori della scoperta=Romagna Corriere.it|giorno=03|mese=gennaio|anno=2013|accesso=6 gennaio 2013|urlmorto=sì}}</ref><ref>{{Cita web | url = https://www.riminitoday.it/cronaca/pennabilli-e-la-valmarecchia-sono-dentro-il-paesaggio-della-gioconda.html | titolo = Pennabilli e la Valmarecchia sono dentro il "Paesaggio della Gioconda" | data = 7 gennaio 2013 | accesso = 18 novembre 2022 | urlarchivio = https://archive.is/20221118152005/https://www.riminitoday.it/cronaca/pennabilli-e-la-valmarecchia-sono-dentro-il-paesaggio-della-gioconda.html | dataarchivio = 18 novembre 2022 | urlmorto = no }}</ref> col fiume [[Marecchia]], il [[Sasso di Simone|Sasso Simone e Simoncello]] e il [[Monte Fumaiolo|massiccio del Fumaiolo]].<ref>{{Cita web|cognome=|nome=|titolo=Gioconda di Leonardo Da Vinci: il paesaggio sullo sfondo è Montefeltro e non Valdarno|url=http://cultura.nanopress.it/articolo/gioconda-di-leonardo-da-vinci-il-paesaggio-sullo-sfondo-e-montefeltro-e-non-valdarno/12219/|editore=NanoPress|data=27 novembre 2012|accesso=16 agosto 2014|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20150413155601/http://cultura.nanopress.it/articolo/gioconda-di-leonardo-da-vinci-il-paesaggio-sullo-sfondo-e-montefeltro-e-non-valdarno/12219/}}</ref>
== Storia ==
Il dipinto di Leonardo Da Vinci venne portato in [[Francia]] dall'[[Italia]] da Leonardo nel [[1516]], quando il re [[Francesco I di Francia|Francesco I]] invitò il grande pittore a lavorare ad [[Amboise]] vicino alla residenza del Re, il [[Castello di Clos-Lucé]]. Qui, Francesco I gli comprò vari quadri tra cui anche la Gioconda; la pagò, si dice, 4000 [[ducato (moneta)|ducati]] d'oro, una somma importante per l'epoca, e quindi la Gioconda sta legittimamente al Louvre (altri quadri no, ma questo sì).
 
=== Stato di conservazione ===
Il dipinto inizialmente risiedeva a [[Castello di Fontainebleau|Fontainebleau]], e più tardi a [[Palazzo di Versailles|Versailles]]. Dopo la [[Rivoluzione francese]], venne spostato al [[Musée du Louvre di Parigi|Louvre]]. [[Napoleone Bonaparte]] lo fece mettere nella sua camera da letto, ma successivamente tornò al Louvre. Durante la [[Guerra Franco-Prussiana]] del [[1870]]-[[1871]], venne tolto dal Louvre e nascosto da qualche parte in Francia.
La Gioconda fu dipinta su una tavola di pioppo molto sottile e col tempo il pannello è andato imbarcandosi; si è inoltre aperta una fessura, ben visibile sul retro. Altri danni sono stati causati dagli attacchi vandalici (si veda la [[#Storia|sezione storia]]). Per questo il dipinto è oggi conservato dietro una teca di [[vetro infrangibile]], in un'atmosfera a temperatura e umidità controllate. Ne consegue che il prestito dell'opera ad altri musei è divenuto un evento alquanto improbabile. Nel 2011, ad esempio, ne è stato negato il prestito agli Uffizi, che volevano esporla nel 2013, in occasione del centenario del ritrovamento dopo il famigerato furto.<ref name=Corriere>Stefano Montefiori, ''{{cita testo|url=http://archiviostorico.corriere.it/2011/giugno/25/Louvre_nega_Gioconda_Firenze_co_9_110625051.shtml|titolo=Il Louvre nega la Gioconda}}'', ''[[Corriere della Sera]]'', 25 giugno 2011, pag. 55.</ref> In passato però l'opera è stata spedita negli Stati Uniti (1963) e in Giappone (1974).
 
==Copie==
Il [[22 agosto]] [[1911]], il furto della Monna Lisa venne scoperto. Il poeta francese [[Guillaume Apollinaire]] venne arrestato e condotto in prigione, in quanto sospettato del furto, il [[7 settembre]] e anche [[Pablo Picasso]] venne interrogato in merito, ma entrambi furono in seguito rilasciati. A quell'epoca il quadro si riteneva perso per sempre. Si scoprì che un impiegato del Louvre, Vincenzo Perugia, convinto che il dipinto appartenesse all'Italia e non dovesse quindi restare in Francia, lo rubò uscendo dal museo a piedi con il quadro sotto il cappotto. Comunque, la sua avidità lo fece catturare quando cercò di venderlo a un mercante d'arte di [[Firenze]]; il quadro venne esibito in tutta Italia e restituito al Louvre nel [[1913]].
Molte sono le copie antiche e moderne presenti in musei statali e collezioni private, che sono conservate in varie nazioni.
===Copie antiche===
[[File:Proporcion mona lisa.jpg|miniatura|Prospettiva e proporzioni della Monna Lisa del Prado]]
Nel febbraio 2012, il [[Museo del Prado]] presentò una ''[[Gioconda (Madrid)|Gioconda]]'' attribuita alla bottega di Leonardo, di una mano molto vicina a quella del maestro; forse di [[Gian Giacomo Caprotti]] o [[Francesco Melzi]] o di un allievo spagnolo. La tavola mostra uno sfondo dai colori chiari, molto simile a come doveva apparire in origine anche sul dipinto del Louvre.<ref>{{cita testo|url=http://www.corriere.it/cultura/12_febbraio_02/panza-la-gioconda-gemella_dc856cfc-4d90-11e1-bd39-8bec83f04289.shtml|titolo=Articolo online del 2 febbraio 2012}}</ref>
 
Esiste la cosiddetta ''[[Monna Lisa di Isleworth]]'', nota anche come ''Monna Lisa anteriore'' o ''Gioconda giovane'', che è custodita a [[Ginevra]].<ref>{{cita testo|url=http://www.corriere.it/cultura/12_settembre_28/in-svizzera-la-gioconda-dieci-anni-piu-giovane-di-monna-lisa_e4a235a8-0949-11e2-8adc-b60256021bbc.shtml|titolo=Svizzera, Monna Lisa è ringiovanita: presentata un'altra versione del quadro}}</ref> Questo ritratto fu acquistato da un nobile del Somerset, che successivamente lo portò nel suo studio a Isleworth, da cui deriva il nome. Questa versione dell'opera differisce dall'originale per diversi aspetti: la protagonista è visibilmente più giovane, il paesaggio alle spalle è più spoglio e sono presenti due colonne. Inoltre l'opera è dipinta su tela, cosa che non si ritrova altrove nell'uso di Leonardo da Vinci. Alcuni hanno voluto vedere in questo dipinto una versione precedente della Gioconda originale,<ref>{{Cita news|url=http://www.arteworld.it/analisi-la-gioconda-di-leonardo-da-vinci/|titolo=La Gioconda (o Monna Lisa) di Leonardo da Vinci: analisi|data=16 febbraio 2016|accesso=28 febbraio 2018}}</ref> ma con nessun seguito da parte della letteratura artistica italiana.
Durante la [[prima guerra mondiale|prima]] e la [[seconda guerra mondiale]] il dipinto venne di nuovo rimosso dal Louvre e conservato in un luogo sicuro.
 
Altro ritratto è la ''[[Gioconda (San Pietroburgo)|Gioconda di San Pietroburgo]]'', anch'esso raffigurante una Monna Lisa più giovane e con due colonne ai lati.<ref>{{cita testo|url=http://www.nove.firenze.it/vediarticolo.asp?id=b2.09.26.22.35|titolo=Spunta una terza Gioconda. Una Monnalisa giovane e con le colonne}}</ref> Questo dipinto della Gioconda giovane e quello presente in Svizzera sono anch'essi di un pittore leonardesco ma, secondo alcuni studiosi, vi è la possibilità che siano opera di Leonardo stesso.<ref>{{cita testo|url=http://www2.ch.unich.it/rassegna_stampa/send.php?ID=18338|titolo=Anche a San Pietroburgo esisterebbe una Gioconda dipinta (forse) da Leonardo|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20140222150405/http://www2.ch.unich.it/rassegna_stampa/send.php?ID=18338 }}</ref><ref>{{cita testo|url=http://www.tmnews.it/web/sezioni/top10/20130214_132601.shtml|titolo=Monna Lisa "svizzera" è di Leonardo: prima versione della Gioconda|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20140222034650/http://www.tmnews.it/web/sezioni/top10/20130214_132601.shtml }}</ref>
Nel [[1956]], la parte inferiore del dipinto venne gravemente danneggiata a seguito di un attacco con dell'acido. Molti mesi dopo qualcuno gli tirò una pietra. Attualmente viene esposto dietro un vetro di sicurezza.
 
La controversa copia ''[[Gioconda Torlonia]]'' del XVI secolo è presente nel [[palazzo Montecitorio]] di Roma dove ha sede la [[camera dei deputati (Italia)|camera dei deputati]]: questo dipinto proviene dalla collezione della famiglia [[Torlonia]] e, dopo il suo restauro, alcuni studiosi ritengono che Leonardo realizzò questo ritratto come replica di quello originale custodito a Parigi. Questa replica è chiamata pure "Gioconda di Montecitorio".<ref>[https://www.corriere.it/cultura/22_febbraio_17/roma-caso-gioconda-montecitorio-c-mano-leonardo-no-copia-606af8b2-9024-11ec-990d-642ea57e6940.shtml Roma: caso Gioconda di Montecitorio]</ref><ref>[https://www.agi.it/cultura/news/2022-02-18/gioconda-montecitorio-guerra-critici-esperti-politici-15677774/ Gioconda di Montecitorio]</ref><ref>
Nel [[1962]], il quadro venne prestato agli [[Stati Uniti]] e mostrato a [[New York]] e [[Washington (distretto di Columbia)|Washington]]. Nel [[1974]] andò in tournée e venne esibito a [[Tokyo]] e [[Mosca (città)| Mosca]].
[https://www.artribune.com/arti-visive/archeologia-arte-antica/2022/02/gioconda-torlonia-montecitorio/ la gemella della Gioconda]</ref>
 
La copia del Cinquecento chiamata ''[[Gioconda nuda]]'' è un disegno in esposizione nel [[Museo Condé]] di [[Chantilly]] in Francia.
 
===Copie moderne e citazioni===
Considerata una tra le più celebri icone dell'arte tradizionale, l'immagine della Gioconda è stata spesso utilizzata dagli artisti contemporanei in funzione simbolica. Il [[Dadaismo|dadaista]] [[Marcel Duchamp]], ad esempio, l'ha scelta come bersaglio delle proprie provocazioni, aggiungendo baffi e pizzetto a una riproduzione fotografica del dipinto e intitolando tale opera ironicamente ''[[L.H.O.O.Q.]]'', che pronunciato in francese può suonare anche come ''"Elle a chaud au cul''" che tradotto significa "Lei ha caldo al culo", ovvero "Lei si concede con facilità" oppure "Lei è eccitata".<ref>Secondo Maurizio Calvesi, però, non si tratterebbe di una semplice provocazione, bensì di "una segreta, compiaciuta e divertita allusione "ermetica" all'androginia del personaggio raffigurato, essendo l'androgino una delle principali figure dell'alchimia, tema ricorrente nelle opere di Duchamp. La posa della Gioconda, infatti, richiamerebbe quella del personaggio alato seduto su un forno acceso nella celebre miniatura di [[Jean Perréal]] intitolata ''La Complainte de Nature à l'Alchimiste errant'' (1516). [[Maurizio Calvesi (saggista)|Maurizio Calvesi]], ''Arte e alchimia'', Giunti, Firenze, 1986, pp. 32 e 44. Maurizio Calvesi, ''Duchamp'', Giunti, Firenze, 1993, p. 38.</ref>
 
Anche [[Andy Warhol]] riprodusse il dipinto in serie, come poster, mentre [[Banksy]] ne fece una versione ''mujaheddin'', con lanciarazzi in spalla. [[Fernando Botero|Botero]] la ridipinse paffuta e [[Jean-Michel Basquiat|Basquiat]] la rese un'icona graffiante, dal sorriso sinistro.<ref name=C>Stefano Bucci, ''Furto della Gioconda, cent'anni di mito'', articolo del [[Corriere della Sera]], 7 agosto [[2011]], p. 41.</ref>
 
La ''Gioconda Africana'' fu realizzata da [[Salvatore Fiume]] nel 1974 ed è custodita nei [[Musei Vaticani]].<ref>{{Cita web |url=https://m.museivaticani.va/content/museivaticani-mobile/it/eventi-e-novita/iniziative/il-giovedi-dei-musei/2015/salvatore-fiume-e-i-giochi-della-memoria.html#&gid=1&pid=5 |titolo=Musei Vaticani |accesso=12 febbraio 2023 |dataarchivio=22 settembre 2022 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20220922034502/https://m.museivaticani.va/content/museivaticani-mobile/it/eventi-e-novita/iniziative/il-giovedi-dei-musei/2015/salvatore-fiume-e-i-giochi-della-memoria.html#&gid=1&pid=5 |urlmorto=sì }}</ref>
 
Numerosissimi gli utilizzi e le citazioni dell'icona-simbolo nel mondo del cinema, della musica, della televisione e della pubblicità. In particolare, il cantautore [[Ivan Graziani]] si ispirò allo storico furto per la canzone ''Monna Lisa,'' del 1979, immaginando un maniaco che si chiude nel museo e inizia a deturpare l'opera, da cui trae anche il ''calembour'' "Monna Lisa... lisa".
 
== Nella cultura di massa ==
=== Filmografia ===
* ''[[Il furto della Gioconda]]'' (1978), sceneggiato televisivo diretto da [[Renato Castellani]]
* ''[[Il codice da Vinci (film)|Il codice da Vinci]]'' (2006), film diretto da [[Ron Howard]] e tratto dall'omonimo romanzo di [[Dan Brown]]
 
=== Letteratura ===
* ''[[Il codice da Vinci]]'', romanzo di [[Dan Brown]]
 
=== Fumetti ===
*''[[Asterix e la corsa d'Italia]]'' di [[Jean-Yves Ferri]] e [[Didier Conrad]]
 
=== Musica ===
* ''Mona Lisa'', Jay Livingston & Ray Evans (1949)
* ''Mona Lisa'', di [[Nat King Cole]] (1950)
* ''Mona Lisa'', di [[Elvis Presley]] (1950)
* ''Il mistero di Lisa'', di [[Umberto Tozzi]] (1977)
* ''Monna Lisa'', di [[Ivan Graziani]] (1978)
* ''Mona Lisa'', di [[Lio]] (1982)
* ''Come Monna Lisa'', di [[Mango (cantante)|Mango]] (1990)
* ''Gioconda'', dei [[Litfiba]] (1991)
* ''Mona Lisa'', di [[Britney Spears]] (2009)
* ''The Ballad of Mona Lisa'', dei [[Panic! at the Disco]] (2011)
* ''Mona Lisa,'' di [[Lil Wayne]] (2018)
 
== Note ==
<references/>
 
== Bibliografia ==
* Donald Sassoon, ''La Gioconda. L'avventurosa storia del quadro più famoso del mondo'', Carocci Editori, Roma, 2002
* {{cita libro|cognome=Angela|nome=Alberto|titolo=Gli occhi della Gioconda. Il genio di Leonardo raccontato da Monna Lisa|editore=Rizzoli|città=Milano|anno=2016|ISBN=978-88-586-8642-3}}
* {{cita libro|cognome=Magnano|nome=Milena|titolo=Leonardo|editore=Mondadori Arte|città=Milano|anno=2007|collana=I Geni dell'arte|ISBN=978-88-370-6432-7|cid=M. Magnano}}
* {{cita libro|cognome=Frank|nome=Zöllner|titolo=Leonardo da Vinci. Tutti i dipinti|editore=Taschen|anno=2018|ISBN= 978-38-365-7347-4}}
 
== Voci correlate ==
* [[Dipinti di Leonardo da Vinci]]
* [[Monna Lisa CyberpunkL.H.O.O.Q.]]
* [[Gioconda (Madrid)]]
* La caricatura di [[Marcel Duchamp]]
* [[Gioconda nuda]]
* L'[[autoritratto come Monna Lisa]] di [[Salvador Dalí]]
 
== Altri progetti ==
{{Interprogetto|preposizione=sulla|etichetta=''Gioconda''}}
{{interprogetto|commons=Category:Mona Lisa}}
{{Interprogetto/notizia|Studi rivelano che la Gioconda fu sepolta a Firenze}}
== Collegamenti esterni ==
* [http://appunti.studentville.it/articoli/leonardo_vinci-22/approfondimento_gioconda_leonardo_vinci-360.htm Approfondimento sulla Gioconda]
*{{en}} [http://www.hepguru.com/monalisa/ The Mona Lisa Exposed], an ad-supported [[Tufts University]] student website
*{{en}} [http://www.pbs.org/treasuresoftheworld/a_nav/mona_nav/main_monafrm.html Theft of the Mona Lisa], from the [[PBS]] website for ''[[Treasures Of The World]]''
*{{en}} [http://news.bbc.co.uk/2/hi/entertainment/3660143.stm Ageing Mona Lisa worries Louvre], an April 2004 [[BBC]] article
*{{en}} [http://www.bbc.co.uk/science/leonardo/gallery/monalisa.shtml The Mona Lisa], another [[BBC]] article
*{{en}} [http://www.kleio.org/monalisa/mlnews_eng.html Who is Mona Lisa?]
*{{en}} [http://www.kleio.org/monalisa/g_eng/374.htm Isabella of Aragon, Duchess of Milan, the real woman behind "Mona Lisa"]
*{{en}} [http://www.elrelojdesol.com/interactive-paintings/mona-lisa.html Mona Lisa (Zoomable Version)]
{{pittura}}
 
== Collegamenti esterni ==
[[Categoria:Dipinti di Leonardo|Gioconda]]
* {{Collegamenti esterni}}
[[Categoria:Ritratti pittorici|Gioconda]]
* {{Cita TV|lingua=it|autore=Alberto Angela|wkautore=Alberto Angela|trasmissione=Ulisse - Il piacere della scoperta|wktrasmissione=Ulisse - Il piacere della scoperta|titolo= Viaggio nel mondo della Gioconda|canale=Rai 3|wkcanale=Rai 3|url=https://www.raiplay.it/video/2017/04/Ulisse-il-piacere-della-scoperta-Viaggio-nel-mondo-della-Gioconda-37fdf67e-7992-4533-bf89-f90c6118dd6e.html|accesso=5 gennaio 2019|data=29 aprile 2017}}
* {{cita web|url=http://cartelen.louvre.fr/cartelen/visite?srv=car_not_frame&idNotice=14153&langue=fr|titolo=Scheda nel sito ufficiale del museo|lingua=fr}}
* {{cita web|url=http://www.kleio.org/en/history/monalisa/ml_fakten.html|titolo=L'identità della Monna Lisa|lingua=en, de|accesso=1º febbraio 2009|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20100124025825/http://www.kleio.org/en/history/monalisa/ml_fakten.html|urlmorto=sì}}
 
{{Controllo di autorità}}
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{{Portale|Leonardo da Vinci|pittura|rinascimento}}
 
[[Categoria:Dipinti di Leonardo da Vinci]]
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