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{{Incidente
|titolo= Eccidio di Monte Zuccaro
|immagine=
|didascalia=
|nazione=ITA
|luogo= [[Isola del Cantone|Monte Zuccaro]]
|data= 13 gennaio 1944
|obiettivo= militi della [[Guardia Nazionale Repubblicana]]
|ora=
|ora-inizio=13.00
|ora-fine=
|tipologia=
|vittime= 8
|feriti=
|esecutori= [[Divisione Garibaldi "Cichero"|III Brigata Garibaldi Liguria]]<ref>http://www.isral.it/web/web/risorsedocumenti/25%20aprile_cronologia.htm</ref>
|sospetti=
|motivazione=
}}
 
Con la '''eccidio di monte Zuccaro''' ci si riferisce all'eccidio di otto militi della [[Guardia Nazionale Repubblicana]] che prestavano servizio di avvistamento anti aereo. L'uccisione degli otto militi fu la prima azione bellica compiuta dalla III Brigata Liguria<ref>http://www.isral.it/web/web/risorsedocumenti/25%20aprile_cronologia.htm</ref>.
==Operazioni della X Mas nel Mar Nero==
Nel Mar Nero, invece, le operazioni furono molto più proficue e compresero l'attacco portato, ancorché senza successo a causa della mancata esplosione di un siluro, al modernissimo conduttore di flottiglia ''Tashkent''<ref>M. Brescia, ''L'esploratore Tashkent'', in ''Storia Militare'' nº 189, giugno 2009</ref>, il grave danneggiamento dell'incrociatore ''Molotov'' e quello lieve del cacciatorpediniere ''Kharkov'', l'affondamento del sommergibile ''Qquoka'', attacchi a motozattere, cannoniere e navi mercantili.
 
==La resa del presidio==
==Metaxismo==
Nell'inverno 1943-44 sul monte Zuccaro, presso [[Isola del Cantone]] fu costituito un presidio dell'[[Aeronautica Nazionale Repubblicana]] con il compito di segnalare le incursioni aeree nemiche. L'intero presidio comandato dal [[sergente]] Luigi Compagnone era composto da nove militi tutti disarmati.
'''Metaxismo''' è una ideologia [[nazionalista]] ed [[autoritarismo|autoritaria]] solitamente associata al dittatore greco [[Ioannis Metaxas]]<ref>*Payne, Stanley G. 1995. ''[http://books.google.com/books?id=NLiFIEdI1V4C&dq=A+History+of+Fascism+payne&lr=&source=gbs_summary_s&cad=0 A History of Fascism, 1914–45]''. University of Wisconsin Press. ISBN 0-299-14874-2</ref>. Si pone come obiettivo la rigenerazione della nazione greca e la creazione di una Grecia moderna, culturalmente omogenea.<ref name=Sorensen>Gert Sørensen, Robert Mallett. International fascism, 1919-45. London, England, UK; Portland, Oregon, USA: Frank Cass Publishers, 2002. Pp. 159.</ref>
 
Il pomeriggio del 12 gennaio 1944, il presidio fu circondato da forze partigiane<ref>{{cita|Pierfranco Malfettani|p. 434}}</ref><ref>http://www.ilgiornale.it/news/ecco-tutta-verit-sulla-liberazione-genova.html</ref> fu preso prigioniero e passato per le armi dopo un processo sommario<ref>http://www.isral.it/web/web/risorsedocumenti/25%20aprile_cronologia.htm</ref>. Uno dei condannati però si salvò fortunosamente potendo poi raccontare i fatti<ref>http://www.ilgiornale.it/news/ecco-tutta-verit-sulla-liberazione-genova.html</ref>.
Il metaxismo considera il [[liberalismo]] e l'[[individualismo]] come la causa della degenerazione culturale e ritiene che gli interessi individuali dei cittadini debbano essere subordinati a quelli dello stato cercando in questo di mobilitare il popolo greco al fine di creare una "nuova Grecia"<ref name=Sorensen />. Secondo Metaxas il proprio regime detto "[[Regime del 4 agosto]]" (1936–1941) rappresenterebbe la "[[Terza civiltà greca]]" che basandosi su una società culturalmente purificata trarrebbe spunto dal [[militarismo]] dell'antico [[Regno di Macedonia]] e della città-stato di [[Sparta]], la "prima civiltà greca"; e l'etica cristiana ortodossa dell'[[Impero bizantino]], la "seconda civiltà greca".<ref name=Sorensen/>
 
==le vittime==
Il regime di Metaxas considerava veri greci solo quelli che erano etnicamente greci e cristiani, intendendo escludere deliberatamente albanesi, slavi e turchi che residenti in Grecia avevano la cittadinanza greca.<ref name=Sorensen/>
{| class="wikitable"
|-
!Nome e cognome!!Reparto!!provenienza!!data di nascita!!Grado e note
|-
|Luigi Compagnone||Guardia Nazionale Repubblicana||[[Rapallo]]||1895|| sergente
|-
|Eugenio Albertini||Guardia Nazionale Repubblicana||[[Genova]]||09/07/1923|| caporale
|-
|Rosario Buttere||Guardia Nazionale Repubblicana||[[Caltanissetta]]||1925|| avvistatore
|-
|Aldo Furfaro||Guardia Nazionale Repubblicana||[[Genova]]||20/11/1922|| avvistatore
|-
|Vincenzo Furigino||Guardia Nazionale Repubblicana||[[Caltanissetta]]||1924|| avvistatore
|-
|Giorgio Sigona||Guardia Nazionale Repubblicana||[[Caltanissetta]]||1925|| avvistatore
|-
|Arturo Vinafro||Guardia Nazionale Repubblicana||[[Trecase]]||1925|| avvistatore
|-
|Ermanno Vallieri||Guardia Nazionale Repubblicana||[[Sampierdarena]]||06/01/1924|| avvistatore
|}<ref>http://www.ilgiornale.it/news/altri-8-chicchi-grano-far-rivivere-ricordo-delle-vittime.html</ref>
 
==Bibliografia==
Anche se il governo di Metaxas e le sua dottrina politica è spesso descritta come fascista, accademicamente è considerato solo superficialmente fascista o non fascista. Convenzionalmente è invece considerata, una dittatura autoritaria-conservatore simile alla Spagna di [[Francisco Franco]] o al Portogallo di [[António de Oliveira Salazar]].<ref>*Payne, Stanley G. 1995. ''[http://books.google.com/books?id=NLiFIEdI1V4C&dq=A+History+of+Fascism+payne&lr=&source=gbs_summary_s&cad=0 A History of Fascism, 1914–45]'' University of Wisconsin Press. ISBN 0-299-14874-2.</ref><ref>Lee, Stephen J. 2000. ''[http://books.google.com/books?id=KnvJO9yfvEAC= European Dictatorships, 1918-1945]'' Routledge; 2 edition (22 Jun 2000). ISBN-10: 0415230462.</ref> Il governo Metaxista deriva sua autorità dell'establishment conservatore e le sue dottrine sono principalmente sostenute dalle istituzioni tradizionali come la Chiesa greco-ortodossa e la reazionaria monarchia greca, mancava invece del radicamento che avevano altre ideologie come il fascismo italiano e il nazismo tedesco.<ref>*Payne, Stanley G. 1995. ''[http://books.google.com/books?id=NLiFIEdI1V4C&dq=A+History+of+Fascism+payne&lr=&source=gbs_summary_s&cad=0 A History of Fascism, 1914–45]''. University of Wisconsin Press. ISBN 0-299-14874-2</ref><ref>Lee, Stephen J. 2000. ''[http://books.google.com/books?id=KnvJO9yfvEAC= European Dictatorships, 1918-1945]'' Routledge; 2 edition (22 Jun 2000). ISBN-10: 0415230462.</ref> La dottrina Metaxista è caratteristica del partito politico di Metaxas, del [[Freethinkers' Party (Greece)|Freethinkers' Party]] e del "[[Regime del 4 agosto]]".<ref name=Davies>Peter Davies, Derek Lynch. The Routledge companion to fascism and the far right. London, England, UK; New York, New York, USA: Routledge, 2002. Pp. 276.</ref>
*Francesco Tuo, Pierfranco Malfettani e Carlo Viale, I caduti della R.S.I. Genova 1043.46, Ed, Angelo Ruggiero, Genova, 2008
 
=== BasiNote dottrinarie===
{{references|2}}
 
==Strage di Vigoponzo in Dernice==
*'''[[Monarchia]]''' L'istituto monarchico è considerato un pilastro dell'unità nazionale.
http://www.ilgiornale.it/news/fucilati-e-sepolti-vivi-davanti-bambino.html
 
{{Incidente
*'''[[Anticomunismo]]
|titolo= Strage di Vigoponzo
|immagine=
|didascalia=
|nazione=ITA
|luogo= Vigoponzo in [[Dernice]]
|data= 15 settembre 1944
|obiettivo=
|ora=
|ora-inizio=
|ora-fine=
|tipologia=Esecuzione sommaria
|vittime= 29 militi della [[Guardia Nazionale Repubblicana]] e marò della [[Xª Flottiglia MAS (Repubblica Sociale Italiana)|Xª Flottiglia MAS]]
|feriti=
|esecutori= [[Brigate Garibaldi|III Brigata Garibaldi Liguria]]
|sospetti=
|motivazione=
}}
 
La '''strage di Vigoponzo''', avvenuta il 15 settembre 1944, fu l'esecuzione sommaria di 29 militi della [[Guardia Nazionale Repubblicana]] e marò della [[Xª Flottiglia MAS (Repubblica Sociale Italiana)|Xª Flottiglia MAS]] tutti del [[Battaglione "Risoluti"]].
*'''[[Parlamentarismo|Antiparliamentarismo]]''' Si considerano le rappresentanze politiche come causa dell'anarchia, divisione e declino economico.
 
===La prima missione===
*'''[[Nazionalismo]]''' Si promuove la purezza culturale e sipunta alla creazione di una nuova "civiltà ellenica".
A partire dall'estate 1944, al fine di agevolare l'insediamento della [[4ª Divisione alpina "Monterosa"]], il battaglione "Risoluti" della Xª Flottiglia MAS fu impiegato in azioni di ricognizione sulle montagne alle spalle di [[Genova]]<ref>{{cita|Pierfranco Malfettani|p. 8}}</ref>. A queste poi, in coordinamento con la GNR si affiancarono anche missioni di infiltramento presso i partigiani per individuarne i capi<ref>{{cita|Pierfranco Malfettani|p. 8}}</ref>. Una prima missione di infiltramento pianificata presso il [[Ordnungspolizei|comando polizia SS]] dall'Ufficio Antiribelli della GNR guidato dal maresciallo Josef Peters<ref>{{cita|Tuo, Malfettani e Viale|p. 50}}</ref> si era svolta nel giugno 1944 con circa trenta volontari della [[controbanda]] guidata dal sottufficiale delle [[SS]] Armando De Romedis si infiltrarono in [[val Trebbia]]. Nella memorialistica partigiana il reparto fu noto come "banda Gigi"<ref>http://www.straginazifasciste.it/wp-content/uploads/schede/Gnorecco%20e%20Cichero,%20San%20Colombano%20Certenoli,%2016.07.1944.pdf</ref>. Scoperti il 1° luglio, gli elementi della [[controbanda]] riuscirono a dileguarsi tutti tranne i due marò Enrico Alvina e Eugenio Cichero e i due militi della GNR Sinede Coatti e Giulio Dachà, che ignorando di essere stati scoperti, si erano attardati in un'osteria<ref>{{cita|Tuo, Malfettani e Viale|p. 50}}</ref>. I prigionieri furono tutti fucilati il 4 luglio a [[San Colombano Certenoli]]<ref>{{cita|Pierfranco Malfettani|p. 14}}</ref>.
 
Le informazioni giunte al comando [[Guardia Nazionale Repubblicana]] permisero l'avvio di un rastrellamento che portò alla cattura di sette partigiani. Il rinvenimento dei corpi dei fucilati in una [[fossa comune]] provocò per [[rappresaglia]] la [[fucilazione]] dei prigionieri<ref>{{cita|Tuo, Malfettani e Viale|p. 386}}</ref> il 16 luglio nella frazione di Gnorecco<ref>http://www.straginazifasciste.it/wp-content/uploads/schede/Gnorecco%20e%20Cichero,%20San%20Colombano%20Certenoli,%2016.07.1944.pdf</ref>
*'''[[Corporativismo]]'''
I sette partigiani appartenevano tutti al settore stampa e propaganda della [[Divisione Garibaldi "Cichero"]]<ref>http://www.straginazifasciste.it/wp-content/uploads/schede/Gnorecco%20e%20Cichero,%20San%20Colombano%20Certenoli,%2016.07.1944.pdf</ref>. L'abitato di Cichero, considerato solidale con i partigiani, fu incendiato<ref>http://www.straginazifasciste.it/wp-content/uploads/schede/Gnorecco%20e%20Cichero,%20San%20Colombano%20Certenoli,%2016.07.1944.pdf</ref>.
 
===La seconda missione===
*'''[[Protezionismo]]''' Le politiche economiche del mercato-liberale del vecchio stato vecchio sono considerate fallimentari.
[[Immagine:Battaglione Risoluti a Genova.jpg|200px|thumb|In seconda fila il Battaglione "Risoluti" a [[Genova]]]]
Una seconda missione ricognitiva, nuovamente pianificata dall'Ufficio Antiribelli della GNR guidato dal maresciallo Josef Peters<ref>{{cita|Tuo, Malfettani e Viale|p. 87-88 Il maresciallo Peters era probabilmente un altatesino e guidava un ufficio della GNR}}</ref> fu nuovamente tentata nel settembre 1944.
 
La sera del 13 settembre trentatre volontari della GNR e del battaglione "Risoluti"<ref>{{cita|Pierfranco Malfettani|p. 14}}</ref>, comandati dal tenente Croner, partirono dalla caserma di via Marina di Robilant nel quartiere di [[San Fruttuoso (Genova)|San Fruttuoso]] di Genova<ref>Fulvio Sasso, La banda Ferraris, Grifl edizioni, Cairo Montenotte, 2005, p.114</ref> a bordo di un autocarro.
 
L'obiettivo della [[controbanda]] della [[Repubblica Sociale Italiana]], secondo quanto riferito poi dal capo partigiano [[Francesco Rivara]] detto ''Bruno'', era di recarsi nei territori partigiani in borghese al fine di raccogliere informazioni sui recenti rastrellamenti del luglio e di catturare i radiotelegrafisti partigiani per riuscire a decrittare i messaggi<ref>Fulvio Sasso, La banda Ferraris, Grifl edizioni, Cairo Montenotte, 2005, p.119</ref>.
 
====La cattura====
L'autocarro, giunto all'alba<ref>{{cita|Tuo, Malfettani e Viale|p. 232}}</ref> in [[Val Borbera]] nell'[[Provincia di Alessandria|alessandrino]] fu notato da una pattuglia partigiana e visto scaricare presso le [[strette di Pertuso]], degli uomini armati ma in borghese.
 
Uno dei partigiani di vedetta li avvicinò notando vistosi fazzoletti rossi al collo, alcuni anche legati ai fucili.
Uno dei fascisti in borghese si qualificò come il comandante, probabilmente lo stesso Croner<ref>{{cita|Tuo, Malfettani e Viale|p. 232}}</ref>, della banda partigiana e mostrò alcuni documenti con stampigliate delle stelle rosse e dichiarando di arrivare da [[Cuneo]] e di essere diretti a [[Varzi]] dove avrebbero dovuto organizzare un lancio di armi<ref>Fulvio Sasso, La banda Ferraris, Grifl edizioni, Cairo Montenotte, 2005, p.115</ref>. I partigiani nel frattempo inviarono una staffetta ad avvertire tutti gli altri partigiani della zona di confluire presso Dernice mentre i nuovi arrivati, sempre posti sotto sorveglianza, iniziarono a spostarsi verso Costa Merlassina fermandosi alla cascina Erchi verso mezzogiorno. Ad Erchi consumarono il rancio dopo aver acquistarono dei polli<ref>{{cita|Tuo, Malfettani e Viale|p. 232}}</ref>. Ripresero poi la strada verso [[Dernice]] mentre i partigiani nel frattempo predisposero un posto di blocco presso la frazione di Vigoponzo che aveva il suo fulcro nella locale scuola<ref>Fulvio Sasso, La banda Ferraris, Grifl edizioni, Cairo Montenotte, 2005, p.116</ref>. All'interno dell'edificio presero posizione Ferrando Aurelio "Scrivia", [[Franco Anselmi (partigiano)|Franco Anselmi]] "Marco", Francesco Rivara "Bruno" e "Raffica"<ref>{{cita|Tuo, Malfettani e Viale|p. 232}}</ref>.
 
Giunti a tiro di mitragliatrice il partigiano ''Raffica'', da una delle finestre della scuola, chiese un incontro con il comandante della pattuglia fascista al fine di chiarire la situazione e al contempo di far deporre le armi al resto del gruppo<ref>{{cita|Tuo, Malfettani e Viale|p. 233}}</ref>. Croner mostrò i documenti falsi e giustificò l'arrivo con l'autocarro dicendo che era stato catturato ad [[Arquata Scrivia]] mentre all'autista era stato permesso di allontanarsi<ref>{{cita|Tuo, Malfettani e Viale|p. 233}}</ref>.
L'incontro tra i comandanti delle due formazioni mantenne inalterati i dubbi e il capo partigiano decise di richiedere informazioni al distaccamento di Cuneo e nel frattempo di alloggiare i nuovi arrivati alla locanda Semino. Dando ad intendere di essere molti di più di quelli che apparivano e di essere pesantemente armati convinsero i fascisti a deporre le armi. Ogni tentativo di interrogarli fu vano poichè l'unica informazione che veniva fornita era che il gruppo era diretto a [[Varzi]] e per ogni altro chiarimento ci si doveva rivolgere al comandante.
 
La tensione provocò il cedimento di uno dei marò che, portato all'interno della locanda, fu minacciato di morte se non avesse parlato e garantitagli la salvezza denunciò i propri commilitoni. Dalle sue rivelazioni si venne a scoprire che il reparto era partito da Genova ed era comandato dal tenente Croner affiancato dall'[[aspirante guardiamarina]] Sergio Allori e dal maresciallo delle [[SS]] Giuseppe Peters [[Casa dello Studente (Genova)|comandante dell'ufficio antipartigiani]]<ref>Fulvio Sasso, La banda Ferraris, Grifl edizioni, Cairo Montenotte, 2005, p.119</ref>. I marò della Xª Flottiglia MAS e i militi della GNR furono erroneamente identificati come [[29. Waffen-Grenadier-Division der SS (italienische Nr. 1)|SS Italiane]] o [[Brigate Nere]].
 
Rapidamente si provvide a separare i graduati dal resto degli uomini che furono portati in stanze diverse. Altri tentativi di interrogatorio dei prigionieri non permisero di ottenere altre informazioni e tutti si dimostrarono reticenti. Nella notte un tribunale partigiano si riunì e decise di fucilare tutti i prigionieri ad eccezione dei tre graduati e del marò che aveva tradito i commilitoni.<ref>{{cita|Tuo, Malfettani e Viale|p. 233}}</ref>
I tre ufficiali furono richiesti dalla missione anglo-americana che, trovandosi a [[Carrega Ligure]], era venuta a conoscenza della cattura di un intero plotone della [[controbanda]]<ref>{{cita|Tuo, Malfettani e Viale|p. 233}}</ref>.
 
Mentre i condannati si avviavano alla fucilazione il comandante partigiano Rivara che prese parte agli avvenimenti fu richiamato da due marò condannati a morte e raccontò: "''avvicinatomi riconobbi due elementi che avevano fatto parte con me nella Brigata Liguria della III Zona, I° Distaccamento Alle Capanne Superiori. Avevano scelto male; vennero fucilati assieme agli altri''"<ref>Fulvio Sasso, La banda Ferraris, Grifl edizioni, Cairo Montenotte, 2005, p.121</ref><ref>{{cita|Tuo, Malfettani e Viale|p. 399}}</ref>.
 
==Le vittime di Vigoponzo==
Secondo la testimonianza di un ragazzo allora dodicenne che assistette alla scena, i condannati furono portati sul luogo del supplizio a due a due legati e fucilati sull'orlo di due fosse. Molti non morirono subito e furono sentiti a lungo lamentarsi<ref>http://www.ilgiornale.it/news/fucilati-e-sepolti-vivi-davanti-bambino.html</ref>. Quando nel novembre 1945 i corpi furono riesumati ne furono rinvenuti quattordici in una fossa e quindici nell'altra<ref>http://www.ilgiornale.it/news/fucilati-e-sepolti-vivi-davanti-bambino.html</ref>. Sepolti per un certo periodo nel cimitero di Vigoponzo dove fu eretta una lapide in memoria dei pochi nomi conosciuti<ref>{{cita|Tuo, Malfettani e Viale|p. 88}}</ref>. I resti furono poi translati nel [[Cimitero monumentale di Staglieno|cimitero monumentale di Genova Staglieno]] nel [[sacrario militare]] della RSI<ref>{{cita|Pierfranco Malfettani|p. 14}}</ref> nel 1962<ref>{{cita|Tuo, Malfettani e Viale|p. 88}}</ref>.
 
Il tenente Croner fu in seguito liberato in occasione di uno scambio di prigionieri il 6 gennaio 1945<ref>{{cita|Tuo, Malfettani e Viale|p. 88}}</ref><ref>{{cita|Pierfranco Malfettani|p. 14}}</ref>. L'[[aspirante guardiamarina]] Allori fu portato a [[Ottone (Italia)|Bogli]] in [[val Boreca]] e lì tenuto prigioniero per circa un mese quando fu fucilato dai partigiani il 15 ottobre 1944<ref>{{cita|Pierfranco Malfettani|p. 14}}</ref>. Il [[maresciallo]] Peters, riuscì a scappare mentre veniva portato al comando partigiano nella [[colonia di Rovegno]], ma di lui si persero le tracce<ref>{{cita|Tuo, Malfettani e Viale|p. 88}}</ref><ref>{{cita|Pierfranco Malfettani|p. 14}}</ref>. Il marò che aveva denunciato i compagni Carlo Montanari secondo [[Giambattista Lazagna]] rimase tra i partigiani soprannominato in zona ''Lo scampato''<ref>{{cita|Tuo, Malfettani e Viale|p. 234}}</ref>. I marò Catellani e Toni ebbero riconosciuta nel [[dopoguerra]] la qualifica di [[partigiani]] combattenti e i resti di Giacomo Catellani furono sepolti nel sacrario dei partigiani nel cimitero del quartiere genovese di [[Pegli]]<ref>{{cita|Tuo, Malfettani e Viale|pp. 233-234}}</ref> dove gli furono in seguito intitolati dei giardini pubblici sul lungomare<ref>http://www.pietredellamemoria.it/pietre/giardini-giacomo-catellani-genova/</ref>
 
[[Immagine:Sacrario RSI Genova 3.JPG|200px|thumb|Il Sacrario della RSI a Genova dove furono poi translati i resti dei caduti di Vigoponzo]]
{| class="wikitable"
|-
!Nome e cognome!!Reparto!!provenienza!!data di nascita!!Grado e note
|-
|Armando Baleani||[[Xª Flottiglia MAS (Repubblica Sociale Italiana)|Xª Flottiglia MAS]]||[[Roma]]||20/02/1928||Marò
|-
|Otello Beltrami||Xª Flottiglia MAS||[[Brescia]] ||25/08/1923||Marò
|-
|Giacomo Catellani||Xª Flottiglia MAS|| [[Genova]]||20/10/1924||Marò, ex partigiano
|-
|Luciano Ceccotti||Xª Flottiglia MAS||[[Pietrasanta]]||09/07/1925 ||Marò
|-
|Alvaro Ciacca Fava||Xª Flottiglia MAS||[[Senigallia]]||02/02/1924||Marò
|-
|Redento Corfini||Xª Flottiglia MAS||[[Senigallia]] ||28/08/1923 ||[[Sottocapo]]
|-
|Gaetano Galiffi||Xª Flottiglia MAS||[[Genova]]|| 20/02/1911||Sottocapo
|-
|Giovanni Gatti||Xª Flottiglia MAS|| [[Casteggio]]||08/03/1912 ||[[Secondo capo]]
|-
|Domenico Ghiggini||Xª Flottiglia MAS||[[Lerici]] ||25/05/1922 ||Marò
|-
|Cesare Mentasti||Xª Flottiglia MAS||[[Gorizia]]|| 08/11/1925||Marò
|-
|Walter Mino||Xª Flottiglia MAS||[[Genova]]||03/08/1927||Marò
|-
|Carlo Pasquali||Xª Flottiglia MAS||[[Bologna]]||12/05/1924||Marò
|-
|Carlo Pasquenti||Xª Flottiglia MAS||[[Forlì]]||05/09/1925||Marò già imbarcato sulla torpediniera [[Impetuoso (torpediniera)|Impetuoso]]
|-
|Giuseppe Russo||Xª Flottiglia MAS||[[Genova]]||18/02/1924||Marò
|-
|Vittorio Salvaterra||Xª Flottiglia MAS||[[Virgilio (Italia)|Virgilio]]||18/08/1923||Marò
|-
|Francesco Toni||Xª Flottiglia MAS||[[Sarsina]]||26/02/1924||Marò, ex partigiano
|-
|Michele Di Terlizzi||[[Guardia Nazionale Repubblicana]]||[[Ruvo di Puglia]]|| 31/07/1891|||Milite
|-
|Paolo Roveta||Guardia Nazionale Repubblicana||[[Bubbio]]||23/04/1901||Milite
|-
|Andrea Storace||Guardia Nazionale Repubblicana||[[Genova]] || 04/07/1910||Brigadiere
|-
|Angelo Vittorio Rivera||[[Esercito Nazionale Repubblicano]]||[[Genova]]||09/02/1910 ||Sergente Maggiore
|-
|9 militari non identificati||Guardia Nazionale Repubblicana|| || ||<ref>http://iamvictivicimus.blogspot.it/search/label/Elenco%20Caduti%20Xa</ref>
|}
 
==Collegamenti esterni==
http://novecento.net/
 
== Note ==
{{references|2}}
 
==Bibliografia==
*Fulvio Sasso, La banda Ferraris, Grifl edizioni, Cairo Montenotte, 2005
*Pierfranco Malfettani, Il BTG. "Risoluti" della Xª MAS, Novantico Editrice, Pinerolo, 1998
*Francesco Tuo, Pierfranco Malfettani e Carlo Viale, I caduti della R.S.I. Genova 1043.46, Ed, Angelo Ruggiero, Genova, 2008