Nanga Parbat: differenze tra le versioni

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{{Nota disambigua|il film del 2010|[[Nanga Parbat (film)]]}}
{{Montagna
|nomemontagna=Nanga Pàrbat
|immagine=Nanga Parbat from air.jpg
|image_text=NangaVista Parbataerea vistadel aereaNanga Parbat
|altezza=8.125
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}}
Il '''Nanga Parbat''' ({{urdu|نانگا پربت}}, {{lett|montagna nuda}}), conosciuto anche come '''Diamir''' (dal [[lingua sanscrita|sanscrito]] "montagna degli dei") è un [[massiccio montuoso]] del [[Kashmir]], in [[Pakistan]], la cui vetta più elevata raggiunge gli 8.126 metri [[s.l.m.]], rappresentando la nona [[montagna]] più alta della [[Terra]].
 
Pur essendo molto più vicino agli [[ottomila]] del [[Karakorum]] di quanto lo sia rispetto a quelli dell'[[Himalaya]] propriamente detto, non ne fa parte, per il fatto di trovarsi sul lato sud della [[valle dell'Indo]], ed è perciò considerato l'unico ottomila del Kashmir.
Il '''Nanga Pàrbat''' (conosciuto anche come '''Nangaparbat Peak''' o '''Diamir''') è la nona [[montagna]] più alta della [[Terra]] (8125 metri s.l.m) situata in [[Pakistan]]. ''Nanga Parbàt'' significa "montagna nuda" in [[lingua urdu]] mentre gli [[sherpa]], gli abitanti della regione [[himalaya]]na, la chiamano "la mangiauomini" o la "montagna del diavolo". Il toponimo ''Diamir'', utilizzato localmente, significa ''la regina delle montagne''.<ref name=britannica>''Encyclopaedia Britannica'' <small>([http://www.britannica.com/EBchecked/topic/402565/Nanga-Parbat consultabile online])</small></ref>
[[File:Nanga02.jpg|miniatura|Vista da nord-ovest]]
[[File:Nanga Parbat The Killer Mountain.jpg|miniatura|Versante nord-est]]
[[File:Nanga parbat avalaunche.jpg|miniatura|Dettaglio della parete Rakhiot (nord-est)]]
[[File:Nanga parbat abdul rafey.jpg|miniatura|Parete Rupal vista dagli altopiani pakistani (sud-est)]]
[[File:Milky Way over Nanga Parbat.jpg|miniatura|Cielo stellato notturno ([[Via Lattea]]) sopra il Nanga Parbat]]
 
== Toponimo ==
È il secondo [[ottomila]] (dopo [[Annapurna]]) per indice di mortalità ovvero rapporto tra vittime ed ascensioni tentate, con un valore che si aggira intorno al 28% tanto da essere spesso soprannominata anche ''the killer mountain'' (la montagna assassina).<ref name=necro>{{en}} [http://www.8000ers.com/cms/en/download.html?func=startdown&id=184 8000ers.com - statistiche di mortalità degli Ottomila al luglio 2008]</ref>
''Nanga Parbàt'' significa "montagna nuda" in [[lingua urdu]], mentre gli [[sherpa]], gli abitanti della regione [[himalaya]]na, la chiamano "la mangiauomini" o la "montagna del [[diavolo]]".
Pur essendo molto più vicino agli Ottomila del [[Karakorum]] di quanto lo sia rispetto a quelli dell'Himalaya propriamente detto, non vi fa parte per il fatto di trovarsi sul lato sud della valle dell'[[Indo]].
 
Il toponimo ''Diamir'', utilizzato localmente, significa “re delle montagne”.<ref>{{cita web|url=https://www.britannica.com/EBchecked/topic/402565/Nanga-Parbat|titolo=Nanga Parbat|editore=britannica.com|accesso=24 marzo 2013}}</ref>
== Caratteristiche ==
La montagna è impostata su una lunga dorsale principale, che compie un lungo arco con la concavità rivolta verso nord.<ref name=army>Servizio Cartografico Militare degli [[Stati Uniti d'America]] - India e Pakistan - foglio ni-43-2 - Gilgit <small>([http://www.lib.utexas.edu/maps/ams/india/ni-43-02.jpg disponibile online])</small></ref>
 
Durante gli [[anni trenta]] del [[ventesimo secolo]], la propaganda [[nazismo|nazista]] ribattezzò la montagna, la cui ascensione fu più volte tentata da spedizioni sponsorizzate dal governo, ''"Schicksalsberg der Deutschen"'', ossia "la montagna del [[destino]] dei [[tedeschi]]".<ref>{{Cita news|lingua=de|url=https://www.welt.de/wissenschaft/umwelt/article160307917/Die-Erstbesteigung-des-Nanga-Parbat.html|titolo=Schicksalsberg der Deutschen: Die Erstbesteigung des Nanga Parbat|pubblicazione=Welt|data=3 luglio 2013|accesso=12 marzo 2019}}</ref>
L'arco origina a nord-est, con lo ''sperone Chongra'', che sale al ''Chongra Peak'' ed alle sue vette secondarie (''Chongra Peak centrale'' e ''Chongra Peak meridionale''). Qui la dorsale piega assumendo un andamento prima verso sud-ovest, poi direttamente verso ovest, giungendo alla vetta principale. Da qui, la cresta prosegue, prima in direzione ovest, poi in direzione ovest-nord-ovest, lasciando a sud lo ''sperone Mazeno'', ed andando progressivamente a digradare.<ref name=army /> Lo ''sperone Mazeno'' è considerato la cresta più lunga del mondo; l'ascensione alla vetta per questa cresta è un itinerario non ancora completato.<ref name=summit />
 
== Conformazione ==
Dalla vetta dirama una dorsale secondaria, che si dirige verso nord, poi piega decisamente verso ovest raggiungendo il ''Galano Peak''; da qui digrada in direzione ovest, lungo lo ''sperone Galano''. Dal ''Galano Peak'' si diparte una cresta secondaria, lo ''sperone Jalipur'', che digrada verso nord.<ref name=army />
La montagna è impostata su una lunga dorsale principale, che compie un lungo arco con la concavità rivolta verso nord-ovest.<ref name=utexas4302>{{cita web|url=https://www.lib.utexas.edu/maps/ams/india/ni-43-02.jpg|titolo=U.S. Army Map Service|lingua=en|editore=utexas.edu|accesso=24 marzo 2013}}</ref>
 
L'arco origina a nord-est, con la cresta Chongra, che sale in direzione sud-ovest al [[Chongra Peak]] (6.828 m) e alle sue vette secondarie (Chongra Peak centrale 6.455 m e [[Chongra Peak]] meridionale 6.488 m) e prosegue fino al punto nodale del [[Rakhiot Peak]] (7.070 m). Qui la dorsale volge a ovest raggiungendo il Dente d'Argento Est (7.530 m) e quindi piega a ovest-sud-ovest toccando l'Anticima (7.910 m). Da questo punto volge direttamente a sud, toccando in successione la Spalla (8.070 m), la Vetta principale (8.126 m) e la Cima Sud (8.042 m). Da quest'ultima, la cresta inizialmente si abbassa in direzione sud-ovest, poi prosegue lungamente verso ovest sempre intorno a quota 7.000 metri con il nome di Cresta Mazeno, dopodiché compie una rotazione a nord-ovest andando a esaurirsi sul fondo della valle Diamir.<ref name=utexas4302 /> La cresta Mazeno è considerata la più lunga del mondo.
Le dorsali isolano idealmente tre zone della montagna:<ref name=army />
* a nord-ovest la '''''parete Diamir''''', ove si trova anche la vetta secondaria settentrionale (''North Peak''); scende abbastanza decisamente verso il ''ghiacciaio Diamir'', che poi prosegue verso il fondovalle in direzione ovest-sud-ovest affiancato dagli speroni ''Mazeno'' e ''Galano''. La base della parete è rocciosa, mentre nelle zone superiori è costituita da ampi [[ghiacciaio|ghiacciai]].<ref name=evnews />
* a nord-est la '''''parete Rakhiot''''', che scende piuttosto scoscesa in direzione nord verso il ''ghiacciaio Rakhiot'', circondato dagli speroni ''Chongra'' e ''Jalipur''. La parete Rakhiot sale di oltre 7000 metri dal fondovalle dell'[[Indo]], distante circa 27 km in linea d'aria dalla vetta; ciò ne fa uno dei dieci maggiori dislivelli della Terra.<ref name=vispak>[http://www.visitpakistanonline.com/travelGuides/mountains/nangaParbat.htm ''Visit Pakistan online'' - Nanga Parbat]</ref>
* a sud-sud-est la '''''parete Rupal''''', estremamente scoscesa, che scende con pendenza elevata e costante per circa 4.500 m fino al sottostante fondovalle. Si tratta della parete montana più alta del mondo.<ref name=evnews>[http://www.everestnews.com/nphistory.htm everestnews.com - Nanga Parbat]</ref>
 
Dalla vetta dirama una dorsale secondaria, che si dirige verso nord, poi piega decisamente verso ovest raggiungendo il [[Ganalo Peak]] (6.606 m); da qui digrada in direzione ovest, lungo la cresta Ganalo. Dal [[Ganalo Peak]] si diparte una cresta secondaria, la cresta Jiliper, che digrada verso nord-nord-ovest.<ref name=utexas4302 />
== Alpinismo ==
 
Le dorsali isolano idealmente tre zone della montagna:<ref name=utexas4302 />
* a nord-ovest la parete ''Diamir'', ove si trova anche la vetta secondaria settentrionale (North Peak); scende abbastanza decisamente verso il [[ghiacciaio Diamir]], che prosegue sempre più ripido verso il fondovalle in direzione ovest-sud-ovest affiancato dalle due grandi creste Mazeno a sud e Ganalo a nord. La base della parete è rocciosa, mentre nelle zone superiori è costituita da ampi [[ghiacciaio|ghiacciai]]<ref name=evnews>{{cita web|url=http://www.everestnews.com/nphistory.htm|titolo=Nanga Parbat: Some background and History|lingua=en|editore=everestnews.com|accesso=24 marzo 2013}}</ref>;
* a nord-est la parete ''Rakhiot'', che scende piuttosto scoscesa in direzione nord verso il ghiacciaio Rakhiot, circondato dagli speroni Chongra e Jiliper. La parete Rakhiot sale di oltre 7.000 metri dal fondovalle dell'[[Indo]], distante circa 27&nbsp;km in linea d'aria dalla vetta; ciò ne fa uno dei dieci maggiori dislivelli della Terra;
* a sud-sud-est la parete ''Rupal'' (che prende il nome dal [[Rupal Peak]]), estremamente scoscesa, che scende con pendenza elevata e costante per circa 4.500&nbsp;m fino al sottostante fondovalle. Si tratta della parete montana più alta del mondo<ref name=evnews />.
 
== Ascensioni ==
È il secondo ottomila (dopo l'[[Annapurna I]]) per [[mortalità|indice di mortalità]], ovvero rapporto tra numero delle vittime e numero degli scalatori giunti in vetta, con un valore che si aggira intorno al 28%, tanto da essere soprannominata come la montagna assassina per l'alto numero di vittime nella sua storia alpinistica.<ref>{{Cita web|url=https://www.voanews.com/a/two-climbers-feared-dead-in-pakistan-himalayas/3924888.html|titolo=Due scalatori temuti morti in Pakistan}}</ref><ref>{{cita web|url=http://www.8000ers.com/cms/en/download.html?func=startdown&id=184|titolo=All 8000ers - Ascents vs fatalities|lingua=en|editore=8000ers.com|autore=Eberhard Jurgalski|data=19 giugno 2008|accesso=24 marzo 2013}}</ref>
 
=== Primi tentativi ===
Nel 1895 [[Albert Mummery]] condusse una spedizione che raggiunse i 7.000&nbsp;m dal versante Diamir. Fu la prima vittima sul Nanga Parbat: scomparve insieme a due portatori [[Gurkha]] mentre tentava di esplorare una via per passare al versante Rakhiot attraverso il valico Diama.<ref>{{cita web|url=http://www.himalayanclub.org/hj/03/1/the-passing-of-mummery/|titolo=The passing of Mummery|lingua=en|editore=himalayanclub.org|autore=Charles Granville Bruce|data=1º aprile 1931|accesso=24 marzo 2013}}</ref>
Il Nanga Parbat attirò tentativi di scalata relativamente presto.
 
La prima spedizione tedesca fu condotta nel 1932 da [[Willy Merkl]]. Una successiva [[Spedizione tedesca al Nanga Parbat del 1934|spedizione tedesca nel giugno del 1934]], sempre capeggiata da Willy Merkl, fu ben finanziata dal governo [[Nazionalsocialismo|nazista]]. Il 6 luglio, gli scalatori tirolesi [[Peter Aschenbrenner]] ed [[Erwin Schneider]] raggiunsero un'altezza stimata di 7.895 m. Se gli alpinisti fossero partiti proprio in quel momento, sarebbero potuti arrivare in cima. Tuttavia, Merkl voleva che l'intera squadra arrivasse allo stesso tempo, così fece aspettare un giorno per far riposare il gruppo, assumendo che il bel tempo sarebbe durato. Invece, il 7 luglio vide l'inizio di una tormenta di neve e di una tempesta che durò nove giorni. La spedizione si concluse in tragedia, con la morte di Alfred Drexel, probabilmente per un edema polmonare di alta quota. 14 alpinisti furono intrappolati a 7.480 m, senza acqua né cibo. Durante il ritiro disperato che seguì, due famosi alpinisti tedeschi, Uli Wieland e [[Willo Welzenbach]], e cinque portatori [[sherpa]] morirono per esaurimento e ipotermia. Willy Merkl stesso e il suo fedele sherpa Gaylay morirono durante il tentativo di discesa. Il corpo congelato di Merkl e quello di Gaylay furono scoperti nel 1938 da un'altra spedizione tedesca che incappò nella grotta di neve in cui si erano rifugiati.<ref>{{cita web|url=http://www.himalayanclub.org/hj/07/2/the-german-himalayan-expedition-to-nanga-parbat-1934/|titolo=The german himalayan expedition to Nanga Parbat, 1934|lingua=en|editore=himalayanclub.org|autore=Fritz Bechtold|data=1º aprile 1935|accesso=24 marzo 2013}}</ref>
Nel 1895 [[Albert Mummery]] condusse una spedizione che raggiunse i 7000 m dal versante Diamir. Più tardi morì insieme a due [[Gurkha]] mentre tentava di esplorare una via per passare al versante Rakhiot.<ref name=astro>{{en}} [http://www.absoluteastronomy.com/topics/Nanga_Parbat Absolute Astronomy - Nanga Parbat]</ref>
La prima spedizione tedesca fu nel 1932 condotta da [[Willy Merkl]].<ref name=buhl /> Una successiva spedizione tedesca nel [[1934]] si concluse in tragedia, con la morte di tre alpinisti e sei [[sherpa]] bloccati ad alta quota da una tormenta. Nel [[1937]] vi fu un'ulteriore spedizione tedesca, guidata da [[Karl Wien]]; anche questa spedizione ebbe un esito tragico quando intorno al [[14 giugno]] una valanga travolse il campo IV uccidendo sette alpinisti e nove sherpa. Seguì un'altra spedizione tedesca nel [[1938]], che però fu bloccata nel maltempo. Nel [[1939]] una spedizione tedesca guidata da [[Heinrich Harrer]], il salitore della nord dell'[[Eiger]], cominciò ad effettuare una ricognizione preliminare, ma lo scoppio della [[seconda guerra mondiale]] bloccò le operazioni, e lo stesso Harrer fu internato in un campo di prigionia in [[India]].<ref name=astro />
 
Nel [[1937]] vi fu un'ulteriore spedizione tedesca, guidata da [[Karl Wien]]; anche questa spedizione ebbe un esito tragico quando intorno al 14 giugno una valanga travolse il campo IV seppellendo sette alpinisti e nove sherpa.<ref>{{cita web|url=http://www.himalayanclub.org/hj/10/9/nanga-parbat-1937/|titolo=Nanga Parbat, 1937 |lingua=en|editore=himalayanclub.org|autore=Paul Bauer|accesso=24 marzo 2013}}</ref> Quella del 1937 è ricordata come la stagione con il maggior numero di decessi su un ottomila, dopo quella del 1972 sul [[Manaslu]].<ref>{{Cita web|url=https://www.8000ers.com/cms/en/download.html?func=startdown&id=169|titolo=8000ers-seasons-with-most-fatalities|sito=www.8000ers.com|accesso=2025-07-03}}</ref>
Prima della prima ascensione al Nanga Parbat del 1953, 31 persone erano già morte nel tentativo.<ref name=astro />
 
Seguì un'altra spedizione tedesca nel [[1938]], che però fu bloccata nel maltempo.
=== La prima ascensione ===
Il Nanga Parbat fu scalato per la prima volta il [[3 luglio]] [[1953]] dall'alpinista [[austria]]co [[Hermann Buhl]] con una spedizione [[Austria|austro]]-[[Germania|tedesca]] guidata da [[Karl Maria Herrligkoffer]]. Il versante prescelto fu il ''Rakhiot'' a nord-est, passando per la ''Sella d'Argento'' e il ''SilberPlateau''. Si tratta del primo ed unico ottomila raggiunto in prima assoluta da un solo scalatore - Buhl infatti compì l'ascensione da solo a partire dall'ultimo campo - e anche il primo senza l'uso di ossigeno.<ref name=buhl>Hermann Buhl, ''È buio sul ghiacciaio'', con i diari alle spedizioni al Nanga Parbat, al [[Broad Peak]] e al [[Chogolisa]], a cura di Kurt Diemberger, Corbaccio, 2007, ISBN 978-88-7972-871-3</ref> La via originale di Hermann Buhl è stata ripetuta una sola volta, nel [[1971]].<ref name=summit>[http://www.summitpost.org/mountain/rock/150276/nanga-parbat.html summitpost.org - Nanga Parbat]</ref>
 
Nell'agosto [[1939]] una spedizione tedesca guidata da [[Peter Aufschnaiter]], di cui faceva anche parte [[Heinrich Harrer]], uno dei primi salitori della parete nord dell'[[Eiger]], cominciò a effettuare una ricognizione preliminare. A settembre lo scoppio della [[seconda guerra mondiale]] bloccò le operazioni, con l'arresto dello stesso Harrer che fu internato in un campo di prigionia inglese in [[India]],<ref>{{cita web|url=http://www.himalayanclub.org/hj/14/5/nanga-parbat-reconnaissance-1939/|titolo=Nanga Parbat reconnaissance, 1939|lingua=en|editore=himalayanclub.org|autore=Lutz Chicken|accesso=24 marzo 2013}}</ref> dal quale evase, assieme a Peter Aufschnaiter, per scappare in [[Tibet]], [[Sette anni nel Tibet|dove Harrer rimase 7 anni]] e Aufschnaiter tutta la vita.
=== Altre imprese notevoli ===
Nel [[1940]] [[Aurel Stein]], archeologo ed esploratore britannico, sorvolò a 78 anni il Nanga Parbat a bordo di un aereo.<br />
La seconda ascensione della montagna fu portata a termine nel [[1962]] da una squadra [[Germania|tedesca]] composta da [[Toni Kinshofer]], Sigfried Löw e Anderl Mannhardt. I tre salirono per la parete ''Diamir'', evitandone il centro, soggetto a valanghe, e risalendo invece uno sperone secondario sulla sinistra della parete (destra orografica). Questa via è oggi considerata la [[via normale]].<ref name=vispak />
 
Prima della prima ascensione al Nanga Parbat del 1953, 31 persone erano già morte nel tentativo.
Al seguito di una spedizione guidata da Herrligkoffer, [[Reinhold Messner]] e suo fratello [[Günther Messner|Günther]] nel giugno [[1970]] furono i primi a conquistare la cima salendo dal difficile versante meridionale, il ''Rupal'', considerata fra le più alte pareti del mondo. I fratelli Messner, a causa della stanchezza accumulata da Günther durante la salita e della scarsa attrezzatura, dopo aver conquistato la vetta decisero di scendere per il più agevole versante ovest, il ''Diamir'', allora ancora inesplorato. La traversata che fecero è da considerarsi un'eccezionale impresa alpinistica. Dopo aver bivaccato più giorni all'aperto, quando erano quasi arrivati alle pendici della montagna, Günther Messner fu però travolto da una [[valanga]] e morì. Questa versione fu contestata da alcuni e ne seguirono vivaci polemiche che accusarono Reinhold Messner di aver abbandonato il fratello alla ricerca dell'eccezionale impresa di traversata alpinistica. Il ritrovamento della salma di Günther nell'[[agosto]] [[2005]] esattamente nel luogo indicato da Reinhold, ovvero quasi giunti alla salvezza, confermò precisamente la sua versione e dissipò ogni calunnia.
 
=== Prima ascensione ===
Lo stesso Messner nel 1978 compì la prima ascensione in totale solitaria a partire dal campo base (e in assoluto la prima solitaria in stile alpino ad un ottomila) raggiungendo la vetta dal versante Diamir lungo una via nuova.
La [[Spedizione alpinistica austro-tedesca al Nanga Parbat del 1953|prima ascensione]] fu compiuta il 3 luglio [[1953]] dall'alpinista [[austria]]co [[Hermann Buhl]] con una spedizione [[Austria|austro]]-[[Germania|tedesca]] guidata da [[Karl Maria Herrligkoffer]]. Il versante prescelto fu il ''Rakhiot'' a nord-est, passando per la ''Sella d'Argento'' e il ''SilberPlateau''. Si tratta del primo e unico ottomila raggiunto in prima assoluta da un solo scalatore (Buhl infatti compì l'ascensione da solo a partire dall'ultimo campo) e senza l'uso di ossigeno.<ref name="buhl">Hermann Buhl, ''È buio sul ghiacciaio'', con i diari alle spedizioni al Nanga Parbat, al [[Broad Peak]] e al [[Chogolisa]], a cura di Kurt Diemberger, Corbaccio, 2007, ISBN 978-88-7972-871-3</ref>
 
La via fu ripetuta con successo solo dopo 18 anni, il 7 luglio 1971, da [[Michal Orolin]] e Ivan Fiala, facenti parte di una spedizione [[cecoslovacca]].<ref>{{cita web|url=http://www.himalayanclub.org/hj/31/33/the-second-czechoslovac-tatra-expedition-to-the-himalaya-nanga-parbat-8125-m-1971/|titolo=The second czechoslovac Tatra expedition to the Himalaya - Nanga Parbat (8,125 m.), 1971|lingua=en|editore=himalayanclub.org|autore=Michal Orolin|accesso=24 marzo 2013}}</ref>
Nell’estate del 1990, lo scalatore italiano [[Hans Kammerlander]] fu il primo a raggiungere la vetta e scendere a valle con gli sci.
 
=== Prime ascensioni femminili ===
Nel 2005, in poco più di una settimana, venne aperta finalmente una via diretta sulla parete ''Rupal'', la più alta parete del mondo, sulla quale la cordata [[Steve House]] - Vince Anderson aprì una via lunga 4100 metri. Tale ascensione consegnò ai due alpinisti americani la quindicesima ''[[Piolet d'Or]]''.<ref name=planet>{{en}} [http://www.planetmountain.com/english/News/shownews4.lasso?l=2&keyid=35041 planetmountain.com - ''XV Piolet d'or to Steve House and Vincent Anderson'']</ref>
La prima ascensione femminile fu compiuta il 27 giugno 1984 dalla francese [[Liliane Barrard]], salita insieme al marito [[Maurice Barrard|Maurice]].<ref>{{Cita pubblicazione|rivista=The Himalayan Club Newsletter|anno=1985|titolo=The Himalayan Club Newsletter|p=18|url=http://books.google.it/books?id=2mETAQAAIAAJ|lingua=inglese|accesso=24 marzo 2013}}</ref> La prima donna italiana a raggiungere la cima del Nanga Parbat è stata [[Nives Meroi]] nel 1998,<ref>{{cita web|url=http://www.planetmountain.com/News/shownews1.lasso?l=1&keyid=38968|titolo=Nives Meroi, la montagna, gli 8000 e la fantasia|editore=planetmountain.com|autore=Vinicio Stefanello|data=6 giugno 2000|accesso=24 marzo 2013}}</ref> mentre la prima a scalarla in inverno è stata la francese [[Élisabeth Revol]] nel 2018.<ref>{{Cita web|lingua=it|url=https://www.today.it/mondo/nanga-parbat-elisabeth-revol-tomek-mackiewicz-racconto.html|titolo=Nanga Parbat, il racconto di Elisabeth Revol: in vetta alle 18, poi il dramma|sito=Today|accesso=2025-07-03}}</ref>
 
=== Ascensioni invernali ===
[[Karl Unterkircher]], noto scalatore di [[Selva di Val Gardena]], perse la vita cadendo in un crepaccio il [[15 luglio]] [[2008]] mentre cercava di aprire una nuova via sul versante Rakhiot assieme a [[Simon Kehrer]] della [[val Badia]] e [[Walter Nones]] della [[val di Fiemme]]<ref>http://www.vb33.it/news/se1216203839.htm</ref>.
[[File:Nanga_Parbat,_pohled_na_Diamirskou_stěnu.jpg|miniatura|La parete Diamir]]
La prima ascensione invernale è stata effettuata dal pakistano [[Ali Sadpara]], dallo spagnolo di [[Baschi|etnia Basca]] [[Alex Txikon]] e dall'italiano [[Simone Moro]], che hanno raggiunto la vetta del Nanga Parbat il 26 febbraio 2016. La quarta componente della spedizione, l'italiana [[Tamara Lunger]], si è fermata settanta metri sotto la vetta.<ref>{{Cita web|url=http://www.gazzetta.it/Sport-Vari/Alpinismo/26-02-2016/alpinismo-moro-sadpara-txicon-prima-invernale-nanga-parbat-140800225419.shtml|titolo=Alpinismo: Moro, Sadpara e Txicon, la prima invernale del Nanga Parbat|sito=La Gazzetta dello Sport - Tutto il rosa della vita|accesso=26 febbraio 2016}}</ref> A causa di alcune vicissitudini l'alpinista [[Daniele Nardi]], parte della spedizione di Ali Sadpara e Alex Txicon, venne escluso dalla nuova squadra formatasi dall'unione tra le due spedizioni (Simone Moro, Tamara Lunger e Alex Txicon, Ali Sadpara), e pertanto privato della possibilità di raggiungere la vetta con essa, con la sola opzione rimasta di una salita in solitaria.<ref>{{Cita web|lingua=it-IT|autore=ricky|url=https://www.up-climbing.com/ghiaccio-misto/news-ghiaccio-misto/daniele-nardi-racconta-del-nanga-parbat-2/|titolo=Daniele Nardi racconta le vicende sul Nanga Parbat|sito=Up-Climbing|data=2016-04-27|accesso=2025-07-03}}</ref>
 
La prima donna a raggiungere la vetta in inverno è stata l'alpinista francese [[Élisabeth Revol]] (anche la seconda donna in assoluto su un 8.000 in inverno), assieme al suo compagno di cordata, il polacco [[Tomasz Mackiewicz]], il 25 gennaio 2018, aprendo una nuova via da nordovest indicata e parzialmente percorsa da [[Reinhold Messner]] e [[Hanspeter Eisendle]] ma mai portata a termine da nessuno, nemmeno in estate.<ref>{{Cita news|lingua=en|url=https://www.bbc.com/news/world-asia-42849057|titolo=French woman flown from 'Killer Mountain'|pubblicazione=BBC News|data=2018|accesso=30 gennaio 2018}}</ref><ref>{{Cita web|url=https://www.montagna.tv/cms/118357/le-sette-vite-di-tomek/|titolo=Le sette vite di Tomek {{!}} Montagna.TV|sito=www.montagna.tv|accesso=30 gennaio 2018}}</ref><ref>{{Cita news|lingua=en|nome=Cleve R. Wootson|cognome=Jr|url=https://www.washingtonpost.com/news/worldviews/wp/2018/01/28/the-desperate-attempt-to-save-frostbitten-climbers-on-one-of-the-worlds-highest-peaks/|titolo=The desperate attempt to save frostbitten climbers on one of the world’s highest peaks|pubblicazione=Washington Post|data=29 gennaio 2018|accesso=30 gennaio 2018}}</ref>
== Via normale ==
 
L'attuale [[via normale]] è la ''via Kinshofer'' sulla parete ''Diamir'', a nord-ovest; è considerata la via più facile e sicura.<ref name=summit />
L'ascensione era stata precedentemente tentata, tra gli altri, nell'inverno 2011-2012 da [[Simone Moro]] e [[Denis Urubko]]<ref>{{cita web|url=http://www.planetmountain.com/News/shownews1.lasso?l=1&keyid=39166|titolo=Nanga Parbat in inverno: fine della spedizione di Moro e Urubko|editore=planetmountain.com|data=14 febbraio 2012|accesso=24 marzo 2013}}</ref> e nell'inverno 2012-2013 da [[Daniele Nardi]] e [[Élisabeth Revol]].<ref>{{cita web|url=http://www.montagna.tv/cms/?p=45670|titolo=Invernale al Nanga Parbat, finita la spedizione di Daniele Nardi|editore=montagna.tv|autore=Valentina d'Angella|data=14 febbraio 2013|accesso=24 marzo 2013}}</ref>. Nel dicembre 2013 era partita una seconda spedizione di Simone Moro, accompagnato da [[David Goettler]], che si era conclusa senza successo.<ref>{{Cita web|lingua=it-IT|autore=Valentina d'Angella|url=https://www.montagna.tv/56958/nanga-parbat-david-gottler-al-campo-base-dopo-il-tentativo-di-vetta/|titolo=Nanga Parbat, David Göttler al campo base dopo il tentativo di vetta|sito=Montagna.TV|data=2014-03-01|accesso=2025-07-03}}</ref>
 
Nell'inverno 2014 [[Daniele Nardi]], questa volta in solitaria, ha ritentato la vetta passando da quello che è ritenuto da molti l'impossibile [[Sperone Mummery]]. Tentativo anche questo fallito.<ref>{{cita web|url=http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2014-03-08/moro-e-nardi-si-arrendono-nanga-parbat-solo-polacchi-sperano-ancora-prima-invernale-130613.shtml|titolo=Moro e Nardi si arrendono al Nanga Parbat. Solo i polacchi sperano ancora nella prima invernale|data=8 marzo 2014|pubblicazione=[[Il Sole 24 Ore]]|autore=Luca Re|accesso=6 febbraio 2025}}</ref>
 
Nell'inverno 2019 un nuovo tentativo di raggiungere la cima della montagna attraverso lo sperone Mummery, la via più diretta alla cima, viene effettuato dall’italiano [[Daniele Nardi]] e il compagno inglese [[Tom Ballard]]. Di entrambi vengono perse le tracce il 24 febbraio e vengono avviate le ricerche che, ostacolate dalle condizioni meteorologiche avverse, non portano ai risultati sperati. Viene divulgata la notizia della loro morte oltre due settimane dopo l’inizio delle ricerche, confermata da immagini ottenute tramite l’utilizzo di un telescopio. I corpi rimarranno a quota 5.900 m, per volontà delle famiglie, perché troppo rischioso recuperarli.<ref>{{cita web|url=https://www.gazzetta.it/Sport-Vari/10-03-2019/alpinismo-l-alpinista-che-ha-ritrovato-nardi-ballard-forse-uccisi-vento-freddo-3202065549109.shtml?refresh_ce-cp|titolo=Alpinismo, l’alpinista che ha ritrovato Nardi e Ballard: “Forse uccisi da vento e freddo”|autore=Alessandro Filippini|sito=gazzetta.it|data=10 marzo 2019|accesso=10 marzo 2019}}</ref>
 
=== Altre salite ===
La seconda ascensione della montagna fu portata a termine nel [[1962]] da una squadra [[Germania|tedesca]] composta da [[Toni Kinshofer]], Sigfried Löw e Anderl Mannhardt, membri di punta di una nuova spedizione guidata da Karl Maria Herrligkoffer. I tre salirono per la parete Diamir, evitandone il centro, soggetto a valanghe, e risalendo invece uno sperone secondario sulla sinistra della parete (destra orografica). Questa via è oggi considerata la [[via normale]].<ref>{{cita web|url=http://www.himalayanclub.org/hj/25/14/the-diamir-face-of-nanga-parbat/|titolo=The Diamir face of Nanga Parbat|lingua=en|editore=himalayanclub.org|autore=Dr. Karl M. Herrligkoffer|accesso=24 marzo 2013}}</ref> Sigfried Löw cadde discendendo un canalone poco sotto la cima e morì.
 
Al seguito di una nuova spedizione guidata da Herrligkoffer, [[Reinhold Messner]] e suo fratello [[Günther Messner|Günther]] nel giugno [[1970]] furono i primi a conquistare la cima salendo dal difficile versante meridionale (anche i primi italiani in assoluto su questa montagna), il ''Rupal'', considerato la più alta parete del mondo (circa 4.500 m di dislivello dalla base alla cima). I fratelli Messner, a causa della stanchezza accumulata da Günther durante la salita e della scarsa attrezzatura, dopo aver conquistato la vetta decisero di scendere per il più agevole versante ovest, il ''Diamir'', allora ancora parzialmente inesplorato. La traversata che fecero è da considerarsi un'eccezionale impresa alpinistica. Dopo aver bivaccato due giorni all'aperto, quando erano quasi arrivati alle pendici della montagna, Günther Messner fu però travolto da una [[valanga]] e morì. Reinhold lo cercò per un giorno e una notte, poi crollò sfinito. Arrivò a valle sei giorni dopo in barella soccorso da una cordata di sherpa quando i compagni li credevano morti entrambi. Subì l’amputazione parziale delle dita dei piedi ma sopravvisse.
 
Questa versione fu contestata da alcuni e ne seguirono vivaci polemiche che accusarono Reinhold Messner di aver abbandonato il fratello alla ricerca dell'eccezionale impresa di traversata alpinistica. Il ritrovamento della salma e di uno scarpone di Günther nell'agosto [[2005]] esattamente nel luogo indicato da Reinhold, ovvero quasi giunti alla salvezza, confermò precisamente la sua versione e dissipò ogni polemica.<ref>{{cita web|url=http://www.montagna.tv/cms/?p=23979|titolo=Nanga Parbat, Messner non abbandono' il fratello|editore=montagna.tv|data=18 agosto 2005|accesso=24 marzo 2013}}</ref><ref>{{cita web|url=http://www.planetmountain.com/News/shownews4.lasso?keyid=34886|titolo=Sul Nanga Parbat è stato ritrovato il corpo di Guenther Messner scomparso 35 anni fa|editore=planetmountain.com|autore=Francesca Colesanti|data=18 agosto 2005|accesso=24 marzo 2013|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20151004093303/http://www.planetmountain.com/News/shownews4.lasso?keyid=34886|dataarchivio=4 ottobre 2015}}</ref> Nel giugno 2022 venne ritrovato anche il secondo scarpone, ai piedi del ghiacciaio.
 
Lo stesso Messner nel 1978 compì la prima ascensione in totale solitaria a partire dal campo base (e in assoluto la prima solitaria in stile alpino a un ottomila) raggiungendo la vetta dal versante Diamir lungo una via nuova, la quale a tutt'oggi non è mai stata ripetuta.<ref>{{Cita libro|autore=|nome=Simone|cognome=Moro|titolo=Nanga. Fra rispetto e pazienza, come ho corteggiato la montagna che chiamavano assassina|url=https://books.google.it/books?id=_j46vgAACAAJ&dq=simone+moro+nanga&hl=it&sa=X&redir_esc=y|accesso=28 dicembre 2016|data=2016-11|anno=|editore=Rizzoli|città=|p=405|ISBN=978-88-17-09023-0}}</ref>
 
Nel 2005, in poco più di una settimana, venne aperta finalmente una via diretta sulla parete Rupal, la più alta parete del mondo, sulla quale la cordata [[Steve House]] - Vince Anderson aprì una via lunga 4.100 metri. Tale ascensione valse ai due alpinisti americani il quindicesimo [[Piolet d'Or]].<ref>{{cita web|url=http://www.planetmountain.com/News/shownews4.lasso?l=1&keyid=35041|titolo=XV Piolet d'or a Steve House e Vincent Anderson|editore=planetmountain.com|data=13 febbraio 2006|accesso=24 marzo 2013}}</ref>. Il 15 luglio 2008 perse la vita [[Karl Unterkircher]] cadendo in un crepaccio, mentre era impegnato ad aprire una nuova via sul versante Rakhiot insieme a [[Simon Kehrer]] e [[Walter Nones]].<ref>{{cita web|url=http://www.planetmountain.com/News/shownews1.lasso?l=1&keyid=36231|titolo=Karl Unterkircher scomparso sul Nanga Parbat |editore=planetmountain.com|data=17 luglio 2008|accesso=24 marzo 2013}}</ref><ref>{{cita web|url=http://www.montagna.tv/cms/?p=25938|titolo=Nanga: la maledetta parete Rakhiot|editore=montagna.tv|data=16 luglio 2008|accesso=24 marzo 2013}}</ref> Il 15 luglio 2012 l'alpinista scozzese Sandy Allan e l'inglese Rick Allen realizzano la prima salita della cresta sud-ovest, la cresta Mazeno, che separa la parete nord-ovest, detta Diamir, da quella sud-est, detta Rupal. L'attacco finale è iniziato il 2 luglio dal campo base, al quale i due sono ritornati il 19 luglio.<ref>{{cita web|url=http://www.planetmountain.com/News/shownews1.lasso?l=1&keyid=39809|titolo=Mazeno Ridge: Sandy Allan e Rick Allen sono al campo base. Confermata la vetta del Nanga Parbat!|editore=planetmountain.com|data=19 luglio 2012|accesso=20 luglio 2012}}</ref>
 
== Vie alpinistiche ==
=== Via normale ===
L'attuale [[via normale]] è la ''via Kinshofer'' sulla parete Diamir, a nord-ovest; è considerata la via più facile e sicura.
 
== Discese in sci ==
La prima discesa in sci fu compiuta lungo la parete Diamir nell'estate 1990 da [[Hans Kammerlander]] e dallo svizzero [[Diego Wellig]], fermatosi quest'ultimo in salita alla cima nord.<ref>{{Cita pubblicazione|autore=Piero Tirone|rivista=[[Alp (rivista)|ALP]]|numero=66|anno=1990|mese=ottobre|titolo=Nanga Parbat, sulla scia della paura|pp=16-19}}</ref>
 
== Aviazione ==
Nel [[1940]] [[Aurel Stein]], archeologo ed esploratore britannico, sorvolò a 78 anni il Nanga Parbat a bordo di un aereo.<ref>{{cita libro|autore=Jeannette Mirsky|titolo=Sir Aurel Stein|editore=University of Chicago Press|anno=1998|lingua=inglese|url=http://books.google.it/books?id=q3YKfArws2QC|p=524|isbn=978-0-226-53177-9}}</ref>
 
== Filmografia ==
* ''Nanga Parbat'' - 1936 - Diretto da Frank Leberecht<ref>{{Imdb|tt1188726}}</ref>
* ''Kampf um den Himalaja'' - 1939 - Diretto da Frank Leberecht<ref>{{Imdb|/tt0489973}}</ref>
* ''Nanga Parbat'' - 1953 - Diretto da Hans Ertl - 100'<ref>{{Imdb|tt0163761}}</ref>
* ''The Climb'' - 1986 - Diretto da Donald Shebib - 90'<ref>{{Imdb|tt0090851|The Climb}}</ref>
* ''[[Nanga Parbat (film)|Nanga Parbat]]'' - 2010 - Diretto da Joseph Vilsmaier - 104'
* ''Nanga Parbat - La storia in montagna'' - 2010 - Diretto da Marta Saviane, Marco Melega, prodotto da [[Rai Educational]] - 56', documentario di [[La storia siamo noi]]<ref>{{cita web|url=http://www.lastoriasiamonoi.rai.it/puntate/nanga-parbat/1080/default.aspx|titolo=Nanga Parbat - La storia in montagna|editore=lastoriasiamonoi.rai.it|accesso=18 marzo 2013|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20130315070442/http://www.lastoriasiamonoi.rai.it/puntate/nanga-parbat/1080/default.aspx|dataarchivio=15 marzo 2013|urlmorto=sì}}</ref>
* Nanga Parbat - Verso l'Ignoto - 2016 - Un film documentario di Federico Santini con Daniele Nardi, prodotto da SD Cinematografica - 74'
 
== Galleria d'immagini ==
<gallery mode="packed">
File:Nanga parbat nw buttress.jpg|La parete nord-ovest, detta Diamir
File:Nanga Parbat 029.jpg|La parete nord-est, detta Rakhiot
File:Nanga Parbat-upper rakhiot face and summit.jpg|La parete nord-est, particolare della parte superiore
File:Northern Areas 40.jpg|La parete sud, detta Rupal
File:Nanga-Parbat.jpg|La parte superiore della cresta Mazeno
File:ApproachingNangaParbat.JPG|Visuale del massiccio
</gallery>
 
== Note ==
<references />
 
== Voci correlateBibliografia ==
* {{cita libro|autore=Fritz Bechtold|titolo=Al Nanga Parbat|editore=Tararà|anno=2002|isbn=978-88-86593-34-2}}
* [[Nanga Parbat (2010)|Nanga Parbat]] - ''film tedesco del 2010''
* {{cita libro|autore=[[Reinhold Messner]]|titolo=La montagna nuda|editore=[[Corbaccio]]|anno=2004|isbn=978-88-7972-579-8}}
* {{cita libro|autore=[[Hermann Buhl]]|titolo=È buio sul ghiacciaio|editore=Corbaccio|anno=2007|isbn=978-88-7972-871-3}}
* {{cita libro|autore=Reinhold Messner|titolo=Nanga Parbat. La montagna del destino|editore=Mondadori Electa|anno=2008|isbn=978-88-370-6501-0}}
* {{cita libro|autore=Simon Kehrer, [[Walter Nones]]|titolo=È la montagna che chiama|editore=[[Arnoldo Mondadori Editore|Mondadori]]|anno=2009|isbn=978-88-04-58841-2}}
* {{cita libro|autore=Reinhold Messner|titolo=Razzo rosso sul Nanga Parbat|editore=Corbaccio|anno=2010|isbn=978-88-6380-060-9}}
* {{cita libro|autore=Reinhold Messner|titolo=Solitudine bianca|url=https://archive.org/details/solitudinebianca0000mess|editore=[[Priuli & Verlucca]]|anno=2012|isbn=978-88-8068-589-0}}
* {{cita libro|autore=Jochen Hemmleb|titolo=Nanga Parbat 1970|editore=Versante Sud|anno=2012|isbn=978-88-96634-61-5}}
* {{cita libro|autore=Silke Unterkircher, Cristina Marrone|titolo=L'ultimo abbraccio della montagna|editore=[[Biblioteca Universale Rizzoli|BUR]]|anno=2012|url=http://books.google.it/books?id=VUWc-7t7GGwC|isbn=978-88-586-2892-8}}
* Gian Luca Gasca, ''[https://books.google.it/books/about/Nanga_Parbat.html?id=Jt1VvgAACAAJ&source=kp_book_description&redir_esc=y Nanga Parbat. La Montagna leggendaria]'', Alpine Studio, 2016, ISBN 9788899340278
* Daniele Nardi con Alessandra Carati, La via perfetta Einaudi 2019
 
== Altri progetti ==
{{interprogetto|commons=Nanga Parbat}}
 
== Collegamenti esterni ==
{{Ottomila}}
* {{Collegamenti esterni}}
{{Portale|alpinismo|montagna}}
* {{cita web|http://www.8000ers.com/cms/en/nanga-parbat-general-info-197.html|Nanga Parbat|lingua=en}}
* {{en}} [http://www.alpinejournal.org.uk/Articles_by_Area/Article_Pages/NangaParbat.html Articoli sull'Alpine Journal] pubblicazione dell'[[Alpine Club]]
 
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[[Categoria:Montagne dell'Himalaya]]
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[[ku:Nanga Parbat]]
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[[mr:नंगा पर्वत]]
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[[uk:Нангапарбат]]
[[ur:نانگا پربت]]
[[zh:南迦帕尔巴特峰]]