BETASOM: differenze tra le versioni
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|Struttura = Installazione protetta
|Nome = Base sommergibili di Bordeaux
|Nome originale = BETASOM
|Parte di =
|Immagine = Basesousmarine.JPG
|Didascalia =
|Nomemappa = Plan_Bordeaux.png
|Stato = [[File:War Ensign of Germany (1938–1945).svg|20px|border]] [[Amministrazione militare tedesca della Francia]]
|Stato attuale = {{FRA}}
|Suddivisione = [[Aquitania]]
|Città = [[Bordeaux]]
|LatGradi = 44
|LatPrimi = 52
|LatSecondi = 12
|LatNS = N
|LongGradi = 0
|LongPrimi = 33
|LongSecondi = 31
|LongEW = W
|Tipologia = [[base navale]] militare sommergibili
|Utilizzatore = {{insegna navale|ITA (1861-1946)|icona}}<br />{{insegna navale|DEU (1935-1945)|icona}}
|Primo proprietario =
|Stile =
|Funzione strategica = dal 1940 come base sommergibili
|Termine funzione strategica = abbandono della base nel 1944
|Inizio costruzione = 1941
|Termine costruzione = 1943
|Costruttore = [[Organizzazione Todt]]
|Materiale = [[calcestruzzo]], [[calcestruzzo armato]], [[granito]]
|Armamento =
|Altezza =
|Demolizione =
|Condizione attuale = abbandonata come base navale, parzialmente utilizzata come spazio per esposizioni
|Proprietario attuale =
|Visitabile = sì, la parte utilizzata come spazio per esposizioni
|Presidio =
|Comandante attuale =
|Comandanti storici =[[Angelo Parona]]<br />[[Romolo Polacchini]]<br />[[Enzo Grossi]]<br />[[Klaus Scholz]]
|Occupanti = {{insegna navale|ITA (1861-1946)|icona}}<br />{{insegna navale|DEU (1935-1945)|icona}}
|Azioni di guerra = [[seconda guerra mondiale]]
|Eventi = [[battaglia dell'Atlantico (1939-1945)]]
|Note =
|Sito web =
|Ref = fonti: bibliografia e collegamenti esterni
}}
'''BETASOM'''
La base di Bordeaux accolse una trentina di sommergibili della [[Regia Marina]] dall'autunno [[1940]] all'8 settembre [[1943]], data dell'entrata in vigore dell'[[armistizio di Cassibile]]. La base fu poi utilizzata dalla [[Marina Nazionale Repubblicana]] della RSI.
Essa fu anche una delle cinque ospitanti gli [[U-Boot]] della ''[[Kriegsmarine]]'' tra quelle situate in [[Francia]], sempre durante il [[seconda guerra mondiale|secondo conflitto mondiale]]<ref>Le altre 4 basi di [[U-boot]] della [[Kriegsmarine]] in [[Francia]] durante la [[seconda guerra mondiale]] furono:
* [[base sommergibili di Brest]]
* [[base sommergibili di Lorient]]
* [[base sommergibili di La Rochelle]]
* [[base sommergibili di Saint-Nazaire]] e vi ospitò la ''[[12. Unterseebootsflottille]]'' (dal tedesco: la 12ª flottiglia di sottomarini)</ref>.
Attualmente la base ospita uno spazio culturale.
== La base sommergibili italiana ==
Il 25 luglio [[1940]], il Ministero della Marina italiano ottenne l'autorizzazione allo schieramento di un certo numero di sottomarini in appoggio alla [[Germania nazista]] per la [[battaglia dell'Atlantico (1939-1945)|guerra nell'oceano Atlantico]]. Il luogo prescelto per la sede delle operazioni fu la città di [[Bordeaux]]<ref>Che tra il [[1940]] e il [[1944]] fu soggetta alla ''[[Militärverwaltung in Belgien und Nordfrankreich]]'' (Amministrazione militare nel Belgio e nella Francia Settentrionale) da parte della Germania.</ref>, dove fu costruita una base navale a cui fu assegnato il nome in codice di BETASOM.
La [[strategia]] sarebbe stata impostata insieme all'alleato tedesco, ma dal punto di vista [[tattica militare|tattico]] e disciplinare i vari battelli avrebbero operato sotto la responsabilità dei rispettivi comandi<ref>Max Polo. ''Fatti d'Arme di una Guerra Senza Fortuna - Volume 1'', Edizioni Ferni, p 124</ref>. Questo perché Hitler temeva che, in caso di impiego dell'aviazione tedesca in Africa Settentrionale, una richiesta simile di comando unificato avrebbe portato gli aviatori germanici sotto il comando italiano<ref>Antonino Trizzino, ''Sopra di noi l'oceano'', p.80</ref>.
La base era costituita da due [[darsena|darsene]] intercomunicanti attraverso una chiusa. Inoltre, la presenza di [[bacino di carenaggio|bacini di carenaggio]] rendeva possibile la messa a secco degli scafi per le necessarie operazioni di revisione e riparazione. Il personale era alloggiato in apposite casermette ottenute dalla conversione di alcuni magazzini. La sorveglianza interna era affidata a reparti dei [[Arma dei Carabinieri|carabinieri]]<ref name=autogenerato3>Max Polo, ''Fatti d'Arme di una Guerra Senza Fortuna - Volume 1'', Edizioni Ferni, pp 101-182</ref>, mentre il presidio della base era affidato ad un battaglione del [[Reggimento San Marco]].
La base fu ufficialmente inaugurata il 30 agosto [[1940]] con l'arrivo dell'ammiraglio [[Angelo Parona]]. I tedeschi assegnarono agli italiani due navi passeggeri, il transatlantico francese ''Admiral de Grasse''<ref>Antonino Trizzino, ''op. cit'', p. 82. Nel dopoguerra questo transatlantico, ribattezzato ''Venezuela'', s'incaglierà nel marzo 1963 davanti alla Croisette di Cannes.</ref>, di 18.435 tonnellate e, in ottobre, il piroscafo tedesco ''Usaramo'' di 7.775 tonnellate<ref name=autogenerato1>[http://www.storiain.net/arret/num157/artic3.asp/ I sommergibili atlantici di Betasom] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20130416000343/http://www.storiain.net/arret/num157/artic3.asp |data=16 aprile 2013 }}</ref>. L{{'}}''Admiral de Grasse'', oltre alla stazione radio, ospitava l'infermeria.<br />L'edificio in cemento armato della stazione marittima fu trasformato in alloggi, mentre altri edifici furono utilizzati per uffici e magazzini.
Furono assegnati a BETASOM 35 ufficiali, compresi 3 ufficiali dell'esercito per i reparti del battaglione San Marco e 426 militari del corpo degli equipaggi della [[Regia Marina]]. In totale, la forza del personale militare e civile assegnato ai servizi della base assommava a circa 800 uomini, compresa la compagnia mitraglieri del battaglione San Marco di 225 uomini addetta alla vigilanza interna della base, mentre esternamente la vigilanza era di pertinenza tedesca. In aggiunta, i Tedeschi avevano installato sei batterie antiaeree da 88 mm e 45 mitragliere da 20 mm e garantivano il servizio antiaereo e la scorta navale lungo la [[Gironde]] e nel [[golfo di Biscaglia]]<ref name=autogenerato1 />.
=== Le operazioni ===
I sommergibili italiani svolsero la prima fase del loro ciclo operativo nell'[[Oceano Atlantico|Atlantico Settentrionale]] e, successivamente, nella [[equatore|zona equatoriale]]. Dopo l'entrata in guerra degli [[Stati Uniti d'America|Stati Uniti]], svolsero alcune crociere anche presso le coste [[Nord America|nordamericane]].
Nel luglio-agosto [[1941]], a causa dell'andamento negativo della guerra nel Mediterraneo, fu ordinato il rientro di una decina di battelli (''Perla'', ''Guglielmotti'', ''Brin'', ''Argo'', ''Velella'', ''Dandolo'', ''Emo'', ''Otaria'', ''Mocenigo'', ''Veniero'' e ''Glauco''). Questa volta, il passaggio attraverso Gibilterra comportò la perdita di un sottomarino, il ''Glauco''.
==== Il progettato attacco al porto di New York ====
[[File:Il Classe CA imbarcato sul Leonardo Da Vinci.jpg|thumb|Il [[sommergibile tascabile]] [[Classe CA]] imbarcato sul [[Leonardo da Vinci (sommergibile)|sommergibile ''Leonardo da Vinci'']] durante le prove, si nota una delle morse che assicurano il CA all'avvicinatore]]
Il comandante della base [[Romolo Polacchini]] aveva già ipotizzato da tempo un attacco contro un porto americano. Inizialmente, in previsione dell'entrata in guerra del [[Brasile]], si era ipotizzato il forzamento del porto di [[Rio de Janeiro]], impiegando il [[Leonardo da Vinci (sommergibile)|sommergibile ''Leonardo da Vinci'']] comandato da [[Gianfranco Gazzana Priaroggia]] come mezzo avvicinatore. In seguito si decise invece di utilizzare il ''Leonardo da Vinci'' per un progetto ben più ambizioso, l'attacco al [[porto di New York]]. Il sommergibile avrebbe dovuto trasportare fino alla foce dell'[[Hudson]] un piccolo [[sommergibile tascabile]] [[Classe CA]] (fu inviato via treno a Bordeaux, per l'operazione, il ''CA 2'') in un apposito «pozzo» di circa 10 metri ricavato al posto del cannone prodiero.<ref>Giorgio Giorgerini, ''Uomini sul fondo. Storia del sommergibilismo italiano dalle origini a oggi'', p. 374-375.</ref><ref name="Risio, Obiettivo America 1969">Giulio Raiola e Carlo de Risio, ''Obiettivo America'', in ''Storia Illustrata'' n° 136 del marzo 1969, p. 32.</ref> Il [[sottotenente di vascello]] [[Eugenio Massano]] fu inviato appositamente a [[Bordeaux]] dal comandante della [[Xª Flottiglia MAS (Regno d'Italia)|Xª Flottiglia MAS]] [[Junio Valerio Borghese]]<ref name="Risio, Obiettivo America 1969"/> dove avrebbe dovuto guidare il piccolo [[Classe CA]]; il mini-sommergibile, con a bordo alcuni «[[gruppo Gamma|uomini gamma]]» (sommozzatori d'assalto) e 28 cariche esplosive da 20 a 100 kg, si sarebbe portato nel porto per minare delle navi.<ref>Giorgio Giorgerini, ''Attacco dal mare. Storia dei mezzi d'assalto della Marina italiana'', pp. 107, 114 e 288-289.</ref>
I lavori furono effettuati nell'agosto 1942 e in settembre furono svolte le prove di rilascio del ''CA 2'' dal ''da Vinci'' sotto la supervisione del tenente di vascello [[Eugenio Massano]]. Le prove ottennero risultati apprezzabili,<ref name="Risio, Obiettivo America 1969"/> nel corso delle quali il ''da Vinci'', in immersione a circa 12 metri, rilasciava il piccolo CA per poi recuperarlo. In realtà il recupero era un'ipotesi molto remota e si era già previsto che i membri del [[Gruppo Gamma]] avrebbero dovuto distruggere il mezzo al termine dell'operazione per poi raggiungere la terraferma.<ref>Giulio Raiola e Carlo de Risio, ''Obiettivo America'', in ''Storia Illustrata'' n° 136 del marzo 1969, pp. 32-33.</ref>
La missione fu rinviata e poi annullata in seguito alla perdita del ''da Vinci'' il 23 maggio [[1943]].
A partire dal 1943, alcuni sottomarini italiani vennero utilizzati per operazioni di trasporto di materie prime dall'Europa al Giappone.
=== Dopo l'armistizio ===
Al momento dell'armistizio presso la base navale di Betasom, comandata dal capitano di vascello [[Enzo Grossi]], che aderì alla [[Repubblica Sociale Italiana]], erano distaccati tre sommergibili oceanici, l{{'}}''[[Ammiraglio Cagni (sommergibile)|Ammiraglio Cagni]]'', il ''[[Giuseppe Finzi (sommergibile)|Giuseppe Finzi]]'' e l{{'}}''[[Alpino Bagnolini]]''. Il ''Cagni'', che era in missione, accettò l'armistizio e si recò nel porto alleato di [[Durban]], dove fu ricevuto con l'onore delle armi. Gli equipaggi degli altri due sommergibili optarono per l'adesione alla RSI,<ref>AA.VV. ''Vita e morte del soldato italiano nella guerra senza fortuna'', Edizioni Ferni, Ginevra, 1973-1974 (18 volumi)</ref> e i due sommergibili operarono per breve tempo sotto le bandiere repubblicane e la base assunse la nuova denominazione di «Base atlantica dell'Italia repubblicana"».<ref name=autogenerato2>[[Sergio Nesi]], ''Decima Flottiglia nostra...'', Mursia, Milano, 1986, p. 66</ref>
Il 14 ottobre 1943 i due sommergibili superstiti furono incorporati nella ''[[Kriegsmarine]]''. Cinquanta specialisti rientrarono in Italia e furono incorporati nella [[Xª Flottiglia MAS (Repubblica Sociale Italiana)|Xª Flottiglia MAS]].<ref>[[Sergio Nesi]], ''Decima Flottiglia nostra…'', Mursia, Milano, 1986, p. 60: «Questi uomini furono incorporati nella X Flottiglia M.A.S., in parte come specialisti siluristi ed in parte destinati a vari Servizi e Comandi».</ref>
Il ''Bagnolini'', che imbarcava personale misto italo-tedesco, fu utilizzato per missioni di trasporto di materie prime con il [[Giappone]] e fu affondato nei pressi del [[Capo di Buona Speranza]] l'11 marzo [[1944]].
Il ''Reginaldo Giuliani'' fu affondato con siluro nel 1944 dal sommergibile inglese {{nave|HMS|Tally-Ho|P317|2}} nello stretto di Malacca di ritorno da Singapore con equipaggio italo-tedesco.<ref>{{cita libro|nome=Achille|cognome=Rastelli| titolo=Sommergibili a Singapore - 1943: l'odissea di un marinaio friulano|editore=Mursia|anno=2011}}</ref> Gli altri marinai restati a Bordeaux furono incorporati nella [[Marina Nazionale Repubblicana]] e, integrati da altri marinai provenienti dagli [[Internati Militari Italiani]], furono impiegati come difesa costiera costituendo la [[1ª Divisione Atlantica Fucilieri di Marina]] che, nel maggio 1945, prese parte alla difesa di Bordeaux.<ref name=autogenerato2 />
Non tutti aderirono alla RSI: alcuni marinai scelsero di aderire al ''[[maquis]]'', la [[Resistenza francese]]. Fra essi [[Giacomo Parodo]], già marinaio del [[1º Reggimento "San Marco"]], poi fucilato nel 1944 dopo alcuni mesi fra i partigiani francesi (verrà insignito con [[medaglia d'oro al valor militare]] alla memoria). Anche successivamente altri marinari disertarono e aderirono alla Resistenza francese, venendo poi - alcuni di essi - fucilati.<ref>{{cita web|titolo=La partecipazione della Marina alla guerra di liberazione (8 settembre 1943 – 15 settembre 1945)|url= http://www.marina.difesa.it/conosciamoci/editoria/bollettino/Documents/2015/70_anniversario.pdf|sito = marina.difesa.it|accesso=14 novembre 2018|pp=pp. 51-52}}</ref>
Tratto dai ranghi dei «fucilieri di Marina» fu costituito nel 1944 il battaglione ''Longobardo'' che rientrato in Italia fu incorporato nella Xª Flottiglia MAS.<ref>[[Sergio Nesi]], ''Decima Flottiglia nostra…'', p. 59: «Furono impiegati a difesa della costa, ad eccezione di un reparto che rientrò in Italia per essere incorporato nella Divisione di fanteria di marina X M.A.S., come battaglione “Longobardo” e poi “Compagnia Volontari di Francia”».</ref>
== La flotta ==
[[File:Italian-submarine-Tazzoli.jpg|thumb|Il Tazzoli che sotto il comando del [[capitano di corvetta]] [[Carlo Fecia di Cossato]] ottenne 18 vittorie, il più alto numero per un sommergibile italiano]]
[[File:Sommergibile Da Vinci in navigazione.jpg|thumb|Il Sommergibile Da Vinci che sotto il comando dei [[capitano di corvetta|capitani di corvetta]] [[Luigi Longanesi Cattani]] prima e di [[Gianfranco Gazzana Priaroggia]] dopo, pur con 17 vittorie fu il sommergibile italiano con il più alto tonnellaggio affondato]]
L'[[Italia]], al momento dell'entrata in guerra, possedeva oltre un centinaio di sottomarini, ma solo una quarantina erano adatti alle crociere oceaniche. La scelta dei mezzi destinati a BETASOM coinvolse quindi solo queste unità. La base atlantica ospitò complessivamente 32 sottomarini. Una prima flotta di 27 battelli fu trasferita nell'[[autunno]] del [[1940]] attraverso il [[Mar Mediterraneo]]<ref>Walter Ghetti. ''Volume secondo: Storia della Marina Italiana nella seconda guerra mondiale'', De Vecchi editore, pp. 20-50</ref> e comprendeva le seguenti unità:
* ''[[Alessandro Malaspina (sommergibile)|Alessandro Malaspina]]'' (a Betasom dal settembre 1940, 6 missioni svolte, scomparso il 10 settembre 1941 per azione aerea antisommergibile alleata)
* ''[[Enrico Tazzoli (sommergibile)|Tazzoli]]'' (a Betasom dall'ottobre 1940, 9 missioni svolte, trasformato in sommergibile da trasporto tra fine 1942 ed inizio 1943, scomparso il 16 maggio 1943 probabilmente per urto contro mina)
* ''[[Pietro Calvi (sommergibile 1935)|Calvi]]'' (a Betasom dall'ottobre 1940, 8 missioni svolte, affondato dallo sloop HMS ''Lulworth'' il 15 luglio 1942)
* ''[[Giuseppe Finzi (sommergibile)|Finzi]]'' (a Betasom dal settembre 1940, 10 missioni svolte, trasformato in sommergibile da trasporto nella primavera-estate 1943, catturato a Bordeaux all'armistizio)
* ''[[Alpino Bagnolini|Bagnolini]]'' (a Betasom dal settembre 1940, 11 missioni svolte, trasformato in sommergibile da trasporto nella primavera-estate 1943, catturato a Bordeaux all'armistizio)
* ''[[Reginaldo Giuliani (sommergibile)|Giuliani]]'' (a Betasom dall'ottobre 1940, 3 missioni svolte, distaccato per qualche tempo a Gotenhafen presso la scuola per sommergibilisti italiani, trasformato in sommergibile da trasporto nella primavera 1943, catturato in Indonesia all'armistizio)
* ''[[Capitano Tarantini|Tarantini]]'' (a Betasom dall'ottobre 1940, 2 missioni svolte, affondato il 15 dicembre 1940 dal sommergibile HMS ''Thunderbolt'')
* ''[[Guglielmo Marconi (sommergibile)|Marconi]]'' (a Betasom dal settembre 1940, 6 missioni svolte, scomparso il 28 ottobre 1941)
* ''[[Leonardo da Vinci (sommergibile)|Da Vinci]]'' (a Betasom dall'ottobre 1940, 11 missioni svolte, affondato il 23 maggio 1943 dal cacciatorpediniere HMS ''Active'' e dalla fregata HMS ''Ness'')
* ''[[Luigi Torelli (sommergibile)|Torelli]]'' (a Betasom dall'ottobre 1940, 12 missioni svolte, convertito in sommergibile da trasporto nel marzo-aprile 1943, catturato in Giappone all'armistizio)
* ''[[Maggiore Baracca|Baracca]]'' (a Betasom dall'ottobre 1940, 6 missioni svolte, affondato l'8 settembre 1941 dal cacciatorpediniere HMS ''Croome'')
* ''[[Lorenzo Marcello (sommergibile 1938)|Marcello]]'' (a Betasom dal dicembre 1940, 3 missioni svolte, scomparso il 22 febbraio 1941)
* ''[[Enrico Dandolo (sommergibile 1938)|Dandolo]]'' (a Betasom dal settembre 1940, 6 missioni svolte, rientrato in Mediterraneo nel giugno-luglio 1941)
* ''[[Lazzaro Mocenigo (sommergibile 1938)|Mocenigo]]'' (a Betasom dal dicembre 1940, 4 missioni svolte, rientrato in Mediterraneo il 9 agosto 1941)
* ''[[Sebastiano Veniero (sommergibile 1938)|Veniero]]'' (a Betasom dal novembre 1940, 6 missioni svolte, rientrato in Mediterraneo nell'agosto 1941)
* ''[[Barbarigo (sommergibile)|Barbarigo]]'' (a Betasom dal settembre 1940, 11 missioni svolte, trasformato in sommergibile da trasporto nel marzo maggio 1943, scomparso il 17 giugno 1943 probabilmente per attacco aereo)
* ''[[Giacomo Nani (sommergibile 1938)|Nani]]'' (a Betasom dal novembre 1940, 3 missioni svolte, scomparso il 7 gennaio 1941)
* ''[[Francesco Morosini (sommergibile 1938)|Morosini]]'' (a Betasom dal novembre 1940, 9 missioni svolte, affondato da attacco aereo l'11 agosto 1942)
* ''[[Angelo Emo (sommergibile 1938)|Emo]]'' (a Betasom dall'ottobre 1940, 6 missioni svolte, rientrato in Mediterraneo nell'agosto 1941)
* ''[[Comandante Faà di Bruno]]'' (a Betasom dall'ottobre 1940, 2 missioni svolte, scomparso il 6 novembre 1940)
* ''[[Comandante Cappellini]]'' (a Betasom dall'ottobre 1940, 12 missioni svolte, trasformato in sommergibile da trasporto nella primavera 1943, catturato a Singapore all'armistizio)
* ''[[Michele Bianchi (sommergibile)|Bianchi]]'' (a Betasom dal dicembre 1940, 4 missioni svolte, affondato il 5 luglio 1941 dal sommergibile HMS ''Tigris'')
* ''[[Benedetto Brin (sommergibile)|Brin]]'' (a Betasom dal dicembre 1940, 5 missioni svolte, rientrato in Mediterraneo nell'agosto-settembre 1941)
* ''[[Glauco (sommergibile 1935)|Glauco]]'' (a Betasom dall'ottobre 1940, 5 missioni svolte, affondato il 27 giugno 1941 dal cacciatorpediniere HMS ''Wishart'')
* ''[[Otaria (sommergibile 1935)|Otaria]]'' (a Betasom dal settembre 1940, 8 missioni svolte, rientrato in Mediterraneo nel settembre 1941)
* ''[[Argo (sommergibile 1931)|Argo]]'' (a Betasom dall'ottobre 1940, 6 missioni svolte, rientrato in Mediterraneo nell'ottobre 1941)
* ''[[Velella (sommergibile 1937)|Velella]]'' (a Betasom dal dicembre 1940, 4 missioni svolte, rientrato in Mediterraneo nell'agosto 1941)
Un ulteriore sommergibile, il ''Cagni'', fu trasferito a BETASOM nel [[1942]]-[[1943]], non appena ne fu completato l'allestimento.
Per raggiungere l'[[Atlantico]], tutti i sottomarini italiani furono costretti ad attraversare lo [[stretto di Gibilterra]], dov'è tuttora situata una grande base navale della [[Royal Navy]]. Il passaggio non fu esente da difficoltà, anche a causa delle [[corrente marina|correnti marine]], ma avvenne senza incidenti.
Successivamente, furono integrati nella flotta altri quattro sommergibili (due soli dei quali, tuttavia, operarono per Betasom, mentre gli altri due rientrarono in Mediterraneo dopo alcuni lavori), provenienti dall'[[Africa Orientale Italiana]]. In vista dell'imminente caduta dell'[[Eritrea]] (che ospitava l'importante base navale di [[Massaua]]) si decise, infatti, di evacuare tutto ciò che rimaneva della componente subacquea della marina “coloniale”, in modo da non farla cadere in mani inglesi. I quattro sommergibili erano:
* ''[[Archimede (sommergibile 1939)|Archimede]]'' (a Bordeaux dal 7 maggio 1941, 3 missioni svolte, affondato da attacco aereo il 15 aprile 1943)
* ''[[Perla (sommergibile)|Perla]]'' (a Bordeaux dal 20 maggio 1941, mai divenuto operativo per Betasom, rientrato in Mediterraneo nel settembre-ottobre 1941)
* ''[[Alberto Guglielmotti (sommergibile 1938)|Guglielmotti]]'' (a Bordeaux dal 7 maggio 1941, mai divenuto operativo per Betasom, rientrato in Mediterraneo nel settembre-ottobre 1941)
* ''[[Galileo Ferraris (sommergibile 1935)|Ferraris]]'' (a Bordeaux dal 9 maggio 1941, 1 missione compiuta, affondato il 25 ottobre 1941 dal cacciatorpediniere HMS ''Lamerton'')
Questi battelli raggiunsero BETASOM [[Circumnavigazione|circumnavigando]] l'[[Africa]] con l'ausilio della nave cisterna tedesca ''[[Nordmark]]'', che si occupò del rifornimento in alto mare delle quattro unità (il ''Perla'', sommergibile di piccola crociera, necessitò anche di un altro rifornimento, da parte della [[nave corsara]] tedesca ''[[Atlantis (HSK 2)|Atlantis]]'')<ref name=autogenerato3 />.
=== Gli affondamenti ===
Nel corso delle loro missioni in Atlantico i sommergibili di Betasom affondarono complessivamente 109 navi per 593.864 tonnellate di stazza lorda, così suddivise<ref>I sommergibili sono ordinati per tonnellaggio affondato. Sono incluse solo le navi affondate in Atlantico e non quelle affondate in altri mari (ad esempio, l'incrociatore ''Calypso'' affondato dal ''Bagnolini'', non è contato perché affondato in Mediterraneo. I dati provengono dalla tabella a p. 690 di ''Uomini sul fondo'' di Giorgio Giorgerini.</ref>:
{{div col}}
* ''Da Vinci'': 17 navi per 120.243 tsl (il sommergibile non tedesco con maggior successo nel secondo conflitto mondiale<ref>[http://www.betasom.it/forum/index.php?showtopic=21636 I Primi 50 Sommergibili Più "vittoriosi" Wwii - Betasom - XI Gruppo Sommergibili Atlantici<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref>)
* ''Tazzoli'': 18 navi per 96.650 tsl
* ''Torelli'': 7 navi per 42.871 tsl
* ''Morosini'': 6 navi per 40.
* ''Barbarigo'': 7 navi per 39.300 tsl
* ''Calvi'': 6 navi per 34.193 tsl
Riga 129 ⟶ 155:
* ''Finzi'': 5 navi per 30.760 tsl
* ''Archimede'': 2 navi per 25.629 tsl
* ''Marconi'': 7 navi per
* ''Malaspina'': 3 navi per 16.384 tsl
* ''Giuliani'': 3 navi per 16.103 tsl
Riga 136 ⟶ 162:
* ''Baracca'': 2 navi per 8553 tsl
* ''Brin'': 2 navi per 7241 tsl
* ''Bagnolini'': 2 navi per
* ''Dandolo'': 2 navi per 6554 tsl
* ''Cagni'': 2 navi per 5840 tsl
Riga 145 ⟶ 171:
* ''Marcello'': 1 nave per 1550 tsl
* ''Mocenigo'': 1 nave per 1253 tsl
{{div col end}}
I sommergibili ''Faà di Bruno'', ''Ferraris'', ''Glauco'', ''Tarantini'' e ''Velella'' non affondarono nessuna nave, così come ''Guglielmotti'' e ''Perla'', che non svolsero alcuna missione offensiva.
Dopo la riorganizzazione tattica e "tecnologica" (riduzione dei tempi per l'immersione rapida, modifica della falsa torre per renderla meno visibile, sostituzione dei condizionatori d'aria con sistemi al freon, siluri tedeschi ecc.), e metodi più intensivi e razionali di addestramento, formazione e selezione del personale e del vitto, svolti nel corso del 1941, le prestazioni dei battelli (inizialmente poco esaltanti) migliorarono. Fino ad attestarsi tra il 1942-1943 ad un valore del battello italiano rispetto a quello tedesco sul medesimo fronte pari al 59%; ovvero due battelli italiani in media riuscivano ad affondare più naviglio di un singolo battello tedesco. Indice, questo, dei numerosi limiti tecnologici (ed in parte anche operativi ed addestrativi perduranti) dei sommergibili italiani. Furono comunque risultati più lusinghieri di quelli ottenuti in Mediterraneo.<ref>{{Cita libro|autore=Fabio de Ninno| titolo=I Sommergibili del fascismo, Politica navale, strategia e uomini tra le due guerre mondiali|editore=UNICOPLI|città=Milano|anno=2014|ISBN= 978-88-400-1725-9}}</ref>
=== I violatori di blocco ===
Nel corso del conflitto, tra il 1941 ed il 1942, ripararono a Bordeaux anche numerosi [[violatore di blocco|violatori di blocco]] italiani: dalla [[Spagna]] la [[nave cisterna]] ''[[Clizia (nave cisterna)|Clizia]]'' ed i [[piroscafo|piroscafi]] ''[[Capo Lena (nave mercantile)|Capo Lena]]'', ''[[Drepanum (piroscafo)|Drepanum]]'' e ''[[Fidelitas (nave mercantile)|Fidelitas]]'', dalle [[Canarie]] i piroscafi ''[[Atlanta (piroscafo)|Atlanta]]'' ed ''[[Ida (nave mercantile)|Ida]]'', dal [[Brasile]] i piroscafi ''[[XXIV Maggio]]'', ''[[Africana (nave mercantile)|Africana]]'' e ''[[Monbaldo]]'' e la [[motonave]] ''[[Himalaya (nave mercantile)|Himalaya]]'' (proveniente dall'[[Eritrea]]) e dal [[Giappone]] le motonavi ''[[Cortellazzo (nave mercantile)|Cortellazzo]]'', ''[[Fusijama (motonave)|Fusijama]]'' (proveniente dalla [[Thailandia]]) e ''[[Pietro Orseolo (nave mercantile)|Pietro Orseolo]]''; si trasferirono inoltre da Bordeaux a [[Saint-Nazaire (Loira Atlantica)|Saint Nazaire]], dov'erano arrivate in un primo momento, anche le navi cisterna ''[[Burano (nave cisterna)|Burano]]'', ''[[Frisco (nave cisterna)|Frisco]]'' e ''[[Todaro (nave cisterna)|Todaro]]''. Tutte le navi in questione trasportavano migliaia di tonnellate di [[materiali]], gran parte dei quali d'interesse bellico, che furono poi inviati in [[Italia]]; la maggior parte di esse fu poi impiegata per conto delle [[Wehrmacht|forze tedesche]], mantenendo i propri equipaggi italiani. Dalle Canarie raggiunse Bordeaux, nell'ottobre 1940, anche il piro[[peschereccio]] ''[[Balena (peschereccio)|Balena]]'', che venne impiegato per [[pesca (attività)|pescare]] il [[pesce]] necessario al personale della base sommergibilistica.
A Bordeaux si svolsero inoltre i lavori di preparazione (imbarco di [[cannone|cannoni]] e [[mitragliera|mitragliere]], nebbiogeni e altro), per nuove missioni di forzamento del blocco, dei quattro violatori di blocco più moderni e veloci: la ''Cortellazzo'', l{{'}}''Himalaya'', la ''Fusijama'' e la ''Pietro Orseolo'', che avrebbero poi dovuto raggiungere il Giappone e quindi fare ritorno a Bordeaux con [[materie prime]] irreperibili in [[Europa]]. Allo scopo venne inviato a Bordeaux personale tecnico della [[Regia Marina]]: le navi furono pronte tra la fine del 1942 e l'inizio del 1943.
Solo la ''Pietro Orseolo'' riuscì in tale missione, arrivando in Giappone e rientrando a Bordeaux, seppure danneggiata, con 6800 tonnellate di materie prime (in particolare [[gomma]] naturale), mentre la ''Cortellazzo'' fu costretta ad autoaffondarsi poco dopo la partenza, l{{'}}''Himalaya'' dovette cancellare due tentativi di forzamento del blocco e la ''Fusijama'' non lasciò mai più Bordeaux.
== La base sommergibili tedesca ==
=== Costruzione ===
La pianificazione della costruzione di una base di sottomarini in [[bunker]] data del [[1940]] all'interno del ''Marine Bauwesen'', il dipartimento incaricato delle costruzioni all'interno dell'[[Oberkommando der Marine]] (OKM), lo stato maggiore della [[Kriegsmarine]] tedesca<ref name="Marzagalli">{{fr}} ''Bordeaux et la marine de Guerre, XVII - XX siècles'', Presses universitaires de Bordeaux, Pessac, 2002 ISBN 2-86781-298-4.</ref>, ma arriva dopo quella delle altre basi sottomarine sull'Atlantico<ref name="Marzagalli"/>, all'epoca più accessibili ai bombardieri britannici. L'[[organizzazione Todt]] comincia la costruzione nel settembre [[1941]] sul bacino nº 2 di [[Bacalan]]. La costruzione durerà 22 mesi<ref name="Marzagalli"/> e sotto la supervisione, come per le altre basi sottomarine tedesche, di [[Andreas Wagner]]<ref name="Les Ports">{{Cita libro |autore=Yves Buffetaut |titolo=Les Ports de l'Atlantique - 1939-1945 |editore=Marines éditions |città=Rennes |anno=2003 |pp=155, 83 « Le U-Bunker de Bordeaux » |ISBN=2-909675-99-8|lingua=fr}}.</ref>.
La struttura era costituita di un blocco di [[calcestruzzo armato]] di 245 metri di lunghezza per 162 metri di larghezza e 20 metri di altezza. Une torre [[bunker]] di 48 × 73 metri vi era connessa. Essa ospitava 11 ''alveoli''<ref name='"alveolo">denominazione usata dai tedeschi per indicare le darsene dei sottomarini delle basi sottomarine durante la seconda guerra mondiale</ref> da 100 a 115 metri di lunghezza, 7 di questi ''alveoli'' potevano accogliere un sottomarino e 4 ne potevano accogliere due. L'altezza era di 11,4 metri<ref name = "Les Ports"/> e il [[pescaggio]] di 9 metri (con un ''marnage'' di 1,5 metri<ref name = "Les Ports"/>).
I sette "alveoli" centrali potevano essere messi a secco. Ognuno è separato da un muro spesso da 5 a 6 metri e chiuso con delle porte blindate per proteggerlo dalle esplosioni di bombe. All'altra estremità del bacino, una linea ferroviaria traversava il bunker e serviva i differenti "alveoli". Ogni "alveolo" è equipaggiato di due ponti ruotanti di una capacità di sollevamento di 3 o 5 tonnellate<ref name = "Les Ports"/> permettenti su ognuna di trasportare materiali pesanti e munizioni.
Dall'altro lato della linea ferroviaria, la struttura ospitava, su diversi piani, ''atelier'', luoghi di stoccaggio, uffici, spazi comuni e un'infermeria.
L'insieme era coperto da un primo tetto in [[calcestruzzo armato]] da 3,5 metri di spessore. Questo fu ricoperto da un secondo tetto di 2,1 metri di spessore. A partire dal 1943, con l'aumentata autonomia dei bombardieri alleati e con le loro bombe diventate più potenti, i tedeschi decisero di rinforzare ancora il tetto posandoci sopra una struttura detta ''Fangrost''<ref name = "Marzagalli"/>. Si tratta di una serie di travi in calcestruzzo da 32 tonnellate poste parallelamente, distanziate da 5 a 6 metri e ricoperte da altre travi più piccole poste perpendicolarmente alle prime. Questo dispositivo doveva provocare l'esplosione della bomba prima che essa arrivasse al tetto<ref name = "Marzagalli"/>. Ma questo "reticolo" non era stato ancora completato ad agosto [[1944]].
Per motivi di sicurezza, i siluri e il carburante erano stoccati esteriormente, in piccoli bunker situati a 200 metri a nord-est della base (vicino al boulevard Daney)<ref name = "Marzagalli"/>.
600.000 m³ di [[calcestruzzo]] furono necessari per la costruzione. L'[[organizzazione Todt]] vi impiegò diverse migliaia di operai<ref name = "Marzagalli"/>, alcuni volontari, ma la maggior parte erano prigionieri di guerra di coscritti, tra cui 3.000 [[repubblicani spagnoli]]<ref>Una stele è eretta vicino alla struttura per ricordare il ruolo dei repubblicani spagnoli.</ref>, "i rossi" (si stima che più di 70 vi siano morti), ma anche dei francesi, degli italiani, dei belgi e degli olandesi<ref name = "Marzagalli"/>.
=== Operazioni ===
Dalla costruzione dei primi "alveoli"<ref name='"alveolo"/>, la base diventa nell'ottobre [[1942]] il porto base della [[12. Unterseebootsflottille]] (dal tedesco: ''la 12ª flottiglia di sottomarini''). Questa [[flottiglia]] effettuava delle missioni di lunga durata tra cui quelle nell'[[oceano Indiano]] e le connessioni col [[Giappone]]<ref name = "Marzagalli"/>.
Il porto di [[Bordeaux]] e le sue dipendenze ([[Le Verdon-sur-Mer|Le Verdon]], [[Ambès]], [[Bassens (Nuova Aquitania)|Bassens]], [[Pauillac]]) ospitavano ugualmente una flottiglia di una ventina di pattugliatori, di una quindicina di dragamine e qualche [[cacciatorpediniere]] incaricati di assicurare la protezione dei sottomarini al loro arrivo e alla loro partenza.
Il 17 maggio 1943 ci fu un intenso ''raid'' statunitense. Un'informazione della [[resistenza francese]] aveva indicato alle forze alleate una forte concentrazione di sottomarini<ref name="Histoire">''Histoire des maires de Bordeaux'' sous la coordination d'André Desforges, Les Dossiers d'Aquitaine. ISBN 978-2-84622-171-9.</ref>. Ma il bombardamento fatto a 22.000 [[Piede (unità di misura)|piedi]] fu impreciso e colpì poco la base. Una porta del bacino fu distrutta e cinque sottomarini colpiti<ref name="Histoire"/>. Ma i danni civili furono importanti, più di 200 immobili furono colpiti, 184 abitanti furono uccisi e 249 furono feriti<ref name="Histoire"/>. Da gennaio ad agosto 1944, ci furono più di 13 ''raid'' anglo-americani sulla base sommergibili e l'[[aeroporto di Bordeaux Mérignac|aeroporto di Mérignac]], ma senza grandi successi.
Il 28 agosto [[1944]], [[Bordeaux]] e il porto sono evacuati dai Tedeschi.
=== 12. Unterseebootsflottille ===
La ''[[12. Unterseebootsflottille]]'' era la 12ª flottiglia di [[U-boot]] tedeschi della [[Kriegsmarine]] durante la [[seconda guerra mondiale]], basata a [[Bordeaux]], fu attiva dal [[1942]] al [[1944]].
Creata a [[Bordeaux]] il 15 ottobre [[1942]] come "flottiglia di combattimento" (in tedesco ''Frontflottille''), essa fu posta sotto il comando del ''[[capitano di corvetta|Korvettenkapitän]]'' [[Klaus Scholz]].
Il primo [[U-boot]] tedesco che arriva alla base sommergibili di Bordeaux è l'[[U-178]] ([[U-Boot Tipo IX]]), il 9 gennaio [[1943]].
Alla flottiglia sono distaccati la maggior parte degli U-boot oceanici, che hanno operato nel sud Atlantico e nell'oceano Indiano.
Durante il mese di agosto [[1944]] la maggior parte degli U-boot abbandonano la base di Bordeaux per [[Flensbourg]]. Gli ultimi due sottomarini a lasciare Bordeaux sono l'[[U-534]] e l'[[U-857]], il 25 agosto [[1944]].
La storia della flottiglia prende fine nell'agosto [[1944]], con la sua dissoluzione. Il resto degli uomini (circa 200) agli ordini del ''[[capitano di fregata|Fregattenkapitän]]'' [[Klaus Scholtz]] tenta di rientrare per via terrestre in [[Germania]], ma si ritrova l'11 settembre [[1944]] catturato dalle forze statunitensi.
Durante la sua vita operativa, la ''[[12. Unterseebootsflottille]]'' ha effettuato 197 missioni, e ha affondato 97 navi per un totale di 526.976 [[Tonnellata di stazza|tonnellate di stazza]].
==== Le unità ====
La flottiglia ha ricevuto durante la sua vita operativa 46 [[U-boot]]: [[U-Boot Tipo VII]], [[U-Boot Tipo IX]], [[U-Boot Tipo X]] e [[U-Boot Tipo XIV]] :
* [[U-117]], [[U-118]], [[U-119]], [[U-177]], [[U-178]], [[U-179]], [[U-180]], [[U-181]], [[U-182]], [[U-195]], [[U-196]], [[U-197]], [[U-198]], [[U-199]]
* [[U-200]], [[U-219]], [[U-220]], [[U-233]]
* [[U-459]], [[U-460]], [[U-461]], [[U-462]], [[U-463]], [[U-487]], [[U-488]], [[U-489]], [[U-490]]
* [[U-847]], [[U-848]], [[U-849]], [[U-850]], [[U-851]], [[U-852]], [[U-859]], [[U-860]], [[U-861]], [[U-862]], [[U-863]], [[U-871]]
* [[U-1059]], [[U-1061]], [[U-1062]]
I sommergibili italiani seguenti furono catturati dopo la capitolazione italiana del settembre [[1943]] e furono assegnati alla 12ª flottiglia:
* [[Alpino Bagnolini|UIT-22 Bagnolini]], [[Reginaldo Giuliani (sommergibile)|UIT-23 Giuliani]], [[Comandante Cappellini|UIT-24 Cappellini]], [[Luigi Torelli (sommergibile)|UIT-25 Torelli]]
== Dopoguerra ==
La base rimane un importante vestigio della [[seconda guerra mondiale]]. Essa ha successivamente ospitato un museo della [[nautica da diporto]] e oggi è uno spazio culturale molto visitato: sui 42.000 m² di questa imponente struttura di calcestruzzo, 12.000 m² circa sono aperti al pubblico.
== Note ==
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== Bibliografia ==
* Giorgio Giorgerini, ''Uomini sul fondo, Storia del sommergibilismo italiano dalle origini a oggi'', Oscar Mondadori, Milano, 2002, ISBN 978-88-04-50537-2.
* {{de}} Jürgen Rohwer, ''Die italienischen U-Boote in der Schlacht im Atlantik 1940–43''.
* Antonino Trizzino, ''Sopra di noi l'oceano'', Longanesi, 1968.
* [[Sergio Nesi]], ''Decima Flottiglia nostra...'', Mursia, Milano, 1986.
* Elio Andò, ''Betasom, i sommergibili italiani negli oceani'', Italia Editrice, Campobasso, 1997.
== Altri progetti ==
{{interprogetto}}
== Collegamenti esterni ==
* {{cita web|http://insitu.revues.org/9526|Mathieu Marsan, « La Base sous-marine de Bordeaux, sous le béton la culture » In-Situ, tome 16, 2012.|lingua=fr}}
* {{cita web|http://www.bordeaux.fr/o271/base-sous-marine|Base sous-marine de Bordeaux}}
* {{cita web|http://www.bordeaux-tourisme.com/offre/fiche/base-sous-marine/PCUAQU033FS00169|Base sous-marine de Bordeaux}}
* {{cita web|http://www.uboat-bases.com/fr/Bordeaux/la-base-de-u-boote-de-bordeaux.html|La base sous-marine de Bordeaux : histoire, description détaillée, photos...}}
* {{cita web|http://www.u-boote.fr/bordeaux.htm|Histoire de la base Sous-Marine de Bordeaux-Bacalan}}
* {{cita web|http://uboat.net/flotillas/bases/bordeaux.htm|History of the Bordeaux submarine base plus construction details}}
* {{cita web | 1 = http://art-flox.com/expo/Base_Sous-Marine.html | 2 = Programmation des expositions | accesso = 30 ottobre 2015 | dataarchivio = 29 giugno 2009 | urlarchivio = https://web.archive.org/web/20090629092811/http://art-flox.com/expo/Base_Sous-Marine.html | urlmorto = sì }}
{{Uboot}}
{{Controllo di autorità}}
{{Portale|marina|seconda guerra mondiale}}
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