Shoghi Effendi: differenze tra le versioni
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|PostCognome = più comunemente noto come '''Shoghí Effendí Rabbání'''
|Sesso = M
|LuogoNascita =
|LuogoNascitaLink = Acri (Israele)
|GiornoMeseNascita = 1º marzo
|AnnoNascita = 1897
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|AnnoMorte = 1957
|Epoca = 1900
|Attività =
|Nazionalità =
|Categorie = no
|FineIncipit = , fu ''Custode della Fede'' e [[Capo (ruolo)|leader]] della
}}
==
Da ragazzo, era a conoscenza del desiderio del sultano [[Abdul Hamid II]] (regnò dal 1876 al 1909) di esiliare 'Abdu'l-Bahá nei deserti del Nord Africa dove avrebbe dovuto morire.
=== Tavola di 'Abdu'l-Bahá per Shoghi Effendi ===
Essendo il nipote maggiore di 'Abdu'l-Bahá, il primo figlio della figlia maggiore di 'Abdu'l-Bahá, Ḍíyáʼíyyih Khánum, Shoghi Effendi aveva un rapporto speciale con suo nonno. Zia Baghdadi, un baháʼí contemporaneo, racconta che quando Shoghi Effendi aveva solo cinque anni, tormentò suo nonno affinché scrivesse una tavola per lui, cosa che 'Abdu'l-Bahá fece:[[File:Shoghi Effendi.png|alt=Shoghi Effendi - adolescente|miniatura|Shoghi Effendi |250x250px]]<blockquote>Lui è Dio! O mio Shoghi, non ho tempo per parlare, lasciami in pace! Hai detto scrivi, io ho scritto. Cos'altro si dovrebbe fare? Adesso non è il momento per te di leggere e scrivere. È il momento di saltare e cantare O mio Dio! Pertanto, memorizza le preghiere della Bellezza Benedetta e recitale affinché io possa ascoltarle. Perché non c'è tempo per nient'altro. <ref name=":2">{{Cita libro|autore=Ruhiyyih Rabbani|titolo=La Perla Inestimabile|annooriginale=2018|editore=Casa Editrice Bahá'í}}</ref></blockquote>Shoghi Effendi iniziò quindi a memorizzare una serie di preghiere e le recitò più forte che poteva. Ciò indusse i membri della famiglia a chiedere ad 'Abdu'l-Bahá di calmarlo, richiesta che apparentemente rifiutò.<ref name=":2" />
===
Shoghi Effendi fu educato in casa,
Frequentò, più tardi, quella che sarebbe divenuta l'[[Università
[[File:Shoghi Effendi giovane.jpg|sinistra|miniatura|444x444px|Shoghi Effendi ]]
Shoghi Effendi fu esentato dal partecipare alla [[Prima guerra mondiale|Prima Guerra Mondiale]] grazie alla neutralità del Collegio protestante siriano. Anche se le tensioni politiche nel 1917 causarono la breve chiusura del collegio, la vita studentesca continuò.
L’estate del 1918 e fino all’ingresso del Generale Allenby ad Haifa furono periodi durante i quali la vita di 'Abdu’l-Bahá era in grave pericolo. Con l’approssimarsi dell’armistizio e dopo aver completato i suoi studi, Shoghi Effendi era pronto a tornare da suo nonno. Nell’autunno del 1918 tornò ad Haifa per assistere Abdu’l-Bahá nella sua crescente corrispondenza, trascorrendo quasi due anni in sua presenza. <ref name=":3" /> In una lettera privata a un amico della fine del 1918 Shoghi Effendi riflette sulle indicibili sofferenze della guerra, e aggiunge che “questa è invero l’era del servizio”.
Dopo il periodo trascorso ad Haifa andò al [[Balliol College|Balliol College di Oxford]], in [[Inghilterra]], dove si immatricolò al corso in “[[Economia]] e [[Scienze sociali|Scienze Sociali]]”, perfezionando le sue capacità di traduzione. <ref name=":4">{{Cita libro|autore=Khadem Riaz|titolo=Shoghi Effendi a Oxford|anno=1999}}</ref> Quello fu un periodo felice per Shoghi Effendi. I racconti delle persone che lo incontrarono, lo ricordano come uno studente allegro e popolare. Conobbe il futuro [[Anthony Eden|primo ministro britannico Anthony Eden]]. I suoi studi furono intervallati da viaggi occasionali in giro per il Regno Unito per incontrare, le comunità bahá’í. Shoghi Effendi fu particolarmente toccato quando incontrò il piccolo gruppo di bahá’í di [[Manchester]]. <ref name=":4" /> Durante questo periodo, iniziò quella che sarebbe stata un’affinità per tutta la vita con aspetti della cultura britannica come la lettura quotidiana del [[The Times|Times]] e il suo amore per la [[letteratura inglese]].
=== Il trapasso di 'Abdu'l-Bahá ===
La notizia del trapasso di [['Abdu'l-Bahá]] colse Shoghi Effendi, nel novembre del [[1921]], mentre si trovava in Gran Bretagna per motivi di studio. Wellesley Tudor Pole che consegnò il cablogramma a Shoghi Effendi, narra che egli fu colto da profondo sgomento e angoscia che lo fecero collassare. Trascorse alcuni giorni con [[John Esslemont]] e dopo aver superato alcune difficoltà legate al suo passaporto il 16 dicembre fece ritorno in Terra Santa accompagnato da Sara Blomfield e sua sorella Ruhangiz, e arrivò a Haifa il 29 dicembre. Alcuni giorni dopo il suo arrivo fu aperto il [[Testamento di `Abdu'l-Bahá|Testamento di `Abdu’l-Bahá]] che era indirizzato a lui, <ref>{{Cita libro|autore='Abdu'l-Bahá|titolo=Ultime Volontà e Testamento|data=1987|editore=Casa Editrice Bahá'í}}</ref> e nel quale si leggeva che era stato nominato “Custode della Fede”. In quel documento Shoghi Effendi è indicato come il Segno di Dio, il Ramo prescelto, il Custode della Causa di Dio: in seguito seppe che tale designazione era stata fatta quand’egli era ancora un bambino. La designazione a Custode della Causa lo pose a capo della Fede e lo rese un chiaro riferimento a cui avrebbe dovuto volgersi tutta la Comunità bahá’í<ref name="Peter Smith, op. cit."/>.
Nel [[1937]] Shoghi Effendi sposò la [[Canada|canadese]] [[Rúhíyyih Khanum|Mary Maxwell]], poi chiamata ''Rúhíyyih Khanum'', figlia unica di [[May Maxwell]] una tra i primi bahá'í [[Canada|canadesi]], e di [[William Sutherland Maxwell]], un [[architetto]] canadese che divenne [[Mano della Causa]]. Rúhíyyih Khanum fu la preziosa assistente del marito e dal [[1941]] ne fu anche la principale segretaria di [[lingua inglese]].<ref name="Peter Smith, op. cit.">Peter Smith, ''op. cit.''</ref> Shoghi Effendi morì a Londra, il 4 novembre [[1957]], dove fu sepolto nel ''New Southgate Cemetery''.
=== Vita privata ===
La vita personale di Shoghi Effendi fu in gran parte subordinata al suo lavoro di Custode della Fede.<ref name=":5" /> Non avendo un sostegno di segreteria per la massa di corrispondenza, aveva creato un modello di lavoro rigoroso ed organizzato ad [[Haifa]], che era occasionalmente intervallato da pause estive in Europa - nei primi anni spesso sulle [[Alpi svizzere]]. Nel 1929 e nel 1940 viaggiò anche attraverso l'[[Africa]] da sud a nord.<ref name=":5" /> In pubblico, Shoghi Effendi veniva variamente descritto come composto e molto informato sugli affari internazionali. In privato, i suoi contemporanei lo ricordano come caloroso, informale e spiritoso. Shoghi Effendi dormiva poco e di solito mangiava solo una volta al giorno. Era basso di statura, con capelli scuri, carnagione olivastra e occhi nocciola. Si dice che non assomigliava a suo nonno 'Abdu'l-Bahá (che era più alto e aveva gli occhi azzurri) ma al suo bisnonno Bahá’u’lláh.
Shoghi Effendi aveva un grande amore per la [[lingua inglese]]. <ref name=":6">{{Cita libro|autore2=Rúhíyyih Rabbani|titolo=La Perla Preziosa|edizione=2^|dataoriginale=1969|anno=2000|editore=Casa Editrice Bahá'í|lingua=italiano|pp=|ISBN=978-88-7214-185-4}}</ref> Era un appassionato di [[letteratura inglese]] e il suo stile riflette il suo amore per la lingua della [[Bibbia di re Giacomo|Bibbia di Re Giacomo]].<ref name=":6" /> Parlava un inglese colto senza inflessioni tipico di chi è dotato di una certa cultura, <ref name=":6" /> e il persiano in un dialetto Isfahani, ereditato da sua nonna. Shoghi Effendi mantenne la nazionalità iraniana (persiana) per tutta la sua vita e viaggiò con un passaporto iraniano, sebbene non abbia mai visitato l'Iran.
=== Matrimonio ===
[[File:Ruhiyyih Khanum 1934.jpg|alt=Ruhiyyih Khanum - 1934|miniatura|Mary Maxell (Ruhiyyih Khanum) nell'estate del 1934]]
Il 24 marzo 1937, <ref name=":5" /> Shoghi Effendi sposò Mary Maxwell, conosciuta come [[Rúhíyyih Khanum|Rúhíyyih Khánum]], di origine canadese. Era l'unica figlia di May Maxwell, una discepola di 'Abdu'l-Bahá, e William Sutherland Maxwell, un architetto canadese. Shoghi Effendi aveva incontrato Mary per la prima volta da ragazza quando giunse in pellegrinaggio con sua madre nel 1923. <ref name=":7">{{Cita libro|autore=Luigi Zuffada|titolo=Il Custode|anno=2010|editore=Casa Editrice Bahá'í|città=Roma|pp=183-195|ISBN=978-88-7214-128-1}}</ref> Fece poi un altro pellegrinaggio da adolescente con due amici intimi di sua madre. Con l'incoraggiamento di Shoghi Effendi, Mary divenne un'attiva insegnante bahá’í e in una lettera indirizzata a lui la descrisse come "una ragazza bella e rassicurante da conoscere".<ref name=":7" />
Nel 1936, Shoghi Effendi scrisse a Mary e a sua madre, invitandole a visitare Haifa. Arrivarono nel gennaio del 1937 e ne seguì un discreto periodo di corteggiamento tra Shoghi Effendi e Mary. Al momento del loro matrimonio, Mary aveva 26 anni ed era una donna alta e atletica che aveva trascorso 18 mesi nella [[Germania nazista]] con sua cugina prima di venire ad Haifa. La coppia si è scambiata i voti nuziali nella stanza di [[Bahíyyih Khánum]] nella Casa di 'Abdu'l-Bahá ad Haifa. La cerimonia è stata breve, semplice e discreta, con Rúhíyyih Khánum vestita di nero. Solo poche persone erano a conoscenza del matrimonio, compresi i testimoni e un piccolo gruppo di residenti di Haifa. La notizia del matrimonio è stata una sorpresa significativa per la comunità bahá’í mondiale quando la madre di Shoghi Effendi ha telegrafato ai bahá’í la notizia.
Annuncio alle Assemblee la celebrazione del matrimonio dell'amato Custode. Inestimabile onore conferito all’ancella di Bahá’u’lláh Ruhiyyih Khanum Miss Mary Maxwell. Unione di Oriente e Occidente proclamata dalla Fede bahá'í cementata. Firmato: Ziaiyyih madre del Custode.<ref name=":7" />
Sebbene Shoghi Effendi e Rúhíyyih Khánum non abbiano avuto figli, Rúhíyyih Khánum divenne la sua fedele assistente e compagna. Nel 1941 divenne la segretaria di Shoghi Effendi per la lingua inglese. <ref name=":5" /> Nel 1951, in una rara dichiarazione pubblica, esternando dei suoi sentimenti privati, descrisse sua moglie come "la mia compagna, il mio scudo nel respingere i dardi di coloro che violano il Patto e la mia instancabile collaboratrice negli ardui compiti che mi assumo".<ref name=":7" />[[File:Shoghi Effendi resting place.jpg|thumb|Monumento sulla tomba di Shoghi Effendi]]
== La vicenda del testamento di `Abdu'l-Bahá ==
{{Vedi anche|`Abdu'l-Bahá}}
Il [[testamento di `Abdu'l-Bahá]] venne redatto 21 anni prima della sua pubblicazione, quando Shoghi Effendi aveva appena 3 anni. Il testamento lo designò successore di `Abdu'l-Bahá, capo della comunità bahá’í e interprete della Fede<ref>{{Cita web|url=https://www.bahai.it/biblioteca/abdulbaha/testi/ultime-volonta-e-testamento-di-abdu-l-baha|titolo=Ultime volontà e testamento di ‘Abdu’l-Bahá|autore=htmlstream.com|lingua=it|accesso=2018-11-26}}</ref>.
Nonostante il testo scritto, alcuni bahá’í non accettarono quella successione, dicendo che dopo `Abdu'l-Bahá non ci sarebbe stato alcun successore e che la Casa Universale di Giustizia sarebbe stata il futuro della fede.<ref>{{Cita libro|titolo=Paiame pedar di Fazlollah Sobhi che fu per lunghi anni lo scrivano di 'Abduil-Bahà. pag. 176}}</ref> Alcuni di tali oppositori sono divenuti babí; altri hanno abbracciato l’islam.<ref>{{Cita libro|titolo=ibidem pagine 181 e 182.}}</ref>. Tra i principali bahá'í che non accettarono Shoghi Effendi ricordiamo lo scrittore Ávárih, Hassan Nìku, Mirza Saleh Eghtesad e Mirza Ahmad Sohrab.<ref>{{Cita libro|titolo=ibidem pagine 184-187.}}</ref> In particolare Ávárih all'inizio pose in dubbio l'autenticità del Testamento di `Abdu'l-Bahá, poi cercò di sollevare la comunità bahá’í in Iran contro Shoghi Effendi e alla fine ripudiò Bahá'u'lláh<ref name=":0">{{Cita libro|autore=Luigi Zuffada|titolo=Il Custode, la vita|anno=2010|editore=Casa Editrice Baha'i|pp=154, 160, 162|ISBN=978-88-7214-128-1}}</ref>, mentre Ahmad Sohrab cercò di creare negli Stati Uniti una nuova setta senza successo<ref name=":0" />.
Per quanto riguarda i famigliari di Shoghi Effendi, all'inizio, alla lettura del [[testamento di `Abdu'l-Bahá]], essi mostrarono lealtà e devozione, ma presto iniziarono a farsi a lui ostili e inclini alla ribellione. Ai loro occhi Shoghi Effendi risultava sempre un loro pari. Nonostante l'atteggiamento umile e fraterno di Shoghi Effendi e i suoi ripetuti tentativi di coinvolgere i suoi fratelli e cugini nel servizio alla Fede bahá’í, essi si discostarono sempre più da lui<ref name=":0" />. Prima della rottura Shoghi Effendi tentò tutto ciò che poteva fare: non svelò alla comunità la loro ribellione per un considerevole periodo di tempo, ignorò i loro insulti e sopportò in silenzio la loro mala condotta<ref>{{Cita libro|autore=Adib Taherzadeh|titolo=The Child of the Covenant|anno=2000|editore=George Ronald|città=Oxford|pp=306-7}}</ref>. Alla fine Shoghi Effendi fu costretto a rompere ogni relazione con i genitori, con i due fratelli e con le due sorelle<ref name=":1">{{Cita libro|titolo=ibidem pag. 210}}</ref>. Né`Abdu'l-Bahá, né Shoghi Effendi avallarono o permisero mai alcuna seppur lontana traccia di nepotismo religioso; lasciando come perenne esempio al mondo un retaggio di lealtà, giustizia e imparzialità, che è destinato a influenzare ogni tipo d'affidabile politica futura nella travagliata storia dell'umanità.
Rúhíyyih Rabbani, moglie e biografa di Shoghi Effendi, spiega come l'intera esistenza di Shoghi Effendi fosse stata logorata dall'ambizione, dalla follia, dalla gelosia e dall'odio di certe persone, pure congiunti, che si levarono contro di lui, nell'illusione di abbattere la neonata fede o di screditarne il Custode<ref>{{Cita libro|autore=Rúhíyyih Rabbani|titolo=The Priceless Pearl|url=https://archive.org/details/pricelesspearl0000ruhi|anno=1969|editore=Baha'i Publishing Trust|città=Oakham (UK)|p=[https://archive.org/details/pricelesspearl0000ruhi/page/n118 118]}}</ref>. Uno dei principali motivi d'astio era la gelosia nei confronti di Shoghi Effendi, considerata anche la sua giovane età.
==Attività==
[[File:Seat of the House of Justice.jpg|left|upright=1.4|thumb|Casa Universale di Giustizia bahá'í, Haifa]]
Durante la sua leadership la Fede bahá'í divenne una religione globale, in continua crescita nel numero di fedeli e di nazioni dove diffondersi. Dal momento della nomina a Custode della Fede fino alla sua morte il numero dei fedeli passò da 100.000 a 400.000 circa e i Paesi in cui la nuova religione giunse aumentarono da 35 a 200<ref name="Peter Smith, op. cit."/>.
Come Custode e capo della Fede, Shoghi Effendi aveva la chiara visione di come la Comunità bahá'í si sarebbe dovuta sviluppare e lo comunicò al [[mondo]] dei credenti attraverso missive e incontri che ebbe con i pellegrini che lo visitavano a Haifa<ref name="Peter Smith, op. cit."/>.
Durante gli anni [[1920|'20]] iniziò a introdurre l'amministrazione bahá'í alle varie comunità di fedeli sparse per il mondo, piccole comunità che cercò di rafforzare e sviluppare. Sotto la sua direzione furono formate le prime [[Assemblee Spirituali Nazionali]] e diverse migliaia di [[Assemblee Spirituali Locali]]<ref name=":3">Peter Smith, ''op. cit.''.</ref>, le quali divennero le basi del sistema amministrativo della Fede [[bahá'í]]. Durante gli anni [[1930|'30]] lavorò a diverse traduzioni in inglese, traducendo dall'arabo e dal persiano le opere di [[Bahá'u'lláh]]<ref name="Peter Smith, op. cit."/>. A partire dal [[1937]] attuò una serie di piani per espandere e fondare Comunità bahá'í in ogni parte del globo.
Il culmine di quei piani fu la [[Crociata di dieci anni]] che andò dal [[1953]] al [[1963]], il cui scopo fu la diffusione e il consolidamento della Fede bahá'í nel mondo<ref name="Peter Smith, op. cit."/>. Solo sei anni dopo l'impensato trapasso di Shoghi Effendi, al termine di tale fondamentale crociata, nel 1963, fu eletta la prima [[Casa universale di giustizia|Casa Universale di Giustizia]].
Sul finire degli anni [[1940|'40]] iniziò a strutturare e abbellire il [[Centro Mondiale Bahai]], terminando la costruzione del [[Mausoleo del Báb]] e costruendo l'edificio dell'[[Archivio internazionale bahai]], tracciando e curando i giardini di Bahji dove c'è il [[Mausoleo di Bahá'u'lláh]]<ref name="Peter Smith, op. cit."/>.
Negli anni [[1950|'50]] consolidò l'edificazione spirituale dell'amministrazione bahá'í istituendo il [[Consiglio Internazionale Bahai]], precursore della Casa Universale di Giustizia; e nominando 32 [[Mani della Causa]], credenti bahá'í che s'erano distinti al servizio della Fede e la cui funzione era la diffusione e la protezione della Fede stessa<ref name="Peter Smith, op. cit."/>.
Si dedicò agli affari relativi alla Fede bahá'í e ai suoi aspetti spirituali, visto che a lui solo spettava la chiara interpretazione degli scritti di Bahá'u'lláh e di `Abdu'l-Bahá<ref name="Peter Smith, op. cit."/>.
Lo stile della sua leadership fu contrassegnato dalla sua costante cordialità e da uno spirito di fratellanza; mai esaltò lo ''status'' del suo ruolo o della sua persona, rifiutando sempre che ci si rivolgesse a lui con titoli onorifici<ref name="Peter Smith, op. cit."/>. Svolse con lealtà e grande dignità la funzione di rappresentante ufficiale della Fede bahá'í presso le autorità [[Israele|israeliane]]<ref name="Peter Smith, op. cit."/>
==Leadership==
Alla morte di Shoghi Effendi [[1921|1957]], l'istituto della leadership della comunità [[bahá'í]] entrò in una nuova fase, passando da singolo o individuale a un ordinamento costituito da organi collegiali a capo dei quali fu temporaneamente l'istituto i ''Reggenti della Causa di Dio'', con l'ausilio del ''[[Consiglio internazionale bahai|Consiglio internazionale bahá'í]]'', e poi la ''[[Casa Universale di Giustizia]]''.
Una ereditaria successione nella ''Custodia della Causa'' era prevista dal testamento di [['Abdu'l-Bahá]] per nomina da parte del precedente titolare a favore del successivo, con il prerequisito, però, che avvenisse per linea maschile tra i discendenti di [[Bahá'u'lláh]], ma Shoghi Effendi non ebbe eredi e tutti gli altri discendenti di [[Bahá'u'lláh]] erano stati espulsi dalla Comunità bahá’í in precedenza.
Shoghi Effendi era stato nominato da [['Abdu'l-Bahá]] come suo successore e ''Custode della Causa di Dio'' con l'implicita autorità di interpretare gli scritti del [[Báb]], di [[Bahá'u'lláh]] e di definire il campo d'azione dell'organismo legislativo.
La soluzione del problema successorio a Shoghi Effendi spettò quindi, dopo l'elezione, alla [[Casa Universale di Giustizia]], l'unica istituzione competente a risolvere la situazione imprevista. La [[Casa universale di giustizia|Casa Universale di Giustizia]] stabilì non fosse possibile, proprio per assenza del prerequisito, di nominare un successore a Shoghi Effendi, che rimase il primo e ultimo ''Custode della Fede''<ref>Peter Smith, ''op. cit.'', pp. 169-170.</ref>.
Subito dopo l'improvvisa morte di Shoghi Effendi la Fede bahá'í fu retta temporaneamente dalle [[Mani della Causa]], che elessero, scegliendo tra di loro "9 ''Custodi''" come Organo Consiliare o collegiale della Fede. Le Mani della Causa ebbero allora la pesante responsabilità di portare a compimento la [[Crociata decennale]] iniziata dal Custode e gestire la transizione del ''[[Consiglio Internazionale Bahai]]'' fino all'elezione della Casa Universale di Giustizia<ref name="Peter Smith, op. cit."/>.
==Casa Universale di Giustizia e successione==
Alla fine della ''Crociata di Dieci Anni'', voluta da Shoghi Effendi e conclusasi nel 1963, la Casa Universale di Giustizia fu eletta per la prima volta. La prima questione che Essa esaminò fu proprio quello derivante dal fatto che Shoghi Effendi non aveva nominato il proprio successore.
La [[Casa Universale di Giustizia]] concluse che, date le circostanze e i criteri espressi dalle volontà e dal [[testamento di `Abdu'l-Bahá]], non v'erano legittime possibilità di nominare un nuovo ''Custode'': Shoghi Effendi restò quindi l'unico ''Custode della Fede''<ref name="Peter Smith, op. cit."/>.
Secondo il [[Centro studi sulle nuove religioni|Cesnur]] la decisione di non nominare un altro Custode fu contestata da una delle Mani della Causa, l'americano Charles Mason Remey (1874-1974), il quale nel 1960 si autoproclamò secondo “Custode”. Tale defezione ebbe però scarso seguito<ref>Vedi: [https://orthodoxbahai.com Orthodox Bahá'i Faith (Fede bahá'í ortodossa)]</ref>. Nonostante tale crisi interna, la [[Fede Bahai]] continuò nella sua espansione, e la guida passò come previsto alla [[Casa Universale di Giustizia]] col pieno sostegno delle Assemblee Spirituali Nazionali di 181 paesi e oltre cinque milioni di aderenti. Nei paesi islamici, attualmente sono presenti l'1% dei suoi membri contro il 71,3% del 1928; ma soprattutto in Iran, i Bahá’í sono purtroppo ancora oggetto di persecuzioni<ref>{{Cita web|url=https://cesnur.com/lislam-e-i-movimenti-di-matrice-islamica-in-italia/una-religione-di-origine-islamica-i-bahai-e-i-loro-scismi/|titolo=Una Religione di origine Islamica: I Bahá'í e i loro scismi}}</ref>.
== Custodiato ==
La carica di 'Custode’ annunciava una linea ereditaria di guide nella religione, per degli aspetti simile all'[[Imam|Imamato]] [[Sciismo|sciita]]. <ref name=":8" /> Ciascun Custode avrebbe dovuto essere nominato dal precedente tra i discendenti maschi di [[Bahá'u'lláh|Baháʼu'lláh]], preferibilmente secondo il principio di [[primogenitura]]. <ref name=":8" /> La nomina doveva essere fatta durante la vita del Custode e poi chiaramente approvata da un gruppo di [[Mani della Causa]]. <ref name=":8" /> ] Il Custode avrebbe presieduto la [[Casa universale di giustizia|Casa Universale di Giustizia]] e avrebbe avuto l'autorità di espellerne i membri. Sarebbe stato anche responsabile della ricevuta dell[[Huqúqu'lláh|’Huqúqu'lláh]], della nomina di nuove [[Mani della Causa]], di fornire interpretazioni "autorevoli e vincolanti" degli scritti baháʼí, e di scomunicare coloro che ne violassero il [[Patto bahai|Patto]]. <ref name=":8" />
I baháʼí dell’epoca non avevano chiara la questione di chi sarebbe succeduto ad ‘Abdu'l-Bahá, per quanto la [[Casa universale di giustizia|Casa Universale di Giustizia]] fosse l'istituzione già prevista e stabilita da Baháʼu'lláh, la carica di Custode nella Fede non fu apertamente introdotta che alla lettura pubblica delle [[Testamento di `Abdu'l-Bahá|ultime volontà e testamento di 'Abdu'l-Bahá]] dopo il suo funerale. <ref>{{Cita libro|autore=Peter Smith|titolo=Shoghi Effendi|url=https://archive.org/details/conciseencyclope0000smit_v0u6|anno=2000|pp=[https://archive.org/details/conciseencyclope0000smit_v0u6/page/356 356]-357|ISBN=1-85168-184-1}}</ref>
Fu solo dopo d'allora che Shoghi Effendi scoprì d'essere stato nominato, nel testamento, come “il Segno di Dio, il ramo prescelto, il Custode della Causa di Dio” e d'essere stato così designato quand'era ancora un fanciullo. La designazione a Custode della Causa lo pose a capo della Fede e lo rese un riferimento a cui avrebbe dovuto volgersi chiaramente tutta la Comunità bahá’í. <ref name=":3" />
Basandosi sulle fondamenta fissate nel testamento di ‘Abdu'l-Bahá, Shoghi Effendi delineò poi il ruolo di Custode in diverse sue opere, tra cui ''L'[[Amministrazione Bahá'í|Amministrazione Baháʼí]]'' e ''L'Ordine Mondiale di Baháʼu'lláh.'' In questi suoi libri Shoghi Effendi volle sottolineare che né lui stesso né qualsiasi futuro Custode avrebbero mai dovuto essere considerati pari ad ‘Abdu’l-Bahá, o considerati una persona santa. Coerentemente, chiese ai baháʼí di non festeggiare il suo compleanno e di non mettere in evidenza suoi ritratti. <ref name=":5" /> Nella sua corrispondenza con i baháʼí, Shoghi Effendi si firmava come "fratello" e "collaboratore", al punto che anche rivolgendosi ai giovani, si riferiva a se stesso come "il vostro vero fratello". <ref>{{Cita libro|autore=Shoghi Effendi|titolo=Il tuo vero fratello: messaggi scritti ai giovani|data=1 aprile 1991|editore=George Ronald}}</ref> <ref>{{Cita libro|autore=Shoghi Effendi|titolo=Amministrazione baháʼí|data=1974|editore=Baháʼí Publishing Trust.|città=Wilmette, Illinois, USA}}</ref>
Shoghi Effendi scrisse che l'infallibilità delle sue interpretazioni riguardava solo questioni inerenti alla Fede baháʼí e non argomenti come l'economia o la scienza. <ref name=":8" />
Nei suoi scritti, Shoghi Effendi marcò una netta separazione dei poteri tra le “colonne gemelle” del Custodiato e della Casa Universale di Giustizia. <ref>{{Cita libro|autore=Shoghi Effendi|titolo=L'Ordine Mondiale di Bahà'u'lláh|anno=2003|città=Roma|p=150}}</ref> I ruoli del Custode e della Casa Universale di Giustizia sono però descritti come complementari, il primo fornisce l'interpretazione autorevole degli Scritti, e la seconda provvede flessibilità e autorità per giudicare “su questioni che siano oscure e su argomenti che non siano espressamente menzionati nel Libro". <ref name=":8" /> <ref name=":11" /> Shoghi Effendi spiega che queste due istituzioni sono interdipendenti e hanno specifiche sfere di giurisdizione. <ref name=":9">{{Cita libro|autore=Peter Smith|titolo="Shoghi Effendi" . Una concisa enciclopedia della fede baháʼí|url=https://archive.org/details/conciseencyclope0000smit_v0u6|anno=2000|editore=pubblicazioni Oneworld|città=Oxford, Regno Unito:|pp=[https://archive.org/details/conciseencyclope0000smit_v0u6/page/346 346]-350|ISBN=1-85168-184-1}}</ref> Ad esempio, il Custode potrebbe indicare la sfera dell'azione legislativa o richiedere che una particolare decisione venga riconsiderata, ma non potrebbe influenzare l'elezione della Casa Universale di Giustizia, dettarne la costituzione, o ignorarne le decisioni. <ref name=":12" /> <ref name=":10">{{Cita libro|autore=Adamson Hugh|titolo=Dalla A alla Z della fede baháʼí . Serie di guide dalla A alla Z, n. 70.|anno=2009|città=Plymouth, Regno Unito|pp=201-208}}</ref> Shoghi Effendi, evidenziando l’importanza del Custodiato, scrisse che senza di esso l'Ordine Mondiale di Baháʼu'lláh sarebbe rimasto "mutilato".<ref name=":12">{{Cita libro|autore=Shoghi Effendi|titolo=L'Ordine Mondiale di Bahá'u'lláh|anno=2003|editore=Casa Editrice Bahá'í|città=Roma|pp=116/144-158|ISBN=8872140641}}</ref> <ref name=":10" />
==Opere==
Gli scritti di Shoghi Effendi sono perlopiù dei commentari o traduzioni di opere delle Figure centrali della Fede, traduzioni e commentari che per i bahá'í assumono un'importanza speciale in quanto il loro carattere è autorevole, poiché sono delle interpretazioni del messaggio originale di Bahá'u'lláh e che 'Abdu'l-Bahá gli affidò come servizio nelle Sue Ultime Volontà e Testamento, <ref name=":11">{{Cita libro|autore='Abdu'l-Bahá|titolo=Ultime Volontà e TEstamento|annooriginale=1987|editore=Casa Editrice Bahá'í|città=Roma|lingua=italiano|p=10/16}}</ref> istituendo anche delle linee guida per le traduzioni dei tantissimi Scritti Sacri bahá'í che sono ancora solo in lingua originale<ref name="Peter Smith, op. cit."/>.:
Shoghi Effendi tradusse in inglese molti degli Scritti del [[Báb]], di [[Bahá'u'lláh]] e di [['Abdu'l-Bahá]], compresi le [[Le parole celate|''Parole celate'']] nel [[1929]], il ''[[Kitáb-i-Íqán]]'' nel 1931, le ''[[Spigolature dagli scritti di Bahá'u'lláh]]'', nel [[1935]] e l'''Epistola al figlio del Lupo'' nel 1941<ref name="Peter Smith, op. cit."/>. La maggior parte dei suoi scritti sono di tipo epistolare e costituiscono un ''corpo'' importante nella produzione letteraria e socio-teologica di Shoghi Effendi, circa 30.000 unità<ref name="Peter Smith, op. cit." />
Fra i suoi scritti si evidenziano la raccolta di lettere scritte dal 1929 al 1931 ai bahá'í del Continente Americano: ''L'Ordine mondiale di Bahá'u'lláh'', relativa alla natura dell'amministrazione bahá'í; la lettera ''L'Avvento della giustizia divina'', relativa all'insegnamento della religione e la lettera '' Il giorno promesso'', relativa alle lettere indirizzate da Bahá'u'lláh ai ''leader'' del mondo del Suo tempo<ref name="Peter Smith, op. cit." />.
L'unico libro che scrisse Shoghi Effendi è ''Dio Passa nel Mondo'', nel [[1944]], in inglese, per commemorare il centenario della nascita della Fede bahá'í<ref name="Peter Smith, op. cit." />.
== Attestazioni ==
* Poco dopo la sua inattesa e improvvisa dipartita, le 27 Mani della Causa allora in vita, firmarono un'unanime dichiarazione in cui attestavano che Shoghi Effendi era trapassato ''senza aver nominato il suo successore''<ref name="Peter Smith, op. cit." />. Non aveva infatti lasciato alcun testamento, e così le Mani della Causa si trovarono a dover fronteggiare un imprevisto problema. Essendo la carica di Custode ereditaria, il Custode avrebbe dovuto designare tra i suoi parenti o figli maschi un successore,<ref>{{Cita libro|titolo=Alessandro Bausani - Persia Religiosa - pag.485}}</ref> non avendo figli ed essendo già tutti espulsi dalla Comunità bahá'í i discendenti maschi della famiglia di [[Bahá'u'lláh]], la soluzione di tale dilemma doveva spettare alla [[Casa universale di giustizia|Casa Universale di Giustizia]], la quale fu poi istituita solo nel 1963.
* Dopo la morte del Custode, Rúhíyyih Khanum, la Sua consorte, pubblicò degli estratti dal proprio diario per mostrare vari aspetti problematici che hanno amareggiato e addolorato la vita esemplare costruttiva e comunque radiosa di Shoghi Effendi<ref name="Peter Smith, op. cit."/>.
==Note==
==Bibliografia==
*[[Ugo Giachery]], ''Shoghi Effendi - Reflections''. Oxford, George Ronald, 1973. ISBN
*[[Ruhiyyih Rabbani]], ''The Ministry of the Custodians 1957-1963''. Bahá'í World Centre, 1992. ISBN 0-85398-350-X.
*Ruhiyyih Rabbani, ''The Priceless Pearl''. London, Bahá'í Publishing Trust, 2000. ISBN 1-870989-91-0.
*Peter Smith, ''A concise encyclopedia of the Bahá'í Faith''. Oxford, Oneworld Publications, 2000. ISBN 1-85168-184-1.
*Riaz Khadem, ''Shoghi Effendi in Oxford''. Oxford, George Ronald, 1999. ISBN 0-85398-423-9.
*[[Rúhíyyih Khanum|Ruhiyyih Rabbani]], La Perla Inestimabile, ''Casa Editrice Bahá'í, 2018.''
*[[Rúhíyyih Khanum|Rúhiyyih Rabbani]], ''La Perla Preziosa'', Casa Editrice Bahá'í, 2000.
*Luigi Zuffada, Il Custode, Casa Editrice Bahá'í, 2010.
*'Abdu'l-Bahá, ''Ultime Volontà e Testamento'', Roma, 1987.
*Shoghi Effendi, ''L'Ordine Mondiale di Bahá'u'lláh, Roma, 2023''
==Voci correlate==
*[[Amministrazione Bahá'í]]
*[[Bahá'u'lláh]]
*[[
*[[Religione bahai]]
*[[Rúhíyyih Khanum]]
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==Collegamenti esterni==
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*[https://reference.bahai.org/en/t/b/ESW/ Epistola al figlio del Lupo], {{En}}
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