Atlas/Seaboard Comics: differenze tra le versioni

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{{WIP|Angelo.1961}}
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|nome = Seaboard Periodicals
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'''Atlas/Seaboard''' è il termine utilizzato da storici e collezionisti di [[fumetti]] per indicare una collana di fumetti degli [[Anni 1970|anni settantaSettanta]] pubblicata con il nome '''Atlas Comics''' dalla compagniacasa americanaeditrice [[Stati Uniti d'America|statunitense]] '''Seaboard Periodicals''', per distinguerla dalla [[Atlas Comics (anni cinquanta)|Atlas Comics]] degli [[Anni 1950|anni cinquantaCinquanta]], predecessore della [[Marvel Comics]]. La Seaboard aveva sede sulla [[Quinta Strada|Fifth Avenue]] a [[Manhattan]], [[New York City]].
 
== Storia ==
=== Fondazione della compagnia ===
[[Martin Goodman]], fondatore della [[Marvel Comics]] ed editore della [[Magazine Management]], lasciò la Marvel nel [[1972]], dopo aver venduto la compagnia nel [[1968]]. Egli creò la Seaboard Periodicals, che inizio l’attivitàl'attività il 24 giugno 1974<ref>[[Rovin, Jeff]] (Febbraiofebbraio 1987). [http{{cita testo|url=https://archive.is/20240525163042/https://www.webcitation.org/64cPeBTYb ?url=http://www.tcj.com/archive-viewer-issue-114/%3Fpid=10168|titolo="How Not to Run a Comic Book Company"]|postscript=nessuno}}. [[The Comics Journal]] (114): pag. 97. Archiviato [{{cita testo|url=http://www.tcj.com/archive-viewer-issue-114/?pid=10167 |titolo=dall' original]|postscript=nessuno}} del [[dell'11 gennaio]], [[2012]].</ref> per competere in un campo allora dominato da Marvel e [[DC Comics]]. Goodman assunse [[Jeff Rovin]], veterano della [[Warren Publishing]], per curare la collana di fumetti a colori, e l’artista-scrittorelo sceneggiatore e disegnatore [[Larry Lieber]], fratello del caporedattore della Marvel, [[Stan Lee]], come curatore delle riviste a fumetti in bianco e nero.
 
Nel [[1987]] Rovin dichiarò di essere stato coinvolto in questa impresa dopo aver risposto ad un annuncio comparso sul [[The New York Times]].
{{quoteCitazione|Lavoravo per Jim Warren [(fondatore della Warren Publishing]), gestendo la divisione che si occupava delle vendite per corrispondenza, Captain Company, e avevo appena cominciato a curare [la rivista di fumetti dell’orrore in bianco e nero] Creepy [e] avevo curato fumetti per DC e Skywald... Alcune settimane dopo aver risposto all’annuncio, ricevetti una telefonata da Martin Goodman... Ero una delle tante persone che avevano sostenuto un colloquio con Martin, e ottenni il lavoro perché avevo esperienza non solo nel settore dei fumetti ma anche nel campo delle vendite per corrispondenza, che si pensava avrebbero fruttato grandi guadagni alla Seaboard. Larry Lieber, che Martin aveva voluto far uscire dall’ombra del fratello, condivise con me le mansioni redazionali realtivamenterelativamente ai fumetti e finì col gestire circa un quarto della produzione della Atlas, principalmente i fumetti polizieschi, western e di guerra, nonché le antologie a colori di storie dell’orrore.<ref>Rovin, ppp. 96 a [http{{cita testo|url=https://archive.is/20240525163042/https://www.webcitation.org/64cPeBTYb ?url=http://www.tcj.com/archive-viewer-issue-114/%3Fpid=10168|titolo=97]}}</ref>}}
Successivamente, dopo l’uscital'uscita di scena di Rovin, Lieber divenne curatore dei fumetti a colori. Steve Mitchell era direttore di produzione dei fumetti, e John Chilly [[Direttore artistico (pubblicità)|direttore artistico]] delle riviste in bianco e nero. Goodman offrì un incarico a [[Roy Thomas]], che aveva da poco dato le dimissioni da caporedattore alla Marvel Comics, ma Thomas rifiutò, ricordando nel [[1981]] che, "non pensavo che sarebbe durato a lungo. Il settore era troppo incerto per un nuovo editore.<ref>"Intervista con Roy Thomas", ''[[The Comics Journal]]'' n. 61 (Inverno 1981), pagp. 87</ref>
 
Come raccontò Lieber in un’intervistaun'intervista del [[1999]]:
{{quoteCitazione|Quando arrivai alla Atlas, Martin aveva due tipi di pubblicazioni: stava già producendo fumetti a colori e aveva intenzione di pubblicare anche fumetti in bianco e nero, come la Warren e la Marvel. Beh, io non sapevo nulla di fumetti in bianco e nero. Avevo esperienza solo nel settore dei fumetti a colori. Jeff Rovin veniva dalla Warren, e non sapeva niente di fumetti a colori. Sfortunatamente Martin affidò a Jeff tutti i fumetti a colori e a me quelli in bianco e nero. Fu davvero una sfortuna, e sostanzialmente I volumi di Jeff non riscossero molto successo… Martin doveva garantire alti compensi a freelancers altrimenti nessuno avrebbe accettato di lavorare per una compagnia nuova e non testata... Non funzionò granché e alla fine Jeff se ne andò, non proprio in buoni termini, e io dovetti prendere in carico anche i suoi libri. A quel punto, gli affari andavano male e io dovevo cercare di fare tutto ciò che potevo. Tra le altre cose dovetti tagliare i compensi e dire alla gente avrebbe guadagnato meno, una posizione non molto invidiabile la mia.<ref>"[{{cita testo|url=http://www.twomorrows.com/alterego/articles/02lieber.html |titolo=A Conversation with Artist-Writer Larry Lieber]}}". [[''Alter Ego (rivista)|Alter Ego]]'' ([[TwoMorrows Publishing]]) 3 (2): 19 nella versione stampata. Autunno 1999. [[http://www.webcitation.org/5s9tTGLlR Archiviati]] dall'originale del [[21 agosto]], [[2010]]. Recuperato il [[31 gennaio]] [[2008]].</ref>}}
I collezionisti di fumetti e altri cominciarono a utilizzare la denominazione '''Atlas/Seaboard''' per distinuguerladistinguerla dalla Atlas Comics degli [[Anni 1970|anni settanta]] e dalla [[Atlas Comics (anni cinquanta)|Atlas Comics]] degli [[Anni 1950|anni cinquanta]], predecessore della Marvel Comics.<ref name="Jeff_Rovin">Jeff Rovin intervista [{{cita testo|url=http://twomorrows.com/comicbookartist/articles/16rovin.html |titolo=Rise & Fall of Rovin's Empire]|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20101201104922/http://twomorrows.com/comicbookartist/articles/16rovin.html}}, ''[[Comic Book Artist]]'' n. 16, dicembre 2001. [http://www.webcitation.org/5swc24j31 WebCitation archive]</ref><ref>[{{Cita web |url=http://atlaschecklist.50webs.com/Atlas_Seaboard_Comics_Index.html# |titolo=In An Unofficial Atlas/Seaboard Checklist] |accesso=8 agosto 2012 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20120323093223/http://atlaschecklist.50webs.com/Atlas_Seaboard_Comics_Index.html# |urlmorto=sì }}</ref>
 
== Pioniera dei diritti dei creatori ==
I compensi offerti dalla Atlas/Seaboard erano tra i maggiori nell’industriadel settore, inoltre la compagnia garantiva illa ritornorestituzione delle opere agli artisti e diritti autoraliautoriali per la creazione di personaggi originali.<ref>[[Jim Steranko|Steranko, Jim]] ''Mediascene'' n. 11 (febbraio 1975),: '''page ?''':"La strategia alla [[Golia|Davide e Golia]] di Goodman è insidiosamente semplice e non convenzionale - probabilmente anche considerate le sporche tattiche della competizione - (ed è costituita da cose) come tariffe a pagina superiori, opere restituite agli artisti, diritti per la creazione di un nuovo personaggio, e una certa quantità di cortesia professionale".</ref> Queste condizioni relativamente eccellenti attrassero nomi di prim’ordineprim'ordine del calibro di [[Neal Adams]], [[Steve Ditko]], [[Russ Heath]], [[John Severin]], [[Alex Toth (fumettista)|Alex Toth]] e [[Wally Wood]], nonché talenti emergenti come [[Howard Chaykin]] e [[Rich Buckler]]. Ma soprattutto, questi vantaggi contribuirono ad avviare finalmente un cambiamento in una industria che basava tutto il suo processo produttivo sul lavoro a contratto,[citation needed] nel quale artisti e scrittori non avevano [[Royalty|royalties]], diritti sui personaggi, diritti sulle creazioni artistiche o altri diritti già ampiamente acquisiti in altri campi creativi, come nell’nell'[[Editoria|editoria libraria]] e nell’nell'[[Industria musicale|industria musicale]].
 
Ma molti dei titoli che vennero alla luce verso la fine del [[1974]] furono giudicati prodotti di derivazione e senza ispirazione dai critici dell’epocadell'epoca.{{citazioneSenza necessariafonte}} Furono allora messi in atto cambiamenti creativi radicali, per i quali addirittura un osservatore coniò la definizione “La svolta del terzo fascicolo”.{{citazioneSenza necessariafonte}} Per esempio lo [[Scorpion (personaggioAtlas/Seaboard Comics)|Scorpion]], il personaggio di Chaykin, alla prima apparizione fu presentato come un avventuriero pulp stile [[Anni 1930|anni trenta]], ma nel terzo fascicolo fu trasformato da una diversa squadra di creativi in un [[supereroe]] contemporaneo con un legame solo minimo al lavoro di Chaykin. Nel quarto fascicolo di ''The Phoenix'', il [[protagonista]] cerca di suicidarsi ma viene fermato dagli alieni che gli donano un nuovo costume e nuovi poteri grazie ai quali diventa [[The Protector (personaggio)|The Protector]].
 
In totale alla chiusura nel [[1975]] la compagnia aveva pubblicato 23 titoli e 5 riviste di fumetti. Nessun titolo durò più di quattro fascicoli. Tra i personaggi, Chaykin si ispirò al suo Scorpion per creare [[Dominic Fortune]] alla Marvel,<ref>Ekstrom, Steve. [http://www.newsarama.com/comics/070910-DomFortune.html "Return to Fortune: Chaykin on Dominic Fortune MAX"], ''[[Newsarama]]'' [[10 luglio]] [[2009]]. [http://www.webcitation.org/5swbqLTLL WebCitation archive]</ref> e [[Rich Buckler]] si rifece al suo [[Demon Hunter (personaggio)|Demon Hunter]] per dar vita a [[Devil-Slayer]] sempre alla Marvel.<ref>Cooke, Jon B. "CBA intervista: Rich Buckler Breaks Out! The Artist on Deathlok, T'Challa and Other Marvel Tales," ''Comic Book Artist Collection'' vol. 3 (TwoMorrows Publishing, [[2005]]), pag. 79.</ref>
 
In totale alla chiusura nel [[1975]] la compagnia aveva pubblicato 23 titoli e 5 riviste di fumetti. Nessun titolo durò più di quattro fascicoli. Tra i personaggi, Chaykin si ispirò al suo Scorpion per creare [[Dominic Fortune]] alla Marvel,<ref>Steve Ekstrom, Steve.{{cita [testo|url=http://www.newsarama.com/comics/070910-DomFortune.html |titolo="Return to Fortune: Chaykin on Dominic Fortune MAX"]|postscript=nessuno}}, ''[[Newsarama]]'' [[10 luglio]] [[2009]]. [http://www.webcitation.org/5swbqLTLL WebCitation archive]</ref> e [[Rich Buckler]] si rifece al suo [[Demon Hunter (personaggio)|Demon Hunter]] per dar vita a [[Devil-Slayer]], sempre alla Marvel.<ref>Cooke, Jon B. "CBA intervista: Rich Buckler Breaks Out! The Artist on Deathlok, T'Challa and Other Marvel Tales," ''Comic Book Artist Collection'' vol. 3 (TwoMorrows Publishing, [[2005]]), pagp. 79.</ref>
 
== Chip Goodman ==
Alcuni resoconti dell’epocadell'epoca{{citazioneSenza necessariafonte}} suggeriscono che Goodman fosse adirato per il fatto che la Cadence, nuovo proprietario della Marvel, fosse venuta meno all’impegnoall'impegno di tenere suo figlio Charles "Chip" Goodman, come direttore editoriale della Marvel. [[Gary Friedrich]], scrittore della Marvel e dell’Atlasdell'Atlas, ha raccontato: "«Non ho mai creduto che [Martin] l’abbial'abbia fatto per questa ragione. Penso piuttosto che l’abbial'abbia fatto per soldi e che ritenesse di poter avere successo con Larry al comando e pagando buoni compensi. Ora, probabilmente non gli sarebbe dispiaciuto strappare parte dei profitti alla MarveMarvel, ma non penso fosse spinto dal desiderio di vendetta. Ritengo che Martin fosse troppo intelligente per quello". »<ref>Gary Friedrich intervista, : "Groovy Gary & the Marvel Years", ''[[Comic Book Artist]]'' n. 13 ([[maggio]] [[2001]]), '''page ?'''.</ref>. [[John Romita Sr.|John Romita]], [[Direttore artistico (pubblicità)|direttore artistico]] alla Marvel, comunque, ci credeva, "«Chip doveva prendere il suo posto. Ma quella parte dell’accordodell'accordo evidentemente non fu messa per iscritto, perché non appena Martin se ne andò, si liberarono di Chip. Ecco il motivo per cui Martin fondò la Atlas Comics. [[Solo per vendetta"]]». <ref>John Romita intervista, "Fifty Years on the 'A' List", Alter Ego vol. 3, n. 9 ([[luglio]] [[2001]]), pag. 35</ref>
 
Nonostante Chip Goodman fosse anche responsabile della Seaboard comics, aveva scarso peso nelle decisioni, secondo Rovin.<ref name=Jeff_Rovin/> [[Roy Thomas]], storico e caporedattore alla Marvel, raccontò, "«Uno dei problemi era proprio essere figlio di Martin Goodman. Non penso che Martin rispettasse molto Chip — gli diede l’incaricol'incarico ma lo trattava con poco riguardo di fronte agli altri. Martin era anche crudele a volte"».<ref>''Comic Book Artist'' n. 2, Estateestate 1998, '''page ?'''.</ref>
 
Questo conflitto tra padre e figlio fu fatto oggetto di narrazione da parte di [[Ivan Prashker]], un dipendente della [[Magazine Management]], che scrisse un racconto con un personaggio che ritraeva Chip Goodman in maniera appena velata e poco lusinghiera. Quando questo racconto, intitolato "''The Boss's Son''," fu pubblicato sul fascicolo di [[febbraio]] del [[1970]] di ''Playboy'', Prashker temeva di essere llicenziato e invece, ricorda lo storico di fumetti Jon B. Cooke, egli "«fu ricompensato con la nomina a redattore di una rivista in quanto Martin apparentemente fu assai più colpito dal fatto che uno scritto di un suo dipendente fosse stato pubblicato sulla più importante rivista maschile che dall’insultodall'insulto al figlio "».<ref>''Comic Book Artist'' n. 16, '''page ?'''</ref>
 
== Altre pubblicazioni ==
La Seaboard Periodicals acquisì anche la [[Elenco di riviste maschili|rivista maschile]] ''[[Swank]]''{{citazioneSenza necessariafonte}}, che Chip Goodman continuò a pubblicare dopo la chiusura della produzione di fumetti fino al [[1993]], quando fu venduta a un’altraun'altra compagnia.
 
== Rilancio (Revival) ==
L’[[L'8 ottobre]] [[2010]], Jason Goodman, nipote di Martin Goodman, annunciò una collaborazione con la [[Ardden Entertainment]] per rilanciare la Atlas Comics con due Fascicoli Zero dedicati a [[Grim Ghost]] e [[Phoenix (Atlas/Seaboard Comics)|Phoenix]].<ref>[{{cita testo|url=http://www.atlasarchives.com/news/pressrelease.html |titolo="Marvel Founder's Grandson Unleashes Atlas Comics"]|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20120624025116/http://atlasarchives.com/news/pressrelease.html }}, [[comunicato stampa]] via ''The Atlas Archives'' (fan site), n.d. data accesso: [[22 settembre]] [[2010]]. [{{cita testo|url=http://www.webcitationatlasarchives.orgcom/5swbfPwZY pressrelease.html|titolo=WebCitation archive]}}</ref>. Il [[2 marzo]] [[2011]], anche ''Wulf the Barbarian'' comparve tra i titoli della nuova Atlas.
 
== IntitolatiCollane ==
=== Fumetti ===
Fonte se non diversamente specificato: [{{cita testo|url=http://www.comics.org/publisher/372/ |titolo=Seaboard (publisher)]|postscript=nessuno}} al [[Grand Comics Database]]
 
* ''Barbarians featuring Ironjaw'' (1 fascicolo)
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* ''The Cougar'' (2 issues)
* ''Demon Hunter'' (1 fascicoli)
* ''The Destructor'' (4 fascicoli, realizzato da [[Steve Ditko]] e [[Wally Wood]] (disegni), chiche ha inchiostrato i primi due fascicoli)
* ''Fright featuring Son of Dracula'' (1 fascicolo)
* ''Grim Ghost'' (3 fascicoli)
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* ''Western Action featuring Kid Cody and Comanche Kid'' (1 fascicolo)
* ''Wulf the Barbarian'' (4 fascicoli)
 
=== Riviste ===
 
* ''Devilina'' (2 fascicoli)
* ''Gothic Romances'' (1 fascicolo) <ref name=Timeline>[{{cita testo|url=http://atlasarchives.com/comics/timeline.html |titolo="Timeline"]|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20110514015238/http://www.atlasarchives.com/comics/timeline.html }}. ''The Atlas Archives''. ArchivatiArchiviati dall'originale del [[14 maggio]] [[2011]]. Recuperati il [[5 ottobre]] [[2011]]. [{{cita testo|url=http://www.webcitationatlasarchives.com/index.html|urlarchivio=https://web.archive.org/5swcIgoIb web/20110514011235/http://www.atlasarchives.com/index.html|urlmorto=sì|titolo=WebCitation archive.]}}</ref>
* ''Movie Monsters'' (4 fascicoli) <ref name=Timeline/>
* ''Thrilling Adventure Stories'' (2 fascicoli; ''Tiger-Man'' nel n. 1)
* ''Weird Tales of the Macabre'' (2 fascicoli; ''The Bog Beast'' nel n. 2)
Riga 112 ⟶ 92:
<references/>
 
== Collegamenti esterni ==
[[en:Atlas/Seaboard Comics]]
* {{Collegamenti esterni}}
 
{{Portale|editoria|fumetti}}
 
[[Categoria:Case editrici statunitensi di fumetti]]