Moschea Gül: differenze tra le versioni
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{{Edificio religioso
|Nome = Moschea Gül
|Immagine = GülMosque20071011 04.jpg
|Larghezza
|Didascalia = Vista della moschea da sud. Sullo sfondo si intravede il [[minareto]].
|
|SiglaStato = TUR
|Religione = [[Islam]]
|Architetto =
|InizioCostr =
|FineCostr = [[XII secolo]]
}}
La '''moschea Gül''' (
La dedica della chiesa bizantina è incerta, e non si hanno notizie precise neanche sulla data di costruzione: alcuni studiosi la pongono intorno al [[IX secolo]], altri la stimano intorno al 1100, durante il periodo [[Comneni|Comneno]]. Nel 1490, l'edificio venne convertito in moschea, alla quale alcuni decenni più tardi fu aggiunto un [[minareto]]. In seguito a gravi danni causati da [[incendio|incendi]] e [[terremoto|terremoti]] nel corso del [[Seicento]] e del [[Settecento]], la moschea della rosa fu oggetto di numerosi interventi di restauro, sino all'ultimo, compiuto nella prima metà del [[XIX secolo]] per volere del [[sultano]] [[Mahmud II]]. L'edificio è anche al centro di leggende e tradizioni della vecchia Istanbul, testimoni di una [[società multietnica]] e [[tolleranza religiosa|tollerante]].
==Ubicazione==
[[File:Gül Camii from Atatürk Bridge.JPG|thumb|left|upright=1.4|La moschea vista dal [[Ponte di Atatürk]] con il [[Corno d'Oro]] in primo piano. Sullo sfondo, il quartiere del [[Fener]] con la cupola del ''Megàli tou Gènou scholè'', la più grande scuola Rûm (Greca) d'Istanbul]]
L'edificio si trova a Istanbul, nel distretto di [[Fatih]], nel quartiere di Ayakapı (Turco: "[[Mura di Costantinopoli|Porta della Santa]]"),<ref>La porta che dà il nome al quartiere, appartenente alle mura marittime bizantine, è tuttora esistente.</ref> su '' Vakif Mektebi Sokak''. Esso è situato alla fine della valle che divide la quarta e la quinta collina di [[Costantinopoli]], e dalla sua posizione dominante si affaccia sul [[Corno d'Oro]].<ref>La parola ''Aya'' (Turco per "santo", dal greco "Haghios", "Haghia") si riferisce qui a S. Eufemia, e non a [[Teodosia da Costantinopoli|Santa Teodosia]]; da {{Cita|Janin|p. 135 |ja}}.</ref> La moschea è aperta giornalmente alle visite, al di fuori delle cinque preghiere quotidiane.
==Identificazione==
Si tratta di uno dei più importanti edifici religiosi [[Impero bizantino|bizantini]] di [[Costantinopoli]] ancora esistenti. Tuttavia la data di costruzione e la sua dedica, che per lungo tempo sembravano certe, sono ora oggetto di confronto tra gli studiosi. È stata identificata sia con la chiesa appartenente al convento di [[Teodosia da Costantinopoli|Santa Teodosia]] ({{lang-el|Μονή τής Άγιας Θεοδοσίας εν τοις Δεξιοκράτους|Monē tis Hagias Theodosias en tois Dexiokratous}}) sia con quella del monastero di Cristo Benefattore ({{lang-el|Μονή του Χριστού του Ευεργέτου|Monē tou Christou tou Euergetou}}).<ref name=mw140>{{cita|Müller-Wiener|p. 140|mw}}.</ref>
===Il
L'edificio, da quando il [[predicatore]] [[Germania|tedesco]] Stephan Gerlach lo visitò nel tardo [[quindicesimo secolo]], è sempre stato identificato con la chiesa di ''Hagia Theodosia en tois Dexiokratous''. All'inizio del novecento, lo [[storico]] Jules Pargoire propose invece l'identificazione con la chiesa di ''Hagia Euphēmia en tō Petriō'', costruita durante il regno di [[Basilio I]] (867-886), e spiegò brillantemente il mutamento della sua dedica.
L'[[archeologo]] tedesco Hartmut Schäfer, dopo alcuni studi da lui effettuati nel 1960 sulla datazione del basamento, ha stimato la data di costruzione dell'edificio tra la fine dell'[[undicesimo secolo|undicesimo]] e la prima metà del [[dodicesimo secolo]], ponendolo così nel periodo [[Comneni|comneno]], ed identificandolo ipoteticamente con la chiesa del monastero di ''Christos Euergetēs''.<ref name=sc84>{{cita|Schäfer|p. 84|sc}}.</ref><ref>
==Storia==
=== Periodo bizantino ===
[[File:Hagia Theodosia.JPG|thumb|upright=1.4|La moschea in un disegno del 1877, da Paspates, ''Studi topografici bizantini'']]
Il
Dopo la fine dell'iconoclastia, Teodosia venne riconosciuta come [[martire]] e [[
[[File:Byzantine Constantinople-en.png|left|thumb|Carta di Costantinopoli Bizantina. L'edificio si trova circa a metà della sponda meridionale del Corno d'Oro.]]
Il culto di Teodosia crebbe col tempo fino a che, dopo l'[[XI secolo|undicesimo secolo]], la chiesa prese il suo nome. Poiché la festa di santa Eufemia cadeva il 30 maggio, e quella di un'altra Teodosia, santa Teodosia di [[Tiro (città antica)|Tiro]] cadeva il giorno precedente, alla fine il 29 maggio divenne la festa di ''Hagia Theodosia hē Konstantinoupolitissa'' ("santa Teodosia da Costantinopoli").<ref>Questa denominazione della chiesa appare per la prima volta nel 1301. Dopo l'undicesimo secolo, la chiesa di Santa Eufemia non è più menzionata; da {{Cita|Janin|p. 151 |ja}}.</ref>
Hagia Theodosia divenne uno tra i santi più venerati a Costantinopoli, invocata in particolare dagli infermi. La fama della santa si accrebbe dopo la guarigione di un sordomuto, avvenuta nel 1306.<ref name="ja151"/> La chiesa è spesso citata dai pellegrini russi che visitarono la città fra il [[XIV secolo]] e l'inizio del [[XV secolo|XV]], ma a volte viene confusa con quella dedicata a Cristo Evergete, che, come già detto, si trovava vicino ad essa.<ref>La confusione sarebbe sorta a causa delle piccole dimensioni della chiesa vera e propria. Questo avrebbe potuto costringere a spostare nella chiesa dell'Evergete le cerimonie a cui prendeva parte una grande folla; da {{cita|Schäfer|p. 84|sc}}.</ref> Due volte la settimana si svolgeva una [[processione]] nelle strade circostanti. In quell'occasione le reliquie ospitate nella chiesa venivano trasportate nel quartiere, seguite da una gran folla di malati che pregavano per la loro guarigione.
La chiesa è citata per l'ultima volta il 28 maggio [[1453]]. In quel giorno, vigilia sia della festa della Santa che anche della [[Assedio di Costantinopoli (1453)|fine dell'Impero bizantino]], l'imperatore [[Costantino XI Paleologo]] andò a pregare insieme con il [[Patriarcato ecumenico di Costantinopoli|patriarca]] nella chiesa, ornata da ghirlande di rose per l'occasione. Poi Costantino la lasciò per recarsi all'ultima battaglia.<ref name=ma299/> Molte persone rimasero tutta la notte nell'edificio, pregando per la salvezza della città. La mattina seguente le truppe ottomane, dopo essere entrate in città, raggiunsero la chiesa, ancora adorna di fiori, e catturarono tutte le persone che si erano radunate all'interno, considerandole come prigioniere di guerra. Secondo la tradizione popolare questo è il motivo per cui l'edificio è stato chiamato in seguito "moschea della Rosa".<ref name=vm169>{{cita|Van Millingen|p. 169|vm}}.</ref> Le reliquie furono distrutte e il corpo della santa fu dato in pasto ai cani.<ref name=vm169/>
===Periodo ottomano===
[[File:GülMosque20071011 05.jpg|upright=1.4|thumb|La galleria sud-ovest con la loggia in legno del Sultano]]
Dopo la conquista ottomana, il basamento dell'edificio, che nel frattempo era caduto in rovina,<ref>
Alcuni anni più tardi, nel 1490, l'edificio in rovina fu riparato e trasformato in una moschea.<ref
Nel corso del [[XVII secolo|seicento]] e del [[XVIII secolo|settecento]], l'edificio fu gravemente danneggiato nelle sue parti superiori da [[terremoto|terremoti]]. Il [[Sultano]] [[Murad IV]] lo fece restaurare, ricostruendo la cupola con i pennacchi, quasi tutto il lato ovest, le volte agli angoli sud-ovest e nord-ovest ed il minareto.<ref name=mw142>{{cita|Müller-Wiener|p. 142|mw}}.</ref>
La moschea venne risparmiata dal grande incendio che devastò il quartiere nel [[1782]], e fu nuovamente restaurata dal
==Architettura==
===Esterno===
[[File:GülMosque20071011 03.jpg|
L'edificio poggia su
La moschea ha una pianta a [[croce inscritta]], ed è orientata in direzione nord-ovest - sud-est. Essa è lunga 26 metri e larga 20 metri, ed è sormontata da cinque [[cupola|cupole]], una sopra la [[navata]] centrale e le altre, più piccole, poste ai quattro lati.<ref
La cupola originale, simile a quella della [[moschea Kalenderhane]], poggiava originariamente su di un alto tamburo forato da finestre.<ref>{{cita|Schäfer|p. 86|sc}}.</ref> L'esterno dell'edificio è abbastanza imponente. Lungo la facciata sud-est, l'[[abside]] centrale, con sette lati, e quelle laterali, con tre lati, sono fortemente aggettanti. L'abside centrale sembra essere una ricostruzione bizantina tarda. Infatti essa, a differenza delle absidi laterali, non possiede i quattro ordini di cinque nicchie adornate da motivi ornamentali ricavati dalla disposizione dei mattoni.<ref
Lo stile delle absidi laterali assomiglia fortemente a quello della [[moschea di Zeyrek|
===Interno===
[[File:StTheodosia FirstFloor.JPG
L'interno dell'edificio è stato [[intonaco|intonacato]] e decorato nel diciottesimo secolo. Vi si entra attraverso un [[portico]] in legno, che conduce ad un basso [[nartece]] sormontato da una [[volta a botte]]. Da qui una tripla arcata conduce all'alta navata, fiancheggiata da gallerie che formano i bracci laterali della croce. Le gallerie poggiano su triplici arcate sostenute da [[pilastro|pilastri]] quadrati. La navata termina a sudest con il [[Bema (architettura)|bema]],<ref>Nell'architettura sacra ortodossa il [[Bema (architettura)|bema]], analogo al presbiterio, è l'area della chiesa riservata al clero ed è separata dal resto della navata (Naos) dall'[[iconostasi]].</ref> concluso dall'abside e separato tramite i due pilastri orientali dalla ''[[prothesis]]'' e dal ''[[diaconicon|diakonicon]]'', piccole cappelle laterali tipiche dell'architettura religiosa bizantina a partire dal periodo di mezzo. Queste ultime sono anch'esse concluse da due piccole absidi. L'orientamento dell'abside a sudest, all'incirca la direzione della [[la Mecca|Mecca]], ha permesso la costruzione del [[
Al piano superiore (riservato alle donne), le due gallerie laterali terminano anch'esse con due piccole cappelle, situate rispettivamente sopra la prothesis ed il diakonicon. Entrambe le cappelle sono sormontate da cupole emisferiche costruite direttamente sopra i [[Pennacchio (architettura)|pennacchi]].<ref
La luce entra nell'edificio attraverso cinque ordini di finestre, tre dei quali appartenenti alle gallerie. Alcune delle finestre risalgono all'epoca ottomana.
All'interno di ciascuno dei due pilastri orientali della cupola è ricavato un piccolo ambiente. Quello a sud-est contiene la presunta tomba del Santo ottomano Gül Baba. Sopra il suo ingresso si trova la seguente iscrizione in [[lingua turca ottomana|turco-ottomano]]:
{{
che testimonia il [[sincretismo]] religioso esistente ad Istanbul nel sedicesimo secolo.<ref>{{cita|Van Millingen|p. 170|vm}}.</ref> La camera, in origine, era forse la tomba di
Insieme alle
{{clear}}
==Note==
==Bibliografia==
*{{Cita libro|cognome=Van Millingen|wkautore=Alexander van Millingen|nome=Alexander|titolo=Byzantine Churches of Constantinople|url=https://archive.org/details/byzantinechurche014623mbp|editore=MacMillan & Co|città=Londra|anno=1912|cid=vm|lingua=en}} {{NoISBN}}
*{{Cita libro| cognome=Mamboury| nome= Ernest|wkautore=Ernest Mamboury| titolo=The Tourists' Istanbul| editore=Çituri Biraderler Basımevi| città=Istanbul| anno=1953| cid=ma| lingua=en}} {{NoISBN}}
*{{Cita libro| cognome=Janin| nome= Raymond| wkautore = Raymond Janin| titolo=La Géographie Ecclésiastique de l'Empire Byzantin. 1. Part: Le Siège de Constantinople et le Patriarcat Oecuménique. 3rd Vol. : Les Églises et les Monastères| editore=Institut Français d'Etudes Byzantines| città=Parigi| anno=1953| cid=ja| lingua=fr}} {{NoISBN}}
*{{Cita libro| cognome=Schäfer| nome= Hartmut| titolo=Die Gül Camii in Istanbul| editore=Wasmuth| città=Tubinga| anno=1973| ISBN=978-3-8030-1706-2| cid=sc| lingua=de}}
*{{Cita libro| cognome=Müller-Wiener| nome= Wolfgang| wkautore= Wolfgang Müller-Wiener| titolo=Bildlexikon zur Topographie Istanbuls: Byzantion, Konstantinupolis, Istanbul bis zum Beginn d. 17 Jh| editore=Wasmuth| città=Tubinga| anno=1977| ISBN=978-3-8030-1022-3| cid=mw
| lingua=de}}
*{{Cita libro | autore= [[Richard Krautheimer]] | titolo=Architettura paleocristiana e bizantina | editore=Einaudi | città=Torino | anno=1986 | isbn=88-06-59261-0 | cid=kr}}
==Voci correlate==
* [[Moschee di Istanbul]]
==
{{interprogetto
==Collegamenti esterni==
* {{Collegamenti esterni}}
* {{cita web|http://www.byzantium1200.com/gul.html|Byzantium 1200 - Moschea Gül}}
* {{cita web|url=http://archnet.org/library/sites/one-site.jsp?site_id=7172|titolo=Archnet|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20080624072059/http://archnet.org/library/sites/one-site.jsp?site_id=7172|dataarchivio=24 giugno 2008}}
{{Chiese e Monasteri di Costantinopoli}}
{{Chiese-Moschee di Istanbul}}
{{Moschee di Istanbul}}
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{{portale|architettura|Bisanzio|islam}}
{{Voce di qualità|valutazione=Wikipedia:Voci di qualità/Segnalazioni/Moschea Gül|arg=architettura|arg2=|giorno=14|mese=08|anno=2012}}
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