Teodoro d'Antiochia: differenze tra le versioni

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{{nota disambigua|l'omonimo vescovo del IV-V secolo|Teodoro di Mopsuestia}}
{{Bio
|Nome = Teodoro d'Antiochia
|Cognome =
|PostCognome = oconosciuto anche come '''Maestro Teodoro'''
|Sesso = M
|LuogoNascita = Antiochia di Siria
|GiornoMeseNascita =
|AnnoNascita = ?1155/1158
|LuogoMorte =
|GiornoMeseMorte =
|AnnoMorte = ?1246
|Epoca = 1200
|Attività = astrologofilosofo
|Attività2 = alchimistamedico
|Attività3 = traduttore
|Nazionalità = sirianosiro
|PostNazionalità =
|PostNazionalità = ; fu consigliere dell'imperatore [[Federico II di Svevia]]. Eccelse negli studi in [[astrologia]] e si occupò di medicina tanto da meritare la fama di "Grande maestro" in terra natia<ref>[[Barebreo]], ''Historia compendiosa Dynastiarum Arabice''... Oxoniae del [[1663]]</ref>
|Immagine =
}}
 
== Biografia ==
[[File:Antioch in Syria engraving by William Miller after H Warren.jpg|thumb|upright=1.4|la città di [[Antiochia di Siria|Antiochia]] in Siria, a cui è legato il nome di Maestro Teodoro]]
Era un intellettuale arabo cristiano che visse ad [[Antiochia]] in [[Siria]] nei primi del [[1200]]. Eccelse negli studi in [[astrologia]] e alchimia e si occupò di medicina tanto da meritare la fama di grande maestro in terra natia<ref>''[[enciclopedia federiciana]]''</ref>.
Le informazioni sulla vita di Teodoro prima di trasferirsi in [[Sicilia]] furono fornite da [[Barebreo]]<ref>Bar Hebraeus, ''Historia orientalis.... Malatiensi medico [...] ab Edward Pococke'', ed. Oxoniae 1672.</ref><ref>Kedar BZ, Kohlberg E. The Intercultural Career Anodore di Antioch // Mediterranean Historical Review. - 1995. - Vol. 10: 1-2. - P. 164-176.</ref>, il quale riferì che Teodoro nacque ad [[Antiochia di Siria|Antiochia]] e che era un [[Chiesa siriaca|cristiano]] di origine araba<ref name="H246-247">{{cita|C.H. Haskins|pp. 246-247|Haskins, 1924}}.</ref><ref name=”165”>{{cita|Kedar, Kohlberg|p. 165|Kedar-Kohlberg, 1995}}.</ref><ref name="Minervini">{{Treccani|teodoro-di-antiochia_(Federiciana)|Teodoro di Antiochia|autore=Laura Minervini}}</ref>. Tra gli storici moderni, [[Karl Sudhoff]], fondatore della Storia della medicina, riteneva che l'origine siciliana del maestro fosse più probabile<ref>{{cita|K. Sudhoff|p. 2| Sudhoff, 1915}}.</ref>; il medievista [[Charles Homer Haskins]] sostenne un'origine greca o ebraica<ref name="H246-247"/>. Lo storico [[Michele Amari]] lo definì «siciliano o antiocheno per luogo di nascita, greco o ebreo per nazionalità»<ref name="S3">{{cita|K. Sudhoff|p. 3| Sudhoff, 1915}}.</ref>.
 
[[File:Specimen historiae arabum.Abul-Faraji.png|thumb|Il testo di [[Barebreo]] sulle ''Dinastie arabe'' con la biografia e le note su Teodoro d'Antiochia.]]
La sua fama oltrepassò i confini siriani e infine approdò alla corte di [[Federico II di Svevia]] nel [[1230]], dove venne nominato consigliere naturale del re con funzioni di astrologo, di indovino e di medico; il suo incarico di consigliere sostituiva quello di [[Michele Scoto]] oramai deceduto.
Secondo il ''Libro di Sydrak'', scritto tra il 1270 e il 1300, in cui Teodoro è definito ''filosofo'' ("Todore le phylosophe"), cioè “sapiente”, “erudito”, era originario di Antiochia<ref name="H246-247"/>. Barebreo scrisse che ad Antiochia studiò il [[lingua latina|latino]] (la città era la capitale del [[Principato d'Antiochia|Principato latino di Antiochia]]) e «alcune vecchie scienze». Poi Teodoro andò a perfezionarsi a [[Mosul]], dove frequentò i corsi del famoso matematico, astronomo e medico Kamāl ud-Dīn ibn Yunus (1156-1242)<ref name="KK166">{{cita|Kedar, Kohlberg|p. 166|Kedar-Kohlberg, 1995}}.</ref><ref name="Minervini"/>. Secondo Barebreo, i corsi erano incentrati sulle opere di [[al-Farabi]], [[Avicenna]], [[Euclide]] e sull<nowiki>'</nowiki>''[[Almagesto]]'' di [[Claudio Tolomeo|Tolomeo]]. Teodoro tornò ad Antiochia, ma ben presto si rese conto che le sue conoscenze non erano ancora ottimali; perciò ritornò a Mosul dai suoi maestri. Successivamente si recò a [[Baghdad]] per studiare medicina nella famosa [[Bayt al-Ḥikma|Casa della Sapienza]]<ref name="Minervini"/>.
 
Tornato ad Antiochia, Teodoro entrò al servizio di [[Costantino di Barbaron]] (reggente del [[Regno armeno di Cilicia]] dal 1220 al 1226 e padre di [[Aitone I d'Armenia|Aitone I]]). Teodoro non rimase a lungo presso Costantino<ref name="Minervini"/>: la sua fama aveva oltrepassato i confini siriani, tanto da fargli propendere, tra il 1226 e il 1230, di trasferirsi in Occidente. Un “Grande califfo” (probabilmente il Sultano d'[[Egitto]]) lo inviò presso l'[[Sacro Romano Imperatore|imperatore cristiano]] Federico II<ref name="H246-247"/>. Unitosi all'ambasciatore del monarca, che stava tornando in [[Italia]] dalla [[Quinta crociata]], fu ammesso alla sua corte. Il re, uomo di scienza e di cultura, riunì tutti i maggiori sapienti del suo tempo presso la corte a [[Palermo]] (''[[Magna Curia]]''). Dal [[1230]] Teodoro fu uno dei consiglieri del monarca con funzioni di medico e divinatore. Dopo la morte di [[Michele Scoto]] (1232 o 1236) fu nominato astrologo di corte<ref>Bar Hebraeus, ''Historia orientalis... ab Edward Pococke'', ed. Oxoniae 1672.</ref><ref>{{cita|K. Sudhoff|pp. 2-3| Sudhoff, 1915}}.</ref>. Per la sua sapienza divenne noto come "Maestro Teodoro". Nel [[1239]] il re comandò a Teodoro la predizione dell'ora in cui muovere l'esercito da [[Padova]] a [[Castelfranco Veneto|Castelfranco]], compito che il maestro eseguì con l'[[astrolabio]]<ref>[[Rolandino da Padova]], [[1240]].</ref>. Teodoro fu maestro di [[Pietro Ispano]], medico che divenne cardinale e poi Papa col nome di [[Giovanni XXI]]<ref>{{Treccani|pietro-ispano_(Federiciana)|Pietro Ispano (Giovanni XXI, papa)|autore=}}</ref>.
Tra le sue opere come consigliere scrisse un trattato interamente dedicato a Federico II sulla igiene personale e la cura della persona, dato che spesso propinava per medicamenti impacchi con violette candide sia al re che a [[Pier della Vigna]]. Nel medioevo descrivere l'igiene personale era una grave offesa alla pudicità ed alla morale così [[Maestro Teodoro]] lo ricollegò ad un'opera attribuita forse ad [[Aristotele]].
 
PerMaestro leTeodoro sueappare conoscenzeripetutamente dellenel lingueregistro edegli soprattuttoatti delladi Federico II datato 1239-1240 (l'unico conservatosi fino a noi)<ref>{{cita|Kedar, Kohlberg|p. 169|Kedar-Kohlberg, 1995}}.</ref>. Il 15 dicembre [[lingua1239]] arabauna nave della flotta reale condusse Teodoro nel porto di [[Pisa]], glida vennerodove affidatipoi importantiil incarichi«Maestro politiciTeodoro enostro diplomaticifedele trafilosofo» cui(''Magister Theodorus filosophus fidelis noster'') tornò in [[Sicilia]]. Nel [[1240]] l'imperatore inviò a Teodoro una pagina vuota loma scambiogià epistolarefirmata con il suo sigillo, chiedendogli di redigere in [[sultanolingua araba|arabo]] le lettere di credenziali di due ambasciatori presso il sultano di [[Tunisi]]. L'incarico gli fu affidato da Federico II il 10 febbraio [[1240]] con una lettera ''"ut scriba in lictera arabica"'', in cui ilFederico reII scriveva<ref>J.Huillard -, L.A .Breholles, in ''Historia diplomatica'', del 1240</ref>:
 
{{QuoteCitazione|Quando i nostri messaggeri dovrebbero avere una lettera del re<br />
Mictis vostra discrezione, e non un documento sigillato, scritto<br />
ordine come in lingua araba per scriver la da parte nostra|3=cum ipsos nuntios nostros licteras habere deceat ad undem regem<br />
mictimus discretionis tue cartam sigillatam et not scriptam<br />
mandantes ut in lingua arabica ex parte nostra scribas eidem regis|lingua=la}}
 
Il 12 febbraio 1240 Federico commissionò sciroppi, zucchero e violette a Teodoro per sé e per i suoi cortigiani<ref name="H246-247"/><ref name="Minervini"/>. In una lettera senza data indirizzata all'amico [[Pier della Vigna]], Teodoro lo informava dell'invio di una pozione a base di violette candide (probabilmente credeva che avessero proprietà curative)<ref name="KK169-70">{{cita|Kedar, Kohlberg|pp. 169-70|Kedar-Kohlberg, 1995}}.</ref>. Come ricompensa del suo lavoro, l'imperatore gli assegnò un [[feudo]] in Sicilia. Il riferimento alle terre concesse a Teodoro si trova anche in uno degli ultimi atti dell'imperatore, emesso a [[Foggia]] nel novembre del 1250. Con questo atto, Federico assegnò a uno dei suoi cortigiani la terra di «Santa Cristina e il villaggio di [[Partinico]], che appartenne al Maestro Teodoro quando era vivo»<ref name=KK167>{{Cita|Kedar, Kohlberg|p. 167|Kedar-Kohlberg, 1995}}.</ref>.
Per la sua presenza a corte, per i suoi servigi al re e per i suoi incarichi gli venne anche donato un feudo in [[Sicilia]].
 
Non è noto con certezza il luogo della morte di Teodoro. Su tale circostanza le fonti occidentali sono mute. Secondo Barebreo il maestro, nonostante fosse venerato dall'imperatore, sentiva la mancanza del suo paese e della sua gente. Federico però non voleva lasciarlo andare. Un giorno, mentre il sovrano era impegnato in una delle sue campagne militari, Teodoro fuggì con i suoi beni e i suoi servi e si diresse verso [[San Giovanni d'Acri]], in [[Levante (regione storica)|Levante]]. Mentre era in viaggio, però, una raffica di vento riportò la nave nei pressi del porto di partenza. Teodoro, colmo di vergogna, per non apparire davanti all'imperatore si avvelenò. Il resoconto di Barebreo non è suffragato dagli storici delle epoche successive<ref name="Minervini"/><ref name=KK167 />.
Condannato e braccato per aver abbandonato la corte reale, morì suicidandosi in barca nel tentativo di fuggire e tornare ad Antiochia.
 
==Pensiero e opere==
==Opere==
[[File:Arnstein - Kloster-Bibliothek- Faximile Handschriften Falkenbuch Friedrich II.jpg|thumb|il trattato ''[[De arte venandi cum avibus]]''.]]
Le attività di Maestro Teodoro in Italia sono descritte nelle fonti europee latine<ref name="KK167"/>.<br/>
La ''Storia dell'ordine domenicano'' ("Histoire de l'ordre des dominicains", opera trecentesca attribuita a [[Bernardo Gui]] e Stefano di Salagnac) contiene la narrazione del seguente avvenimento: durante l'assedio di [[Brescia]] da parte di Federico II (1238), Teodoro sconfisse diversi [[Ordine domenicano|domenicani]] in dispute filosofiche. Quando il fatto venne segnalato a frate [[Rolando da Cremona]], egli ribollì di sdegno. Nonostante soffrisse di [[gotta]], si precipitò al campo del re, al fine di salvare l'onore dell'Ordine. Rolando sfidò Teodoro, lasciando a lui la scelta dell'argomento e la forma della disputa. Secondo Umberto da Romans, il frate domenicano prevalse sul maestro orientale<ref name="H246-247"/><ref name="Minervini"/>. <br/>
Teodoro ebbe una proficua corrispondenza con il matematico [[Leonardo Fibonacci]], che trattò il maestro siriaco con rispetto. Fibonacci lo definì «il supremo filosofo della corte imperiale»<ref name="H246-247"/>. Teodoro sfidò Leonardo Fibonacci formulando il seguente problema<ref name=KK167 />:
 
:Trova tre interi x, y e z in modo che ciascuna delle tre somme:
*''Diplomatiche'' , nel [[1236]] fu un inviato diplomatico del sultano d’[[Egitto]]
: <math>x+y+z+x^2</math>
*''Traduzioni dall'arabo'' , per l’imperatore Federico II tradusse un testo arabo composto dal falconiere arabo Moamyn , fu prodromo al [[De arte venandi cum avibus]]
: <math>x+y+z+x^2+y^2</math>
*''Traduzioni dei testi'' , alcuni traduzioni di scritti del vicino [[Oriente]] e del [[Maghreb]]
: <math>x+y+z+x^2+y^2+z^2</math>
*''Trattato sull'Igiene'' , scrisse per l'imperatore svevo un trattato sull' Igiene e la cura personale
sia il quadrato di un intero.
*''Epistola'' , viene dedicata a Teodoro d'Antiochia il trattato Epistola del matematico [[Leonardo Fibonacci]]
*''Versioni latine'' , cura e redige le versioni in [[lingua latina]] del saggio ''Secretum secretorum'' di [[Aristotele]]
 
L'ottima conoscenza che Teodoro d'Antiochia aveva della [[latino medievale|lingua latina]] e della [[lingua araba]] si evidenziarono nella traduzione, commissionata nel [[1236]] dall'imperatore [[Federico II di Svevia]], del trattato di falconeria di [[Moamin]], che in latino diventò ''[[De scientia venandi per aves]]'' anche se viene spesso citato come ''Moamin latino''. Considerato il capolavoro di Teodoro, si compone di 27 capitoli.<!--l'imperatore stesso partecipò alla traduzione ed alla stesura di alcuni capitoli.--> Sulla base di quest'opera Federico II stese il suo famoso saggio denominato ''[[De arte venandi cum avibus]]'', un trattato con miniature illustrate ed un vero manuale d'uso della [[falconeria]] praticata da Federico II e dalla sua corte, nei vari castelli normanni (alcuni usati solo come residenza venatoria). L'originale del trattato venne perso dallo stesso imperatore nella battaglia di [[Battaglia di Parma (XIII secolo)|Vittoria]]. Ne rimane una copia dell'epoca in ottimo stato di conservazione presso i [[Musei Vaticani]] di [[Roma]].
==Note==
 
;Originali
*''Epistola Theodori philosophi ad imperatorem Fridericum'' (conosciuta anche come ''Epistola de conservanda sanitatis''), è un saggio sull'igiene e la cura personale. Dedicato a Federico II, è l'unico testo medico superstite di Teodoro giunto fino a noi. L'opera fu stampata per la prima volta nel [[XX secolo]] per merito dello storico della medicina [[Karl Sudhoff]]<ref>{{cita|K. Sudhoff|p4-7| Sudhoff, 1915}}.</ref>. Nel Medioevo la descrizione dell'igiene personale era una grave violazione della modestia e della moralità, pertanto Maestro Teodoro ricollegò il saggio a un'opera attribuita forse ad [[Aristotele]]<ref>[[Barebreo]], ''Historia orientalis.....ab Edward Pockokio'', ed. Oxoniae 1672.</ref><ref name="KK168-69">{{cita|Kedar, Kohlberg|pp. 168-69|Kedar-Kohlberg, 1995}}.</ref>. Secondo Sudhoff, il trattato testimonia il pieno possesso della scienza classica e araba. È scritto in uno stile così chiaro e impeccabile che non ha eguali tra le opere mediche del suo tempo<ref name="KK168"/>.
;Traduzioni
Teodoro tradusse diverse opere dall'arabo al latino<ref name="KK168">{{cita|Kedar, Kohlberg|p. 168|Kedar-Kohlberg, 1995}}.</ref>:
*Commento di [[Avicenna]] alla ''[[Fisica (Aristotele)|Fisica]]'' di [[Aristotele]]. L'opera potrebbe essere datata al 1239 durante l'assedio di [[Padova]] da parte di Federico<ref name="KK168"/>;
*''De animalibus'' e ''Secretum secretorum'' di Aristotele<ref name="KK168"/>.
*''De scientia venandi per aves''<ref name="KK169-70"/>. La fama di Teodoro è legata alla traduzione in latino di questo trattato di [[falconeria]]. Tuttavia, è difficile separare nel testo latino il contributo di Teodoro dal contributo dell'imperatore, che revisionò personalmente l'opera durante l'assedio di [[Faenza]], nell'autunno-inverno del 1240-1241. Il lessico della falconeria coincide con quello del ''De arte venandi cum avibus''<ref name="Minervini"/><ref name="S3"/>.
Su commissione dell'imperatore Federico II, Teodoro eseguì anche alcune traduzioni di testi del [[vicino Oriente]] e del [[Maghreb]].
 
== Note ==
<references/>
 
== Bibliografia ==
==Collegamenti esterni==
* [[Barebreo]], - ''Historia Orientalis.... Malatiensi medico: Historiam complectens Universalem a mundo condito usque ad tempora auctoris res Orientalium accuratissime describens, arabice edita et latine versa ab Edward Pocockio'' [Edward Pococke], ed. Oxoniae, 1672.
* [http://www.treccani.it/enciclopedia/teodoro-di-antiochia_%28Federiciana%29 voce su Teodoro di Antiochia dell' Enciclopedia Treccani]
* [[Barebreo]] - ''Ta'rij¯ Mujtasar al-duwal = Historia compendiosa Dynastiarum Arabice edita et latine versa ab Edward Pokockio (1226-1286)'', ed. Oxoniae in 1663 - [http://books.google.it/books/ucm?id=mdVAqL2QPcEC&hl=it&hl=it&pg=PT117&img=1&zoom=3&sig=ACfU3U1bQd2xvL0CbZz_CTQGVjRwzzQyyg&ci=9%2C12%2C981%2C1193&edge=0 pagina "Theodorus Antiochenus"] - Universidad Complutense de Madrid
* [[Barebreo]] - ''Specimen historiae Arabum ... nella lingua latina conversione e note illustrate opera et studio Pocockii forficatus'', ed. Oxonium, 1650. [http://reader.digitale-sammlungen.de/resolve/display/bsb10218862.html reader Bayerische Staatsbibliothek]
* {{cita libro| nome= Charles Homer| cognome= Haskins| titolo=Studies in the history of mediaeval science
| anno= 1924| editore= Harvard University Press| città= Cambridge (Massachusetts)| URL= https://archive.org/details/studiesinhistory00hask| ISBN=|cid=Haskins, 1924}}
*{{Treccani|teodoro-di-antiochia_(Federiciana)|Teodoro di Antiochia|autore=CLaura Minervini}}
* {{cita libro| nome1= Benjamin Z.| cognome1= Kedar| nome2= Etan| cognome2= Kohlberg| titolo= The Intercultural Career of Theodore of Antioch| anno= 1995| editore= Mediterranean Historical Review| città= | URL= https://www.tandfonline.com/doi/abs/10.1080/09518969508569690| ISBN=|cid=Kedar-Kohlberg, 1995}}
* {{de}} {{cita libro| nome= Karl| cognome= Sudhoff| titolo=Ein diätetischer Brief an Kaiser Friedrich II. von seinem Hofphilosophen Magister Theodorus| anno= 1915| editore= Archiv für Geschichte der Medizin| città=| URL=https://www.jstor.org/stable/20773110| ISBN=|cid=Sudhoff, 1915}}
 
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