Pilo Albertelli: differenze tra le versioni

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{{QuoteCitazione|Un uomo senza ideali non è un uomo ed è doveroso sacrificare, quand'è necessario, ogni cosa per questi ideali.|Pilo Albertelli}}
 
{{Bio
|Nome = Pilo
|Cognome = Albertelli
|PostCognome =
|Sesso = M
|LuogoNascita = Parma
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|AnnoMorte = 1944
|Epoca = 1900
|Attività = docentepartigiano
|Attività2 = partigiano
|Nazionalità = italiano
|PostNazionalità = , vittima dell'[[eccidio delle Fosse Ardeatine]], [[medaglia d'oro al valor militare alla memoria]]
|Immagine = Pilo Albertelli.jpg
|Didascalia =
}}
 
== Biografia ==
[[ImmagineFile:Rome-Italy, Viale Castrense - Resistance Memorial.JPG|thumb|right|250px|Targa in memoria di Pilo Albertelli ede altri nove caduti della 6ª Brigata del [[Partito d'Azione]] sita in Viale Castrense, Roma. La corona è affissa dal Comune di Roma a ogni anniversario dell'eccidio delle Fosse Ardeatine]]
La sua famiglia, originaria di [[Parma]], era molto nota nella città emiliana. Figlio di [[Guido Albertelli|Guido]] ([[1867]]-[[1938]]), [[ingegnere]] e [[deputato]] socialista riformista, e di AngelaAngiolina Gabrielli. I, suoi fratelli erano [[Nullo Albertelli|Nullo]] ([[1900]]-[[1968]]), valente ingegnere e collaboratore del padre in diversi progetti, e [[Ippolito Nievo Albertelli|Ippolito Nievo]] ([[1901]]-[[1938]]), celebre [[violoncellista]].
 
Nei primi anni del [[ventennio fascista]], il [[Guido Albertelli|padre]], sfuggì a stento ad un attentato tesogli da [[squadristi]] parmensi, durante il quale la sua casa in via Saffi angolo via Dalmazia e lo studio di Borgo Tommasini a [[Parma]] furono distrutti, e conseguentemente fu costretto a trasferirsi con la famiglia a [[Roma]].
 
=== Impegno antifascista ===
Pilo Albertelli fu docente di Storia e Filosofia nel Liceo Classico Regio "Umberto I" di Roma (che poi sarà dedicato al suo nome e che diventerà l'attuale [[Liceo Ginnasio di Stato Pilo Albertelli]]), portò significativi contributi alla conoscenza del movimento [[eleati]]co, fra cui il suo articolo "La dottrina [[parmenide]]a dell'essere"<ref>''Annali della Reale Scuola Normale Superiore di Pisa'', ser. II, 4, 1935, pp. 327-334.</ref> e il suo saggio monografico ''Gli Eleati: testimonianze e frammenti''<ref>Bari, Laterza, 1939. Riprodotto a New York dalla Arno Press nel 1976, in cui mostrò anche la sua non comune capacità di grecista.</ref>
Convinto antifascista come suo padre, ma a differenza del genitore schierato su posizioni liberali e non socialiste, Pilo a Roma frequentò la facoltà di Lettere e Filosofia, guadagnandosi addirittura la stima del "filosofo del regime", [[Giovanni Gentile]]. Fu proprio durante gli anni dell'università che l'Albertelli dovette fare i conti con la repressione fascista. Riconosciuto capo di un'organizzazione [[antifascista]] tra gli studenti fu arrestato nel [[1928]] e condannato a cinque anni di [[confino]]<ref>Commissione di Roma, ordinanza del 25.6.1928 contro Pilo Albertelli e Oscar Ciancaleoni. In Adriano Dal Pont, Simonetta Carolini, ''L'Italia al confino 1926-1943. Le ordinanze di assegnazione al confino emesse dalle Commissioni provinciali dal novembre 1926 al luglio 1943'', Milano 1983 (ANPPIA/La Pietra), vol. IV, p. 1348</ref>, anche se poi la pena fu commutata in una più morbida vigilanza speciale, grazie all'intercessione del senatore [[Vittorio Scialoja]].
 
Dopo aver conseguita la laurea in Lettere e Filosofia, Pilo Albertelli fudivenne docente di Storiastoria e Filosofiafilosofia nel Liceo Classicoliceo Regioclassico "Umberto I" di Roma (cheoggi poi sarà dedicato al suo nome e che diventerà l'attualeintitolato [[Liceo Ginnasioclassico diPilo StatoAlbertelli|al Pilosuo Albertellinome]]), e portò significativi contributi alla conoscenza del movimento [[eleati]]co, fra cui il suo articolo "''La dottrina [[parmenide]]aparmenidea dell'essere"''<ref>''Annali della Reale Scuola Normale Superiore di Pisa'', ser. II, 4, 1935, pp. 327-334.</ref> e il suo saggio monografico ''Gli Eleati: testimonianze e frammenti''<ref>Bari, Laterza, 1939. Riprodotto a New York dalla Arno Press nel 1976, in cui mostrò anche la sua non comune capacità di grecista.</ref>. Fu docente a Livorno, al Liceo-Ginnasio "Niccolini e Guerrazzi", dal 1932 al 1935.
===Impegno antifascista===
Per la sua attività [[antifascista]] tra gli studenti fu arrestato nel [[1928]] e condannato a cinque anni di [[confino]].
 
SvolseNel a[[1942]] fu tra i fondatori del [[RomaPartito d'Azione]], svolgendo anche un'intensa e audace opera di organizzazione delle [[Brigate Giustizia e Libertà|formazioni "Giustizia e Libertà]]" sin dall'occupazione [[nazista]] del [[10 settembre]] [[1943]], e fu membro del Comitato Militare del [[Corpo volontari della libertà]] (CVL). Il 20 settembre 1943, in coppia con [[Giovanni Ricci (partigiano)|Giovanni Ricci]], collocò personalmente una [[Ordigno esplosivo improvvisato|mina a miccia rapida]] nella caserma della [[Milizia Volontaria per la Sicurezza Nazionale|Milizia]] ai [[Parioli]], che causò molti morti e feriti e rappresentò il primo atto di [[guerriglia]] partigiana a Roma.
 
Fu arrestato a [[Roma]] il 1º marzo [[1944]], dietro denunzia di un delatore, per le sue attività nell'ambito della [[Resistenza italiana|Resistenza]]. Portato nella Pensione Oltremare, covo in via Principe Amedeo, in Roma, della famigerata [[Banda Koch]], fu sottoposto a sevizie tali da fiaccarne il corpo ma non lo spirito. Inutile fu infatti il tentativo di fargli confessare l'identità dei suoi compagni di lotta antifascista anche se, {{cn|secondo le testimonianze di chi era recluso con lui}} (Tompkins, Peter (1962): A Spy in Rome, Simon & Schuster, Nueva York, p. 210), le torture ricevute furono tali da rendergli il volto tumefatto e quasi irriconoscibile, il corpo straziato e le costole spezzate, tanto che il trentasettenne filosofo e grecista provò per due volte il suicidio.
Il [[20 settembre]] 1943, in coppia con [[Giovanni Ricci (partigiano)|Giovanni Ricci]], collocò personalmente una [[Ordigno esplosivo improvvisato|mina a miccia rapida]] nella caserma della [[Milizia Volontaria per la Sicurezza Nazionale|Milizia]] ai [[Parioli]], che causò molti morti e feriti e rappresentò il primo atto di [[guerriglia]] partigiana a Roma.
Fu tra i fondatori del [[Partito d'Azione]] e fu arrestato a [[Roma]] il [[1º marzo]] [[1944]], dietro denunzia di un delatore, per le sue attività nell'ambito della [[Resistenza italiana|Resistenza]].
 
Il [[20 marzo]] fu quindi trasferito nel carcere romano di [[Carcere di Regina Coeli|Regina Coeli]] e il [[24 marzo]] [[1944]] fu ucciso assieme ad altre 335334 persone nell'[[Eccidioeccidio delle fosseFosse Ardeatine]], meritandosi nel [[1947]] la medaglia d'oro al valor militare<ref>Il sito del Quirinale porta però il 1944 come data del conferimento dell'alta onorificenza.</ref>, con la seguente motivazione:
Portato nella Pensione Oltremare, covo in via Principe Amedeo, in Roma, della famigerata [[Banda Koch]], fu sottoposto a sevizie tali da fiaccarne il corpo ma non lo spirito. Inutile fu infatti il tentativo di fargli confessare l'identità dei suoi compagni di lotta antifascista anche se, {{cn|secondo le testimonianze di chi era recluso con lui}}, le torture ricevute furono tali da rendergli il volto tumefatto e quasi irriconoscibile, il corpo straziato e le costole spezzate, tanto che il trentasettenne filosofo e grecista provò per due volte il suicidio.
 
== Onorificenze ==
Il [[20 marzo]] fu quindi trasferito nel carcere romano di [[Carcere di Regina Coeli|Regina Coeli]] e il [[24 marzo]] [[1944]] fu ucciso assieme ad altre 335 persone nell'[[Eccidio delle fosse Ardeatine]], meritandosi nel [[1947]] la medaglia d'oro al valor militare<ref>Il sito del Quirinale porta però il 1944 come data del conferimento dell'alta onorificenza.</ref>, con la seguente motivazione:
 
==Onorificenze==
{{Onorificenze
|immagine=Valor militare gold medal BAR.svg
|nome_onorificenza=Medaglia d'oro al valor militare
|collegamento_onorificenza=Valor militare
|motivazione=Lasciati gli studi prediletti per guidare nella battaglia della libertà, anche con l'esempio, gli allievi, prodigandosi nella difesa di Roma, contro l’invasore tedesco, fu tra i primi organizzatori e animatori della lotta di resistenza. Al comando di tutte le forze armate cittadine insurrezionali del Partito d'Azione, sprezzante di ogni pericolo, arditissimo in eroiche imprese, fu luminoso esempio di coraggio e di abnegazione. Arrestato e torturato con selvaggio accanimento, oppose ai carnefici superbo disprezzo e superba volontà di sacrificio, tentando stoicamente, per due volte, di togliersi la vita, pur di non parlare. Con le costole infrante, il corpo maciullato, conservò intatta fino all'ultimo la sua serena superiorità d'animo. Cadde, barbaramente trucidato, alle Fosse Ardeatine<ref>[http://www.quirinale.it/elementi/DettaglioOnorificenze.aspx?decorato=14059] Quirinale - Scheda - visto 16 gennaio 2009</ref>.
|luogo=Roma, 8 settembre 1943 - 24 marzo 1944.}}
 
== Riconoscimenti ==
La* Le città di Livorno, Roma e Parma gli hahanno dedicato ognuna una via ede ununa liceoscuola: la scuola primaria Pilo Albertelli a Livorno e il [[Liceo Ginnasio Stataleclassico Pilo Albertelli]] (ex Umberto I) a Roma. A Parma, infine, c'è l'Istituto Comprensivo Albertelli-Newton.
* Nel centro di Parma gli è intitolata, assieme al padre Guido, una via (strada Guido e Pilo Albertelli) che collega via Garibaldi a via Verdi; a Parma c'è anche l'Istituto Comprensivo Albertelli Newton.
 
 
==Note==
== Opere ==
* ''Gli Eleati, testimonianze e frammenti'', Laterza, Bari, 1939
* ''Il problema morale nella filosofia di Platone'', Roma, 1939
* ''Rousseau'', Anonima Veritas, Roma, 1951
 
== Note ==
<references/>
 
==Opere Bibliografia ==
* Vittorio Alfieri, ''Pilo Albertelli, filosofilosofo e martire delle Fosse Ardeatine'', Spes Edizioni, 1984
*''Gli Eleati, testimonianze e frammenti'', Laterza, Bari, 1939
* Ugo La Malfa, Giancarlo Tartaglia, Piero Craveri, ''Scritti, 1953-1958'', Fondazione Ugo La Malfa, 2003
*''Il problema morale nella filosofia di Platone'', Roma, 1939
*''Rousseau'', Anonima Veritas, Roma, 1951
 
== Voci correlate ==
==Bibliografia==
* [[Attentato di via Rasella]]
*Vittorio Alfieri, ''Pilo Albertelli, filoso e martire delle Fosse Ardeatine'', Spes Edizioni, 1984
* [[Eccidio delle Fosse Ardeatine]]
*Ugo La Malfa, Giancarlo Tartaglia, Piero Craveri, ''Scritti, 1953-1958'', Fondazione Ugo La Malfa, 2003
* [[Carcere di via Tasso]]
 
==Voci correlateAltri progetti ==
{{interprogetto}}
*[[Attentato di via Rasella]]
*[[Eccidio delle Fosse Ardeatine]]
*[[Carcere di via Tasso]]
 
== Collegamenti esterni ==
* {{Collegamenti esterni}}
*[ {{cita web|url=http://www.novecentoitaliano.it/Portale/contesto_BiblDocsDiz.aspx?id=1702&idDiz=11715 |titolo=La scheda sul sito Novecento italiano: itinerari storico-culturali nel Lazio]|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20071008221450/http://www.novecentoitaliano.it/Portale/contesto_BiblDocsDiz.aspx?id=1702|dataarchivio=8 ottobre 2007}}
*[http://www.anpi.it/uomini/albertelli.htm Ampi Associazione nazionale partigiani d'Italia]
*[ {{cita web|http://www.piloalbertelli.it/file/20042005/intervista_guido_albertelli.pdf |Intervista al figlio Guido]}}
 
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