Cleomene I: differenze tra le versioni
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{{Monarca
| nome = Cleomene I
| nome completo = Κλεομένης
| vita =
| titolo = [[Re di Sparta|Re Agiade di Sparta]]
| immagine =
| legenda =
| regno = Dal [[521 a.C.]] al [[488 a.C.]]
| predecessore = [[Anassandrida II]]
| successore = [[Leonida I]]
| padre = [[Anassandrida II]]
| coniuge 1 = ?
| figli = [[Gorgo (regina di Sparta)|Gorgo]]
| casa reale = [[Agiadi]]
|luogo di nascita= [[Sparta]]
| data di morte = [[489 a.C.|489]]/[[488 a.C.]]
| luogo di morte = [[Sparta]]
}}
{{Bio
|Nome = Cleomene I
|Cognome =
|ForzaOrdinamento = Cleomene 01
|PreData = {{lang-grc|Κλεομένης|Kleomènēs}}
|Sesso = M
|LuogoNascita = Sparta
|GiornoMeseNascita =
|AnnoNascita =
|LuogoMorte = Sparta
|GiornoMeseMorte =
|AnnoMorte = [[489 a.C.|489]]/[[488 a.C.]]
|Epoca = -400
|Attività = re
|Nazionalità = spartano
|Categorie = no
|FineIncipit = fu [[re di Sparta]] (della dinastia degli [[Agiadi]]) da circa il [[521 a.C.]] al [[488 a.C.]] Grazie alla forza del suo esercito e della [[lega Peloponnesiaca]], [[Sparta]] fu sotto il suo regno la più grande potenza del mondo [[Antica Grecia|greco]] dell'epoca<ref>Pastorio, p. 63.</ref>
}}
== Biografia ==
=== Ascesa al trono ===
[[Categoria:Personaggi storici]]▼
[[Erodoto]] racconta gli eventi che portarono alla successione al trono Agiade nel [[521 a.C.]]<ref name="Pastorio, p. 64">Pastorio, p. 64.</ref> Dato che la prima moglie del re [[Anassandrida II]] tardava a rimanere incinta, i consiglieri del re gli suggerirono di prendere in sposa una seconda moglie: questa, infatti, poco tempo dopo diede alla luce Cleomene. Tuttavia, del tutto inaspettatamente anche la prima moglie rimase incinta e partorì il suo primogenito [[Dorieo]] (di poco più giovane di Cleomene), poi successivamente [[Leonida I]] (l'eroe delle Termopili) e [[Cleombroto (reggente)|Cleombroto]] (padre di [[Pausania (generale)|Pausania]]).
Alla morte di Anassandrida II, Dorieo avanzò la propria candidatura al trono in quanto primogenito della prima moglie, ma gli Spartani scelsero Cleomene in quanto autentico primogenito del defunto re<ref>{{cita|Erodoto|V, 40-42}}.</ref>. Dorieo allora lasciò Sparta per cercare fortuna nel Mediterraneo occidentale<ref>{{cita|Erodoto|V, 43-46}}.</ref>.
Cleomene I fu l'artefice di una efficace politica estera, spesso scavalcando il collega [[Euripontidi|euripontide]] e cercando di limitare il potere degli [[Eforo|efori]]<ref>Erodoto non ricorda iniziative degli efori contro Cleomene I, anche perché questi, grazie al suo prestigio personale, riusciva a far eleggere all'eforato molti suoi amici. Quando gli efori intervennero fu sempre su accuse mosse dai suoi nemici.</ref>, che portò Sparta, nel trentennio successivo, a raggiungere le vestigia di una grande potenza. Tre furono le linee direttive della sua azione. In primo luogo consolidò ed estese l'egemonia spartana sul [[Peloponneso]], sia con azioni militari, in particolare contro [[Argo (città antica)|Argo]], sia tessendo quella rete di alleanze con quasi tutte le città della regione che gli storici moderni hanno chiamato [[Lega Peloponnesiaca]]. Cleomene cercò poi di usare il potere consolidato nel Peloponneso come base per un'audace politica interventista nelle ''poleis'' di tutta la Grecia continentale, con l'obiettivo di trasformarla in una comunità di città autonome sotto la direzione di Sparta (sostituendo i tiranni con regimi oligarchici). La terza linea che caratterizzò la sua politica fu la rinuncia a intervenire nelle isole dell'Egeo, in Asia minore o in altri luoghi al di fuori di quella che considerava la zona d'influenza spartana (Grecia continentale e, per un certo periodo, Magna Grecia, dove sostenne le imprese del fratellastro [[Dorieo]]). Rifiutò in particolare di intervenire a [[Samo (isola)|Samo]] e a favore delle città greche della [[Ionia]].<ref name="Pastorio, p. 64"/> Cleomene si distinse anche per la sua spregiudicatezza nell'addurre giustificazioni religiose alle sue azioni, ricorrendo in modo sistematico all'importantissimo [[oracolo di Delfi]].
=== Primi trent'anni di regno ===
Nel [[519 a.C.]] intervenne nella crisi tra città della [[Beozia]], [[Tebe (città greca antica)|Tebe]] e [[Platea (città)|Platea]].<ref name="Pastorio, p. 64"/> Nel [[517 a.C.]] nelle [[Cicladi]] a [[Nasso (isola)|Nasso]] depose il tiranno [[Ligdami di Nasso|Ligdami]], instaurando un regime oligarchico.<ref name="Pastorio, p. 64"/>
Guidò diverse spedizioni contro Argo, in particolare nel [[510 a.C.]]<ref>sull'affidabilità della cronologia di Erodoto seguita in questa pagina vedi anche: "''Contro le Leggi Immutabili'': gli spartani fra tradizione ed innovazione" a cura di Cinzia Bearzot e Franca Landucci; V&P Università, ricerche, storia.</ref> (nella guerra in cui si inserisce l'aneddoto leggendario delle donne combattenti guidate da [[Telesilla]]<ref>{{cita|Pausania|II, 20, 8-9}}.</ref>): Argo subì una disastrosa e definitiva sconfitta nella [[battaglia di Sepeia]] nel [[494 a.C.]] Al ritorno dalla spedizione Cleomene fu però accusato dagli avversari politici di non avere completato la campagna vittoriosa perché corrotto dagli Argivi: tuttavia fu assolto completamente. Argo, anche se duramente sconfitta, non fu obbligata a entrare nella Lega Peloponnesiaca, probabilmente nel tentativo di accrescere con questo esempio di liberalità il consenso delle città greche verso Sparta.<ref name="Pastorio, p. 65">Pastorio, p. 65.</ref>
Nel [[510 a.C.]] il re favorì la caduta della tirannide degli [[Ortagoridi]] a [[Sicione]] e l'instaurarsi di un governo oligarchico.<ref>Pastorio, p. 43.</ref> Tra gli interventi negli affari interni delle altre ''poleis'' particolarmente importanti, che si sarebbero rivelati disastrosi, furono quelli compiuti ad [[Atene]]. Nel [[511 a.C.|511]]/[[510 a.C.]] Cleomene ebbe un ruolo decisivo nell'abbattimento della tirannide con la cacciata di [[Ippia (tiranno)|Ippia]] dalla città, malgrado iniziali insuccessi.<ref>Pastorio, pp. 56-57.</ref> Successivamente, nello scontro ateniese che vide opporsi [[Isagora]] e [[Clistene]], il re spartano appoggiò il primo e, quando fu comunque Clistene a prevalere, ricorse alle forze della Lega Peloponnesiaca. In ogni caso, dopo una iniziale fase favorevole a Isagora, nel [[506 a.C.]] il progetto fallì.<ref>Pastorio, pp. 64-65.</ref> Infine, nel [[500 a.C.]], Cleomene tentò nuovamente di entrare negli affari interni di Atene per restaurare la posizione di Ippia, ma il fermo rifiuto di [[Corinto (città antica)|Corinto]] di seguire Sparta nell'impresa portò a un nuovo fallimento.<ref name="Pastorio, p. 65"/>
=== Intrigo e morte ===
Nel [[491 a.C.]] Cleomene rifiutò con sdegno la richiesta avanzata dal Re di Persia di consegnare "terra e acqua" in segno di sottomissione agli ambasciatori persiani. Poi, su richiesta degli Ateniesi, si mobilitò per sanare la crisi tra questi e gli abitanti di [[Egina (isola)|Egina]], da tempo in guerra tra loro, soprattutto perché gli Egineti non esitarono ad assoggettarsi ai Persiani. L'esito della missione, però, non fu raggiunto nell'immediato perché gli isolani, dietro l'influenza dell'altro diarca spartano, [[Demarato di Sparta|Demarato]], furono restii ad accettare l'imposizione di un solo re spartano, reclamando l'opinione anche dell'europontide Demarato. Tornato a Sparta, Cleomene I ricorse alla manipolazione dell'oracolo di Delfi per destituire il collega, accusandolo di non essere figlio legittimo del suo predecessore, grazie anche alla opportuna testimonianza di [[Leotichida]], parente di Demarato.<ref>{{cita|Erodoto|VI, 65, 2: "Leotichida era divenuto particolarmente ostile a Demarato per la seguente ragione: benché Leotichida avesse già scelto come sposa Percalo, la figlia di Demarmeno, figlio a sua volta di Chilone, Demarato con un raggiro aveva mandato in fumo le nozze a Leotichida, dal momento che, avendolo preceduto, aveva rapito Percalo e se l'era sposata"}}.</ref> Nel [[491 a.C.]] Demarato fu deposto ed esiliato (morirà in Persia) e il suo posto preso da [[Leotichida]], eletto re europontide in sua successione. Tornato immediatamente a Egina con il collega Leotichida si fece consegnare gli ostaggi richiesti.
L'intrigo ordito ai danni di Demarato fu però poi scoperto e Cleomene I, condannato dagli efori, dovette fuggire in esilio nel [[490 a.C.]] In breve tempo, organizzò una rivolta in [[Arcadia]], raccolse un potente esercito e riuscì a ritornare a Sparta e a riottenere il trono nel [[488 a.C.]]: tuttavia, secondo la tradizione, divenne pazzo (forse lo era da tempo<ref>George Devereux: "''Cleomene le roi fou. Etude d'histoire ethnopsychanalytique''".</ref> o forse fu solo una calunnia degli efori per giustificare lo strano suicidio) e nel giro dello stesso anno morì suicida. A Cleomene succedette il fratellastro Leonida I (futuro eroe delle [[Termopili]]), che prese come sua sposa la figlia del predecessore, [[Gorgo (regina di Sparta)|Gorgo]]. Anche Leotichida subì un processo per corruzione da parte degli efori e fu condannato all'esilio.
== Note ==
<references/>
== Bibliografia ==
;Fonti primarie
* {{cita libro|autore=[[Erodoto]] |titolo=[[Storie (Erodoto)|Le Storie]] |cid=Erodoto}}
* {{cita libro|autore=[[Pausania il Periegeta]] |titolo=[[Periegesi della Grecia]] |cid=Pausania}}
;Fonti secondarie
* {{SmithDGRBM|articolo=Cleomenes I|url=http://www.perseus.tufts.edu/hopper/text?doc=cleomenes-i-bio-1&fromdoc=Perseus%3Atext%3A1999.04.0104}}
* Ernst Baltrusch, ''Sparta'', Bologna, Il Mulino, 2002 (traduzione di ''Sparta. Geschichte, Gesellschaft, Kultur'', München, C.H.Beck Wissen, 1998), pp. 42–50.
* [[Elena Pastorio]], ''Storia Greca, lineamenti essenziali'', Monduzzi editore, Parma, 2006, ISBN 978-88-323-6028-8.
* P. Carlier, ''Cleomene I, re di Sparta'' in ''Contro le Leggi Immutabili'': gli Spartani fra tradizione ed innovazione, a cura di Cinzia Bearzot e Franca Landucci; V&P Università, ricerche, storia. Milano 2004.
== Altri progetti ==
{{interprogetto|q}}
== Collegamenti esterni ==
* {{Collegamenti esterni}}
{{Box successione
|carica = [[Re di Sparta]]
|immagine =
|periodo = [[521 a.C.]] - [[488 a.C.]]
|precedente = [[Anassandrida II]]
|successivo = [[Leonida I]]
|coreggente = [[Aristone (re di Sparta)|Aristone]] ([[Euripontidi|Euripontide]], fino al [[515 a.C.]])<br />con [[Demarato di Sparta|Demarato]] (Euripontide, dal [[515 a.C.|515]] al [[491 a.C.]])<br />con [[Leotichida]] (Euripontide, dal [[491 a.C.]])
}}
{{Re di Sparta}}
{{Controllo di autorità}}
{{portale|antica Grecia|biografie}}
[[Categoria:Morti per suicidio]]
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