Io e il duce: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
m clean up, replaced: dell''' → dell{{'}}''
 
(106 versioni intermedie di 52 utenti non mostrate)
Riga 1:
{{P|considerazioni personali|film|arg2=storia|febbraio 2012}}
{{FictionTV
|titoloitalianotitolo italiano = Io e il Duceduce
|didascalia = [[Bob Hoskins]] (a sinistra) in una scena della miniserie
|immagine=
|titolo originale = Mussolini and I
|didascalia=
|immagine = Io e il duce.png
|titolooriginale= Mussolini and I
|paese = Italia
|titoloalfabetico=
|paese 2 = SvizzeraFrancia
|paese 3 = Svizzera
|annoprimatv= [[1985]]
|paese 4 = Stati Uniti d'America
|tipofiction= film TV
|paese 5 = Germania Ovest
|genere= documentario
|paese 6 = Spagna
|durata= 120 min
|anno prima visione = [[1985]]
|linguaoriginale= [[Lingua inglese|inglese]]
|tipo fiction = miniserie TV
|aspectratio= 1,33 : 1
|genere = documentario
|tipocolore= colore
|genere 2 = biografico
|tipoaudio= mono
|durata = 220 min
|narratore=
|lingua originale = [[Lingua inglese|inglese]], [[lingua tedesca|tedesco]]
|ideatore=
|aspect ratio = 1,33:1
|regista= [[Alberto Negrin]]
|narratore =
|soggetto= Nicola Badalucco
|ideatore =
|sceneggiatore= [[Nicola Badalucco]], Alberto Negrin
|regista = [[Alberto Negrin]]
|attori=
|soggetto = [[Nicola Badalucco]]
*[[Bob Hoskins]]: [[Benito Mussolini]]
|sceneggiatore = Nicola Badalucco, Alberto Negrin
|attori = *[[Bob Hoskins]]: [[Benito Mussolini]]
*[[Susan Sarandon]]: [[Edda Ciano]]
*[[Anthony Hopkins]]: [[Galeazzo Ciano]]
*[[Annie Girardot]]: [[Rachele MussoliniGuidi]]
*[[Barbara De Rossi]]: [[ClarettaClara Petacci]]
*[[Massimo Dapporto]]: [[Vittorio Mussolini]]
*[[Vittorio Mezzogiorno]]: [[Alessandro Pavolini]]
*[[Kurt Raab]]: [[Adolf Hitler]]
*[[Marne Maitland]]: [[Vittorio Emanuele III di Savoia]]
*[[Franco Fabrizi]]: [[Quinto Navarra]]
*[[Hans-Dieter Asner]]: [[Joachim von Ribbentrop]]
*[[Carlheinz Heitmann]]: [[Karl Wolff]]
*[[Harald Dietl]]: [[Otto Skorzeny]]
*[[Dietlinde Turban]]: [[FrauHildegard BeetzBurkhardt]]
*[[Ted Rusoff]]: [[Francesco Saverio Nitti]]
*[[David-George Brown]]: [[Giuseppe Castellano]]
*[[Gianni Pulone]]: [[Enzo Emilio Galbiati]]
*[[Stefano De Sando]]: [[Dino Grandi]]
*[[Luciano Baglioni]]: [[Carlo Scorza]]
Riga 44 ⟶ 46:
*[[Robert Sommer]]: [[Giacomo Suardo]]
*[[Franco Mazzieri]]: [[Giovanni Marinelli]]
*[[Ulrich Engst]]: [[Harald Mors|Majormaggiore Otto-Harald-Otto Mors]]
*[[Pier Paolo Capponi]]: Dondon Chiot
*[[Livio Galassi]]: milite carcere
|doppiatoriitaliani=
*[[GianniFabio MusyTesti]]: Benito MussoliniLorenzo
*[[Enrico Papa]]: Pedro
*[[Dietlinde Turban]]: [[Felicitas Beetz]]
|doppiatori italiani = *[[Gianni Musy]]: Benito Mussolini
*[[Rossella Izzo]]: Edda Ciano
*[[Adalberto Maria Merli]]: Galeazzo Ciano
*[[Germana Dominici]]: Rachele MussoliniGuidi
*[[Sergio Fiorentini]]: Adolf Hitler
*[[Angiola Baggi]]: Felicitas Beetz
*[[Massimo Lodolo]]: milite carcere
|fotografo= [[Armando Nannuzzi]], [[Daniele Nannuzzi]]
*[[Pino Colizzi]]: Lorenzo
|montatore= [[Roberto Perpignani]]
|fotografo = [[Armando Nannuzzi]], [[Daniele Nannuzzi]]
|musicista= [[Egisto Macchi]]
|scenografomontatore = [[MarioRoberto GarbugliaPerpignani]]
|musicista = [[Egisto Macchi]]
|costumista=
|scenografo = [[Mario Garbuglia]]
|effettispeciali=
|costumista = [[Maurizio Millenotti]]
|produttore=
|effetti speciali = [[Gino Vagniluca]]
|produttoreesecutivo=
|produttore = [[Mario Gallo (produttore)|Mario Gallo]], [[Enzo Giulioli]]
|casaproduzione=
|produttore esecutivo = [[Giovanna Genoese]]
|data-trasmissioneoriginale-filmtv=
|casa produzione = [[Rai]], [[Home Box Office|HBO]], Beta Film, Filmalpha, [[France 2]], [[TVE|TVE Productions]], [[RSI - Radiotelevisione svizzera di lingua italiana|TSI]]
|reteoriginale-filmtv=
|inizio prima visione = 15 aprile 1985
|data-trasmissioneitalia-filmtv=
|fine prima visione = 22 aprile 1985
|reteitalia-filmtv=
|rete TV = [[Rai 1]]
|data-trasmissioneitaliapay-filmtv=
|reteitaliapay-filmtv=
|data-trasmissioneitaliappv-filmtv=
|servizioitaliappv-filmtv=
|premi=
|operaoriginaria=
|precedenti=
|inserti=
|seguiti=
|remake=
|spin-off=
|altreopere=
}}
'''''Io e il Duceduce''''' è(''Mussolini unand film-documentarioI'') perè launa televisione[[miniserie televisiva]] del [[1985]] direttodiretta da [[Alberto Negrin]]. Basatoe basata in buona parte sulsui [[diario di [[Galeazzo Ciano|diari di Galeazzo Ciano]], narra il non sempre facile rapporto tra eglilui, la moglie [[Edda Ciano]] e [[Benito Mussolini|Mussolini]].<ref>{{Cita web|url=https://www.raiplay.it/programmi/ioeilduce|titolo=Io e il duce|sito=RaiPlay|accesso=10 settembre 2025}}</ref><ref>{{Cita web|url=https://www.rai.it/ufficiostampa/articoli/2025/01/La-miniserie-dell85-Io-e-il-duce-53d7457b-2034-437e-8426-3c83998a7f02.html|titolo=La miniserie dell'85 ''Io e il duce''|sito=RAI Ufficio Stampa|accesso=2025-09-10}}</ref><ref>{{Cita pubblicazione|data=2017-01-02|titolo=Io e il duce (1985) {{!}} FilmTV.it|accesso=10 settembre 2025|url=https://www.filmtv.it/film/76960/io-e-il-duce/}}</ref> In particolare il film narra gli ultimi anni del [[Fascismo|regime]] dopo lo scoppio della [[Secondaseconda guerra mondiale]].
 
== Premesse storicheTrama ==
Nella prima metà del 1943, quando ormai è chiaro che la [[seconda guerra mondiale]] per l'Italia è persa, Mussolini, nonostante il genero [[Galeazzo Ciano|Ciano]] cerchi di consigliarlo a firmare la resa per evitare l'invasione, nega l'evidenza e fa continuare le ostilità anche quando gli [[Alleati della seconda guerra mondiale|Alleati]] [[Sbarco in Sicilia|sbarcano in Sicilia]], fiducioso che mai bombarderanno Roma grazie alla presenza del Papa; la situazione degenera e, dopo che anche [[Bombardamento di Roma|Roma viene bombardata]], Mussolini viene destituito dal Re e fatto poi arrestare e condotto in un carcere dal quale poi i tedeschi lo libereranno per portarlo in Germania.<ref>Prima puntata</ref>
 
In Germania Mussolini e la moglie, insieme a Ciano, Edda e i loro figli vengono tenuti prigionieri in una villa per volere di Hitler. Mussolini fa poi ritorno in Italia dove rifonda il partito fascista e viene messo a capo dello [[stato fantoccio]] della neonata [[Repubblica di Salò]]; anche Ciano fa rientro in Italia dove, su incarico di [[Himmler]], viene avvicinato da una donna, [[Hilde Purwin|Felicitas Beetz]], che ha il compito di recuperare i suoi diari e con la quale intesse un relazione amorosa; Ciano viene poi arrestato per aver votato contro Mussolini durante l'[[ordine del giorno Grandi]] e per questo viene condannato a morte al [[Processo di Verona]].<ref>Seconda puntata</ref>
Ciano era un fiero avversario anti-tedesco e cercò sempre di trascinare il suocero fuori dell'influenza germanica di cui invece Mussolini era succube. Questa avversione costò in ultimo a Ciano, il plotone di esecuzione di Verona: Mussolini, pur esitante, fece fucilare il proprio genero per apparire duro e risoluto di fronte a [[Adolf Hitler|Hitler]]. Ciò dimostra fino a che punto fosse in soggezione del capo tedesco.
 
Edda intanto era fuggita in Svizzera da dove fa pervenire al padre una lettera nella quale gli chiede di salvare il marito altrimenti avrebbe rivelato quanto contenuto nei diari del marito; Ciano viene però fucilato lo stesso. Un prete amico di gioventù di Edda viene mandato in Svizzera su incarico di Mussolini per avere notizie delle figlia che però rifiuta un ricongiungimento col padre fintanto che sarà vivo o a capo del fascismo. Mussolini riceve un'ultima chiamata da Hitler rinchiuso nel bunker mentre in Italia l'avanzata degli Alleati supera il Po. Edda consegna i suoi diari al governo degli Stati Uniti. [[Claretta Petacci]] cerca di ricongiungersi con Mussolini che intanto, dopo aver messo in salvo la moglie con i nipoti, ha intenzione di ritirarsi in Valtellina; dopo essersi ricongiunto con la Petacci, fugge camuffato con la scorta dell'esercito tedesco in fuga ma viene fermato da un gruppo di [[partigiani]] che, nonostante sia travestito da soldato tedesco, lo riconoscono e lo arrestano per poi fucilarlo insieme ad altri gerarchi fascisti.<ref>Terza puntata</ref>
Eppure dal [[1º settembre]] [[1939]] al [[10 giugno]] [[1940]] Mussolini ascolta Ciano per il non-intervento dell'Italia in guerra; addirittura quando la dichiarazione di guerra era già stata spedita all'ambasciatore italiano a Berlino, Attolico, i primi giorni di quel settembre del 1939. I due si misero a tavolino e fecero rientrare il documento a [[Roma]] e prepararono per Hitler una richiesta di aiuti abnorme per permettere l'ingresso dell'Italia in guerra. Questa richiesta era "''capace di stendere un toro''", come annota Ciano nel suo diario. Hitler impallidì e a richiesta di Mussolini preparò una dichiarazione in cui affermava di non aver bisogno dell'Italia in questo intervento armato. Ciò consentiva al Duce di salvare la faccia guerriera di sempre. Inoltre, genialmente, coniò lo "''Stato di non-belligeranza''" come per dire che in futuro la guerra non era comunque esclusa. E per 10 mesi l'Italia rimase fuori dal conflitto.
 
== Premesse storiche ==
Però inseguito, la situazione tracollò con la Germania vincitrice su tutti i fronti: il prestigio mondiale di Hitler, a quel punto, surclassò e di parecchio quello di Mussolini, ridotto nell'ombra dal potente alleato. La Francia era caduta e l'Inghilterra umiliata. Apparve naturale che Mussolini fosse infuriato con chi lo aveva consigliato di restarne fuori, in primis Ciano. Il 10 giugno 1940 il Duce si affrettò a dichiarare guerra "''contro le plutocrazie democratiche e reazionarie dell'occidente''", per avere l'ultimo posto a sedere al tavolo della pace. Ciano ascolta il discorso dalla radio, è triste e invoca che "Dio salvi l'Italia"; aveva capito a quale brutta avventura si era condannato il Fascismo, il suo Duce e l'Italia intera. Da qui i rapporti col suocero si inaspriscono e non sono più quelli di un tempo. Sempre sul suo diario Ciano scrive che anche se i nemici avessero dato a Mussolini tutto quello che voleva, egli sarebbe entrato in guerra ugualmente.
{{P|vengono espressi giudizi sui personaggi coinvolti e il tono non è neutrale|programmi televisivi|dicembre 2017|arg2=fascismo}}
Gian Galeazzo Ciano aveva sposato la figlia del Duce, Edda, chiamata affettuosamente in famiglia "la Deda" o più verosimilmente "l'Aquilaccia" per il suo carattere ostinato e diretto. Edda [[fumo|fumava]], beveva e [[gioco d'azzardo|giocava d'azzardo]], dilapidando ingenti somme; di certo non accettava ruoli da dama di compagnia o da femmina sottomessa. Ciano saldava regolarmente i debiti di gioco: i due si amavano ma con il tempo il rapporto si deteriorò, ciò anche per i continui tradimenti di Ciano con donne aristocratiche ma anche popolari come la figlia del mugnaio di [[Ostia (città antica)|Ostia antica]].<ref>Da [[Giuseppe Bottai]], ''Diario 1935-1944'', BUR Biblioteca Universale Rizzoli, 2001.</ref>
 
E questo già dai primi tempi della [[Cina]] dove la coppia era andata a vivere subito dopo il matrimonio; si vociferò di una relazione tra Ciano e [[Wallis Simpson]], la futura moglie di [[Edoardo VIII del Regno Unito|Edoardo VIII]], il re del [[Regno Unito]] che per lei abdicò; la relazione pare che finì con un [[aborto]] clandestino. Mussolini giudicava queste scappatelle di Ciano ovvie per un uomo sposato e in silenzio le giustificava; anche lui regolarmente e per vent'anni a [[Palazzo Venezia]], tra un'udienza e l'altra, fruiva di avventure sbrigative con giunoniche donne che la questura gli reclutava: a detta del suo cameriere personale [[Quinto Navarra]] neanche si toglieva i pantaloni della divisa. Non così per [[Rachele Guidi|donna Rachele]] che, vedendo la figlia Edda in lacrime per i tradimenti del marito, appioppò un sonoro schiaffo in pieno viso al genero che se lo prese "diplomaticamente"; Rachele evidentemente ancora non sapeva di Claretta e della furia motoria sessuale del marito.<ref>Arrigo Petacco, ''L'archivio segreto di Mussolini'', Mondadori.</ref>
La guerra fu un disastro e nel 1943 Mussolini cambia il governo e defenestra Ciano che sceglie di andare a fare l'ambasciatore in Vaticano. Ciò fu un'ulteriore umiliazione per Ciano che ormai vedeva sorpassato e declassato il suocero, che non era più quel dio in terra per il quale stravedeva. Questo rancore sfocerà nel voto contrario di Ciano contro Mussolini al [[Gran Consiglio del Fascismo|Gran Consiglio]] del [[25 luglio]] [[1943]]. La guerra era persa, la Sicilia era stata invasa dagli [[Alleati]] e Roma bombardata: il capo del [[Fascismo]] venne quindi costretto ad accettare la richiesta di convocazione del Consiglio per fare il punto della situazione. In realtà era un colpo di Stato già pianificato. Si trattava di votare sfiducia a Mussolini tramite l'[[Ordine del giorno Grandi]] e togliergli il Comando di tutte le Forze Armate per riaffidarlo al Re.
 
Il matrimonio di Galeazzo ed Edda era naufragato da tempo ma nell'olimpo gerarchico e politico era impossibile separarsi, quindi le apparenze dovevano rimanere in linea con la morale del matrimonio di quei tempi mentre i due, invece, si tradivano costantemente e reciprocamente. Edda e Galeazzo erano irreprensibili nelle apparizioni ufficiali della coppia, non molte per la verità. L'importante era salvare la facciata. Ma con l'arresto di Ciano tutto cambiò. Edda si mise per lui di traverso, lottò come una leonessa a cui avevano strappato il piccolo, per salvare il marito contro tutto e contro tutti: l'antico amore si riaccese ed esplose inarrestabile<ref name="Guerri">[[Giordano Bruno Guerri]], ''Galeazzo Ciano'' - ''Una vita'' ''(1903-1944)''.</ref>.
Ciò avrebbe comportato, nei calcoli dei gerarchi cospiratori, le dimissioni dell'irresoluto Mussolini e la sua sostituzione con un nuovo capo del Fascismo in grado di operare lo sganciamento dalla [[Germania]]. In realtà il piccolo Re [[Vittorio Emanuele III]] d'accordo con la vecchia volpe di [[Pietro Badoglio|Badoglio]], ha già pronto un altro suo retroscena che prevede l'arresto di Mussolini proprio nella sua stessa casa e la nomina di Badoglio Capo del Governo. Alla diramazione radiofonica delle "''Dimissioni del Cavalier Benito Mussolini''" il popolo fa il resto: esplode in una reazione antifascista da sommossa, distruggendo sedi, stemmi, caserme e statue del Regime, addirittura attuando la "caccia al fascista". Il Fascismo finisce qui e per sempre. Hitler dirà: "Cos'è dunque questo Fascismo che si è sciolto come neve al sole?"; fu l'unico caso nella storia di un regime autoaffondatosi.
 
È in quei momenti di pericolo supremo che si riscopre la realtà di un sentimento che sembrava per sempre sopito. La guerra era persa e di lì a pochi mesi sarebbe finita e i maggiori gerarchi nazisti volevano mettere le mani sui [[diari di Ciano]] e per cancellare prove compromettenti che li coinvolgevano nelle responsabilità della guerra o trovare eventuali escamotage per i loro comportamenti, quindi i ''Diari'' diventavano merce di scambio per la vita di Galeazzo. [[Joachim von Ribbentrop]], [[Ernst Kaltenbrunner]] e lo stesso [[Heinrich Himmler]] allungavano gli occhi su quei ''Diari''<ref name="Guerri" />.
Ciano è distrutto e preda di rimorsi lancinanti; ora si ritrova chiuso nella sua casa di via Angelo Secchi ai Parioli a Roma. Alla vista del Regime crollato e il suocero arrestato vuole suicidarsi; addirittura prega la moglie [[Edda Ciano|Edda]] di sparagli. Non immaginava certo che sarebbe andata a finire così. Mussolini viene portato via in un posto segreto; c'è chi lo sente imprecare: "Ah!Il quarantenne!" riferendosi a Ciano. I due si rincontreranno in Germania nella sontuosa residenza che Hitler a messo a disposizione per il Duce dopo la sua liberazione dal Gran Sasso. Mussolini a cena con tutta la famiglia riunita perdona Ciano in lacrime per l'occasione. Ciano doveva andare in [[Spagna]] ma i tedeschi lo avevano dirottano in Germania: l'ombra della vendetta di Hitler si allunga su di lui.
 
Si combinò un piano per liberare Ciano dagli Scalzi in cambio dei suoi diari e l'autorevole Edda Ciano Mussolini era l'intermediaria con le alte gerarchie naziste. Nel frattempo Ciano si è fatto installare nella sua cella una stufetta con un lungo tubo che esce dai vetri della finestra opacata; ne cura la combustione e ama il dolce tepore che emana, è uno dei suoi passatempi preferiti. Una notte viene svegliato da due guardie che hanno portato le loro donnine a vedere il famoso Ciano in cella come fosse un animale raro dello zoo; questa e tante altre umiliazioni ferirono il carattere assai emotivo e ipersensibile di Galeazzo, tenendolo in uno stato continuo di abbattimento e afflizione. La cella era la sua alcova, in cui mentalmente si sentiva protetto tra quei muri dalla realtà turbolenta del di fuori; i pasti gli venivano preparati da un noto ristorante di Verona.
[[Joseph Goebbels|Goebbels]] lo chiama "fungo velenoso da estirpare". Hitler fa chiaramente intendere a Mussolini di arrestare e condannare i traditori del Gran Consiglio. Lui obbedisce e fa arrestare i gerarchi traditori che ancora non sono scappati (Ciano è tra loro), che vengono tradotti poi nel Carcere degli Scalzi, un ex convento di frati a [[Verona]]. Niente importa che abbia già perdonato Ciano. Quest'ultimo e i suoi camerati reclusi si chiamano tra di loro ironicamente "fraticelli". Ciano è segretamente scaramantico come il suocero e la cella numero 27 che gli viene assegnata ha un numero sinistro che non gli piace: secondo la numeralogia vuole dire morte. Incredibilmente da qui riesce a tenere contatti epistolari persino con [[Winston Churchill]], il re Vittorio Emanuele III e l'amante del Duce [[Clara Petacci]] la quale, nonostante gli attriti del passato, ha per lui parole di conforto e pregherà Mussolini di salvarlo ma inutilmente: "Ben salva quell'uomo!" gli ripeterà più volte.
 
Mille pensieri attraversavano la mente di Galeazzo e il capolinea di essi erano sempre le lacrime per i tre figli che ora vivevano senza di lui. Poi si ritrovava nell'autocommiserazione a singhiozzare in silenzio ma rapidamente si ricomponeva per non farsi beccare in quello stato. Lo consolava la promessa di una liberazione forzata a cui anelava con tutte le sue speranze, un po' come quella di Mussolini sul [[Gran Sasso]], giurando e spergiurando a se stesso che mai e poi mai sarebbe rientrato in politica in futuro. Il pensiero di un processo da affrontare lo mandava in deliquio.<ref name="Siciliano">[[Enzo Siciliano]], ''Morte di Galeazzo Ciano'', Giulio Einaudi Editore.</ref>
== Considerazioni sul film ==
Il film "''Io e il Duce''" vuole cogliere proprio la realtà storico - romanzesca di quello che avvenne tra il 25 luglio 1943 e l'[[11 gennaio]] [[1944]], cioè tra la caduta del Fascismo e la fucilazione dei traditori del Gran Consiglio. Fu una tragedia che coinvolse le due più potenti famiglie d'Italia, quella dei Mussolini e dei Ciano.
 
Edda nel frattempo riuscì a farsi ricevere dal Führer per perorare la causa del marito. Davanti a lui, presenti anche gli sbigottiti Himmler e il ministro per la propaganda [[Joseph Goebbels]], disse senza mezzi termini che oramai era notorio che la guerra fosse perduta (e questo già dal 1943) e che praticamente giustiziare Galeazzo per una guerra persa aveva poco senso. Arrivò anche a offrire a Hitler i famosi diari accennando a grandi guadagni per i diritti d'autore, cosa che fece inorridire Goebbels come poi annotò nei suoi [[Diari di Joseph Goebbels|diari]]. Certamente Edda fu salvata dal cognome che portava se non fece la fine di [[Mafalda di Savoia]]. Dopo il colloquio, ci si può giurare, Hitler ebbe un attacco di collera isterica, cosa che di certo non aiutò la condizione di Ciano.<ref>Joseph Goebbels, ''Diari 1924-1945'', part. anno 1943.</ref>
Genialmente il regista Negrin, pur essendo un attento riportatore dei fatti storici accaduti, vuole però saltare la ripetitività di cronaca di fatti oramai arcinoti e famosi per evidenziare il lato umano di questa storia, che altro non è che una meravigliosa storia d'amore, apolitica, sullo sfondo della tragedia della più sanguinosa guerra mai avvenuta; ed è proprio questa il motivo portante del film, una storia d'amore bella da sembrare un romanzo mai scritto, stupefacente perché vera. Quello che sembrava un matrimonio di regime combinato, si rivelò invece un legame indissolubile di affetti, complicità, coraggio e dedizione estrema che neanche la morte sciolse. Galeazzo ed Edda divisero tutto, anche la più profonda disperazione. Alla sua scomparsa nel 1995, Edda, come da sua decisione, fu tumulata vicino a Galeazzo nel [[Cimitero della Purificazione]] a Livorno e non nella cripta di famiglia a Predappio. Rimase per sempre una Ciano.
 
In passato Edda e Galeazzo avevano preso in considerazione che il loro matrimonio era fallito; come già detto molti tradimenti da ambo le parti lo comprovavano. Nello spirito complice della coppia razionale e anticonformista che tanto piaceva a Galeazzo e a Edda, ne avevano discusso e parlato ed erano arrivati alla conclusione che divorziare non potevano, né legalmente, né per motivi di immagine politica e d'altronde i figli erano ancora piccoli. Erano arrivati alla conclusione di uno status di lealtà e di buona amicizia che permetteva loro di tirare avanti la famiglia e di essere svincolati: due ottimi amici era il loro nuovo ruolo reciproco.
"Io e il Duce" sembra una sorta di continuazione dei famosi ''Diari di Ciano'' in un momento in cui era difficile scriverli; ecco perché il titolo in prima persona. Il regista Negrin entra così nel punto di vista personale del soggetto principale aumentandone l'ottica e l'efficacia descrittiva.
 
Nei pochi colloqui in carcere Ciano vede Edda: Galeazzo la vede buttarsi anima e corpo per salvarlo. Alla domanda: "Edda fai questo solo per amicizia?" gli occhi di Edda gli risposero. Tornò in cella e si mise a piangere, distrutto, commosso; in quel supremo momento di vita, forse per la prima volta si era accorto cosa significasse amare e cosa fosse il vero amore. Amare disperatamente ad un passo dalla morte è qualcosa che avvicina a [[Dio]] e di molto; Galeazzo lo provò in cuor suo<ref name="Siciliano" />. Tra le vicende che sbalordirono Ciano in quel periodo, ci fu quella del suo amico [[Alessandro Pavolini]]; Alessandro toscanaccio come lui, era da Galeazzo soprannominato "Buzzino" per il suo carattere chiuso, timido e riservato.
== Trama ==
 
Certamente non sarebbe arrivato dove era arrivato senza le spinte del suo potente amico Ciano e ora che lui era caduto in disgrazia vedeva il suo ex amico trasformato in un fanatico e spietato nemico che voleva la sua testa a tutti i costi. Evidentemente non era mai stato un amico ma solo interessato. L'unica parentesi forse bella era la presenza di [[Hilde Purwin|Felicitas Beetz]], una ragazza tedesca poco più che ventenne, comparsa a [[Monaco di Baviera]] e che seguiva Ciano per accaparrarsi i suoi preziosi diari. Sicuramente era inviata dalla coppia Himmler - Kaltenbrunner, quelli che Ciano definiva "il gatto e la volpe" della politica [[nazionalsocialismo|nazista]], sempre intenti a confabulare e a coprirsi le loro atroci malefatte. Frau Beetz sicuramente fu scelta apposta perché parlava italiano fluente ma anche per i suoi begli occhi azzurri. Frau Beetz non era bellissima, ma a Galeazzo sembrò un angelo inviato dalla [[Provvidenza]], che lo aiutò non poco, sia moralmente che praticamente.<ref name="Siciliano" />
Gian Galeazzo Ciano aveva sposato la difficile figliola del Duce, Edda, chiamata affettuosamente in famiglia "la Deda" o più verosimilmente "l'Aquilaccia" per il suo carattere ostinato e diretto. Edda fumava, beveva e giocava d'azzardo, delapidando ingenti somme; di certo non accettava ruoli di dama di compagnia o di femmina sottomessa. Ciano saldava regolarmante i debiti di gioco. I due si amavano ma con il tempo il rapporto si deteriorò, ciò anche per i continui tradimenti di Ciano con donne aristocratiche ma anche popolari come la figlia del mugnaio di [[Ostia]] Antica.<ref>Da Giuseppe Bottai - Diario 1935-1944, BUR Biblioteca Universale Rizzoli, 2001</ref>
 
Fu lei e solo lei che riuscì a sollevare il morale di Ciano con la promessa di riuscire a inviarlo in un paese neutrale in cambio dei suoi diari. Ciano le diceva spesso che a guerra finita avrebbe inviato una cartolina da dove stava rifugiato a "Frau Beetz - Berlin", come per dire che si sarebbe ricordato di lei per sempre. E lei s'innamorò di quell'uomo tanto triste e vicino alla morte, così romantico e gentile nei modi e nel profondo, straordinariamente mite. Rischiò per lui la vita stessa per aiutarlo e mai lo tradì. Si dice che diventò la sua amante ma la cosa è improbabile a dispetto delle numerose voci in merito; Galeazzo la vedeva più come un'amica e forse una figlia visti i numerosi anni di differenza tra lui e lei. Le voleva bene davvero e si fidava di lei ciecamente ma questa volta il suo cuore era tutto per Edda che non voleva più tradire.<ref>Gaetano Afeltra, ''La spia che amò Ciano'', Rizzoli.</ref>
E questo già dai primi tempi della [[Cina]] dove la coppia era andata a vivere subito dopo il matrimonio; si vociferò di una relazione tra Ciano e [[Wallis Simpson]], la futura moglie di [[Edoardo VIII d'Inghilterra|Edoardo VIII]], il re inglese che per lei abdicò; la relazione pare che finì con un aborto clandestino. Mussolini giudicava queste scappatelle di Ciano ovvie per un uomo sposato e annuiva positivamente; anche lui regolarmante e per vent'anni a Palazzo Venezia, tra un'udienza e l'altra, fruiva di avventure sbrigative con giunoniche donne che la Questura gli reclutava; a detta del suo cameriere personale [[Quinto Navarra]] neanche si toglieva i pantaloni della divisa. Non così per [[Rachele Mussolini|Donna Rachele]] che, vedendo la figlia Edda in lacrime per i tradimenti del marito, appioppò un sonoro schiaffo in pieno viso al genero che se lo prese "diplomaticamente"; Rachele evidentemente ancora non sapeva di Claretta e della furia motoria sessuale del marito.
 
Hitler fu informato dell{{'}}''Operazione Conte'' per far evadere Ciano e il piano crollò. Fu il preludio della fine di Galeazzo Ciano. Ora niente più si frapponeva tra lui e il processo, quella farsa che passerà alla storia come il [[processo di Verona]]. Le autorità volevano sbrigarsi: processo, sentenza ed esecuzione della condanna a morte tutto d'un colpo. Naturalmente non volevano fare pressione eccessiva su Ciano perché temevano che messo alle strette avrebbe parlato di cose troppo scomode come, ad esempio, dell'[[Olocausto]], di cui era bene informato. Edda cercò furiosamente di far graziare Ciano dal padre; arrivò a minacciarlo, di divulgare pubblicamente certe sue notizie, lo disprezzò e lo insultò oltre ogni limite e poi lo abbandonò portandosi via i figli; non lo rivide mai più.<ref>Metello Casati, ''1944: il processo di Verona'', da ''I documenti terribili'', Mondadori, 1973, Milano.</ref>
Il matrimonio di Galeazzo ed Edda era naufragato da tempo ma nell'olimpo gerarchico e politico era impossibile separarsi, quindi le apparenze dovevano rimanere in linea con la morale del matrimonio di quei tempi mentre i due, invece, si tradivano costantemente e reciprocamente. Edda e Galeazzo erano irreprensibili nelle apparizioni ufficiali della coppia, non molte per la verità. L'importante era salvare la facciata. Ma con l'arresto di Ciano tutto cambiò. Edda si mise per lui di traverso, lottò come una leonessa a cui avevano strappato il piccolo, per salvare il marito contro tutto e contro tutti: l'antico amore si riaccese ed esplose inarrestabile.Galeazzo Ciano.<ref> Una vita (1903-1944), Libro Italiano di Giordano B. Guerri</ref>.
 
E arrivò il giorno del processo. Nel tetro e immenso salone dove si svolgeva, la luce faceva fatica a illuminare la scena, un enorme [[fascio littorio|fascio repubblicano]] troneggiava sulla sala; ora la scure si trovava nella sommità delle verghe, quasi a voler accentuare un testardo rinnovamento sugli errori del passato come lo sciagurato connubio con la [[monarchia]]. Galeazzo era seduto su una sedia con il cappello appoggiato sul pomello dello schienale, in una posa che sembrava più adatta a un convivio bucolico che a un processo: era la sua forma di disprezzare quanto gli avveniva intorno. Guardava il soffitto a cassettoni come era solito fare di fronte a quelle cose antiche che tanto accendevano la sua curiosità. Giudicava il tutto una buffonata con la sentenza già scontatissima: il processo lo facevano più per loro che per gli altri imputati.
È in quei momenti di pericolo supremo che si riscopre la realtà di un sentimento che sembrava per sempre sopito. La guerra era persa e di lì a pochi mesi sarebbe finita e i maggiori gerarchi nazisti volevano mettere le mani sui [[Diari di Ciano]] e per cancellare prove compromettenti che li coinvolgevano nelle responsabilità della guerra o trovare eventuali escamotage per i loro comportamenti, quindi i ''Diari'' diventavano merce di scambio per la vita di Galeazzo. [[Joachim Von Ribbentrop|Von Ribbentrop]], [[Ernst Kaltenbrunner|Kaltenbrunner]] e lo stesso [[Himmler]] allungavano gli occhi su quei ''Diari''..<ref> Una vita (1903-1944), Libro Italiano di Giordano B. Guerri</ref>.
 
Nei pochi appunti che riuscì a far uscire dal carcere, così lo descrive: "Sembrava che le tombe del cimitero del [[fascismo]], nella turpe notte, avessero vomitato fuori i cadaveri redivivi di questi esseri che ora sbraitavano, urlavano volgarissime minacce con un odio senza limiti.... minacce che avrebbero messo in pratica se la mia persona non fosse stata prontamente protetta... una mischia di criminali miserabili quanto sanguinari... se dopo vent'anni e più il fascismo ha portato anche a questo, certamente è stato la sciagura d'Italia... No, non posso pentirmi in cuor mio di quello che ho fatto...". E la sentenza arrivò, implacabile: a poco più di quarant'anni si concludeva l'astro di giovane che, da ''enfant prodige'' della diplomazia europea, si era ridotto a diventare uno degli uomini più odiati d'[[Italia]], se non d'[[Europa]].
Si combinò un piano per liberare Ciano dagli Scalzi in cambio dei suoi Diari e l'autorevole Edda Ciano Mussolini era l'intermediaria con le alte gerarchie naziste. Nel frattempo Ciano si è fatto installare nella sua cella una stufetta con un lungo tubo che esce dai vetri della finestra opacata; ne cura la combustione e ama il dolce tepore che emana, è uno dei suoi passatempi preferiti. Una notte viene svegliato da due guardie che hanno portato le loro donnine a vedere il famoso Ciano in cella come fosse un animale raro dello zoo; questa e tante altre umiliazioni ferirono il carattere assai emotivo e ipersensibile di Galeazzo, tenendolo in uno stato continuo di abbattimento e afflizione. La cella era la sua alcova, in cui mentalmente si sentiva protetto tra quei muri dalla realtà turbolenta del di fuori; i pasti gli venivano preparati da un noto ristorante di Verona.
Mille pensieri attraversavano la mente di Galeazzo e il capolinea di essi erano sempre le lacrime per i tre figli che ora vivevano senza di lui. Poi si ritrovava nell'autocommiserazione a singhiozzare in silenzio ma rapidamente si ricomponeva per non farsi beccare in quello stato. Lo consolava la promessa di una liberazione forzata a cui anelava con tutte le sue speranze, un po' come quella di Mussolini sul Gran Sasso, giurando e spergiurando a se stesso che mai e poi mai sarebbe rientrato in politica in futuro. Il pensiero di un processo da affrontare lo mandava in deliquio.<ref>Enzo Siciliano - ''Morte di Galeazzo Ciano'' - Giulio Einaudi Editore</ref>.
 
== Note ==
Edda nel frattempo riuscì a farsi ricevere dal Führer per perorare la causa del marito. Davanti a lui, presenti anche gli sbigottiti Himmler e il piccolo ministro per la propaganda Goebbels, disse senza mezzi termini che oramai era notorio la guerra era perduta (e questo già dal 1943) e che praticamente giustiziare Galeazzo per una guerra persa aveva poco senso. Arrivò anche a offrire a Hitler i famosi diari accennando a grandi guadagni per i diritti d'autore, cosa che fece inorridire Goebbels come poi annotò nei suoi diari. Certamente Edda fu salvata dal cognome che portava se non fece la fine di Mafalda di Savoia. Dopo il colloquio, ci si può giurare, un attacco di collera isterica da parte di Hitler, cosa che di certo non aiutò la condizione di Ciano.
<references />
 
In passato Edda e Galeazzo avevano preso in considerazione che il loro matrimonio era fallito; come già detto molti tradimenti da ambo le parti lo comprovavano. Nello spirito complice della coppia razionale e anticonformista che tanto piaceva a Galeazzo e a Edda, ne avevano discusso e parlato ed erano arrivati alla conclusione che divorziare non potevano, nè legalmente, nè per motivi di immagine politica e d'altronde i figli erano ancora piccoli. Erano arrivati alla conclusione di uno status di lealtà e di buona amicizia che permetteva loro di tirare avanti la famiglia e di essere svincolati: due ottimi amici era il loro nuovo ruolo reciproco.
 
Nei pochi colloqui in carcere Galeazzo vede Edda, Galeazzo la vede buttarsi anima e corpo per salvarlo... Le domanda:"Edda fai questo solo per amicizia?" Gli occhi di Edda gli risposero. Tornò in cella e si mise a piangere, distrutto, commosso; in quel momento di vita supremo, forse per la prima volta si era accorto cos'era amare, cos'era l'amore. Amare disperatamente ad un passo dalla morte è qualcosa che avvicina a Dio e di molto; Galeazzo lo provò in cuor suo.
 
== Collegamenti esterni ==
* {{Collegamenti esterni}}
*{{imdb|film|0089645}}
 
{{Portale|fascismo|storia|televisione}}
 
[[Categoria:Film biograficisu Benito Mussolini]]
[[Categoria:Galeazzo Ciano]]
 
[[en:Mussolini and I]]
[[fr:La Chute de Mussolini]]