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{{Nota disambigua||Amsicora (disambigua)|Amsicora}}
{{Bio
|Nome = Ampsicora
|Cognome =
|PostCognome = o '''Amsicora'''
|PreData = {{latino|Hampsicora}}
|Sesso = M
|LuogoNascita =
|GiornoMeseNascita =
|AnnoNascita = III secolo a.C.
|LuogoMorte = Cornus
|LuogoMorteLink = Cornus (Sardegna)
|GiornoMeseMorte =
|AnnoMorte = 215 a.C.
|Epoca = -200
|Attività = militare
|Nazionalità = cartaginese
|Categorie = no
|FineIncipit = è stato un militare e latifondista [[Sardegna|sardo]]-[[Cartagine|punico]]<ref>Casula Francesco Cesare, ''Di.Sto.Sa. Dizionario Storico Sardo'', Sassari, Delfino, 2003, pag.50</ref>, guida della rivolta antiromana del [[215 a.C.]]
|Punto = no
|Immagine = Amsicora, militare cartaginese.png
|Didascalia = Ampsicora, raffigurazione moderna di fantasia
}}
== Origine del nome ==
Si ritiene che il nome Ampsicora abbia lontane origini [[Lingua berbera|berbere]], proprie del [[Nordafrica]] [[Algeria|algerino]] e [[Tunisia|tunisino]]; in quest'area sono infatti presenti [[Toponimo|toponimi]] o idronimi accostabili al nome di Ampsicora, come l'antico fiume ''Ampsaga'' (oggi ''Rhummel'' nell'[[arabo maghrebino|arabo algerino]]) a confine del territorio occupato dai [[Numidia|Numidi]] [[Massili]] presso [[Cirta]]<ref>Mastino, Attilio. ''Storia della Sardegna antica'', Il Maestrale, Nuoro, 2005, pg. 80</ref>. [[Massimo Pittau]] non condivide però tale tesi, reputando piuttosto che l'antroponimo ''Hampsicora'' sia originario della stessa area di provenienza dei [[Protosardi|Sardi]], da lui identificata nella regione [[Mar Egeo|egeo]]-[[Anatolia|anatolica]]<ref>{{cita web|url=http://www.pittau.it/Sardo/ampsicora.html|titolo=L'eroe Hampsicora era sardo, non cartaginese|editore=pittau.it|accesso=25 marzo 2023}}</ref>.
== Biografia ==
Le fonti<ref>La narrazione di questi avvenimenti si trova principalmente in Polibio, III, 96, 7 e segg. e soprattutto in Tito Livio, libri XXII e XXIII</ref><ref>{{cita testo|url=http://www.ancientlibrary.com/smith-bio/1439.html|titolo=William Smith, Dictionary of Greek and Roman Biography and Mythology, 1, Boston: Little, Brown and Company, Vol.2 p. 331|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20090821010332/http://www.ancientlibrary.com/smith-bio/1439.html }}</ref> descrivono Ampsicora come il più ricco tra i proprietari terrieri della [[Sardegna]] che in quel periodo appariva divisa in due entità: da un lato un'ampia parte della fascia costiera meridionale con la quasi totalità delle aree collinari, inclusa la vasta [[Campidano|pianura campidanese]], divise in città-Stato alleate di Cartagine; dall'altro le aree interne più montuose e del nord, ancora gestite direttamente dalle [[civiltà nuragica|tribù nuragiche]], che seppur diventate tolleranti nei confronti dei Sardo-punici dopo molte tensioni, erano assai ostili alla conquista [[Repubblica romana|romana]]; del resto, fin dalla tarda età nuragica i Sardi nuragici e i Cartaginesi intrattenevano rapporti assai stretti, essendo legati da antiche relazioni nonché dal comune risentimento verso i [[Civiltà romana|Romani]]<ref>{{cita testo|url=http://eprints.uniss.it/4597/1/Mastino_A_Sardi_Pelliti_del_Montiferru.pdf|titolo=Mastino, Attilio (2005). ''I Sardi Pelliti del Montiferru o del Marghine e le origini di Hampsicora''|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20181130202121/http://eprints.uniss.it/4597/1/Mastino_A_Sardi_Pelliti_del_Montiferru.pdf }}. In: Mele, Giampaolo (a cura di). Santu Lussurgiu: dalle origini alla "Grande Guerra", Nuoro, Grafiche editoriali Solinas, Vol. 1: Ambiente e storia. p.142</ref>.
In concomitanza con le vittorie di [[Annibale]], Ampsicora fu animatore, insieme ad Annone di [[Tharros]], della rivolta delle città costiere della Sardegna contro i romani del [[215 a.C.]] (''Bellum Sardum''<ref>Mastino, Attilio. ''Storia della Sardegna antica'', Il Maestrale, Nuoro, 2005, pg. 68</ref>), riuscendo ad ottenere l'appoggio dei cosiddetti ''Sardi Pelliti'', in particolare delle tribù degli [[Iliensi]] presso i quali si recò a cercare rinforzi per affrontare i nuovi dominatori. Inoltre i senatori di [[Cornus (Sardegna)|Cornus]], la città della quale Ampsicora era il [[magistrato]] supremo, inviarono degli ambasciatori a Cartagine perché intervenisse in soccorso dei sardi che erano a conoscenza dei fatti accaduti in Italia e che avevano rafforzato la posizione di Annibale sempre più forte contro Roma. Cartagine inviò allora [[Asdrubale il Calvo|Asdrubale]], detto il Calvo, con un'armata di circa diecimila soldati. Tuttavia le navi cartaginesi, giunte ormai in vista di Cornus, furono spinte dai venti verso le [[isole Baleari]]<ref name=Casula50>{{cita|Casula, 2001|p. 50}}.</ref>.
[[File:Sardinia 215 aC - Ampsicora rivolta.png|thumb|upright=1.0|Mappa della [[battaglia di Decimomannu|rivolta di Ampsicora]] in [[Sardegna romana|Sardegna]] (215 a.C.)]]
Il [[console romano]] [[Tito Manlio Torquato (console 235 a.C.)|Tito Manlio Torquato]] radunò a Cagliari due<ref>{{Cita web|url=https://virtualarchaeology.sardegnacultura.it/index.php/it/siti-archeologici/periodo-romano/area-delle-basiliche-di-cornus/schede-di-dettaglio/1014-la-rivolta-di-ampsicora|titolo=Virtual Archaeology - La rivolta di Ampsicora|sito=virtualarchaeology.sardegnacultura.it|accesso=25 marzo 2023}}</ref> [[Legione romana|legioni]] e si avviò verso Cornus. Manlio sorprese le poche truppe guidate da [[Josto]], figlio di Amsicora, che fu sconfitto, avendo commesso l'errore di affrontare in campo aperto il nemico senza attendere ulteriori rinforzi. Infatti Amsicora si trovava a chiedere rinforzi alle popolazioni dei ''Sardi pelliti''. L'arrivo di Asdrubale il Calvo a [[Tharros]] con i rinforzi costrinse Tito Manlio Torquato a ritornare nel sud dell'Isola. Ampsicora e Asdrubale unirono le loro truppe e marciarono anch'essi verso Caralis. Il piano di Amsicora consisteva nel marciare sulla città in modo tale da tagliare fuori dalla rotta dei rifornimenti le altre città della costa occidentale cadute in mano romana.
La [[Battaglia di Decimomannu|battaglia campale]] decisiva si svolse nei pressi di [[Decimomannu]], secondo [[Francesco Cesare Casula]]<ref>{{Cita|F.C.Casùla(1994)|p. 104|Casula}}.</ref>, tra i due fiumi della zona, quindi a poche miglia da Cagliari e vide la sconfitta degli insorti, la cattura di Asdrubale e la morte di Josto. Ampsicora si portò in salvo, rifugiandosi presso le tribù dell'interno. Tuttavia, secondo [[Tito Livio|Livio]], addolorato per la morte del figlio Josto e desideroso di non cadere nelle mani dei romani, si tolse la vita «di notte, perché nessuno gli potesse impedire quel gesto disperato»<ref>[http://www.thelatinlibrary.com/livy/liv.23.shtml Livio, Tito. ''<nowiki/>'']''[[Ab Urbe condita libri|Ab Urbe condita]]'', Libro XXIII. ''Nam et filius Hampsicorae Hostus in acie cecidit, et Hampsicora cum paucis equitibus fugiens, ut super adflictas res necem quoque filii audivit, nocte, ne cvius interuentus coepta impediret, mortem sibi consciuit.''</ref>.
== La figura di Ampsicora nella cultura sarda ==
In virtù della vasta produzione letteraria, Ampsicora rimane senz'altro vivo nella cultura sarda come avversario della conquista romana. Mentre il suo nome ricorre spesso nella [[toponomastica]], è tuttavia raro trovare in Sardegna monumenti a lui dedicati, eccezion fatta per lo [[Stadio Amsicora]] e il quartiere residenziale dal medesimo nome, edificato principalmente negli [[Anni 1970|anni settanta]] a Cagliari.
Le vicende, rivisitate, dell'eroe, si ritrovano in ''Amsicora'', ultimo lavoro dedicato al teatro musicale dal compositore [[Luigi Canepa]], andato in scena al Politeama di Sassari il 29 aprile del 1903. L'opera è un lavoro d’occasione, commissionato a Canepa dall’Associazione Universitaria e ispirata al celebre episodio della storia sarda, su libretto di Salvatore Scano, avvocato e poeta nonché redattore letterario de «[[La Nuova Sardegna]]», il quale a sua volta elaborò una parodia del dramma storico ''Amsicora ossia supremo sforzo per la sarda indipendenza'' scritto nel 1865 dal rettore del [[Antonio Canopolo|Convitto nazionale Canopoleno di Sassari]] Bartolomeo Ortolani per una recita degli stessi allievi del Convitto.
La vita e il sacrificio di Ampsicora è rappresentata anche nel dramma storico in due atti dal titolo ''Ampsicora primo re'', scritto e diretto da Giuseppe Curreli, con musiche originali di Luciano Boris Smocovich, in scena per la prima volta al Teatro Alfieri di [[Cagliari]] il 14 novembre 2003.
Il 2 luglio [[2010]], in occasione del suo primo [[palio di Siena]], il [[fantino]] [[Ozieri|ozierese]] Antonio Siri ha assunto il nome ''Amsicora'' in suo onore.<ref>{{cita news|titolo=Dato il nome ai due fantini esordienti: Antonio Siri sarà ''Amsicora'', Federico Ghiani ''Strappo''|url=http://www.valdelsa.net/det-cy32-it-EUR-39551-.htm|giorno=02|mese=07|anno=2010|pubblicazione=Valdelsa.net|accesso=3 luglio 2010|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20100708021127/http://www.valdelsa.net/det-cy32-it-EUR-39551-.htm|urlmorto=sì}}</ref>
Il 21 aprile [[2022]] il compositore sardo Mare Insularum Pier ha pubblicato il brano per pianoforte dal titolo ''Hampsicora's lament'' dedicato al sacrificio di Ampsicora.<ref>{{Cita web|titolo=Hampsicora's Lament|url= https://www.mareinsularumpier.eu/discography/hampsicoras-lament/ }}</ref>
==Note==
<references/>
==Bibliografia==
* Piero Meloni, ''La Sardegna romana'', Chiarella, Sassari, 1975; nuova ediz. ampliata 1990.
* (a cura di) Attilio Mastino, ''Storia della Sardegna antica'', Il maestrale, Nuoro, 2005; {{cita testo|url=http://www.sardegnacultura.it/documenti/7_93_20060719131740.pdf|titolo=integralmente disponibile|accesso=8 novembre 2017|dataarchivio=17 luglio 2013|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20130717092340/http://www.sardegnacultura.it/documenti/7_93_20060719131740.pdf|urlmorto=sì}} su "Sardegna Cultura", portale culturale della Regione Autonoma della Sardegna.
* Maurizio Corona, ''La rivolta di Ampsicora: cronaca della prima grande insurrezione sarda (215 a. C.)'', Akademeia, Cagliari, 2005.
* [[Massimo Pittau]], ''L'eroe Hampsicora era sardo, non cartaginese'', {{cita testo|url=http://www.pittau.it/Sardo/ampsicora.html|titolo=disponibile}} sul sito personale dello stesso autore, già Professore ordinario di Linguistica sarda presso l'[[Università degli Studi di Sassari]].
* {{Cita libro|titolo = La storia di Sardegna|autore = [[Francesco Cesare Casula]]|editore = Carlo Delfino|città = Sassari|anno = 1994|ISBN = 88-7138-065-7|cid = F.C.Casùla(2004)}}
* Frantziscu Casula - Amos Cardia, ''Amsicora'', Alfa Editrice, Quartu, 2007.
* Francesco Casula, ''Uomini e donne di Sardegna'', pagg.9-30, Alfa editrice, Quartu 2010.
* Tonino Oppes, ''Ampsicora Eroe sardo'', Condaghes, Cagliari 2014.
*{{Cita libro|nome=Omar|cognome=Onnis|nome2=Manuelle|cognome2=Mureddu|titolo=Illustres. Vita, morte e miracoli di quaranta personalità sarde|url=https://www.worldcat.org/oclc/1124656644|accesso=6 dicembre 2019|data=2019|editore=Domus de Janas|città=Sestu|oclc=1124656644|ISBN=978-88-97084-90-7}}
* {{cita libro|autore=[[Francesco Cesare Casula]] |titolo=Dizionario Storico Sardo |anno=2001 |editore=Carlo Delfino |città=Sassari |isbn=88-7138-241-2}}
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