Faella: differenze tra le versioni

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{{W|Toscana|settembre 2008}}
{{Divisione amministrativa
|Nome=Faella
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|Grado amministrativo=4
|Divisione amm grado 1=Toscana
|Divisione amm grado 1-2=
|Divisione amm grado 2=Arezzo
|Divisione amm grado 2-23=Castelfranco Piandiscò
|Altitudine=
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|Altitudine=146
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|Note superficie=
|Abitanti=1764
|Note abitanti=
|Aggiornamento abitanti=2001
|Codice postale=52026
|Prefisso=[[055 (prefisso)|055]]
|Fuso orario=+1
|Codice catastale=
|Nome abitanti=faellesi
|Patrono=[[Natività della Beata Vergine Maria]]
|Festivo=[[8 settembre]]
}}
 
'''Faella''' è una frazionelocalità di {{formatnum:1764}} abitanti del comune di [[PianCastelfranco di ScòPiandiscò]], innella [[provincia di Arezzo]], nelin [[ValdarnoToscana]].
 
==OriginiStoria==
===Medioevo===
Il borgo di Faella ha origini antiche e la sua chiesa è documentata fin dal [[XIII secolo]].
Nel [[XII secolo]], su una collina situata nei pressi dell'attuale nucleo abitativo di Faella, erano collocati una chiesa, intitolata a [[San Michele]], e un [[castello]]. Di tali edifici oggi più niente rimane, tranne deboli tracce. Anche la località non è più esistente: denominata “Failla” o “Favilla”, era situata nella parte alta della vallata del torrente Faella, sulle ripide e scoscese balze di “Barberaia” e del “Varco”. Infatti, [[Emanuele Repetti]]<ref>E. Repetti, ''Dizionario geografico fisico e storico della Toscana'', vol. II, Firenze, 1835</ref> riferisce che''”il luogo dove fu l'antico castello di Faella è situato sopra una piaggia di argilla cerulea sulle falde occidentali dell'Appennino di Pratomagno, fra il torrente Faella che gli resta a levante e quello del [[Resco Simontano]] che rode la sua base a ponente (…) L'odierno borgo di Faella (…) è posto mezzo miglio a levante dal poggio, in cui esisteva il castello nominato, sulla ripa destra del torrente Faella''”.
Tuttavia, nonostante la lontana provenienza, l'edificio ha tratti semplicissimi e il suo impianto iconografico, a causa di molteplici trasformazioni ([[1712]], [[1753]], [[1782]], [[1792]], [[1875]] e le distruzioni dell’ultima guerra) è attualmente caratterizzato da un modesto stile [[barocco]]. che non permette una precisa datazione.
 
Le prime notizie documentate di questo castello risalgono al [[1168]]<ref name=ASF>Archivio di Stato di Firenze, ''”Diplomatico, S.Bartolomeo a Ripoli (Badia Vallombrosa)''”, 1168 ott.</ref>. Trattasi di un atto di clemenza, sottoscritto da “Renuccino del fu Ranieri” con promessa ai monaci del [[Monastero di San Salvatore a Soffena]] di non molestare i loro territori.
La chiesa di [[Santa Maria]] a Faella, eretta su bassa collina alla destra del fiume [[Arno]], a circa 5&nbsp;km da [[Figline Valdarno]], nella piana alluvionale del torrente omonimo, certamente fu costruita in coincidenza con l’epoca in cui la pianura, ormai bonificata, iniziava ad essere messa a coltura.
È sconosciuta la famiglia di appartenenza del feudatario. Alcuni ricercatori individuano legami con gli [[Ubertini]], altri con i [[Pazzi del Valdarno]], senza tuttavia fornire elementi utili per la corretta attinenza. Tuttavia, il diploma di [[Federico Barbarossa|Federico I]] assegnava ai [[Conti Guidi]] questi territori, che i figli di [[Uguccione di Pazzo]] detenevano in feudo<ref>Il diploma concesso ai Conti Guidi da Federico I (1164 settembre 28) riporta : ''terra Wilielminga, quam detinent filii Vgicionis Pazi in feudum ab lodem.''</ref>.
Questa fondazione ecclesiastica era compresa tra le suffraganee della Pieve di Sco.
Per trovare notizie documentate dell'edificio occorre risalire al [[1260]] tramite il [[Libro di Montaperti]] ma la sua edificazione è senz’altro antecedente, poiché il fenomeno di edificazione delle chiese rurali si esaurì nella metà del XIII secolo.
 
La collocazione del castello, in altura e a pochi chilometri dal fiume [[Arno]], tra i torrenti [[Resco]] e Faella, dimostra la ricerca, da parte dei costruttori, di una posizione protetta in modo naturale ai fini difensivi. In questo caso le paludi circostanti e le [[Balze di Faella|balze]], offrivano difese connaturate e vicine ai campi fertili, necessari alla sussistenza. Durante l'anno mille, comunque, la pianura del [[Valdarno]] iniziava a perdere quella sua palustre caratteristica, dovuta alle numerose inondazioni causate dall'Arno e dai suoi affluenti, favorendo i primi insediamenti e l'edificazione di nuovi centri abitati.
L’insediamento attorno alla chiesa di Faella (nel 1260 portavano la stessa dedicazione di Santa Maria una trentina di edifici religiosi collocati nello stesso [[Sesto di Por S. Piero]] di [[Firenze]]) era un ''popolo'', un ''villaggio aperto'', cioè, secondo la dizione usata nel territorio fiorentino, il raggruppamento di case attorno a una chiesa non battesimale e privo di mura difensive. Era diretto da un rettore che lo regolava alle dipendenze della Pieve di Sco.
 
In quegli anni anche gli abitanti del castello di “Failla” scesero nella valle sottostante e fondarono il loro villaggio. La chiesa di Santa Maria a Faella, eretta su bassa collina alla destra del fiume Arno, a circa {{M|5|u=km}} da [[Figline Valdarno]], nella piana alluvionale del torrente omonimo, è documentata fin dal [[XIII secolo]]. Certamente fu costruita in coincidenza con l'epoca in cui la pianura, ormai bonificata, iniziava ad essere messa a coltura. Questa fondazione ecclesiastica era compresa tra le suffraganee della Pieve di Sco. Per trovare notizie documentate dell'edificio occorre risalire al [[1260]] tramite il [[Libro di Montaperti]] ma la sua edificazione è senz'altro antecedente, poiché il fenomeno di edificazione delle chiese rurali si esaurì nella metà del XIII secolo.
Nel [[1299]], Firenze, con lo scopo di migliorare le difese del Valdarno, ma soprattutto desiderosa di consolidare la propria supremazia nella campagne, decise di edificare gli insediamenti fortificati di [[San Giovanni Valdarno]], [[Castelfranco di Sopra]] e, successivamente [[Terranuova Bracciolini]].
L'insediamento attorno alla chiesa di Faella era un popolo, un "villaggio aperto", cioè, secondo la dizione usata nel territorio fiorentino, il raggruppamento di case attorno a una chiesa non battesimale e privo di mura difensive. Era diretto da un rettore che lo regolava alle dipendenze della Pieve di Sco.
Faella è elencata tra i tredici popoli che componevano la comunità di Castelfranco di Sopra..
 
L'epistola di [[Lapo da Castiglionchio]]<ref>''Epistola al figlio Bernardo'', a cura di L. Mehus, Corciolani e Colli, [[Bologna]], 1753</ref> riporta che nel [[1204]] le “tenute” di Failla e Faella competevano alla famiglia dei [[da Quona]]. Non sappiamo con quale diritto di proprietà o di concessione i da Quona gestissero questi territori, appartenuti ai [[Conti Guidi]] e che Aldobrandino di Tribaldo da Quona invece, tramite permuta, cede ad Alberto di Ranieri dei [[Ricasoli (famiglia)|Ricasoli]].
Nel [[1312]], la [[diocesi di Fiesole]] soppresse la vicina chiesa di [[San Michele a Favilla]] ed il popolo fu riunito a quello di Faella. La fusione dei due popoli incrementò notevolmente Faella che allargò la propria giurisdizione, toccando i confini di [[Viesca]] e [[Ostina]].
 
Faella, durante il [[medioevo]] era collocata nel [[Contado]] fiorentino, quindi soggetta a Firenze, al suo [[Comune]] e alla sua [[Signoria cittadina|Signoria]]. Quando, a partire dal [[1250]], la città fu divisa in sestieri, i territori faellesi furono assegnati al Sesto di San Piero. Nel [[XIV secolo]], quando ai sestieri subentrarono i [[Quartiere|quartieri]], furono compresi nel Quartiere di San Giovanni.
Occorre attendere il [[1637]] per ottenere l’elevazione della chiesa faellese a ''[[Prioria]]'' e il [[1712]] per dotarla del fonte battesimale: il tutto in conformità con i tempi in cui il borgo si presentava come un vero ''[[feudo]]'' della famiglia [[Rinuccini]] di Firenze che avviava la coltivazione dei propri terreni con una moderna gestione.
 
Dopo l'edificazione dell'insediamento fortificato di [[Castelfranco di Sopra]] del [[1299]], Faella è chiamata a far parte della “Lega di Castelfranco”, insieme ai tredici popoli che componevano la comunità stessa.<ref>''Statuti dei Comuni di Castelfranco di Sopra e Castiglione degli Uberti'', a cura di G. Camerani Marri, Olschki Ed., Firenze 1963</ref>
Con la riforma del [[Granduca Pietro Leopoldo]], nel [[1773]], Faella viene annessa alla Comunità di Castelfranco di Sopra. Nel [[1811]], durante l’invasione francese, fu invece trasferita
nella Comunità di Pian di Scò.
 
===Età moderna===
A seguito del riordinamento amministrativo del [[Granducato di Toscana]], i territori comunali di Pian di Scò passarono, nel [[1825]], alla provincia di Arezzo e, ovviamente anche Faella, dopo secoli di sottomissione a Firenze, iniziò a far parte del territorio provinciale aretino.
Nel [[Settecento]] il borgo si presentava come un vero [[feudo]] della famiglia [[Rinuccini]] di Firenze che avviava la coltivazione dei propri terreni con una moderna gestione.
 
Con la riforma del [[Granduca Pietro Leopoldo]], nel [[1773]], Faella viene annessa alla Comunità di Castelfranco di Sopra. Nel [[1811]], durante l'invasione francese, fu invece trasferita nella Comunità di [[Pian di Scò]].
Nel [[1899]] viene conferita alla chiesa di Santa Maria di Faella il titolo di ''Propositura''.
A seguito del riordinamento amministrativo del [[Granducato di Toscana]], i territori comunali di Pian di Scò passarono, nel [[1825]], alla provincia di Arezzo e, ovviamente anche Faella, dopo secoli di sottomissione a Firenze, iniziò a far parte del territorio provinciale aretino.
 
Durante la [[seconda guerra mondiale]], all'alba del 27 luglio [[1944]], Faella fu completamente distrutta. Per rallentare la marcia degli eserciti alleati, i tedeschi fecero saltare in aria palazzi, strade e ponti. Gran parte del patrimonio artistico del paese andò distrutto, come il palazzo degli [[Altoviti]] e quello degli Antonielli.
==Il castello==
 
== Monumenti e luoghi d'interesse ==
Nella località è documentata l’esistenza di un [[castello]].
[[File:Faella_137.jpg|thumb| right |Santa Maria a Faella, foto della seconda metà del [[Novecento]].]]
[[File:Faella 1603.JPG|thumb| right |Casa Corbinaia, foto della prima metà del Novecento.]]
=== Architetture religiose ===
*[[Chiesa di Santa Maria a Faella]]: nonostante sia documentato fin dal XIII secolo, l'edificio ha tratti semplicissimi e il suo impianto iconografico, a causa di molteplici trasformazioni ([[1712]], [[1753]], [[1782]], [[1792]], [[1875]] e le distruzioni dell'ultima guerra) è attualmente caratterizzato da un modesto stile [[barocco]] che non permette una precisa datazione. Nel [[1312]], la [[Diocesi di Fiesole]] soppresse la vicina chiesa di San Michele a Favilla ed il popolo fu riunito a quello di Faella. La fusione dei due popoli incrementò notevolmente Faella che allargò la propria giurisdizione, toccando i confini di [[Viesca]] e [[Ostina]]. Occorre attendere il [[1637]] per ottenere l'elevazione della chiesa faellese a ''[[Prioria]]'' e il [[1712]] per dotarla del fonte battesimale. Nel [[1899]] viene conferita alla chiesa il titolo di ''Propositura''.
*'''Oratorio di San Fortunato al Valluccio''', in via dello Stagi. Edificato nel [[XVIII secolo]].
 
===Architetture civili===
Secondo [[Emanuele Repetti]]<ref> ''Dizionario geografico fisico e storico della Toscana'', vol. II, Firenze, [[1835]]</ref> “''il luogo dove fu l’antico castello di Faella è situato sopra una piaggia di argilla cerulea sulle falde occidentali dell’Appennino di Pratomagno, fra il torrente Faella che gli resta a levante e quello del Resco Simontano che rode la sua base a ponente (…) L’odierno borgo di Faella (…) è posto mezzo miglio a levante dal poggio, in cui esisteva il castello nominato, sulla ripa destra del torrente Faella''”.
*'''Casa Corbinaia''' in via delle Chiuse: interessante costruzione di [[casa colonica]] toscana del XVIII secolo.
*'''Casa podere il “Casalino”,''' edificio del XVIII secolo.
*'''Casa Valluccio''', in via dello Stagi.
*'''Villa Ghiselli''' in località Raffantini, costruita nella prima metà del XVIII secolo.
 
==Società==
Da questo castello, in un atto del [[1168]], Renuccino figlio di Ranieri, promette ai monaci del [[Monastero di San Salvatore a Soffena]] di non molestare i loro territori.
===Evoluzione demografica===
Nel [[1204]] il castello apparteneva ad Aldobrandino di Tribaldo da [[Quona]] che lo cede ad Alberto di Ranieri dei [[Ricasoli]].
{{Vedi anche| Castelfranco Piandiscò}}
 
==Evoluzione demografica==
→ ''Vedi: [[Pian di Scò]]''.
 
==Geologia==
→ ''{{Vedi anche: [[|Lago pliocenico del Valdarno Superiore]]''.}}
[[File:balze.jpg|thumb|Le [[balze di Faella]].]]
Il luogo è ricordato da Emanuele Repetti<ref name=autogenerato1>E. Repetti, ''Dizionario'', cit. p.83</ref> per il ritrovamento di ossa [[fossili]] appartenenti a quadrupedi di età preistoriche.
I resti di [[Elephas meridionalis]] e [[Ursus etruscus]], qui rinvenuti, sono conservati al [[Museo Paleontologico di Montevarchi]].
 
Anche [[Giambattista Brocchi]]<ref>G. Brocchi, ''Conchiologia fossile Subappennina: con osservazioni geologiche'', [[Milano]], 1883 </ref> ci narra che ''di rinoceronte era forse quel dente trovato a Faella nel Valdarno, e descritto dal Targioni, che dice essere simile ad un molare di cavallo''.
La località è ricordata da Emanuele Repetti<ref>Ibidem, p.83</ref> per il ritrovamento di ossa [[fossili]] appartenenti a quadrupedi di età preistoriche.
I resti di [[Elephas meridionalis]] e [[Ursus etruscus]], qui rinvenuti, sono conservati al [[Museo Paleontologico di Montevarchi]].
 
Anche [[Giambattista Brocchi]]<ref>''Conchiologia fossile Subappennina: con osservazioni geologiche'', [[Milano]], [[1883]] </ref> ci narra che ''di rinoceronte era forse quel dente trovato a Faella nel Valdarno, e descritto dal Targioni, che dice essere simile ad un molare di cavallo''.
[[Immagine:balze.jpg|thumb|left|Le balze di Faella]]
 
==Toponimi==
La località prende il nome dal torrente che scorre vicino.
Nella ricerca del suo toponimo, [[Silvio Pieri]]<ref>''Toponomastica della Valle dell’Arno''. [[Roma]], [[1919]]</ref> elenca il vocabolo nei ''nomi locali da nomi di piante'' sotto il termine di ''[[fagus]], [[faggio]]''.
Varie etimologie, comunque, potrebbero indurci a non scartare la possibilità di una diversa interpretazione, riferita a processi di acquisizione e di bonifica di nuove terre agricole; come pure non è da escludere un’origine germanica.
 
Nella ricerca del toponimo, [[Silvio Pieri]]<ref>S. Pieri, ''Toponomastica della Valle dell'Arno''. [[Roma]], 1919</ref> elenca il vocabolo nei ''nomi locali da nomi di piante'' sotto il termine di ''[[fagus]], [[faggio]]''.
Nella zona si rileva una toponomastica di origine germanica: Brolio, Foracava, Montecarelli.
Varie etimologie, comunque, potrebbero indurci a non scartare la possibilità di una diversa interpretazione, riferita a processi di acquisizione e di bonifica di nuove terre agricole; come pure non è da escludere un'origine germanica.
Di origine latina, con derivazione dalle condizioni del suolo i toponimi Costa e Scala; dal nome di piante derivano Barberaia, Carpine, Ontaneto, Pratiglione. Castellare, invece, è il termine usato per l’indicazione di un castello abbandonato o distrutto.
 
Nel territorio si rileva una toponomastica di origine germanica: Brolio, Foracava, Montecarelli.
==Personalità legate a Faella==
Di origine latina, con derivazione dalle condizioni del suolo i toponimi Costa e Scala; dal nome di piante derivano Barberaia, Carpine, Ontaneto, [[Pratiglione]]. Castellare, invece, è il termine usato per l'indicazione di un castello abbandonato o distrutto.
* [[San Vitalissimo]], le cui spoglie sono conservate nella chiesa di S. Maria a Faella.
* [[Iacopo Altoviti]] ([[1604]]-[[1693]]), ecclesiastico. Ha vissuto a Faella, in un palazzo di famiglia oggi non più esistente perché distrutto dall’ultima guerra.
* [[Giovacchino Antonielli]] (Faella [[1792]] – Firenze [[1859]]), vescovo cattolico. Fu vescovo della [[Diocesi di Fiesole]] dal 3 agosto [[1857]] al 27 settembre [[1859]]. E’ ricordato<ref>E. Repetti, cit. p.83</ref> anche come curatore<ref> http://www.treccani.it/enciclopedia/villani_(Enciclopedia-Dantesca)/ </ref> della “Cronica di [[Giovanni Villani]]” pubblicata nel [[1823]].
* [[Mario Vittori]], poeta, nacque a Faella nel [[1910]].
 
== Feste e ricorrenze ==
==Eventi==
La festa propria della località è quella dell'8 settembre, [[Natività della Beata Vergine Maria]] e intitolazione della chiesa di Faella.
La terza domenica dell'ottobre del [[1858]] le reliquie di San Vitalissimo, donate dalla Contessa Rinuccini, furono spostate nella chiesa di Faella. In quella occasione i festegiamenti durarono una settimana intera, successivamente, ogni anno, al fine di ricordare questo avvenimento si organizzano queste feste che per molti anni furono chiamate "Le Feste del Santo". Nel dopo guerra quando nel valdarno si diffusero le Feste del Perdono, anche la festa di Faella assunse questa denominazione. Ancora oggi però, qualche anziano nostalgico preferisce chiamarle con l'antico nome; Feste del Santo, o di San Vitalissimo.
== Manifestazioni e fiere ==
 
TradizionalmenteOgni laanno, festanella haterza iniziodomenica condi laottobre, Processionesi religiosasvolge chela onora le reliquie[[Festa del SantoPerdono]] Vitalissimo. Durante tutto il periodo si svolge lacon "Fiera dell'antiquariato, artigianato, arti e mestieri del passato" ede èil possibile“Palio parteciparedelle allaContrade”, Cenaseguito indalla piazza.tradizionale L'eventocorsa principaledi delcavalli Perdonolungo dila Faellavia èprincipale ildel Paliopaese. delleL'evento Contradeprende ovverospunto ladalla corsa“Festa deidel cavalliSanto” attraversocon la viaquale principale.nel Le1858 seratesi dellacelebrò festala sonotraslazione animatedelle dareliquie musica,di ballo[[San e altri intrattenimenti. I festeggiamenti terminano con iVitalissimo]] tradizionalinella fuochichiesa artificialifaellese.
 
==Sport==
Nell'agosto del [[2010]], dopo molti anni di assenza, torna a Faella il calcio dilettantistico. Nasce così l'A.S.D. FAELLAFaella, squadra iscritta al campionato di terza categoria, campionato vinto al secondo tentativo, nella stagione [[2011]]/[[2012]] con conseguente promozione nella seconda categoria Toscana.
 
Nella stagione 2014/2015 è stata effettuata la fusione tra l'A.S.D. Faella e la U.S. Faellese, piccolo settore giovanile locale, dando origine ad una nuova e fiorente società dilettantistica con settore giovanile annesso.
 
==Amministrazione==
{{Vedi anche| Castelfranco Piandiscò}}
→ ''Vedi: [[Pian di Scò]]''.
 
==Galleria d'immagini==
* Progetto per la fusione tra il comune di Pian di Scò ed il comune di Castelfranco di Sopra avviato ufficialmente il 10 settembre 2012 con l'approvazione di entrambi i consigli comunali e necessitante dell'approvazione dei cittadini tramite referendum. Per maggiori info http://www.facebook.com/comuneunico.castelfrancopiandisco?ref=tn_tnmn
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==Bibliografia==
Image: PFaella.jpg|Panorama
*Giuseppe Raspini, “Faella”. [[Fiesole]], Tip. Sbolci, [[1958]]
Image:Faella 2105.JPG|Veduta da piazza Kennedy
*Innocenzo Petrella, “Faella un paese, la sua storia, la sua chiesa”. Fiesole, S.E. Fiesolano, [[2003]]
Image:Faella 2115.JPG|Centro storico
Image:Faella 2113.JPG|Arco
</gallery>
</div>
 
==Note==
<references/>
 
==Bibliografia==
*Giuseppe Raspini, ''Faella''. [[Fiesole]], Tip. Sbolci, 1958
*Innocenzo Petrella, ''Faella un paese, la sua storia, la sua chiesa''. Fiesole, S.E. Fiesolano, 2003
 
== Voci correlate ==
* [[Balze di Faella]]
 
== Altri progetti ==
{{interprogetto}}
 
== Collegamenti esterni ==
* Biblioteca “Atto Vannucci” Faella [https://web.archive.org/web/20160304223647/http://www.crescendo.ar.it/biblioteca_3.html]
 
{{Controllo di autorità}}
{{Portale|Toscana}}
[[Categoria:Faella| ]]
[[Categoria:Frazioni di Castelfranco Piandiscò]]