Brienza: differenze tra le versioni

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{{Nota disambigua|il calciatore italiano|[[Franco Brienza]]}}
{{F|centri abitati della Basilicata|gennaio 2014}}
{{Divisione amministrativa
|Grado amministrativo = 3
|Nome=Brienza
|Nome = Brienza
|Panorama=VistaBrienza.JPG
|Stato = ITA
|Didascalia=Scorcio dell'abitato
|Stemma = Brienza-Stemma.png
|Bandiera=
|Bandiera = Brienza-Gonfalone.png
|Voce bandiera=
|Voce stemma =
|Stemma=Brienza-Stemma.png
|Voce stemmabandiera =
|Panorama = Brienza Rocca (1).jpg
|Stato=ITA
|Didascalia = Scorcio dell'abitato
|Grado amministrativo=3
|Divisione amm grado 1 = Basilicata
|Divisione amm grado 2 = Potenza
|Amministratore locale =Pasquale ScelzoRaffaele Collazzo
|Partito = [[Listalista civica]] Un’altra Brienza
|Data elezione =08/ 10-06/2009-2024
|Data istituzione =
|Altitudine = 713
|Latitudine gradi=40
|Superficie = 82.94
|Latitudine minuti=28
|Note superficie = [http://www.comuni-italiani.it/076/013/ Dati di riferimento alla superficie]
|Latitudine secondi=43
|Sottodivisioni = Acqua dei Salici, [[Braide (Brienza)|Braide I]], [[Braide (Brienza)|Braide II]], Cesinale, Chiuse, Monte I, Monte II, Pozzi, Schiavi, Taverne, Visciglieta
|Latitudine NS=N
|Divisioni confinanti = [[Atena Lucana]] (SA), [[Marsico Nuovo]], [[Polla]] (SA), [[Sala Consilina]] (SA), [[Sant'Angelo Le Fratte]], [[Sasso di Castalda]], [[Satriano di Lucania]]
|Longitudine gradi=15
|Zona sismica = 1
|Longitudine minuti=37
|Gradi giorno = 2206
|Longitudine secondi=48
|Nome abitanti = burgentini
|Longitudine EW=E
|Patrono = [[San Cataldo vescovo|san Cataldo]] - S.S. Crocifisso - Madonna Addolorata
|Altitudine=713
|Festivo = 10 maggio - 1ª domenica di maggio - 3ª domenica di settembre
|Superficie=82.69
|PIL =
|Note superficie=
|PIL procapite =
|Abitanti=4187
|Mappa = Map of comune of Brienza (province of Potenza, region Basilicata, Italy).svg
|Note abitanti=[http://demo.istat.it/bil2010/index.html Dato Istat] - Popolazione residente al 31 dicembre 2010.
|Didascalia mappa = Posizione del comune di Brienza all'interno della provincia di Potenza
|Aggiornamento abitanti=31-12-2010
|Sottodivisioni=Braide I, Braide II, Monte I, Monte II, Schiavi
|Divisioni confinanti=[[Atena Lucana]] (SA), [[Marsico Nuovo]], [[Polla]] (SA), [[Sala Consilina]] (SA), [[Sant'Angelo Le Fratte]], [[Sasso di Castalda]], [[Satriano di Lucania]]
|Codice postale=85050
|Prefisso=[[0975]]
|Fuso orario=+1
|Codice statistico=076013
|Codice catastale=B173
|Targa=PZ
|Zona sismica=1
|Gradi giorno=2206
|Diffusività=
|Nome abitanti=burgentini
|Patrono=[[San Cataldo vescovo|San Cataldo]] - S.S.Crocifisso - Madonna Addolorata
|Festivo=[[10 maggio]] - 1ª Domenica di Maggio - 3ª Domenica di settembre
|PIL=
|PIL procapite=
|Mappa=Map of comune of Brienza (province of Potenza, region Basilicata, Italy).svg
|Didascalia mappa=Posizione del comune di Brienza all'interno della provincia di Potenza
|Sito=http://www.comune.brienza.pz.it/
}}
'''Brienza''' è un [[Comune (Italia)|comune italiano]] di {{Popolazione|ITA}} abitanti<ref name="template divisione amministrativa-abitanti" /> della [[provincia di Potenza]] in [[Basilicata]].
 
== Geografia fisica ==
'''Brienza''' è un [[comune italiano]] di 4.205 abitanti della [[provincia di Potenza]].
Sorge a 713 m [[s.l.m.]] nella parte centro-occidentale della provincia al confine con la parte centro-orientale della [[provincia di Salerno]].
 
Confina con i comuni di: [[Sasso di Castalda]] (6&nbsp;km), [[Satriano di Lucania]] (9&nbsp;km), [[Atena Lucana]] (SA) (12&nbsp;km), [[Marsico Nuovo]] (15&nbsp;km), [[Sant'Angelo Le Fratte]] (16&nbsp;km), [[Sala Consilina]] (SA) (18&nbsp;km) e [[Polla]] (SA) (26&nbsp;km).
== Geografia ==
 
Sorge a 713&nbsp;m [[s.l.m.]] nella parte centro-occidentale della provincia al confine con la parte centro-orientale della [[provincia di Salerno]].
 
Confina con i comuni di: [[Sasso di Castalda]] (6&nbsp;km), [[Satriano di Lucania]] (9&nbsp;km), [[Atena Lucana]] (SA) (12&nbsp;km), [[Marsico Nuovo]] (15&nbsp;km), [[Sant'Angelo Le Fratte]] (16&nbsp;km), [[Sala Consilina]] (SA) (18&nbsp;km) e [[Polla]] (SA) (26&nbsp;km). Dista 32&nbsp;km da [[Potenza (Italia)|Potenza]] e 129&nbsp;km dall'altra provincia lucana [[Matera]].
 
==Storia==
L'origine di Brienza è quasi sicuramente [[longobarda]]: la radice [[''burg]]'' (luogo fortificato), dal [[toponimo]] latino Burgentia, suffragherebbe tale ipotesi. Il primo nucleo abitato sembra risalire al [[VII secolo d.C.]] e fu realizzato sul versante del colle che costeggia il corso del torrente Pergola. Successivamente con l'aumento demografico avvenne l'espansione anche sul versante che predomina l'attuale centro abitato. Sulla sommità del colle molto probabilmente venne edificato in epoca longobarda un mastio, inglobato in epoca normanna nel primo nucleo dell'attuale castello Caracciolo. Il documento più antico a noi noto, che ci parli di un castrum burgentiae risale all'anno 1097.
 
Storicamente Brienza ha sempre fatto parte del [[Principato e Terra Beneventana|Principato]] salernitano (poi divenuto [[Principato Citra]]) e soltanto in epoca moderna è entrata a far parte della Basilicata.<ref>{{cita libro|titolo=Storia della Basilicata|vol=2 Il Medioevo|autore=Antonio Cestaro, Cosimo Damiano Fonseca, Gabriele De Rosa|editore=Gius.Laterza & Figli|p=724|isbn=9788858147740}}</ref>
Il primo nucleo sembra datare al VII secolo d.C. Il borgo antico si sviluppa soprattutto dopo il 1000, tutto intorno al castello. Colpisce il visitatore con il suo fascino immediato e misterioso che fa di Brienza uno dei centri di origine medioevale più interessanti del mezzogiorno.
 
Il sacerdote [[Giuseppe Paternoster]] (1823-1888), raccontando in uno scritto le vicende del luogo dove era nato, osservava che "
{{citazione|malagevole, per non dire impossibile, si è l´'origine del nostro Paese, essendo come quella di tante Città e Paesi del Regno ravvolta nei; misteri dell´'antichità. Di Brienza non fa menzione scrittore alcuno; né vi sono tradizioni che ci guidano al vero. Il sito però ove trovasi edificato, quello che ora chiamasi antico Paese intorno al Castello, accenna a quel periodo di tempi procellosi, in cui le continue invasioni barbaresche costringevano i Popoli a ridursi in luoghi pressoché inaccessibili, per causare stragi e rapine.}}Nel corso dei secoli il toponimo muta in Brienza. Secondo Giuseppeil GattiniDefenback, Brienzail venivaradicale "nomatadella Burgentiaparola eBrienza nonossia si“Brie” sarebbeo alieni“Bria” dal(che crederein possafrancese esseresignifica statoformaggio) indica un accantonamentoluogo di“ubi terrefiunt burgansaticheboni ridivenutecasei” poi(dove feudalisi producevano buoni formaggi), oe semplicementeciò unci borgofa comprendere che la città fosse una comunità di pastori e contadini di origine gotica.
È tra i pochi paesi della Basilicata che ha conservato la sua struttura architettonica di borgo medioevale.
 
=== Cronologia di Brienza ===
Uno studio comprensivo del periodo feudale e' "The Continuity of Feudal Power: The Caracciolo Di Brienza in Spanish Naples", Tommaso Astarita, Cambridge University Press (CUP), 1991 (in Inglese). I marchesi Caracciolo di Brienza, erano un ramo di uno dei clan più antichi e potenti nel regno di Napoli, ed erano tra le cento più ricche famiglie feudali in quel periodo.
Dal 600 al 1799:
 
* [[VII secolo d.C.|VIII-IX secolo d.C.]] Sorse probabilmente il convento di San Giacomo, che sarebbe stato tenuto dai [[Benedettini]] e abbandonato nel sedicesimo secolo.
{{Nota
* IX secolo A cavallo dei due secoli si innalzò la chiesa più antica di Brienza, dedicata a [[San Martino]].
|titolo = Cronologia di Brienza
* [[XI secolo]]. Intorno a tale periodo ad opera dei Normanni fu eretto il primo nucleo dell'attuale castello, che più tardi verrà ampliato e maggiormente munito dagli [[Angioini]] e successivamente ristrutturato dai marchesi [[Caracciolo]].
|contenuto = dal 600 al 1799
* 1080. Guglielmo, figlio del conte [[Roberto di Montescaglioso]], ereditò il feudo di Brienza.
*VII secolo d.C. Sorse probabilmente allora il convento di [[San Giacomo]], che sarebbe stato tenuto dai [[Benedettini]] e abbandonato nel sedicesimo secolo.
* 1095/1097 [[Pietro Pappacarbone|Pietro]], abate della Trinità di Cava, ebbe in dono la chiesa e il monastero di San Giacomo di Brienza.
*VII-VIII secolo d.C. A cavallo dei due secoli si innalzò la chiesa più antica di Brienza, dedicata a [[San Martino]].
* [[XII secolo]]. Venne ultimata la chiesa di Santa Maria Assunta, attuale Chiesa Madre. Nei secoli successivi l'abitato di Brienza poté vantare ben sei parrocchie: Santa Maria Assunta, Santa Elisabetta, San Martino, San Zaccaria, San Michele dei Greci e SS. Annunziata attuale chiesa parrocchiale.
*849 In seguito al trattato di spartizione del ducato longobardo di [[Benevento]], Brienza rientrò nei possedimenti di Siconolfo, principe di Salerno, come sede di un piccolo gastaldato. Le contrade Spineto e San Martino erano abitate dai fuggiaschi di due città vicine, distrutte dai [[Vandali]]: Acerronia ed Atina.
* 1130 La chiesa di San Giovanni fu donata all'abate di Cava da [[Guglielmo di Montescaglioso]].
*XI sec. Intorno a tale periodo fu eretto il castello, che più tardi gli [[Angioini]] e quindi i [[Caracciolo]] avrebbero ristrutturato.
* 1145 I documenti indicano in Giovanni di Marsico il priore del monastero di San Giacomo.
*1080. Il figlio del conte Roberto di Montescaglioso, Guglielmo, ereditò il feudo di Brienza.
* 1156 I discendenti di Guglielmo di Montescaglioso, per aver dato manforte alla ribellione del 1155-1156, persero le loro terre. A Brienza fu cerato un feudo in capite de domino Rege.
*1092 La chiesa di San Giovanni di Petra venne donata alla Trinità di Cava da Gregorio, conte di Capaccio, e da sua moglie Maria.
*1095/1098 Pietro,1163 abateIl dellapriore TrinitàGiovanni di Cava,Marsico ebbefece in donoedificare la chiesa e il monastero di San Giacomo di BrienzaLorenzo.
* 1163-1179 Venne consacrata la chiesa di San Lorenzo e se ne affidò la giurisdizione alla badia di Cava.
*XII sec. Venne costruita la chiesa di Santa Maria Assunta. A quell´epoca è anche databile la presenza di sei parrocchie: Santa Maria Assunta, Santa Elisabetta, San Martino, San Zaccaria e San Michele dei Greci.
* 1166 La [[Margherita di Navarra e di Sicilia|regina Margherita]], scomparso il marito [[Guglielmo I di Sicilia|Guglielmo I]], cedette il [[Castello Caracciolo (Brienza)|castello]] ad Enrico di Navarra.
*1130 La chiesa di San Giovanni fu donata all´abate di Cava da Guglielmo di Montescaglioso.
* 1178-1188 Mentre regnava [[Guglielmo II di Sicilia|Guglielmo II il Buono]], gruppi locali di ''milites'' aderirono fedelmente alla missione in Terra Santa: è quanto si evince dalle testimonianze riportate nel puntualissimo ''[[Catalogo dei Baroni]]''.
*1145 I documenti indicano in Giovanni di Marsico il priore del monastero di San Giacomo.
* XIII secolo. Ai principi del secolo, sul monte omonimo, sorse il primo nucleo della cappella dedicata al [[Santissimo Crocifisso]].
*1156 I discendenti di Guglielmo di Montescaglioso, per aver dato manforte alla ribellione del 1155-1156, persero le loro terre. A Brienza furono creati dei feudi in capite de domino Rege.
* 1222 Alla chiesa di San Zaccaria vennero elargiti privilegi da Ruggiero, [[Arcidiocesi di Potenza-Muro Lucano-Marsico Nuovo#Marsico Nuovo|vescovo di Marsico Nuovo]], che incaricò il diacono Luigi di redigere l'inventario dei beni.
*1163 Il priore Giovanni di Marsico fece edificare la chiesa di San Lorenzo.
* 1269 [[Carlo I d'Angiò]] assegnò a Rainaldo De Poncellis il feudo di Brienza.
*1163-1179 Venne consacrata la chiesa di San Lorenzo e se ne affidò la giurisdizione alla badia di Cava.
* 1280 A Rainaldo De Poncellis successe il figlio Giovanni, che esercitava inoltre la propria autorità sui feudi di Andretta e Pescopagano.
*1166 La regina Margherita, scomparso il marito Guglielmo I, cedette il castello ad Enrico di Navarra.
* XIV secolo Brienza passò al feudatario Mattia.
*1178 1188 Mentre regnava Guglielmo II il Buono, gruppi locali di milites aderirono fedelmente alla missione in Terra Santa: è quanto si evince dalle testimonianze riportate nel puntualissimo [[Catalogo dei Baroni]].
* 1412 Signore di Brienza era Roberto, quarto figlio di Gorrello Aurilia.
*XIII sec. Ai principi del secolo, sul monte omonimo, sorse la cappella del [[Santissimo Crocifisso]].
* 1428 Il 2 novembre la regina Giovanna II vendette il feudo di Brienza a Petraccone [[Caracciolo]] per circa mille once d'oro.
*1222 Alla chiesa di San Zaccaria vennero elargiti privilegia da Ruggiero, vescovo di [[Marsico Nuovo]], che incaricò il diacono Luigi di redigere l´inventario dei beni.
* 1438 Il potere locale veniva gestito da Giovanni Zurlo.
*1269 Carlo I d´Angiò assegnò a Rainaldo De Poncellis il feudo di Brienza.
* 1459 Giacomo Caracciolo diventò signore di Brienza. La sua famiglia, quasi senza interruzione, avrebbe governato nei secoli successivi.
*1280 A Rainaldo De Poncellis successe il figlio Giovanni, che esercitava inoltre la propria autorità sui feudi di Andretta e Pescopagano.
* 1499 Re [[Federico I di Napoli|Federico D'Aragona]] confermò il feudo a Perticone, figlio di Giacomo Caracciolo.
*XIV sec. Brienza passò al feudatario Mattia.
* 1570-1571 Si edificarono la chiesa dell'Annunziata e il convento dei [[Frati Minori Osservanti]], commissionati dai Caracciolo e su disegno di Cafaro Pignoloso di [[Cava dei Tirreni]].
*XV sec. 1412 Signore di Brienza era Roberto, quarto figlio di Gorrello Origlia.
* 1574 Nel mese di giugno prese il via l'attività della confraternita del Santissimo Rosario.
*1428 Il 2 novembre la regina Giovanna II vendette il feudo di Brienza a Petraccone Caracciolo per mille once.
* 1609 La cappella della Madonna degli Angeli, successivamente affrescata da Giovanni de Gregorio detto il Pietrafesa venne costruita nella zona rurale che in seguito avrebbe ospitato anche un [[Lazzaretto]].
*1438 Il potere locale veniva gestito da Giovanni Zurlo.
* 1616 Si ha notizia di una violenta contestazione da parte del popolo burgentino riguardo ai privilegi dei Caracciolo.
*1459 Giacomo Caracciolo diventò signore di Brienza. La sua famiglia, quasi senza interruzione, avrebbe governato nei secoli successivi.
* 1648 Quattrocento soldati, per ordine del feudatario Giuseppe Caracciolo, accorsero a sedare una rivolta scoppiata a causa di alcuni aggravi fiscali.
*1499 Re Federico D´Aragona confermò il feudo a Perticone, figlio di Giacomo Caracciolo.
* 1651 La popolazione venne decimata dalla peste.
*XVI sec. 1570 1571 Si edificarono la chiesa dell´Annunziata e il convento dei [[Frati Minori Osservanti]], commissionati dai Caracciolo a Cafaro Pignoloso di [[Cava dei Tirreni]].
* 1681 Il feudo si cedette a Francesco Campione.
*1574 Nel mese di giugno prese il via l´attività della confraternita del Santissimo Rosario.
* [[File:Brienza Rocca.jpg|miniatura|Rocca di Brienza]]1683 Santa Maria Assunta fu eletta Chiesa Madre.
*XVII sec. 1609 La Cappella della Madonna degli Angeli venne costruita nella zona rurale che in seguito avrebbe ospitato anche un [[Lazzaretto]].
* XVIII secolo. Nel corso del secolo la chiesa dell'Annunziata venne decorata da una serie di opere di Nicola La Sala, Francesco Maugieri, [[Nicola Peccheneda]] e [[Giacomo Colombo (artista)|Giacomo Colombo]].
*1616 Si ha notizia di una violenta contestazione da parte del popolo burgentino riguardo ai privilegi dei Caracciolo.
* 1709 Nacque in quell'anno [[Pietro Giampietro detto il Pietrafesa]], autore degli affreschi che impreziosiscono il chiostro del convento dell'Annunziata.
*1648 Quattrocento soldati, per ordine del feudatario Giuseppe Caracciolo, accorsero a sedare una rivolta scoppiata a causa di alcuni aggravi fiscali.
* 1715-1720 La cappella di San Michele Arcangelo, meglio nota come San Michele dei Greci, fu ricostruita grazie al sacerdote Gaetano Addobbato.
*1651 La popolazione venne decimata dalla peste.
* 1726 Marchese di Brienza era Litterio Giuseppe Caracciolo.
*1681 Il feudo si cedette a Francesco Campione.
* 1736 I contadini occuparono le terre di Monte Pezzafarina e Croce dell'Ausino.
*1683 Santa Maria fu eletta Chiesa Madre.
* 1748 L'8 dicembre nacque [[Francesco Mario Pagano]], primogenito di Tommaso e di Marianna Pastore.
*XVIII sec. Nel corso del secolo la chiesa dell´Annunziata venne decorata da una serie di opere di Nicola La Sala, Francesco Maugieri, Nicola Peccheneda e Giacomo Colombo.
* 1754 [[Francesco Saverio Bruno]], figlio di Antonio e di Giovanna Restaino, venne alla luce il 28 luglio. Lo attendeva una brillante carriera giuridica.
*1709 Nacque in quell´anno [[Pietro Giampietro detto il Pietrafesa]], autore degli affreschi che impreziosiscono il chiostro del convento dell´Annunziata.
* 1760-1770 Si ampliò la chiesa madre.
*1715-1720 La cappella di San Michele Arcangelo, meglio nota come San Michele dei Greci, fu ricostruita grazie al sacerdote Gaetano Addobbato.
* 1781 Luisa Labriola, consorte di Prospero Iannelli, mise al mondo il figlio [[Cataldo Iannelli]], oggi ricordato come valente archeologo.
*1726 Marchese di Brienza era Litterio Giuseppe Caracciolo.
* 1783 Litterio Caracciolo fece restaurare il Castello.
*1736 I contadini occuparono le terre di Monte Pezzafarina e Croce dell´Ausino.
* 1795 Nacque, da Nicola Ferrarese e da Antonia Contardi, il figlio [[Luigi Ferrarese]]. Avrebbe espresso il suo originale talento nella ricerca psichiatrica.
*1748 L´8 dicembre nacque [[Francesco Mario Pagano]], primogenito di Tommaso e di Marianna Pastore.
* 1799 Il filosofo, giurista e letterato F. [[Mario Pagano]] venne impiccato a [[Napoli]], in [[Piazza del Mercato (Napoli)|piazza del Mercato]], in quanto tra i principali esponenti della gloriosa e purtroppo effimera repubblica Napoletana all'età di cinquantuno anni. A nulla valsero le richieste giunte da più parti d'Europa al re Ferdinando e la regina carolina di rendergli salva la vita in virtù della sua scienza e della sua dottrina. Era il 29 ottobre. "Spariti e per sempre que' Governi che, con la strage dei più preclari cittadini, s'affidavano di mantenerci nell'abiezione e di toglierci così ogni speranza d'una ventura riscossa, i Brienzani costituirono un comitato per erigere un monumento al grand'uomo. S'iniziò subito una sottoscrizione, alla quale concorsero il Municipio, la Provincia e il Governo: ma passarono molti anni, e solamente nel 1890 la statua a Mario Pagano si poté inaugurare". L'opera bronzea, raffigurante il Pagano eseguita dallo scultore napoletano [[Achille D'Orsi]], domina tuttora il largo antistante il palazzo Municipale. Il suo ultimo restauro risale all'ottobre del 1999, quando è stato celebrato il bicentenario della rivoluzione napoletana.
*1754 [[Francesco Saverio Bruno]], figlio di Antonio e di Giovanna Restaino, venne alla luce il 28 luglio. Lo attendeva una brillante carriera giuridica.
* 1940-43 Negli anni della [[seconda guerra mondiale]], 13 profughi ebrei (tra cui alcune famiglie con bambini) furono confinati in soggiorno coatto a Brienza. Furono tutti liberati con l'arrivo dell'esercito alleato nel settembre 1943. Alcuni di loro poterono già emigrare negli Stati Uniti nel luglio 1944. Gli altri rimasero nell'Italia meridionale in attesa della fine della guerra.<ref>[http://www.annapizzuti.it/regioni/basilicata.php Ebrei stranieri internati in Basilicata].</ref>
*1760-1770 Si ampliò la chiesa madre.
=== Simboli ===
*1781 Luisa Labriola, consorte di Prospero Iannelli, mise al mondo il figlio [[Cataldo Iannelli]] (oggi ricordato come validissimo archeologo).
La [[Blasonatura|descrizione araldica]] dello stemma è la seguente: ''a forma di [[Scudo francese moderno|scudo sannitico]] con una fascia mediale riportante l'iscrizione "BRIENZA FEDELE", che divide lo stemma in due campi. In quello superiore tre torri su fondo azzurro alludono al castello Caracciolo, mentre in quello inferiore [[Fede (araldica)|due braccia con mani]] si stringono in segno di amicizia e solidarietà. Esso infine è sormontato da una corona marchesale''.
*1783 Litterio Caracciolo fece restaurare il Castello.
*1795 Nacque, da Nicola Ferrarese e da Antonia Contardi, il figlio [[Luigi Ferrarese]]. Avrebbe espresso il suo originale talento nella ricerca psichiatrica.
*1799 Il filosofo, giurista e letterato [[Mario Pagano]] venne impiccato a [[Napoli]], in [[Piazza del Mercato]], all´età di cinquantun anni. Era il 29 ottobre. "Spariti e per sempre que´ Governi che, con la strage dei più preclari cittadini, s´affidavano di mantenerci nell´abiezione e di toglierci così ogni speranza d´una ventura riscossa, i Brienzani costituirono un comitato per erigere un monumento al grand´uomo. S´iniziò subito una sottoscrizione, alla quale concorsero il Municipio, la Provincia e il Governo: ma passarono molti anni, e solamente nel 1890 la statua a Mario Pagano si poté inaugurare". L´opera bronzea, eseguita dallo scultore napoletano Achille D´Orsi, domina tuttora nel largo del palazzo comunale. Il suo ultimo restauro risale all´ottobre del 1999, quando è stato celebrato il bicentenario della rivoluzione napoletana.
}}
===Stemma===
La descrizione araldica dello Stemma è la seguente: "A forma di scuso sannitico con una fascia mediale riportante l'iscrizione "BRIENZA FEDELE", che divide lo stemma in due campi. In quello superiore tre torri su fondo azzurro alludono al Castello Caracciolo,mentre in quello inferiore due braccia con mani si stringono in segno di amicizia e solidarietà. Esso infine è sormontato da una corona marchesale".
 
===Onorificenze===
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|nome_onorificenza= Medaglia d'oro al Merito Civile
|collegamento_onorificenza=
|motivazione = In occasione di un disastroso terremoto, con grande dignità, spirito di sacrificio ed impegno civile, affrontava la difficile opera di ricostruzione del tessuto abitativo, nonché della rinascita del proprio futuro sociale, morale ed economico. Splendido esempio di valore civico e di alto senso del dovere, meritevole dell'ammirazione e della riconoscenza della Nazione tutta.}}
 
}}
{{Onorificenze
Si fregia inoltre del titolo di "Città", con Decreto del Presidente della Repubblica in data 07/11/2005.
|immagine= Corona di Città Italiana.svg
|nome_onorificenza= Titolo di città in Italia
|motivazione= Si fregia inoltre del titolo di "Città", con [[Decreto del Presidente della Repubblica]] in data 07/11/2005. }}
 
==Monumenti e luoghi d'interesse==
[[File:Brienza Rocca (2).jpg|miniatura|Vista aerea del borgo di Brienza]]
 
=== Il Borgo ===
Il [[borgo antico di Brienza]] si presenta con un modello ad avvolgimento centripeto avente per fulcro naturale il Castello Caracciolo, posto alla sommità di un colle sui pendii del quale si avviluppanosviluppa eil siborgo. divincolano in una miriade di prospettive fasci concentrici di case, abbarbicati precariamente alla roccia scoscesa. Alla fine di via Mario Pagano, dove anticamente era situata una delle porte di accesso, si inerpicano sul poggio due stradine, quella di Santa Maria a sinistra e della di San Michele dei Greci a destra. Sul versante opposto, ove si accede per la "Portella" ancora visibile nella cinta muraria del Castello, brandelli di muri su viottoli ormai quasi del tutto cancellati testimoniano l'esistenza andata di quegli altri rioni che completavano il borgo: la Torricella, san Martino, San Sebastiano, Via Nuova, San Nicola e Santa Elisabetta. Più giù, verso il fiume, si alza ancora il perimetro dell'antichissima Chiesa di San Martino, probabilmente il primo centro di culto della "Burgentia Fidelis". Domina sulla confluenza di due torrenti (il Pergola e il Fiumicello) la torretta di guardia ("Trucedda" - torretta), all'estremità della cinta muraria che sale fino alla torre circolare del Castello, posta a nord<ref>C.C. COLLAZZO - A. CARBONE - M. COLLAZZO, Brienza il sortilegio della memoria, RCE Potenza 1988</ref>.
===Architetture religiose===
====Chiesa dell'Annunziata====
Chiesa ad unica navata dalla volta affrescata con l'immagine di Gesù Cristo e dei quattro Evangelisti. Risalente al 1571 e già appartenuta ai Padri Minori Osservanti, è opera di Cafaro Pignoloso di Cava dei Tirreni, attivo pure a Marsico Nuovo, ove eresse il palazzo di don Francesco Santomango. Due altari marmorei laterali furono della famiglia Caracciolo e ne portano lo stemma gentilizio. Sull'altare maggiore è un dipinto su tavola, raffigurante la Deposizione e sui dieci altari laterali le statue dei santi. Fra le opere un pulpito ligneo del 1735, di Antonio la Sala di Potenza, con confessionale sottostante, ed un coro a 29 stalli alle spalle dell'altare maggiore.
 
Sul versante opposto, ove si accede per la "Portella" ancora visibile nella cinta muraria del Castello, brandelli di muri su viottoli ormai quasi del tutto cancellati testimoniano l'esistenza andata di quegli altri rioni che completavano il borgo: la Torricella, san Martino, San Sebastiano, Via Nuova, San Nicola e Santa Elisabetta.
====Chiesa Madre di Santa Maria Assunta====
Nelle vicinanze del Castello è la Chiesa Madre dell'Assunta, probabilmente risalente alla fine dell'Xl secolo, fortemente rimaneggiata a seguito dei terremoti del 1761 e 1857, quando furono aggiunti l'ampio sagrato e la cripta per la sepoltura del clero. Costruita fra l'XI ed il XII secolo, si presenta con linea sobria. L'interno si presenta diviso in tre navate (ma originariamente potrebbe essere stata una sola), con un prezioso altare maggiore bicromo con decori in oro. Nella navata sinistra è posto un secondo altare, del 1729, arricchito da un paliotto a motivi floreali. Di un certo interesse è il coro ligneo a 38 stalli, risalente al 1769, e la cantoria finemente lavorata e arricchita di un organo. Sul fonte battesimale - un'acquasantiera in pietra lastricata - troviamo scolpito lo stemma della famiglia Caracciolo.
 
Più giù, verso il fiume, si alza ancora il perimetro dell'antichissima Chiesa di San Martino, probabilmente il primo centro di culto della "Burgentia Fidelis". Domina sulla confluenza di due torrenti (il Pergola e il Fiumicello) la torretta di guardia ("Trucedda" - torretta), all'estremità della cinta muraria che sale fino alla torre circolare del Castello, posta a nord<ref name="Sortilegio">{{cita libro|autore= Cataldo C. Collazzo |autore2= M. Rosaria Carbone |autore3= Mariano Collazzo |titolo= Brienza il sortilegio della memoria |editore= RCE |città= Potenza |anno= 1988}}</ref>.
====Chiesa di San Michele dei Greci====
La Cappella di S. Michele Arcangelo, detta dei Greci perché adibita al rito ortodosso, è ad unica navata, in pietra rettangolare, all'interno contiene un unico altare e un ciclo di bellissimi affreschi di difficile attribuzione.
 
=== La villa rustica "Romana" ===
====Chiesa del S.S. Crocifisso====
In località Sant' Elena presso [[Braide (Brienza)|Braide]], nel 1984 venne rinvenuta una "villa rustica" risalente al periodo romano repubblicano ([[I secolo a.C.|I sec. a.C]]). In seguito a scavi vennero rinvenuti tre ambienti pavimentati con tessere bianche e nere di piccolo formato (''opus signum''), con motivi e rombi e a meandri. Dei tre ambienti, il più grande, mostra un probabile sistema di riscaldamento con caldaia ed era quasi sicuramente adibito a cucina. Un secondo dotato di cisterna rivestita di intonaco impermeabilizzante, di forma circolare con un foro centrale per il deflusso dei liquidi a mezzo di una canaletta, rappresentava un'importante riserva idrica. Il terzo ambiente è un deposito.
A monte dell'abitato è posta la Chiesa del SS. Crocifisso risalente, secondo la tradizione, al 1237, sebbene studi più recenti l'abbiano datata a non più di quattro secoli fa. Si tratta di un piccolo edificio ad unica navata che conserva, al suo interno, alcuni affreschi del 1700. Di sicuro impatto per il visitatore è la sua posizione, su un'altura che domina l'intero corso del Melandro, in un'area circondata da boschi che si anima durante le celebrazioni del SS. Crocifisso.Vi si può godere un panorama assai suggestivo.(S.S. n.95 - Direzione Atena Lucana - Bivio al Km. 3)
 
Successivi scavi nella campagna del 1985 hanno permesso di portare alla luce altri ambienti a sud e a est di quelli già scoperti precedentemente. Tre ambienti a sud hanno come pavimentazione un battuto in malta e terra compatta o cocciopesto. A est, in un ambiente più grande furono recuperati reperti costituiti da un coltello in ferro, frammenti bronzei di rivestimento di parti lignee, chiodi e abbondante ceramica a vernice nera e acroma.
===Architetture militari===
====Castello Caracciolo====
Assegnata da Federico II a Gentile de Petruro e, successivamente, dagli Angioini ai De Poncellis, dal XV sec. Brienza legò strettamente la sua storia alla famiglia dei Caracciolo che si insediarono stabilmente nel castello, ampliandolo. L'ultimo vero feudatario fu, nel 1700, Litterio Caracciolo che si adoperò molto per il paese: arricchì la rocca di numerose opere d'arte, e rifondò, nel 1788, il “Monte del S.S. Rosario di Brienza”, istituzione benefica che aveva lo scopo di assistere i poveri del luogo, cui forniva medicamenti gratuiti, assicurando quattro maritaggi all'anno. Istituì altresì la Scuola Normale per l'insegnamento ai bambini di ogni ceto sociale.
 
Nell 1988 una prospezione archeologica effettuata a mezzo di indagini geofisiche, per tutta l'area circostante la villa indicò la presenza di un'ampia area caratterizzata dalla presenza di rilevanze archeologiche.
La rocca era, forse, un'antica fortezza angìoina di cui rimane traccia nel mastio cilindrico, che emerge dalla massiccia mole, e nella semitorre circolare, situata al centro della cinta muraria per interrompere l'uniformità della cortina e assicurare una più efficace difesa: nel Medioevo si presentava protetto, secondo il metodo delle fortificazioni longobarde, con le case addossate le une alle altre, che costituivano una valida difesa da eventuali attacchi nemici.
Una scalinata in pietra, a cielo aperto, conduce ad un terrazzo a terrapieno posto davanti all'ingresso principale.
Un'antica tradizione attribuisce al castello 365 stanze, una per ogni giorno dell'anno.
 
Il ritrovamento nella villa di un denario di ''M. Sergius Silus'' del 116/115 a.C. ha permesso di stabilire un ''terminus ante quem'' non per la distruzione del complesso, che dagli altri reperti ed elementi ritrovati è stato datato [[I secolo a.C.|I sec. a.C.]]
I Caracciolo, con alterne vicende, rimasero proprietari dei feudo e del castello fino al 1857, anno in cui l'ultima esponente della famiglia, Maria Giulia, lo lasciò in eredità al nipote Luigi Barracco.
 
Attualmente, lo scavo onde evitare un deterioramento di quanto emerso, è ricoperto. In nessuna area del comune è pubblicamente esposto quanto ritrovato.
Iniziò da questo momento la lenta decadenza del maniero; infatti, alla morte del Barracco, il feudo passò a vari feudatari e amministratori che si disfecero, con una serie di vendite, dei beni rustici lasciando in completo abbandono il castello (fortemente danneggiato dal sisma del 1857). L'ultimo proprietario, il De Luca, lo donò, infine, a Francesco Mastroberti, il quale cominciò a vendere quanto di vendibile rimaneva nell'antica costruzione per mantenere i suoi 18 figli in un paese che non aveva ormai più niente altro da offrire.
 
===Urbanistica===
Il maniero, che all'inizio dei 1900 era stato dichiarato di interesse storico, subì, in seguito al terremoto del 1980, il crollo della parete est e della parete sud.
Sul versante opposto del colle è la parte più antica del paese, risalente al [[VII secolo]], abbandonata a seguito del [[terremoto della Basilicata del 1857|terremoto del 1857]], dove è possibile ancora distinguere resti di mura a delimitazione del perimetro della chiesa di S. Martino, del [[IX secolo]]. A fianco della torretta di avvistamento posta a strapiombo su uno sperone roccioso che si affaccia sul sottostante torrente Fiumicello, si trova la porta di accesso secondaria (posterula) nota come porta della Torricella, che introduce al rione di S. Michele dei Greci. A circa sei chilometri di distanza sul monte più alto tra quelli che circondano Brienza è posto il Santuario del Santissimo Crocifisso risalente, secondo la tradizione, al 1237, sebbene studi più recenti sembrano suffragare l'ipotesi che l'edicoletta votiva da cui ha avuto origine la chiesa sia stata realizzata alcuni decenni dopo. Si tratta di un piccolo edificio ad unica navata con zona presbiteriale leggermente rialzata e campanile in stile romanico posto sul retro, ad unica cella, che conserva, al suo interno, alcuni affreschi settecenteschi. Dalla sommita del Sacro monte si gode una vista a 360 gradi sull'intera vallata sottostante.
Attualmente in fase di radicale restauro,sono stati potati alla luce e recuperati le originarie pavimentazioni di numerosi ambienti e ritrovate varie statue, in pietra dura locale, poste in Municipio, in attesa di restauro; durante l'Estate, Il borgo antico e il Castello sono lo scenario e i soggetti principali di numerose manifestazioni e rievocazioni, tra le più importanti della regione, che continuano ad attrarre migliaia di visitatori.
 
===AltroArchitetture religiose===
====IlChiesa Chiazzinodell'Annunziata====
Chiesa a unica navata dalla volta [[affresco|affrescata]] con l'immagine di [[Gesù Cristo]] e dei quattro Evangelisti. Risalente al 1571 e già appartenuta ai Padri Minori Osservanti, è opera di Cafaro Pignoloso di Cava dei Tirreni, attivo pure a Marsico Nuovo, ove eresse il palazzo di don Francesco Santomango. Due altari marmorei laterali appartennero alla famiglia Caracciolo e ne portano lo stemma gentilizio. L'ebanista Nicolò La Sala autore del coro e del pulpito ligneo volle lasciare il suo ritratto sul primo stallo a sinistra del coro dove è riportata la firma e la data di realizzazione (1727) sullo stallo all'estremità opposta del coro è inciso lo stemma della famiglia Caracciolo. Fra le opere conservate, vi è una tela con un ''Sant'Antonio abate'' firmato da [[Nicola Peccheneda]] e datato 1797 e realizzato per l'altare della famiglia Fedele<ref>Alessandro Nesi, ''Nicola Peccheneda, L'Educazione della Vergine'', Firenze, Maniera, 2018, p. 4.</ref>, un pulpito ligneo del 1735, di Antonio la Sala di Potenza, con confessionale sottostante, e un coro a 29 stalli alle spalle dell'altare maggiore.
Situato dove era l'accesso principale del borgo, vi si può ammirare il portale più bello del paese. Partendo da questo punto, ci si inerpica per le fitte stradine della rocca prima di raggiungere il castello. Da visitare: la chiesa di S. Maria Assunta(XII sec.), la Torricella, la cappella di S. Michele dei Greci (XII sec.), la chiesa di S. Martino (XI sec.).
 
====ViaChiesa degliMadre Archidi Santa Maria Assunta====
{{Vedi anche|Chiesa di Santa Maria Assunta (Brienza)}}
Il borgo è un succedersi interessante di antri e piccoli tuguri scavati nella roccia, di modeste abitazioni e di qualche più signorile costruzione. La via degli archi ne è uno degli angoli più accattivanti: archi poveri e stretti che si rincorrono su un budello in cui si riesce a stento a conservare la linea del cielo e che culmina in una piazzetta scoscesa dove le case sembrano la proiezione necessaria della roccia<ref>C.C. COLLAZZO, A. CARBONE, M. COLLAZZO, Brienza il sortilegio della memoria, RCE Potenza 1988</ref>.
Edificata tra l'XI e il XII secolo e a tutt'oggi la chiesa madre di Brienza. Nel 1700, pur mantenendo l'originario impianto a croce latina, è stata ampliata lateralmente. Al suo interno presenta una preziosa cantoria lignea, settecentesca, ornata con archi ellenistici tipici del periodo neoclassico. Inoltre è presente un prezioso altare ligneo settecentesco che, per fattura, dimensioni e pregio, rappresenta {{sf|uno degli altari lignei di maggior rilievo presenti sul territorio nazionale}}. Lungo le navate laterali sono presenti alcuni preziosi dipinti e due sculture lignee di manifattura napoletana di notevole interesse. Ad un livello sottostante alla chiesa è presente quella, che molti storici ritengono essere stata la chiesa che ritengono essere stata la chiesa delle origini. Al di sotto di questo livello sono presenti le cosiddette terre sacre che ospitano le fosse cimiteriali, al cui interno sussistono numerosi resti umani.
 
'''Chiesa di San Michele dei Greci'''
====Piazza del Municipio====
Al centro della piazza campeggia il monumento bronzeo (inaugurato nel 1890), a Francesco Mario Pagano (Brienza,1748-1799), giurista, filosofo e martire della Repubblica partenopea. Sullo sfondo si ergono il convento dei Frati Minori Osservanti (Opera di Cafaro Pignoloso-1571), oggi sede municipale, e l'annessa chiesa dell'Annunziata, coeva.Il 12/03/2011 è stata inaugurata "Piazza dell'Unità d'Italia".
 
Nel rione detto ''Dei Greci'', sorge la chiesa dedicata a ''San Michele Arcangelo,'' in seguito denominata ''San Michele Dei Greci,'' in quanto nel XVI secolo si stanziò in quella zona una piccola comunità di origine greca che dopo pochi anni prese in carico la chiesa e gli uffizi religiosi iniziarono ad essere celebrati secondo il rito greco-ortodosso. La cappella, eretta in epoca medievale, visse un periodo florido grazie ai lasciti e alle donazioni laicali attestate nel XV secolo, la perdita dei quali ne causò un progressivo abbandono. Nel 1941 la chiesa fu chiusa al pubblico per cadere lentamente nell’abbandono, così come, in seguito al terremoto del 1980, accadde per il rione e per l’intero borgo. Le piccole dimensioni dell’unica navata, in cui la zona presbiteriale è separata dall’aula destinata ai fedeli da un arco a tutto sesto, si contrappongono al profondo ambiente ipogeo dove erano ospitate le terre sante (fosse cimiteriali). Inoltre, la chiesa è abbellita, lungo il suo perimetro interno, da affreschi raffiguranti scene tratte dall’Antico e dal Nuovo Testamento, disposte su tre registri diversi, e da elementi floreali, antropomorfi, classici e architettonici, che decorano e rendono l’ambiente uno scrigno nascosto.
===Aree naturali===
Gran valore dell'intera comunità Burgentina è il suo immenso patrimonio ambientale,paesagistico e faunistico: trovandosi in una posizione strategica (è il punto di incontro tra la Val d'Agri, la valle del Melandro e confinante con il Val di Diano), il comune Burgentino è arricchito da un patrimonio boschivo che copre oltre l'80% dell'intero territorio, con la presenza di una sorprendente varietà di specie biologiche e zoologighe, che vanno dai grandi boschi di Faggio, presenti soprattutto sul monte San Gennaro (1012&nbsp;m), alle varietà di querce sparse su tutto il territorio (cerri, querce secolari, roverelle), fino al castagno, che dà il nome a una famosa località, ai piedi del Monte del S.S. Crocifisso, denominata, appunto, Castagneta. Di gran valore paesagistico è la località Lago, Faggeto a 1400 metri di altitudine, di bellezza entusiasmante e selvaggia, regno del silenzio e ricco di aria purissima.(S.S. 598-Direz. Atena Lucana- Uscita Pozzi - proseguire per 5&nbsp;km), con aria pick-nik attrezzata, e fonte di acqua purissima, che sgorga direttamente dalle rocce.
 
'''Cappella della Madonna del Carmine'''
====La Roverella====
La Roverella è una quercia ultrasecolare (la sua età è stimata tra i quattrocento e i mille anni), situata in uno degli scorci più suggestivi del territorio burgentino, ad oltre 1000 metri di quota: essa rientra nelle prime venti piante più grandi d'Italia e, per abbracciarla completamente, ci vogliono più di sette persone; questo maestoso monumento è stato vittima di un tentativo di incendio, nel 2009, e per questo motivo è stata recintata con una staccionata, che permette,inoltre, l'ingresso in una'area pick-nick antistante.
 
Un tempo di proprietà della famiglia Caracciolo e da questi nel corso dell'800 ceduta a Mons. Michele Falce. Attualmente fa parte del palazzo Falce, la cappellina dedicata alla Madonna del Carmine custodisce un'importante tela raffigurante San Pasquale attribuibile al Giampietro.
====R' Tnedd====
Altra zona interessante e caratteristica è sicuramente la zona denominata in dialetto burgentino "Tnedd": l'etimologia del nome deriva dalla locuzione "tnedde", che non erano altro che dei tini, dove si conservavano acqua o vino, ed essa è stata denominata in questo modo proprio perché il letto pietrificato del fiume, eroso dall'incessante lavorio dall'acqua, presenta dei grandi buchi, dove, appunto, si raccoglie l'acqua, creando piccole isolette di pietra che spuntano dal letto del fiume. L'estate, nel periodo di secca del torrente Pergola, è il momento perfetto per andarci, dato che in autunno e in inverno esso è in accessibile per via delle fortissime piogge e delle conseguenti numerose piene. Infine, punto ideale per osservare tale caratteristica aerea di Brienza è il lato est del Borgo e del castello Caracciolo, con la parte più antica del Paese, il rione Torricella.
 
'''Chiesa di San Giuseppe'''
==Società==
===Evoluzione demografica===
{{Demografia/Brienza}}
===Frazioni===
Del comune di Brienza fanno parte le frazioni di:
;Pergola (4,89&nbsp;km): La frazione di PERGOLA dista 4,89&nbsp;km dal Comune di BRIENZA (PZ) Coordinate: latitudine 40°26'34"N - longitudine 15°39'16''E Altitudine: 887 metri s.l.m.
 
Nella contrada Maschito, fuori le mura, di Brienza, nella prima metà del 1600 fu edificata la chiesa di San Giuseppe per volontà di don Giacomo Manzolillo. Grazie ai fondi raccolti da don Rocco Di Fiore, nel 1741 la chiesa fu ristrutturata e abbellita. In seguito, nel 1750 fu inserita nella facciata, già impreziosita da un imponente portale in pietra, un’edicola con la statua lapidea del busto di San Giuseppe con in braccio il Bambin Gesù. La statua riporta la firma dell’esecutore “Andreas”, probabilmente Andrea Carrara di Padula. Nello stesso anno, l’artista Pietro di Gianpietro abbellì l’interno della chiesa con una serie di affreschi sulla vita di San Giuseppe. Di pregevole fattura è anche il soffitto ligneo completamente dipinto, realizzato da un autore ignoto. Nel XIX secolo, in occasione della costruzione della ss. 95, la chiesa fu ridimensionata, assumendo così la sua definitiva e attuale struttura a pianta centrale.
;Acqua dei Salici (6,70&nbsp;km): La frazione di ACQUA DEI SALICI dista 6,70&nbsp;km dal Comune di BRIENZA (PZ) Coordinate: latitudine 40°31'40"N - longitudine 15°35'2''E Altitudine: 554 metri s.l.m.
 
'''Cappella di Maria Santissima delle Grazie''' o '''Madonna di Schiavi'''
;Braide (7,57&nbsp;km): La frazione di BRAIDE dista 7,31&nbsp;km dal Comune di BRIENZA (PZ) Coordinate: latitudine 40°28'41"N - longitudine 15°33'43''E Altitudine: 745 metri [[s.l.m.]] Popolazione: 40 abitanti
 
La cappella, dedicata a ''Maria Santissima delle Grazie'', fu costruita nel 1950 in località Schiavi. L’edificazione della chiesetta fu voluta dall’arciprete don Catello Petrone e fu finanziata dal popolo, dal clero, dal comune di Brienza e da [[papa Pio XII]]. Per il completamento della fabbrica fu utilizzato anche del materiale di spoglio proveniente dalla chiesa di San Martino, in particolare il portale dell’ingresso principale situata nell’antico borgo di Brienza. La cappella, consacrata nel 1951, rimase molto danneggiata dal sisma del 1980 e fu ricostruita nel 2001. L’impianto si presenta ad aula rettangolare con tre archi a tutto sesto che sostengono l’unica navata. Accanto alla cappella si trova la sagrestia, che in passato veniva utilizzata come alloggio dal sacerdote durante il settenario, in preparazione alla festa della Madonna, che si celebra tutt’oggi la quarta domenica di agosto.
;Case del Monte (6,55&nbsp;km): La frazione di CASE DEL MONTE dista 6,55&nbsp;km dal Comune di BRIENZA (PZ) Coordinate: latitudine 40°31'15"N - longitudine 15°35'17''E Altitudine: 548 metri [[s.l.m.]]
 
'''Chiesa di Santa Maria degli Angeli'''
;Cesinale (3,43&nbsp;km): La frazione di CESINALE dista 3,43&nbsp;km dal Comune di BRIENZA (PZ) Coordinate: latitudine 40°27'30"N - longitudine 15°39'10''E Altitudine: 757 metri [[s.l.m.]]
 
Un vero e proprio gioiello, sulla vecchia strada che collegava Brienza a Pietrafesa, è la cappella Santa Maria degli Angeli (dedicata alla Vergine), eretta nel 1622 a circa un chilometro e mezzo dall’abitato di Brienza, per volere della cittadinanza. Qualche anno dopo, nel 1629 la rustica facciata fu impreziosita da un portale rinascimentale in pietra locale, sul cui frontone si trova lo stemma di Brienza, che fa riporta al diritto di proprietà dell’università (Comune). Adiacente alla chiesetta si trovano due cappelle gentilizie, di proprietà delle famiglie Paternoster e Perrelli, e un vecchio stabile di due piani, adibito a lazzaretto in occasione di diverse epidemie, come la peste del 1656. La chiesa si presenta ad unica navata rettangolare, divisa in tre ambienti: la navata e il presbiterio divisi da una pergula (alta balaustra in legno tipica delle chiese delle origini) e un Diaconicon (piccolo ambiente riservato agli officianti). La navata e il presbiterio conservano un pregevolissimo ciclo di affreschi opera di Giovanni De Gregorio, detto il Pietrafesa. Il presbiterio si presenta rialzato rispetto all’aula destinata ai fedeli che a sua volta presenta un soffitto lignieo a cassettoni. Verso la metà del XX secolo, la chiesa (oramai sconsacrata) è stata chiusa al culto, di recente sono stati effettuati lavori di ristrutturazione e restaura che hanno riportato all’antico splendore il ciclo di affreschi.
;Chiuse (1,58&nbsp;km): La frazione di CHIUSE dista 1,58&nbsp;km dal Comune di BRIENZA (PZ) Coordinate: latitudine 40°28'47"N - longitudine 15°38'44''E Altitudine: 783 metri [[s.l.m.]]
 
'''Chiesa di San Zaccaria'''
;Noce del Monte (7,36&nbsp;km): La frazione di NOCE DEL MONTE dista 7,36&nbsp;km dal Comune di BRIENZA (PZ) Coordinate: latitudine 40°31'19"N - longitudine 15°34'50''E Altitudine: 640 metri [[s.l.m.]]
 
La chiesa di San Zaccaria, documentata per la prima volta nel 1222, non ha conservato la struttura originaria a causa delle numerose modifiche subite nel corso del tempo. L’edificio fu ristrutturato per la prima volta nel 1571, ad opera dell’architetto Antonio Donato Cafaro di Cava de’ Tirreni, mentre nel 1750 subì l’ampliamento della navata nella zona prospiciente l’altare maggiore, dando così alla chiesa l’impianto definitivo. Nello stesso anno, la facciata principale fu impreziosita dal monumentale portale lapideo scolpito dal maestro scalpellino Andrea Carrara, che firmò e datò l’opera. Il violento terremoto del 1857 danneggiò l’intera struttura e in particolare fece crollare l’imponente campanile che fu ricostruito e ridimensionato per motivi di sicurezza. La chiesa, rialzata rispetto al piano stradale, ha un impianto longitudinale a navata unica. Dopo il sisma del 1980, i lavori di restauro hanno riportato alla luce diversi affreschi, uno dei quali datato 1586. Inoltre la chiesa è arricchita da preziose tele, realizzate tra il 1600 e il 1800, fra le quali la ''Circoncisione di Gesù'', della seconda metà del XVII secolo. Allo stesso periodo risale l’antica scultura del Crocifisso, collocata sull’altare maggiore.
;Pisciolo (6,05&nbsp;km): La frazione di PISCIOLO dista 6,05&nbsp;km dal Comune di BRIENZA (PZ) Coordinate: latitudine 40°30'44"N - longitudine 15°35'23''E Altitudine: 642 metri s.l.m
 
'''Chiesa di San Martino'''
;San domenica (1,23&nbsp;km): La frazione di SAN DOMENICA dista 1,23&nbsp;km dal Comune di BRIENZA (PZ) Coordinate: latitudine 40°27'58"N - longitudine 15°38'8''E Altitudine: 729 metri s.l.m
 
In Località San Martino, dove in epoca medievale sorse il primo nucleo abitato di Brienza, fu eretta intorno al VIII-IX secolo d.C. la chiesa dedicata a San Martino, la quale, successivamente, fu nota anche come chiesa della Madonna delle Grazie, per una scultura lignea della Vergine del XIV secolo che vi si venerava. In seguito al rovinoso terremoto del 1857 l’intero borgo antico fu quasi raso al suolo, miracolosamente la cappella fu l’unico edificio subì pochi danni, infatti preservò la sua struttura a pianta longitudinale e a navata unica. All’interno era adornata da due altari: l’altare maggiore, abbellito dalla tela raffigurante San Martino di Tours e l’altro altare, dedicato alla Beata Vergine delle Grazie impreziosito dalla sopra citata scultura lignea. La chiesa fu luogo di culto fino al 1942, anno in cui durante la celebrazione di una messa il campanile, nel corso di un violentissimo temporale fu colpito da un fulmine, che provocò il decesso di una donna, diversi feriti e un incendio che danneggiò gravemente la struttura. A seguito di questo evento luttuoso la chiesa fu sconsacrata con conseguente abbandono del luogo.
;San Giuliano (1,01&nbsp;km): La frazione di SAN GIULIANO dista 1,01&nbsp;km dal Comune di BRIENZA (PZ) Coordinate: latitudine 40°28'59"N - longitudine 15°38'16''E Altitudine: 785 metri [[s.l.m.]]
 
'''[[Santuario del Santissimo Crocifisso (Brienza)|Santuario del Santissimo Crocifisso]]'''
;Schiavi(6,00&nbsp;km): La frazione di SCHIAVI dista 6,00&nbsp;km dal Comune di BRIENZA (PZ) Coordinate: latitudine 40°28'32"N - longitudine 15°34'19''E Altitudine: 906 metri [[s.l.m.]] Popolazione: 11 abitanti
 
La particolare devozione dei brienzani verso il Santissimo Crocifisso trae le sue origini da un’edicola votiva che nella seconda metà del 1200 fu eretta sul monte più alto, dell’immediato circondario, di Brienza in segno di devozione e pegno per grazia ricevuta da un cittadino burgentino. Nei secoli successivi l’edicola fu ingrandita fino a diventare una cappella e in seguito una piccola chiesa. Intorno al 1375, su iniziativa di un cittadino brienzano, Antonio Menafra, fu istituito il subpatronato del Crocifisso, un’associazione laica con lo scopo di sostenere e diffondere il culto del Crocifisso. Quest’associazione svolse i suoi compiti per circa quattro secoli, fin quando fu soppiantata dalla Congrega della Santa Croce. Come testimonia l’iscrizione posta sul portale, “A.D. 1659”, la chiesa fu ristrutturata probabilmente in seguito al terremoto del 1656 e alla pestilenza del 1646. La chiesa si presenta a pianta rettangolare e a navata unica con transetto rialzato. Del 1659 è il primo intervento di ristrutturazione, come riportato sull'architrave del portale d'ingresso, probabilmente fatto per rendere grazie a Dio dello scampato pericolo dal rovinoso terremoto del 1646 o dalla peste del 1656. All'interno, nella nicchia posta sull'altare maggiore, si ammira un importante affresco risalente al 1773 raffigurante il compianto sulle spoglie di Gesù morto. Il Santuario dalla prima domenica di maggio accoglie la statua ligniea di Gesù Crocifisso. In quel luogo sacro Gesù Crocifisso rimane per tre mesi, per poi essere accompagnato di nuovo nella Chiesa Madre la terza domenica di settembre.
;Taverne (3,45&nbsp;km): La frazione di TAVERNE dista 3,45&nbsp;km dal Comune di BRIENZA (PZ) Coordinate: latitudine 40°27'36"N - longitudine 15°36'6''E Altitudine: 891 metri [[s.l.m.]]
 
===Architetture militari===
;Visciglieta (5,15&nbsp;km): La frazione di VISCIGLIETA dista 5,15&nbsp;km dal Comune di BRIENZA (PZ) Coordinate: latitudine 40°26'29"N - longitudine 15°39'33''E Altitudine: 826 metri s.l.m.
'''[[Castello Caracciolo (Brienza)|Castello Caracciolo]]'''
[[File:Castello-brienza.jpg|thumb|Castello di Brienza]]
Sul limitare di Piazza del Sedile anticamente esisteva una delle porte di accesso al borgo, da cui si diramano sul poggio due stradine sinuose ed erte, quella di Santa Maria, a sinistra, e quella di San Michele dei Greci a destra, che fendono con le loro propaggini la compattezza rigida dei due rioni. Sul versante opposto è ancora visibile nella cinta muraria del Castello la "Postelua" o “Posterla”, in italiano “Portella”, ossia una delle porte di accesso secondarie al borgo medievale.
 
Il borgo medioevale si sviluppa soprattutto dopo l’anno 1000, sul versante opposto rispetto all’insediamento delle origini. Esso presenta il tipico impianto “ad Castellum” (ossia fasci circolari di abitazioni al cui centro è posto il castello). Il borgo è costituito dai rioni di: Santa Maria, Sant’ Elisabetta (via Archi) e San Michele dei Greci. Il visitatore è immediatamente colpito dall'aspetto antico e misterioso del borgo, che fa di Brienza uno dei centri di origine medioevale più interessanti del mezzogiorno d’Italia.
===Tradizioni e folclore===
====La leggenda di Bianca da Brienza====
Verso la metà del Trecento viveva, in lusso sfarzoso, nel castello di Brienza una bellissima donna di nome Bianca. Ella era solita dare delle feste alle quali si presentava vestita solo dei suoi gioielli, verso i quali aveva un attaccamento morboso.
 
Intorno al V-VI secolo d.C., sul cd. colle maggiore si sviluppò il primo nucleo abitato, probabilmente, sormontato e protetto da un mastio (ossia una torre squadrata molto robusta tipica degli insediamenti longobardi). Questo primo nucleo sorse nell’area successivamente denominata contrada “Trucedda” e, nello specifico, nella zona attualmente occupata dai ruderi della Chiesa di San Martino risalente al IX secolo d.C.
Si narra che il "suo tesoro" fosse custodito in un stanza segreta la cui ubicazione era conosciuta solo da Bianca e dalla sua fedele ancella. Durante un viaggio verso Amantea, Bianca e il suo seguito furono catturati dai pirati e condotti ad Algeri per essere venduti come schiavi. Un pascià, vista la bellissima Bianca, se ne invaghì e la condusse con sé nel suo palazzo come favorita. Da quel momento non si è saputo più nulla né della bella Bianca, né del suo fantastico tesoro, rimasto rinchiuso nella segreta e mai più ritrovato.
 
In epoca normanna (X secolo), al tempo di Guglielmo d’Altavilla, si iniziò ad edificare (in pietra) inglobando il preesistente mastio (in legno) il castello oggigiorno denominato Castel Caracciolo.
Nel 1644 il castello fu "teatro" di un'altra intricata vicenda. Proprietario del castello era il marchese Rodolfo, costretto per necessità finanziarie a cedere il castello e il podere circostante al barone Tiburzio, che gliene lasciava provvisoriamente l'uso. Rodolfo, innamorato di Clorinda, sua pupilla e ospite (a sua volta innamorata del fattore Eugenio) dopo aver appreso dal suo confidente Enrico di un incontro amoroso tra Clorinda ed Eugenio, adirato, scacciò Eugenio. Costui rivelò di essere in realtà il barone di Laurente, incaricato dal fratello di Clorinda, in cambio della sua mano, di scoprire come Rodolfo la trattasse, avendo avuto sentore del fatto che il marchese aveva dissipato tutte le sostanze della sorella ed era pieno di debiti.
 
Primo Signore del feudo e dell{{'}}''Oppidum Burgentium'' (fine XI secolo) fu un certo Aronne.
Enrico consigliò il marchese di sopprimere il finto Eugenio, ma, nel duello che ne seguì e che si svolse tra il confidente ed Eugenio, fu Enrico ad avere la peggio. Ciorinda ed Eugenio si sposarono e perdonarono al marchese tutte le sue malefatte.
 
Successivamente ci è pervenuto un documento di tale Guillelmo De Saponara il vecchio, da cui si evince che nel 1097 esisteva un ''Castrum Burgentiae'' dove egli risiedeva.
Queste storie, leggendaria la prima, tratta da dramma lirico "Rodolfo da Brienza" (dramma in tre atti, ambientato nel castello di Brienza e privo di fondamento storico; su libretto di Domenico Bolognese e musica di Achille Pistilli, fu rappresentato per la prima volta nel Real Teatro del fondo di Napoli nel 1846) la seconda, ci introducono nel castello di Brienza, oggi ridotto a rudere ma un tempo palpitante di vita e di più o meno grandi drammi esistenziali.
 
AI tempi di Federico II della casata degli Hohenstaufen, il castello e il feudo erano detenuti dal nobile Gentile di Petruro, che ne fu privato in seguito all’insurrezione ghibellina. Successivamente il feudo fu assegnato da Federico II di Svevia (stupor mundi) al nobile Gentile da Preturo e nel XIII secolo dagli angioini al de Pancellis, divenendo così parte del Principato Citra. Il 2 novembre 1428 la regina Giovanna II vendette al nobile Petraccone Caracciolo la terra di Brienza per 1000 once d’oro.
==Cultura==
===Cucina===
Tra i primi piatti si consiglia la pasta fatta in casa: fusilli, orecchiette, cavatelli, ravioli, sigarette, lagane, insaporiti, secondo la tradizione con sughi alla carne e una spruzzata di ricotta salata.
 
Il maniero, da quel momento, prende nome dalla famiglia Caracciolo, che sono stati feudatari (marchesi) di ''Burgentia'' fino al 1875, anno in cui Giulia, non avendo eredi, lo donò al nipote Luigi Barracco.
Particolarmente gustose sono le minestre di verdure e legumi di produzione locale.
 
Gli Angioini prima e i Caracciolo poi ampliarono il maniero normanno e gli diedero l’attuale forma e dimensione.
I secondi: squisite e genuine carni di agnello, capretto, coniglio, vitello, maiale. Di grande pregio e qualità è la selvaggina cacciata nei lussureggianti boschi burgentini, in special modo cinghiali, lepri e cacciagione da penna (quaglie e beccacce).
 
Il versante esposto a ponente presenta una serie di finestre disposte su due piani, sul lato opposto (levante) si notano le tre torri: quella circolare posta a nord-est –laddove presumibilmente sorgeva il mastio longobardo-, quella semicircolare al centro della cinta muraria e quella quadrata, di epoca normanna, posta più a sud quasi a ridosso dell'ingresso principale al di sopra e a guardia della piazza d’armi.
Nei due ruscelli che attraversano il comune di Brienza (torrente Fiumicello e torrente Pergola), assai apprezzata è la pesca di trote e baffi.
 
Progressivamente assunse forma più articolata, perse il peculiare carattere difensivo ed accentuò quello di residenza signorile.
Ottimi i funghi: dal pregiato Porcino e Mazze di Tamburo, passando per ricercatissimi Ovuli e i gustosi Prataioli, fino ad arrivare al Cardarello(Gadd'tiedd) e alle "Manuzze" . Caratteristico il tartufo nero di Brienza ("Scorzone").
 
Nel XVI secolo il "Mastio", per volere di Marcantonio Caracciolo, fu trasformato in carcere.
Rinomata la produzione casearia: mozzarelle, caciocavalli, provoloni, burrini, toma, ricotta (fresca e salata).
 
Una consistente ristrutturazione fu voluta dal marchese mecenate Don Litterio Caracciolo nel XVIII secolo. Anche se la leggenda attribuisce al castello trecentosessantacinque stanze, i vani effettivi erano circa quaranta suddivisi su tre livelli e su due alee. L'appartamento del marchese Litterio era posto al secondo livello dell’ala di levante, mentre gli ambienti del livello prospiciente la corte erano utilizzati per i magazzini. L’ala di ponente vedeva la presenza di ambienti seminterrati, di cui uno attualmente visibile. Mentre gli ambienti posti al livello superiore erano suddivisi in un grande salone per le adunanze e in spazi destinati alle cucine. Infine, il secondo livello era suddiviso in vari piccoli ambienti che ospitavano la servitù e la piccola guarnigione del castello.
Vero oggetto di culto sono gli insaccati: salsicce, soppressate, capicolli, pancette; di grande qualità Guanciali e "Spicchj'nzan", una sorta di speck dalla forma di insaccato. L'uccisione del maiale è, nonostante gli anni, un vero e proprio rito: si invitano ancora le persone più care, è una festa, spesso nelle campagne si balla e si canta. E di questo mite, rubicondo animale si usa tutto; molti cibi, infatti, sono qui preparati con sugna o lardo ma ugualmente il sapore è delicato.
 
Il maniero fu parzialmente distrutto dal terremoto del 16 dicembre 1857 e, dopo il Barracco, nei decenni successivi ebbe vari proprietari. Agli inizi del XX secolo, dato lo stato di abbandono ormai sopravvenuto, il castello iniziò ad essere adoperato come una vera e propria cava da cui ricavare materiale utile per altri scopi.
Eccellenti per fragranza i prodotti da forno: pane, biscotti, freselle, taralli, spesso insaporiti con semi di finocchietto selvativo. Attenzione speciale merita il pregiatissimo miele, con la presenza e la produzione, da parte di privati e aziende, totalmente artigianale. La pasticceria è ricca e varia durante le festività di Natale e Carnevale.
 
Il Ministero dei Beni Culturali ed Ambientali, con proprio decreto del 28 aprile 1993, dichiarò, il castello e l'intero borgo, di interesse particolarmente importante ai sensi della legge 1089/1939.
====Piatti tradizionali====
 
Verso la fine del secolo scorso sono stati intrapresi dei complessi lavori di restauro tutt’ora in corso.
Zuppa di farro alla Contadina: [[farro]] e [[legumi]] poveri cotti e insaporiti con erbe selvatiche e spezie.
 
===Altro===
Frittata con i "[[Lampascioni]]", [[asparagi]] selvatici e germogli di "vutacchie".
====Il Chiazzino====
Lo slargo antistante il settecentesco palazzo Colangelo è così denominato perché forma quasi una piccola piazza che si trova in posizione rialzata rispetto all’antistante piazza del sedile. Il palazzo vanta un bellissimo portale d’ingresso ad arco realizzato in pietra e costituito da decorazione a bassorilievo nei conci, dove a sinistra si può vedere una scena di caccia, a destra un pescatore ed al centro la data 1713 e la lettera "M", (queste ultime data e lettera) oggi non più presenti. Nella chiave di volta è presente una maschera apotropaica che aveva la funzione di proteggere la casa allontanando, col suo aspetto mostruoso, gli spiriti maligni. Nelle formelle presenti alla base dei preditti è raffigurata una colomba che stringe nel proprio becco un serpente: si tratta di una simbologia tipica della cristianità delle origini, ossia il bene (la colomba) che prevale sul male (il serpente).
 
====Via degli Archi====
"P'zent" con Verza: per "P'zent" si intende un tipico insaccato locale, simile alla salsiccia, così chiamato perché fatto con carni innervate (ritenute di qualità inferiore) e cotica: esso, insieme alla Verza, viene fatto cuocere accanto alle braci del camino, in un tipico recipiente di terracotta, la "Pignata". Da mangiare molto caldo e insaporito con pepe e aglio.
La stradina deve il suo nome alla presenza di tre archi a tutto sesto, l’ultimo dei quali (a sesto ribassato) è stato ricavato scavando nella roccia. In questo rione erano presenti alcune chiese oggi non più esistenti e invece è giunto ai nostri giorni l’edificio religioso che ospitava la ruota degli esposti. Le suore che gestivano questa struttura appartenevano ad uno dei numerosi conventi presenti a Brienza sin da tempi remoti.
 
====Piazza del Municipio====
"Acquasale": ricetta povera della tradizione, semplice nella preparazione e al contempo gustosissima.In un tegame mettere insieme l'olio, l'aglio e il peperoncino, indi aggiungere l'acqua e portare ad ebollizione. Chi vuole può aggiungere un uovo per porzione,il tutto da versare su fette di pane raffermo, con una bella spruzzata di ricotta salata.
Al centro della piazza campeggia il monumento bronzeo a Francesco Mario Pagano (Brienza, 1748-1799), giurista, filosofo e martire della Repubblica partenopea (inaugurato nel 1890). Sullo sfondo si ergono il convento dei Frati minori osservanti (opera di Cafaro Pignoloso, 1571), oggi sede municipale, e l'annessa chiesa dell'Annunziata, coeva. Il 12 marzo 2011 è stata inaugurata "Piazza dell'Unità d'Italia".
 
===Aree naturali===
Pizza con le cipolle e Pizza "Chiena" : pizze rustiche salate, rispettivamante natalizia e pasquale, fatte, la prima, con cipolle (preferibilmente con gli "Spunzal", germogli teneri di cipolla) e la seconda con impasto di formaggio e toma di capra, uova e sopressata.
Gran valore dell'intera comunità Burgentina è il suo patrimonio ambientale, paesaggistico e faunistico: trovandosi in una posizione strategica (è il punto di incontro tra la Val d'Agri, la valle del Melandro e confinante con il Val di Diano), il comune Burgentino è arricchito da un patrimonio boschivo che copre oltre l'80% dell'intero territorio, con la presenza di una sorprendente varietà di specie biologiche e zoologiche, che vanno dai grandi boschi di Faggio, presenti soprattutto sul monte San Gennaro (1012&nbsp;m), alle varietà di querce sparse su tutto il territorio (cerri, querce secolari, roverelle), fino al castagno, che dà il nome a una località, ai piedi del Monte del Santissimo Crocifisso, denominata, appunto, Castagneta. Di valore paesaggistico è la località Lago, Faggeto a 1400 metri di altitudine.
 
===Eventi=La Roverella====
La Roverella era un ibrido naturale tra un acero e un rovere ultrasecolare (la sua età era stimata tra i quattrocento e i mille anni), situata in uno degli scorci più suggestivi del territorio burgentino, ad oltre 1000 metri di quota: essa rientrava nelle prime venti piante più grandi d'Italia, oltre 30 metri di altezza e un diametro di oltre 10. Per abbracciarla servivano più di sette persone; l'albero fu vittima di un tentativo di incendio nel 2009, e per questo motivo venne recintato con una staccionata. Nel luglio 2020 la pianta, dopo la perdita di un grande ramo, appariva con una folta distribuzione dei rami in maniera asimmetrica e tale da portarla a schiantarsi al suolo.
*Fucanoie
Falò rionali con balli e gastronomia tipica.
 
==Società==
19 marzo (S. Giuseppe), 25 marzo (S. Annunziata)
===Evoluzione demografica===
{{Demografia/Brienza}}
 
== Cultura ==
*Domenica delle Palme
=== Cucina ===
La notte che procede la domenica delle palme diviene lo scenario per i giovani del paese per consumare le proprie vendette o per le proprie dichiarazioni amorose: con l'ausilio dell'oscurità, l'amante respinto deposita davanti all'abitazione della ragazza un fascio di "Fav'lop", pianta ranuncolare, di discrete dimensioni, maleodorante, che abbonda nei boschi intorno al centro abitato; tale gesto è simbolo di rammarico e di disprezzo, ma spesso è compiuto con intenzioni scherzose.
Tra i primi piatti la pasta fatta in casa: fusilli, orecchiette, cavatelli, ravioli, sigarette, lagane, insaporiti, secondo la tradizione con sughi alla carne e una spruzzata di ricotta salata, ma anche con porcini e tartufo. Tradizionali sono anche le minestre di verdure e legumi di produzione locale.
Un tempo, per indicare una forte volontà di amore nei confronti della propria ragazza, il fidanzato depositava un folto ramo d'ulivo dinanzi la porta della sua bella, intrecciato con nastri e fiori, ed essa, come forma di accettazione e di pegno, raccoglieva tale ramo e lo faceva essiccare, per poi bruciarlo nel giorno delle Palme dell'anno successivo, per trarne gli auspici, favorevoli o meno al matrimonio.
 
I secondi: carni di agnello, capretto, coniglio, vitello, maiale, selvaggina cacciata nei boschi burgentini, in special modo cinghiali, lepri e cacciagione da penna (quaglie e beccacce).
* Festa del SS. Crocifisso
Di particolare interesse le sacre rappresentazioni dell'Incontro e del Volo dell'Angelo.<br />
I domenica di maggio e III domenica di settembre.
 
Nei due ruscelli che attraversano il comune di Brienza (torrente Fiumicello e torrente Pergola) è praticata la pesca di trote e baffi.
* Festa di San Cataldo
Patrono del paese<br /> 10 maggio
 
Tra i funghi: porcini, mazze di tamburo, ovuli, prataioli, fino ad arrivare al [[Pleurotus eryngii|cardarello]] (''gadd'tiedd'') e alle "manuzze". Caratteristico il [[tartufo nero]] di Brienza (il prezioso "Nero uncinato") che si trova in quantità e dimensioni considerevoli soprattutto contrada [[Braide (Brienza)|Braide]]. È inoltre apprezzato il [[Porcino nero]] di Brienza anche detto "testa nera" per via del suo cappello marrone scuro.
* Estate Burgentina
Manifestazioni di cultura e spettacolo a cura della Pro Loco nei mesi estivi
 
Tra la produzione casearia spicca la scamorza, specie nella sua variante al [[tartufo nero]].
*Notti al Castello
Non mancano mozzarelle (anche lavorate e intrecciate), caciocavalli, provoloni, burrini, toma, ricotta (fresca e salata).
Visite giudate per le vie del Borgo Medioevale e nel Castello Caracciolo (uno dei più antichi e imponenti del Meridione), con concerti, rievocazioni storiche e antichi mestieri. Le ultime edizioni hanno avuto come titolo "Anni ribelli 1967/1977 - Dieci anni di inquietudine" ed ha visto la partecipazione di circa 10.000 visitatori. Durante le date di svolgimento della manifestazione, è possibile visitare il Castello Caracciolo, chiuso negli altri periodi dell'anno.
 
Tra gli insaccati: salsicce, soppressate, capicolli, pancette, guanciali e ''spicchj'nzan'', una sorta di [[speck]] dalla forma di insaccato. Molti cibi sono preparati o conservati con sugna o lardo.
===Personalità legate a Brienza===
* [[Francesco Mario Pagano]], giurista, politico, patriota
* [[Francesco Saverio Bruno]], giurista
* [[Cataldo Jannelli]], filosofo e archeologo
* [[Francesco Caracciolo (ammiraglio)|Francesco Caracciolo]], ammiraglio
* [[Domenico Pellegrini Giampietro]], economista e politico
 
Spicca tra gli altri il ''p'zzent'' ("pezzente"), un insaccato da consumare fresco a base di cotiche, frattaglie e carni selezionate. Da consumarsi cotto, è spesso utilizzato come sostituto dello zampone, accompagnato con i legumi è uno dei piatti imprescindibili della tradizione natalizia burgentina.
===Urbanistica===
 
Sul versante opposto del colle è la parte più antica del paese, risalente al [[VII secolo]], abbandonata a seguito del terremoto del 1857, dove è possibile ancora distinguere resti di mura a delimitazione del perimetro della Chiesa di S. Martino (o delle Grazie), dell'[[XI secolo]]. Di fianco alla torre, posta a guardia dell'estremità del muro di cinta giusto a strapiombo sul torrente Pergola, è la porta detta appunto Torricella, che introduce al rione di S. Michele. A monte dell'abitato è posta la Chiesa del SS. Crocifisso risalente, secondo la tradizione, al 1237, sebbene studi più recenti l'abbiano datata a non più di quattro secoli fa. Si tratta di un piccolo edificio ad unica navata che conserva, al suo interno, alcuni affreschi settecenteschi.
Tra gli insaccati spicca la [[salsiccia Lucanica di Picerno]], Brienza infatti rientra nell'area di produzione di questo prodotto [[Indicazione geografica protetta (Unione europea)|I.G.P.]]. Diverse personalità della Roma antica come [[Marco Terenzio Varrone|Varrone]], [[Marco Valerio Marziale|Marziale]], [[Marco Gavio Apicio|Apicio]], [[Marco Tullio Cicerone|Cicerone]] sostennero che i romani quando parlavano di "lucanica" si riferivano all'insaccato da loro scoperto in Lucania.<ref>{{Cita web|url=https://www.gazzettaufficiale.it/atto/serie_generale/caricaArticolo?art.progressivo=0&art.idArticolo=1&art.versione=1&art.codiceRedazionale=17A02680&art.dataPubblicazioneGazzetta=2017-04-19&art.idGruppo=0&art.idSottoArticolo1=10&art.idSottoArticolo=1&art.flagTipoArticolo=1|accesso=14 settembre 2020|titolo= Disciplinare di produzione della Indicazione geografica protetta «Lucanica di Picerno» |sito=gazzettaufficiale.it}}</ref>
 
Tra i prodotti da forno si citano i biscotti all'anice a forma di otto. Non mancano però pane, biscotti, freselle, taralli, spesso insaporiti con semi di finocchietto selvatico. Il miele è di produzione artigianale, mentre la pasticceria è assai varia durante le festività di Natale e Carnevale.
 
==Amministrazione==
===Amministrazioni precedenti===
{{vedi anche|Sindaci di Brienza}}
{{ComuniAmminPrecTitolo}}
{{ComuniAmminPrec|[[1985]]|[[1990]]|Antonio Alfredo Lopardo|L'Ulivo|[[Sindaco]]|}}
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|Antonio Alfredo Lopardo
{{ComuniAmminPrec|[[2004]]|[[2009]]|Antonio Distefano|Uniti per Brienza|[[Sindaco]]|}}
|L'Ulivo
{{ComuniAmminPrec|[[2009]]|[[2014]]|Pasquale Scelzo|Brienza città futura|[[Sindaco]]|}}
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{{ComuniAmminPrec|[[2014]]|[[2019]]|Donato Distefano|Con noi vince Brienza|[[Sindaco]]|}}
|
{{ComuniAmminPrec|[[2019]]|[[2024]]|Giancristiano Antonio|Uniti per Brienza|[[Sindaco]]}}
}}
{{ComuniAmminPrec|[[2024]]|in carica|Raffaele Collazzo|Un'Altra Brienza|[[Sindaco]]}}{{ComuniAmminPrecFine}}
{{ComuniAmminPrec
 
|[[1990]]
== Sport ==
|[[1995]]
=== Calcio ===
|Raffaele Maria Distefano
La principale squadra di calcio della città è l'''A.P.D. Brienza Calcio'' che milita nel girone [[Basilicata|lucano]] di [[Eccellenza (calcio)|Eccellenza]]. I colori sociali sono il bianco e l'azzurro.
|Sinistre Unite per Brienza
|[[Sindaco]]
|
}}
{{ComuniAmminPrec
|[[1995]]
|[[1999]]
|Raffaele Maria Distefano
|Uniti per Brienza
|[[Sindaco]]
|
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{{ComuniAmminPrec
|[[2009]]
|in carica
|Pasquale Scelzo
|Brienza città futura
|[[Sindaco]]
|
}}
 
== Note ==
<references/>
 
== Bibliografia ==
 
*Bartolomeo Bove, Atti negoziali unilaterali: costituzione, modificazione ed estinzione unilaterale del rapporto negoziale in talune fattispecie, 2014
*Bartolomeo Bove, L'attualità del pensiero politico di Francesco Mario Pagano: Atti del Convegno, Brienza, 2003
*Giuseppe Coniglio, I beni di una chiesa lucana nel 1432, 1963
*Antonio Parente - Brienza 1850-1950 - memorie in bianco e nero, edizione RC Edizioni, Napoli 2005
*Antonio Parente - BIDIBU' Bianca di Burgentia - edizione RC Edizioni, Napoli 2005
*F. Paternoster, ''Brienza Fedele'', Tipografia De Marsico, Sala Consilina, 1952
*G.A. Colangelo, Studi su Brienza, 1971
 
==Voci correlate==
* [[Castello Caracciolo (Brienza)]]
*[[Comunità montana Melandro]]
* [[Stazione di Brienza]]
* [[Appennino lucano]]
* [[Borgo antico di Brienza]]
* [[Braide (Brienza)]]
 
== Altri progetti ==
{{interprogetto}}
 
== Collegamenti esterni ==
* {{Collegamenti esterni}}
*[http://www.utcbrienza.it/ Sito ufficio tecnico del comune di Brienza]
*[{{cita web|http://www.comune.brienza.pzutcbrienza.it/|Sito Sitoufficio ufficialetecnico del comune di Brienza]}}
*[http://www.utcbrienza.it/Informazioni/PATRIMONIO%20MONUMENTALE/G%20-%20VILLA%20RUSTICA_ROMANA/VILLA%20RUSTICA%20ROMANA.pdf UTC Brienza, Villa rustica romana relazione tecnica scavi archeologici.]
*[http://www.aptbasilicata.it/Brienza.299.0.html APT Basilicata]
*[http://www.prolocobrienza.it/index(1).html Pro loco]
*[http://www.anniribelli.it Anniribelli]
*[http://www.lagiara.org Lagiara B&B]
*[http://www.brienzameteo.altervista.org/ BrienzaMeteo]
 
{{Comuni della provincia di Potenza}}
{{Comunità montana Melandro}}
{{Comuni del Parco nazionale dell'Appennino Lucano e Val d'Agri}}
{{Provincia di Potenza}}
{{Controllo di autorità}}
{{Portale|Basilicata}}
 
[[Categoria:ComuniBrienza| della provincia di Potenza]]
 
[[ar:بريينزا]]
[[de:Brienza]]
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