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{{Montagna
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|nomemontagna= Monte Echia
{{F|archeologia|gennaio 2012}}
|immagine=Monte Echia, Napoli, Italia - 2024.jpg
[[Image:Napoli - Monte Echia 100 4001.JPG|thumb|right|350px|Monte Echia da via Santa Lucia]]
|image_text=Il monte Echia visto da via Santa Lucia
'''Monte Echia''' (pr. Echìa, detto anche '''Pizzofalcone''' o '''Monte di Dio''') è uno sperone roccioso, interamente in [[tufo (roccia)|tufo]] giallo, ubicato nella parte meridionale della città di [[Napoli]] con direzione nord-sud.
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'''Monte Echia''' è uno spuntone roccioso, interamente in [[tufo (roccia)|tufo]] giallo, ubicato nella zona di [[Pizzofalcone]], nel quartiere [[San Ferdinando (Napoli)|San Ferdinando]] di [[Napoli]].
Si staglia sul [[Golfo di Napoli]] fra il [[borgo Santa Lucia|borgo di Santa Lucia]] ad est, la conca di [[Chiaja]] ad ovest e sovrasta l’isolotto di [[Megaride]] a sud.
 
SiQuesto promontorio si staglia sul [[Golfo di Napoli]] fra il [[borgo Santa Lucia|borgo di Santa Lucia]] ad est, la conca di [[ChiajaChiaia]] ad ovest e sovrasta l’isolottol'[[isolotto di [[Megaride]] a sud.
Su di esso i [[Cuma|Cumani]] fondarono nell'[[VIII secolo a.C.]]la [[colonia greca]] di ''Partenope'', primo insediamento urbano della città di [[Napoli]].<ref>{{cita web|url=http://www.archemail.it/notizie2011.htm#21/10/2011_Napoli,_Gli_scavi_della_Linea_6_portano_alla_luce_una_novità_clamorosa:_la_Napoli_greca_è_stata_fondata_nell´ottavo_secolo_a._C.,_non_nel_settimo__(Repubblica) Archemail.it|titolo=Ricerche archeologiche della sopraintendenza di Napoli e Pompei|accesso=02 agosto 2012}}</ref>
 
Su di esso i [[Cuma]]ni fondarono [[Partenope (città antica)|Partenope]] alla fine dell'[[VIII secolo a.C.]]<ref>{{Cita web |url=https://www.naus-editoria.it/wp-content/uploads/2021/08/PAUN-Guida-ad-uso-dei-curiosi.pdf|titolo=Parco archeologico urbano di Napoli|p=9}}</ref>, anche se la più antica documentazione archeologica è risalente al III quarto dell'VIII, ossia tra il [[750 a.C.|750]] e il [[720 a.C.]]<ref>{{Cita news|autore= Professore Associato in Archeologia Classica (Università degli Studi di Napoli “L'Orientale") Matteo D'acunto|url=https://www.docsity.com/it/appunti-magna-grecia-1/7601371/|titolo= APPUNTI MAGNA GRECIA, Appunti di Archeologia|pubblicazione=docsity.com|accesso=19 luglio 2022}}</ref> , non lontana dalle fasi più antiche di [[Pithecusa]] e dell'abitato di [[Cuma]].<ref>Daniela Giampaola, [[Emanuele Greco]], ''Napoli prima di Napoli. Mito e fondazioni della città di Partenope'', Roma, Salerno edit., 2022 p. 51</ref>
==Storia==
Il villaggio era collegato con la spiaggia e il porto da una sola via di accesso, comodo approdo alla foce del fiume [[Sebeto]], protetto dal colle stesso. Questo primo nucleo abitativo, baluardo militare, è stato semi abbandonato alla metà del [[VI secolo a.C.]] Insediamento satellite di una ben più ampia città, ha ripreso a vivere con la fondazione di ''Neapolis'', nel [[474 a.C.]], con il nome di ''Palepoli''.
 
==Etimologia==
Inglobato nel ''castrum lucullanum'' (villa di [[Lucullo]] che si estendeva fino all’isola di [[Megaride]]) in [[Impero Romano|Età Imperiale]], ospitò i famosi giardini luculliani, pieni di piante esotiche e rare specie avicole.
Il promontorio anticamente era chiamato ''Euple'' o ''Emple'' da Euplea di [[Cecilio Stazio|Stazio]]. In seguito il nome si trasformò lentamente in ''Epla'', ''Hecle'', ''Ecla'', ''Echa'', per poi divenire l'attuale ''Echia''. Alcuni studiosi invece credono ad una derivazione da Hercli, da [[Ercole]], altri dal nome di una ninfa Egle<ref>Gino Doria, Le strade di Napoli - Saggio di toponomastica storica, Cremona Ricciardi, novembre 1982 pag. 355</ref>.
[[Image:Via Chiatamone e Monte Echia 100 3993.JPG|thumb|left|300px|Monte Echia, sulla sinistra di via Chiatamone]]
L’antico nome del monte, ''Platamon'' (sopravvissuto nel toponimo della via che corre alla sua base, via [[Chiatamone]]), significa "''rupe scavata da grotte''". All'interno di monte Echia si aprono infatti innumerevoli cavità, abitate sin dalla [[preistoria]] e fino all’[[Periodo classico|età classica]]. Successivamente divennero sede di riti [[Mitra|mitriaci]], di [[cenobiti]] nel [[Medioevo]] e di [[orgia|orge]] nel [[XVI secolo]]. Queste ultime destarono enorme scandalo, spingendo il viceré [[Don Pedro de Toledo|Pedro de Toledo]] alla loro ostruzione<ref>"In quel lito del mare giaceno le deliziose Grotte Platamonie fatte con artificio di mani per comune diletto di coloro che, per rinfrescare gl’immensi ardori dell’estate, passeggiavano quinci e si riparavano con spessi e sontuosi conviti, ricevendo dispogliati la grata aura e il desiderato fiato di ponente, e nudi tra le chiare onde a nuoto si difendeano dal noioso caldo". ''Benedetto di Falco'', secolo XV.
 
== Storia ==
"Quivi, come narrasi, la gente allegra e spensierata accorreva a banchettare e a darsi spasso; finché i sollazzi mutati, poscia, in [[orgia|orgie]] scandalose, resero quei luoghi dei sozzi [[postribolo|postriboli]]". ''[[Loise de Rosa]]'', ''Cronache e Ricordi'', 1452.</ref>.
[[File:Allers Napoli 017 Santa Lucia.jpg|thumb|Veduta del Monte Echia visto dal borgo di Santa Lucia in una stampa di fine Ottocento]]
[[Partenope (città antica)|Partenope]] era collegata con la spiaggia e il porto da una sola via di accesso.
 
Inglobato nel ''castrum lucullanum'' (villa di [[Lucullo]] che si estendeva fino all’isolaall'[[isolotto di [[Megaride]]) in [[Impero Romanoromano|Età Imperiale]], ospitò i famosi giardini luculliani, pieni di piante esotiche e rare specie avicole.
Al medesimo viceré Don Pedro si deve l’ampliamento cinquecentesco che per la prima volta inglobò all’interno delle mura il monte Echia, ancora in epoca [[aragonesi|aragonese]] fortezza militare ''siti Perillos'', propaggine esterna della città.
L’anticoL'antico nome del monte, ''Platamon'' (sopravvissuto nel toponimo della via che corre alla sua base, via [[Chiatamone]]), significa "''rupe scavata da grotte''". All'interno di monte Echia si aprono infatti innumerevoli cavità, che la tradizione antiquaria napoletana riteneva fossero abitate sin dalla [[preistoria]] e fino all’all'[[PeriodoAntichità classicoclassica|età classica]]. Successivamente divennero sede di riti [[Mitramitraismo|mitriaci]], di [[cenobiti]] nel [[Medioevo]] e di [[orgia|orge]] nel [[XVI secolo]]. Queste ultime destarono enorme scandalo, spingendo il viceré [[Don Pedro de Toledo|Pedro de Toledo]] alla loro ostruzione<ref>"In quel lito del mare giaceno le deliziose Grotte Platamonie fatte con artificio di mani per comune diletto di coloro che, per rinfrescare gl’immensigl'immensi ardori dell’estatedell'estate, passeggiavano quinci e si riparavano con spessi e sontuosi conviti, ricevendo dispogliati la grata aura e il desiderato fiato di ponente, e nudi tra le chiare onde a nuoto si difendeano dal noioso caldo". ''Benedetto di Falco'', secolo XV.
 
"Quivi, come narrasi, la gente allegra e spensierata accorreva a banchettare e a darsi spasso; finché i sollazzi mutati, poscia, in [[orgia|orgie]] scandalose, resero quei luoghi dei sozzi [[postribolo|postriboli]]". ''[[Loise de Rosa]]'', ''Cronache e Ricordi'', 1452.</ref>.
In seguito alla frana verificatasi la sera del [[28 gennaio]] [[1868]], il Genio militare compì diverse perizie, volte ad accertare se l’evento catastrofico fosse stato determinato da un’errata costruzione dei muri di sostegno della scarpata; in quella occasione fu redatta, dall’ingegnere [[Alfonso Guerra]], la prima pianta delle grotte del Monte Echia, per documentare l’esistenza di cavità alle quali si aveva accesso dagli edifici collocati lungo via Santa Lucia e via Chiatamone.
 
== LuoghiMonumenti die luoghi d'interesse ==
Alla fine del [[XIX secolo]], con la costruzione di [[via Caracciolo]] e la colmata a mare, lo sperone del monte nei pressi di via Chiatamone fu ridimensionato.
[[File:Monte Echia - Gran Quartiere di Pizzofalcone - Palazzo Carafa di Santa Severina - Napoli.JPG|thumb|Il belvedere di Monte Echia con il [[Gran Quartiere di Pizzofalcone]] a sinistra ed il [[Palazzo Carafa di Santa Severina]] sulla destra.]]
Il sito archeologico di Monte Echia è caratterizzato da alcuni resti della grande [[Villa di Licinio Lucullo]]. Accanto alla Villa sorge un pregevole belvedere che offre una delle vedute più belle e caratteristiche di [[Napoli]] e del suo [[golfo di Napoli|Golfo]]. L'orizzonte spazia a 360° dalla collina di [[Capodimonte (Napoli)|Capodimonte]] a nord, al [[Vesuvio]] ad est, alla [[Penisola sorrentina]] e [[Capri (Italia)|Capri]] a sud, a [[Posillipo]] ad ovest. Il belvedere è stato in tempi recenti oggetto di ristrutturazione. Nell'ambito dei lavori si è inaugurato nel 2024 l'[[Ascensore del Monte Echia|ascensore di Santa Lucia]], che permette un rapido collegamento coi sottostanti [[Borgo Santa Lucia]] e [[Borgo Marinari]]. Il vecchio collegamento era costituito dalle [[rampe di Pizzofalcone]], lungo le quali si può ammirare [[Villa Ebe]], opera dell'architetto napoletano, di origine scozzese, [[Lamont Young]].
 
Alle spalle del belvedere, nella parte orientale del Monte Echia, sorgono il [[Palazzo Carafa di Santa Severina]] e la [[Chiesa dell'Immacolatella a Pizzofalcone]], primi insediamenti urbani della zona, risalenti all'inizio del Cinquecento. L'altro edificio, sul lato sud occidentale, è il [[Gran Quartiere di Pizzofalcone]], oggi caserma della Polizia di Stato ''Ninio Bixio'', costruito, in epoca spagnola, contestualmente alla militarizzazione della collina di [[Pizzofalcone]].
== Luoghi di interesse ==
 
Attualmente monte Echia fa parte del quartiere [[San Ferdinando (quartiere di Napoli)|San Ferdinando]]. Fra gli edifici più importanti vi sono da segnalare: <br>
[[Image:Acqua ferrata Napoli.JPG|thumb|right|250px|Targa di Editto di dono al popolo della fonte d'acqua ferrata - 1731 - via Chiatamone ]]
* [[Basilica di Santa Maria degli Angeli a Pizzofalcone]]
Da questo monte aveva origine la sorgente di un'acqua bicarbonato-alcalino-ferruginosa di origine vulcanica, nota ai napoletani di un tempo come ''acqua zuffregna'' o ''acqua ferrata''.
* [[Chiesa dell'Immacolatella a Pizzofalcone]]
* [[Chiesa della Nunziatella]]
* [[Chiesa di Santa Maria Egiziaca a Pizzofalcone]]
* [[Chiesa di Santa Maria della Solitaria]]
* [[Gran Quartiere di Pizzofalcone]], oggi caserma della Polizia di Stato ''Ninio Bixio''
* [[Municipalità 1 di Napoli|Municipalità 1 della Città di Napoli]]
* [[Museo artistico industriale Filippo Palizzi]], nella sede dell'[[Istituto Statale d'Arte "Filippo Palizzi"|Istituto d'Arte "Palizzi"]]
* [[Palazzo Carafa di Santa Severina]]
* [[Palazzo Ciccarelli di Cesavolpe]]
* [[Palazzo Serra di Cassano]], sede dell'[[Istituto Italiano per gli Studi Filosofici]]
* [[Palazzo della SIP]] (Palazzo Pacanowski), sede di uffici dell'[[Università degli Studi di Napoli "Parthenope"]]
* [[Ponte di Chiaia]]
* [[Nunziatella|Scuola militare della Nunziatella]]
* [[teatro Politeama (Napoli)|Teatro Politeama]]
* [[Tunnel borbonico]]
* [[Villa Ebe]]
* [[Villa di Licinio Lucullo]]
 
[[Image:Acqua ferrata Napoli.JPG|thumb|right|250px|Targa di Editto di dono al popolo della fonte d'acqua ferrata - 1731 - via Chiatamone ]]
Da questo monte aveva origine la sorgente di un'acqua bicarbonato-alcalino-ferruginosa di origine vulcanica, nota ai napoletani di un tempo come ''acqua zuffregna'' o ''acqua ferrata''.
Dal nome delle anforette (le ''mummarelle'') utilizzate per raccogliere e vendere ai banchi della città, quest'acqua era anche detta ''acqua di mummare''.
 
La sorgente venne chiusa agli inizi degli [[Anni 1970|anni settanta]] a causa di timori di contaminazioni per l'epidemia di [[colera]], per poi essere restituita ai napoletani, dopo 27 anni e numerosi controlli, da quattro apposite fontanelle site in via Riccardo Filangieri di Candida Gonzaga, l'antica via del parco del castello, nei pressi di [[Palazzo Reale di Napoli|Palazzo Reale]]. Nel 2003, dopo soli 3 anni, queste fontane sono state nuovamente chiuse<ref>{{Cita news|lingua=it|url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2004/08/05/chiuse-le-fontane-dell-acqua-ferrata.html|titolo=Chiuse le 4 fontane dell'acqua ferrata - la Repubblica.it|pubblicazione=Archivio - la Repubblica.it|accesso=2017-07-23}}</ref> ed oggi versano in uno stato di totale degrado e abbandono<ref>{{Cita web|url=http://corrieredelmezzogiorno.corriere.it/napoli/notizie/arte_e_cultura/2010/28-gennaio-2010/tempo-sgorgava-acqua-suffregna-ora-4-fontanine-affogano-rifiuti-1602367327501.shtml|titolo=Un tempo sgorgava acqua «suffregna» Ora le 4 fontanine affogano tra i rifiuti - Corriere del Mezzogiorno|sito=corrieredelmezzogiorno.corriere.it|accesso=2017-07-23}}</ref>. Un'altra fontana della stessa fonte, donata nel [[1731]] al popolo del [[borgo Santa Lucia|borgo di Santa Lucia]], in [[via Chiatamone]] è ancora murata.
 
==Trasporti==
* [[Ascensore Chiaia]]
* Ascensore di Santa Lucia - Apertura prevista nel gennaio 2013
* [[Linea 6 (metropolitana di Napoli)|Linea 6]], stazione [[Chiaia - Monte di Dio (metropolitana di Napoli)|Chiaia - Monte di Dio]] - In costruzione
* Autobus E6 - Circolare P.zza Trieste e Trento - Rampe Brancaccio <ref>http://www.anm.it/Upload/RES/PDF/LINEE/E6_2012.pdf</ref>
 
== Note ==
<references/>
 
==Bibliografia==
* Italo Ferraro, ''Napoli atlante della città storica,'' vol. VII, Napoli, Oikos, novembre 2010.
 
==Voci correlate==
* [[San Ferdinando (quartiere di Napoli)]]
* [[Siti archeologici dia Napoli]]
* [[Partenope (storiacittà antica)]]
* [[Partenope (mitologiasirena)]]
*[[Pizzofalcone]]
* [[PonteZone di ChiaiaNapoli]]
 
== Altri progetti ==
{{interprogetto|commons=Category:Monte Echia}}
 
{{Siti archeologici di Napoli}}
{{portale|archeologia|Napoli|storia}}
 
[[Categoria:Siti archeologici di Napoli|Monte Echia]]
[[Categoria:Zone di Napoli]]
[[Categoria:Montagne della città metropolitana di Napoli]]
 
[[de:Pizzofalcone]]