Carlo II di Spagna: differenze tra le versioni

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{{Vaglio|arg= biografie|}}
{{Monarca
| nome = Carlo II di Spagna
|titolo = [[Sovrani di Spagna|Re di Spagna e delle Indie]]
| titolo = [[Re di Spagna]] [[Impero coloniale spagnolo|e delle Indie]], [[Re di Napoli]], [[Re di Sicilia|Sicilia]], [[Re di Sardegna|Sardegna]], [[Paesi Bassi spagnoli|Sovrano dei Paesi Bassi]] e [[Conte di Borgogna]], [[Duca di Milano]]
|stemma = Coat of Arms of Charles II of Spain with Supporters (1668-1700).svg
| immagine = Juan de Miranda Carreno 002.jpg
|immagine = Rey Carlos II de España.jpg
| legenda = Carlo II re di Spagna
|legenda = ''Ritratto del re di Spagna Carlo II d'Asburgo'' di [[Juan Carreño de Miranda]], 1677 circa, [[Palazzo del Comune (Siviglia)|Palazzo del Comune]], [[Siviglia]]
| regno = [[17 settembre]] [[1665]] – [[1º novembre]] [[1700]]
|inizio regno = 17 settembre [[1665]]
| incoronazione =
|fine regno = 1º novembre [[1700]]
| predecessore = [[Filippo IV di Spagna]]
|incoronazione =
| successore = [[Filippo V di Spagna]]
|predecessore = [[Filippo IV di Spagna|Filippo IV]]
| altrititoli =
|successore = [[Filippo V di Spagna|Filippo V]]
| nome completo = Carlos II de Austria y Austria
|altrititoli = [[Re di Napoli]]<br />[[Re di Sicilia]]<br/>[[Re di Sardegna]]<br/>[[Paesi Bassi spagnoli|Sovrano dei Paesi Bassi]]<br/>[[Duchi di Borgogna|Duca di Borgogna]]<br/>[[Governanti di Milano|Duca di Milano]]
| data di nascita = [[6 novembre]] [[1661]]
|nome completo = Carlos II de España y Austria
| luogo di nascita = [[Madrid]], [[Spagna]]
| data di morte nascita = [[1º6 novembre]] [[17001661]]
| luogo di morte nascita = [[Madrid]], [[Spagna]]
|data di morte = {{Calcola età3|1700|11|1|1661|11|6}}
| sepoltura = [[Cripta Reale del Monastero dell'Escorial]]
|luogo di morte = [[Madrid]]
| casa reale = [[Asburgo di Spagna]]
|sepoltura = [[Cripta Reale del Monastero dell'Escorial]]
| padre = [[Filippo IV di Spagna]]
|casa madre reale = [[Maria Anna d'Asburgo (1634-1696)|Maria Annadi d'AustriaSpagna]]
|padre = [[Filippo IV di Spagna]]
| consorte = [[Maria Luisa di Borbone-Orléans|Maria Luisa d'Orleans]]<br />[[Maria Anna del Palatinato-Neuburg]]
|madre = [[Maria Anna d'Asburgo (1634-1696)|Maria Anna d'Austria]]
| firma = Firma del Rey Carlos II.svg|}}
|consorte1 = [[Maria Luisa di Borbone-Orléans|Maria Luisa d'Orleans]]
|consorte2 = [[Maria Anna del Palatinato-Neuburg]]
|religione = [[Chiesa cattolica|Cattolicesimo]]
|firma = Firma del Rey Carlos II.svg|
}}
{{Bio
|Nome = Carlo II
|Cognome = d'Asburgodi Spagna
|PostCognomeVirgola = in [[lingua spagnola|spagnolo]] ''Carlos Segundo''
|ForzaOrdinamento = Carlo 02 di Spagna
|Sesso = M
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|GiornoMeseMorte = 1º novembre
|AnnoMorte = 1700
|Attività = sovrano
|Nazionalità = spagnolo
|Categorie = no
|FineIncipit = , soprannominato '''Carlo lo Stregato''' (''Carlos el Hechizado''), fu l'ultimo [[Asburgo]] di [[Spagna]]. Fu [[re di Spagna]] e dell'[[Impero spagnolo|Impero d'oltremare di Spagna]], [[Re di Sicilia|Sicilia]]<ref>Nonostante fosse il terzo sovrano di [[Sicilia]] a portare il nome Carlo, il primo, infatti, fu [[Carlo I di Sicilia|Carlo d'Angiò]], ma poiché i siciliani avevano cacciato quest'ultimo con la [[Vespri siciliani|rivolta dei Vespri]], non lo consideravano legittimo sovrano di Sicilia.</ref> e [[Re di Sardegna|Sardegna]], [[duca di Milano]], sovrano dei [[Paesi Bassi spagnoli]], conte palatino di [[Borgogna]] e, come '''Carlo V'''<ref>Poiché non venne tenuto conto del breve interregno di [[Carlo VIII di Francia]].</ref>, [[re di Napoli]]
|FineIncipit = fu l'ultimo [[Asburgo]] di [[Spagna]], fu re di [[Spagna]] e dell'[[Impero spagnolo|impero d'oltremare di Spagna]] e, come '''[[Carlo V]]''', fu re dei [[Paesi Bassi spagnoli]], di [[Napoli]] e [[Sicilia]], [[Sardegna]], Duca di [[Ducato di Milano|Milano]] e Conte Palatino di [[Borgogna]]<ref> La titolazione del re, fino al trattato di Lisbona del 1668 comprendeva: <br />* [[Re di Castiglia e León]] e [[Re di Aragona]] (come Carlo II); [[Re di Napoli]] (come Carlo V) e di [[Re di Sicilia|Sicilia]] (come Carlo III), [[Re di Navarra]] (Carlo V), [[re di Gerusalemme]], Ungheria, Dalmazia, Croazia, Granada, di Valencia, di Toledo, di Galizia, di Maiorca, di Siviglia, di Sardegna, di Córdoba, della Corsica, di Murcia, di Jaén, delle isole Algarves, di Algeciras, di Gibilterra, delle isole Canarie, delle Indie Orientali e Occidentali, delle isole e dei territori dell'Oceano.<br />* Arciduca d'Austria, Duca di Borgogna (come Carlo III), di Brabante e Lotaringia, Limburgo, Lussemburgo, Güeldres, Milano, Atene e Neopatria, Conte di Asburgo, di Fiandre, dell'Artois, Conte Palatino di Borgogna, del Tirolo, di Hainout, di Namur, di Barcellona, del Rossiglione e della Cerdagna, Principe di Svevia.<br />* Margravio del Sacro Impero Romano, Marchese di Oristano e conte di Gociano, Signore di Viscaglia e di Molina, di Frisia,di Salins e di Malines.<br />* Dominatore in Asia ed Africa</ref>
}}
 
Alla morte senza eredi di Carlo II succedette una fase di tensione in [[Europa]], poiché questi aveva indicato nel proprio testamento il suo pronipote e cugino [[Filippo V di Spagna|Filippo d'Angiò]] (nipote di [[Luigi XIV di Francia]]<ref>Luigi XIV e Carlo II erano cugini primi, nipoti diretti di [[Filippo III di Spagna]]; inoltre la nonna di Filippo, moglie e cugina del Re Sole, era la sorellastra di Carlo II, figlia del primo matrimonio di Filippo IV</ref>) erede universale, a condizione di non unire la Corona di Spagna ad altre corone europee. Gli [[Asburgo]], casa regnante in Austria e imperatori del [[Sacro Romano Impero]], rivendicavano il diritto alla successione. Ma il rischio di vedere i Borbone sui troni di Spagna e [[Regno di Francia|Francia]] allarmò anche la [[Regno di Gran Bretagna|Gran Bretagna]], preoccupata di vedere la Francia impossessarsi delle [[colonie spagnole]]. La controversia dinastica condusse alla [[Guerra di successione spagnola]] (1702-1714).
 
== Biografia ==
=== Infanzia e problemi di salute ===
[[File:Herrera Barnuevo Sebastian de - Portrait of Charles II as a Child.jpeg|alt=|sinistra|thumb|upright=1.6|Ritratto da bambino del principe Carlo II d'Asburgo, di Sebastián Herrera Barnuevo]]
[[File:RetratdeCarlesIIxicotet.jpg|esquerra|thumb|230px|Carlo II bambino; autore sconosciuto]]
Nato il 6 novembre 1661 al [[Real Alcázar di Madrid]], Carlo fu l'ultimogenito e l'unico figlio maschio sopravvissuto di [[Filippo IV di Spagna]], nato dalla sua seconda moglie, sua nipote [[Maria Anna d'Asburgo (1634-1696)|Maria Anna d'Austria]].
Per quanto debole e malaticcio, la sua nascita fu accolta con grande gioia, dal momento che l'altro erede di Filippo IV, [[Filippo Prospero di Spagna|Filippo Prospero]], principe delle Asturie, era morto a quattro anni solo cinque giorni prima che Carlo nascesse, e prima di lui erano deceduti il fratello Ferdinando Tommaso, neonato, e il fratellastro [[Baltasar Carlos di Spagna|Baltasar Carlos]], di sedici anni. Carlo nacque quindi come unico erede al trono paterno.
 
La salute dell'infante sin dalla nascita fu particolarmente debole, tanto che l'ambasciatore francese presso la corte di Madrid, appena pochi mesi dopo la nascita dell'infante, riportò così a [[Luigi XIV di Francia|Luigi XIV]]:
Nato il 6 Novembre del 1661 al [[Real Alcazar di Madrid]], Carlo fu l'ultimogenito e l'unico figlio maschio sopravvissuto di [[Filippo IV di Spagna]] e della sua seconda moglie, sua nipote, [[Maria Anna d'Asburgo (1634-1696)|Marianna d'Austria]].
{{citazione|Il principe sembra essere estremamente debole. Ha un'eruzione erpetica sulle guance. La testa è completamente coperta di croste. Per due o tre settimane si è formata una fistola sotto l'orecchio destro<ref name=arturosoria>{{cita web|url=http://www.arturosoria.com/medicina/art/carlos_II.asp|titolo=Carlos II. El fin de una dinastía enferma|accesso=|dataarchivio=2 febbraio 2015|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20150202135305/http://arturosoria.com/medicina/art/carlos_II.asp|urlmorto=sì}}</ref>.}}
Per quanto debole e malaticcio la sua nascita fu accolta con grande gioia dal momento che l'altro erede di Filippo IV, [[Filippo Prospero di Spagna|Filippo Prospero]] Principe delle Asturie, era morto a 4 anni 5 giorni prima che Carlo nascesse e prima di lui erano deceduti Fernando Tomas e [[Baltasar Carlos di Spagna|Baltasar Carlos]] nel [[1646]] a soli 17 anni e a seguito di tutto ciò Carlo diveniva quindi l'unico erede legittimo di Filippo IV.
Per via della salute particolarmente precaria, Carlo II non fu capace di parlare fino all'età di quattro anni, né di camminare fino a otto anni<ref name=inbred />, e fu trattato come un bambino piccolo fino all'età di dieci anni: i suoi tutori avevano evitato di sottoporlo a qualunque sforzo sia fisico sia intellettuale, fino al punto di non considerare neppure l'igiene personale del ragazzo, tanto che il fratellastro [[Giovanni d'Austria (1629-1679)|don Giovanni d'Austria]], divenuto uno dei suoi tutori, gli impose di lavarsi e di curare i capelli.
 
Oltre a ciò il re era sovente colpito da fortissimi attacchi di emicrania, epilessia e da continue malattie di carattere influenzale, che la credenza popolare attribuiva a una maledizione. Per questo motivo egli è passato alla storia come ''el Hechizado'' (in italiano, ''lo Stregato''). Riguardo a tale credenza lo stesso sovrano disse:
La salute dell'infante sin dalla nascita fu particolarmente debole tanto che l'ambasciatore Francese presso la corte di Madrid riportò così a Luigi XIV solo pochi mesi dopo la nascita dell'infante:
{{citazione|Molte persone mi dicono che io sono stregato e lo credo bene: queste sono le cose che io provo e che soffro<ref name="madmonarchs">{{cita web|url=http://madmonarchs.guusbeltman.nl/madmonarchs/carlos2/carlos2_bio.htm|titolo=Biograpy of Carlos II|accesso=|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20150406021547/http://madmonarchs.guusbeltman.nl/madmonarchs/carlos2/carlos2_bio.htm|urlmorto=sì}}</ref>.}}
{{quote|''Il principe sembra essere estremamente debole. Ha un'eruzione erpetica sulle guance. La testa è completamente coperta di croste. Per due o tre settimane si è formato sotto l'orecchio destro una sorta di canale di drenaggio o di scolo.''<ref>[http://www.arturosoria.com/medicina/art/carlos_II.asp «Carlos II. El fin de una dinastía enferma»], 2005.</ref>}}
Per via della salute particolarmente precaria Carlo II non fu capace di parlare fino all'età di quattro anni, né di camminare fino ad otto anni<ref name=inbred />, ed è stato trattato come praticamente un bambino fino all'età di dieci anni: i suoi tutori avevano evitato di sottoporlo a qualunque sforzo sia fisico sia intellettuale fino al punto di non considerare perfino l'igiene personale del ragazzo tanto che il fratellastro Don Giovanni d'Austria, divenuto valido, gli impose di lavarsi e di curare i capelli.
 
Recenti studi medici hanno dimostrato che, invece, la cattiva salute del re dipendeva principalmente dalla politica matrimoniale endogamica e quindi dalla pratica di contrarre matrimoni tra consanguinei all'interno della dinastia degli [[Asburgo]]<ref name="inbred">{{Cita web|url=http://www.plosone.org/article/info%3Adoi%2F10.1371%2Fjournal.pone.0005174|titolo=The Role of Inbreeding in the Extinction of a European Royal Dynasty|autore=Gonzalo Alvarez, Francisco C. Ceballos, Celsa Quinteiro|data=15 aprile 2009|editore=[[PLoS ONE]]|accesso=16 aprile 2009}}</ref> (molto frequente era il matrimonio tra primi cugini o tra zio e nipote), finalizzata a non disperdere i territori asburgici, ma tutt'altro che vantaggiosa dal punto di vista [[Genetica|genetico]]<ref>{{Cita news|autore=Elisabetta Rosaspina|url=http://www.corriere.it/cronache/09_aprile_15/rosaspina_asburgo_matrimoni_consaguinei_d9a22654-29d7-11de-8317-00144f02aabc.shtml|titolo=Troppi matrimoni tra parenti:ecco perché gli Asburgo si estinsero|pubblicazione=http://www.corriere.it/|giorno=15|mese=04|anno=2009|p=0|accesso=16 aprile 2009}}</ref>. La madre di Carlo, [[Maria Anna d'Asburgo (1634-1696)|Maria Anna d'Austria]], era figlia di [[Maria Anna d'Asburgo (1606-1646)|Maria Anna di Spagna]], che era però anche sorella di Filippo IV di Spagna, il quale, a sua volta, era padre di Carlo. Dunque, Filippo IV e Marianna d'Austria, genitori di Carlo, erano rispettivamente zio e nipote, mentre Maria Anna di Spagna era contemporaneamente zia paterna e nonna materna di Carlo. Quest'ultimo, quindi, aveva quattro bisnonni al posto di otto e sei trisnonni invece di sedici<ref>{{Cita pubblicazione|autore= Newell |titolo= Inbreeding of Charles II of Spain |anno= 2008 |url= http://www.musitek.com/Public/Charles_II_Inbreeding.jpg |formato= jpg }}</ref>. Secondo uno studio medico, il suo coefficiente di consanguineità era 0,254, ossia oltre 10 volte rispetto a quello di [[Filippo I di Castiglia]], padre dell'imperatore Carlo V e fondatore della dinastia<ref name="inbred"/>.
Oltre a ciò il re era sovente colpito da fortissimi attacchi di emicrania, epilessia e da continue malattie di carattere influenzale che la credenza popolare attribuiva ad una maledizione e per questo motivo egli è passato alla storia come ''El Hechizado'' o in italiano ''lo Stregato''. Riguardo a tale credenza lo stesso sovrano disse:
{{quote|''Molte persone mi dicono che io sono stregato e lo credo bene: queste sono le sole cose che io provo e che soffro''<ref>[http://madmonarchs.guusbeltman.nl/madmonarchs/carlos2/carlos2_bio.htm Biography of Carlos II of Spain (1661-1700)<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref>}}
 
La teoria maggiormente seguita attribuisce il suo rachitismo, la sua debolezza mentale e la sterilità alla [[sindrome di Klinefelter]]<ref name=inbred />, ma oltre a questa il re soffriva di un marcato [[progenismo]] mandibolare, presente in molti membri della famiglia e per questo detto ''[[mento asburgico]]''<ref>{{Cita news|autore=Cristina Bardella|url=http://www.avanti.it/index.php/cultura/6143-il-suicidio-genetico-dei-re-di-spagna-di-cristina-bardella.pdf|titolo=Il suicidio genetico dei re di Spagna|pubblicazione=|data=|accesso=31 maggio 2010|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20150923180623/http://www.avanti.it/index.php/cultura/6143-il-suicidio-genetico-dei-re-di-spagna-di-cristina-bardella.pdf|urlmorto=sì}}</ref>, che impediva all'arcata superiore e inferiore dei denti di incontrarsi, rendendogli estremamente difficile la parola e la masticazione.
Recenti studi medici hanno dimostrato che, invece, la cattiva salute del re dipendeva principalmente dalla politica matrimoniale endogamica e quindi dalla pratica di contrarre matrimoni tra consanguinei all'interno della dinastia degli [[Asburgo]]<ref name=inbred>{{Cita web|url=http://www.plosone.org/article/info%3Adoi%2F10.1371%2Fjournal.pone.0005174|titolo=The Role of Inbreeding in the Extinction of a European Royal Dynasty|journal|cognome=Gonzalo Alvarez, Francisco C. Ceballos, Celsa Quinteiro|data=15 aprile 2009|editore=[[PLoS ONE]]|accesso=16 aprile 2009}}</ref>. (molto frequente era il matrimonio tra primi cugini o tra zio e nipote), destinata a non disperdere i territori asburgici, ma tutt'altro che vantaggiosa dal punto di vista [[Genetica|genetico]]<ref>{{Cita news|lingua=|autore=Elisabetta Rosaspina|url=http://www.corriere.it/cronache/09_aprile_15/rosaspina_asburgo_matrimoni_consaguinei_d9a22654-29d7-11de-8317-00144f02aabc.shtml|titolo=Troppi matrimoni tra parenti:
Infine i tratti marcati del volto hanno suggerito la possibilità che fosse affetto da [[acromegalia]]<ref name=madmonarchs />, mentre le frequenti gastriti e i conati di vomito possono essere ricondotti al fatto che fosse malato di [[acidosi tubulare renale]]<ref name="inbred"/>.
ecco perché gli Asburgo si estinsero|pubblicazione=http://www.corriere.it/|giorno=15|mese=04|anno=2009|pagina=0|accesso=16/04/2009|cid=}}</ref>. La madre di Carlo era figlia della sorella del padre, [[Maria Anna d'Asburgo (1606-1646)|Maria Anna di Spagna]], che fu contemporaneamente zia paterna e nonna materna di Carlo<ref>{{cite paper | author = Newell | title = Inbreeding of Charles II of Spain | year = 2008 | url = http://www.musitek.com/Public/Charles_II_Inbreeding.jpg | format = jpg | accessdate = }}</ref> e a conferma di ciò un altro studio genetico ha riportato che il suo coefficiente di consanguineità fosse pari a 0.254 pari a 10 volte quello di [[Filippo I di Castiglia]], padre dell'imperatore Carlo V e fondatore della dinastia<ref name="inbred"/>.
 
=== Descrizione del re ===
La teoria maggiormente seguita attribuisce il suo rachitismo, la sua debolezza mentale e la sterilità alla [[sindrome di Klinefelter]]<ref>Sulla stretta consanguineità degli austriaci come una spiegazione per molte delle malattie del re, vedere ''Gonzalo Alvarez et alii''</ref> ma oltre a questa il re soffriva di un marcato [[progenismo]] mandibolare che impediva all'arcata superiore ed inferiore dei denti di incontrarsi rendendogli estremamente difficile la parola e la masticazione<ref>>[http://www.avanti.it/index.php/cultura/6143-il-suicidio-genetico-dei-re-di-spagna-di-cristina-bardella.pdf Il suicidio genetico dei re di Spagna]</ref>.
Le sue condizioni precarie di salute influirono moltissimo sul suo aspetto fisico, tanto che il [[nunzio apostolico]] in Spagna, dopo aver incontrato il sovrano all'età di vent'anni circa, così riportò:
Infine i tratti marcati del volto hanno suggerito la possibilità che fosse affetto di [[acromegalia]]<ref name=madmonarch>http://www.xs4all.nl/~monarchs/madmonarchs/carlos2/carlos2_bio.htm</ref> mentre le frequenti gastriti e i conati di vomito suggeriscono che fosse malato anche di [[acidosi tubulare renale]]<ref name="inbred"/>.
 
{{citazione|Il re è più basso che alto, malformato, ha il viso sgraziato, il collo lungo e il viso allungato e piegato verso l'alto, il [[mento asburgico|labbro tipico della casa d'Asburgo]], occhi molto grandi, di colore turchese ed una pelle fine e delicata. I capelli sono lunghi e biondi, portati all'indietro in modo da esporre le orecchie. Non è possibile raddrizzare il suo corpo ma, quando cammina, si appoggia su di un tavolo a muro, o qualcosa d'altro. Il suo corpo è debole come la sua mente. A volte dà segni di intelligenza, memoria e di vivacità, ma non ora, sembra lento e non risponde, maldestro, pigro, con l'espressione stupita. Si può fare ciò che volete, non ha volontà propria<ref>{{cita|Pfandil|p. 386}}.</ref>.}}
=== Aspetto fisico del re ===
Le sue condizioni precarie di salute influirono moltissimo sul suo aspetto fisico tanto che il Nunzio Apostolico in Spagna, dopo aver incontrato il sovrano all'età di vent'anni circa, così riportò:
 
Gli storici statunitensi William e Ariel Durant aggiunsero: "Basso, zoppicante, epilettico, precocemente anziano e completamente calvo prima dei 35 anni, era sempre vicino alla morte"<ref name="madmonarchs" />.
{{quote|''Il re è più basso che alto, malformato, ha il viso sgraziato, il collo lungo e il viso allungato e piegato verso l'alto, il labbro tipico della casa d'Asburgo, occhi molto grandi, di colore turchese ed una pelle fine e delicata. I capelli sono lunghi e biondi, portati all'indietro in modo da esporre le orecchie. Non è possibile raddrizzare il suo corpo ma, quando cammina, si appoggia su di un tavolo a muro, o qualcosa d'altro. Il suo corpo è debole come la sua mente. A volte dà segni di intelligenza, memoria e di vivacità, ma non ora, sembra lento e non risponde, maldestro, pigro, con l'espressione stupita. Si può fare ciò che volete, non ha volontà propria.''<ref>Pfandl, Ludwig, ''Carlos II'', Afrodisio Aguado, Madrid, 1947, p. 386.</ref>}}
 
[[File:Royal Monogram of King Charles II of Spain.svg|thumb|Monogramma personale di re Carlo II]]
A ciò gli storici statunitensi William e Ariel Durant aggiunsero : ''basso, zoppicante, epilettico, precocemente anziano e completamente calvo prima dei 35 anni, era sempre vicino alla morte''<ref name=madmonarch/>.
 
Altre testimonianze, tuttavia, sembrano ridimensionare l'estensione delle disabilità fisiche e mentali del sovrano: a dispetto della salute precaria era un abile cacciatore<ref>{{cita|Mitchell|p. 303}}.</ref>; nonostante gli attacchi di depressione, era solito partecipare attivamente agli affari di Stato al punto che l'ambasciatore francese Jean-Baptiste Colbert, Marchese di Torcy, scrisse nelle sue relazioni che le capacità mentali del re erano intatte<ref>{{cita|Rule|pp. 91-108}}.</ref>. Nel 1691 Carlo II partecipò alle trattative con la missione diplomatica inviata dal Sultano del Marocco<ref>{{cita|Stanley|pp. 366-367}}.</ref>. Il diplomatico del Ducato di Savoia, Costanzo Operti, tenne udienze regolari con il sovrano durante la [[Guerra della Grande Alleanza]] e lo descrisse nei rapporti come affabile e generoso ma timido e con scarsa confidenza, tratti frequentemente menzionati anche da altri diplomatici stranieri<ref>{{cita|Garcia & Alvariño|pp. 291-293}}.</ref>.
== La reggenza di Marianna d'Austria ==
 
La timidezza fu sottolineata anche dallo storico Modesto Lafuente, secondo il quale Carlo II fu un re schivo e religioso e con il tempo divenne sempre più riflessivo, angosciato e triste per i molti problemi del regno<ref>{{cita|Lafuente|p. 197||Lafuente}}.</ref>.
 
Riguardo al suo comportamento, scrisse così Antonio Castillo:
{{citazione|Eppure, nonostante un comportamento infantile che lo induceva ad andare in cucina per aiutare a preparare i dolci piuttosto che alle sedute dei Consigli, la sua rabbia e le sue reazioni di collera imprevista e la sua passione per il cioccolato, che, assicura il professor Alonso-Fernandez, gli ha cagionato una dipendenza mono-alimentare di [[cioccolismo]], ebbene, al di là di tutti questi difetti, ha avuto un enorme senso della Religione e soprattutto della Regalità<ref name=arturosoria />.}}
 
=== Regno ===
==== Reggenza di Marianna d'Austria ====
[[File:Royal Monogram of Charles III, Duke of Brabant.svg|thumb|Monogramma di Carlo III, duca di Brabante; Carlo II, re di Spagna]]
Filippo IV morì nella mattina del 17 settembre 1665 dichiarando suo figlio Carlo, di appena quattro anni, come suo erede universale. Data la giovane età di Carlo e le sue precarie condizioni di salute, con la clausola 21 del testamento Filippo IV affidò la reggenza alla regina Marianna d'Austria, la quale doveva essere assistita da altri sei funzionari, tra cui l'[[arcivescovo di Toledo]] e inquisitore generale, cardinale [[Baltasar Moscoso y Sandoval]].{{citazione|Nomino come governatore di tutti i miei regni e signorie e stati e precettore del principe mio figlio e di qualsiasi altro bambino o bambina che mi succeda, la regina donna Marianna d'Austria, la mia molto cara e amata moglie con tutte le facoltà e i poteri, secondo le leggi, i fueros, i privilegi, stili e le consuetudini di ciascuno di detti miei regni, stati e signorie<ref name="testaFilippoIV">{{cita web|url=http://books.google.es/books?id=pSF_IuTjZ2UC&pg=PA678|titolo=Testamento di Filippo IV|accesso=}}</ref>.}}
 
Filippo IV poi, con la disposizione 37, riconobbe come proprio figlio [[Don Giovanni d'Austria (1629-1679)|don Giovanni d'Austria]], che si era distinto come generale nelle [[Contea delle Fiandre|Fiandre]] e aveva riunito alla corona [[Napoli]] e la [[Catalogna]] e che al momento aveva la carica di [[viceré d'Aragona]], raccomandando alla moglie di rispettarlo e di promuoverne la carriera<ref name="testaFilippoIV" />.
 
===== ''Valimiento'' di Juan Everardo Nithard =====
La regina madre, invece, morto l'arcivescovo di Toledo, assegnò la carica vacante di inquisitore generale e di presidente del consiglio di reggenza al suo confessore personale, il [[Ordine gesuita|gesuita]] austriaco [[Johann Eberhard Nidhard|Juan Everardo Nithard]], cui conferì in forma ufficiosa il titolo di ''valido''<ref>Il termine spagnolo ''valido'' non indica propriamente una carica istituzionalizzata, ma semplicemente il favorito del monarca, al quale il sovrano stesso concedeva determinati poteri e competenze che in ogni momento potevano essere revocate; particolarmente famosi, sia per l'influenza sugli affari pubblici, sia per la durata del loro incarico, furono il [[duca di Lerma]] per conto di [[Filippo III di Spagna|Filippo III]] e il [[conte duca di Olivares]] in nome di [[Filippo IV di Spagna|Filippo IV]].</ref>, escludendo don Giovanni d'Austria, che ben presto incominciò a odiare la regina e il suo ''valido'', mentre la nobiltà disprezzò il Nithard per via della sua eccessiva influenza sulla regina e in secondo luogo poiché la sua nomina non era stata approvata dal [[papa Alessandro VII]]<ref>{{Cita|del Castillo|pp. 570-573}}.</ref>.
 
Nithard aveva ereditato una situazione politica particolarmente complessa, dal momento che da un lato la sconfitta nella [[guerra franco-spagnola]] aveva scosso il potere e il prestigio spagnolo in Europa, mentre dall'altro la [[guerra di restaurazione portoghese]], che si trascinava dal 1640, assorbiva le scarse energie del regno<ref>{{Cita|del Castillo|p. 574}}.</ref>.
 
Durante il governo di Nithard la situazione portoghese precipitò ulteriormente, dal momento che l'esercito spagnolo, mal equipaggiato e mal diretto, si dimostrò totalmente incapace di difendere i confini e regolarmente truppe portoghesi riuscirono a penetrare nella [[Castiglia]] e nell'[[Andalusia]], ponendole a sacco.
Incapace di respingere l'esercito portoghese, Nithard stipulò nel 1668 il disastroso [[Trattato di Lisbona (1668)|trattato di Lisbona]] con cui, in cambio di [[Ceuta]], la Spagna riconosceva l'indipendenza del Portogallo e dei suoi possedimenti (il [[Brasile]] e le piazzeforti commerciali in [[India]] e in [[Indocina]]).
 
Nello stesso anno, inoltre, [[Luigi XIV di Francia]] intraprese la [[guerra di devoluzione]] contro la Spagna, che solo grazie all'aiuto dell'Inghilterra, della Svezia e delle Province Unite, preoccupate dell'espansionismo francese, riuscì a evitare, nel [[Trattato di Aquisgrana (1668)|trattato di Aquisgrana]], gravi perdite territoriali<ref>{{Cita|del Castillo|pp. 574-584}}.</ref>.
 
[[File:Carlos II por Juan Carreño de Miranda.jpg|thumb|left|Carlo II di Spagna nel Salone degli Specchi, di [[Juan Carreño de Miranda]], c. 1675, olio su tela, 201 cm x 127 cm, [[Palazzo reale di Madrid]]]]
Il trattato di Lisbona prima e la guerra di devoluzione poi avevano gravemente screditato il governo del gesuita presso la nobiltà, mentre era cresciuto lo scontento dei ceti deboli a causa del forte aumento delle tasse disposto dal gesuita per finanziare i due conflitti fallimentari<ref>{{Cita|del Castillo|pp. 584-588}}.</ref>.
Di tale scontento si fece interprete don Giovanni d'Austria: nel 1669 marciò verso [[Madrid]] e, occupata la capitale senza incontrare resistenza, obbligò la regina madre a destituire Nithard<ref>{{Cita|del Castillo|pp. 584-601}}.</ref>.
 
===== ''Valimiento'' di Fernando de Valenzuela =====
{{Casa d'Asburgo (Spagna)}}
In sostituzione di Nithard fu nominato ''valido'' [[Fernando de Valenzuela]], marchese di Villasierra<ref>{{Cita|del Castillo|p. 601}}.</ref>, il cui governo non fu però più efficiente di quello del predecessore.
Sul piano economico, infatti, Valenzuela non tentò di adottare riforme per rendere più equo ed efficiente il fisco e neppure riuscì a riordinare la circolazione monetaria, sconvolta dall'eccessiva coniazione di monete avvenuta durante gli ultimi decenni del regno di Filippo IV, ma, per risolvere i gravi problemi finanziari, ricorse ancora una volta all'aumento delle imposte dirette che gravavano sui ceti popolari e ridusse gli effettivi dell'esercito<ref>{{Cita|del Castillo|pp. 601-613}}.</ref>.
 
Ugualmente negativa fu la sua politica estera, dal momento che fu il principale responsabile dell'entrata in guerra della Spagna nella [[guerra d'Olanda]] nel 1672<ref>{{Cita|del Castillo|pp. 614-616}}.</ref>.
Filippo IV morì nella mattina del 17 settembre del [[1665]] dichiarando il proprio figlio Carlo, di appena 4 anni, come suo erede universale e data la giovane età e le precarie condizioni di salute nominò, con la clasola 21 del testamento reggente del regno la regina Marianna d'Austria con l'assistenza di altri 6 funzionari, in primis l'arcivescovo di [[Toledo]] ed inquisitore generale, il cardinale [[Baltasar Moscoso y Sandoval]].
In questo conflitto l'esercito spagnolo, fortemente indebolito, non riuscì a difendere la [[Franca Contea]], perse le importanti piazzeforti di [[Namur]] e [[Charleroi]] e subì diverse incursioni in Catalogna. Nel 1674 avvenne la [[Rivolta antispagnola di Messina|rivolta di Messina]], per sopprimere la quale chiese aiuto alla Francia, che si impadronì prima della città stessa e poi della città di Augusta mirando all'intera Sicilia; nell'ambito di tali eventi, sul mare, una flotta congiunta ispano-olandese combatté alcune battaglie inconcludenti presso le isole Eolie (7, 8 e 9 gennaio 1676: [[Battaglia di Alicudi|seconda battaglia di Stromboli]]) e presso la città di Augusta<ref>{{Cita|del Castillo|pp. 619-645}}.</ref> (22 Aprile 1676: [[Battaglia d'Agosta|battaglia di Augusta]], nella quale perse la vita il famoso ammiraglio olandese [[Michiel de Ruyter]]), mentre la successiva [[Battaglia di Palermo (1676)|battaglia navale di Palermo]] (2 giugno 1676) tra la flotta ispano-olandese e la flotta francese si concluse con un'importante vittoria francese<ref>{{Cita|del Castillo|p. 643}}.</ref><ref>Pietro Maniscalco, ''La battaglia navale di Palermo, di Stromboli e di Augusta'', Palermo, Arsenale di Palermo, 2002, p. 11</ref>.
 
Nel 1678 fu stipulato il [[trattato di Nimega]], in base al quale la Francia ottenne la [[Franca Contea]] e numerose piazzeforti fiamminghe in cambio della riconsegna di [[Charleroi]], [[Namur]] e della città di [[Messina]].
{{quote|''Nomino come governatore di tutti i miei regni e signorie e stati e precettore del principe mio figlio e di Qualsiasi altro bambino o bambina che mi succeda, la Regina donna Marianna d'Austria, la mia molto cara e amata moglie con tutte le facoltà e i poteri, secondo le leggi, i fueros, i privilegi, stili e le consuetudini di ciascuno di detti miei Regni, stati e signorie''<ref>[http://books.google.es/books?id=pSF_IuTjZ2UC&pg=PA678 Copia del testamento di Filippo IV], clausola 21.</ref>.}}
Furibondo per la rivolta, Carlo II dichiarò la città "morta civilmente", abolì tutti i privilegi, tra cui il [[porto franco (economia)|porto franco]] e fece distruggere il [[Palazzo Senatoriale (Messina)|Palazzo Senatoriale]], in cui si riuniva il [[senato di Messina]], ordinando, in segno di disprezzo, di spargere sale sul suolo in cui si riuniva e di erigere una statua che lo ritraeva a cavallo mentre calpestava un serpente, Messina<ref>{{cita web|url=https://www.comitatosiciliano.blogspot.it/2009/03/statua-di-carlo-ii-messina.html|titolo=Statua di Carlo II a Messina|accesso=1º maggio 2013|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20160307000023/http://www.comitatosiciliano.blogspot.it/2009/03/statua-di-carlo-ii-messina.html|urlmorto=sì}}</ref>.
 
Le gravi sconfitte nella guerra d'Olanda, tuttavia, influirono non poco sulla situazione politica del regno: infatti, con l'avvicinarsi della maggiore età di Carlo II, sia la regina madre sia don Giovanni d'Austria intrapresero una lotta agguerrita per assicurarsene il favore e quindi governare in sua vece, data la grave debolezza fisica del sovrano<ref>{{Cita|del Castillo|p. 618}}.</ref>.
Filippo IV poi, con la disposizione 37, riconobbe come proprio figlio [[Don Giovanni d'Austria (1629-1679)|Don Giovanni d'Austria]] che si era distinto come generale nelle Fiandre e aveva riunito alla corona Napoli e la Catalogna e che al momento aveva la carica di Viceré di Aragona raccomandando alla moglie di rispettarlo e di promuoverne la carriera.
 
[[File:Charles II Schloss Rohrau.jpg|thumb|Carlo II, nelle vesti di gran maestro del Toson d'oro, a 16 anni, ritratto di Juan Carreno de Miranda, 1677|alt=|sinistra|425x425px]]
===Il governo di Juan Everardo Nithard (1665-1669)===
A tale scopo, nel 1677, la regina, con l'appoggio di Valenzuela e di gran parte della corte, decise di inviare don Giovanni d'Austria in Italia, in modo da allontanarlo dalla corte, mentre fece prorogare di altri due anni la reggenza<ref>{{Cita|del Castillo|p. 619}}.</ref>.
La regina madre, invece, morto l'arcivescovo di Toledo diede la carica vacante di inquisitore generale e di presidente del consiglio di reggenza al suo confessore personale, il gesuita austriaco [[Johann Eberhard Nidhard|Juan Everardo Nithard]] escludendo Don Giovanni d'Austria che ben presto iniziò ad odiare la regina e il suo valido mentre la nobiltà disprezzava Nithard per via della sua eccessiva influenza sulla regina ed in secondo luogo poiché la sua nomina non era stata approvata dal [[papa Alessandro VII]].
 
Carlo II, dopo un violento litigio con la madre, cedette, ma in segreto inviò missive al fratellastro don Giovanni, inducendo costui a marciare verso Madrid: occupò il palazzo dell'Escorial e convinse il re, di diritto maggiorenne dal 1675, a licenziare Valenzuela e a esiliarlo nelle [[Filippine]], a confinare la regina madre, Marianna d'Austria, all'[[alcázar di Toledo]] e infine a nominare un nuovo ''valido'', lo stesso don Giovanni d'Austria<ref>{{Cita|del Castillo|pp. 646-652}}.</ref>.
Nithard aveva ereditato una situazione politica particolarmente complessa dal momento che da un lato la sconfitta nella [[Guerra franco-spagnola (1635-1659)]] aveva scosso il potere e il prestigio spagnolo in Europa mentre dall'altro la [[Guerra di restaurazione portoghese]], che si trascinava dal [[1640]], assorbiva le scarse energie del regno.
 
==== Governo personale ====
Durante il governo di Nithard la situazione portoghese precipitò ulteriormente dal momento che l'esercito spagnolo mal equipaggiato e mal diretto si dimostrò totalmente incapace di difendere i confini e regolarmente truppe portoghesi riuscirono a penetrare nella Castigia e nell'Andalusia ponendole a sacco.
Nel 1679 don Giovanni d'Austria morì e Marianna d'Asburgo poté tornare a corte<ref name="delCastillo">{{Cita|del Castillo|p. 652}}.</ref>.
Incapace di respingere l'esercito Portoghese Nithard stipulò nel [[1668]] il disastroso [[Trattato di Lisbona (1668)|Trattato di Lisbona]] con cui, in cambio di [[Ceuta]] la Spagna riconosceva l'indipendenza del Portogallo e dei suoi possedimenti, Il [[Brasile]] e le piazzaforti commerciali in India e nell'Indocina.
Infatti, sebbene fosse stato dichiarato adulto, il re, per via delle precarie condizioni di salute, lasciò alla madre una notevole libertà d'azione così come, conscio delle proprie debolezze, preferì delegare parte dei propri poteri a vari "validi": [[Juan Francisco de la Cerda]], [[duca di Medinaceli]] (dal 1680 al 1685), [[Manuel Joaquín Álvarez de Toledo]], conte di Oropesa (dal 1685 al 1691 e dal 1695 al 1699) e all'arcivescovo di Toledo [[Luis Manuel Fernández de Portocarrero-Bocanegra y Moscoso-Osorio|Luis Manuel Fernández de Portocarrero]] (dal 1699 al 1700).
 
=== Problemi economici e declino politico ===
Nello stesso anno inoltre [[Luigi XIV di Francia]] intraprese la [[Guerra di Devoluzione]] contro la Spagna la quale solo grazie all'aiuto dell'Inghilterra, della Svezia e delle Province Unite, preoccupate dell'espansionismo francese, riuscì ad evitare, nel [[Trattato di Aquisgrana (1668)|trattato di Aquisgrana]], gravi perdite territoriali.
Gli anni in cui Carlo II regnò furono difficili per la Spagna, ormai entrata in una fase di declino. La crisi politica e militare si era acuita a causa delle sconfitte nella [[guerra dei trent'anni]] e nelle continue guerre contro la Francia.
Tali conflitti, sebbene non avessero compromesso gravemente l'immenso impero spagnolo (salvo ovviamente la perdita del Portogallo e delle colonie del Brasile e delle Molucche), ne avevano tuttavia dissestato l'economia e indebolivano i collegamenti tra le varie province.
 
Era invece gravemente deteriorata la situazione economica già debilitata dalla politica imperialista di [[Filippo II di Spagna]] e dei suoi successori Filippo III e Filippo IV e da problemi strutturali quali un'amministrazione decentrata e debole, un sistema tributario che gravava principalmente sui ceti deboli ed esentava le rendite della nobiltà e della Chiesa cattolica e dalla mancanza di una borghesia dinamica che potesse attivare dei vitali circuiti produttivi.
[[File:Carlos II por Juan Carreño de Miranda.jpg|thumb|200px|left|Carlo II di Spagna nel Salone degli Specchi, di [[Juan Carreño de Miranda]] (c. [[1675]]). Olio su tel, 201 cm x 127,00 cm, [[Palazzo Reale di Madrid]].]]
Il trattato di Lisbona prima e La Guerra di Devoluzione poi avevano gravemente screditato il governo del gesuita presso la nobiltà mentre crebbe lo scontento dei ceti deboli per via del forte aumento delle tasse disposto dal gesuita per finanziare i due conflitti fallimentari.
Don Giovanni D'Austria si fece interprete dello scontento e nel [[1669]] marciò verso [[Madrid]] e, occupata la capitale senza incontrare resistenza, obbligò la regina madre a destituire Nithard.
 
I problemi economici venivano amplificati dalla forte importanza assunta dalla nobiltà e dal clero, non solo per via delle detrazioni fiscali, ma anche per il semplice fatto che in questi ceti si concentrava la gran parte della proprietà fondiaria, di cui si disinteressavano ritenendo l'amministrazione delle loro terre cosa non degna del loro rango o del dovere di servire Dio.
=== Il governo di Fernando de Valenzuela (1669-1677) ===
In sostituzione di Nithard, fu nominato valido [[Fernando de Valenzuela]], marchese di Villasierra, il cui governo non fu maggiormente efficiente di quello del predecessore.
Sul piano economico, infatti, Valenzuela, non tentò di adottare riforme per rendere più equo ed efficiente il fisco e neppure riuscì a riordinare la circolazione monetaria, sconvolta dall'eccessiva coniazione di monete avvenuta durante le ultime decadi del regno di Filippo IV ma per risolvere i gravi problemi finaziari ricorse ancora una volta all'aumento delle imposte dirette che gravavano sui ceti popolari e ridusse gli effettivi dell'esercito.
 
In conseguenza di ciò i latifondi non erano sfruttati se non per il pascolo o per un'agricoltura estensiva e poco produttiva, affidata nelle mani dei braccianti, mentre i liberi proprietari, schiacciati dal peso del fisco o emigravano nelle città ma con scarse possibilità di trovare lavoro o nelle colonie causando un forte deficit demografico.
Ugualmente negativa fu la sua politica estera dal momento che fu il principale responsabile dell'entrata in guerra della Spagna nella [[Guerra d'Olanda]] nell'anno [[1672]].
In questo conflitto l'esercito spagnolo, fortemente indebolito, non riuscì a difendere la [[Franca Contea]], perse le importanti piazzeforti di [[Namur]] e [[Charleroi]] mentre sul mare una flotta congiunta ispano-olandese combatté alcune battaglie inconcludenti presso le isole Alicudi e la città di Augusta.
A seguito di ciò nel [[1674]] avvenne la [[Rivolta antispagnola di Messina|rivolta di Messina]] in cui gli abitanti, cacciata la guarnigione spagnola, chiesero l'aiuto di truppe francesi mentre la seguente battaglia navale di Palermo tra la marina Ispano-Olandese e Francese si concluse con un'importante vittoria francese.
 
In tali condizioni divenivano ancora più gravi gli effetti dell'espulsione dei [[Moriscos (gruppo religioso)|moriscos]], decisa nel 1609 dal [[duca di Lerma]], il favorito di [[Filippo III di Spagna|Filippo III]].
Nel [[1678]] fu stipulato il [[Trattato di Nimega]] in base al quale la Francia ottenne la Franca Contea e numerose piazzeforti fiamminghe in cambio della riconsegna di Charleroi, Namur e della città di Messina.
I [[musulmani]] che dopo la [[Reconquista]] erano rimasti in [[Spagna]] a condizione di convertirsi al Cristianesimo, avevano costituito infatti, proprio perché considerati indegni del servizio religioso o militare, una manodopera di alta qualità nell'industria serica come nella produzione agricola nell'agricoltura e nell'industria.
Furibondo per la rivolta Carlo II dichiarò la città "Morta civilmente", abolì tutti i privilegi tra cui il porto franco, trasferì l'università a Catania, e fece distruggere il "''[[Palazzo Senatoriale]]''" in cui si riuniva il senato di Messina, fece cospargere in segno di disprezzo del sale sul suolo in cui si riuniva e vi fece erigere una statua che lo ritraeva<ref>http://www.gaetanomartino.it/index2.php?option=com_content&do_pdf=1&id=78</ref>.
 
Questi meriti furono però insufficienti a salvarli: infatti, le pressioni del clero, dietro il pretesto che i musulmani avrebbero potuto agevolare un attacco turco, indussero Filippo III e il duca di Lerma a esiliarli privando il paese di 200&nbsp;000 uomini pari al 3,5% della popolazione; altre stime, inoltre indicano 275&nbsp;000<ref>{{cita|Parker|p. 150}}.</ref> e 300&nbsp;000 espulsi<ref>{{cita|Perry|p. 133}}.</ref>. Con tale atto fu gravemente compromessa l'economia andalusa lasciata priva dei migliori agricoltori e artigiani.
[[Image:Charles II Schloss Rohrau.jpg|thumb|left|150px|Carlo II a 16 anni]]
Le gravi sconfitte nella guerra d'Olanda tuttavia influirono non poco sulla situazione politica del regno dal momento che nel [[1677]] Don Giovanni d'Austria intraprese una seconda marcia militare verso Madrid, occupò il Palazzo dell'Escoriale e convinse il re, dichiarato maggiorenne sin dal [[1675]], a licenziare Valenzuela e ad esiliarlo nelle Filippine, a confinare la regina madre, Marianna d'Austria, all'Alcazar di Toledo ed infine a nominare un nuovo valido: lo stesso Giovanni d'Austria.
 
La naturale conseguenza di ciò era stata che la [[Spagna]], principale importatore di metalli preziosi dalle Americhe, non ne tratteneva per sé che un piccolo quantitativo e usava il restante come mezzo di pagamento verso i mercanti italiani (genovesi in particolare), fiamminghi, olandesi che procuravano tutto ciò la Spagna non produceva.
== Regno ==
Nel [[1679]] don José Juan morì e la regina madre poté tornare a corte, infatti, sebbene il re fosse stato dichiarato adulto, spesso fu sostituito dalla regina madre per via delle precarie condizioni di salute mentre al posto di don José Juan fu nominato primo ministro prima il duca di Medinaceli (1680-1685) e quindi il conte di Oropesa (1685-1691).
[[Image:Charles II (1670-80).jpg|thumb|Carlo II ventenne]]
 
[[File:Carlos II, con armadura.jpg|thumb|Carlo II di Spagna in armatura, ritratto di [[Juan Carreño de Miranda]], 1681, museo del [[Prado]]]]
Gli anni in cui Carlo II regnò furono difficili per la Spagna, ormai entrata in una fase di declino: La crisi politica e militare si era acuita a causa delle sconfitte nella [[Guerra dei trent'anni]] e nelle continue guerre contro [[Luigi XIV]].
Quanto detto risulta ancor più evidente in queste due testimonianze dell'epoca, di cui la prima, datata 1595, è un estratto del rapporto dell'ambasciatore veneziano [[Vendramin]]; la seconda, invece, è una lettera, scritta nel 1675 da Don Alfonso Nunez de Castro:
Tali conflitti, sebbene non avessero gravemente compromesso l'immenso impero spagnolo (salvo ovviamente la perdita del Portogallo e delle colonie del Brasile e delle Molucche) ne avevano tuttavia dissessato l'economia e indebolivano i collegamenti tra le varie provincie.
 
{{citazione|Pare che non senza ragione gli spagnoli dicano in proposito di quest’oro che dalle Indie se ne viene in Spagna che faccia su di loro quell'effetto appunto che fa la pioggia sopra i tetti delle case, la quale se ben vi cade sopra, discende poi tutta in basso senza che quelli che primi la ricevono ne abbiano beneficio alcuno<ref>{{cita web|url=http://www.secondanavigazione.net/declinoeconomico-spagnolo.htm |titolo=Rapporto dell'ambasciatore Vendramin|accesso=}}</ref>.}}
Era invece gravemente deteriorata la situazione economica già debilitata dalla politica imperialista di [[Filippo II di Spagna|Filippo II di Spagna ]] e dei suoi successori Filippo III e Filippo IV e da problemi strutturali quali un'amministrazione decentrata e debole, un sistema tributario che gravava principalmente sui ceti deboli ed esentava le rendite della Nobiltà e della Chiesa Cattolica e dalla mancanza di una borghesia dinamica che potesse attivare dei vitali circuiti produttivi.
{{citazione|Lasciamo Londra produrre quei panni così cari al suo cuore; lasciamo l'Olanda produrre le sue stoffe, Firenze i suoi drappi, le Indie le sue pellicce, Milano i suoi broccati, l'Italia e le Fiandre le loro tele di lino... noi siamo in grado di comperare questi prodotti il che prova che tutte le nazioni lavorano per Madrid e che Madrid è la grande regina perché tutto il mondo serve Madrid mentre Madrid non serve nessuno<ref>{{cita web|url=http://www.secondanavigazione.net/declinoeconomico-spagnolo.htm|titolo=Lettera di Don Alfonso Nunez de Castro|accesso=}}</ref>.}}L'influenza del clero, infine, impediva ogni anelito di riforma culturale e il suo ruolo è testimoniato dall'importanza assunta dal tribunale inquisitorio che nel 1680 celebrò, alla presenza della famiglia reale e della corte, il più grande [[autodafé]] nella storia dell'[[Inquisizione]] spagnola<ref>{{Cita|del Castillo|p. 656}}.</ref>: 120 prigionieri furono giudicati e per celebrare l'evento fu pubblicato un libro riccamente decorato.
 
Gli eccessi del clero, tuttavia, impaurirono lo stesso sovrano che istituì un'apposita commissione per indagare sull'Inquisizione spagnola ma, per quanto il resoconto fosse nettamente contrario all'inquisizione, l'influenza del clero fu tale da indurre il governo a nascondere e, secondo alcuni, dare alle fiamme il rapporto<ref>{{cita|Durants|1963||Durants}}.</ref> e in effetti, quando lo richiese [[Filippo V di Spagna|Filippo V]], non se ne trovò alcuna copia.
Conseguenza di quest'ultimo aspetto era l'importazione ingentissima di manufatti dall'estero, per cui le ricchezze che affluivano in Spagna dai suoi domini, specie quelli americani, finivano per arricchire altri paesi. Inoltre, si avvertivano i gravissimi effetti dell'espulsione dei [[moriscos]], decisa nel [[1609]] dal [[Duca di Lerma]], il favorito di [[Filippo III di Spagna|Filippo III]].
I moriscos, i [[musulmani]] che dopo la [[Reconquista]] erano rimasti in [[Spagna]] a condizione di convertirsi al Cristianesimo, costituivano una manodopera di considerevole importanza nell'agricoltura e nell'industria; la loro espulsione, motivata dal fatto che avessero conservato la loro lingua e i loro costumi, aggravò ulteriormente l'economia.
 
=== Politica interna e amministrazione finanziaria ===
[[File:Carlos II, con armadura .jpg|thumb|right|Carlo II di Spagna in armatura, ritratto di Juan Carreño de Miranda, 1681]]
Consapevole dei forti problemi economici, il re, consigliato dai suoi ministri, il duca di Medinaceli prima e il conte di Oropesa poi, intraprese alcune riforme per migliorare la situazione sociale ed economica del regno.
Nel [[1680]] Carlo II presiedette al più grande [[autodafé]] nella storia dell'[[Inquisizione]] spagnola, in cui 120 prigionieri furono giudicati e per celebrare l'evento, fu pubblicato un libro riccamente decorato. Tuttavia quasi subito si pentì ed istituì un'apposita commissione per indagare sull'Inquisizione spagnola. A quanto si dice, il resoconto della commissione fu così schiacciante che lo stesso sovrano si impaurì a tal punto delle conseguenze tanto da vietarne ogni attività se non approvata dal re: quanto al documento, secondo alcuni fu gettato alle fiamme''<ref>Durants, 1963.</ref>.
Quando [[Filippo V di Spagna|Filippo V]] successe a Carlo II al trono di Spagna, richiese il documento, ma non se ne trovò alcuna copia.
 
Il 18 maggio 1680 diede incarico al [[consiglio delle Indie]] di attuare un progetto di consolidamento del diritto in modo da unificare la legislazione cui erano sottoposte le colonie spagnole nelle [[leggi delle Indie]].
Consigliato dal duca di Medinaceli e poi del Conte di Oropesa Carlo II cercò di intraprendere alcune riforme per migliorare la situazione sociale ed economica del regno.
Le ''leyes de Indias'', rese esecutive con una cedola reale emanata da Carlo II, erano costituite da 6.385 disposizioni raccolte in nove libri secondo le seguenti materie<ref>{{cita web|url=http://geoanalyzer.britannica.com/ebc/|titolo=Laws of the Indies|accesso=|urlmorto=sì}}</ref>:
 
*I libro: Santa fede cattolica.
Il [[18 maggio]] del [[1680]] diede incarico al [[Consiglio delle Indie]] di attuare un progetto di consolidazione del diritto ([[Recopilacion de Leyes de las Indias]]) in modo da unificare la legislazione cui erano sottoposte le colonie spagnole nelle [[leyes de indias]] mentre pochi anni dopo, nel [[1691]] promulgò una prammatica con cui dava mandato al viceré della Nuova Spagna e del Perù di aprire scuole di villaggio per insegnare ai nativi americani lo spagnolo: atto che sancì la completa unione della cultura indigena con quella dei conquistadores iberici.
*II libro: Delle Leggi, disposizioni, cedole ed ordinanze reali.
*III libro: Governo e reale giurisdizione delle Indie.
*IV libro: Governo delle città e normativa edilizia.
*V libro: Governo e tribunali di provincia.
*VI libro: Degli indiani.
*VII libro: Norme di diritto penale.
*VIII libro: Amministrazione delle finanze.
*IX libro: Della reale audencia e della [[Casa de Contratación]] di [[Siviglia]].
 
Nel Regno di Napoli in cui fu l'ultimo Asburgo a regnare, e più specificatamente in Calabria, in seguito alla [[Pentedattilo#La strage degli Alberti|strage di Pentedattilo]] del venerdì di Pasqua del 1686, dopo avere perseguito il barone Bernardino Abenavoli reo del fatto di sangue, nel 1696 unificò Montebello Jonico a Fossato creando il marchesato di [[Montebello Jonico]] e attribuendolo al nobile Ferdinando Mazzacuva (nato nel 1677) che divenne il primo [[marchese]] dell'antica famiglia della Jonica calabrese.
Il [[14 ottobre]] del [[1686]] il re promulgò un decreto che attuava, dopo diversi tentativi falliti, una riforma monetaria per ovviare ai problemi di inflazione, manipolazione monetaria e tesaurizzazione delle monete pregiate in oro e argento; problemi originati dall'eccessiva coniazione di reales di rame durante il regno di [[Filippo IV di Spagna|Filippo IV]] e durante la reggenza di Marianna d'Austria.
 
Pochi anni dopo, nel 1691, promulgò una [[prammatica sanzione]] con cui dava mandato ai viceré della Nuova Spagna e del Perù di aprire scuole di villaggio per insegnare ai nativi americani lo spagnolo: atto che sancì la completa unione della cultura indigena con quella dei conquistadores iberici.
Il decreto mise fuori circolazione i real di rame, svalutò del 20 % la moneta argentea e costituì 2 sistemi monetari separati: da una parte le Indie e le transazioni commerciali con l'estero mantenevano il vecchio real di argento, poi conosciuto con il nome di [[Pezzo da otto]], mentre la Spagna adottava il nuovo standard svalutato; il valore del vecchio real fu fissato a 10 reales del nuovo standard<ref>Antonio Dominiguez Ortis. "Crisis y decadencia en la Espana de los Austrias" 1984</ref>
 
In politica interna il [[Duca di Medinaceli]] cercò di restaurare l'economia attuando una svalutazione della moneta ma non ottenne alcun successo<ref>{{Cita| del Castillo|p. 660}}.</ref> e, con l'istituzione della ''Junta de Comercio y Moneda'', incominciò una politica di raccoglimento finanziario, invertendo una tendenza consolidata che si trascinava sin da [[Carlo V d'Asburgo|Carlo I]].
Gli effetti di tale riforma furono certamente notevoli non solo per la separazione del sistema momentario delle colonie rispetto a quello della madrepatria ma anche perché la [[svalutazione]] garantì una moderata ripresa delle attività agricole, commerciali e manifatturiere delle Asturie, dell'Aragona e della Catalogna e certamente contribuì a riordinare l'intera situazione economica<ref>http://www.tesorillo.com/articulos/libro/226.htm#_ftnref15</ref>.
 
Medinaceli, tuttavia, dovette affrontare anche la politica espansionistica di Luigi XIV che, a partire dal 1682, intraprese una campagna di conquista nei Paesi Bassi coronata dall'occupazione di Lussemburgo e verso il confine catalano, ove le truppe francesi poterono avanzare fino a Gerona<ref>{{Cita|del Castillo|pp. 661-665}}.</ref>.
I tentativi del conte di Oropesa di riformare il fisco invece fallirono poiché la nobiltà e il clero rifiutarono l'abolizione delle esenzioni fiscali anche se furono istituite alcune imposte indirette che colpivano gli interessi dei ceti privilegiati.
Ebbe invece successo l'istituzione della "Sovrintendenza della Real Casa", vero e proprio antesignano del ministero delle finanze.
 
Nel 1683 la Spagna dichiarò guerra alla Francia che reagì attaccando uno dei più fedeli alleati spagnoli, la [[Repubblica di Genova]], la cui capitale fu sottoposta a un feroce [[Bombardamento navale di Genova (1684)|bombardamento navale]]. Prive di risorse, Spagna e Genova accettarono la mediazione di Olanda e dell'imperatore che si concluse con il [[trattato di Ratisbona]]<ref>{{Cita|del Castillo|p. 665}}.</ref>.
[[File:Ignoto, carlo II, argento, 1690-1700 ca.JPG|235 × 240 pixel|thumb|right| Medaglia in Argento rappresentante Carlo II, autore ignoto]]
Queste riforme per quanto utili per il regno e sebbene fossero riuscite a rianimare i traffici commerciali e la produzione agricola e manifatturiera, certamente ebbero dei limiti notevoli né riuscirono a colmare il divario che separava l'impero spagnolo dai suoi concorrenti.
In primo luogo esse si limitarono a scalfire gli interessi dei ceti agiati, in secondo luogo giovarono solamente alle regioni periferiche del regno, maggiormente aperte ai commerci, e non alla [[Castiglia]] e all'[[Andalusia]] che, ormai spopolate dalle carestie e dalle epidemie erano rimaste completamente nelle mani dei feudatari latifondisti, aggravando le disparità economiche.
 
Medinaceli, screditato dagli insuccessi, osteggiato dalla regina madre<ref>{{Cita| Cánovas del Castillo|p. 668}}.</ref>, si dimise poco dopo lasciando gli incarichi al conte di Oropesa, il quale, approfittando della pace, proseguì la politica di risanamento dell'economia, già abbozzata dal predecessore, ridusse, cioè, il numero degli uffici militari, dei tribunali, aumentò l'orario di lavoro dei dipendenti pubblici e soppresse gran parte delle pensioni e delle esenzioni fiscali fino ad allora erogate<ref>{{cita|Lafuente|p. 197|}}.</ref><ref>{{Cita|del Castillo|p. 672}}.</ref>.
Mancò, infatti, la riforma della pubblica amministrazione la quale, essendo fortemente decentrata in provincie e territori che mantenevano leggi e statuti autonomi, non era in grado di garantire una tempestiva mobilitazione delle energie del regno né poteva tantomeno imbrigliare il potere e l'influenza delle aristocrazie locali.
Se, infatti, Filippo IV e il [[Conte di Olivares]] avevano tentato inutilmente di centralizzare a Madrid l'amministrazione provocando rivolte separatiste come la [[Sollevazione della Catalogna]], Carlo II, non affrontò neppure il problema e lo lasciò in eredità ai suoi successori.
 
In secondo luogo, coadiuvato dal marchese Manuel de Lira, segretario di stato per le spese generali, Oropesa ridusse le rendite di corte arrivando a proibire numerosi acquisti di articoli non necessari<ref>{{cita|Lafuente|p. 198}}.</ref> allo scopo di abolire, nel 1685, alcune tasse impopolari che gravavano principalmente sulla popolazione comune<ref name=Lafuente200>{{cita|Lafuente|p. 200}}.</ref>. Fallì, invece, per l'opposizione della chiesa e di gran parte della nobiltà, il progetto di richiamare in Spagna gli ebrei, affinché rianimassero il commercio e le manifatture<ref>{{Cita|del Castillo|p. 671}}.</ref>.
Tuttavia, bisogna riconoscere, che questa inattività, non ebbe risvolti del tutto negativi dal momento che contribuì a migliorare le condizioni economiche e fu apprezzata dalla classe dirigente e dalla borghesia aragonese e catalana tanto che [[Feliu de la Peña]], un importante aristocratico catalano definì Carlo II come il "Re migliore che la Spagna abbia avuto finora"<ref name="k213">Kamen 1977</ref> e certamente tale politica compiacente fece in modo che la Rivolta delle Barrettina, scoppiata in Catalogna tra il 1687 e 89 e la contemporanea sollevazione della città di Alicante non sfociasse in una sollevazione come quella del 1640.
 
Il re fu tra i principali sostenitori di questi provvedimenti tanto che volle dedicare meno tempo ai suoi svaghi per occuparsi con maggior vigore e interesse alle questioni pubbliche, desiderando di essere informato di tutto<ref name=Lafuente200 />
== Successione ==
[[File:ParenteleCarloIIdiSpagna.jpg|thumb|left|450px|Schema delle parentele dei pretendenti al trono spagnolo alla morte di Carlo II]]
Sin dalla morte di Filippo IV il trono di Spagna era stato l'oggetto di intensi rapporti diplomatici tra Luigi XIV di Francia e l'Imperatore Leopoldo I d'Asburgo, entrambi cugini e cognati di Carlo II, allo scopo di evitare che un' eventuale morte del sovrano senza eredi legittimi portasse ad una guerra; il primo di tale trattati, poi non entrato in vigore è datato al [[1668]].
 
Nel 1680, allo scopo di ovviare ai problemi di inflazione, manipolazione monetaria e tesaurizzazione delle monete pregiate in oro e argento, furono emanati editti draconiani finalizzati a rimuovere la moneta di rame svalutata in circolazione e, così, rivalutare la moneta spagnola del 25% mentre allo stesso tempo i debiti dovuti dai contribuenti alla Tesoro furono ristrutturati al fine di evitare un eccessivo e ulteriore peso sull'economia<ref>{{cita|Darby||p. 74}}.</ref><ref>{{cita|Villanueva||pp.1-7}}.</ref>.
Fu proprio tale interesse a convincere la corte di Madrid della necessità che il sovrano prendesse moglie il più presto possibile affinché potesse generare un erede e così
nel [[1679]] Carlo II sposò [[Maria Luisa di Borbone-Orléans]], figlia di [[Filippo I di Borbone-Orléans]], fratello di [[Luigi XIV]], e della sua prima moglie [[Enrichetta Anna Stuart]].
 
I provvedimenti ebbero effetti collaterali considerevoli, limitando la massa monetaria in circolazione e così aumentando significativamente il costo del denaro, tanto da rendere necessaria, il 9 ottobre 1984, l'approvazione di una nuova legge, per autorizzare nuovamente la possibilità di utilizzare la moneta di rame, sebbene al suo valore intrinseco svalutato<ref>{{cita|Villanueva||pp. 11-12}}.</ref>.
Dal matrimonio, tuttavia, non nacquero figli, infatti, per quanto la coppia fosse molto affiatata, la precaria salute del sovrano aveva probabilmente cagionato una forma di sterilità come fa notare questa testimonianza dell'ambasciatore francese a Madrid il quale, dopo una confidenza con la regina scrisse: ''lei (La regina) non era più realmente vergine ma, per quanto poteva capire, credeva non avrebbe mai avuto figli.''
 
Finalmente, il 14 ottobre 1686 il re promulgò un decreto che attuava una riforma monetaria integrale e complessiva: la moneta di rame veniva ufficialmente posta fuori circolazione e, onde evitare il ripetersi dei fenomeni deflattivi, furono istituiti due sistemi monetari separati: da una parte le Indie e le transazioni commerciali con l'estero mantenevano il vecchio real di argento, poi conosciuto con il nome di "[[pezzo da otto]]", mentre la Spagna adottava un nuovo standard svalutato del 20%; il valore del vecchio real fu fissato a 10 reales del nuovo standard<ref>{{cita|Ortis|1984|}}.</ref><ref>{{cita|Villanueva||pp. 12-15}}.</ref>.
In conseguenza a ciò la regina venne sottoposta a fortissime pressioni da parte dell'intera corte affinché cercasse di procurare un erede, tuttavia, queste non solo non sortirono l'effetto sperato ma, contribuirono a prostrare la fibra della sovrana la quale cadde in una forte crisi di malinconia<ref>Antonio Canovas del Castillo. "Historia de la decadencia de España desde Felipe III hasta Carlos II". 1854.</ref>
 
Gli effetti di tale riforma furono certamente notevoli non solo per la separazione del sistema monetario delle colonie rispetto a quello della madrepatria ma anche perché la [[svalutazione]] garantì una moderata ripresa delle attività agricole, commerciali e manifatturiere delle [[Asturie]], dell'[[Aragona]] e della [[Catalogna]], migliorando, almeno parzialmente, la situazione economica generale<ref>{{cita web|url=http://www.tesorillo.com/articulos/libro/226.htm|titolo=Las Casas de Moneda Espanolas|accesso=}}</ref>.
Il [[12 febbraio]] del [[1689]] la regina Maria Luisa d'Orleans morì, probabilmente di peritonite, cagionata da una caduta da cavallo<ref>Fraser, p 277</ref>; il Re ne fu sconvolto tanto che si disse "Sulle labbra di Maria Luisa d'Orleans si è posato l'ultimo sorriso del re"<ref>Antonio Canovas del Castillo. "Historia de la decadencia de España desde Felipe III hasta Carlos II". 1854.</ref> ma la minaccia sempre più prossima di estinzione della dinastia lo convinsero ad un nuovo matrimonio.
 
==== Bilancio conclusivo ====
Scartata l'idea del matrimonio con la nipote [[Maria Antonia d'Austria]], la figlia della sorella [[Margherita Teresa d'Asburgo|Margherita Teresa]] d'Asburgo e dell'imperatore [[Leopoldo I del Sacro Romano Impero|Leopoldo I]], le attenzioni della corte si spostarono sulle principesse [[Anna Maria Luisa de' Medici]], figlia del granduca di Toscana [[Cosimo III de' Medici]] e [[Maria Anna del Palatinato-Neuburg]], una delle figlie di [[Filippo Guglielmo del Palatinato]], cognata dell'imperatore d'Austria Leopoldo I d'Asburgo.
[[File:Ignoto, carlo II, argento, 1690-1700 ca.JPG|thumb|Medaglia in argento rappresentante Carlo II, autore ignoto]]
Le riforme, sebbene fossero riuscite a rianimare i traffici commerciali e la produzione agricola e manifatturiera, ebbero dei limiti notevoli e non riuscirono a colmare il divario che separava l'impero spagnolo dai suoi concorrenti<ref>{{Cita|Cánovas del Castillo|p. 741}}.</ref>.
 
In particolare, la riforma monetaria, nonostante i durissimi effetti immediati, consentì una definitiva stabilizzazione dei prezzi e divenne un pilastro della crescita economica nel corso del XVIII secolo e molti dei provvedimenti economici intrapresi durante il regno di Carlo II furono approfonditi e perfezionati nel secolo seguente<ref>{{cita|Villanueva||pp.14-15}}.</ref><ref>{{cita|Fox||p. 55}}.</ref>.
Alla fine il re, su consiglio di Leopoldo I<ref>Antonio Canovas del Castillo. "Historia de la decadencia de España desde Felipe III hasta Carlos II". 1854.</ref>, decise di sposare nel [[1690]] [[Maria Anna del Palatinato-Neuburg]], il cui carattere collerico e autoritario, presto spense ogni entusiasmo del re verso di lei allontanando definitivamente la speranza della nascita di un'erede e aprendo il problema della successione.
 
Poi, mancò una riforma della pubblica amministrazione, la quale, fortemente decentrata in province che mantenevano ''fueros''<ref>Leggi vigenti in Catalogna e nei territori della corona d'Aragona, le cui fonti si trovavano negli usi e nelle consuetudini locali</ref> e statuti autonomi o privilegi, non era in grado di garantire una tempestiva mobilitazione delle energie del regno, né poteva tanto meno imbrigliare il potere e l'influenza delle aristocrazie locali: se, infatti, Filippo IV e il [[conte di Olivares]] avevano tentato inutilmente di centralizzare a Madrid l'amministrazione, provocando rivolte separatiste, come la [[sollevazione della Catalogna]], Carlo II non affrontò neppure il problema e lo lasciò in eredità ai suoi successori.
Infatti a corte si crearono due partiti: il primo, che aveva il sostegno della regina Maria Anna, si appoggiava alle rivendicazioni del ramo austriaco degli Asburgo rappresentato dall'Arciduca Carlo figlio dell'Iimperatore Leopoldo I d'Asburgo e di Eleonora Maddalena del Palatinato e quindi nipote per parte di padre di [[Ferdinando III del Sacro Romano Impero|Ferdinando III]] e di [[Maria Anna d'Asburgo (1606-1646)|Maria Anna di Spagna]] e allo stesso tempo cugino di Carlo II.
 
Tuttavia bisogna riconoscere che questa inattività non ebbe risvolti del tutto negativi, dal momento che contribuì a migliorare le condizioni economiche e fu apprezzata dalla classe dirigente e dalla borghesia aragonese e catalana, tanto che Feliu de la Penya, un importante aristocratico catalano, definì Carlo II come il "re migliore che la Spagna abbia mai avuto";<ref name="k213">{{cita|Kamen, 1977|p. 210}}.</ref> certamente tale politica compiacente fece anche in modo che la rivolta delle Barrettina, scoppiata in Catalogna tra il 1687 e il 1689, e la contemporanea sollevazione della città di [[Alicante]] non sfociassero in una sollevazione come quella del 1640<ref>{{Cita|Kamen, 1977|pp. 213-230}}.</ref>. Inoltre Carlo II istituì il 31 gennaio 1676 l'Università di San Carlo del Guatemala<ref>https://soy.usac.edu.gt/?p=3737</ref>, la più antica del Guatemala.
Il partito francese, invece, sostenuto in Spagna dal clero e dall'arcivescovo di Toledo [[Luis Manuel Fernández de Portocarrero-Bocanegra y Moscoso-Osorio|Luis Fernandez de Portocarrero]], poneva le proprie speranze su Filippo, Duca di Angiò, nipote di Luigi XIV e di Maria Teresa di Spagna, Figlia di Filippo IV di Spagna e di Elisabetta di Borbone e di conseguenza sorellastra di Carlo II.
 
=== Successione ===
Tale rivendicazione era, tuttavia più debole rispetto a quella austriaca dal momento che nel contratto di matrimonio di Maria Teresa era stato specificato che essa rinunciava alle pretese di successione ma la dote che accompagnava tale promessa non era stata pagata e quindi Luigi XIV sosteneva che non essendo stata pagata la dote, decadeva anche l'altra obbligazione.
{{vedi anche|Cause della guerra di successione spagnola}}
[[File:ParenteleCarloIIdiSpagna.jpg|thumb|upright=2|Schema delle parentele dei pretendenti al trono spagnolo alla morte di Carlo II]]
Sin dalla morte di Filippo IV, il trono di Spagna era stato l'oggetto di intensi rapporti diplomatici tra Luigi XIV di Francia e l'imperatore Leopoldo I d'Asburgo, entrambi cugini e cognati di Carlo II, allo scopo di evitare che un'eventuale morte del sovrano senza eredi legittimi portasse a una guerra.
 
Questi negoziati portarono nel 1668<ref>{{Cita|del Castillo|p. 726}}.</ref> alla stipula di un trattato, mai entrato in vigore, che prevedeva la spartizione dell'impero spagnolo nei seguenti termini:
[[File:Europe, 1700 - 1714.png|thumb|250px|Mappa dell'Europa dopo la [[Pace di Ryswick]] pochi anni prima della morte di Carlo II.]]
 
*alla Francia:
Vivente Carlo II le potenze varie volte le potenze europee avevano cercato di raggiungere un accordo ma i tentativi erano sempre falliti.
#i Paesi Bassi
#la Franca Contea
#la Navarra
#il Ducato di Milano
#i regni di Napoli, Sicilia e lo Stato dei Presidi
#i possedimenti nell'Africa settentrionale
#le Filippine
 
*agli Asburgo d'Austria:
#la Spagna
#il regno di Sardegna
#le colonie americane
 
Per evitare lo smembramento del regno occorreva dare una moglie al re, affinché potesse generare al più presto un erede e mantenere così sul trono la casa degli Asburgo di Spagna. Dopo molte trattative, la corte di Madrid scelse una principessa francese e nel 1679 Carlo II sposò [[Maria Luisa di Borbone-Orléans]], figlia di [[Filippo I di Borbone-Orléans]] (fratello di [[Luigi XIV]]) e della sua prima moglie [[Enrichetta Anna Stuart]].
 
Dal matrimonio, tuttavia, non nacquero figli: per quanto la coppia fosse molto affiatata, la precaria salute del sovrano aveva probabilmente cagionato una forma di sterilità, come fece notare questa testimonianza dell'ambasciatore francese a Madrid, il quale, dopo una confidenza con la regina, scrisse:
{{citazione|Lei [la regina] non era più realmente vergine ma, per quanto poteva capire, credeva che non avrebbe mai avuto figli.}}
 
[[File:Rizi-maria luisa.jpg|thumb|left|Ritratto equestre di Maria Luisa d'Orleans, prima moglie di Carlo II, eseguito nel 1679 da Francisco Rizi]]
In conseguenza di ciò la regina venne sottoposta a fortissime pressioni da parte dell'intera corte affinché cercasse di procreare un erede; tuttavia queste non solo non sortirono l'effetto sperato, ma contribuirono a prostrare la fibra della sovrana, la quale cadde in una forte crisi di malinconia.
 
Il 12 febbraio 1689 la regina Maria Luisa d'Orléans morì di peritonite<ref name=arturosoria />, cagionata da una caduta da cavallo<ref>{{cita|Fraser|p. 277}}.</ref><ref>{{Cita|Rule|p. 97}}.</ref>; il re ne fu sconvolto, tanto che si disse "Sulle labbra di Maria Luisa d'Orleans si è posato l'ultimo sorriso del re"<ref>{{Cita| del Castillo|p. 679}}.</ref>, ma la minaccia sempre più prossima di estinzione della dinastia lo convinse a un nuovo matrimonio.
 
Scartata l'idea del matrimonio con la nipote [[Maria Antonia d'Austria]], figlia della sorella [[Margherita Teresa d'Asburgo]] e dell'imperatore [[Leopoldo I d'Asburgo|Leopoldo I]], le attenzioni della corte si spostarono sulle principesse [[Anna Maria Luisa de' Medici]], figlia del granduca di Toscana [[Cosimo III de' Medici]] e [[Margherita Luisa d'Orleans]], e [[Maria Anna del Palatinato-Neuburg]], una delle figlie di [[Filippo Guglielmo del Palatinato]], cognata dell'imperatore d'Austria Leopoldo I d'Asburgo.
 
Alla fine il re, in parte su consiglio di Leopoldo I<ref>{{Cita|del Castillo|p. 680}}.</ref> e in parte perché la sposa proveniva da una famiglia estremamente fertile (i genitori avevano avuto diciassette figli), decise di sposare nel 1690 [[Maria Anna del Palatinato-Neuburg]], il cui carattere collerico e autoritario, tuttavia, spense presto ogni entusiasmo del re verso di lei, allontanando definitivamente la speranza della nascita di un erede e aprendo il problema della successione.
 
Infatti a corte si crearono due partiti: il primo, che aveva il sostegno della regina Maria Anna, si appoggiava alle rivendicazioni del ramo austriaco degli Asburgo, rappresentato dall'[[Carlo d'Asburgo|arciduca Carlo]], figlio dell'imperatore Leopoldo I d'Asburgo e di Eleonora Maddalena del Palatinato, e quindi nipote per parte di padre di [[Ferdinando III d'Asburgo|Ferdinando III]] e di [[Maria Anna d'Asburgo (1606-1646)|Maria Anna di Spagna]] e allo stesso tempo cugino di Carlo II<ref>{{Cita| del Castillo|p. 715}}.</ref>.
 
Il partito francese, invece, sostenuto in Spagna dal clero e dall'arcivescovo di Toledo [[Luis Manuel Fernández de Portocarrero-Bocanegra y Moscoso-Osorio|Luis Fernandez de Portocarrero]]<ref>{{Cita|del Castillo|p. 724}}.</ref>, poneva le proprie speranze su Filippo, duca di Angiò, nipote di Luigi XIV e di Maria Teresa di Spagna, figlia di Filippo IV di Spagna e di Elisabetta di Borbone e di conseguenza sorellastra di Carlo II.
Tale rivendicazione era, tuttavia più debole rispetto a quella austriaca dal momento che nel contratto di matrimonio di Maria Teresa era stato specificato che essa rinunciava alle pretese di successione: la dote che accompagnava tale promessa non era tuttavia stata pagata e quindi Luigi XIV sosteneva che non essendo stata pagata la dote, decadeva anche l'altra obbligazione<ref>{{Cita|del Castillo|p.713 e 717}}.</ref>.
 
Infine anche le case regnanti del Portogallo e del Piemonte avevano avanzato le loro pretese, che, tuttavia, erano state ben presto scartate dalle potenze<ref>{{Cita|del Castillo|p. 721}}.</ref>.
 
Vivente Carlo II varie volte le potenze europee avevano cercato di raggiungere un accordo ma i tentativi erano sempre falliti.
Nel 1696, con l'appoggio dell'Olanda e dell'Inghilterra, Carlo II decise di nominare come suo erede il pronipote [[Giuseppe Ferdinando Leopoldo di Baviera]], figlio di Maria Antonia d'Asburgo la quale era a sua volta figlia dell'imperatore Leopoldo I d'Asburgo e di Margherita Teresa d'Asburgo, sorella del re<ref>{{Cita| Cánovas del Castillo|p. 717}}.</ref>.
 
Il 1º ottobre 1698 fu stipulato, con la mediazione del re d'Inghilterra, a l'[[L'Aia|Aja]] un secondo trattato tra Luigi XIV e Leopoldo I che prevedeva di assegnare<ref>{{Cita|del Castillo|pp. 726-7}}.</ref><ref>{{en}} George Clark, ''From the Nine Years War to the War of the Spanish Succession'', p. 393</ref>:
 
*al duca di Baviera, Giuseppe Ferdinando Leopoldo, pronipote di Carlo II:
#la Spagna
#i Paesi Bassi
#le colonie americane
 
*a Filippo d'Angiò, nipote di Luigi XIV:
#il regno di Napoli
#il regno di Sicilia
#il marchesato di [[Finale Ligure|Finale]]
#lo [[Stato dei Presidi]] in [[Toscana]] ([[Orbetello]], [[Talamone]], [[Porto Ercole]], [[Porto Santo Stefano]], [[Monte Argentario|Argentario]], [[Isola d'Elba|Elba]], [[Porto Longone]])
 
*all'arciduca Carlo, secondogenito di Leopoldo ma non erede al trono d'Austria<ref>Infatti, il trono spettava al di lui fratello maggiore, il [[re dei Romani]] [[Giuseppe I d'Asburgo|Giuseppe I]].</ref>:
#il ducato di [[Milano]].
 
Tale accordo non entrò in vigore per la forte opposizione di Carlo II che, l'11 novembre dello stesso anno, su consiglio della madre e dell'arcivescovo di Toledo Portocarrero ribadì la sua volontà di testare a un unico erede:
Nel [[1696]], con l'appoggio di Olanda e Inghilterra Carlo II decise di nominare come suo erede il pronipote [[Giuseppe Ferdinando Leopoldo di Baviera]], Figlio di Maria Antonia d'Asburgo la quale era a sua volta figlia dell'imperatore Leopoldo I D'Asburgo e di Margherita Teresa d'Asburgo, sorella del re, ma la la morte del principino per vaiolo avvenuta a Bruxelles l'8 febbraio del [[1699]] riaprì la crisi.
{{citazione|Dichiaro mio successore legittimo in tutti i miei regni, stati e domini, il principe elettore Giuseppe Ferdinando Leopoldo, figlio unico dell'arciduchessa [[Maria Antonia d'Austria|Maria Antonia]], mia nipote, e duchessa elettorale di Baviera, che era anche l'unica figlia dell'imperatrice [[Margherita Teresa d'Asburgo|Margherita]], mia sorella, la quale, essendo prima nella linea di successione a tutti i miei regni, per volontà del re, mio signore e padre, come sostengono le leggi di detti regni, come è stato sostenuto, aveva sposato l'[[Leopoldo I d'Asburgo|imperatore]], mio zio; pertanto l'esclusione della [[Maria Teresa d'Asburgo (1638-1683)|regina della Francia]], mia sorella, ha reso il principe elettore Giuseppe Ferdinando l'unico erede di tale diritto, l'uomo a me più vicino nella più immediata e diretta linea è il mio successore legittimo (...)<ref>{{cita|Maura Gamazo|p. 1871}}.</ref>.}}
 
La sua volontà fu però vanificata il 6 febbraio 1699 dalla morte, per [[vaiolo]], del principe di Baviera, a Bruxelles, ove viveva presso il padre [[Massimiliano II Emanuele di Baviera]], [[Governatori dei Paesi Bassi spagnoli|governatore dei Paesi Bassi]]: si riapriva la crisi dinastica<ref>{{Cita|del Castillo|p. 728}}.</ref>.
Luigi XIV e Leopoldo I allora cercarono di accordarsi e con l'appoggio dell'Inghilterra e dell'olanda decisero nel trattato dell'Aja del 25 Marzo 1700 di spartirsi l'eredità spagnola<ref name="Fossati, Luppi p. 64">Fossati, Luppi, Zanette, ''Passato Presente'', vol. 2, p. 64</ref>:
Luigi XIV e Leopoldo I allora cercarono di accordarsi di nuovo e con l'appoggio dell'Inghilterra e dell'Olanda decisero nel trattato di Londra del 25 marzo 1700 di spartirsi l'eredità spagnola.
Anche questo accordo incontrò la dura protesta del re di Spagna dal momento che, in contrasto con la volontà del re di testare a un solo erede, suddivideva l'impero nei seguenti termini<ref name="Fossati, Luppi p. 64">{{cita|Fossati, Luppi, Zanette|p. 64}}.</ref><ref name="Lafuente321">{{cita|Lafuente|p. 321}}.</ref>:
 
*all'arciduca Carlo:
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*a Filippo d'Angiò:
#i Regni di Napoli, Sicilia e Sardegna
#lo statoStato dei Presidi
#la Lorena
 
=== Morte e testamento ===
[[File:CharlesCarlos II ofa Spaincaballo anonymous(Giordano, portraitPrado).jpg|thumbalt=|leftsinistra|250pxthumb|Carloupright=2.1|Ritratto IIEquestre del Re di Spagna nelCarlo II d'Asburgo, (Opera di [[Luca 1698Giordano]])]]
Ormai la salute di Carlo II declinava e le pressioni dell'ambiente di corte sul re si moltiplicarono fino a giungere agli [[Esorcismo|esorcismi]].
 
Nel [[1698]], infatti, il re, su consiglio dell'[[Inquisizione spagnola|inquisitore generale]] Rocaperti e del confessore Froillan Diaz, invitò a corte frafrate Alvarez Arguelles con il compito di interrogarlo per scoprire se erafosse vittima di un sortilegio<ref>{{Cita| Cánovas del Castillo|p. 734}}.</ref>.
Il frate affermò che il re era effettivamente vittima di una maledizione e che i colpevoli di ciò fossero la regina e politici favorevoli al partito austriaco. Ma esso, con l'appoggio della regina [[Maria Anna del Palatinato-Neuburg|Maria Anna di Neuburg]] reagì e controinterrogò il re, ottenendo il risultato opposto<ref>{{Cita|del Castillo|pp. 735-737}}.</ref>.
 
La regina allora fece incarcerare il confessore Froilán Díaz e frate Arguelles, ma la diffusione della notizia degli esorcismi generò uno scandalo e contribuì a minare il già scarso prestigio della corte spagnola mentre d'altro canto la tensione e i medicamenti somministrati al sovrano, durante le procedure, minarono la sua salute già vacillante<ref name="delCastillo" />.
Il frate affermò che il re era effettivamente vittima di esorcismo e che i colpevoli fossero la regina e politici favorevoli al partito austriaco il quale, con l'appoggio della regina [[Maria Anna del Palatinato-Neuburg|Marianna di Neoburgo]] reagì e contro interrogò il re ottenendo un risultato opposto.
Con lo scandalo degli esorcismi divenne ancor più forte la frattura all'interno della corte così come le pressioni sul re:
da una parte la moglie Maria Anna e i parenti austriaci ricordavano la lealtà dinastica, dall'altra i membri del partito filo-borbonico asserivano che solo la potenza del Re Sole avrebbe potuto evitare la disgregazione dei territori controllati dalla Spagna e gli suggerivano di testare in favore di Filippo d'Angiò<ref>{{cita web|url=http://www.nndb.com/people/901/000097610/|titolo=Charles II|accesso}}</ref><ref>{{Cita|del Castillo|p. 714}}.</ref>.
 
Lo scontro all'interno della corte ebbe ripercussioni anche sull'ordine pubblico e il 28 aprile 1699 scoppiò a Madrid il cosiddetto "[[motín de los Gatos]]".
La regina allora fece incarcerare il confessore Froillan Diaz e frate Arguelles ma la diffusione della notizia degli esorcismi del re, generò uno scandalo e contribuì a minare il già scarso prestigio della corte spagnola mentre la tensione e i medicamenti somministrati al sovrano, durante le procedure di esorcismo, aggravarono il suo stato di salute<ref>Antonio Canovas del Castillo. "Historia de la decadencia de España desde Felipe III hasta Carlos II". 1854.</ref>.
Il pretesto della rivolta furono dei soprusi e delle parole ingiuriose rivolte dal [[Corregidor (ruolo)|corregidor]]<ref>{{Cita|del Castillo|p. 731}}.</ref><ref>Il ''corregidor'' era un funzionario di nomina regia con funzioni amministrative equiparabili a quella di un sindaco odierno.</ref> di Madrid, Francisco de Vargas, a una fruttivendola, accusata dal nobile di non essere in grado di sfamare il marito e i figli e che in risposta la folla lì presente incominciò a urlare "Lunga vita al re e morte a Oropesa"<ref>{{cita|Teofanes, 1980|pp. 259-261}}.</ref>.
[[File:Carlos2-conde-oropesa.jpg|thumb|Immagine del [[XIX secolo]] rappresentante il licenziamento del conte di Oropesa da parte del re a seguito del ''motín de los Gatos'']]
La folla si spostò verso la casa del conte di Oropesa, la saccheggiò e proseguì verso il palazzo reale dove Carlo II cercò di calmare gli animi dei rivoltosi annunciando la sostituzione del ''corregidor'' di Madrid, de Vargas, con Francisco Ronquillo, un'amnistia generale e il licenziamento del conte di Oropesa. Solo allora la folla si disperse<ref>{{Cita|del Castillo|p. 732}}.</ref>.
Dopo il tumulto acquisì una notevole influenza il cardinale [[Luis Manuel Fernández de Portocarrero-Bocanegra y Moscoso-Osorio|Luis Fernandez de Portocarrero]]<ref>{{Cita| Cánovas del Castillo|pp. 733-4}}.</ref>, di cui era ben nota la simpatia per il candidato francese, il duca di Angiò<ref>{{cita|Maquart, 2000|}}.</ref><ref>{{cita|Lafuente|p. 324}}.</ref>.
 
Alla soglia del 1700 le condizioni fisiche di Carlo II precipitarono: il sovrano deperiva costantemente e divenne quasi cieco, soffriva di febbri continue, [[idropisia]], [[astenia]], debolezza intestinale mentre gli attacchi epilettici e gli spasmi aumentavano di intensità, senza che le inadeguate cure mediche, quali porre piccioni appena uccisi sul capo e applicare viscere di mammiferi calde sul ventre, gli portassero giovamento<ref name=arturosoria /><ref name=madmonarchs />.
Con lo scandalo degli esorcismi divenne ancor più forte la frattura all'interno della corte così come le pressioni sul re:
da una parte la moglie, Marianna di Neoburgo e i parenti austriaci ricordavano la lealtà dinastica, dall'altra i membri del partito filoborbonico asserivano che solo la potenza del Re Sole avrebbe potuto evitare la disgregazione dei territori controllati dalla Spagna e gli suggerivano di testare in favore di Filippo d'Angiò<ref>[http://www.nndb.com/people/901/000097610/ Charles II<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref>.
 
Nel settembre dello stesso anno il re scrisse al [[papa Innocenzo XII]] per chiedergli consiglio in materia della sua successione, ottenendo una risposta favorevole alle pretese francesi<ref>{{cita|Lafuente|p. 325|Lafuente}}.</ref><ref>{{Cita|del Castillo|p. 739}}.</ref>. Poi, conscio della sua fine imminente, diede ordine di aprire i sarcofaghi degli antenati e, vedendo il corpo, conservatosi intatto, della sua prima moglie Maria Luisa d'Orléans, vi rimase accanto piangendo per una notte intera<ref name=madmonarchs />.
Lo scontro all'interno della corte ebbe ripercussioni anche sull'ordine pubblico ed il [[28 aprile]] del [[1699]], scoppiò a Madrid il cosiddetto "[[Motin de los Gatos]]".
 
Dal 20 settembre il re rimase confinato nel suo letto, incapace di alzarsi, e il 3 ottobre, quando gli fu presentato il testamento che i redattori avevano compilato secondo le sue volontà, affinché lo firmasse, esclamò "Dio solo è colui che dà i regni, poiché solo a Lui appartengono"<ref name="Lafuente328">{{cita|Lafuente|p. 328}}.</ref> per poi sospirare:
Il pretesto della rivolta furono dei soprusi e delle parole ingiuriose rivolte dal Corregidor di Madrid, Francisco de Vargas ad una fruttivendola, accusata dal nobile di non essere in grado di sfamare il marito ed i figli e che in risposta la folla lì presente iniziò ad urlare "Lunga vita al Re e morte ad Oropesa"<ref>Teofanes Egido (1980) El motín madrileño de 1699, en Investigaciones históricas nº 2, pg. 259-261.</ref><ref>il conte di Oropesa, presidente del consiglio di Castiglia, era di fatto il primo ministro del re ma, il suo appoggio alla causa degli Asburgo d'Austria ed il suo rapporto con la regina Marianna di Neoburgo lo rendevano estremamente impopolare.</ref>
 
{{citazione|Ora non sono niente||Ya no soy nada<ref name=Lafuente328 />|lingua=es}}
Subito la folla si spostò verso la casa del Conte di Oropesa, noto fautore del candidato austriaco, la saccheggiò e proseguì verso il palazzo reale dove Carlo II cercò di calmare gli animi dei rivoltosi annunciando la sostituzione del corregidor di Madrid, de Vargas, con Francisco Ronquillo, un'amnistia generale ed il licenziamento del Conte di Oropesa. Solo allora la folla si calmò.<ref>Antonio Canovas del Castillo. "Historia de la decadencia de España desde Felipe III hasta Carlos II". 1854.</ref>.
 
Il 30 ottobre perse conoscenza e, secondo le sue direttive, fu costituito un consiglio di reggenza guidato dalla regina Maria Anna e dal cardinale Portocarrero.
[[File:Carlos2-conde-oropesa.jpg|thumb|200px|Immagine rappresentante il licenziamento del Conte di Oropesa da parte del Re a seguito del ''Motín de los Gatos'']]
Morì il 1º novembre alle ore 2:49<ref name=arturosoria /> per un [[colpo apoplettico]];
Dopo il tumulto acquisì una notevole influenza il cardinale [[Luis Manuel Fernández de Portocarrero-Bocanegra y Moscoso-Osorio|Luis Fernandez de Portocarrero]], di cui era ben nota la simpatia per il candidato francese, il duca di Angiò.
di seguito si riportano i risultati dell'esame autoptico, condotto poco prima che il re venisse condotto alla sua eterna dimora, nella [[cripta Reale del Monastero dell'Escorial]]:
 
{{citazione|[Aveva un] cuore dalle dimensioni di un granello di pepe, i polmoni corrosi, gli intestini cancerosi, tre grossi calcoli in un rene, un solo testicolo, nero come il carbone e la testa piena d'acqua<ref name=arturosoria />.}}
Alla soglia del [[1700]] le condizioni fisiche di Carlo II precipitarono: il sovrano deperiva costantemente e divenne quasi cieco mentre gli attacchi epilettici e gli spasmi aumentavano di intensità senza che le inadeguate cure mediche, quali porre piccioni appena uccisi sul capo ed applicare viscere di mammiferi calde sul ventre, gli portassero giovamento<ref>[http://madmonarchs.guusbeltman.nl/madmonarchs/carlos2/carlos2_bio.htm Biography of Carlos II of Spain (1661-1700)<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref>.
 
[[File:Karl II (Spanien).jpg|thumb|left|Busto marmoreo di Carlo II, eseguito da [[Paul Strudel]] nel 1695, [[Kunsthistorisches Museum]], [[Vienna]]]]
Nel settembre dello stesso anno il re scrisse a [[Papa Innocenzo XII]] per chiedergli consiglio in materia della sua successione ottenendo una risposta favorevole alle pretese francesi, poi, aggravatosi lo stato di salute, diede ordine di aprire i sarcofagi degli antenati<ref>[http://madmonarchs.guusbeltman.nl/madmonarchs/carlos2/carlos2_bio.htm Biography of Carlos II of Spain (1661-1700)<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref> e rimase un'intera notte davanti ai resti della sua prima moglie Maria Luisa d'Orleans piangendo.
Nel suo testamento, reso pubblico il 2 novembre, riconoscendo le ragioni francesi con la clausola 13, nominò come suo erede e successore universale [[Filippo V di Spagna|Filippo d'Angiò]], nipote del re di Francia Luigi XIV e di [[Maria Teresa d'Asburgo (1638-1683)|Maria Teresa di Spagna]], sorella maggiore di Carlo, alla sola condizione che Filippo rinunciasse a nome suo e dei suoi figli a ogni pretesa verso la corona di Francia<ref name=Europa>{{cita|Della Peruta, Chittolini, Capra|p. 27}}.</ref>.
 
{{citazione|Riconoscendo, secondo vari consulti del ministro di Stato e di giustizia, che la ragione alla base della rinunzia della signora donna [[Anna d'Asburgo (1601-1666)|Anna]] e [[Maria Teresa d'Asburgo (1638-1683)|Maria Teresa]], regina di Francia, mia zia e mia sorella, alla successione di questi regni fu per evitare il danno di aderire alla corona francese, e ricordando che, essendo decaduto questo motivo fondamentale, resta il diritto di successione alla propria discendenza immediata ai sensi delle leggi di questi regni e che ora questa situazione si verifica nella persona del secondo figlio del delfino di Francia: di conseguenza, in conformità a tali leggi, dichiaro che sia mio erede, se Dio mi prende con sé senza figli, il duca d'Angiò, secondo figlio del delfino, e come tale io lo chiamo alla successione di tutti i miei regni e signorie, senza eccezioni di qualsiasi parte di esse. E comando ed ordino a tutti i miei sudditi e vassalli di tutti i miei regni e signorie, nel caso di cui a Dio mi prenda senza successione legittima e riconosciuta, di riconoscerlo come loro re e signore naturale, e si dia luogo, senza alcun indugio al possesso attuale, precedendo il giuramento di dover osservare le leggi, i privilegi e le consuetudini di questi miei regni e signorie<ref>{{cita web|url=http://books.google.es/books?id=ia4LAAAAYAAJ&pg=PA401|titolo=Testamento di Carlo II {{es}}|accesso}}</ref>.}}
Il [[31 ottobre]] perse conoscenza e secondo le sue direttive fu costituito un consiglio di reggenza guidato dalla regina, Maria Anna di Neoburgo, e dal cardinale Portocarrero; morì la mattina seguente, per un [[colpo apoplettico]] e fu sepolto all'[[Escorial]].
Se Carlo, abilmente, aveva con il suo testamento impedito che le corone di Francia e Spagna si unissero, gli atti di Luigi XIV andavano in direzione opposta: il Re Sole, infatti, immediatamente ruppe gli accordi con Leopoldo I e approfittò della parentela con il nuovo re spagnolo per schierare le sue truppe nei [[Paesi Bassi spagnoli]]<ref name="Fossati, Luppi p. 64"/>.
[[File:Carlos II de España.jpg|thumb|Statua di Carlo II, al [[Parco del Retiro]] a [[Madrid]]]]
Al disegno egemonico di Luigi XIV si oppose l'Austria, e questo determinò l'inizio della [[guerra di successione spagnola]] che si risolse con la pace di Utrecht e quella di Rastadt, rispettivamente nel 1713 e nel 1714: Filippo V veniva riconosciuto come re di Spagna, ma quest'ultima fu costretta a cedere all'Austria tutti i possedimenti italiani e i Paesi Bassi spagnoli, e all'Inghilterra Gibilterra e Minorca: la Spagna cessò di essere una grande potenza.
 
Il 27 gennaio 1701, saputa la notizia della morte di Carlo II, a Roma vennero celebrate solenni esequie commemorative, o ''funerale regio'', presso la [[basilica di Santa Maria Maggiore]]: sopra un catafalco di quattro piani, riccamente decorato, stava il cenotafio di Carlo II, rappresentato da un'urna sepolcrale in broccato d'oro sormontata da una fastosa corona reale dorata. La solenne messa fu officiata dal Vescovo di Cartagena monsignor Spagnuolo, mentre l'orazione funebre venne declamata in latino dal reverendo padre [[Carlo d'Aquino]] della [[Compagnia del Gesù]].<ref>{{Cita libro|titolo = Relazione dell'esequie reali fatte nella Sacro-Santa Basilica di S. Maria Maggiore in Roma à dì 22. gennaro 1701, per il già rè delle Spagne Carlo II. di sempre gloriosa memoria|autore = Carlo d'Aquino|url = https://archive.org/details/esequierealifatt00aqui|editore = Nella stamparia di Antonio de Rossi|città = Roma|anno = 1701|lingua = it, la|cid =}}</ref>
Nel suo testamento, reso pubblico il [[2 novembre]], riconoscendo le ragioni francesi con la clausola 13, nominò come suo erede e successore universale [[Filippo V di Spagna|Filippo d'Angiò]], nipote del re di Francia Luigi XIV e di [[Maria Teresa d'Asburgo (1638-1683)|Maria Teresa di Spagna]], sorella maggiore di Carlo, alla sola condizione che Filippo rinunciasse a nome suo e dei suoi figli ad ogni pretesa verso la corona di Francia<ref name=Europa>Della Peruta, Chittolini, Capra, ''Dall'Europa al mondo'', vol. 2, p. 27</ref>.
 
== Eredità ==
{{quote|''Riconoscendo, secondo vari consulti del Ministro di Stato e di giustizia, che la ragione alla base della rinunzia della signora Donna Anna e Maria Teresa, regina di Francia, mia zia e mia sorella, alla successione di questi regni fu per evitare il danno di aderire alla corona francese, e ricordando che, essendo decaduto questo motivo fondamentale, resta il diritto di successione alla propria discendenza immediata ai sensi delle leggi di questi regni e che ora questa situazione si verifica nella persona del secondo figlio del Delfino di Francia: di conseguenza, in conformità a tali leggi, dichiaro che sia mio erede, se Dio mi prende con sè senza figli, il duca d'Angiò, secondo figlio del Delfino, e come tale io lo chiamo alla successione di tutti i miei regni e signorie, senza eccezioni di qualsiasi parte di esse. E comando ed ordino a tutti i miei sudditi e vassalli di tutti i miei regni e signorie, nel caso di cui a Dio mi prenda senza successione legittima e riconosciuta, di riconoscerlo come loro re e signore naturale, e si dia luogo, senza alcun indugio al possesso attuale, precedendo il giuramento di dover osservare le leggi, i privilegi e le consuetudini di questi miei regni e signorie''<ref>[http://books.google.es/books?id=ia4LAAAAYAAJ&pg=PA401 Testamento di Carlo II {{es}}].</ref>.}}
[[File:Palazzetto dei Nobili.JPG|thumb|L'Aquila, piazza Santa Margherita, il palazzo dei Nobili con la statua di Carlo II]]
* la città di [[Charleroi]], in [[Belgio]], fondata nel 1666 negli allora [[Paesi Bassi spagnoli]]
* le [[Isole Caroline]] nell'[[Oceano Pacifico]], intitolategli nel 1686 dall'ammiraglio [[Francisco de Lezcano]]
* [[Ferdinando VI]] pose una sua statua nel parco del Buen Retiro a [[Madrid]].
* una statua di Carlo II è presente a Napoli in via Monteoliveto.
*una statua di Carlo II è presente ad Avellino, su un piccolo obelisco barocco, opere entrambi dell'architetto bergamasco di adozione napoletana [[Cosimo Fanzago]].
*A [[L'Aquila]] in piazza Santa Margherita, davanti al palazzo dei Nobili, si trova una statua settecentesca eretta in suo onore.
 
== Titoli, stemma e predicati d'onore ==
Se Carlo, abilmente, aveva con il suo testamento impedito che le corone di Francia e Spagna si unissero, gli atti di Luigi XIV andavano in direzione opposta: il Re Sole, infatti, immediatamente ruppe gli accordi con Leopoldo I e approfittò della parentela col nuovo re spagnolo per schierare le sue truppe nei [[Paesi Bassi spagnoli]]<ref name="Fossati, Luppi p. 64"/>.
* '''6 novembre 1661''' – '''17 settembre 1665''' ''[[Altezza reale|Sua altezza reale]] l'infante Carlo''
* '''17 settembre 1665''' – '''1º novembre 1700''' ''[[Maestà cattolica|Sua maestà cattolica]] il re Carlo II''
 
Dopo il [[Trattato di Lisbona (1668)|trattato di Lisbona]] e la conseguente rinuncia formale alle rivendicazioni su trono portoghese, al re di Spagna spettavano, oltre al titolo di maestà cattolica, i seguenti predicati d'onore:
Al disegno egemonico di Luigi XIV si oppose l'Austria, e questo determinò l'inizio della [[Guerra di successione spagnola]] che si risolse con la pace di Utrecht e quella di Rastadt, rispettivamente nel [[1713]] e nel [[1714]]: Filippo V veniva riconosciuto come re di Spagna, ma quest'ultima fu costretta a cedere all'Austria tutti i possedimenti italiani e i Paesi Bassi spagnoli, e all'Inghilterra Gibilterra e Minorca: la Spagna cessò di essere una grande potenza.
 
* Principe ereditario: 6 novembre 1661 - 17 settembre 1665
== Ascendenza ==
** [[Gerona|Principe di Gerona]].
<center>
** [[Principe delle Asturie]].
* [[Re di Castiglia]] come '''Carlo II''': 17 settembre 1665 - 1º novembre 1700
** Re di Castiglia, di León, di Granada, di Toledo, di Galizia, di Siviglia, di Cordova, di Murcia, di Jaen, delle Algarves, di Algeciras, di Gibilterra, delle isole Canarie, delle Indie orientali e occidentali, delle isole e della terraferma del mare Oceano.
** [[Re di Navarra]].
** [[Biscaglia|Signore di Vizcaya]].
** [[Molina de Aragón|Signore di Molina]].
* [[Re d'Aragona]] come '''Carlo II''': 17 settembre 1665 - 1º novembre 1700
** Re delle Due Sicilie.
*** [[Re di Napoli]], di Gerusalemme come '''Carlo V'''.
*** [[Re di Sicilia]] come '''Carlo III'''.
** [[Re di Valencia]].
** [[Re di Maiorca]].
** [[Re di Sardegna]], della [[Corsica]]. [[Marchesato di Oristano|Marchese di Oristano]]. [[Conti del Goceano|Conte di Goceano]].
** [[Duca di Atene]], di [[Neopatria]].
** [[Conte di Barcellona]], di Rossiglione, di Cerdanya.
*Titoli patrimoniali: 17 settembre 1665 - 1º novembre 1700
** [[Duca di Milano]].
** Arciduca d'Austria.
** Conte d'Asburgo, del Tirolo.
** Re d'Ungheria, Dalmazia, Croazia.
** Principe di Svevia.
** Signore dello [[Stato dei Presidi]].
* Titoli borgognoni come '''Carlo III''': 17 settembre 1665 - 1º novembre 1700
** [[Paesi Bassi spagnoli|Signore dei Paesi Bassi]].
*** [[Duchi di Brabante|Duca di Brabante]], [[Ducato di Limburgo|duca di Limburgo]], [[Sovrani del Lussemburgo|duca del Lussemburgo]], [[Duchi di Gheldria|di Gheldria]]. Conte [[Conti di Fiandra|delle Fiandre]], [[Conti d'Artois|di Artois]], [[Conti di Hainaut|di Hainaut]], [[conti d'Olanda|d'Olanda]], [[Conti di Zelanda|di Zelanda]], [[Contea di Namur|marchese di Namur]], [[Contea di Zutphen|conte di Zutphen]]. Margravio del Sacro Romano Impero. Signore di Frisia, Salins, Mechelen, i paesi, le città e le terre di [[Signoria di Utrecht|Utrecht]], [[Signoria di Overijssel|Overijssel]], [[Signoria di Groninga|Groninga]].
** [[Borgogna|Conte palatino di Borgogna]]<ref>La contea di Borgogna, odierna [[Franca Contea]], fu ceduta alla Francia con il [[trattato di Nimega]] nel 1678; Carlo II ne conservò il solo titolo.</ref>.
**Conte di [[Charolais]].<ref>La contea dello Charolais fu annessa alla Francia nel 1684 con il [[trattato di Ratisbona]] e Carlo II mantenne il solo titolo.</ref>
** [[Duca di Borgogna]].
* Dominatore in Asia e Africa.
{| class="wikitable"
|+ '''Albero genealogico di tre generazioniStemma di Carlo II di Spagna'''
| <div align="center">[[File:Coat of Arms of Charles II of Spain (1668-1700).svg|195px]]</div>
|-
|-
| rowspan="8" align="center"| '''Carlo II di Spagna'''
| rowspan="4" align="center"| '''Padre:'''<br />[[Filippo IV di Spagna]]
| rowspan="2" align="center"| '''Nonno paterno:'''<br />[[Filippo III di Spagna]]
| align="center"| '''Bisnonno paterno:'''<br />[[Filippo II di Spagna]]
|-
| align="center"| '''Bisnonna paterna:'''<br />[[Anna d'Asburgo (1549-1580)|Anna d'Austria]]
|-
| rowspan="2" align="center"| '''Nonna paterna:'''<br />[[Margherita d'Austria-Stiria]]
| align="center"| '''Bisnonno paterno:'''<br />[[Carlo II d'Austria]]
|-
| align="center"| '''Bisnonna paterna:'''<br />[[Maria Anna di Wittelsbach|Maria Anna di Baviera]]
|-
| rowspan="4" align="center"| '''Madre:'''<br />[[Maria Anna d'Asburgo (1634-1696)|Maria Anna d'Austria]]
| rowspan="2" align="center"| '''Nonno materno:'''<br />[[Ferdinando II del Sacro Romano Impero]]
| align="center"| '''Bisnonno materno:'''<br />[[Carlo II d'Austria]]
|-
| align="center"| '''Bisnonna materna:'''<br />[[Maria Anna di Wittelsbach|Maria Anna di Baviera]]
|-
| rowspan="2" align="center"| '''Nonna materna:'''<br />[[Maria Anna d'Asburgo (1606-1646)|Maria Anna di Spagna]]
| align="center"| '''Bisnonno materno:'''<br />[[Filippo III di Spagna]]
|-
| align="center"| '''Bisnonna materna:'''<br />[[Margherita d'Austria-Stiria]]
|}
</center>
 
== Eredità ==
* La città di [[Charleroi]], in [[Belgio]], fondata nel [[1666]] negli allora [[Paesi Bassi spagnoli]]
* Le [[Isole Caroline]] nell'[[Oceano Pacifico]], intitolategli nel [[1686]] dall'Ammiraglio [[Francisco Lazeano]]
* [[Ferdinando VI]] pose una sua statua nel parco del Buen Retiro a [[Madrid]].
 
<center>
{| class="wikitable"
|-
! colspan="2" |'''Partizioni'''
| <center>[[File:Coat of Arms of Charles II of Spain (1668-1700).svg|195px]]</center>
| <center>[[File:Coat of Arms of Charles II of Spain as Monarch of Naples and Sicily.svg|195px]]</center>
| <center>[[File:Coat of Arms of the King of Spain as Monarch of Milan (1580-1700).svg|195px]]</center>
|-
|
|<center><small>[[Coat of arms of Spain|Scudo della Monarchia Spagnola]]</small></center>
*{{simbolo|Estandarte del Reino de Castilla.png|30}} Regno di Castiglia
|<center><small>[[Coats of arms of Spanish Monarchs in Italy|Scudo del regno di Napoli<br / e Sicilia>]]</small></center>
*{{simbolo|Estandarte del Reino de León.png|30}} Regno di León
|<center><small>[[Coats of arms of Spanish Monarchs in Italy|Scudo del Ducato di Milano]]<br /></small></center>
*{{simbolo|Armas del soberano de Aragón.svg|30}} Corona d'Aragona
*[[File:Bandiera del Regno di Sicilia 4.svg|30px|border]] Regno di Sicilia
*{{simbolo|Estandarte del Reino de Granada.svg|30}} Regno di Granada
|
*{{bandiera|AUT|dim=30}} Arciducato d'Austria
*{{simbolo|Blason comte fr Touraine.svg|30}} Borgogna (Blasone di [[Filippo II di Borgogna|Filippo II]])
*{{simbolo|Blason Ducs Bourgogne (ancien).svg|30}} Borgogna (Blasone Antico)
*{{simbolo|Armoiries Brabant.svg|30}} Ducato di Brabante
*{{simbolo|Arms of Flanders.svg|30}} Contea di Fiandra
*{{simbolo|Tyrol Arms.svg|30}} Contea del Tirolo
|}
|-
|Lo scudo d'arme è sormontato dalla corona di Spagna e racchiuso all'interno del collare dell'Ordine del Toson d'oro
|}
</center>
 
== Note ==
<references/>
 
== Bibliografia ==
*{{es}} Calvo Poyato, José. ''La vida y época de Carlos II el Hechizado'' Planeta, Barcelona, 1998.
*{{es}} Contreras, Jaime. ''Carlos II el Hechizado. Poder y melancolía en la Corte del último Austria''. Temas de Hoy, Madrid, 2003.
*{{es}} Maura Gamazo, Gabriel. ''Vida y reinado de Carlos II'' Espasa-Calpe, Madrid, 1942.
*{{es}} Pfandl, Ludwig. ''Carlos II'' Afrodisio Aguado, Madrid, 1947.
*{{en}} Will and Ariel Durant, ''The Age of Louis XIV'' (1963)
*{{en}} Henry Kamen, ''The Spanish Inquisition'' (1997)
*{{es}} Ribot, Luis. ''El arte de gobernar. Estudios sobre la España de los Austrias''. Alianza, Madrid, 2006.
*{{es}} Antonio Castillo. [http://www.arturosoria.com/medicina/art/carlos_II.asp «Carlos II. El fin de una dinastía enferma»], 2005
 
== Onorificenze ==
{{Onorificenze
|immagine=Order of the Golden Fleece Ribribbon bar.gifsvg
|nome_onorificenza=Gran Maestromaestro dell'Ordine del Toson d'oro
|collegamento_onorificenza=Ordine del Toson d'oro
|motivazione=
|luogo=
}}
{{Onorificenze
|immagine=ESP Order of Montesa BAR.svg
|immagine=Ord.ElisabettaTeresa.PNG
|nome_onorificenza=Gran Maestromaestro dell'Ordine Militaremilitare di Santa Maria di Montesa
|collegamento_onorificenza=Ordine Militare di Santa Maria di Montesa
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}}
{{Onorificenze
|immagine=4cdaaoiESP Order of Alcantara_BAR.pngsvg
|nome_onorificenza=Gran Maestromaestro dell'Ordine Militaremilitare di Alcántara
|collegamento_onorificenza=Ordine Militaremilitare di Alcántara
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}}
{{Onorificenze
|immagine=CrocieraDecennaleESP Order of Calatrava_BAR.pngsvg
|nome_onorificenza=Gran Maestromaestro dell'Ordine Militaremilitare di Calatrava
|collegamento_onorificenza=Ordine Militaremilitare di Calatrava
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}}
{{Onorificenze
|immagine=CrocieraDecennaleESP Order of Santiago BAR.pngsvg
|nome_onorificenza=Gran Maestromaestro dell'Ordine di Santiago
|collegamento_onorificenza=Ordine di Santiago
|motivazione=
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}}
 
== Ascendenza ==
{{Casa dei Borboni (Spagna)}}
<div align="center">
{{Ascendenza
| 1 = Carlo II di Spagna
| 2 = [[Filippo IV di Spagna]]
| 4 = [[Filippo III di Spagna]]
| 8 = [[Filippo II di Spagna]]
|16 = [[Carlo V d'Asburgo]]
|17 = [[Isabella d'Aviz (1503-1539)|Isabella d'Aviz]]
| 9 = [[Anna d'Asburgo (1549-1580)|Anna d'Austria]]
|18 = [[Massimiliano II d'Asburgo]]
|19 = [[Maria di Spagna|Maria d'Asburgo]]
| 5 = [[Margherita d'Austria-Stiria]]
|10 = [[Carlo II d'Austria]]
|20 = [[Ferdinando I d'Asburgo]]
|21 = [[Anna Jagellone]]
|11 = [[Maria Anna di Wittelsbach|Maria Anna di Baviera]]
|22 = [[Alberto V di Baviera]]
|23 = [[Anna d'Asburgo (1528-1590)|Anna d'Asburgo]]
| 3 = [[Maria Anna d'Asburgo (1634-1696)|Maria Anna d'Asburgo]]
| 6 = [[Ferdinando III d'Asburgo]]
|12 = [[Ferdinando II d'Asburgo]]
|24 = [[Carlo II d'Austria]]
|25 = [[Maria Anna di Wittelsbach|Maria Anna di Baviera]]
|13 = [[Maria Anna di Baviera (1574-1616)|Maria Anna di Baviera]]
|26 = [[Guglielmo V di Baviera]]
|27 = [[Renata di Lorena]]
| 7 = [[Maria Anna d'Asburgo (1606-1646)|Maria Anna di Spagna]]
|14 = [[Filippo III di Spagna]]
|28 = [[Filippo II di Spagna]]
|29 = [[Anna d'Asburgo (1549-1580)|Anna d'Asburgo]]
|15 = [[Margherita d'Austria-Stiria]]
|30 = [[Carlo II d'Austria]]
|31 = [[Maria Anna di Wittelsbach|Maria Anna di Baviera]]
}}
</div>
 
== Note ==
<references/>
 
== Bibliografia ==
*{{cita libro|Antonio|Cánovas del Castillo|Historia de la decadencia de España desde Felipe III hasta Carlos II|1910||Madrid|lingua=es}}
*{{cita libro|Modesto|Lafuente|Historia general de España, vol XVII|1856|Establecimiento Tipográfico de Mellado|Madrid|lingua=es}}
*{{cita libro|José|Calvo Poyato|La vida y época de Carlos II el Hechizado|1998|Planeta|Barcellona|lingua=es}}
*{{cita libro|Jaime|Contreras|Carlos II el Hechizado. Poder y melancolía en la Corte del último Austria|2003|Temas de Hoy|Madrid|lingua=es}}
*{{cita libro|Gabriel|Maura Gamazo|Documentos inéditos referentes a las postrimerías de la Casa de Austria en España (1678-1703)" Volumen II||Real Academia de la Historia|Madrid|lingua=es}}
*{{cita libro|Gabriel|Maura Gamazo|Vida y reinado de Carlos II|1942|Espasa-Calpe|Madrid|lingua=es}}
*{{cita libro|Ludwig|Pfandl|Carlos II|1947|Afrodisio Aguado|Madrid|lingua=es}}
*{{cita libro|Luis|Ribot|El arte de gobernar. Estudios sobre la España de los Austrias|2006|Alianza|Madrid|lingua=es}}
*{{cita libro|Egido|Teofanes|El motín madrileño de 1699, en Investigaciones históricas nº 2|1980||Madrid|lingua=es}}
*{{cita libro|Antonio Dominiguez|Ortis|Crisis y decadencia en la Espana de los Austrias|1984|lingua=es}}
*{{cita libro|autore=Carlos Fisas |titolo=Historias de las reinas de España: la Casa de Austria |anno=1999|editore=Editorial Planeta |città=Barcellona|lingua=es}}
*{{cita libro|autore=Fernando Gonzalez Doria|titolo=Las reinas de España|anno=1990| editore=Bitácora|città=Madrid|lingua=es}}
*{{cita libro|autore=Gabriel Maura Gamazo|titolo=María Luisa de Orléans, Reina de España: leyenda e historia|anno= |editore=Saturnino Calleja|città=Madrid|lingua=es}}
*{{cita libro|Will/Ariel|Durant|The Age of Louis XIV|1963|Simon and Schuster|New York|lingua=en}}
*{{cita pubblicazione|nome=Henry|cognome=Kamen|titolo=A Forgotten Insurrection of the Seventeenth Century: The Catalan Peasant Rising of 1688|rivista=Journal of Modern History|editore=University of Chicago Press|volume=49|anno=1977|abstract=10.1086/241564|lingua=en}}
*{{cita libro|Henry|Kamen|The Spanish Inquisition: An Historical Revision|1998|Yale University Press| London and New Haven|lingua=en}}
*{{cita libro|Antonia|Fraser| Royal Charles: Charles II and the Restoration|1979|Alfred A. Knopf|New York|lingua=en}}
*{{cita libro|Geoffrey|Parker|Europe in Crisis, 1598–1648||lingua=en}}
*{{cita libro|Mary Elizabeth|Perry|The Handless Maiden: Moriscos and the politics of religion in early modern Spain||lingua=en}}
*{{cita libro|autore=Fossati, Luppi, Zanette|titolo=Passato Presente, volume II|}}
*{{cita libro|autore=Della Peruta, Chittolini, Capra|titolo=Dall'Europa al mondo|}}
*{{cita libro|Marie-Françoise| Maquart|L'Espagne de Charles II et la France: 1665-1700|2000|Presses Univ. du Mirail|lingua=fr}} ISBN= 9782858165322
*{{cita web|url=http://www.arturosoria.com/medicina/art/carlos_II.asp|titolo=Carlos II. El fin de una dinastía enferma»|autore=Antonio Castillo|lingua=es|accesso=22 giugno 2012|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20150202135305/http://arturosoria.com/medicina/art/carlos_II.asp|urlmorto=sì}}
*{{cita web|url=http://madmonarchs.guusbeltman.nl/madmonarchs/carlos2/carlos2_bio.htm|titolo=Biography of Carlos II of Spain|lingua=en|accesso=29 luglio 2012|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20150406021547/http://madmonarchs.guusbeltman.nl/madmonarchs/carlos2/carlos2_bio.htm|urlmorto=sì}}
*{{cita web|url=http://libro.uca.edu/payne1/payne15.htm|titolo=A History of Spain and Portugal, Volume 1, by Stanley G. Payne|lingua=en}}
 
== Voci correlate ==
* [[Asburgo di Spagna]]
* [[Trattato di Lisbona (1668)]]
* [[Guerra di devoluzione]]
* [[Guerra d'Olanda]]
* [[Guerra della Grande Alleanza]]
* [[Guerra di successione spagnola]]
* [[Trattato di Utrecht]]
* [[Siracusa in età spagnola: dalla guerra contro l'Impero ottomano al terremoto del 1693]]
* [[Siracusa in età spagnola: la guerra di successione e l'ultimo Asburgo]]
 
== Altri progetti ==
{{interprogetto|commons=Category:Charles II of Spain}}
 
== Collegamenti esterni ==
* {{collegamenti esterni}}
* {{cita web|url=https://www.archive.org/stream/historiadeladeca00cnuoft#page/569/mode/1up|titolo=Historia de la decadencia de España desde Felipe III hasta Carlos II}}
* {{cita web|url=https://www.britannica.com/EBchecked/topic/106876/Charles-II|titolo=Encyclopedia Britannica: Charles II}}
 
{{Box successione
|tipologia = regnante
|carica = [[Sovrani di Spagna|Re di Spagna]]
|periodo = [[1665]] - [[1700]]
|precedente = [[Filippo IV di Spagna|Filippo IV]]
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|immagine = Armoiries Espagne Catholique.pngsvg
}}
{{Box successione
|tipologia = regnante
|carica = [[Elenco dei monarchiSovrani di Napoli e Sicilia|Re di SiciliaNapoli]]
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|immagine = Armoiries Espagne Catholique.pngsvg
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{{Box successione
|tipologia = regnante
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|immagine = Armoiries Espagne Catholique.pngsvg
}}
{{Box successione
|tipologia = regnante
|carica = [[Re di Sardegna]]
|periodo = 1665 - 1700
|precedente = [[Filippo IV di Spagna|Filippo III]]
|successivo = [[Filippo V di Spagna|Filippo IV]]
|immagine = Armoiries Espagne Catholique.svg
}}
{{Box successione
|tipologia=regnante
|carica=[[Governanti di Milano|Duca di Milano]]
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|precedente= [[Filippo IV di Spagna|Filippo IV]]
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|immagine=Armoiries Espagne Catholique.svg
}}
{{Box successione
|tipologia = regnante
|carica = [[Paesi Bassi spagnoli|Sovrano dei Paesi Bassi spagnoli]] e [[Borgogna|Conteconte Palatinopalatino di Borgogna]]
|periodo = [[1665]] - [[1700]]
|precedente = [[Filippo IV di Spagna|Filippo IV]]
|successivo = [[Filippo V di Spagna|Filippo V]]
|immagine = Armoiries Espagne Catholique.pngsvg
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|carica = [[Cavalieri del Toson d'oro|Gran maestro dell'Ordine del Toson d'oro]]
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|tipologia = titolo nobiliare
|carica = [[Principe delle Asturie]]
|periodo = [[1661]] - [[1665]]
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|successivo = [[Giuseppe Ferdinando Leopoldo di Baviera|Giuseppe Ferdinando Leopoldo di Baviera, infante di Spagna]]
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