Pierre Corneille: differenze tra le versioni
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{{Bio
|Nome = Pierre
|Cognome = Corneille
|Sesso = M
|LuogoNascita = Rouen
|GiornoMeseNascita = 6 giugno
|AnnoNascita = 1606
|LuogoMorte = Parigi
|GiornoMeseMorte = 1º ottobre
|AnnoMorte = 1684
|Epoca = 1600
|Attività = drammaturgo
|Attività2 = scrittore
|Nazionalità = francese
|PostNazionalità = , uno dei tre maggiori del [[XVII secolo]], insieme a [[Molière]] e [[Jean Racine|Racine]]
|Immagine = Pierre Corneille 2.jpg
}}
== Biografia ==
Il 18 giugno 1624 entrò come avvocato al parlamento di Normandia. Intraprese studi di giurisprudenza secondo il volere del padre, ma non è noto dove li abbia compiuti; forse a [[Poitiers]] o a [[Caen]], dal momento che Rouen non aveva una facoltà di legge. In ogni caso, la licenza era a quel tempo una semplice formalità, e non di rado bastava pagare i professori per ottenerla.<ref name="Niderst25">A. Niderst, cit., p. 25.</ref> Corneille mostrò però ben presto di non essere portato per la carriera forense. « Non ha mai parlato la lingua francese in modo sufficientemente corretto »<ref>« Il n'a jamais parlé bien correctement la langue française »; la citazione, di Vigneul Marville, è ripresa in J. Taschereau, ''Histoire de la vie et des ouvrages de Pierre Corneille'', Paris 1829, pp. 253-254.</ref> e « la sua pronuncia non era del tutto pulita ».<ref>« Sa prononciation n'était pas tout à fait nette »; Fontenelle, ''Vie de Monsieur Corneille'', in ''Œuvres complètes'', Paris, Fayard, 1989, t. III, p. 108.</ref> Inoltre, era sostanzialmente privo di capacità oratorie, sicché dopo aver sostenuto una sola causa abbandonò il mestiere, preferendo dedicarsi alla letteratura.<ref>A. Niderst, cit., pp. 25 e ss.</ref>
Nel 1626 assunse la carica di fabbriciere della parrocchia di Saint-Sauveur, sino a quel momento ricoperta dal padre ed esercitata con scrupolo da Corneille per quasi trent'anni.<ref name="Niderst25"/>
=== Gli esordi (la commedia) ===
Gli inizi della carriera teatrale furono caratterizzati da un esclusivo impegno nella "commedia eroica". Corneille esordì con ''[[Melita (Corneille)|Melita]]'', la cui genesi non è mai stata chiarita. Secondo [[Bernard le Bovier de Fontenelle|Fontenelle]] l'opera fu scritta nel 1625; è probabile, ma non venne rappresentata fino al mese di ottobre (o novembre) del 1629, quando il celebre capocomico [[Montdory]] la mise in scena senza successo all'[[hôtel de Bourgogne]], a [[Parigi]].<ref>A. Niderst, cit., pp. 32-37.</ref> La commedia ricevette invece un'accoglienza molto positiva in dicembre al Jeu de Paume de Berthault - in rue du Grenier-Saint-Lazare, nel quartiere del [[Marais (Parigi)|Marais]] -, dove la compagnia di Montdory si era nel frattempo trasferita.<ref>A. Niderst, cit., p. 37.</ref> Seguirono la tragedia ''[[Clitandro o l'innocenza perseguitata|Clitandro]]'' (''Clitandre'', stagione [[1630]]-[[1631]]), ''[[La vedova (Corneille)|La vedova]]'' (''La Veuve'', stagione [[1631]]-[[1632]]), ''[[La galleria del palazzo]]'' (''La Galerie du Palais'', stagione [[1632]]-[[1633]]), ''[[La serva]]'' (''La Suivante'', stagione [[1633]]-[[1634]]) e ''[[La piazza reale]]'' (''La Place Royale'', stagione [[1633]]-[[1634]]), quasi tutti scritti per la compagnia di Montdory.
Negli anni '40 del XX secolo, la studiosa Elizabeth Fraser rinvenne una pastorale manoscritta, ''Alidor, ou l'Indifférent'', che attribuì al giovane Corneille.<ref>E. Fraser, ''Alidor, an unknown early work by Pierre Corneille'', in ''The Modern Language Review'', 1946, vol. 41, pp. 144-154; nel 2000 è uscita un'edizione critica dell'opera - il cui manoscritto è custodito nella National Library of Scotland -, a cura di François Lasserre (per l'editore L'Epangéliaste).</ref> La tesi non è stata dimostrata, ma ha raccolto consensi tra gli specialisti; molti personaggi e episodi dell'opera presentano, tra l'altro, similitudini con le commedie coeve. L'analisi stilistica e contenutistica suggerisce di situarne la composizione in una data precedente a ''Melita''.<ref>A. Niderst, cit., pp. 38-41.</ref> Se ''Alidor'' fosse del drammaturgo di Rouen, costituirebbe un documento importante per ricostruire i suoi esordi teatrali.
=== Le tragedie ===
La stagione [[1634]]-[[1635]] segnò anche un grande cambiamento nel teatro francese, con la rappresentazione della ''Sophonisbe'' di [[Jean Mairet]], che incontrò un successo trionfale e rilanciò il genere [[tragedia|tragico]] sulle scene francesi.
==
[[File:Corneille cour Napoleon Louvre.jpg|thumb|right|Statua di Pierre Corneille al [[Museo del Louvre]]]]
[[File:Coat of Arms Corneille - Cornielje.jpg|thumb|Stemma dei Corneille]]
''[[Il Cid (Corneille)|Il Cid]]'', rappresentato all'inizio del [[1637]], ritenuto tuttora il suo capolavoro assoluto, lo consacrò maggior poeta di teatro del suo tempo, prestigio in cui durerà, con intermittenze, non oltre il [[1670]], anno in cui comincia l'ascesa di [[Jean Racine|Racine]]. Il re [[Luigi XIII di Francia|Luigi XIII]] lo premiò con un titolo nobiliare.
Ma il successo non fu affatto incontrastato: le novità dell'opera dispiacquero, e scoppiò una polemica (''La querelle du Cid''), nel corso della quale [[Georges de Scudéry]], uno dei suoi rivali più titolati, lo accusò di plagio e d'inverosimiglianza («Non è per nulla verosimile che una fanciulla sposi l'assassino di suo padre»), mentre lo stesso Mairet gli si scagliò contro con diversi libelli, in cui in particolare lo accusa di non aver rispettato le tre unità di [[Aristotele]]. Corneille rispose con diversi libelli, tra cui l'''Avvertimento al [[Besançon|besanzonese]] Mairet'' (''Advertissement au Besançonnois Mairet'', 1637).
Negli anni a venire la sua produzione continuò, copiosa e spesso coronata da successo. In campo tragico sono da citare ''[[Orazio (Corneille)|Orazio]]'', ispirato alla storia romana ([[1640]]), ''[[Cinna (Corneille)|Cinna]]'' (probabilmente nella stagione [[1640]]-[[1641]]) e la tragedia cristiana ''[[Poliuto (Corneille)|Poliuto]]'' (stagione [[1641]]-[[1642]]): con il ''Cid'' formano una sorta di "tetralogia", nella quale è esaltata la volontà, incarnata dall'eroe che non arretra di fronte al sacrificio di sé, come valore massimo.
La sua carriera drammatica lo vide impegnato in diversi generi: commedia, commedia eroica e tragedia; nel tempo cercò anche di rinnovarsi, ma il suo teatro rimase come diviso tra una produzione eroica fortemente tragica, in cui è invariabilmente esaltato il libero arbitrio e in cui anche i personaggi negativi, purché diano prova di energia, sono visti con simpatia, e una produzione comica in cui possono esprimersi più liberamente le tendenze centrifughe, sperimentali, stravaganti della sua arte, che in ambito comico ha moltissimi punti di contatto con il [[Barocco]] letterario europeo.
Alla fine del [[1640]] o all'inizio del [[1641]] (in ogni caso prima di maggio) sposò Marie de Lampérière, figlia di un militare. Siccome il padre della donna si opponeva al matrimonio, Corneille si era rivolto al cardinale [[Armand Jean du Plessis de Richelieu|Richelieu]], il quale aveva interceduto in suo favore.<ref>A. Niderst, cit., p. 109.</ref> Decise di stabilirsi nella natia Rouen pur soggiornando sovente a Parigi. La sua carriera di drammaturgo intanto continuò e, nel [[1647]], venne ammesso all'[[Académie française]].
Una delle sue migliori commedie, ''[[Il bugiardo (Corneille)|Il bugiardo]]'' (''Le Menteur''), scritta nel [[1643]], influenzerà [[Carlo Goldoni|Goldoni]] e [[Molière]]. Seguirono molte tragedie, tra cui ''[[Rodoguna]]'' ([[1644]]) e ''[[Nicomede (Corneille)|Nicomede]]'' ([[1650]]), entrambe coronate da successo; mentre il pur pregevole ''[[Pertarito (Corneille)|Pertarito]]'' ([[1651]]-[[1652]]), evidentemente troppo inatteso, cadde.
=== Gli ultimi anni: declino e morte ===
Cominciò il lento declino delle sue fortune presso la corte; furono anche gli anni duri e inquieti della [[Fronda (movimento)|Fronda]]. Abbandonò momentaneamente il teatro e si consacrò alla riflessione sulla sua arte e sul sistema teatrale, dando vita a tre ''Discorsi''. Una sua traduzione dell'[[Imitazione di Cristo]] ebbe grande successo.
La sua vecchiaia fu triste e si ritrovò in difficoltà economiche nonostante [[Luigi XIV di Francia|Luigi XIV]] facesse rappresentare molto spesso i suoi drammi più famosi.
Proprio in quegli anni si imposero i lavori di [[Molière]], inizialmente non graditi a Corneille, che si spinse in una dura polemica denominata ''querelle de l'Ecole des femmes''. Col passare degli anni i due artisti instaurarono un buon rapporto amichevole, culminato con la collaborazione a tre, assieme a [[Philippe Quinault]], per la pregevole opera ''Psyché''.<ref name ="U">''Universo'', De Agostini, Novara, 1964, Vol. IV, pag.133-134</ref>
Nel [[1659]] il ministro delle Finanze, [[Nicolas Fouquet]], lo sovvenne economicamente esortandolo a tornare al teatro. Corneille obbedì, con forze ed entusiasmo disperato, con ''[[Edipo (Corneille)|Edipo]]'' (1659), che segna l'inizio della sua ultima maniera, caratterizzata da un'eloquenza sempre più pomposa, da una messinscena sempre più macchinosa, e da un'amara considerazione della vita; gli eroi dell'ultima decina di tragedie che diede alle scene, tra cui ''[[Sertorio (Corneille)|Sertorio]]'' ([[1662]]) e ''[[Surena (Corneille)|Surena]]'' ([[1674]]), sono attempati e spesso angosciati di fronte al destino avverso.
Nel [[1670]] si trovò a confrontarsi direttamente con il giovane [[Jean Racine]], la cui ''[[Berenice (Racine)|Berenice]]'' oscurò il suo ''[[Tito e Berenice]]''. La frustrazione e la rabbia con cui vedeva ascendere l'astro del classicismo francese, il sempre minor prestigio di cui godevano le sue opere, appesantite da una [[retorica]] elaborata e sfarzosa, dalle immagini spesso tirate, a differenza di quella pura e perfettamente decantata del giovane rivale, gli avvelenarono gli ultimi anni di vita.
Morì a Parigi il 1º ottobre [[1684]] e la sua salma fu inumata nel [[coro (architettura)|coro]] della [[chiesa di Saint Roch (Parigi)|chiesa di Saint Roch]].
Durante il [[XVIII secolo]] Corneille venne un po' trascurato, messo in ombra da Racine. Nel [[1768]] però l'[[astronomo]] e [[letterato]] francese [[Jean Sylvain Bailly]] dedicò un elogio a Corneille, l′''[[Elogio di Corneille|Éloge de Corneille]]'', che ottenne l′''accessit'' al ''prix d'eloquence'' proposto dall'Accademia di Rouen. In esso Bailly rivalutò molto positivamente la figura di Corneille, anche e soprattutto in relazione a quella di [[Jean Racine|Racine]]. Il biografo di Bailly, [[François Arago|Arago]] scrive, a proposito dell'elogio: «Leggendo questo lavoro possiamo rimanere un po' sorpresi dalla distanza immensa che il modesto, timido e sensibile Bailly pone tra il grande Corneille, il suo prediletto autore teatrale, e Jean Racine».<ref>''Biography of Jean-Sylvain Bailly'' di [[François Arago]] (english translation) - Chapter V</ref>
Anche i [[Romanticismo|romantici]] rivalutarono Corneille per una maggiore affinità.
=== Temi del teatro di Corneille ===
Onore, virtù, grandezza, valore sono temi delle tragedie di Corneille le quali rispettano le tre [[unità aristoteliche]]. Quattro virtù ideali sono rappresentate da quattro eroi: onore (''[[Il Cid (Corneille)|Il Cid]]''), patriottismo (''[[Orazio (Corneille)|Orazio]]''), generosità (''[[Cinna (Corneille)|Cinna]]''); santità (''[[Poliuto (Corneille)|Poliuto]]''). I personaggi delle tragedie di Corneille sono eroi, artefici del proprio destino, fuori del comune per estrazione sociale e forza morale. Hanno una volontà di ferro e la gloria è la legge alla quale il loro animo obbedisce fino a condurli, dolorosamente, alla solitudine a causa della rinuncia alla felicità e ai valori comuni nella collettività. Corneille esalta quindi la libertà dell'uomo, il [[libero arbitrio]] secondo quanto teorizzato dai [[gesuiti]] che si contrapponevano alla dottrina del [[giansenismo]].
Dalla trama di varie opere, specialmente ''Il Cid'' e ''Poliuto'', viene il concetto di [[dilemma corneliano]], scelta obbligata tra due azioni che, entrambe, sono inevitabilmente destinate a ritocersi negativamente sul protagonista e su altri personaggi.
== Opere principali ==
* ''[[Melita (Corneille)|Melita]]'' (1630)
* ''[[Clitandro o l'innocenza perseguitata]]'' (1631)
* ''[[La vedova (Corneille)|La vedova]]'' (1632)
* ''[[La galleria del palazzo]]'' (1633)
* ''[[La servente]]'' (1634)
* ''[[La piazza reale]]'' (1634)
* ''[[Medea (Corneille)|Medea]]'' (1635)
* ''[[L'illusione comica]]'' (1636)
* ''[[Il Cid (Corneille)|Il Cid]]'' (1636)
* ''[[Horace (Corneille)|Orazio]]'' (1640)
* ''[[Cinna (Corneille)|Cinna o la clemenza d'Augusto]]'' (1641)
* ''[[Poliuto (Corneille)|Poliuto]]'' (1643)
* ''[[La morte di Pompeo]]'' (1644)
* ''[[Il bugiardo (Corneille)|Il bugiardo]]'' (1644)
* ''[[Rodoguna]]'' (1644)
* ''[[Teodoro (Corneille)|Teodoro]]'' (1646)
* ''[[Eraclio (Corneille)|Eraclio]]'' (1647)
* ''[[Andromeda (Corneille)|Andromeda]]'' (1650)
* ''[[Don Sancio d'Aragona]]'' (1650)
* ''[[Nicomede (Corneille)|Nicomede]]'' (1651)
* ''[[Pertarito (Corneille)|Pertarito]]'' (1652)
* ''[[L'imitazione di Gesù Cristo]]'' (1656)
* ''[[Edipo (Corneille)|Edipo]]'' (1659)
* ''[[Sertorio (Corneille)|Sertorio]]'' (1662)
* ''[[Otone (Corneille)|Otone]]'' (1664)
* ''[[Agesilao (Corneille)|Agesilao]]'' (1666)
* ''[[Attila (Corneille)|Attila]]'' (1667)
* ''[[
* ''[[Psiche (Molière)|Psyché]]'' (1671)
* ''[[
* ''[[
Traduzioni:
* ''Teatro''. A cura di Maria Ortiz; introduzione di Giovanni Macchia. Sansoni, I grandi classici stranieri. Firenze, 1964.
** Volume 1: ''Melita, Clitandro, La vedova, La galleria del palazzo, La servente, La piazza reale, Medea, L'illusione, Il Cid, Orazio, Cinna, Poliuto martire, Pompeo, Il bugiardo, Il seguito del bugiardo''.
** Volume 2.
== Note ==
<references/>
== Bibliografia ==
* {{fr}} Alain Niderst, ''Pierre Corneille'', Paris, Fayard, 2006, ISBN 9782213628653.
== Voci correlate ==
* [[Charlotte Corday]] (discendente di Corneille)
== Altri progetti ==
{{interprogetto}}
== Collegamenti esterni ==
* {{Collegamenti esterni}}
{{Box successione
|carica = Seggio 14 dell'[[Académie française]]
|periodo = [[1647]] - [[1684]]
|precedente = [[François Maynard]]
|successivo = [[
}}
{{Controllo di autorità}}
{{Portale|biografie|letteratura|teatro}}
[[Categoria:Membri dell'Académie française]]
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