Giovanni Goria: differenze tra le versioni
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{{Carica pubblica
|nome
|immagine
|didascalia = Giovanni Goria nel 1987
|carica = [[Presidente del Consiglio dei ministri della Repubblica Italiana]]
|mandatoinizio
|mandatofine
|
|
|predecessore = [[Amintore Fanfani]]
|successore = [[Ciriaco De Mita]]
|carica2 = [[Ministri delle finanze della Repubblica Italiana|Ministro delle finanze]]
|mandatoinizio2 = 28 giugno 1992
|mandatofine2 = 21 febbraio 1993
|
|predecessore2 = [[Rino Formica]]
|
|carica3 = [[Ministri dell'agricoltura e delle foreste della Repubblica Italiana|Ministro dell'agricoltura e delle foreste]]
|mandatoinizio3 = 13 aprile 1991
|mandatofine3 = 28 giugno 1992
|primoministro3 = [[Giulio Andreotti]]
|predecessore3 = [[Vito Saccomandi]]
|successore3 = [[Giovanni Angelo Fontana|Giovanni Fontana]]
|carica4 = [[Ministri del bilancio e della programmazione economica della Repubblica Italiana|Ministro del bilancio e della programmazione economica]]
|mandatoinizio4 = 18 aprile 1987
|mandatofine4 = 29 luglio 1987
|
|predecessore4 = [[Pier Luigi Romita]]
|successore4 = [[Emilio Colombo]]
|carica5 = [[Ministri del tesoro della Repubblica Italiana|Ministro del tesoro]]
|mandatoinizio5 = 1º dicembre 1982
|mandatofine5 = 29 luglio 1987
|primoministro5 = [[Amintore Fanfani]]<br />[[Bettino Craxi]]
|predecessore5 = [[Beniamino Andreatta]]
|
|carica6 = [[Sottosegretario di Stato (ordinamento italiano)|Sottosegretario di Stato]] al [[Ministero del bilancio e della programmazione economica]]
|mandatoinizio6 = 28 giugno 1981
|mandatofine6 = 3 giugno 1982
|primoministro6 = [[Giovanni Spadolini]]
|predecessore6 = [[Lucio Gustavo Abis]]
|successore6 = [[Emilio Rubbi]]
|carica7 = [[Camera dei deputati (Italia)|Deputato della Repubblica Italiana]]
|mandatoinizio7 = 5 luglio 1976
|mandatofine7 = 29 luglio 1992
|legislatura7 = {{NumLegRepubblica|D|VII|VIII|IX|X|XI}}
|gruppo parlamentare7 = [[Democrazia Cristiana|Democratico Cristiano]]
|circoscrizione7 = [[Circoscrizione Cuneo-Alessandria-Asti|Circoscrizione II]]
|sito7 = http://legislature.camera.it/chiosco.asp?content=deputati/legislatureprecedenti/Leg11/framedeputato.asp?Deputato=d60361
|carica8 = [[Europarlamentare]]
|mandatoinizio8 = 25 luglio 1989
|mandatofine8 = 13 aprile 1991
|legislatura8 = {{NumLegUE|Italia|III}}
|gruppo parlamentare8 = [[Partito Popolare Europeo]]
|circoscrizione8 = [[Circoscrizione Italia nord-occidentale|Italia nord-occidentale]]
|sito8 = https://www.europarl.europa.eu/meps/it/1104/GIOVANNI_GORIA/history/3
|partito = [[Democrazia Cristiana]]
|titolo di studio = Laurea in economia e commercio
|alma_mater = [[Università degli Studi di Torino]]
|professione = Funzionario pubblico
}}
{{Bio
|Nome = Giovanni
|Cognome = Goria
|Sesso = M
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|GiornoMeseMorte = 21 maggio
|AnnoMorte = 1994
|Epoca = 1900
|Attività = politico
|Nazionalità = italiano
|PostNazionalità =
}}
== Biografia ==
=== Giovinezza ed esordi ===
Giovanni Goria nacque ad [[Asti]] il 30 luglio 1943 da Luigi Goria, [[geometra]] comunale, e Pierina Ferrero, impiegata nel commercio.
Conseguì il diploma di ragioniere nel 1962 presso l'istituto Giobert di Asti e nel 1967 si laureò in [[economia e commercio]] all'[[Università degli Studi di Torino]], con una tesi dal titolo ''Organismi e istituti operanti nel quadro della programmazione regionale in Italia''.
Negli anni sessanta si iscrisse alla [[Democrazia Cristiana]]. In quegli anni era responsabile dell'ufficio studi e programmazione dell'amministrazione provinciale di Asti e, in seguito, entrò a far parte dell'ufficio studi della [[Camera di commercio, industria, artigianato e agricoltura|Camera di commercio]] di Asti. Nel 1969 si sposò con Eugenia Obermitto. Dal matrimonio nacquero Marco Goria nel 1971 e Paola Goria nel 1976. Dagli [[Anni 1970|anni settanta]], Goria militò nella corrente della "Sinistra di Base" e divenne uno dei più stretti collaboratori di [[Ciriaco De Mita]], pur mantenendo una posizione indipendente all'interno della sinistra democristiana.
Dal 1974 al 1976 ricoprì la carica di membro del collegio sindacale della [[Cassa di Risparmio di Asti]]. Nel 1975, dopo essere stato a capo del [[Movimento Giovanile della Democrazia Cristiana|movimento giovanile della DC]], divenne segretario provinciale del partito.
=== L'ascesa in politica ===
La svolta nella carriera politica di Goria avvenne nel 1976, con la candidatura alle [[Elezioni politiche in Italia del 1976|elezioni politiche del 20 giugno]]. Venne eletto alla [[Camera dei deputati (Italia)|Camera dei deputati]] nella [[circoscrizione Cuneo-Alessandria-Asti]]. Durante la sua prima legislatura fece parte della [[Commissione Finanze della Camera dei deputati|Commissione Finanze e Tesoro della Camera]] e divenne membro dell'ufficio economico della DC, nonché Consigliere economico del Presidente del Consiglio dei ministri, [[Giulio Andreotti]].
Nel 1979 venne rieletto Deputato, e da giugno 1981 assunse la carica di [[Sottosegretario di Stato (ordinamento italiano)|Sottosegretario]] al [[Ministero del bilancio e della programmazione economica|bilancio e alla programmazione economica]], durante il [[Governo Spadolini I|primo governo Spadolini]] (1981-1982), incarico dal quale si dimise nel giugno 1982 per assumere quello di responsabile del Dipartimento Economico della Democrazia Cristiana.
=== I Ministeri e la politica economica ===
Nel dicembre 1982 divenne per la prima volta [[Ministri del tesoro della Repubblica Italiana|Ministro del Tesoro]], nel [[Governo Fanfani V|V governo Fanfani]]. «La sua nomina è una delle più rilevanti novità di quel governo: egli è infatti il più giovane a ricoprire tale incarico nell'Italia repubblicana. La sua età e la sua immagine di persona più vicina alla gente e al comune buon senso, rispetto alla tradizionale figura del politico italiano, contribuiscono ad accrescerne la popolarità, facendone il prototipo di "uomo nuovo" per la DC».<ref>{{Cita pubblicazione|autore=Francesco Marchianò|autore2=Paolo Giaccone|autore3=prefazione di Marco Damilano|titolo=Giovanni Goria: il rigore e lo slancio di un politico innovatore|p=163}}</ref>
Al Ministero del Tesoro Goria si circondò di giovani collaboratori, tra cui gli economisti [[Mario Sarcinelli]] come direttore generale e [[Bruno Tabacci]] alla segreteria tecnica.
Chiamò anche [[Mario Monti]] alla Commissione per il controllo della spesa pubblica, e come primi consiglieri economici designò [[Innocenzo Cipolletta]] e [[Mario Draghi]], il quale era al suo primo incarico istituzionale, e successivamente venne designato Vicepresidente alla Banca Mondiale.
Con il rinnovamento della dirigenza emerse una nuova linea del rigore e del risanamento con la forte collaborazione con la [[Banca d'Italia]] del [[Governatore della Banca d'Italia|governatore]] [[Carlo Azeglio Ciampi]], pur nella confermata "separazione" nell'emissione dei [[Titolo di Stato|titoli]] e gestione del [[Debito pubblico dell'Italia|debito pubblico]].
Goria mantenne ininterrottamente l'incarico di Ministro del tesoro anche durante i due governi [[Craxi]] (1983-1986, 1986-1987) e il [[Governo Fanfani VI|sesto governo Fanfani]] (1987) durante cui detenne, ad interim, l'incarico di [[Ministri del bilancio e della programmazione economica della Repubblica Italiana|Ministro del bilancio e della programmazione economica]]. Goria resse le sorti del [[Ministero del tesoro|tesoro]] in un periodo molto travagliato per l'economia dello Stato. Il principale ostacolo al risanamento dell'economia e al superamento della grave crisi produttiva che minava la credibilità internazionale era l'[[inflazione]], che per tutto il decennio precedente si mantenne a due cifre, toccando il 18% con pesanti conseguenze sui tassi di interesse, sia pubblici che privati.
Attraverso misure di [[politica monetaria]], volte a dare stabilità alla [[Lira italiana|lira]] rispetto alle ipotesi di continue [[Svalutazione|svalutazioni]] competitive, di bilancio, orientate a frenare l'andamento tendenziale della [[spesa pubblica]] con nuove regole e parametri in rapporto alla crescita del [[PIL]], e una politica dei redditi finalizzata a frenare automatismi e indicizzazione nelle dinamiche [[Salario|salariali]] (la [[Scala mobile (economia)|scala mobile]]), l'inflazione venne riportata nella media europea alla fine degli anni '80. La [[Referendum abrogativo in Italia del 1985|vittoria referendaria]] sul [[Decreto di San Valentino]]<ref>{{Cita web|url=https://www.collettiva.it/copertine/lavoro/ecco-cosa-accadde-con-il-decreto-di-san-valentino-l0twkrgn|titolo=Ecco cosa accadde con il decreto di San Valentino}}</ref> che limitava la scala mobile. Tale politica permise l'allungamento delle scadenze sul debito pubblico (che continuò tuttavia nel complesso a salire), nuove tipologie di titoli, e la riduzione degli oneri del debito, e portò al superamento della [[stagflazione]] e a una nuova crescita significativa del PIL dopo la recessione dei primi anni ’80.
Sul fronte bancario Goria nominò, tramite il Comitato per il Credito e il Risparmio, oltre cento nuovi presidenti delle [[Banca|banche]] e delle [[Cassa di risparmio|Casse di Risparmio]], ancora pubbliche. Inoltre propose iniziative legislative per la concessione di [[Mutuo|mutui]] a tassi agevolati per le giovani coppie. Insieme a Draghi, infine, avanzò iniziative sul salario di ingresso per la [[disoccupazione]] giovanile, proposte per sostenere l'imprenditoria giovanile e la cooperazione industriale, rinnovando la [[Legge Marcora]].
=== La Presidenza al Consiglio dei Ministri ===
Dopo le elezioni politiche anticipate del 1987, indette a seguito della caduta del [[Governo Craxi II]] a causa della rottura dell'accordo tra [[Bettino Craxi]] e [[Ciriaco De Mita]], detto il "[[patto della staffetta]]", venne nominato Presidente del Consiglio [[Amintore Fanfani]], ma il suo [[Governo Fanfani VI|governo]] durò solo dall'aprile al luglio del 1987.
Si ricorse dunque a un governo di transizione e Giovanni Goria ricevette, dal [[Presidente della Repubblica Italiana|Presidente della Repubblica]] [[Francesco Cossiga]], l'incarico di formare il governo, su indicazione del segretario del suo partito, Ciriaco De Mita.
Giovanni Goria divenne così [[Presidente del Consiglio dei ministri della Repubblica Italiana|Presidente del Consiglio dei ministri]], il 29 luglio 1987.
Il [[Governo Goria]] fu il primo governo della [[X legislatura della Repubblica Italiana|decima legislatura]] e il politico astigiano assunse ad interim anche il [[Ministri per gli interventi straordinari nel Mezzogiorno della Repubblica Italiana|Ministero per gli interventi straordinari nel Mezzogiorno]]. Fino alla nomina di [[Matteo Renzi]] nel 2014, Goria fu – a 44 anni – il più giovane Presidente del Consiglio italiano in epoca repubblicana<ref>{{Cita web|url=http://www.ilpost.it/2013/04/24/presidenti-consiglio-piu-giovani/|titolo=I 20 più giovani presidenti del Consiglio|sito=Il Post|data=24 aprile 2013}}</ref> (il più giovane in assoluto nella storia dello stato italiano fu [[Benito Mussolini]], capo del governo a 39 anni).
Il governo da lui presieduto, composto dalla maggioranza del [[Pentapartito]] (il quale governò l'Italia per tutti gli [[anni 1980]] ed i primi [[Anni 1990|1990]]) ebbe natura breve in quanto l'obiettivo prefissato era quello di presentare una legge di bilancio per il [[1988]]. Mentre era alla Presidenza del Consiglio, Goria inviò la [[Marina Militare (Italia)|Marina Militare]] nel [[Golfo Persico]] per difendere le navi mercantili dalla [[pirateria]]. Goria fu costretto a rassegnare le dimissioni a febbraio 1988 in seguito alle difficoltà nell'approvazione della [[legge finanziaria]], ma [[Francesco Cossiga|Cossiga]] gli conferì di nuovo l'incarico; nel marzo 1988 il Governo dovette dimettersi per le tensioni interne concernenti il [[Referendum abrogativi in Italia del 1987|referendum sull'energia nucleare]]. Il 13 aprile 1988 si insediò il [[Governo De Mita]], sempre costituito dalla maggioranza del [[Pentapartito]].
=== L'esperienza da europarlamentare ===
Subito dopo la fine dell'incarico da Presidente del Consiglio, Goria diede vita all'iniziativa del "Progetto Europa '92", finalizzato a richiamare, con convegni, studi e dibattiti, l'attenzione sulle modernizzazioni occorrenti per entrare a pieno titolo nell'Europa unita. Negli stessi anni, all'interno della DC venne sostanzialmente emarginato durante il congresso nazionale del 1989.
A giugno dello stesso anno partecipò alle [[Elezioni europee del 1989 in Italia|elezioni europee]], risultando il più votato della [[Circoscrizione Italia nord-occidentale|circoscrizione nord-ovest]] con {{formatnum:640403}} preferenze. Al [[Parlamento europeo]] Goria ricoprì la carica di Presidente della Commissione politica, dal 1989 al 1991.
=== Il ritorno in Italia ===
Nell'aprile 1991 si dimise da europarlamentare per assumere l'incarico di [[Ministri dell'agricoltura e delle foreste della Repubblica Italiana|Ministro dell'agricoltura e delle foreste]] nel nuovo [[Governo Andreotti VII|Governo Andreotti]], formato dalla maggioranza del [[Pentapartito#La trasformazione in Quadripartito e la fine|Quadripartito]], senza il [[Partito Repubblicano Italiano]] di [[Giorgio La Malfa]]. In questa veste, Goria decise il commissariamento della [[Federconsorzi]], che portò alla liquidazione dell'ente, indebitato per 4000 miliardi e presiedette all’ultima fase di realizzazione della Legge n.164 del 10/02/1992, volta a normare le Denominazioni di Origine dei vini, le Indicazioni Geografiche Tipiche e l’utilizzo delle stesse.
Rieletto per la quinta volta alle [[Elezioni politiche in Italia del 1992|elezioni politiche del 1992]], entrò a far parte del [[Governo Amato I|governo]] presieduto dal [[Partito Socialista Italiano|socialista]] [[Giuliano Amato]] come [[Ministri delle finanze della Repubblica Italiana|Ministro delle finanze]], in una compagine governativa che dovette affrontare la difficile situazione economica. Nel 1992, Goria, da Ministro delle finanze, intervenne varando una manovra correttiva da 93mila miliardi di lire, in prevalenza sul fronte delle entrate, con [[Tassa|tasse]] e [[Imposta|imposte]], necessaria al fine di tenere l'Italia all'interno dei parametri di [[Trattato di Maastricht|Maastricht]].
Il 19 febbraio 1993 Giovanni Goria si dimise in seguito al suo coinvolgimento come imputato in una vicenda giudiziaria legata alla Cassa di Risparmio di Asti, cui si aggiunse un'altra inchiesta riguardante delle presunte tangenti per l'ospedale di [[Asti]].<ref>{{Cita news|autore=|url=http://archiviostorico.corriere.it/1993/luglio/28/chiesto_rinvio_giudizio_dell_ministro_co_0_9307286915.shtml|titolo=Tangenti per la realizzazione dell'ospedale di Asti|pubblicazione=[[Corriere della Sera]]|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20091030073530/http://archiviostorico.corriere.it/1993/luglio/28/chiesto_rinvio_giudizio_dell_ministro_co_0_9307286915.shtml|urlmorto=sì|giorno=28|mese=07|anno=1993}}</ref> Entrambe le vicende si conclusero negli anni successivi con il suo [[proscioglimento]] e la piena [[Assoluzione (diritto)|assoluzione]].<ref>{{Cita web|url=https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1993/06/24/accusarono-goria-chiedono-scusa.html|titolo=ACCUSARONO GORIA, CHIEDONO SCUSA - la Repubblica.it|sito=Archivio - la Repubblica.it}}</ref><ref>{{Cita web|url=https://patrimonio.archivio.senato.it/inventario/scheda/giovanni-goria/IT-AFS-037-000214/procedimento-carico-giovanni-goria-richiesta-archiviazione-e-ulteriori-indagini|titolo=Procedimento a carico di Giovanni Goria: richiesta di archiviazione e ulteriori indagini - Patrimonio dell'Archivio storico Senato della Repubblica|sito=patrimonio.archivio.senato.it}}</ref><ref>{{Cita web|url=https://www.fondazionegoria.it/pdf/inventario/Giovanni_Goria.pdf|titolo=Fondazione Giovanni Goria, Inventario 2006, p. 2}}</ref>
In quei mesi Goria si ammalò e morì ad Asti, il 21 maggio 1994.
I funerali furono celebrati nella [[Cattedrale di Asti]] da monsignor [[Ugo Poletti]], alla presenza delle più alte cariche dello Stato. Il feretro fu tumulato nella tomba di famiglia del cimitero comunale di Asti.<ref>{{Cita web|url=https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1994/05/24/addio-quest-uomo-linciato-per-vent.html?ref=search|titolo='Addio a quest'uomo linciato per vent'anni'|editore=[[La Repubblica (quotidiano)|La Repubblica]]|data=24 maggio 1994|accesso=30 luglio 2020}}</ref>
A un decennio dalla scomparsa di Goria è nata la Fondazione Giovanni Goria,<ref>{{Cita web|url=https://fondazionegoria.it/|titolo=Fondazione Giovanni Goria|accesso=2024-05-16}}</ref> con sede ad Asti, di cui il figlio Marco è presidente. La Fondazione s'impegna a promuovere e realizzare progetti culturali di valorizzazione del territorio, di sviluppo locale e di cittadinanza attiva.
== Note ==
<references/>
==
*[[Tomaso Staiti di Cuddia delle Chiuse|Tomaso Staiti]], ''Davide e Goria. La resistibile ascesa di un impiegato di provincia'', Società editrice Barbarossa, 1991
* ''Giovanni Goria, Discorsi parlamentari: 1976-1992'', Camera dei Deputati, 2004
*Francesco Marchianò, Paolo Giaccone, ''Giovanni Goria: il rigore e lo slancio di un politico innovatore'', Marsilio, 2014
== Voci correlate ==
* [[Federconsorzi]]
* [[Governo Goria]]
* [[Mani pulite]]
* [[Ministri dell'agricoltura e delle foreste della Repubblica Italiana]]
* [[Ministri del bilancio e della programmazione economica della Repubblica Italiana]]
* [[Ministri del tesoro della Repubblica Italiana]]
* [[Ministri delle finanze della Repubblica Italiana]]
* [[Presidenti del Consiglio dei ministri della Repubblica Italiana]]
== Altri progetti ==
{{interprogetto
== Collegamenti esterni ==
* {{Collegamenti esterni}}
* {{Cita web|url=https://fondazionegoria.it/biografia|titolo=Biografia di Giovanni Goria}}
* {{cita web | url = http://www.governo.it/Governo/Governi/Goria1.html | titolo = Dati del Governo Goria | accesso = 21 marzo 2005 | urlarchivio = https://web.archive.org/web/20070814041904/http://www.governo.it/Governo/Governi/Goria1.html | urlmorto = sì }}
* {{cita web|url=http://www.centrostudimalfatti.org/index.php?option=com_content&view=article&id=67:giovanni-giuseppe-goria&catid=12:g-i&Itemid=19|titolo=Centro Studi Politici e Sociali "F. M. Malfatti"}}
* {{Camera.it|60361|07}}
* {{Camera.it|60361|08}}
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* {{Camera.it|60361|11}}
{{Presidenti del Consiglio dei ministri della Repubblica Italiana
|periodo = 29 luglio [[1987]] - 13 aprile [[1988]]
|precedente = [[Amintore Fanfani]]
|successivo = [[Ciriaco De Mita]]
}}
{{Box successione
|carica = [[Sottosegretario di Stato]] del [[Ministero del bilancio e della programmazione economica]]
|immagine = Italy-Emblem.svg
|periodo = 3 giugno [[1982]] - 23 agosto [[1982]]
|successivo = [[Emilio Rubbi]]
}}
{{Box successione
|carica = [[ |immagine = Italy-Emblem.svg }}
{{Box successione
|carica = [[Ministri del bilancio e della programmazione economica della Repubblica Italiana|Ministro del bilancio e della programmazione economica della Repubblica Italiana]]
|immagine = Italy-Emblem.svg
|periodo = 17 aprile [[1987]] - 28 luglio [[1987]]
|precedente = [[Pier Luigi Romita]]
|successivo = [[Emilio Colombo]]
}}
{{Box successione
|carica = [[Ministro senza portafoglio della Repubblica Italiana]]
|immagine = Italy-Emblem.svg
|periodo = 28 luglio [[1987]] - 13 aprile [[1988]]<br />''con interim agli [[Ministri per gli interventi straordinari nel Mezzogiorno della Repubblica Italiana|Interventi Straordinari nel Mezzogiorno]]''
|precedente = ruolo condiviso
|successivo = ruolo condiviso
}}
{{Box successione
|carica = [[
|immagine = Italy-Emblem.svg
|periodo =
|precedente = [[Vito Saccomandi]]
|successivo = [[Giovanni Angelo Fontana]]
}}
{{Box successione
|carica = [[Ministri delle finanze della Repubblica Italiana|Ministro delle finanze della Repubblica Italiana]]
|immagine = Italy-Emblem.svg
|periodo = 28 giugno [[1992]] - 21 febbraio [[1993]]
|precedente = [[Rino Formica]]
|successivo = [[Vincenzo Visco]]
}}
{{Controllo di autorità}}
{{Portale|biografie|politica}}
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[[Categoria:Presidenti del Consiglio dei
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[[Categoria:
[[Categoria:Governo Andreotti VII]]
[[Categoria:Studenti dell'Università degli Studi di Torino]]
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