Enrico VII d'Inghilterra: differenze tra le versioni
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{{Monarca
|nome = Enrico VII d'Inghilterra
|immagine = Enrique VII de Inglaterra, por un artista anónimo.jpg
|legenda = Artista anonimo, ''ritratto di Enrico VII'', 1505, [[Pittura su tavola|olio su tavola]], [[National Portrait Gallery (Londra)|National Portrait Gallery]]
|titolo = [[Sovrani del Regno Unito|Re d'Inghilterra e Signore d'Irlanda]]
|
|inizio regno = 22 agosto [[1485]]
|fine regno =
|incoronazione = 30 ottobre [[1485]], [[Abbazia di Westminster]]
|predecessore = [[Riccardo III d'Inghilterra|Riccardo III]]
|successore = [[Enrico VIII d'Inghilterra|Enrico VIII]]
|trattamento = [[Sua Maestà|Maestà]]
|
|data di nascita = 28 gennaio [[1457]]
|luogo di nascita = [[Castello di Pembroke]]
|data di morte =
|luogo di morte = [[Richmond upon Thames|Richmond]]
|
|casa reale = [[Dinastia Tudor|Tudor]]
|padre = [[Edmondo Tudor]]
|madre = [[Margaret Beaufort]]
|consorte = [[Elisabetta di York]]
|figli = [[Arturo Tudor|Arturo]]<br />[[Margherita Tudor|Margherita]]<br />[[Enrico VIII d'Inghilterra|Enrico VIII]]<br />Elisabetta<br />[[Maria Tudor (regina di Francia)|Maria]]<br />Edmondo<br />Caterina
|religione = [[Chiesa cattolica|Cattolicesimo]]
|firma = Henry VII Signature.svg
}}
{{Bio
|Nome = Enrico
|Cognome = Tudor
|ForzaOrdinamento = Enrico 07 d'Inghilterra
|Sesso = M
|LuogoNascita =
|LuogoNascitaLink = Pembroke (Regno Unito)
|GiornoMeseNascita = 28 gennaio
|AnnoNascita = 1457
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|GiornoMeseMorte = 21 aprile
|AnnoMorte = 1509
|Epoca = 1400
|Epoca2 = 1500
|Attività = re
|Nazionalità = britannico
|Categorie = no
|FineIncipit = fu, con il nome di '''Enrico VII''', [[
}}
Tenace uomo politico (fu soprannominato il ''Salomone inglese''<ref name=":14">{{Cita|Gairdner|p. 76}}.</ref>), Enrico riuscì a procurare al suo paese un'influenza notevole nella politica europea, grazie soprattutto all'alleanza con la [[Spagna]], stipulata attraverso il matrimonio del figlio [[Arturo Tudor|Arturo]] con [[Caterina d'Aragona]], figlia dei sovrani [[Ferdinando II d'Aragona]] e [[Isabella di Castiglia|Isabella I di Castiglia]]. Celebre è anche la sua lotta contro la clientela nobiliare e l'arroganza dei magnati, durante la quale riuscì abilmente ad ottenere l'appoggio del [[Parlamento d'Inghilterra|Parlamento]]. Tale disputa si concluse con l'imposizione del rispetto delle leggi e con la creazione di un'amministrazione efficiente la quale però, nell'ultima fase del regno di Enrico, fu percepita come oppressiva ed esosa da parte dei sudditi<ref name="Treccani"/>, offuscando in tale modo il ricordo dei primi anni di governo e, di conseguenza, la memoria del fondatore della dinastia Tudor presso i posteri. Infine, Enrico VII fu il primo a comprendere i vantaggi politici e strategici dell'insularità dell'Inghilterra, favorendo i viaggi transoceanici e gettando le basi per il futuro sviluppo della ''[[Royal Navy]]''.
== Biografia ==
=== Il contesto storico: la guerra delle due rose ===
{{Vedi anche|Guerra delle due rose|Enrico VI d'Inghilterra}}
Le travagliate vicende che caratterizzarono la giovinezza di Enrico Tudor non si potrebbero comprendere se non si facesse, prima, un accenno veloce alla disastrosa situazione politica interna inglese verificatasi all'indomani del 1453, l'anno in cui si concluse la [[guerra dei cent'anni]]. L'[[Regno d'Inghilterra|Inghilterra]], dagli anni trenta del [[XV secolo]], cominciò lentamente a perdere i suoi possedimenti in [[Regno di Francia|terra di Francia]], a causa, anche, delle continue faide interne tra i reggenti del piccolo [[Enrico VI d'Inghilterra|Enrico VI]] (1422-1461). Quando questi poi raggiunse la maggiore età nel 1437, i membri della corte ne constatarono l'inettitudine al comando, ''handicap'' che favorì la corruzione e il crollo della stabilità politica, quest'ultima resa ancora più fragile a causa delle rivolte popolari e del ritorno dei soldati in patria, insoddisfatti e privi della paga. Nel 1453, per di più, Enrico VI ebbe la prima, grave crisi di [[schizofrenia]] che lo accompagnerà cronicamente fino alla fine dei suoi giorni, fattore che costrinse i membri del governo a nominare [[Riccardo Plantageneto, III duca di York]], quale ''[[Lord protettore|Lord Protector]]'' del regno. Riccardo di York, acerrimo nemico della volitiva [[Margherita d'Anjou|regina Margherita]], approfittò della debolezza mentale di Enrico VI per proclamarsi legittimo erede al trono d'Inghilterra, in quanto discendente più prossimo di [[Edoardo III d'Inghilterra|Edoardo III]] (1327-1377) di quanto lo fossero i [[Casa di Lancaster|Lancaster]]. Nel 1455, pertanto, scoppiò la violenta [[guerra delle due rose]], che però non venne così chiamata fino al [[XVIII secolo]]. Infatti se la Rosa Bianca fu un simbolo degli York, quella Rossa non lo fu mai dei Lancaster<ref>{{Cita libro|autore=John Ashdown Hill|titolo=The Wars of the Roses|url=https://archive.org/details/warsofroses0000john|anno=2017|editore=Amberley|città=Stroud|lingua=en|p=[https://archive.org/details/warsofroses0000john/page/280 280]}}</ref>.
=== Il legame di Enrico con i Lancaster ===
Enrico nacque al [[castello di Pembroke]], nel [[Galles]], il 28 gennaio 1457 da [[Margaret Beaufort]] e da [[Edmondo Tudor]] che morì pochi mesi prima della sua nascita<ref>{{Cita web|url = http://westminster-abbey.org/our-history/royals/henry-vii-and-elizabeth-of-york|titolo = Henry VII and Elizabeth of York|accesso = 17 aprile 2015|sito = Westminster-abbey.org|lingua=en}}</ref>. I suoi nonni paterni erano [[Owen Tudor]] e [[Caterina di Valois]], la quale aveva seduto sul trono di regina come moglie di [[Enrico V d'Inghilterra]]. La famiglia di Owen era originaria di [[Anglesey]] ed egli era arrivato a corte come paggio di [[Walter Hungerford, I barone Hungerford]], con il quale visse le [[Guerra dei cent'anni (1415-1429)|vicende belliche inglesi in Francia]]<ref>{{Cita web|1 = |url = http://tudorhistory.org/topics/owen.html|titolo = Owen Tudor and Catherine of Valois|accesso = 17 aprile 2015|sito = Tudorhistory.org|lingua = en|urlarchivio = https://web.archive.org/web/20100401162553/http://www.tudorhistory.org/topics/owen.html|dataarchivio = 1 aprile 2010|urlmorto = sì}}</ref><ref>{{Cita|Chrimes 1972|p. 5}}.</ref>. Si dice che, dopo essere rimasta vedova, Caterina abbia sposato segretamente Owen<ref>{{Cita web|url = http://www.luminarium.org/encyclopedia/owentudor.htm|titolo = Owen Tudor|editore=Luminarium Encyclopedia Project|accesso = 17 aprile 2015|lingua=en}}</ref>, sebbene quest'indiscrezione non sia documentata da alcuna fonte scritta: in ogni caso Edmondo fu creato [[conte di Richmond]] nel 1452 e dichiarato legittimo dal fratellastro Enrico VI<ref>{{Cita web|url = http://tudorhistory.org/topics/edmund.html|titolo = Edmund and Jasper Tudor and Margaret Beaufort|accesso = 17 aprile 2015|sito = Tudorhistory.com|lingua = en|urlarchivio = https://web.archive.org/web/20150418010601/http://tudorhistory.org/topics/edmund.html|dataarchivio = 18 aprile 2015|urlmorto = sì}}</ref><ref>{{Cita|Chrimes 1972|p. 12}}.</ref>.
[[File:Edmund Tudor.jpg|thumb|[[Edmondo Tudor]], il padre che Enrico Tudor non conobbe mai a causa della sua prematura scomparsa]]
Le pretese che Enrico poteva vantare al trono venivano dalla madre, Margaret. Ella era infatti parte della [[Beaufort (famiglia)|famiglia Beaufort]] ed era la bisnipote di [[Giovanni Plantageneto, I duca di Lancaster|Giovanni Plantageneto]], terzogenito di [[Edoardo III d'Inghilterra]], attraverso uno dei figli che aveva avuto dall'amante, e poi moglie, [[Katherine Swynford]]<ref>{{Cita web|url = http://www.westminster-abbey.org/our-history/people/margaret-beaufort|titolo = Margaret Beaufort, Countess of Richmond|accesso = 17 aprile 2015|sito = Westminster-abbey.org|lingua=en}}</ref>. Le pretese di Enrico alla corona erano comunque tenui: le basi della sua legittimità erano una donna e una discendenza illegittima, mentre i castigliani potevano vantare dei diritti più solidi di quelli vantati dal Tudor. Giovanni, infatti, si era sposato in seconde nozze con [[Costanza di Castiglia (1354-1394)|Costanza di Castiglia]] e da lei aveva avuto una figlia, [[Caterina di Lancaster]], la quale poi aveva sposato il cugino [[Enrico III di Castiglia]]<ref>Si guardi la genealogia di [[Giovanni Plantageneto, I duca di Lancaster|Giovanni Plantageneto]].</ref>. Caterina poteva reclamare il trono per il figlio [[Giovanni II di Castiglia|Giovanni]] sulla base di una prole nata da un legittimo matrimonio e non entro una relazione adulterina successivamente legalizzata. Fu infatti [[Riccardo II d'Inghilterra]] che legittimò i fratellastri con una [[Lettere patenti|lettera patente]] nel 1397 e dieci anni dopo tale decisione fu riconfermata da [[Enrico IV d'Inghilterra]], che succedette al cugino Riccardo, il quale specificò però che non potevano vantare alcuna pretesa al trono<ref name="kendall">{{Cita|Murray 1973}}.</ref>. Questa clausola era di dubbia legalità dal momento che i Beaufort erano stati legalizzati da un atto del Parlamento, ma la posizione di Enrico Tudor, in prospettiva, ne usciva di sicuro indebolita.
=== La giovinezza di Enrico (1457-1483) ===
Quando Enrico nacque la guerra delle due rose era scoppiata da poco e suo padre era già morto: Edmondo morì presso il castello di [[Carmarthen]] tre mesi prima della nascita del figlio a causa di una [[peste|pestilenza]]<ref>{{Cita web|url = http://tudorhistory.org/topics/rosetudor.html|titolo = The Tudors in the Wars of the Roses - part one|accesso = 17 aprile 2015|sito = Tudorhistory.org|lingua = en|urlarchivio = https://web.archive.org/web/20150402114251/http://tudorhistory.org/topics/rosetudor.html|dataarchivio = 2 aprile 2015|urlmorto = sì}}</ref>, lasciando una vedova adolescente. Di Margaret — la quale due mesi dopo si risposò con [[Henry Stafford]]<ref name=":4">{{Cita web|url = http://www.historylearningsite.co.uk/henry_vii_early_years.htm|titolo = Henry VII - the early years|accesso = 17 aprile 2015|sito = Historylearningsite.co.uk|lingua=en}}</ref> — e di Enrico si prese cura il fratello di Edmondo, [[Jasper Tudor]]<ref name=":6">{{Cita web|autore = James Gairdner|url = http://www.luminarium.org/encyclopedia/henry7.htm|titolo = King Henry VII of England|accesso = 17 aprile 2015S|editore = Luminarium Encyclopedia Project|lingua=en}}</ref>, il quale l'affidò alla cura di Andreas Scotus, [[Pedagogia|pedagogo]] che si accorse della pronta intelligenza del ragazzo<ref>{{Cita|Gairdner|p. 69}}.</ref>. Quando però gli yorkisti nel 1461 presero il potere e al trono salì [[Edoardo IV d'Inghilterra]], Jasper dovette fuggire in [[Bretagna]]. Il castello di [[Pembroke (Regno Unito)|Pembroke]] e il contado andarono quindi a [[William Herbert, I conte di Pembroke]] (1423 circa-27 luglio 1469)<ref name=":4" /> e Margaret ed Enrico dovettero rimanere con lui. Le sorti si capovolsero nel 1469 quando [[Richard Neville, XVI conte di Warwick]], tradì gli yorkisti passando ai lancasteriani. Il 26 luglio Warwick e Herbert si scontrarono nella [[battaglia di Edgecote Moor]]; la battaglia volse a favore dei Lancaster e Herbert fu preso e giustiziato<ref name=":4" />. L'anno seguente, con Enrico VI di nuovo sul trono, Jasper poté tornare in patria e andò a corte insieme con la cognata e il nipote. Qui, secondo la tradizione narrata nell{{'}}''[[Enrico VI, parte III|Enrico VI]]'' di [[William Shakespeare|Shakespeare]], il re Lancaster, vedendo il giovane conte di Pembroke, proferì:
{{Citazione|Ecco, sicuramente questo è colui al quale sia noi che i nostri avversari lasceranno il posto in seguito.|{{Cita|Gairdner|p. 69}}|Lo, surely this is he to whom both we and our adversaries shall hereafter give place.|lingua=en|lingua2=ita}}
La pace durò poco: l'anno seguente, nel 1471, Edoardo IV tornò con un imponente esercito e i lancasteriani vennero battuti. Jasper tornò in Bretagna con Enrico, che ormai era considerato una minaccia perché pretendente al trono per i Lancaster<ref name=":4" />, mentre Margaret dovette rimanere in Inghilterra e venne fatta sposare, nel 1472, con [[Thomas Stanley, I conte di Derby]] di provata fede yorkista<ref>{{Cita web|autore = Michael Jones|url = https://www.historytoday.com/michael-jones/lady-margaret-beaufort|titolo = Lady Margaret Beaufort|accesso = 17 aprile 2015|sito = Historytoday.com|lingua=en}}</ref>. All'alba del 1471 Enrico era comunque l'unico esponente maschile dei Lancaster che era rimasto, dato che Enrico VI era stato assassinato nella [[Torre di Londra]] nel medesimo anno e che suo figlio [[Edoardo di Lancaster]] era morto nella [[battaglia di Tewkesbury]], combattuta nel maggio dello stesso anno. A partire dal 1471 fino al 1485, quindi, il giovane Enrico e lo zio Jasper vissero alla corte del duca [[Francesco II di Bretagna]]<ref name=":4" /><ref name=":6" />, ove il giovane poté raffinare la propria educazione e fare apprendistato politico-militare. Le offese lanciategli da Edoardo IV — ''the imp'', cioè "il piccolo demonio"; ''the only one left of Henry's VI brood'', cioè "l'unico rimasto della nidiata di Enrico VI"<ref name=":4" /> — erano le uniche armi rimaste al sovrano che potevano colpire il giovane rivale.
=== Dalla Bretagna a Bosworth Field: l'ascesa al trono (1483-1485) ===
[[File:A Chronicle of England - Page 453 - Richard III at Bosworth.jpg|thumb|Incisione medievale della [[battaglia di Bosworth Field]], vinta da Enrico VII grazie anche al tradimento di buona parte dell'aristocrazia yorkista]]
==== La prima spedizione ====
ll giorno di [[Natale]] del 1483 Enrico, ormai ventiseienne, s'impegnò presso la [[cattedrale di Rennes]] a sposare [[Elisabetta di York]]<ref name=":4" /><ref>{{Cita|Mackie 1952|p. 50}}.</ref>, unica erede di Edoardo IV, dal momento che i suoi fratelli maschi, i [[principi nella Torre]], erano probabilmente morti. Il matrimonio, se mai fosse avvenuto, avrebbe unito gli York e i Lancaster. Dopo questo impegno Enrico ricevette l'omaggio di tutti i suoi sostenitori. Per conquistare un trono occorrevano uomini, denaro e mezzi e dopo aver ottenuto i primi ottenne anche i secondi per mano di [[Francesco II di Bretagna]]. Enrico tentò di attraccare sulle coste inglesi, ma il piano si risolse in un enorme insuccesso. Il piano portò anche alla morte di [[Henry Stafford, II duca di Buckingham]], uno dei più grandi sostenitori che aveva in patria, che venne scoperto quale traditore e giustiziato<ref>{{Cita libro|autore = James Tait|capitolo=Henry Stafford|titolo=Dictionary of National Biography|volume=53|editore=Macmillan|data = 1885-1900|lingua=en|url = https://en.wikisource.org/wiki/Stafford,_Henry_%281454%3F-1483%29_%28DNB00%29}}</ref>. Dopo la morte di Edoardo IV, al trono era salito suo fratello [[Riccardo III d'Inghilterra]] che, d'accordo con il primo ministro di Francesco II, [[Pierre Landais]] (1430-1485), tentò di far estradare Jasper ed Enrico per poterli arrestare e giustiziare<ref>{{Cita|Gairdner|p. 70}}.</ref>. Il piano però fallì perché essi fuggirono in [[Francia]], avvisati dal presule inglese [[John Morton (cardinale)|John Morton]] di quello che stava accadendo<ref name=":4" />.
==== La spedizione del 1485 e la vittoria di Bosworth Field ====
{{vedi anche|Battaglia di Bosworth Field}}
[[File:Richard III of England.jpg|miniatura|Riccardo III d'Inghilterra (1483-1485), ultimo sovrano yorkista. Fu battuto e ucciso nella battaglia di Bosworth Field]]
I francesi li accolsero con calore e li rifornirono dei mezzi necessari per una spedizione militare, tra cui un piccolo contingente di francesi<ref name=":7">{{Cita web|url = http://www.historylearningsite.co.uk/battle_of_bosworth.htm|titolo = The Battle of Bosworth|accesso = 17 aprile 2015|sito=Historylearningsite.co.uk|lingua=en}}</ref>, guidato da [[Philibert de Chandée, primo Conte di Bath|Philibert de Chandée]]<ref name=":5">{{Cita web|url = http://englishhistory.net/tudor/monarchs/henry-vii/|titolo = Henry VII Facts & Information Biography|accesso = 17 aprile 2015|sito = Englishhistory.net|lingua=en}}</ref><ref>{{Cita|Mackie 1952|p. 51}}.</ref>, scozzesi e 400 inglesi insofferenti verso il governo del nuovo re Riccardo III; questi ultimi furono posti sotto il comando di [[Richard Guildford]]<ref name=":5" />. È curioso sottolineare il sostegno militare francese ad un pretendente alla corona inglese: gli storici hanno ipotizzato che [[Carlo VIII di Francia]], sostenendo il candidato dei Lancaster al trono di Inghilterra, suscitasse ulteriori diatribe interne al reame anglico, permettendo così alla Francia di concentrarsi sull'acquisizione della Bretagna<ref name=":7" />. Grazie a questi aiuti Enrico e lo zio partirono da [[Honfleur]] il 1º agosto e attraccarono il 7 dello stesso mese<ref name=":5" /> a [[Milford Haven]]<ref name=":6" />, nel [[Pembrokeshire]], terra natia della famiglia Tudor. Ivi Enrico baciò il suolo patrio esclamando<ref name=":5" />:
{{Citazione|Giudicami, o Signore, e combatti per la mia causa.||Judge me, Lord, and fight my cause.|lingua = en|lingua2=it}}
[[File:Royal Standard of Henry VII of England (Dragon and flames).svg|miniatura|Primo stendardo di Enrico VII<ref>{{Cita|Scott-Ellis 1904|p. 78}}.</ref>]]
Accompagnati da [[John de Vere, XIII conte di Oxford]], i due Tudor marciarono verso l'Inghilterra, raccogliendo lungo la marcia un notevole supporto di volontari che rimpolparono l'esercito di Enrico di circa 5 000 uomini<ref name="kendall" />. Se da parte di madre Enrico era inglese, suo padre era legato al [[Galles]], suo nonno era di una famiglia di Anglesey che sosteneva di discendere da [[Cadwaladr Fendigaid ap Cadwallon]] e in almeno un'occasione Enrico usò il suo drago rosso come vessillo<ref>{{Cita|Penn 2012|p. 8}}.</ref>. La sua ascendenza gallese fece sì che, al momento di combattere, Enrico potesse ottenere un sostegno militare aggiuntivo e garantirsi una sorta di lasciapassare che gli permise di attraversare il Galles e arrivare a [[Market Bosworth]]<ref name=":7" />. Enrico sapeva che per vincere doveva attaccare e mettere sotto assedio Riccardo il più velocemente possibile prima che egli ricevesse rinforzi dal [[Nottinghamshire]] e da [[Leicester]]; Riccardo dal canto suo sapeva di dover evitare a ogni costo di essere ucciso. I due eserciti si incontrarono presso Bosworth Field il 22 agosto 1485<ref name=":5" /> e gli yorkisti, benché più numerosi, furono sconfitti, a causa del tradimento di alcuni dei più fedeli alleati di Riccardo come [[Henry Percy, IV conte di Northumberland]], [[William Stanley (1435-1495)|William Stanley]] (1435 circa-10 febbraio 1495) e [[Thomas Stanley, I conte di Derby]]<ref name=":7" />. Nella battaglia Riccardo rimase ucciso ed Enrico divenne re.
=== La prima fase di regno (1485-1500) ===
{{Casato dei Tudor}}
==== La legittimazione della conquista del trono ====
Incoronato nell'[[Abbazia di Westminster]] il 30 ottobre 1485<ref>{{Cita web|url = http://www.britroyals.com/kings.asp?id=henry7|titolo = King Henry VII|accesso = 18 aprile 2015|sito = Britishroyals.com|lingua=en}}</ref>, Enrico si occupò per prima cosa di rafforzare la sua posizione al trono, dal momento che, in definitiva, il suo lignaggio reale risaliva a [[Edoardo III d'Inghilterra]] e a suo figlio [[Giovanni Plantageneto, I duca di Lancaster]], morti ormai da circa un secolo. Il 18 gennaio 1486<ref name="cita-Williams-1994">{{Cita|Williams 1994|}}.</ref> tenne fede al proprio impegno e sposò presso l'Abbazia di Westminster [[Elisabetta di York]], che era sua terza cugina discendendo anch'ella da Giovanni attraverso uno dei suoi numerosi figli. Il matrimonio venne fatto senz'altro in segno di pacificazione, ma anche perché i loro figli avrebbero potuto ereditare il trono senza problemi avendo due genitori che discendevano dalle famiglie che avevano regnato, a intermittenza, per l'ultimo secolo. L'unione fu suggellata simbolicamente anche dalla creazione della rosa dei Tudor che univa in sé il bianco degli York e il rosso dei Lancaster. Poco dopo Enrico chiese e ottenne dal [[Parlamento d'Inghilterra|Parlamento]] la revoca del ''[[Titulus Regius]]''<ref>{{Cita testo|lingua = en|titolo = Titulus Regius|pubblicazione = Rotuli Parliamentorum A.D. 1485 1 Henry VII|data = 7 novembre 1485|url = http://partyparcel.co.uk/information/price-guarantee.html#annullment|accesso = 29 marzo 2014|urlarchivio = https://web.archive.org/web/20130902193242/http://www.partyparcel.co.uk/information/price-guarantee.html#annullment|dataarchivio = 2 settembre 2013|urlmorto = sì}}</ref>, decreto voluto da Riccardo III che dichiarava illegittimi i figli di Edoardo IV e della moglie [[Elisabetta Woodville]] perché il loro matrimonio non era stato valido<ref>{{Cita|Cavill 2009|pp. 30-31}}.</ref>.
Un altro provvedimento fu di rendere retroattiva a Bosworth la sua "nomina" a re<ref>{{Cita|Chrimes 1972|p. 50}}.</ref>: in questo modo tutti coloro che avevano combattuto per Riccardo potevano essere arrestati per tradimento ed Enrico poté confiscare legalmente tutte le proprietà che erano appartenute al precedente sovrano e incamerarle per sé. In alcuni casi si dimostrò comunque magnanimo, graziò l'erede di Riccardo, [[John de la Pole, I conte di Lincoln]]<ref>{{Cita|Mackie 1952|p. 49}}.</ref>, e creò [[Margaret Pole]] [[Conte di Salisbury|Contessa di Salisbury]]. Enrico non convocò il Parlamento se non dopo la sua incoronazione e subito dopo emanò un [[editto]] secondo il quale chiunque gli avesse giurato fedeltà avrebbe potuto ritenersi al sicuro da ogni rappresaglia sulla propria persona o sulle sue proprietà. Uno degli altri metodi usati per tenere al sicuro la corona fu quello di privare i nobili di buona parte del loro potere<ref name=":10">{{Cita|Morgan 2001|p. 206}}.</ref>, agendo specialmente contro la pratica ampiamente diffusa fra i [[Feudatario|feudatari]] di avere un grande numero di "riservisti" che indossavano le insegne del nobile in questione andando a formare, di fatto, un esercito privato. A consolidare ulteriormente la posizione del re Tudor, [[papa Innocenzo VIII]] emanò una [[Bolla pontificia|bolla]] nel 1486<ref>{{Cita|Kelly 1995|p. 425}}.</ref> con la quale considerò legittima la conquista di Enrico VII del trono inglese.
==== Le ribellioni di Simnel e Warbeck e la breve campagna francese ====
Il regno di Enrico non fu esente da critiche e malumori, e il sovrano dovette affrontare diverse ribellioni. La prima, ricordata come la ''Stafford and Lovell Rebellion'', sorse nel 1486 e collassò prima che si cominciasse a combattere sul serio. Nel 1487 gli yorkisti superstiti si raccolsero sotto la bandiera di [[Lambert Simnel]]<ref name="Treccani" />, marionetta nelle mani degli avversari di Enrico VII (tra cui vi era il recidivo John de la Pole), che pretendeva di essere [[Edoardo Plantageneto, XVII conte di Warwick|Edoardo, conte di Warwick]], figlio di [[Giorgio Plantageneto, I duca di Clarence|Giorgio, duca di Clarence]], ancora languente nelle prigioni della [[Torre di Londra]]<ref>{{Cita|Mackie 1952|pp. 68-69}}.</ref>. Il re affrontò i ribelli — supportati dagli [[Irlanda|irlandesi]]<ref name=":8">{{Cita|Morgan 2001|p. 204}}.</ref> — il 16 giugno nella [[battaglia di Stoke Field]]<ref name=":8" />, sconfiggendoli. John de la Pole fu ucciso nella battaglia, mentre Simnel, per la sua giovane età, non fu giustiziato e finì a lavorare nelle cucine reali<ref name="cita-Williams-1994"/>.
[[File:Perkin Warbeck.jpg|thumb|[[Perkin Warbeck]] fu uno dei principali oppositori di Enrico quale re d'Inghilterra]]
[[File:Royal Standard of Henry VII of England (Greyhound and Roses of Lancaster).svg|miniatura|Secondo stendardo di Enrico VII, con sopra il [[Levriere]] bianco di Richmond<ref>{{Cita|Scott-Ellis 1904|p. 79}}.</ref>]]
Nel 1490 fu un altro pretendente, [[Perkin Warbeck]], a guidare una rivolta. Warbeck si era guadagnato l'appoggio di [[Margherita di York]], sorella di Edoardo IV, convincendola di essere suo nipote [[Riccardo Plantageneto, I duca di York|Riccardo]] scampato miracolosamente alla prigionia della Torre. Warbeck, autoproclamatosi re con il nome di Riccardo IV provò a sollevare gli irlandesi nel 1491<ref>{{Cita|Pendrill 2004|p. 104}}.</ref> e l'Inghilterra nel 1495; infine l'anno seguente convinse [[Giacomo IV di Scozia]] a tentare la stessa impresa<ref name=":9" />. La ribellione di Warbeck fu più duratura di quella di Simnel, grazie anche al supporto delle potenze politiche straniere di Francia e Scozia<ref>{{Cita|Pendrill 2004|pp. 104-105}}.</ref>. Ciò nonostante anche Warbeck fu destinato ad una morte violenta: nell'agosto del 1497<ref name=":8" /> Warbeck sbarcò in [[Cornovaglia]] con un pugno di uomini e, sconfitto a [[Taunton]] da [[Giles Daubeney]]<ref>{{Cita|Pendrill 2004|p. 111}}.</ref>, fu catturato e giustiziato nella [[Torre di Londra]] nel 1499<ref name="EnciclopediaItaliana1932">{{Cita|Treharne}}.</ref>.
Tra le ribellioni di Simnel e Warbeck, Enrico si impegnò, unica volta nel suo ventennale regno<ref name="EnciclopediaItaliana1932" />, in un'impresa bellica sul suolo francese: la difesa del [[Ducato di Bretagna]]. Patria d'elezione del sovrano Tudor, come testimoniato dalle vicende giovanili, la [[Bretagna]] era agognata dal sovrano francese [[Carlo VIII di Francia|Carlo VIII di Valois]], il quale intendeva impossessarsi del ducato completando l'opera di riunificazione del territorio francese già compiuta dai suoi predecessori; Enrico intendeva invece mantenere la penisola bretone nell'area di influenza inglese, dapprima nel 1489 con la firma del [[trattato di Redon]], con cui il sovrano si impegnava ad inviare 6 000 soldati inglesi a combattere al fianco dei bretoni<ref name=":13">{{Cita web|autore = J. P. Sommerville|url = http://faculty.history.wisc.edu/sommerville/123/123%20202%20HVII%20policy.htm|titolo = Henry VII - Domestic and foreign policy|accesso = 18 aprile 2015|sito = Faculty.history.wisc.edu|lingua = en|urlarchivio = https://web.archive.org/web/20150320163034/http://faculty.history.wisc.edu/sommerville/123/123%20202%20HVII%20policy.htm|dataarchivio = 20 marzo 2015|urlmorto = sì}}</ref>, e infine prevenendo il progetto di matrimonio tra Carlo e l'ereditiera al ducato, [[Anna di Bretagna]]. Si giunse così a una guerra che portò a una serie di sporadiche azioni militari ([[assedio di Boulogne (1492)|assedio di Boulogne]] da parte di Enrico nell'ottobre del 1492) che si conclusero colla [[pace di Étaples]], del 3 novembre 1492<ref name=":11">{{Cita web|url = http://www.historylearningsite.co.uk/henry_europe.htm|titolo = Henry VII and Europe|accesso = 18 aprile 2015|sito = Historylearningsite.co.uk|lingua=en}}</ref>, in seguito alla quale Enrico avrebbe abbandonato ogni pretesa sulla Bretagna<ref name=":9">{{Cita|Pendrill 2004|p. 105}}.</ref> mentre Carlo avrebbe rinnegato le pretese di Warbeck al trono inglese<ref name=":9" />, pagando inoltre un'indennità di 50 000 [[Sterlina britannica|sterline]] all'Inghilterra<ref name=":9" /><ref name=":11" />.
==== La politica interna e le riforme amministrative ====
[[File:EmpsonHenryDudley.jpg|thumb|Enrico VII (al centro) con due dei suoi principali consiglieri: Richard Empson (a sinistra) ed Edmond Dudley (a destra)]]
Il capolavoro di Enrico consistette, comunque, nell'abilità con cui amministrò gli [[Politica|affari interni]] del regno, determinando una vera e propria centralizzazione del potere reale a discapito di quello nobiliare. Enrico promosse, in primo luogo, un [[Meritocrazia|sistema meritocratico]] al servizio della [[Monarchia|Corona]]<ref>{{Cita|Morgan 2001|p. 205}}.</ref>, ponendo ai vertici delle istituzioni politiche e militari uomini fedeli ai Tudor: [[Reynold Bray]], [[Richard Empson]] ed [[Edmund Dudley]] occuparono il rango di [[Consiglio di Stato|consiglieri]] del sovrano, esercitando una notevole influenza<ref>{{Cita|Morgan 2001|pp. 204-205}}.</ref>, mentre [[John Morton (cardinale)|John Morton]] (l'ecclesiastico che salvò la vita ad Enrico e allo zio Jasper) divenne [[Lord cancelliere|cancelliere reale]] e [[arcivescovo di Canterbury]]<ref name=":13"/>. Era necessario, però, che questo nuovo ceto politico espletasse le sue funzioni in un nuovo organo esecutivo: a tale proposito, Enrico istituì la ''[[Star Chamber]]'', un apposito tribunale con la facoltà di imporre anche alle fazioni aristocratiche il rispetto della legge<ref name=":10" />, e, coerentemente con queste operazioni, il re espulse dal consiglio regio (di cui si servì molto, al contrario di quanto fece con il [[Parlamento d'Inghilterra|parlamento]]) tutti i nobili senza meriti di fedeltà e competenza. Questo vero e proprio consiglio reale funzionò anche dopo la morte di Enrico: il [[Thomas Wolsey|cardinale Wolsey]] guidò la politica inglese nei primi vent'anni di regno di [[Enrico VIII d'Inghilterra|Enrico VIII]], fino alla sua caduta nel 1529<ref name=":10" />.
Oltre al supporto dei suoi consiglieri Enrico VII poteva contare su quello della madre, che rivestì un'importanza pressoché indiscutibile<ref name=":0">{{Cita web|url = https://www.independent.co.uk/life-style/history/reallife-game-of-thrones-henry-viis-mother-margaret-beaufort-had-to-become-shrewd-and-calculating-to-survive-her-troubled-era-9563489.html|titolo = Real-life Game of Thrones: Henry VII's mother Margaret Beaufort had to become shrewd and calculating to survive her troubled era|accesso = 16 dicembre 2014|editore = [[The Independent]]|data = 25 giugno 2014|lingua=en}}</ref>. Donna colta, austera e di rigidi costumi, [[Margaret Beaufort]] aveva un altissimo senso della dignità regale, surclassando la nuora [[Elisabetta di York (1444-1503)|Elisabetta]] nei compiti di rappresentanza ufficiali ed Enrico si appoggiò frequentemente a lei sia in questioni di carattere politico, sia in campo domestico, come testimoniato dal fatto che in seguito alla nascita dei nipoti, Margaret ebbe il controllo della ''nursery''. Inoltre, a segnalare il suo ruolo, a partire dal 1499 cominciò a firmarsi ''Margaret R.'', dove quella "R" finale starebbe a significare il vocabolo latino "regina"<ref name=":0"/>.
==== L'accorta politica commerciale ====
[[File:Medieval groat of Henry VII (FindID 141277).jpg|miniatura|''[[Groat]]'' d'argento dell'epoca di Enrico VII]]
In campo commerciale Enrico VII cercò di proteggere i manufatti inglesi dall'agguerrita politica commerciale delle altre nazioni europee, intraprendendo una politica [[mercantilismo|mercantilistica]]. Da secoli, infatti, l'Inghilterra esportava nelle [[Contea delle Fiandre|Fiandre]] la [[lana]] per potere essere lavorata nelle industrie manifatturiere. Dopo avere raggiunto un grande periodo di prosperità economica nel XIII/XIV secolo, i commerci inglesi declinarono nel corso dell'ultima fase della [[guerra dei cent'anni]], quando i rapporti tra Inghilterra e [[Borgogna]] — che controllava appunto le Fiandre — si ruppero. La guerra delle due rose, poi, determinò un periodo di instabilità politica che si ripercosse anche sui commerci esteri<ref name=":12">{{Cita web|url = http://www.historylearningsite.co.uk/henry_commerce.htm|titolo = Henry VII and Commerce|accesso = 18 aprile 2015|sito = Historylearningsite.co.uk|lingua=en}}</ref>. Quando Enrico ascese al trono nel 1485, si adoperò perché i commerci potessero prosperare e far uscire così il Regno dalla spirale di recessione economica in cui era caduto. Grazie a un'accorta serie di trattative, Enrico stipulò nel 1496 con le città fiamminghe l{{'}}''[[Intercursus Magnus]]'' (chiamato dai fiamminghi ''Intercursus malus'' per le clausole preponderatamente favorevoli agli inglesi)<ref name=":15">{{Cita|Gairdner|p. 75}}.</ref>, con il quale garantiva un riallacciamento dei rapporti mercantili<ref>{{Cita web|url = https://www.bbc.co.uk/history/people/henry_vii|titolo = More information about: Henry VII|accesso = 18 aprile 2015|editore = [[BBC]]|lingua = en|dataarchivio = 8 marzo 2015|urlarchivio = https://web.archive.org/web/20150308075033/http://www.bbc.co.uk/history/people/henry_vii|urlmorto = sì}}</ref>.
[[File:King Henry VII from NPG cropped.jpg|miniatura|Ritratto di Enrico VII dalla ''National Portrait Gallery'']]
[[File:Royal Standard of Henry VII of England (Lion of England).svg|miniatura|{{cn|Terzo stendardo di Enrico VII, con sopra il leopardo d'[[Regno d'Inghilterra|Inghilterra]]}}]]
Nel 1486 seguì un [[accordo commerciale]] con la Francia, in base al quale venivano annullate tutte le restrizioni in campo commerciale frutto ancora degli antichi dissidi politico-militari dovuti alla guerra dei cent'anni<ref name="learnoverseas">{{Cita web|url = http://www.historylearningsite.co.uk/henry_overseas_trade.htm|titolo = Henry VII and Overseas Trade|accesso = 18 aprile 2015|sito = Historylearningsite.co.uk|lingua=en}}</ref>. Enrico era inoltre intenzionato a espandere l'area d'influenza inglese nella [[penisola italiana]], cercando di stabilire ottimi rapporti con la [[Repubblica di Firenze]], governata all'epoca dai [[Medici]]. Le motivazioni per cui gli occhi del sovrano caddero proprio su [[Firenze]] erano essenzialmente due: il primo era legato al fatto che la lana inglese era particolarmente pregiata, e i fiorentini amavano i preziosi tessuti realizzati con quest'ultima — da qui il trattato del 1490 con cui la lana inglese aveva dei particolari sgravi commerciali per essere importata nel porto di [[Pisa]]<ref name="learnoverseas" /> —; il secondo era perché Enrico aveva bisogno di un interlocutore commerciale abbastanza potente per contrastare il predominio commerciale di [[Repubblica di Venezia|Venezia]]. Questa politica portò sì a un rafforzamento dei legami tra [[Londra]] e Firenze, ma comportò anche un deterioramento dei legami commerciali con la Serenissima che danneggiarono in parte l'economia inglese. Infine nel 1490 Enrico firmò un accordo commerciale con la [[Danimarca]] per la pesca nelle acque [[Islanda|islandesi]]<ref name="learnoverseas" />.
==== Il caso Irlanda ====
L'[[Irlanda]] parteggiò attivamente per tutta la guerra delle due rose a favore del partito yorkista. Saggiamente, il sovrano Tudor non si vendicò degli isolani e non cercò neanche di imporre attivamente un esercizio diretto sull'Isola, dal momento che essa era divisa in clan tra i quali primeggiavano i [[Geraldine (famiglia)|Geraldine]] e i [[Butler (famiglia)|Butler]] e soltanto l'area circostante [[Dublino]] ([[The Pale]]) era sotto il diretto controllo degli inglesi<ref name="learnireland">{{Cita web|url = http://www.historylearningsite.co.uk/henry_vii_ireland.htm|titolo = Henry VII and Ireland|accesso = 18 aprile 2015|sito = Historylearningsite.co.uk|lingua=en}}</ref>. Pertanto, Enrico si limitò ad autoproclamarsi [[Signoria d'Irlanda|Signore d'Irlanda]] e a nominare un luogotenente tra i membri delle due famiglie già citate. Nel corso della rivolta di Warbeck, però, quando questi trovò negli irlandesi degli alleati, Enrico cercò di sbarazzarsi dei fastidiosi clan irlandesi e di imporre un governo centralizzato sull'isola, guidato ''de jure'' dal futuro [[Enrico VIII d'Inghilterra|Enrico VIII]], ma gestito da sir [[Edward Poynings]]. Questi cercò di far passare il 1º dicembre 1494 a [[Drogheda]] la [[Poynings' Law]], con cui l'Irlanda doveva essere posta giuridicamente sotto il controllo del re inglese<ref>{{Cita|Conway 2013|p. 118}}.</ref>. I costi per il mantenimento di un parlamento irlandese, però, risultarono troppo elevati, e pertanto Enrico VII ritornò al vecchio sistema<ref name="learnireland"/>. Sarà infine il figlio Enrico VIII, nel 1541, a farsi proclamare [[Sovrani irlandesi|Re d'Irlanda]] e a unificare ulteriormente l'isola di smeraldo all'Inghilterra.
==== Le spedizioni di Giovanni e Sebastiano Caboto (1495-1498) ====
{{Vedi anche|Impero britannico}}
[[File:JohnCabotPainting.jpg|thumb|[[Giovanni Caboto]]]]
Enrico VII, come detto, rivolse gran parte della propria attenzione al rafforzamento dell'economia inglese, specialmente nell'ambito del commercio marittimo; per perseguire tale obiettivo decise di gettare le basi per la creazione di una potente flotta. Le motivazioni, però, erano anche di carattere strategico: l'Inghilterra era debole militarmente e aveva bisogno di difendersi da eventuali invasioni. Pertanto il re creò nel 1495 il primo [[bacino di carenaggio]] a [[Portsmouth]], gettando le basi per lo sviluppo della ''[[Royal Navy]]''<ref name=":12" />, sebbene sotto il suo regno furono costruite solo due [[caracca|caracche]] di dimensioni da nave oceanica, la ''Regent'' e la ''Sovereign'', e la marina possedeva ancora solo una base provvisoria, da mobilitare solo in tempo di guerra con l'unico scopo di trasportare l'esercito sul continente e non di esercitare un reale potere navale. I suoi sforzi in questo senso vennero successivamente capitalizzati dal figlio Enrico VIII<ref>{{cita|Goldingham|pp. 472-488}}.</ref>.
Enrico inoltre provava una forte attrazione per i [[Esplorazione|recenti viaggi oceanici]] compiuti prima da [[Vasco da Gama]] e poi da [[Cristoforo Colombo]]. Decise pertanto di sostenere le idee dell'esploratore veneziano [[Giovanni Caboto]], convinto assertore del fatto che Colombo non avesse trovato la rotta verso le [[Indie occidentali]]. Con delle lettere patenti datate 5 aprile 1496<ref name="caboto">{{Cita|Magnaghi}}.</ref>, Enrico diede il proprio sostegno a Caboto, il quale partì da [[Bristol]] ai primi di maggio<ref name="caboto" /> e facendo vela verso Occidente. In questo primo viaggio, Caboto scoprì [[Terranova]] (o il [[Labrador (penisola)|Labrador]]), prendendone possesso in nome dell'Inghilterra<ref name="caboto" />. Ritornato nell'agosto a Bristol, Caboto fu osannato dalla folla e celebrato dallo stesso sovrano il quale, entusiasta, finanziò una seconda spedizione (sempre da Bristol, estate del 1498<ref name="caboto" />) della quale fu però protagonista il figlio di Giovanni, [[Sebastiano Caboto]]. Se del primo non si è più saputo nulla, del secondo sappiamo che compì delle esplorazioni ulteriori lungo le coste dell'[[America del Nord]]. La spedizione, però, non portò ai risultati sperati da Enrico — il quale intendeva appunto raggiungere il ''[[Cipango]]'' tanto agognato da Colombo — e, dopo il ritorno della spedizione guidata da Sebastiano, decise di accantonare ulteriori progetti di spedizione<ref name="caboto" />.
=== Gli ultimi anni (1500-1509) ===
[[File:Anglo-Flemish School, Arthur, Prince of Wales (Granard portrait) -002.jpg|thumb|Ritratto del [[Principe di Galles|Principe del Galles]], [[Arturo Tudor|Arturo]]. Figlio prediletto di Enrico VII, morì pochi mesi dopo il suo matrimonio con [[Caterina d'Aragona]], aprendo di fatto la strada al fratello minore, il futuro Enrico VIII]]
==== La politica estera ====
[[File:Royal Standard of Henry VII of England (Dragon and roses).svg|miniatura|Quarto stendardo di Enrico VII, con sopra oltre al drago rosso di Galles, anche le rose bianche di [[Casa di York|York]]<ref>{{Cita|Scott-Ellis 1904|p. 80}}.</ref>]]
Dopo avere eliminato gli usurpatori del suo trono Enrico poté procedere con tutta tranquillità con la creazione di solide alleanze in [[politica estera]]. Enrico VII era convinto che il debole regno inglese potesse sopravvivere solo tramite una fitta rete di matrimoni combinati con i grandi reami del continente, ''in primis'' la [[Regno di Francia|Francia]] e poi il neonato [[Spagna|Regno di Spagna]]<ref>Benché non esistesse ancora una nazione spagnola unita nel senso amministrativo del termine, l'unione personale dei troni di [[Regno di Castiglia|Castiglia]] e d'[[Regno d'Aragona|Aragona]] dovuta al matrimonio dei loro rispettivi sovrani, [[Isabella di Castiglia|Isabella]] e [[Ferdinando II d'Aragona|Ferdinando]], la poneva su un piano unitario agli occhi della politica estera europea.</ref>.
Dopo la parentesi bellica con la Francia di [[Carlo VIII di Francia|Carlo VIII]], Enrico mantenne una politica neutrale nei confronti del suo successore, [[Luigi XII di Francia|Luigi XII]] (1498-1515), non intromettendosi nelle feroci [[Guerre d'Italia del XVI secolo|guerre italiane]] condotte dal monarca. Decise quindi di dare in sposa la quintogenita [[Maria Tudor (regina di Francia)|Maria]] al nuovo re di Francia, ormai cinquantatreenne, del quale Enrico temeva la potenza militare, mentre per assicurarsi la pace ai confini settentrionali, fece sposare la figlia [[Margherita Tudor|Margherita]] con il [[sovrani di Scozia|re di Scozia]] [[Giacomo IV di Scozia|Giacomo IV]] (1503)<ref name="EnciclopediaItaliana1932" />, sperando così di rompere la ''[[Auld Alliance]]'' vigente fin dal XIV secolo tra [[Scozia]] e Francia: per sancire maggior solennità all'accordo, Enrico fece intervenire anche il [[papa Alessandro VI]] quale mediatore e testimone della pace perpetua fra i due Paesi<ref>{{Cita|Rizzatti|p. 23 §2}}.</ref>. Inoltre, per evitare che ribelli o pretendenti al trono inglese trovassero rifugio presso nazioni straniere confinanti (com'era avvenuto nel caso di Werbeck che trovò rifugio in Francia), Enrico VII stipulò un accordo, il 20 giugno 1502, con [[Massimiliano I d'Asburgo|Massimiliano d'Asburgo]], nel quale si stabiliva che l'imperatore non avrebbe dato asilo a personalità ostili al monarca inglese, ricevendo in cambio sussidi per la crociata contro i [[Impero ottomano|turchi]]<ref name=":14" />.
Il vero capolavoro della politica estera di Enrico fu però il matrimonio tra il figlio primogenito [[Arturo Tudor|Arturo]] con la principessa spagnola [[Caterina d'Aragona]], nell'anno 1501 (i primi rapporti amichevoli con la Spagna furono stabiliti in occasione del [[trattato di Medina del Campo]], nel 1489)<ref name=":11" />. Quando però Arturo, già di costituzione fragile, morì il 2 aprile del 1502<ref>{{Cita web|url = http://tudorhistory.org/people/arthur/|titolo = Arthur Tudor|sito=Tudorhistory.org|accesso = 16 dicembre 2014|lingua=en}}</ref> — lutto che prostrò notevolmente l'animo del sovrano, in quanto il suo primogenito era considerato il suo figlio prediletto —, Enrico decise di ripiegare sul secondogenito Enrico, ma le lungaggini delle trattative - unite anche ad alcuni problemi di dote - e l'iniziale volontà da parte del sovrano Tudor stesso di impalmare Caterina<ref>{{Cita|Rizzatti|p. 26 §1}}.</ref> impedirono l'unione tra i due, la quale si realizzò solo dopo l'ascesa del giovane principe al trono come re Enrico VIII, nel 1509<ref>{{Cita web|url = http://tudorhistory.org/henry8/|titolo = Henry VIII|sito=Tudorhistory.org|accesso = 16 dicembre 2014|lingua=en}}</ref>. Al contrario, però, Enrico VII cercò di concentrare le attenzioni diplomatiche su un suo matrimonio con la vedova di [[Filippo I d'Asburgo|Filippo il Bello]], [[Giovanna di Castiglia|Giovanna]], figlia di Ferdinando e Isabella. Il re spagnolo, però, temendo che il sovrano inglese volesse esercitare un effettivo dominio sul [[Regno di Castiglia e León|Regno di Castiglia]], negò il consenso alle nozze<ref name=":15" />. Sempre desideroso di inserirsi nella politica europea, il sovrano Tudor cercò di convolare a nozze con la figlia dell'imperatore Massimiliano, [[Margherita d'Asburgo|Margherita]], nel tentativo di ottenere l'influenza sulle ricche regioni fiamminghe<ref name=":15" />.
==== La politica fiscale ====
[[File:HenryVIIdeathbed.jpg|miniatura|Momento della morte di Enrico VII. Tratto da un manoscritto medievale contemporaneo]]
In politica finanziaria, l'ultimo decennio di regno vide un inasprimento del carico fiscale sui sudditi. A testimonianza di ciò, l'[[Umanesimo|umanista]] italiano anglicizzato [[Polidoro Virgili]] scrisse<ref name=":5" />: «Egli infatti cominciò a trattare la sua gente con maggior durezza e severità di quanto fosse stata prima sua abitudine, allo scopo come egli stesso affermava, di ottenere che si mostrassero più che mai a lui obbedienti e sottomessi. Il popolo, però, aveva tutt'altra spiegazione di questo suo comportamento, persuaso com'era di soffrire, non per via dei propri peccati, ma per colpa della brama di possesso del monarca. Che questi fosse avido fin dall'inizio, non si può dirlo per certo; in seguito, però, la sua cupidigia divenne manifesta»<ref>{{Cita|Morgan 2001|p. 208}}.</ref>. Fatto sta che questi metodi di politica fiscale così serrati valsero a duplicare le entrate del Regno d'Inghilterra: «Il frutto delle terre della corona salì sotto il suo regno da 13 633 sterline a 32 630; il reddito delle [[dogana|dogane]] da circa 20 000 a 40 000.»<ref>{{Cita|Rizzatti|p. 27 §2}}.</ref>
==== La morte ====
Con gli anni la tempra del re declinò sempre di più: nel 1503 morì l'amata moglie Elisabetta<ref>{{Cita web|autore=Richard Cavendish|url = https://www.historytoday.com/richard-cavendish/death-elizabeth-york|titolo = The Death of Elizabeth of York|sito=Historytoday.com|data=2 febbraio 2003|accesso = 16 dicembre 2014|lingua=en}}</ref>, in seguito a un parto travagliato. Enrico VII, negli ultimi anni di vita, invecchiò precocemente per via della [[tubercolosi]] di cui era affetto, morendo il 21 aprile del 1509<ref name="treccstoria">{{cita web|url=http://www.treccani.it/enciclopedia/enrico-vii-re-d-inghilterra_%28Dizionario-di-Storia%29/|titolo=Enrico VII Re d'Inghilterra|sito=Dizionario di Storia|editore=Treccani|data=2010|accesso=17 aprile 2015}}</ref> e lasciando un [[Enrico VIII d'Inghilterra|erede poco più che diciottenne]], che però disistimava<ref>{{Cita|Morgan 2001|p. 209}}.</ref>, e una madre sessantaseienne in qualità di esecutrice delle sue volontà.
== La cultura sotto Enrico VII ==
=== I fermenti culturali e la ''Henry VII Chapel'' ===
[[File:Henry7Chapel 01.jpg|thumb|Particolare dell'interno della ''Henry VII Chapel'']]
[[File:Royal Standard of Henry VII of England (Greyhound and Tudor roses).svg|miniatura|{{cn|Quinto stendardo di Enrico VII, con sopra il levriere di Richmond, e le [[Rosa Tudor|rose Tudor]]}}]]
Benché Enrico VII non sia ricordato come un uomo di profonda cultura<ref>{{Cita|Bosisio 1968|p. 282}}.</ref>, il risanamento politico e finanziario del regno da lui operato favorì indirettamente la diffusione della [[Umanesimo|cultura umanistica]] e i primi segni di quel [[Rinascimento inglese]] che fiorirà, principalmente, sotto il regno del figlio [[Enrico VIII d'Inghilterra|Enrico VIII]] e della nipote [[Elisabetta I d'Inghilterra|Elisabetta I]]. Il regno di Enrico VII, infatti, fu un periodo di transizione tra la [[letteratura medievale]] e quella [[Umanesimo|umanistico-rinascimentale]]<ref name=":3">{{Cita web|autore = Richard Beadle|url = https://www.britannica.com/EBchecked/topic/188217/English-literature/12778/The-transition-from-medieval-to-Renaissance|titolo = English Literature - The transition from medieval to Renaissance|accesso = 16 maggio 2015|lingua = en}}</ref>, in cui operarono [[Alexander Barclay]] e [[John Skelton (poeta)|John Skelton]], letterati protesi verso la nuova cultura ma ancora ancorati, per tematiche e stile, al Medioevo<ref name=":3" />, e umanisti "maturi" quali [[William Grocyn]], [[Thomas Linacre]] e, soprattutto, il [[Platonismo|platonico]] [[John Colet]]<ref>{{Cita web|autore = Robert Grudin|url = https://www.britannica.com/EBchecked/topic/275932/humanism/11792/The-English-humanists|titolo = Humanism - The English humanists|accesso = 16 maggio 2015|lingua = en}}</ref>. A livello personale, re Enrico concentrò i suoi sforzi in iniziative culturali che potevano avere un fine pratico, in quanto volte a rinsaldare il prestigio della monarchia tudoriana. Fatto esemplare di questa concezione dell'arte posta al servizio dello Stato fu la costruzione della ''Henry VII Chapel'', cappella realizzata all'estremità orientale dell'[[Abbazia di Westminster]]<ref name=":1">{{Cita web|url = http://www.englishmonarchs.co.uk/henry7_chapel.html|titolo = Henry VII Chapel, Westminster Abbey|accesso = 1º aprile 2015||sito = Englishmonarchs.co.uk|lingua=en}}</ref>. Concepita inizialmente come luogo di culto ove poter venerare i resti mortali di Enrico VI<ref name=":1" /> — considerato come santo dalla popolazione e, per questo motivo, oggetto di propaganda da parte dei Tudor per rafforzare la loro posizione<ref>{{Cita|Murray 2008|p. 22}}.</ref> —, la cappella divenne poi il sepolcro dei sovrani inglesi (compreso [[Oliver Cromwell]], fino alla [[Restaurazione inglese|restaurazione del 1661]]) fino a [[Giorgio II di Gran Bretagna|Giorgio II di Hannover]] (1727-1760)<ref name=":1" />. Elegantissimo ed ultimo esempio di [[Tardo gotico|architettura tardo-gotica]], prima dell'avvento dello [[stile Tudor]], la cappella fu probabilmente realizzata da [[Robert Janyns Jr.]] e, per la magnificenza e la raffinatezza degli interni, è considerata uno dei gioielli dell'arte britannica<ref name=":1" />.
=== La propaganda Tudor ===
Enrico VII non si limitò, in campo propagandistico, a patrocinare la costruzione della ''Henry VII Chapel'' quale luogo di culto per lo zio Enrico VI: oltre ad enfatizzare i suoi legami con i Lancaster e a mitizzare le origini dei Tudor, Enrico favorì l'elaborazione di scritti volti a distruggere l'immagine dei membri del casato degli York, affidandone l'incarico al già citato umanista [[Polidoro Virgili]]. Costui, nella sua ''Three Books of Polydore Vergil's English History''<ref name=":2">{{Cita|Murray 2008|p. 21, nota 28}}.</ref>, demonizzò le immagini di [[Edoardo IV d'Inghilterra|Edoardo IV]] e di [[Riccardo III d'Inghilterra|Riccardo III]], dipingendoli come esseri immorali coinvolti nei più scabrosi intrighi famigliari e politici. In sostanza, una visione ripresa in ''History of King Richard III'' di [[Tommaso Moro|Moro]] e nella tragedia ''[[Riccardo III (Shakespeare)|Riccardo III]]'' di [[William Shakespeare]]<ref name=":2" />.
== La storiografia su Enrico VII ==
=== Testimonianze dirette ===
{{Citazione|Il suo corpo era magro, ma ben fatto e forte; la sua altezza superiore al normale. Il suo aspetto era notevolmente affascinante e il suo volto allegro, specialmente quando parlava; i suoi occhi erano piccoli e blu, i suoi denti pochi, scarsi e nerastri; i suoi capelli erano sottili e bianchi; la sua carnagione giallastra. Il suo spirito era nobile, saggio e prudente; la sua mente era ardita e risoluta, e mai, anche nei momenti di più grande pericolo, gli venne meno. Egli aveva una grandissima memoria. Con tutto quello che egli non era privo di istruzione. Nel governare, egli era accorto e prudente, cosicché nessuno osava ottenere più di lui attraverso l'inganno e l'astuzia. Egli era gentile e dolce ed era tanto premuroso con i suoi ospiti quanto egli era facile all'ira. La sua ospitalità era enormemente generosa; egli era appassionato di avere stranieri alla corte...ma questi dei suoi sudditi che erano generosi solo con le promesse, egli li trattava con inaudita severità. Egli era fortunatissimo in guerra, benché fosse più incline alla pace. Aveva a cuore la giustizia sopra ogni cosa. Era il più ardente sostenitore della nostra fede e quotidianamente partecipava con grande pietà nelle funzioni religiose. Ma tutte queste virtù furono oscurate, più tardi, dall'avarizia. In un sovrano, considerata forse il peggior vizio, dal momento che essa è dannosa per ognuno.|[[Polidoro Virgili]], ''The Anglia Historia''|His body was slender, but well built and strong; his height above average. His appearance was remarkably attractive and his face cheerful, especially when speaking; his eyes were small and blue, his teeth few, poor and blackish; his hair was thin and white; his complexion sallow. His spirit was distinguished, wise and prudent; his mind was brave and resolute, and never, even at moments of greatest danger, deserted him. He had a most pertinacious memory. With all he was not devoid of scholarship. In government, he was shrewd and prudent, so that no one dared to get the better of him through deceit and guile. He was gracious and kind and he was as attentive to his visitors as he was easy of access. His hospitality was splendidly generous; he was fond of having foreigners at court...but those of his subjects who were generous only with promises he treated with harsh severity. He was most fortunate in war, although he was more inclined to peace. He cherished justice above all things. He was the most ardent supporter of our faith and daily participated with great piety in religious services. But all these virtues were obscured latterly by avarice. In a monarch it maybe considered the worst vice, since it is harmful to everyone.|lingua = en|lingua2 = it}}
Così Polidoro Virgili ci delinea la figura fisica e spirituale del sovrano<ref name="englhishenr">{{Cita web|autore=Marilee Hanson|url=http://englishhistory.net/tudor/monarchs/henry7.html|titolo=Henry VII Facts & Information Biography|sito=Englishhistory.net|accesso=14 maggio 2015|lingua=en|dataarchivio=7 settembre 2014|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20140907131748/http://englishhistory.net/tudor/monarchs/henry7.html|urlmorto=sì}}</ref><ref>{{Cita web|url = http://tudorhistory.org/primary/description.html|titolo = A description of Henry VII|sito=Tudorhistory.org|accesso = 16 dicembre 2014|lingua=en}}</ref>. In quanto [[panegirico]] scritto dopo la morte del sovrano, bisogna saper prendere questo documento come un elogio enfatizzante la figura del sovrano appena scomparso, benché i tratti somatici corrispondano effettivamente alla realtà, come si può desumere dalle fonti iconografiche e dalla maschera mortuaria. Riguardo alle qualità e ai vizi di Enrico VII, Virgili sottolinea alcuni elementi che troveranno riscontro anche in altre personalità contemporanee del primo sovrano Tudor, oppure nei posteri delle attività successive, in particolare la saggezza politica, l'amore per la pace e la giustizia, l'astuzia, la freddezza politica. Ecco un passo dell'orazione funebre del vescovo [[John Fisher]]<ref name="fisher">{{Cita web|url = http://www.historylearningsite.co.uk/henry_vii_personality.htm|titolo=Henry VII - the man|sito=Historylearningsite.co.uk|accesso=14 maggio 2015|lingua=en}}</ref>:
{{Citazione|La sua saggezza politica nell'arte del governo fu singolare; la sua ragione concisa e solida, la sua memoria fresca e pratica, la sua esperienza notevole, i suoi consigli fortunati e presi con saggia deliberazione, il suo eloquio grazioso in diverse lingue...i suoi comportamenti nel tempo del periglio e dei pericoli erano freddi e sobri con grande vigore. Se nessun tradimento fu cospirato contro di lui, giunse fuori più meravigliosamente.||His politic wisdom in government was singular; his reason pithy and substantial, his memory fresh and holding, his experience notable, his counsels fortunate and taken with wise deliberation, his speech gracious in diverse languages...his dealings in time of peril and dangers was cold and sober with great hardiness. If any treason was conspired against him it came out most wonderfully.|lingua = en|lingua2 = it}}Oltre alla propaganda ufficiale, testimonianze storiche dirette attestano il piacere di Enrico VII per la [[musica strumentale]], per le gare sportive (lui stesso era un giocatore dello sport del [[tennis]]) e per i [[Gioco da tavolo|giochi da tavolo]] quali le [[Carte da gioco|carte]], i [[Dado (gioco)|dadi]] e gli [[scacchi]]. Arricchì, inoltre, lo zoo della Torre di Londra<ref>{{Cita|Rizzatti|p. 29}}.</ref>.
=== La storiografia Tudor e Stuart ===
[[File:Henry VII.JPG|miniatura|Busto di terracotta del sovrano realizzato dall'artista fiorentino [[Pietro Torrigiano|Pietro Torrigiani]]]]
[[Edward Hall (avvocato)|Edward Hall]], [[Richard Grafton]], [[John Stow]], Tommaso Moro, John Fisher e Polidoro Virgili furono i primi intellettuali ad offrire un'immagine dell'azione politica di Enrico VII, concentrandosi dunque sul suo ruolo pacificatore dopo trent'anni di guerra civile. Tra costoro, solo Polidoro Virgili e John Fisher tratteggiarono anche il lato "umano" e non solo "regale" di Enrico, ma bisognerà aspettare la fine dell'era Tudor, con l{{'}}''Historie of the Raigne of King Henry the Seventh'', pubblicata nel 1622 dal filosofo e parlamentare [[Francesco Bacone]], per avere un'opera che dipingesse ampiamente anche l'aspetto privato del fondatore della dinastia<ref name="Watts">{{Cita web|autore = Rebecca Watts|url = http://www.joh.cam.ac.uk/kingship-comparison-henry-vii-james-i-and-francis-bacon|titolo = Kingship by Comparison: Henry VII, James I and Francis Bacon|accesso = 18 aprile 2015|editore = St John's College - University of Cambridge|lingua=en}}</ref>. Bacone, oltre ad elogiare Enrico quale il più grande legislatore che l'Inghilterra avesse mai avuto dai tempi di [[Edoardo I d'Inghilterra|Edoardo I Plantageneto]] (1277-1307)<ref name="Watts"/> e descriverlo come un principe prudente ed estremamente abile<ref name="incompetent">{{Cita web|url = http://www.tudors.org/as-a2-level/henry-vii-founder-of-stability-or-incompetent-monarch/|titolo = Henry VII: Founder of Stability or Incompetent Monarch?|accesso = 18 aprile 2015|sito = Tudors.org|lingua = en|urlarchivio = https://web.archive.org/web/20150905003206/http://www.tudors.org/as-a2-level/henry-vii-founder-of-stability-or-incompetent-monarch/|dataarchivio = 5 settembre 2015|urlmorto = sì}}</ref>, lo dipinge al contempo come un uomo serio, freddo e avido<ref name="incompetent"/>, ricavando quest'ultima impressione dalla testimonianza di Virgili e contribuendo così a tramandarla nel corso dei secoli successivi. Difatti, la voce enciclopedica su Enrico VII compilata da James Gairdner per il ''[[Dictionary of National Biography]]'' (1891) rimarca l'avidità di Enrico e dei suoi consiglieri nelle estorsioni, «''which were the principal blot on his reign''»<ref name=":14" />, dove per ''blot'' si intende ''macchia''.
=== Giudizio storico su Enrico VII ===
[[File:HenryVIITomb.jpg|thumb|Particolare del monumento funebre di Enrico VII e di sua moglie, Elisabetta di York, situato nella ''Henry VII Chapel'' e realizzato dall'artista fiorentino Pietro Torrigiani]]
I giudizi contemporanei su Enrico VII sono perlopiù contrastanti. All'inizio del secolo la storica [[Gladys Temperley]], nel suo saggio ''Henry VII'' del 1914, cerca da un lato di migliorare l'immagine del primo sovrano Tudor<ref>«The author disagrees on some points with many biographers of Henry VII and declares that he was more human than he has been portrayed, less aloof, less mysterious and less impressive, and that too little has been said of Henry's efforts to spread an air of culture and refinement about his court. The question whether Henry VII was a great king is discussed from various viewpoints of many authorities, and in conclusion the writer decides that he cannot be denied the title of great king.» in {{Cita|Temperley 1971|Introduction}}.</ref>, non riuscendo nel contempo a sganciarsi dall'idea di un uomo corrotto, negli ultimi anni, dall'avarizia<ref>«Mrs Temperly, using the fuller language of modern historian, remarked that 'the sensational faults of the later have obscured the patient, meritorious work of the earlier years' and that 'after the critical period of the reign was over, the financial methods gradually deteriorated.» in {{Cita|Elton 2003|pp. 45-46}}.</ref>. Lo stesso giudizio offre, in tempi più recenti, Kenneth O. Morgan: sebbene sia duro nel giudicare i regni di [[Enrico VIII d'Inghilterra|Enrico VIII]] e di [[Elisabetta I d'Inghilterra|Elisabetta I]], lo storico riconosce al primo Tudor l'abilità di gestire le finanze statali e l'amministrazione dello Stato, nonostante la sua presunta cupidigia<ref>«[...] era chiaro che Enrico VII [...] era tuttavia abile nel rendere efficienti quelli vecchi. Il suo fiore all'occhiello fu la capacità di imporre il rispetto degli obblighi politici e finanziari verso la Corona, oltre che della legge e dell'ordine / Neppure Elisabetta I, durante il cui regno l'amministrazione inglese fu preda di una corruzione dilagante, si abbassò a uno smercio così spudorato di cariche secondo il modello francese.» in {{Cita|Morgan 2001|pp. 204-208}}.</ref>. Tom Penn invece, nel suo libro ''The Winter King'', tratteggia un uomo dedito soltanto alla riscossione delle tasse<ref>{{Cita web|autore = Nathen Amin|url = http://henrytudorsociety.com/2014/06/21/henry-vii-the-king-maligned-as-a-miser/|titolo = Henry VII, the King Maligned as a Miser|accesso = 18 aprile 2015|editore = The Henry Tudor Society|data = 21 giugno 2014|lingua = en|dataarchivio = 18 aprile 2015|urlarchivio = https://web.archive.org/web/20150418160628/http://henrytudorsociety.com/2014/06/21/henry-vii-the-king-maligned-as-a-miser/|urlmorto = sì}}</ref>.
Benché enigmatico, freddo burocrate e abile manipolatore di uomini (vendette delle cariche governative per rimpinguare le casse statali<ref name=fisher/><ref>{{Cita web|url=http://www.historylearningsite.co.uk/henry_vii_nobles.htm|titolo = Henry VII and the nobles|accesso = 18 aprile 2015|sito =Historylearningsite.co.uk|lingua=en}}</ref>), Enrico riuscì a dare all'Inghilterra quella stabilità e quella sicurezza che non godeva più dai tempi di [[Enrico V d'Inghilterra|Enrico V]], cioè benessere economico, sicurezza legale e celerità negli atti governativi<ref>{{Cita web|url = http://tudorhistory.org/henry7/|titolo = Henry VII|sito=Tudorhistory.org|accesso = 16 dicembre 2014|lingua=en}}</ref>. Quest'ultima fu dovuta alla centralizzazione del potere monarchico, instaurando quello che alcuni storici definirono "assolutismo parlamentare"<ref>{{Cita|Hurstfield|pp. 83-108}}.</ref>, cioè un sistema di potere con il quale i Tudor esautorarono il [[Parlamento d'Inghilterra|Parlamento]] dalle sue funzioni di controllore della politica monarchica, in favore della [[Star Chamber|Camera stellata]] e del consiglio privato (''[[Consiglio privato del Regno Unito|Privy Council]]'') del sovrano. Tanto per dare un'idea, Enrico VII convocò il parlamento solo sette volte in ventiquattro anni di governo, cinque delle quali tra il 1485 e il 1495, cioè nei momenti critici delle sollevazioni di Simnel e di Warbeck<ref>{{Cita web|url = http://www.historylearningsite.co.uk/henry_vii_parliament.htm|titolo = Henry VII and Parliament|sito=Historylearningsite.co.uk|accesso = 16 dicembre 2014|lingua=en}}</ref>. La saggia politica estera e l'oculata politica economica permisero al successore Enrico VIII di agire liberamente in campo militare (la guerra contro la Francia di [[Francesco I di Francia|Francesco I]] e [[Guerre anglo-scozzesi|quella contro gli scozzesi]]) allestendo un poderoso esercito, e di avviare la costruzione di sontuosi castelli. Inoltre ebbe un grande ruolo nello stabilire il vantato potere inglese sui mari dando inizio alla fondazione di quello che alla fine divenne il più vasto impero della storia, l'[[Impero britannico]], grazie alle sopracitate azioni di ingegneria navale e al patronato esplorativo. L'opera di ricostruzione del regno, bisogna ammetterlo, fu però facilitata anche dallo stato di prostrazione in cui versava la nazione: in assenza di una vera e propria nobiltà di sangue — decimata nella guerra delle due rose — Enrico poté agire liberamente, senza rimanere vincolato nella gestione del potere dai grandi feudatari del regno e promuovere così membri del ceto medio borghese determinando una vera e propria rivoluzione del panorama sociale che caratterizzò i decenni successivi<ref name=":13" />.
== Matrimonio e discendenza ==
[[File:Elizabeth of York from Kings and Queens of England.jpg|thumb|upright=0.8|[[Elisabetta di York]], consorte di Enrico VII]]
Da [[Elisabetta di York]] Enrico ebbe:
* [[Arturo Tudor|Arturo, principe di Galles]] (
* [[Margherita Tudor]] (
* [[Enrico VIII d'Inghilterra|Enrico]] (
* [[Elisabetta Tudor (1492-1495)|Elisabetta Tudor]] (
* [[Maria Tudor (regina di Francia)|Maria Tudor]] (
* Edmondo Tudor (
* Caterina Tudor (
== Ascendenza ==
{{Ascendenza
|1 = Enrico VII d'Inghilterra
|2 = [[Edmondo Tudor]]
|4 = [[Owen Tudor]]
|8 = [[Maredudd ap Tudur]]
|16 = [[Tudur ap Goronwy]]
|17 = [[Marged ferch Tomos]]
|9 = [[Margaret ferch Dafydd]]
|18 = Dafydd Fychan
|19 = Nest ferch Ieuan
|5 = [[Caterina di Valois]]
|10 = [[Carlo VI di Francia]]
|20 = [[Carlo V di Francia]]
|21 = [[Giovanna di Borbone (1338-1378)|Giovanna di Borbone]]
|11 = [[Isabella di Baviera]]
|22 = [[Stefano III di Baviera-Ingolstadt|Stefano III di Baviera]]
|23 = [[Taddea Visconti]]
|3 = [[Margaret Beaufort]]
|6 = [[John Beaufort, I duca di Somerset]]
|12 = [[John Beaufort, I conte di Somerset]]
|24 = [[Giovanni Plantageneto, I duca di Lancaster]]
|25 = [[Katherine Swynford]]
|13 = [[Margaret Holland]]
|26 = [[Thomas Holland, II conte di Kent]]
|27 = [[Alice FitzAlan]]
|7 = [[Margaret Beauchamp di Bletso]]
|14 = [[John Beauchamp, di Bletso]]
|28 = Roger Beauchamp, ''de jure'' secondo Barone Beauchamp of Bletsoe
|29 = Maria
|15 = [[Edith Stourton]]
|30 = Sir John Stourton, Sceriffo di Dorset e Somerset
|31 = Catherine Beaumont
}}
== Filmografia ==
* ''[[Richard III (film 1912)|Richard III]]'', regia di [[André Calmettes]] e [[James Keane]] (1912)
* ''[[L'usurpatore (film 1939)|L'usurpatore]]'', (''Tower of London''), regia di [[Rowland V. Lee]] (1939)
* ''[[Riccardo III (film 1955)|Riccardo III]]'' (''Richard III''), regia di [[Laurence Olivier]] (1955)
* ''Richard II Part 2: The Deposing of a King'', episodio di ''[[An Age of Kings]]'' (1960)
* ''Henry VI Part 5: The Sun in Splendourg'', episodio di ''[[An Age of Kings]]'' (1960)
* ''Richard III Part 2: The Boar Hunt'', episodio di ''[[An Age of Kings]]'' (1960)
* ''[[John Cabot: A Man of the Renaissance]]'', regia di [[Morten Parker]] - cortometraggio (1964)
* ''[[Thomas More (1964)|Thomas More]]'', regia di [[Gerhard Klingenberg]] - film TV (1964)
* ''Edward IV'', episodio di ''[[The Wars of the Roses]]'' (1965)
* ''Richard III'', episodio di ''[[The Wars of the Roses]]'' (1965)
* ''[[Tower of London: The Innocent]]'', regia di [[Jonathan Alwyn]] - film TV (1969)
* ''Caterina di Aragona'' (''Catherine of Aragon''), episodio di ''[[Le sei mogli di Enrico VIII (miniserie televisiva)|Le sei mogli di Enrico VIII]]'' - miniserie TV (1970)
* ''[[The Shadow of the Tower]]'' - miniserie TV (1972)
* ''The Foretelling'', episodio di ''[[The Black Adder]]'' (1983)
* ''[[Riccardo III (film 1995)|Riccardo III]]'' (''Richard III''), regia di [[Richard Loncraine]] (1995)
* ''[[Riccardo III - Un uomo, un re]]'' (''Looking for Richard''), regia di [[Al Pacino]] (1996)
* ''[[Henry VIII (miniserie televisiva)|Henry VIII]]'', regia di [[Pete Travis]] - miniserie TV (2003)
* ''Richard III'', episodio di ''[[Historyionics]]'' (2004)
* ''[[Richard III (film 2005)|Richard III]]'', regia di [[Maximilian Day]] (2005)
* ''[[Princes in the Tower]]'', regia di [[Justin Hardy]] - film TV (2005)
* ''[[The Shakespeare Comedy Show]]'' - serie TV, episodio 1x02 (2006)
* ''[[Richard III (film 2008)|Richard III]]'', regia di [[Scott Anderson]] (2008)
* ''[[The White Queen]]'' - miniserie TV (2013)
* ''Henry VI parte 2'' e ''Riccardo III'', episodi di ''[[The Hollow Crown: The war of The roses]]'', BBC (2016)
* ''[[The White Princess]]'' - miniserie TV (2017)
* ''[[The Spanish Princess]]'' - serie TV (2019)
== Trattamento ==
Al tempo di re Enrico VII il trattamento d'onore riservato al sovrano non era ancora ben codificato. La titolatura utilizzata era in latino: ''Rex Angliae et Franciae et Dominus Hiberniae''<ref>{{Cita web|url=https://www.heraldica.org/topics/britain/royalstyle_uk.htm#england|titolo=Royal Styles and Titles in England and Great Britain|accesso=2020-11-25}}</ref>.
== Onorificenze ==
=== Onorificenze inglesi ===
{{Onorificenze
|immagine =
|nome_onorificenza =
|collegamento_onorificenza = Ordine della Giarrettiera
|motivazione =
|data = 22 agosto 1485
}}
=== Onorificenze straniere ===
{{Onorificenze
|immagine = Order of the Golden Fleece
|nome_onorificenza = Cavaliere dell'Ordine del Toson d'Oro (ramo della casa d'Asburgo)
|collegamento_onorificenza = Ordine del Toson d'
|motivazione =
|
}}
{{clear}}
== Note ==
<references/>
== Bibliografia ==
* {{Cita libro|autore = [[Francesco Bacone]]|titolo = Bacon: The History of the Reign of King Henry VII and Selected Works|anno = 1998|editore = Cambridge University Press|città = Cambridge|curatore = Brian Vickers|lingua = en|isbn = 0-521-58663-1|url=https://books.google.at/books?id=bagOoar4C58C&printsec=frontcover&hl=it&source=gbs_ge_summary_r&cad=0#v=onepage&q&f=false}}
* {{Cita libro|autore = Alfredo Bosisio|titolo = Il Basso Medioevo|anno = 1968|editore = Istituto Geografico d'Agostini|città = Novara|volume = IV|collana = La Storia Universale|cid = Bosisio 1968|isbn = 88-06-01081-6}}
* {{Cita libro|autore = Paul R. Cavill|titolo = The English Parliaments of Henry VII 1485-1504|anno = 2009|editore = Oxford University Press|città = Oxford|lingua = en|isbn=978-0-19-161026-4|cid = Cavill 2009|url = https://books.google.it/books?id=KuDpHzAZj7wC&printsec=frontcover&hl=it&source=gbs_ge_summary_r&cad=0#v=onepage&q&f=false}}
* {{Cita libro|autore = Agnes Conway|titolo = Henry VII's Relations with Scotland and Ireland 1485–1498|anno = 2013|editore = Cambridge University Press|annooriginale = 1932|isbn = 978-1-107-67528-5|lingua = en|cid=Conway 2013|url = https://books.google.at/books?id=zatZAQAAQBAJ&printsec=frontcover&hl=it&source=gbs_ge_summary_r&cad=0#v=onepage&q&f=false}}
* {{Cita libro|autore = Stanley Bertram Chrimes|titolo = Henry VII|anno = 1972|editore = University of California Press|città = Berkeley|lingua=en|isbn=0-520-02266-1|cid = Chrimes 1972|url = https://books.google.it/books?id=AFtTdTK7kYcC&printsec=frontcover&hl=it&source=gbs_ge_summary_r&cad=0#v=onepage&q&f=false}}
* {{Cita libro|autore=G. R. Elton|titolo = Studies in Tudor and Stuart Politics and Government: Volume 1, Tudor Politics Tudor Government: Papers and Reviews 1946-1972|anno = 2003|editore = Cambridge University Press|città = Cambridge|annooriginale = 1974|lingua = en|isbn = 0-521-53318-X|cid=Elton 2003|url=https://books.google.at/books?id=-ztV26MhHI0C&printsec=frontcover&hl=it&source=gbs_ge_summary_r&cad=0#v=onepage&q&f=false}}
* {{Cita libro|autore=James Gairdner|curatore=Stephen Leslie|titolo=Henry VII|url=https://archive.org/stream/dictionarynatio46stepgoog#page/n80/mode/2up|accesso=10 febbraio 2018|collana=Dictionary of national biography|anno=1891|editore=Smith, Elder & Co - MacMillan and Co|città=Londra - New York|lingua=en|pp=69-76|volume=26|cid=Gairdner|OCLC=916836189}}
* {{Cita pubblicazione|autore=C. S. Goldingham|titolo=The Navy under Henry VII|pubblicazione=The English Historical Review|volume= 33|numero= 132|editore=Oxford University Press|data= dicembre 1918|cid=Goldingham|lingua=en|url=https://www.jstor.org/discover/10.2307/550919?uid=3737528&uid=2&uid=4&sid=21106824927243|accesso=21 ottobre 2015|ISSN=0013-8266}}
* {{Cita pubblicazione|autore=Joel Hurstfield|titolo=Was There a Tudor Despotism after All?|collana=Transactions of the Royal Historical Society|volume= 17|editore=Cambridge University Press|anno=1967|lingua=en|cid=Hurstfield|DOI:10.2307/3678721}}
* {{Cita libro|autore = John N. Kelly|titolo = Vite dei papi. Le biografie degli uomini che guidarono 2000 anni di storia della Chiesa|anno = 1995|editore = Piemme|città = Casale Monferrato|isbn = 88-384-2290-7|cid = Kelly 1995}}
*{{Cita libro|autore = Maria Luisa Rizzatti|titolo = Gli Stuart - I Tudor|anno = 1972|editore = Arnaldo Mondadori Editore|città = Milano|cid = Rizzatti|collana=Le grandi famiglie d'Europa|curatore=Enzo Orlandi|SBN=SBL0576890}}
* {{Cita libro|autore = John Duncan Mackie|titolo = The Earlier Tudors, 1485-1558|anno = 1952|editore = Oxford University Press |collana = The Oxford History of England|volume = 7|lingua=en|isbn=0-19-821706-4|cid= Mackie 1952|url=https://books.google.it/books?id=IPPjvveNsTQC&printsec=frontcover&hl=it&source=gbs_ge_summary_r&cad=0#v=onepage&q&f=false}}
* {{EI|giovanni-e-sebastiano-caboto|Caboto, Giovanni e Sebastiano|autore=Alberto Magnaghi|anno=1930|cid=Magnaghi|SBN=UBO3722065}}
* {{Cita libro|autore = Kenneth O. Morgan|titolo = Storia dell'Inghilterra da Cesare ai giorni nostri|ed=8|anno = 2001|editore = Bompiani|isbn = 88-452-4639-6|cid = Morgan 2001}}
* {{Cita libro|autore = Candis Murray|titolo = Dynasty: The Legacy of Tudor Scandal in Elizabethan Court Culture|anno = 2008|editore = ProQuest|città = |lingua = en|cid = Murray 2008|url = https://books.google.it/books?id=54ixa8PLjQ4C&printsec=frontcover&hl=it&source=gbs_ge_summary_r&cad=0#v=onepage&q&f=false|isbn = 978-1-109-03700-5|urlmorto = sì|urlarchivio = https://web.archive.org/web/20150402095232/https://books.google.it/books?id=54ixa8PLjQ4C&printsec=frontcover&hl=it&source=gbs_ge_summary_r&cad=0#v=onepage&q&f=false|dataarchivio = 2 aprile 2015}}
* {{Cita libro|autore = Kendall Paul Murray|titolo = Richard the Third|url = https://archive.org/details/richardthird0000kend|anno = 1973|editore = Sphere Books|città = |lingua = en|cid = Murray 1973|isbn = 0-351-17095-2}}
* {{Cita libro|autore = Colin Pendrill|titolo = The Wars of the Roses and Henry VII: Turbulence, Tyranny and Tradition in England 1459-c.1513|anno = 2004|editore = Heinemann|lingua=en|isbn=0-435-32742-9|cid=Pendrill 2004|url = https://books.google.it/books?id=hwCi-x-m2GAC&printsec=frontcover&hl=it&source=gbs_ge_summary_r&cad=0#v=onepage&q&f=false}}
* {{Cita libro|autore = Thomas Penn|titolo = Winter King: Henry VII and the Dawn of Tudor England|anno = 2012|editore = Simon & Schuster|città = New York|lingua=en|isbn=978-1-4391-9156-9|cid=Penn 2012|url = https://books.google.it/books?id=v594Ayh-_i8C&printsec=frontcover&hl=it&source=gbs_ge_summary_r&cad=0#v=onepage&q&f=false}}
* {{Cita libro|autore = David Rees|titolo = The Son of Prophecy: Henry Tudor's Road to Bosworth|url = https://archive.org/details/sonofprophecyhen0000rees_l6n8|anno = 1985|editore = Black Raven Press|città = Londra|isbn = 0-85159-005-5|lingua = en}}
* {{Cita libro|autore = Eric N. Simons|titolo = Henry VII. The first Tudor king|anno = 2011|editore = Frederick Muller|città = Londra|lingua = en|cid = Simons 1968|isbn = 978-0-948695-65-0|annooriginale = 1968}}
* {{Cita libro|autore = T. W. T. Tatton-Brown|titolo = Westminster Abbey: The Lady Chapel of Henry VII|anno = 2003|editore = Boydell & Brewer|città = New York|autore2 = Richard Mortimer|lingua = en|isbn = 1-84383-037-X|url=https://books.google.at/books?id=PMZ-eEhNDyMC&printsec=frontcover&hl=it&source=gbs_ge_summary_r&cad=0#v=onepage&q&f=false}}
* {{Cita libro|autore = Gladys Temperley|titolo = Henry VII|url = https://archive.org/details/henryvii0000temp|anno=1971|editore = Greenwood Press|isbn=0-8371-4550-3|lingua=en|cid = Temperley 1971}}
* {{EI|enrico-vii-re-d-inghilterra|Enrico VII re d'Inghilterra|autore = Reginald Francis Treharne|data =1932|cid=Treharne|SBN=UBO3722065}}
* {{Cita libro|autore = Neville Williams|titolo = The Life and Times of Henry VII|url = https://archive.org/details/lifetimesofhenry0000will_v4e7|anno = 1994|editore = Weidenfeld and Nicolson|città = Londra|lingua = en|isbn = 0-297-83316-2|cid = Williams 1994}}
* {{Cita libro|autore=Thomas Scott-Ellis|titolo=Banners, standards, and badges, from a Tudor manuscript in the College of Arms|url=https://archive.org/details/bannersstandards00howauoft/page/76/mode/2up?q=henry|anno=1904|p=80|lingua=en|cid=Scott-Ellis 1904}}
== Voci correlate ==
* [[Dinastia Tudor]]
* [[Elisabetta di York (1444-1503)]]
* [[Enrico VIII d'Inghilterra]]
* [[Giovanni Caboto|Giovanni]] e [[Sebastiano Caboto]]
* [[Guerra delle due rose]]
* [[Riccardo III d'Inghilterra]]
* [[Sovrani britannici|Sovrani del Regno Unito]]
== Altri progetti ==
{{interprogetto
== Collegamenti esterni ==
* {{Collegamenti esterni}}
* {{Cita web|url = http://www.britroyals.com/kings.asp?id=henry7|titolo = King Henry VII|accesso = 14 maggio 2015|sito = Britroyals.com|lingua = en}}
* {{Cita web|autore = Nathen Amin|url = http://henrytudorsociety.com/2014/06/21/henry-vii-the-king-maligned-as-a-miser/|titolo = Henry VII, the King Maligned as a Miser|accesso = 14 maggio 2015|data = 21 giugno 2014|sito = Henrytudorsociety.com|lingua = en|dataarchivio = 28 maggio 2015|urlarchivio = https://web.archive.org/web/20150528221116/http://henrytudorsociety.com/2014/06/21/henry-vii-the-king-maligned-as-a-miser/|urlmorto = sì}}
* {{Cita web|autore = James Gairdner|url = http://www.luminarium.org/encyclopedia/henry7.htm|titolo = King Henry VII of England|accesso = 14 maggio 2015|data = 4 settembre 2006|sito = Luminarium.org|lingua = en}}
* {{Cita web|autore = Marilee Hanson|url = http://englishhistory.net/tudor/monarchs/henry-vii/|titolo = Henry VII Facts & Information Biography|accesso = 14 maggio 2015|data = 4 febbraio 2015|sito = Englishhistory.net|lingua = en}}
* {{Cita web|autore = J. P. Sommerville|url = http://faculty.history.wisc.edu/sommerville/123/123%20202%20HVII%20policy.htm|titolo = Henry VII|accesso = 14 maggio 2015|sito = Faculty.history.wisc.edu|lingua = en|urlarchivio = https://web.archive.org/web/20150627111129/http://faculty.history.wisc.edu/sommerville/123/123%20202%20hvii%20policy.htm|dataarchivio = 27 giugno 2015|urlmorto = sì}}
{{Box successione
|tipologia = regnante
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{{Box successione
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{{Re d'Inghilterra}}
{{Voce di qualità|valutazione=Wikipedia:Riconoscimenti di qualità/Segnalazioni/Enrico VII d'Inghilterra|arg=Sovrani|arg2=Storia|giorno=2|mese=giugno|anno=2015}}
{{Controllo di autorità}}
{{Portale|biografie|Medioevo|storia|storia di famiglia}}
[[Categoria:Cavalieri del Toson d'oro]]
[[
[[Categoria:Sepolti nell'abbazia di Westminster]]
[[Categoria:Re d'Inghilterra]]
[[Categoria:Tudor]]
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