Marrone di Roccadaspide: differenze tra le versioni
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{{Gastronomia
|nome =Marrone di Roccadaspide
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|settore = Ortofrutticoli e cereali
|riconoscimento = IGP
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}}
Il marchio ''' Marrone di Roccadaspide (IGP)''' indica una particolare varietà di [[castagna]] coltivata nel [[Cilento]] e in particolare lungo le pendici di [[Vesole|Monte Vesole]] nel comune di [[Roccadaspide]]. Tale frutto si distingue dalla generalità delle altre castagne per le caratteristiche di forma e dimensione del frutto nonché per le qualità organolettiche che ne facilitano la conservazione.
== Storia ==
Fonti storiche attestano che i primi a intuire
A partire dall'XI sec. d. C. anche in Campania, a partire dal territorio avellinese e dei [[Monti Picentini]], le comunità di monaci cominciarono la coltivazione di tale frutto per poi estenderlo gradualmente al resto della regione.
Alcuni manoscritti, conservati nell'archivio benedettino della [[Badia di Cava de' Tirreni]], documentano infatti l'esistenza di castagneti nel [[Cilento]] già sul finire del XII secolo d.C., mentre altre fonti testimoniano come fin quando la Badia di Cava
Secondo gli esperti dunque la coltivazione della castagna sarebbe stata introdotta nel territorio di Roccadaspide dalle comunità monastiche (tra
A partire dalla fine
La rinomanza acquisita dal "Marrone di Roccadaspide" continuò a favorirne la diffusione anche in altre zone della provincia di Salerno già interessate, da secoli, dalla coltivazione del castagno. Infatti a partire dagli anni '40 del XX secolo fu effettuata una massiccia azione di innesto a zufolo su portinnesto "franco" o selvatico, utilizzando marze provenienti dalla zona di Roccadaspide, infatti gli originari e
Agli inizi del nuovo millennio su iniziativa della comunità locale, il Marrone di Roccadaspide ha ottenuto un riconoscimento e una tutela formali da parte delle istituzioni; infatti dopo che in una prima fase il Ministero delle Politiche Agricole ne aveva riconosciuto la protezione transitoria nazionale (D.M. 14 febbraio 2005 - G.U. n. 53 del 5/03/05), successivamente
== Area di coltivazione ==
[[File:Castagneti roccadaspide.jpg|thumb|left|upright=1.4|Panoramica dei castagneti di Roccadaspide.]]
La normativa comunitaria considera zona di produzione del “Marrone di Roccadaspide (IGP)” una vasta area di circa 5.000 ettari localizzata nella provincia di Salerno e oltre
Secondo gli esperti sono state le caratteristiche ambientali di questo territorio, in particolare di quello di [[Roccadaspide]], che hanno garantito la nascita dell'ecotipo in esame. La zona è caratterizzata da clima tipicamente mediterraneo con inverni piuttosto miti ed estati con periodi, anche lunghi, siccitosi. I castagneti presenti in zone collinari e mediomontane beneficiano di un apporto idrico, dovuto agli eventi climatici, maggiore rispetto ai dati medi con precipitazioni annue in media superiori a 600 – 800 mm.
In questi ambienti anche le temperature alquanto basse favoriscono un'elevata produzione di frutti di ottima qualità. Il terrono inoltre si presenta particolarmente adatto alla coltivazione del castagno, perché sono terreni a reazione acida o
== Metodi di coltura e
Si ritiene che il Marrone di Roccadaspide sia prodotto esclusivamente da castagneti da frutto impiantati o convertiti da cedui, ubicati a
Sono stati inoltre parametrizzati a livello europeo i metodi di coltivazioni tipici della zona per l'ottenimento del Marrone di Roccadaspide; di seguito se ne riporta una breve sintesi:
#Deve trattarsi infatti di castagneti tradizionali di tipo estensivo, con una densità per ettaro non superiore a 130 piante a ettaro, riferita alla fase di piena produzione.
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#Per quanto riguarda i portinnesti invece lo stesso deve essere franco da seme appartenente preferibilmente agli ecotipi locali; possono essere utilizzati anche i selvatici nati spontaneamente nei boschi dell'area interessata alla presente I.G.P.
#Nei nuovi impianti le piante vanno distribuite secondo una disposizione geometrica che preveda la costituzione di filari paralleli tra loro. I sesti d'impianto potranno essere a quadrato, a rettangolo o a quinconce, purché il numero non sia superiore a 130 piante per ettaro. Tale densità per ettaro va rispettata anche nei lavori di diradamento o infittimento di castagneti da frutto già esistenti.
#La forma d'allevamento è del tipo a volume con vaso semi libero. L'impalcatura è di norma posta a circa 200 cm dal suolo. Per la formazione delle branche sono utilizzati preferibilmente rami anticipati nei mesi estivi/autunnali, evitando in tal modo un accorciamento della branca da fare durante il periodo invernale. La potatura di produzione deve essere eseguita razionalmente con turni di non oltre 5 anni, in modo da assicurare la migliore qualità del prodotto e al fine di evitare
#La superficie dei castagneti da frutto non è lavorata. Il terreno, essendo molto permeabile, non necessita di particolari opere idrauliche per evitare la stagnazione
#La raccolta va effettuata nel periodo autunnale non oltre la prima decade di novembre, con turni di raccolta che non devono superare le due settimane. La raccolta è effettuata a mano o con macchine raccoglitrici e raccattatrici idonee a salvaguardare
#La produzione unitaria massima annua di frutti è fissata in 3,5 tonnellate a ettaro di coltura specializzata (4 tonnellate per il prodotto destinato
==Caratteristiche e utilizzo==
Le dimensioni del frutto rispetto alla generalità delle castagne sono medio-grandi e la pezzatura è di non più di 80-85 frutti per chilogrammo di prodotto selezionato e/o calibrato.
La forma del frutto è tendenzialmente semisferica, talvolta leggermente ellissoidale; la buccia invece è di colore castano bruno, tendenzialmente rossastro, con strie scure generalmente poco evidenti; mentre il seme è bianco latteo, con polpa consistente, di sapore dolce e al palato si presenta croccante, e poco farinoso; il seme inoltre ha un episperma sottile, liscio, abbastanza aderente con settatura inferiore al 5% e polpa consistente di sapore dolce.
Sotto
Per le sue particolare proprietà il Marrone di Roccadaspide è particolarmente richiesto per la lavorazione industriale (oltre il 90% della destinazione commerciale) e di conseguenza viene utilizzato principalmente per la produzione di marron glacés, marmellate, castagne al rum, pur restando egualmente interessante anche per la destinazione al mercato del fresco, per
== Bibliografia ==
*C. I. Pazzanese ''Roccadaspide tra storia e leggenda'', Giacomo Paolino Editore, maggio 1981.
*G. Puca ''Roccadaspide … a cavallo tra il secondo e il terzo millennio'', Ed. La Ginestra, giugno 2007.
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*L. De Stefano ''Della Valle di Fasanella nella Lucania'', Ed. Centro di Cultura e Studi Storici Alburnus.
*Regolamento (CE) N. 284/2008 del 27.03.08 pubblicato sulla [[Gazzetta ufficiale dell'Unione europea|GUCE]] L 86/2008.
*Allegato al provvedimento ministeriale
==Voci correlate==
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*[[Cilento]]
*[[Farina di castagne]]
*[[
*[[Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano]]
*[[Roccadaspide]]
== Altri progetti ==
{{interprogetto|preposizione=sul}}
== Collegamenti esterni ==
* {{Collegamenti esterni}}
{{Portale|Agricoltura|Campania|cucina}}
[[Categoria:Roccadaspide]]
[[Categoria:Cultivar di castagno]]
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