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[[File:Al-Haram mosque - Flickr - Al Jazeera English.jpg|thumb|[[Al-Masjid al-Haram|Moschea della Mecca]], la più grande e importante moschea del mondo e direzione di preghiera per tutti i musulmani del pianeta]]
{{Avvisounicode}}
[[File:Masjedolnabi2.JPG|thumb|[[Moschea del Profeta]] a [[Medina]] sorta nel luogo dove il Profeta visse a Yathrib, poi divenuta Medina]]
La '''moschea''' è il luogo di preghiera (ma, eventualmente, anche di studio di argomenti religiosi) per i fedeli dell'[[Islam]].<br />
La parola italiana deriva direttamente dallo spagnolo "mezquita", a sua volta originata dalla parola [[Lingua araba|araba]] "masjid" {{Arabo|مسجد}} che indica il luogo in cui si compiono le ''[[sujūd]]'', le [[prosternazioni]] che fanno parte dei movimenti obbligatori che deve compiere il fedele orante.<br />
[[File:Jerusalem Dome of the rock BW 3.JPG|thumb|right|230px|[[Cupola della Roccia]] a [[Gerusalemme]] (tecnicamente non qualificabile come moschea)]]
[[File:Gorskii 03978u.jpg|thumb|230px|Moschee di [[Samarcanda]]]]
[[File:Moschea - sala principale 3082-6.JPG|thumb|230px|Sala della [[moschea di Roma]]]]
[[File:Masjid al-Qiblatain.jpg|thumb|[[Moschea al-Qiblatain]] a Medina, detta "delle due [[qibla|qible]]", perché qui si modificò la direzione della [[salat|preghiera]] da Gerusalemme alla Mecca]]
Un tipo di ''masjid'' particolare è la ''masjid jāmiʿ'', una moschea più ampia, che si traduce spesso come "congregazionale". In essa si auspica per l'Islam che si radunino collettivamente i fedeli al fine di adempiere insieme all'obbligo della preghiera obbligatoria (''[[ṣalāt]]'') del mezzogiorno (''zuhr'') del venerdì.
[[File:Gorskii 03978u.jpg|thumb|Moschee di [[Samarcanda]]]]
[[File:Moschea - sala principale 3082-6.JPG|thumb|Sala della preghiera (o ''musalla'') della Grande [[Moschea di Roma]]]]
[[File:Moschea e minareto Kalon a Bukhara.jpg|thumb|Moschea e minareto Kalon a [[Bukhara]] ([[Uzbekistan]])]]
La '''moschea''', chiamata anticamente anche '''meschita'''<ref>{{Treccani
In quanto luogo di preghiera la moschea non ha elementi indispensabili ma solo utili al suo scopo. È infatti possibile pregare anche all'aperto, o dentro una casa qualsiasi, purché il terreno riservato alla ''ṣalāt'' sia delimitato da qualche oggetto (tappeto, stuoia, mantello, sassi) e sia il più possibile esente da sozzure. Questo perché - come d'altronde per tutti gli atti previsti dalla Legge islamica (''[[shari'a|sharīʿa]]'') - è richiesto lo stato di purità legale (''[[tahàra|ṭahāra]]''), ottenibile con [[lavacri]] parziali o totali del corpo, mentre il luogo della preghiera deve essere esente da evidenti sporcizie che potrebbero contaminare chi col terreno debba entrare in contatto, come appunto accade nella ''ṣalāt''.
|meschita
|Meschita
|v = sì
|accesso = 19 aprile 2016
|autore =
|data =
|citazione =
}}</ref>, è il luogo di culto dell'[[Islam]]. La parola italiana deriva direttamente dallo spagnolo "mezquita", a sua volta originata dalla parola [[Lingua araba|araba]] ''masğid'' o ''masjid'' ({{Arabo|مسجد}}) che indica il luogo in cui si compiono le ''[[sujūd]]'', le [[prosternazioni]] che fanno parte dei movimenti obbligatori che deve compiere il fedele orante. È la tipologia di edificio principale dell'[[architettura islamica]].
== Descrizione ==
La moschea ha un ''[[mihrab|miḥrāb]]'' (sorta di abside o nicchia che, nelle moschee più umili, può essere semplicemente disegnata su una parete o indicata da qualche oggetto nella preghiera all'aperto) che indica la direzione della [[La Mecca|Mecca]] (''[[qibla]]'') e della [[Ka'ba|Kaʿba]], considerata il primo santuario musulmano dedicato al culto dell'unico vero Dio (Allāh).
{{Citazione|Non stare mai lì (a pregare) in piedi. Un luogo di culto che fu fondato sull'ubbidienza verso [[Allah]] sin dal primo giorno è degno che tu non stia a pregare in piedi, dove stanno uomini che amano purificare se stessi. [[Allah]] ama gli uomini che si purificano.|Corano, [[sūra]] 9 ([[Al-Tawba]]), [[Āyāt]] 108. Il passo si riferisce alla [[moschea di Quba]], la prima moschea della storia.<ref>{{cita|Piccardo|p. 179}}.</ref><ref>{{cita|Moreno|p. 186}}.</ref>}}
Un tipo di ''masjid'' particolare è la ''masjid jāmiʿ'', una moschea più ampia, che si traduce spesso come "congregazionale" o "cattedrale". In essa si auspica per l'Islam che si radunino collettivamente i fedeli al fine di adempiere insieme all'obbligo della preghiera obbligatoria (''[[ṣalāt]]'') del mezzogiorno (''ẓuhr'') del venerdì, o eventualmente per studiarvi materie di carattere religioso, in luoghi a ciò deputati (''[[Iwan (architettura)|iwan]]'').
In quanto luogo di preghiera la moschea non ha elementi indispensabili ma solo utili al suo scopo. È infatti possibile pregare anche all'aperto, o dentro una casa qualsiasi, purché il terreno riservato alla ''ṣalāt'', ovvero sia delimitato da qualche oggetto (tappeto, stuoia, mantello, telo, sassi) e sia il più possibile esente da sozzure. Questo perché - come d'altronde per tutti gli atti previsti dalla Legge islamica (''[[shari'a|sharīʿa]]'') - è richiesto lo stato di [[purità rituale|purità legale]] (''[[ṭahāra]]''), ottenibile con [[lavacri]] parziali o totali del corpo, mentre il luogo della preghiera deve essere esente da evidenti sporcizie che potrebbero contaminare chi col terreno debba entrare in contatto, come accade nella ''ṣalāt''.
Pur non essenziale, una moschea può spesso avere anche un pulpito (''[[minbar]]'') dall'alto del quale un particolare [[Imam|Imām]] che si chiama ''khaṭīb'', pronuncia la ''[[khutba|khuṭba]]'', un'allocuzione cioè che non necessariamente propone l'esegesi di brani del [[Corano]].
La moschea ha un ''[[miḥrāb]]'' (sorta di abside o nicchia che, nelle moschee più umili, può essere semplicemente disegnata su una parete o indicata da qualche oggetto nella preghiera all'aperto) che indica la direzione della [[La Mecca|Mecca]] (''[[qibla]]'') e della [[Kaʿba]], considerata il primo santuario musulmano dedicato al culto dell'unico vero Dio ([[Allah]]).
Perché la preghiera sia valida essa deve essere compiuta all'interno di precisi momenti (''awqāt'') della giornata, scanditi dall'andamento apparente del sole. Per questo uno speciale incaricato (''[[muezzin]]'', dall'[[lingua araba|arabo]] ''[[mu'adhdhin|muʾādhdhin]]'') ricorda dall'alto di una costruzione a torre ([[minareto]] - dall'[[lingua araba|arabo]] ''manār'', "faro") - mediante un suo richiamo rituale salmodiato (''[[adhan|adhān]]'') che da quel momento in poi è obbligatorio pregare (in casa, all'aperto, in moschea). Per chi si trovi lontano dal minareto e non possa per qualsiasi motivo udire la voce del muezzìn - oggi aiutata per lo più da altoparlanti - si sciorinano talora ampi panni bianchi, ben visibili anche da lontano.
Pur non essenziale, una moschea può spesso avere anche un pulpito (''[[minbar]]'') dall'alto del quale un particolare [[Imam|Imām]] che si chiama ''[[khaṭīb]]'', pronuncia la ''[[khuṭba]]'', un'allocuzione cioè che non necessariamente propone l'esegesi di brani del [[Corano]].
Per le necessità della purificazione, sia all'interno sia nelle immediate adiacenze della moschea è spesso presente una fontana.
Importante è infine l'area della preghiera (''musalla''), tendenzialmente rettangolare per consentire agli oranti di ordinarsi in file e ranghi, al cui interno può essere presente un orologio che in molte occasioni è di antica fattura, utile a segnalare il tempo rimanente perché sia valida la preghiera.
Perché la preghiera sia valida essa deve essere compiuta all'interno di precisi momenti (''awqāt'') della giornata, scanditi dall'andamento apparente del sole. Per questo uno speciale incaricato (''[[muezzin]]'', dall'[[lingua araba|arabo]] ''[[mu'adhdhin|muʾadhdhin]]'') ricorda dall'alto di una costruzione a torre ([[minareto]], dall'[[lingua araba|arabo]] ''manār'', "faro"), mediante un suo richiamo rituale salmodiato (''[[adhān]]''), che da quel momento in poi è obbligatorio pregare (in casa, all'aperto, in moschea). Per chi si trovi lontano dal minareto e non possa per qualsiasi motivo udire la voce del muezzìn - oggi aiutata per lo più da altoparlanti - si sciorinano talora ampi panni bianchi, ben visibili anche da lontano.
Per le necessità della purificazione, sia all'interno sia nelle immediate adiacenze della moschea è spesso presente una fontana.<br>
Importante è infine l'area della preghiera (''muṣalla''), tendenzialmente rettangolare per consentire agli oranti di ordinarsi in file e ranghi, al cui interno può esservi un orologio che in molte occasioni è di antica fattura, utile a segnalare il tempo rimanente perché sia valida la preghiera.
Caratteristica di ogni moschea, che nasca come tale, è la mancanza di raffigurazioni umane o animali, in quanto osteggiate dall'Islam. Le decorazioni sono perciò tutt'al più di tipo fitoforme (legate cioè al mondo vegetale) ma, quasi sempre, sono presenti [[mosaici]] o scritte che riportano versetti del [[Corano]] tracciati con calligrafie considerate particolarmente "artistiche" che hanno dato modo all'Occidente di parlare di [[arabesco|arabeschi]].</br />
Con ogni evidenza questo può non valere in caso di trasformazione di un precedente luogo sacro ad altri credo. In tal caso i dipinti possono sopravvivere, alla sola condizione che affreschi o dipinti non cozzino con alcuni dei principi fondamentali del credo islamico (non raffigurabilità di Dio,; assenza di idoli, antropomorfi o meno,; mancanza di qualsiasi riferimento [[Santissima Trinità (cristianesimo)|trinitario]]). Tipico è il caso della moschea [[Hagia Sophia]] ("Divina Sapienza") a [[Istanbul]], eretta come basilica cristiana a [[Costantinopoli]], che ha mantenuto tutti i suoi mosaici originari per volontà dei conquistatori [[ottomani]]. Ad Istanbul la [[Moschea Blu]] ha sei minareti, mentre la moschea della [[Kaʿba]] a [[La Mecca]] ne ha sette. In [[Spagna]] la [[Grande Moschea di Cordova]] ha la particolarità unica di avere una cattedrale barocca costruita al suo interno.
== Il termine italiano ==
Come detto, il termine italiano proviene dallo spagnolo ''mezquita'', che normalmente viene direttamente connesso alla parola araba ''masjid''. InLo realtàspagnolo va osservato che lo spagnoloperò non ha preso la parola direttamente dall'arabo, ma dalla lingua delle popolazioni musulmane della [[Penisola iberica]], che in gran parte erano [[Berberi|berbere]]. Infatti, il termine arabo ''masjid'' è maschile, mentre ''mezquita'' (e ''moschea'') è femminile, proprio come il termine [[lingua berbera|berbero]] ''(ta) mezgida''. Questo cambiamento di genere è evidente anche in altri termini [[lingua araba|arabi]] relativi alla religione passati al berbero, per esempio ''‘īdʿīd'' "festa" (berb. ''lâid'' ): in [[lingua berbera|berbero]] ''lâid tameqqrant'', corrisponde all'arabo ''al-ʿīd al-kabīr''. Ciò sembra dovuto al fatto che i termini arabi si sarebbero "sovrapposti" a preesistenti parole femminili (ancora attestate in qualche dialetto), come ''taɣlisya'' "luogo di culto", dal [[lingua latina|latino]] ''ecclesia'' e ''tafaska'' "festa religiosa" (dal lat. ''Pascha'').
== Influenza saudita ==
{{Vedi anche|Wahhabismo}}
[[File:FaisalMasjid.jpg|thumb|right|[[Moschea Faisal|Moschea Re Faysal]] di [[Islamabad]], [[Pakistan]], dell'architetto turco [[Vedat Dalokay]], finanziata con 130 milioni di ''[[riyal saudita|riyāl]]'' del 1976 (100 milioni € del 2006)<ref>{{Cita web |url=http://www.kingfahdbinabdulaziz.com/main/m4201.htm |accesso=25 giugno 2006 |editore=King Fahd bin Abdul Aziz |titolo=King Faisal Mosque in Islamabad |urlmorto=sì |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20060716080804/http://www.kingfahdbinabdulaziz.com/main/m4201.htm |dataarchivio=16 luglio 2006 }}</ref> del re dell'Arabia Saudita]]
Sebbene il coinvolgimento [[Arabia Saudita|saudita]] nell'edificazione di nuove moschee risalga agli [[Anni 1960|anni sessanta]], il contributo è diventato realmente importante solo verso la fine del [[XX secolo]].<ref name="money-trails">{{Cita news |url=httphttps://www.washingtonpost.com/ac2/wp-dyn/A13266-2004Aug18 |titolo=U.S. Eyes Money Trails of Saudi-Backed Charities |data=19 agosto 2004 |accesso=24 febbraio 2007 |cognome=Ottoway |nome=David B. |pagina=A1 |editore=The Washington Post |pubblicazione= |dataarchivio=14 luglio 2018 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20180714144918/https://www.washingtonpost.com/ac2/wp-dyn/A13266-2004Aug18/ |urlmorto=sì }}</ref> A partire dagli [[Anni 1980|anni ottanta]], infatti, il governo saudita ha cominciato a finanziare la costruzione di moschee, scuole e centri islamici in numerosi paesi di tutto il mondo, per una spesa stimata in 45 miliardi di dollari statunitensi. ''[[Ayn al-Yaqin]]'' un quotidiano saudita, nel 2002 ha pubblicato la notizia che questi finanziamenti hanno contribuito alla costruzione di 1500 moschee e 2000 centri islamici<ref>{{Cita web |url=httphttps://www.usnews.com/usnews/news/articles/031215/15terror.htm |titolo=The Saudi Connection |data=15 dicembre 2003 |accesso=17 aprile 2006 |cognome=Kaplan |nome=David E. |editore=U.S. News and World Report |urlmorto=sì |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20060616161452/http://www.usnews.com/usnews/news/articles/031215/15terror.htm |dataarchivio=16 giugno 2006 }}</ref>. A questo occorre ancora aggiungere le iniziative personale di numerosi facoltosi cittadini sauditi, specialmente in paesi dove i musulmani sono poveri o oppressidiscriminati. Ad esempio, a seguito della [[caduta dell'Unione Sovietica]] (1992), molti fondi privati giunsero a questo scopo in [[Afghanistan]].<ref name="money-trails" /> La Moscheamoschea King Fahd di [[Culver City]] ([[California]]) e la stessa [[Moscheamoschea di Roma]] rappresentano due dei maggiori investimenti dell'ex sovrano [[Faysal dell'Arabia Saudita]], con 8 e 50 milioni di dollari statunitensi, rispettivamente<ref>{{Cita web |url=http://www.kingfahdbinabdulaziz.com/main/m4506.htm |accesso=17 aprile 2006 |editore=King Fahd bin Abdul Aziz |titolo=Islamic Center in Rome, Italy |urlmorto=sì |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20020108064304/http://www.kingfahdbinabdulaziz.com/main/m4506.htm |dataarchivio=8 gennaio 2002 }}</ref>.
== Note ==
<references/>
== Bibliografia ==
* [[FelixFélix Maria Pareja]], ''Islamologia'', Roma, Orbis Catholicus, 1951.
* [[Alberto Ventura]], "L'islām sunnita nel periodo classico (VII-XVI secolo)", ''Islam'', ''Storia delle religioni'', Roma-Bari, Laterza, 1999.
* [[Alessandro Bausani]], ''Islam'', Milano, Garzanti, 1980.
*{{cita libro|titolo=Il Corano|traduttore=Hamza Roberto Piccardo|editore=Newton Compton|anno=2015|edizione=7|isbn=9788854174603|cid=Piccardo}}
*{{cita libro|titolo=Il Corano|traduttore=Martino Mario Moreno|editore=La Repubblica|collana=Le Religioni|anno=2005|annooriginale=1967|isbn=9788854174603|cid=Moreno}}
== Note ==
{{references|2}}
== Voci correlate ==
* [[Dar al-Shifa']]
* [[Antislamismo#Le moschee|Antislamismo]]
* [[Hammam]]
* [[Mihràb|MiḥrābImaret]]
* [[Külliye]]
* [[Madrasa]]
* [[Masjid]]
* [[Moschee per dimensione]]
* [[Miḥrāb]]
* [[Minbar]]
* [[Minareto]]
* [[Moschea di RomaṢalāt]]
* [[Moschea di PalermoSadirvan]]
* [[Moschea di Segrate]]
== Altri progetti ==
{{Interprogetto|commons=Mosqueinterprogetto|wikt}}
== Collegamenti esterni ==
* {{Collegamenti esterni}}
{{Arte islamica}}
{{Architettura iraniana}}
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[[Categoria:Moschee| ]]
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